Il Fenghuang (cinese: 鳳凰,
Fènghuáng; giapponese: 鳳凰,
hō-ō; coreano: 봉황,
McCune-Reischauer: ponghwang, R.R. bonghwang;
vietnamita: Phượng Hoàng) è un uccello leggendario della
mitologia cinese, avente caratteristiche simili, ma non identiche,
alla fenice greca ed egizia. I maschi sarebbero i Feng e le
femmine Huang. Oggi questa distinzione non viene più fatta e
Feng e Huang sono uniti in un'unica entità femminile, spesso
accoppiata a quella maschile del drago. Il Fenghuang è a volte
chiamato Gallo Augusto, prendendo il posto del gallo nello
zodiaco cinese. Nei paesi occidentali l'animale viene chiamato anche
fenice cinese.
Aspetto
Il Fenghuang ha un piumaggio colorato,
una testa con grandi occhi allungati e un becco a punta leggermente
curvo. Ha in pratica il becco di un gallo, il muso di rondine, la
fronte di una gallina, il collo di un serpente, il petto di un'oca e
il dorso di una tartaruga, le gambe di cervo e la coda di pavone. Il
suo corpo simboleggia i sei corpi celesti: la testa è il cielo, gli
occhi il sole, il dorso la luna, le ali il vento, i piedi la terra e
la coda i pianeti. La livrea contiene i cinque colori fondamentali:
nero, bianco, rosso, blu e giallo. Il Fenghuang è la regina degli
uccelli; diversamente dalla fenice greca, non si getta nel fuoco per
rigenerarsi ma si riproduce come gli altri volatili. È spesso
rappresentata con le ali aperte mentre lotta contro un serpente.
Origine
Le rappresentazioni della fenice cinese
risalgono a settemila anni fa, spesso come amuleti di giada, essendo
un portafortuna per le tribù della Cina orientale. Forse è ispirato
a un animale preistorico cinese simile a uno struzzo. Durante la
dinastia Han (2200 anni fa), il Fenghuang era usato come simbolo del
Sud, rappresentato da maschio, Feng, e femmina, Huang, uno di fronte
all'altra. Era anche simbolo dell'imperatrice nella coppia imperiale,
mentre il drago rappresentava l'imperatore. Per questo motivo i due
animali erano raffigurati nelle celebrazioni di nozze come buon
auspicio per la relazione coniugale, un'altra metafora di yin e yang.
Inoltre, nelle decorazioni delle case, stava a significare che le
persone che vivevano in quell'edificio erano leali ed oneste poiché
la fenice vive in posti dove non c'è corruzione.
Simbologia
Il nome si riferisce alla puntuale
applicazione della legge tradizionale di polarità del simbolo in
riferimento alla dualità cosmica che per i cinesi si identifica nel
binomio di forze Yin e yang. Infatti in questo uccello è
insito il riferimento sia alla coppia lunisolare che presiede
l'illuminazione del giorno e della notte, sia alle due coppie
simmetriche date dai due aspetti del sole ai solstizi (d'Estate e
d'Inverno) e dai due aspetti del sole agli equinozi (di Primavera e
d'Autunno).
Nel primo libro dello Shang jing, sono descritti i segni
del Fenghuang:
«I segni che reca sul capo
dicono (de) le virtù; quelli sulle ali dicono (yi)
giustizia; quelli sul dorso dicono (li) ritualità; quelli
sul petto dicono (ren) umanità; quelli sul ventre dicono
(xin) sincerità.»
|
Il piumaggio viene quindi associato ai
cinque colori: il blu all'amicizia, il giallo all'onestà, il rosso
alla saggezza, il bianco alla fedeltà, il nero alla carità. Inoltre
esiste un'associazione del Fenghuang con gli strumenti
musicali a fiato: il flauto a dodici toni (tong) suona in base
al canto della fenice: sei toni derivano dal canto della fenice
maschio (feng) e sei toni dalla fenice femmina (huang).
Nel mondo dello spirito, quando si alza in volo, secondo la sua
radice etimologica, corrispondendo il carattere pittografico (feng)
allo spirito del vento, è sempre accompagnata da un seguito di
uccelli, figuranti 24 potenze di cui la fenice è a capo,
corrispondenti a 24 mansioni magiche per gli antichi taoisti. Quando
si manifesta sulla terra si posa unicamente sull'albero Dryandra
cordifolia (wutong), che produce un fiore in forma di campana
bianco all'esterno e marrone all'interno, i cui semi entrano nella
composizione dei dolci a forma di luna che i cinesi mangiano ancora
oggi nella festa d'autunno a conferma delle ascendenze simboliche del
Fenghuang.
La fenice cinese è uno dei quattro
esseri soprannaturali detti sishen, insieme alla tartaruga, al
drago e alla tigre, corrispondenti alle quattro classificazioni date
agli animali in epoca Han (206 a.C. - 220 d.C.). I quattro animali
suddetti sono associati ai quattro elementi (rispettivamente fuoco,
acqua, legno e metallo), alle quattro direzioni e alle quattro
stagioni. Specificando, il drago verde è l'emblema dell'Est, della
primavera, del legno; la tigre bianca, dell'Ovest, dell'autunno e del
metallo; la tartaruga e il serpente intrecciati, del Nord,
dell'inverno, dell'acqua; l'uccello rosso o fenice, del Sud,
dell'estate, del fuoco. Questa serie variegata di quattro valenze,
interagendo con l'elemento inerte dell'alchimia cinese, la terra,
determina i cinque stati di mutamento, che descrivono una sequenza di
produzione e di distruzione riguardante il governo delle stagioni a
sua volta ordinata in due cicli; gli ultimi 18 giorni di ogni
stagione sono pertanto attribuiti alla Terra intesa come stato
inerte. Nel primo ciclo detto di produzione, la primavera è
governata dal Legno, l'estate dal Fuoco, l'autunno dal
Metallo, l'inverno dall'Acqua. La concezione filosofica
è la seguente: il Legno brucia e produce il Fuoco, la
cui cenere in Terra dà come residuo il Metallo quale
essenza minerale, che confluisce nei corsi sotterranei dell'Acqua,
che a loro volta nutrono la vegetazione, che si rigenera nel Legno
delle piante primaverili. Nel secondo ciclo detto di distruzione, i
cinque stati di mutamento sono ordinati altrimenti. Con il Legno
si indica tutta la vegetazione che è alimentata dall'Acqua,
la quale ingoia o cinge tutta la Terra. Esso è tagliato dagli
strumenti forgiati in Metallo e nell'opera prende Fuoco.
Si noti che il numero dei giorni residui di tutte le stagioni, del
ciclo di produzione e del ciclo di distruzione (18 x 4) è 72. Tale
numero fa riferimento al periodo canonico di 72 hou che
governa la successione dei mutamenti in base 5 nell'anno rituale di
360 giorni (72x5= 360).
La fenice cinese è quindi, come
dichiara Saussure (1909), il primo nucleo del mitologema dell'uccello
di fuoco connesso ai temi di morte e rigenerazione.
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