venerdì 9 febbraio 2018

Ares






Ares (in greco antico: Ἄρης, Árēs) nella religione greca è il figlio di Zeus ed Era. Viene molto spesso identificato tra i dodici Olimpi come il dio della guerra in senso generale, ma si tratta di un'imprecisione: in realtà Ares è il dio solo degli aspetti più violenti della guerra e della lotta intesa come sete di sangue. Ares era il dio più affascinante e bello tra gli dèi e per questo motivo faceva ingelosire Apollo,nonostante fosse suo "semifratello". Per i Greci, Ares era un dio del quale diffidare sempre. Il suo luogo di nascita e la sua vera residenza si trovavano in Tracia, ai limiti estremi della Grecia, paese abitato da genti barbare e bellicose; e proprio in Tracia Ares decise di ritirarsi dopo che venne scoperto a letto con Afrodite. Anche Atena è la dea della guerra ma il suo campo di azione è quello delle strategie di combattimento e dell'astuzia applicata alle battaglie, mentre Ares si diverte e si esalta per gli scoppi di furia e violenza, più graditi da Ares se improvvisi e subdoli, che in guerra si manifestano, delle atrocità connesse o no alla guerra (risse, barbarie, razzie…), non a caso Eris è sua sorella, gregaria e anche, in alcuni testi, una delle sue amanti. Fra i suoi animali sacri c'erano il cane, il cinghiale e l'avvoltoio.
La parola "Ares" fino all'epoca classica fu usata anche come aggettivo, intendendosi come infuriato o bellicoso, ad esempio si ricordano le forme Zeus Areios, Athena Areia, o anche Aphrodite Areia. Alcune iscrizioni risalenti all'epoca Micenea riportano Enyalios, un nome che è sopravvissuto fino all'epoca classica come epiteto di Ares.
Pur essendo protagonista nelle vicende belliche, raramente Ares risultava vincitore. Era più frequente, invece, che si ritirasse dalla contesa, come quando combatté a fianco di Ettore contro Diomede, o nella mischia degli Dei sotto le mura di Troia: in entrambi i casi si rifugiò sull'Olimpo perché messo in seria difficoltà, direttamente o indirettamente, da Atena. Altre volte la sua furia brutale si trovò contrapposta e vanificata da eroi o semidei, per esempio dalla lucida astuzia e dalla forza di Eracle, come nell'episodio dello scontro dell'eroe con suo figlio Cicno.
I Romani identificarono Ares con il dio Marte, che era un'antica divinità degli indoeuropei, la cui figura aveva però assunto in territorio italico caratteri diversi, essendo in origine una divinità "rurale" pacifica e benefica già all'epoca venerato di più rispetto ad Ares. Fu anche assunta dagli Etruschi col nome di Maris.

Il culto di Ares

Nonostante la sua figura sia importante per poeti e aedi, il culto di Ares non era molto diffuso nell'antica Grecia, tranne a Sparta dove veniva invocato perché concedesse il suo favore prima delle battaglie e, nonostante sia presente nelle leggende riguardanti la fondazione di Tebe, è uno degli dei sul conto del quale gli antichi miti meno si soffermano.
A Sparta era presente una statua di Ares che lo raffigurava incatenato, a simboleggiare che lo spirito della guerra e della vittoria non avrebbero mai potuto lasciare la città; durante le cerimonie in suo onore venivano sacrificati cani, usanza mutuata dall'antica pratica di sacrificare cuccioli alle divinità ctonie.
Ad Atene il tempio di Ares nell'agorà, che il geografo Pausania ebbe modo di vedere nel II secolo, era in realtà un tempio dedicato a Marte. L'Areopago, ovvero la collina di Ares sulla quale predicò Paolo di Tarso, si trova invece ad una certa distanza dall'Acropoli e nei tempi antichi vi si svolgevano i processi e la sua presunta relazione con Ares potrebbe essere solo frutto di un'errata interpretazione etimologica.

