In gran parte delle città ormai alcuni
atteggiamenti che una volta venivano considerati paranoici sono
diventati la normalità.
In risposta a questa dilagante paura sono
sorti una miriade di corsi di difesa personale che
in un modo più o meno serio dovrebbero garantire a tutti una
possibilità di protezione senza aiuti esterni.
La nostra opinione nei confronti della
difesa personale è cambiata molto nel corso del tempo e della
pratica, perchè in realtà non abbiamo mai ragionato obiettivamente
in questi termini: al sorgere dei primi corsi era diffusissima la
convinzione che per fare difesa personale bastasse insegnare/imparare
delle tecniche di leva contro le prese più comuni, e normalmente
questi corsi erano organizzati parallelamente a quelli di arti
marziali tradizionali.
In questo modo ogni istruttore aveva la
presunzione di essere in grado di insegnare la difesa personale,
forte del bagaglio tecnico della propria arte e di qualche tecnica
presa a prestito soprattutto dai corsi di Jujutsu.
Questi
corsi venivano e vengono ancora oggi creati senza nessun criterio o
programmazione logica, semplicemente il maestro di turno si limita a
proporre una versione minimale di un normale allenamento di arti
marziali, senza formalità e con sole tecniche di leva.
Ad un corso tipico partecipano
soprattutto donne, a volte per curiosità, purtroppo
sempre più spesso per un reale senso di disagio o
trascorsi poco felici; in ogni caso il clima è sempre molto
rilassato, si ride, si scherza sulle tecniche eseguite (magari
ritenendole qualcosa di straodinario o molto violento) e si cerca di
fare attenzione a non fare del male alla compagna di allenamento
perchè non si è certo lì per fare sul serio!
Infatti le
tecniche vengono provate principalmente con le compagne di corso,
curando i dettagli tecnici nei particolari; chi subisce l'attacco
deve riuscire a liberarsi, infatti l' aggredita ne esce sempre
vincente!
L'istruttore accondiscendente verso le sue allieve
paganti, infonde loro l'illusione che tutti possono
difendersi da tutti, e se una ragazza non riesce ad applicare una
tecnica la sua risposta è sempre la stessa; devi allenarsi ancora.
La buona notizia è che la comunità
marziale almeno a livello internazionale (in Italia come al solito
siamo rimasti indietro) ha avuto modo di crescere molto e conoscere
altre realtà.
La cattiva notizia è che corsi come quello
descritto qui sopra sono ancora la prassi.
I corsi di difesa personale femminile
nascono come risposta al senso di insicurezza di cui accennavo all'
inizio.
Le donne si sentono incapaci di affrontare uno scontro
aggressivo, non importa se per una rapina, per uno
stupro o semplicemente per una lite.
Vogliono
essere anche loro in grado di tener testa ad un aggressore, vogliono
sconfiggere la loro paura imparando tecniche di combattimento.
E' proprio questo il problema
fondamentale: la stragrande maggioranza delle persone che si
iscrivono ad un corso di difesa personale, hanno un'idea
completamente distorta di cosa sia realmente la difesa personale.
Per fare un esempio pratico (e
abbastanza comune) prendiamo una ragazza qualsiasi
che decide di iniziare un corso simile.
Quasi sicuramente non ha
mai subìto una vera aggressione, ma sente di non
sapere proprio cosa fare se dovesse accadere.
Magari già subendo
qualche scherzo un po' pesante di qualche amico si è sentita
impotente perchè è stata immobilizzata senza
difficoltà, oppure si sente molto a disagio quando
deve spostarsi da sola e uno sconosciuto la fissa.
Quindi decide
che deve imparare a difendersi, a farsi valere, ad
essere in grado di "tenere testa a un'uomo".
L'idea
atechisce fino a quando con questa convinzione in testa, inizia a
cercare un corso di difesa personale femminile:
nella stragrande maggioranza dei casi lei non sa nulla di arti
marziali, nè le interessa approfondire l'argomento; forse qualche
suo amico pratica kick boxing, ma racconta sempre di
"quante botte ci si scambia", di quanti allenamenti
pesantissimi e quanta dedizione serve!
