L'Assedio del castello di Inabayama
(稲葉山城の戦い
Inabayama-jō no
Tatakai) del 1567
fu la battaglia finale di Oda Nobunaga nella sua campagna per
sottomettere il clan Saitō della provincia di Mino. L'assedio durò
circa due settimane tra il 13 e il 27 settembre 1567. Si concluse con
la vittoria delle forze di Nobunaga e la sottomissione del clan
Saitō, dei suoi vassalli e dei suoi alleati. Questa vittoria fu il
culmine della campagna di Nobunaga per la conquista della provincia
di Mino, svolta in modo intermittente nei sei anni precedenti, e
portò alla fine della rivalità tra i due clan che era iniziata
vent'anni prima tra il padre di Nobunaga, Oda Nobuhide, e Saitō
Dōsan.
A causa della debole leadership del
clan Saitō molti leader samurai si unirono a Nobunaga prima della
battaglia, mentre altri se ne unirono in seguito. Con questa
vittoria, Nobunaga assunse il controllo della vasta e fertile
provincia di Mino e ottenne numerosi servitori e risorse. Nobunaga
ricostruì il castello di Inabayama e lo chiamò castello di Gifu,
creando una solida base da cui espandersi verso nord nella regione di
Hokuriku. Il castello di Gifu divenne residenza principale e sede
militare del clan Oda fino a quando si trasferì nel quasi completato
castello di Azuchi nel 1575.
Il giovane servitore di Nobunaga,
Kinoshita Tōkichirō (conosciuto in seguito come Toyotomi Hideyoshi)
svolse un ruolo importante nella vittoria a Inabayama. Negli anni che
precedettero la battaglia egli negoziò per avere il sostegno dei
signori della guerra locali che assicurarono numerosi uomini al
momento dell'attacco e costruì un castello ai margini del territorio
nemico che serviva da base per le operazioni nella provincia da
conquistare. Oltre a questi preparativi Tōkichirō ideò ed eseguì
un coraggioso piano che permise tramite un raid improvviso l'apertura
delle porte del castello e la conseguente vittoria. Come premio dei
suoi sforzi per la vittoria il suo rango venne aumentato da Nobunaga
di cui divenne uno dei più importanti e famosi comandanti.
Antefatti
Nel 1549 il giovane Oda Nobunaga
(1534–1582), che divenne si seguito il maggiore daimyō della
provincia di Owari, si sposò con Nōhime, figlia di Saitō Dōsan,
capo del rivale clan Saitō della vicina provincia di Mino. Nobunaga
era il secondo figlio di Oda Nobuhide, capo del clan Oda, che a quel
tempo stava affrontando oppositori interni nei confini settentrionali
e orientali della provincia di Owari. Saitō Dōsan, daimyō di Mino,
era un leader forte e spietato, ma le lotte interne avevano iniziato
a dividere il clan Saitō in fazioni.
Entrambi i clan avevano bisogno di una
tregua per affrontare problemi più urgenti e quindi il matrimonio
politico di Nobunaga e Nōhime portò alla fine della rivalità dei
clan e alle loro lotte nelle frontiere.
Nel 1555 Saitō Yoshitatsu, figlio
maggiore di Dōsan, sospettò che la sua eredità fosse messa in
discussione e uccise i suoi due fratelli minori. L'anno successivo
riunì le truppe a lui fedeli e si ribellò apertamente contro il
padre. Dōsan chiamò in aiuto suo genero, Oda Nobunaga, suo erede
legale. Poco dopo Dōsan fu ucciso da uno dei servitori di Yoshitatsu
nella battaglia di Nagaragawa. All'epoca Nobunaga non era in grado di
aiutare il suocero e la guerra civile dei Saitō finì prima che
fosse possibile un intervento degli Oda. Nel 1561 Yoshitatsu morì di
lebbra e suo figlio, Saitō Tatsuoki, divenne capo del clan. Tatsuoki
era giovane ma veniva considerato incapace di una guida efficace da
parte dei suoi servitori, ed era visto con disprezzo dai suoi
subordinati e persino dai contadini locali. Dopo che gli Oda e il
clan Matsudaira si allearono e sconfissero il clan Imagawa nel 1560
nella battaglia di Okehazama, Nobunaga si trovava in una posizione
più sicura e iniziò a concentrarsi sui loro vicini a nord, il clan
Saitō. I piani di Nobunaga per un'invasione di Mino furono
apparentemente motivati dalla vendetta per la morte del suocero,
Saitō Dōsan, ma Yoshitatsu era morto prima che Nobunaga potesse
attaccare. Tuttavia Nobunaga considerava comunque anche Tsuneoki un
traditore e iniziò il suo piano d'invasione.