I simboli di Ares

Ares aveva una quadriga trainata da quattro cavalli immortali dal respiro infuocato, legati al carro con finimenti d'oro. Tra tutti gli dei si distingueva per la sua armatura bronzea e luccicante e in battaglia abitualmente brandiva una lancia. I suoi uccelli sacri erano il barbagianni, il picchio, il gufo reale e, specialmente nel sud della Grecia, l'avvoltoio. Secondo le Argonautiche gli uccelli di Ares, muovendosi come uno stormo e lasciando cadere piume appuntite come dardi, difendevano il suo tempio costruito dalle Amazzoni su di un'isola vicina alla costa del Mar Nero. Spesso Ares viene rappresentato su pietra con il colore rosso, rosso come il sangue, simbolo degli atti feroci che si compiono in guerra.

Gli epiteti di Ares

Enialio (Ενυαλιος, traslitterato anche come Enialo) ossia "Guerriero", era un epiteto comune per Ares. È interessante notare che nelle tavolette Micenee in scrittura lineare B si trova il nome di un dio chiamato Enialio, mentre "ares" pare essere semplicemente il sostantivo usato per chiamare la guerra. Tuttavia in epoca classica la figura di Enialio era stata declassata al rango di eroe (e in questa veste appare nell'Iliade) mentre Ares era assunto al rango di divinità. Enialio sopravvisse poi come un titolo di culto esclusivamente in alcuni ambiti.
Altri epiteti di Ares sono:
  • Brotoloigos (Βροτολοιγός, Il distruttore di uomini)
  • Andreiphontês (Ανδρειφοντης, L'assassino di uomini)
  • Miaiphonos (Μιαιφόνος, Colui che è macchiato di sangue)
  • Teikhesiplêtês (Τειχεσιπλήτης, Colui che assalta le mura)
  • Maleros (Μαλερός, Brutale)

Ares nella mitologia

La nascita

Ares era figlio del Re degli Dei Zeus e della Regina degli Dei Era. Le sue sorelle erano Ebe e Ilizia.
Stando a Omero e Quinto Smirneo, Ares aveva una sorella gemella: Eris.
Secondo un altro mito, riportato da Ovidio e dal Primo Mitografo Vaticano, Eris e Ares sono stati concepiti da Era semplicemente toccando un fiore, senza che la dea giacesse con Zeus.

Gli aiutanti di Ares

Dalla sua relazione con Afrodite nacquero due figli, Deimos e Fobos, che personificavano gli spiriti del terrore e della paura. Sorella e degna compagna del sanguinario Ares era Enio, dea degli spargimenti di sangue, Bia, la violenza e Cratos, la forza bruta. Solitamente Ares scendeva in guerra accompagnato da Cidoimo (il demone del frastuono della battaglia), dai Makhai (spiriti della battaglia), dagli Hysminai (gli spiriti dell'omicidio), da Polemos (uno spirito della guerra minore) e dalla figlia di Polemos Alalà, personificazione del grido di guerra dei Greci e il cui nome Ares decise di usare come proprio grido di guerra. Suo fedele soldato fu anche Alettrione.

La fondazione di Tebe

Uno dei miti più importanti riguardo ad Ares è quello che tratta del suo coinvolgimento nella fondazione della città di Tebe in Beozia. L'eroe Cadmo aveva ricevuto dall'Oracolo di Delfi l'ordine di seguire una vacca e fondare una città nel luogo dove si fosse fermata. L'animale si fermò presso una fonte custodita da un drago acquatico sacro ad Ares. Cadmo uccise il mostro e, su consiglio di Atena, ne seminò al suolo i denti: da questi nacquero istantaneamente dei guerrieri, gli Spartiati che aiutarono Cadmo a fondare quella che sarebbe appunto diventata Tebe. Cadmo, prima di diventarne il re dovette però servire Ares per otto anni per espiare l'affronto fattogli uccidendo il drago, nonché sposare la figlia del dio e di Afrodite, Armonia per appianare la discordia tra loro sorta.

Eracle e Cicno

Alcuni racconti parlano di un figlio di Ares che abitava in Macedonia, Cicno, che era così sanguinario da aver tentato di costruire un tempio dedicato al padre usando le ossa e i teschi dei viaggiatori da lui trucidati. Questo mostro venne a sua volta ucciso da Eracle: la morte del figlio suscitò l'ira di Ares che a sua volta si scontrò con il più grande degli eroi, finendone però ferito e sconfitto.