Invece a lei non
interessa questo, non vuole tornare a casa coi lividi e poi
non ha nessuna intenzione di fare incontri su di un ring: cerca
qualcosa di diverso diretto, veloce e semplice.
E gira che ti rigira è così che
capita in un classico corso di autodifesa nel quale
trova come partecipanti altre donne, dei tipi più diversi: dalla
ragazzina timida e impacciata alla signora di mezza età e oltre.
Inizia ad allenarsi con loro seguendo le direttive dell' istruttore,
che mostra loro ad esempio come sia facile liberarsi da una presa al
polso oppure di come basti spostare il peso per sbilanciare un
aggressore e proiettarlo (ovviamente poiché le signore pagano il
corso non si menziona loro che l' istruttore in questione è un'uomo
di buona corporatura e praticante di arti marziali da svariati
anni).
Ma alla nostra allieva questa pratica piace, si diverte,
conosce gente nuova e ci sta proprio bene in quest'ambiente
rilassato; addirittura riesce anche a sfogare lo
stress quotidiano.
A questo punto è solo questione di tempo e
presto o tardi qualche amico le chiederà di fargli vedere cosa sta
imparando e lui sentendosi sfidato nell'orgoglio opporrà resistenza
alle sue tecniche fantasiose, riuscendo ad evitarle
abbastanza in fretta.
Comunque non infierirà perchè sono amici,
lei ci riderà sopra perchè "sta ancora imparando" e
perchè alla fine si sta tutti scherzando!
Alla fine del corso, teoricamente
lei sarà in grado di difendersi. Questo la renderà un pò più
orgogliosa di
se stessa, avrà nel frattempo acquisito una certa
sicurezza rispetto a prima, anche grazie alle
continue iniezioni di fiducia elargite dal maestro.
Per concludere questo racconto
(comunque applicabile in toto anche ad un uomo) aggiungo che quella
una sera uscendo dalla palestra si presenta dal nulla un vero
delinquente che la afferra di sorpresa, la colpisce con un
pugno, le ruba la borsa e si allontana nel buio, senza che lei abbia
nemmeno avuto il tempo di capire cosa è successo; e se lo ha avuto,
la paura nel sentirsi in reale
pericolo l'ha probabilmente immobilizzata dal
terrore.
E con la consapevolezza che se avesse tentato
una reazione, sarebbe stata colpita con ancora più violenza.
La nostra posizione è semplice: noi
crediamo poco nella difesa personale femminile, se non come metodo
per fare cassa per molte palestre.
Crediamo che ci siano metodi, tecniche
migliori, capacità psicofisiche che ogni individuo ha di base e che
su quelle si debba lavorare e anche una buona dose di fortuna
in ballo, ma che illudere la gente, in particolare le
donne, che un corso di breve durata possa dare quello che promette,
sia eticamente e moralmente sbagliato.
Come abbiamo accennato prima, è l'
idea dell' autodifesa che è di base sbagliata perchè si concentra
solamente sullo scontro fisico.
Ma quanti di noi
(uomini o donne) sono realmente in grado di sostenere un'aggressione
violenta o hanno anche solo una pallida idea dello stato psicologico
in cui si troverebbero nel subirla?
Come si può far credere che
un corso di poche lezioni, in un clima rilassato e
piacevole e con compagni collaborativi possa avvicinarsi anche
lontamente alla ferocia di qualcuno che vuole
farci del male a tutti i costi?
E
con quale coraggio si può illudere i propri allievi/e che sia più
efficace un corso simile, per quanto focalizzato, rispetto ad anni
di allenamento serio ed esperienza nello scontro anche solo
sportivo?
Purtroppo alla gente piace l'idea di
praticare la difesa personale, di sapersi difendere da chi ci
aggredisce: purtroppo però senza lo sviluppo della nostra
aggressività, la preparazione fisica e mentale allo scontro e la
volontà di fare del male, c'è poco da
illudersi.