Campagna di Mino
Oda Nobunaga portò le proprie forze
nel territorio di Mino nel 1561 e nel 1563 e avvennero brevi
battaglie. In ogni spedizione Nobunaga e i suoi 700 uomini venivano
soverchiate da forze rapidamente assemblate sotto il daimyo locale,
che guidava fino a 3.000 uomini. Accerchiati all'aperto e incapaci di
organizzare una difesa, venivano ogni volta respinti. Nel 1564
Nobunaga attaccò il castello di Inabayama, la roccaforte del clan
Saitō. Il castello era situato in cima al monte Inaba che aveve
delle forti difese naturali Although it was considered nearly
impregnable,. Sebbene fosse considerato quasi impenetrabile, Tatsuoki
fuggì e si nascose all'interno del castello, mentre i suoi servitori
Takenaka Hanbei e Andō Morinari guidavano la difesa. Tuttavia
Nobunaga fu nuovamente sconfitto e cacciato dalla provincia.
A partire dal 1564, Oda Nobunaga mandò
un suo fedele servitore, Kinoshita Tōkichirō per convincere,
tramite corruzione, molti dei signori della guerra della provincia di
Mino a unirsi al clan Oda. Kinoshita si avvicinò a Takenaka Hanbei,
considerato un brillante stratega ma sempre vissuto ai margini del
clan Saitō, per convincerlo a tradire. Sebbene Takenaka fosse
frustrato dal comportamento di Tatsuoki, non voleva apparire
traditore della sua lealtà e rifiutò le offerte di Kinoshita.
Impressionato dall'integrità del servitore Kinoshita lo invitò come
ospite a un soggiorno prolungato nella sua casa. Hanbei ammise che il
clan Saitō non poteva sopravvivere per molto tempo sotto la guida di
Tatsuoki e accettò l'invito di Kinoshita in cambio di una promessa
di clemenza nel caso in cui il clan Saitō fosse stato sconfitto.
Nel 1566, in previsione della prossima
campagna, Kinoshita propose la costruzione di un castello da qualche
parte vicino al castello di Inabayama per servire come punto di
partenza per le forze Oda. Nobunaga acconsentì e Kinoshita costruì
castello di Sunomata sulla riva del fiume Sai di fronte ai territori
del clan Saitō. Secondo una leggenda Kinoshita costruì il castello
in una sola notte; ma è più probabile che fosse lo scheletro della
torre con una facciata che veniva vista dalla fazione opposta.
Tuttavia il risultato della rapida costruzione impressionò il
nemico. Con l'aiuto della cautela del nemico che esitò ad attaccare,
gli uomini di Kinoshita riuscirono a trasformare rapidamente la
costruzione prima in una fortificazione e poi in un castello
completo. Nobunaga ordinò a Kinoshita di rimanere nel castello come
amministratore e gli diede il nome Hideyoshi.
Assedio
Nel 1567, Oda Nobunaga guidò un nuovo
attacco contro il clan Saitō della provincia di Mino. La roccaforte
del clan era il castello di Inabayama, una fortezza di montagna
costruita nella cima del monte Inaba (oggi Gifu). Saitō Tatsuoki, il
daimyo del clan, si era già dimostrato codardo e incompetente
al comando, assegnò a Takenaka Hanbei il comando del castello e
della guarnigione. Nonostante a Tatsuoki fosse il capo del clan non
contribuì alla battaglia. Quando le forze Oda entrarono nuovamente
nella provincia di Mino, Hanbei preparò la guarnigione alla difesa
del castello.
