Il Kilij (turco kılıç,
letteralmente "spada") è l'arma bianca manesca del tipo
spada più comunemente associata all'etnia dei Turchi, in uso presso
le forze armate di tutti i regni e gli imperi creati da quelle genti:
dall'Impero selgiuchide all'Impero ottomano, passando per i vari
potentati mamelucchi (Sultanato mamelucco, Sultanato di Delhi, ecc.)
sino all'Impero Moghul. Costituisce il modello di riferimento della
scimitarra, con lama monofilare, tagliente sul lato convesso,
ricurva, dal marcato controtaglio e curvatura accentuantesi in
prossimità della punta.
Il Kilij fu il prodotto finale
dell'evoluzione tecnica partita dal Dao, l'archetipica scimitarra
turco-mongola, e la base di sviluppo della shamshir persiana
dalla quale sarebbe derivata la sciabola occidentale.
Storia
Origini
Le forze di cavalleria dei turchi
dell'Asia Centrale iniziarono ad utilizzare spade a lama ricurva
dalla fine dell'era degli Xiongnu (III secolo), con
un'affermazione definitiva del modello al tempo degli imperi dei
turchi Göktürk. Si trattava di armi dalla lama marcatamente
ricurva, monofilare, con un controtaglio (yelman) lungo quanto
un terzo della lama, in acciaio con alte percentuali di carbonio. La
forma di queste armi ricordava molto da vicino il dao
in uso alle forze di cavalleria cinesi sin dal tempo della dinastia
Shang (XVI-XI secolo a.C.), perfezionato come arma in acciaio e non
più in bronzo dalla dinastia Han, responsabile dei contatti/scontri
tra il Celeste Impero e gli Xiongnu.
La diffusione dell'Islam tra i turchi
contribuì alla diffusione della loro spada ricurva tra i grandi
regni dell'Asia occidentale, a discapito delle spade a lama diritta
precedentemente in uso presso gli arabi. I primi kilij ad
entrare nel bacino culturale arabo appartenevano ai Ghulam,
gli schiavi-soldati di etnia turca che combatterono per i califfi
Omayyadi ed Abbasidi. La creazione dell'Impero selgiuchide in Persia
e del Sultanato di Iconio in Anatolia (XI secolo) fece dei turchi la
potenza dominante dell'Asia centrale e del Medio Oriente, garantendo
ulteriore diffusione e successo alla loro spada ricurva. Proprio in
questo periodo, in Iran, iniziarono a diffondersi le shamshir
a lama ricurva derivate dal kilij (lo stesso processo si
verificò in India quando la fondazione dell'Impero Moghul portò
alla creazione del talwar). Il parallelo avvio delle
crociate ed il conseguente intensificarsi dei contatti e degli
scontri tra europei, bizantini e potentati musulmani, diffuse in
Europa l'idea del kilij quale arma "standard" di "mori"
e "saraceni".
Il kilij ottomano
Nella seconda metà del XIII secolo,
numerose tribù di turcomanni si stanziarono in Anatolia,
approfittando del ristagno politico-militare in cui versavano
l'Impero bizantino, i selgiuchidi e gli Stati crociati. Nel 1299 il
bey Osman I, già al servizio del sultano di Iconio, fondò l'Impero
ottomano ed i suoi successori, nel cinquantennio successivo, estesero
il loro potere oltre lo stretto dei Dardanelli sino ad occupare
Adrianopoli nel 1389. Costantinopoli venne conquistata nel 1453 ed il
Regno d'Ungheria distrutto nel 1526, mentre Persia, Siria ed Egitto
venivano annesse all'impero entro il 1517.
Padroni di buona parte del Medio
Oriente e dell'Europa balcanica, i cavalieri ottomani del XV-XVI
secolo iniziarono ad affiancare al kilij la shamshir (çimçir in
lingua turca) dei selgiuchidi. Armi di pregevole fattura, realizzate
in ottimo acciaio Damasco ed acciaio Wootz, vennero realizzate dai
maestri armaioli di Damasco, Bursa e Derbent.
Al volgere del XVIII secolo, i kilij
turchi vennero accorciati, pur mantenendo lo stesso peso, onde
ottenere armi in grado di garantire una miglior capacità di parata
rispetto alla shamshir, troppo curva e priva del controtaglio.
