Limitiamoci in questo momento all’ipotesi più diffusa
dell’aggressore che afferra un coltello sotto l’effetto dell’ira o della pazzia
criminale, per colpire ripetutamente e senza discernimento né calcolo.
L’impossibile è possibile
Ciò che è impossibile
* Determinare un
livello d’attacco: perché l’aggressore è sempre libero nella sua scelta e
non è né una cavia né un atleta in fase di dimostrazione.
* Determinare una
velocità d’attacco: perché la determinazione dell’aggressore amplifica la
sua velocità d’attacco.
* Prevedere il metodo
con cui si verrà afferrati: è in funzione delle circostanze, l’aggressore
non sa in anticipo come ci afferrerà. Sarebbe pertanto presuntuoso farlo al
posto suo.
* Afferrare un
braccio armato: perché un attacco bloccato viene istintivamente ripetuto,
spesso nello stesso punto nel migliore dei casi, da cui l’impossibilità ed il
pericolo di qualsiasi presa anche dopo una percussione.
* Disarmare con una
chiave: percè è pericolosa in certi casi (artiglio, bancomat affilato, doppia
lama, ecc.).
La chiave è un fine tecnico per neutralizzare in piedi o al
suolo e non serve per disarmare.
* Una minaccia senza
presa: perché l’aggressore afferra sempre la sua vittima per rendere sicura
la sua minaccia e per impressionarla.
Ciò che è possibile
* Anticipare un
angolo d’attacco: la preparazione del braccio con il coltello permette di
prevedere due modi di attaccare, circolare o rovescio.
* Anticipare uno
stile d’attacco: l’impugnatura del coltello (orientale, rompighiaccio,
lametta da barba) lascia prevedere, senza totali certezze, il modus operandi
dell’aggressore.
* Intrappolare il
braccio armato: questa tecnica rapida, facile e sicura evita la ripetizione
dei colpi e permette un concatenamento
di risposte che facilitano il disarmo.
* Disarmare con
percussione: tecniche rapide ed efficaci
di atemi di gomito, ginocchio, pugno ed altre superfici dure nelle
articolazioni, evitano il pericolo di qualsiasi presa della mano armata.
Modus operandi
La strada non è un luogo di allenamento e l’individuo armato
non è né un compagno di allenamento, né un lottatore né un avversario, è
semplicemente un aggressore che ci vuole uccidere.
Minacce
Al contrario di una minaccia a mani nude, non si reagisce
mai immediatamente di fronte ad una minaccia di coltello, al fine di gestire
meglio lo stress e la risposta.
* Fissare la minaccia con la dissuasione vocale per
temporeggiare
* Esternare la propria paura per inforzare la sicurezza
psicologica dell’aggressore
* Simulare il dolore per deviare l’attenzione
dell’aggressore
* Posizionare i piedi nella direzione dello spostamento per guadagnare tempo
* Nelle minacce alle spalle, attaccarsi alla lama e guardare
da sopra la spalla nella direzione inversa rispetto allo spostamento, per verificare
l’impugnatura del coltello
* Modificare le risposte sui punti sensibili prima del
disarmo, perché l’aggressore può essere drogato
* Disarmare prima di portare al suolo per evitare una caduta
inattesa e non controllata con l’aggressore armato
* Fuggire se siè un civile (recuperando se possibile l’arma)
e dominare se si è un professionista.
Sugli attacchi
* Posizionarsi in punti diversi e deviare dall’asse per
assicurare la propria difesa
* Sugli attacchi laterali e posteriori, basarsi sul riflesso
del 360°
* Parata e risposta simultanee
* Intrappolamento del braccio armato per evitare la
ripetizione dell’attacco
* Risposte concatenate per ridurre
* Rimanere incollati all’agressore per evitare qualunque
giro della lama
* Disarmi con atemi delle parti dure (gomito, ginocchio,
pugno)
* Utilizzare l’aggressore come scudo se ci sono vari
aggressori
Specificità
* Non essere mai sicuri di niente di fronte ad un’arma
bianca
* Lavorare psicologicamente sull’istinto di sopravvivenza
* Non prestare attenzione all’aggressore in funzione delle
nostre tecniche
* Semplificare le tecniche che saranno spesso identiche di
fronte agli oggetti contundenti
* Classificare le armi bianche per funzione (forchetta,
tagliacarte, penna, forbici, cacciavite, ascia, ecc.)
* Esercitarsi sulle possibili parole e grida minacciose
dell’attaccante
* Considerare la lama come una potenziale fonte di virus
(siringa, lametta da barba, ecc.)
* Svolgere il ruolo dell’aggredito nella sua relazione con
l’aggressore
* Allenarsi al rallentatore con coltello vero per
demistificare e sensibilizzare
* Lavorare in cerchio nell’allenamento di fronte a vari
aggressori per essere in grado di aumentare la risposta reale
* Il disarmo è una priorità e la chiave una finalità, e non il
contrario
* Mettersi in discussione e saper evolvere nelle proprie
tecniche
* Riconoscere che determinate minacce o attacchi non hanno
rimedi
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