Non siamo disfattisti, ma riteniamo che
si debba essere onesti con sè stessi.
Provate
per gioco a farvi "aggredire" da un amico, magari armato di
un pennarello per simulare un coltello o di un bastone di plastica;
mettevi pure tutte le protezioni del caso (caschetto, corpetto etc.)
se preferite, e chiedetegli di aggredirvi solo quando non ve
lo aspettate e siete quindi impreparati, colpendovi o
lottando quasi al 100%.
Una persona che si allena quotidianamente
al combattimento già si troverebbe in difficoltà in una situazione
del genere se colta di sorpresa: una ragazza di 1.60 e senza nessuna
cattiveria dentro,
soccomberà praticamente sempre, senza tema di smentite lo
diciamo.
Molti quotati corsi di Krav Maga poi,
propongono poi addirittura tecniche di difesa a mani nude da
aggressioni con coltelli e persino pistole!
Dire che sia un poco più di un gioco è poco.
Difendersi
da un coltello è una cosa improbabile: dovrete dimenticarvi
di ogni attacco telefonato provato con un compagno collaborativo, che
lento e stiloso vi permetteva quel bel disarmo visto
in palestra, chi attacca con un coltello non è un'idiota e basta il
primo taglio anche superficiale per farci perdere tutta la voglia di
ricorrere a tecniche complicate.
A quanti di voi è mai capitato
di tagliarsi con un foglio di carta?
E cosa pensate dell' idea di
vedere il vostro sangue colarvi addosso
dopo un colpo con una lama vera?
Dal coltello non ci si
difende, e l'unica reazione che può avere una persona media
è quella di tentare di parare le stoccate con le mani fino a quando
ne ha la forza.
Ma siate seri, non crederete veramente che con
qualche nozione di difesa personale tutte le persone che muoiono
accoltellate ogni settimana se la sarebbero cavata?
Allenare la
difesa da coltello vera
è qualcosa di riservato a praticanti esperti
disposti a mettersi in gioco per questioni diverse dall'imparare
a difendersi, e anche in quel caso non vi è una garanzia di
riuscire a cavarsela.
Contro un'aggressore che sa usare il
coltello, non c'è il minimo
scampo, accettiamolo.
Difendersi poi da una pistola
sfiora addirittura il ridicolo.
Le tecniche che vengono proposte
in giro prevedono sempre e sottolieniamo sempre che l'aggressore sia
tanto stupido da puntarvi la pistola a bruciapelo,
un pò come se un arciere tendesse il suo arco con la punta della
freccia a 10 centimetri da voi.
Siamo i primi a dire che, con una
pistola puntata molto vicina è paradossalmente più facile
difendersi rispetto ad un coltello, perchè la pistola è pericolosa
quasi solo lungo la linea di tiro. Ma tutte quelle tecniche che
prevedono il disarmo, persino il blocco del meccanismo di percussione
(!!!) visto in innumerevoli film, senza prima spostarsi dalla
linea di tiro e colpire pesantemente, sono buone giusto per
i film di John Woo e di Jet Li.
Tutto questo può avere un suo
senso, non lo neghiamo. Ma di sicuro è improponibile per il target
di persone a cui questi corsi sono indirizzati ovvero semplici civili
impauriti dalla delinquenza e per nulla abituati al dolore e al
confronto.
Nessun sistema per quanto blasonato, militaresco,
pubblicizzato o tenuto da "veri esperti soldati di elite"
ha realmente efficacia per la ragazza media vestita fashion
con nessuna voglia di allenarsi duro e soprattutto costantemente.
E
chiaramente, nemmeno per il ragazzo timido che rifugge la violenza.
Per onestà intellettuale vi facciamo
un parallelo con altri generi di corsi rapidi, come quelli di guida
sicura che promettono risultati.
In un solo weekend, in un
ambiente simulato e consapevoli di cosa si sta provando, si riesce
effettivamente a mantenere il controllo dell'auto che sbanda; ma chi
vi garantisce che a distanza di un anno,in una gelida mattina
invernale, assonnati e per nulla concentrati riuscirete a
fare lo stesso in strada?