Come riportato dallo Shinchō kōki
(o The Nobunaga Chronicles), i preparativi per la battaglia
iniziarono il 13 settembre 1567. Nobunaga entrò nella zona, prese
contatto con gli alleati e il corpo principale dell'armata, circa
5.000 uomini, attraversò il fiume Kiso. Mentre le truppe si
riunirono sulla riva lontana del fiume, Nobunaga inviò due
messaggeri, Murai Sadakatsu e Shimada Hidemitsu, a tre dei vassalli
anziani del clan Saitō, denominati Triumvirato di Mino,
chiedendo loro cooperazione nella prossima battaglia. Questi signori
della guerra di Mino che Kinoshita Hideyoshi aveva persuaso qualche
anno prima si unirono alle truppe di Nobunaga.
Mentre gli uomini fedeli a Nobunaga si
spostavano nella pianura furono combattute numerose schermaglie in un
inutile sforzo per fermare le forze d'invasione. Le forze di Nobunaga
entrarono poi nel paese di Inoguchi il quale si trovava al di sotto
del castello di Inabayama. Per non rivelare le proprie mosse e
offuscare il campo dando spazio di movimento all'esercito assediante,
l'avanguardia di Kinoshita Hideyoshi diede fuoco alla città. Mentre
alcuni soldati presero posizione sul Monte Inoguchi e su una vicina
scogliera, l'esercito principale si posizionò davanti al monte Inaba
per iniziare l'assedio. L'esercito assediante, notevolmente
aumentato, mostrava le bandiere degli ex vassalli del clan Saitō e
questo disorientò i difensori del castello. Nei giorni che seguirono
Kinoshita mandò gli uomini a raccogliere informazioni specialmente
dai contadini locali disposti ad aiutare. Kinoshita incontrò un
residente locale, Horio Yoshiharu, che gli mostrò un percorso poco
conosciuto che portava al pendio nord della montagna sul retro del
castello. Le pendici nord sotto il castello erano così ripide che
l'assalto da parte di una grande forza era stato considerato
impossibile e per questo veniva scarsamente presidiato dai difensori.
Assalto finale
Non è esattamente noto quel che
successe nel campo di battaglia tra il 14 e il 25 settembre. Dato lo
stile aggressivo di combattimento di Nobunaga si può dedurre che le
forze del clan Oda attaccarono ferocemente frontalemente e
probabilmente violarono le difese esterne del castello di Inabayama.
Fu Kuroda Kanbei, considerato un stratega di talento, incaricato di
guidare e coordinare l'attacco principale. È certo che Kinoshita
Hideyoshi ideò un piano attraverso il quale una piccola forza
avrebbe scalato la parete a nord per entrare nel castello e avrebbe
dovuto aprire in fretta le porte per l'esercito assediante. Nobunaga
approvò e incaricò Kinoshita per guidare l'incursione. Per il suo
gruppo d'assalto Kinoshita scelse Horio Yoshiharu, Hachisuka Koroku e
altri cinque o sei uomini. Il 26 settembre Nobunaga era così
fiducioso del piano di Kinoshita e dell'esito della battaglia che
dispose una Jinmaku sul campo di battaglia dove tenne un
incontro con i suoi ufficiali superiori assegnando compiti per la
ricostruzione del castello dopo la battaglia. Salutò anche gli ex
vassalli dei Saitō che si erano uniti a lui offrendo loro del sakè.
La notte del 26 settembre Kinoshita
riunì il suo gruppo e, preoccupato per il caldo tardivo dell'estate
e gli sforzi fatti fino a quel punto, fornì loro acqua dolce fresca
all'interno di alcune zucche. Horio Yoshiharu guidò poi Kinoshita
Hideyoshi e la piccola forza di assalto attorno alla parte posteriore
della montagna, dove risalirono le ripide pendici sotto la luce di
luna piena. All'alba, mentre la missione di Kinoshita era in corso,
la forza principale sotto Kuroda Kanbei continuò con il suo attacco
al castello.