Il tradimento di Afrodite

Nella leggenda cantata dal bardo nel salone del palazzo di Alcinoo si narra che il dio del sole Helios una volta vide Ares e Afrodite che si incontravano di nascosto nella camera di Efesto e che andò subito a riferirglielo. Efesto studiò un sistema per sorprendere in flagrante la coppia e fabbricò una rete dorata con la quale legò i due amanti clandestini: aspettò e, durante un incontro amoroso, i due rimasero intrappolati nella rete e finirono così bloccati in una posizione assai intima e compromettente. Efesto, non ancora soddisfatto, chiamò gli altri dei dell'Olimpo per mostrare loro i due sfortunati amanti. Le dee per modestia si rifiutarono di andare, ma gli dei andarono senza indugio. Alcuni si abbandonarono a commenti sulla bellezza di Afrodite, altri osservarono che avrebbero volentieri preso il posto di Ares e, in buona sostanza, nessuno perse l'occasione di farsi beffe di loro. Una volta liberati Ares, imbarazzato e pieno di vergogna, se ne andò via tornando in Tracia, la sua terra natia.
Una versione della leggenda di epoca più tarda dice che Ares aveva messo di guardia alla porta il giovane Alectrione perché lo avvisasse dell'arrivo di Helios, dato che sapeva che se li avesse scoperti lo avrebbe rivelato ad Efesto, ma il giovane finì per addormentarsi. Ares, visto che Alectrione non aveva rispettato le consegne, si infuriò e per punirlo lo trasformò in un gallo, animale che da allora non dimentica mai al mattino di avvisare dell'arrivo del sole.

Ares rapito dagli Aloadi

Nell'Iliade la dea Dione riferisce alla figlia Afrodite che gli dei molto hanno sofferto a causa dei mortali e racconta del rapimento di Ares da parte di Oto ed Efialte.
Apollodoro ci racconta infatti che i due fratelli, semidei in quanto figli di Poseidone, ma detti Aloadi dal nome del secondo marito della loro madre Ifimedea, una volta dichiarata guerra all'Olimpo, decisero che per primo dovesse essere neutralizzato proprio Ares, e quindi si recarono in Tracia, dove rapirono il dio della guerra, lo incatenarono e lo misero in un vaso di bronzo dove restò imprigionato per tredici mesi, cioè un anno lunare.
E quella sarebbe stata la fine di Ares e dei suoi desideri di guerra se la bella Eribea, la matrigna dei due giganti, non avesse detto ad Hermes che cosa avevano fatto i due, spiega la dea alla figlia nel poema. Ares rimase chiuso nel vaso ad urlare e lamentarsi finché Ermes non andò a salvarlo mentre Artemide indusse nel contempo con un trucco Oto ed Efialte ad uccidersi l'un l'altro.

L'Iliade

Nell'Iliade Artemide mostra come in quella vicenda Ares non avesse stretto alleanze fisse con alcuno dei contendenti, e neppure mostrasse rispetto per Temi, la personificazione dell'ordine e della giustizia. Promise ad Atena ed Era di schierarsi dalla parte degli Achei, ma Afrodite fu abile a convincerlo a passare invece al fianco dei Troiani. Nel corso della guerra Diomede, mentre si stava scontrando con Ettore, vide Ares che combatteva nello schieramento troiano e ordinò così ai suoi uomini di ripiegare lentamente. Il dio guidò personalmente la mortale lama di Ettore contro numerosi guerrieri achei, uccidendo Teutrante, Oreste, Treco, Eleno, Enomao e Oresbio, mentre da solo massacrò il forte Perifante. Hera, la madre di Ares, si accorse di quest'inopportuna intromissione e chiese a Zeus il permesso di allontanare il figlio dal campo di battaglia. La dea esortò Diomede ad attaccare Ares, così l'eroe gli scagliò contro una lancia e il suo urlo di battaglia spaventò tanto i Troiani quanto gli Achei. Atena fece in modo che la lancia colpisse Ares, che urlando di dolore fuggì sull'Olimpo costringendo i Troiani a ritirarsi. Durante il contrattacco alle navi decide di scendere sulla terra per vendicare il proprio figlio affermando di non curarsi di ritorsioni da parte di Zeus, ma viene fermato da Atena che lo convince a restare dicendo che anche le altre divinità sarebbero state punite. Successivamente, quando Zeus permise agli dei di partecipare nuovamente alla guerra, Ares tentò di scontrarsi con Atena per vendicarsi della ferita precedentemente subita, ma fu nuovamente battuto e ferito quando la dea lo colpì scagliandogli contro un grosso masso.