Parallelamente, i sempre più massicci contatti e scontri tra le
forze del sultano di Istanbul e quelle dello tzar di Mosca favorirono
il diffondersi, nell'esercito russo, di kilij, che iniziarono
ad essere prodotti anche da armaioli russi.
Nel 1826, il sultano Mahmud II operò
una radicale ristrutturazione dell'apparato burocratico militare
ottomano, smantellando secolari istituzioni come i giannizzeri e
riformando le forze armate imperiali secondo il modello europeo.
L'esercito ottomano abbandonò formalmente il kilij in favore
della sciabola europea e dello spadino. La vecchia scimitarra divenne
arma distintiva della Brigata Ertuğrul, composta dai turcomanni
incaricati di garantire la sicurezza fisica del sultano, che la
mantennero in uso con chiaro intento romantico-nostalgico sino alla
rivoluzione dei Giovani Turchi del 1908.
Il kilij e la nascita della sciabola occidentale
La diffusione negli eserciti
dell'Europa Orientale, fondamentalmente il Granducato di Moscovia ed
il Regno d'Ungheria, ivi compresi i voivodati (principati) di
Moldavia, Valacchia e Transilvania, di spade a lama ricurva simili
alla scimitarra orientale si dovette ai contatti con i Tartari prima
(XIV secolo) e, fondamentalmente, con gli Ottomani poi (XV secolo).
Solo nel XVI secolo però le lame ricurve iniziarono a diffondersi
anche nelle terre del vecchio Regno di Polonia e del Granducato di
Lituania, sostituendo la spada a lama diritta in uso presso le forze
di cavalleria. La prima forma di spada occidentale da cavalleria a
lama ricurva fu la szabla, diffusasi tra le truppe di cavalleria
della Confederazione Polacco-Lituana durante il regno di Stefan
Batory (1576-1586), già voivoda di Transilvania.
Nella quasi totalità dei paesi
dell'Europa Occidentale, la parola "sciabola" (sabre
in inglese e francese, säbel in tedesco, sable in
spagnolo etc.) deriva appunto dal vocabolo polacco szabla.
Nel corso del XIX secolo, i continui
contatti tra gli europei ed i territori africani ed asiatici
gravitanti intorno al decadente Impero ottomano intensificarono il
processo di "orientalizzazione" delle spade da cavalleria
occidentali. Le sciabole di tutti i corpi di cavalleria presero a
modello la curvatura del kilij pur mantenendosi fedeli
all'originario modello della szabla per quanto concerne il
rapporto di larghezza tra lo scarico della lama ed il falso-taglio in
prossimità della punta. La sciabola occidentale mantenne quindi
sempre lama più lunga, più appuntita e meno curva rispetto al
modello orientale di riferimento.
Costruzione
Il kilij, la scimitarra per
antonomasia, ha:
- Lama (namlu) in acciaio, spesso acciaio Damasco, marcatamente ricurva, affilata sul solo lato convesso, allargantesi presso la punta che ha un accentuato controtaglio (yalman), spesso affilato, lungo un terzo della lama. Molti esemplari presentano decorazioni ad agemina e koftgari sul "forte" (namlu yüzü) o su tutta l'estensione della lama;
- Impugnatura (balçak) "a manico di pistola",
controcurva rispetto alla lama, solitamente con piccola guardia a
croce scudata nel centro, priva di pomolo.
Il fodero (kın) veniva
assicurato al cinturone del guerriero tramite i lacci passanti per
due distinti anelli di sospensione, i taşıma halkası.
All'imboccatura, presentava una scanalatura atta ad accogliere la
parte centrale scudata della guardia, il balçak oyuğu. Era
solitamente realizzato in legno, ricoperto di cuoio o tessuto
pregiato, chiuso alle due estremità da ghiere metalliche spesso
sontuosamente decorate (ağızlık e çamurluk). Gli
esemplari più preziosi avevano il fodero interamente ricoperto da
una lamina metallica incrostata di pietre preziose in soluzione di
continuità con gli stilemi decorativi dell'impugnatura.
Siamo presenti anche su YoTube,
visitate il nostro canale così da poter seguire i video che
pubblichiamo:
https://www.youtube.com/channel/UCSD5KRz-vJqXdVj24ACIJqA?view_as=subscriber
https://www.youtube.com/channel/UCSD5KRz-vJqXdVj24ACIJqA?view_as=subscriber
Nessun commento:
Posta un commento