Poco dopo l'alba la squadra di
Kinoshita entrò nel castello sparò a un magazzino pieno di polvere
da sparo, poi si precipitò per aprire le porte anteriori, uccidendo
chiunque si fosse messo sulla loro strada. Tra le forti esplosioni
dalla polvere e la vista della costruzione che bruciava con forza, la
difesa del castello entrò rapidamente nel caos, ed i sconvolti ed
esausti difensori pensarono di essere stati attaccati massicciamente
dal retro del castello. La confusione era completa ed i soldati
scesero in massa dal parapetto frontale per affrontare un inesistente
assalto da dietro. Quando la squadra di Kinoshita raggiunse il
cancello, legarono le loro zucche alle lance e le agitarono verso i
loro alleati per segnalare che erano in posizione, dopo di che la
fanteria di Kuroda caricò le porte aperte e sovrastò quello che era
rimasto della guarnigione del castello.
Alla fine del 27 settembre 1567 il
castello di Inabayama era caduto e i restanti signori della provincia
di Mino si unirono a Nobunaga.
Conseguenze
In circa due settimane Nobunaga entrò
e conquistò definitivamente la provincia di Mino, assicurandosi la
lealtà del Triumvirato di Mino. Nobunaga ricostruì il 'castello di
Inabayama' e lo chiamò 'castello di Gifu'. Trasferì la sua
residenza dal castello di Komaki e quella di Gifu da dove partì per
la sua storica marcia su Kyoto l'anno seguente.
Saitō Tatsuoki sopravvisse alla
battaglia, anche se ci sono due storie diverse sulle modalità. Nella
prima si racconta che Tatsuoki abbandonò il castello la sera prima
della sua capitolazione, prese una barca e fuggì. In un'altra si
racconta che Hideyoshi portò un messaggio alla torre principale,
dove Tsuneoki era asserragliato, con l'assicurazione che se si fosse
arreso sarebbe stato risparmiato. Tatsuoki accettò e gli fu permesso
di abbandonare il castello. In entrambi i casi Tatsuoki fuggì a
Nagashima nella provincia di Ise. Visse in esilio per un po' di
tempo, e fu successivamente accolto da Asakura Yoshikage.
Fu ucciso nella battaglia di Tonezaka
all'età di ventisei anni, nel 1573.
Gli sforzi di Kinoshita Hideyoshi per
la vittoria furono riconosciuti da Nobunaga e il suo rango aumentò
notevolmente. Dopo la battaglia a Kinoshita furono assegnati tre
distretti nella parte settentrionale delle nuove conquiste della
provincia di Mino, e non molto tempo più tardi prese il cognome
Hashiba.
Quando Nobunaga lo promosse comandante
Hideyoshi usò un'immagine di zucca dorata come suo standard di
battaglia, in commemorazione del suo successo al castello di
Inabayama. Successivamente cambiò ancora il cognome in Toyotomi.
Kuroda Kanbei, che guidò l'attacco
frontale, e Takenaka Hanbei, che difese il castello, divennero
importanti servitori di Toyotomi Hideyoshi.
Esercito
- Divisione principale
- 3,000 guidati da Oda Nobunaga
- Prima Division
- 2,000 guidati da Shibata Katsuie
- 2,000 guidati da Ikeda Tsuneoki
- Seconda Division
- 1,000 guidati da Mori Yoshinari
- 1,000 guidati da Maeda Toshiie
- 1,000 guidati da Sassa Narimasa
- altri
- Divisione di riserva
- 2,000 guidati da Sakuma Nobumori
- Avanguardia
- 1,000 guidati da Kinoshita Hideyoshi
- Triumvirato di Mino, forze non conosciute
- Ujiie Naotomo
- Andō Morinari
- Inaba Yoshimichi
- Altri
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