Amanti e figli di Ares

  1. Afrodite - Dea della bellezza, figlia di Zeus e Dione
    1. Eros (secondo molte leggende)
    2. Anteros (Personificazione dell'amore non corrisposto)
    3. Deimos
    4. Phobos
    5. Armonia
    6. Adrestia (secondo alcuni miti è la dea della vendetta, compagna di battaglie del dio della guerra)
    7. Imeros (gemello di Eros e uno degli Eroti)
    8. Pothos (come il fratello Himeros rappresenta il desiderio d'amore sessuale)
    9. Priapo (secondo una leggenda)
    10. Athys (trovato vicino alle rive di un fiume quando era in fasce)
  2. Agraulo - Regina di Atene, amata da Ares e da Ermes
    1. Alcippe - Fanciulla violentata da Alirrozio, figlio di Poseidone
  3. Altea - Moglie di Oineo, re di Calidone
    1. Meleagro - Eroe della caccia di Calidone
  4. Arpina (o Sterope, secondo alcune leggende) - Ninfa, figlia del fiume Asopo
    1. Enomao - Re di Pisa, ucciso da Pelope (pare)
  5. Astinome - Sacerdotessa troiana
    1. Calidone - Eponimo della regione di Calidone
  6. Astioche - Figlia di Attore
    1. Ascalafo - Sovrano di Orcomeno, ucciso da Deifobo
    2. Ialmeno - Fondatore di una colonia sul Ponto Eusino
  7. Atalanta - Eroina cacciatrice
    1. Partenopeo - Uno dei Sette contro Tebe
  8. Bistonis - Ninfa della Tracia
    1. Tereo - Re di Tracia
  9. Calliope - Musa
    1. Eagro - Dio fluviale (secondo una leggenda)
  10. Critobule - Personaggio sconosciuto
    1. Pangeo - Eroe tracio
  11. Demodice - Moglie di Creteo
    1. Eveno - Re d'Etolia
    2. Testio - Re di Pleurone
  12. Dotide (o Crise) - Figlia dell'Almo
    1. Flegias - Eroe eponimo dei Flegei
  13. Eos - Dea dell'Aurora
  14. Filonome - Ninfa
    1. Licasto - Sovrano di Arcadia
    2. Parrasio - Gemello di Licasto
  15. Ossa - Ninfa di una montagna
    1. Sitone (secondo alcune leggende)
  16. Otrera - Regina e capostipite delle Amazzoni
    1. Ippolita - Uccisa dall'eroe Eracle
    2. Antiope - Rapita da Teseo e madre di Ippolito
    3. Melanippe - Uccisa da Telamone durante le fatiche di Eracle
    4. Lisippe (secondo alcune leggende)
    5. Pentesilea - Uccisa in duello da Achille
  17. Pelopia - Figlia del re Pelia
    1. Cicno - Crudele brigante
  18. Perimele - Principessa di Orcomeno
    1. Issione (secondo una leggenda)
  19. Cirene o Pirene - Ninfa (a volte identificata con la Cirene figlia del re dei Lapiti)
    1. Diomede - Re di Tracia, ucciso da Eracle (secondo alcune leggende)
    2. Licaone - Re macedone, ucciso da Eracle
  20. Protogenia - Figlia del re Calidone
    1. Ossilo - Pronipote di Eolo
  21. Teogone - Fanciulla di Licia
    1. Tmolo - Re di Lidia
  22. Triteia - Sacerdotessa di Atena
    1. Melanippo - Fondatore di Triteia
  23. Rea Silvia - Vestale, discendente del semidio Enea, figlio della dea dell'amore e della bellezza Afrodite / Venere
    1. Romolo e Remo - Fondatori di Roma
  24. Da madre sconosciuta
    1. Lico - Re di Libia
  25. Da madre sconosciuta
    1. Solimo (secondo una leggenda)
  26. Da madre sconosciuta
    1. Strimone - Re di Tracia, poi dio fluviale
  27. Da madre sconosciuta
    1. Tereo - Re di Tracia
    2. Driante - Fratello del precedente
  28. Da madre sconosciuta
    1. Trace - Capostipite tracio
  29. Da madre sconosciuta
    1. Patacao (secondo una leggenda)
    2. Euritione - Centauro




5 commenti:

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