lunedì 12 marzo 2018

Autodifesa coltello



Limitiamoci in questo momento all’ipotesi più diffusa dell’aggressore che afferra un coltello sotto l’effetto dell’ira o della pazzia criminale, per colpire ripetutamente e senza discernimento né calcolo.

L’impossibile è possibile

Ciò che è impossibile

* Determinare un livello d’attacco: perché l’aggressore è sempre libero nella sua scelta e non è né una cavia né un atleta in fase di dimostrazione.

* Determinare una velocità d’attacco: perché la determinazione dell’aggressore amplifica la sua velocità d’attacco.

* Prevedere il metodo con cui si verrà afferrati: è in funzione delle circostanze, l’aggressore non sa in anticipo come ci afferrerà. Sarebbe pertanto presuntuoso farlo al posto suo.

* Afferrare un braccio armato: perché un attacco bloccato viene istintivamente ripetuto, spesso nello stesso punto nel migliore dei casi, da cui l’impossibilità ed il pericolo di qualsiasi presa anche dopo una percussione.

* Disarmare con una chiave: percè è pericolosa in certi casi (artiglio, bancomat affilato, doppia lama, ecc.).
La chiave è un fine tecnico per neutralizzare in piedi o al suolo e non serve per disarmare.

* Una minaccia senza presa: perché l’aggressore afferra sempre la sua vittima per rendere sicura la sua minaccia e per impressionarla.

Ciò che è possibile

* Anticipare un angolo d’attacco: la preparazione del braccio con il coltello permette di prevedere due modi di attaccare, circolare o rovescio.

* Anticipare uno stile d’attacco: l’impugnatura del coltello (orientale, rompighiaccio, lametta da barba) lascia prevedere, senza totali certezze, il modus operandi dell’aggressore.

* Intrappolare il braccio armato: questa tecnica rapida, facile e sicura evita la ripetizione dei colpi  e permette un concatenamento di risposte che facilitano il disarmo.

* Disarmare con percussione: tecniche rapide ed efficaci  di atemi di gomito, ginocchio, pugno ed altre superfici dure nelle articolazioni, evitano il pericolo di qualsiasi presa della mano armata.







Modus operandi

La strada non è un luogo di allenamento e l’individuo armato non è né un compagno di allenamento, né un lottatore né un avversario, è semplicemente un aggressore che ci vuole uccidere.


Minacce
Al contrario di una minaccia a mani nude, non si reagisce mai immediatamente di fronte ad una minaccia di coltello, al fine di gestire meglio lo stress e la risposta.

* Fissare la minaccia con la dissuasione vocale per temporeggiare

* Esternare la propria paura per inforzare la sicurezza psicologica dell’aggressore

* Simulare il dolore per deviare l’attenzione dell’aggressore

* Posizionare i piedi nella direzione  dello spostamento per guadagnare tempo

* Nelle minacce alle spalle, attaccarsi alla lama e guardare da sopra la spalla nella direzione inversa rispetto allo spostamento, per verificare l’impugnatura del coltello

* Modificare le risposte sui punti sensibili prima del disarmo, perché l’aggressore può essere drogato

* Disarmare prima di portare al suolo per evitare una caduta inattesa e non controllata con l’aggressore armato

* Fuggire se siè un civile (recuperando se possibile l’arma) e dominare se si è un professionista.



Sugli attacchi

* Posizionarsi in punti diversi e deviare dall’asse per assicurare la propria difesa

* Sugli attacchi laterali e posteriori, basarsi sul riflesso del 360°

* Parata e risposta simultanee

* Intrappolamento del braccio armato per evitare la ripetizione dell’attacco

* Risposte concatenate per ridurre

* Rimanere incollati all’agressore per evitare qualunque giro della lama

* Disarmi con atemi delle parti dure (gomito, ginocchio, pugno)

* Utilizzare l’aggressore come scudo se ci sono vari aggressori


Specificità

* Non essere mai sicuri di niente di fronte ad un’arma bianca

* Lavorare psicologicamente sull’istinto di sopravvivenza

* Non prestare attenzione all’aggressore in funzione delle nostre tecniche

* Semplificare le tecniche che saranno spesso identiche di fronte agli oggetti contundenti

* Classificare le armi bianche per funzione (forchetta, tagliacarte, penna, forbici, cacciavite, ascia, ecc.)

* Esercitarsi sulle possibili parole e grida minacciose dell’attaccante

* Considerare la lama come una potenziale fonte di virus (siringa, lametta da barba, ecc.)

* Svolgere il ruolo dell’aggredito nella sua relazione con l’aggressore

* Allenarsi al rallentatore con coltello vero per demistificare e sensibilizzare

* Lavorare in cerchio nell’allenamento di fronte a vari aggressori per essere in grado di aumentare la risposta reale

* Il disarmo è una priorità e la chiave una finalità, e non il contrario

* Mettersi in discussione e saper evolvere nelle proprie tecniche

* Riconoscere che determinate minacce o attacchi non hanno rimedi

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1 commento:

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