Vi è però una differenza
sostanziale nella gestione di un'auto che comunque guidiamo
tutti i giorni (e che quindi ci è familiare)
rispetto ad una situazione di aggressione che magari ci accade una
sola volta nella vita.
Il fatto che più o meno tutti
sappiano guidare un'auto deriva dalla necessità di farlo
regolarmente, per cui anche il meno portato prima o
poi impara a gestire freno, marce ed accelleratore. Non vi è nessuna
ragione invece di credere che un corso breve di difesa ci renda
familiari tecniche, stati d'animo e consapevolezza di situazioni che
non si sono mai nemmeno provate.
A nostro giudizio (e non c'è diritto
di replica) non vi è maestro migliore dell'esperienza
personale: solo provando sulla propria pelle le proprie
sensazioni e reazioni è possibile migliorare ed
imparare.
Solo ripetendo costantemente delle meccaniche di
movimento e atteggiamenti mentali, è possibile
renderle applicabili anche quando la nostra capacità di pensare è
bloccata dallo shock.
Una persona violenta si
"allena" ogni giorno a suo modo, vive nella violenza e
nella mancanza di rispetto e regole, conosce i modi migliori per
aggredire (in qualsiasi senso) la sua vittima prescelta perchè li
testa costantemente; è con ogni probabilità molto
più preparato di noi a gestire la paura perchè ci
vive a stretto contatto, o a combattere realmente
perchè lo ha fatto più volte e senza nessuna regola.
Non è
onesto illudere una persona di 50 chili che basti ripetere un
centinaio di volte un movimento per poter aver ragione di un
individuo simile, che quasi sicuramente sarà più
grosso e aggressivo di lei.
Questo significa che non c'è nessuna
reale speranza di autodifesa per la persona
media?
Non abbiamo detto questo, ma di sicuro non grazie a questi
corsi (e probabilmente nemmeno ad altri più seri).
Non voglio
parlare per assoluti, ma lascio al buonsenso di ciascuno la
risposta.
Quante probabilità ha una gazzella inesperta di
sfuggire all'attacco di una leonessa?
Ma quante probabilità ha
una gazzella in piena forma e
sempre all'erta?
La natura ha dotato la leonessa
di un vantaggio fisico enorme: in uno scontro diretto, la gazzella
non ha la minima possibilità
di cavarsela. Ma per sua fortuna ha dotato la
gazzella di altre doti per difendersi, la più importante delle quali
è la capacità di prevenire gli attacchi dei
predatori stando perennemente sul chi va là, e come ultima risorsa
una maggior velocità per un lasso di tempo maggiore.
Gli uomini hanno poi introdotto un'
ulteriore, decisivo mezzo che li ha resi capaci di vincere su
qualsiasi altra creatura sulla Terra: le armi.
Le armi sono la discriminante che può
realmente rendere una persona di 50 chili in grado
di difendersi da un colosso di 200.
Senza scomodare le armi da
fuoco, un coltello può far desistere un delinquente che non ha
intenzione di rischiare lui stesso la pelle.
Ma naturalmente
girare con un coltello sempre a portata di mano non è legale
e non ci rende migliori dei personaggi dai quali dovremmo difenderci;
Inoltre può avere conseguenze dagli esiti incerti anche nei
confronti delle persone che frequentiamo.
Per questa ragione personalmente
riteniamo che l'unico corso di difesa di poche
lezioni di una reale utilità, debba essere focalizzato sulla
prevenzione delle situazioni a rischio.
Chi
volesse approfondire tecniche di combattimento, semplici o no,
tradizionali o pragmatiche, pratiche o teoriche, dovrebbe rassegnarsi
a frequentare costantemente un' arte marziale a contatto
pieno, accettando i lividi, gli infortuni e lo sviluppo di
quell'aggressività (istinto
omicida) che poi sarà la chiave vincente in una
situazione estrema.