Il
pugilato del sommo polo stile Chen è considerato
lo stile più antico di quest'arte marziale.
Storia
La sua origine mitologica è, in generale, più diffusa (ed
affascinante) di quella storica. Si narra infatti che il taijiquan
sia stato creato dall'immortale taoista Zhang Sanfeng, dopo che aveva
osservato la lotta tra una gru ed un serpente: i movimenti sinuosi e
circolari di quest'ultimo avrebbero fornito l'ispirazione per
codificare le movenze del taijiquan.
Lo storico cinese Tang Hao ha condotto, verso la metà degli anni
venti, degli studi approfonditi sull'origine del taijiquan. Tali
ricerche lo hanno portato al villaggio della famiglia Chen, chiamato
Chenjiagou (
陈家沟), nella
provincia dello Henan.
Si ritiene che il fondatore ufficiale sia stato Chen Wangting
(
陈王庭), vissuto tra il 1580
ed il 1660, appartenente alla IX generazione della famiglia Chen.
Chen Wangting era un funzionario dell'esercito imperiale, famoso
per aver più volte sconfitto i gruppi di banditi che derubavano le
carovane. Si racconta che il suo stile di combattimento fosse
eccellente, e che molti funzionari imperiali lo volessero al proprio
fianco come membro della scorta personale. Ritiratosi dalla carica
pubblica, dopo la caduta della dinastia Ming, Chen Wangting dedicò
il resto della propria vita al perfezionamento della sua abilità
marziale, trasmettendone le tecniche ai suoi successori. Le sequenze
marziali che elaborò comprendevano cinque forme (
套路,
Taolu) molto dinamiche e una forma di "lunga boxe". Nei
secoli a venire, però, la maggior parte dei discendenti della
famiglia Chen abbandonarono lo studio di tali sequenze. Esse erano
infatti molto impegnative, e richiedevano una dedizione completa allo
studio.
Durante la XIV generazione vissero due esponenti molto importanti
della famiglia Chen: Chen Youben (
陈有本)
e Chen Changxing (
陈長興). Il
primo si trasferì nel vicino villaggio di Zhaobao e modificò i
movimenti del taijiquan, diminuendo l'estensione delle posizioni.
Nacque così lo stile di Zhaobao, chiamato anche xiao jia (
小架);
Chen Changxing (1770 - 1853), invece, raggruppò insieme i frammenti
delle forme tradizionali, le quali erano state in gran parte
dimenticate, e formò due sole sequenze. La prima era composta da
movimenti lenti e fluidi, mentre la seconda comprendeva azioni più
atletiche e dinamiche. Queste due sequenze furono chiamate "nuova
intelaiatura" (
新架,
xinjia), in quanto costituiva una novità rispetto alle forme
precedenti, che quindi furono identificate con "vecchia
intelaiatura" (
老架,
laojia).
Il maestro più grande che viene ricordato in seno alla famiglia
Chen è certamente Chen Fake (
陈發科),
vissuto dal 1887 al 1957. Insegnò a Pechino e da lì diffuse
largamente lo stile Chen quando, come anche oggi, lo stile più
diffuso era lo stile Yang. Durante la sua permanenza nella capitale,
egli apportò alcune modifiche nel modo di eseguire la forma,
rendendo i movimenti più circolari e ricchi di leve articolari
(qinna). Quando infine fece ritorno a Chenjiagou, la sua esecuzione
era talmente diversa da quella ideata da Chen Changxing che fu
chiamata "nuova intelaiatura", prendendo quindi il nome
delle sequenze ideate da Chen Changxing, le quali furono a loro volta
identificate come "vecchia intelaiatura" (sostituendo
perciò il nome dato alle sequenze originali del taijiquan). Ancora
oggi, quindi, per "xinjia" si intende la forma di Chen Fake
e per "laojia" quella di Chen Changxing.
Oggi i rappresentanti, appartenenti alla XIX generazione, sono
Chen Zhenglei, Chen Xiaowang, Wangxian e Zhu Tiancai, noti anche come
i 4 guerrieri custodi di Buddha.
Caratteristiche
Lo stile Chen tradizionale ha sicuramente mantenuto uno spirito
marziale più evidente di quello che si può trovare negli stili da
esso derivati.
In particolare esistono due caratteristiche
peculiari: il chansi jin (
缠丝劲)
ed il fa jing (
发劲).
Il chansi jin è un modo particolare di utilizzare la forza,
attraverso movimenti a spirale. Si dice che la forza scorra nel corpo
come un filo di seta che si avvolge o si dipana dal bozzolo.
In
particolare il chansi jin opera con un effetto a frusta su qualsiasi
energia diretta contro di essa, cioè modifica grazie alla
circolarità la direzione di una spinta ricevuta dall'avversario. Per
allenare questo principio sono stati codificati cinque esercizi da
compiere in continuità per acquisire la capacità di agire secondo
traiettorie circolari. Questi esercizi prendono anch'essi il nome di
"chansi jin".
Il fa jing è una tecnica per emettere la
forza interna (
劲, jin) in modo
esplosivo, attraverso la coordinazione del respiro con il movimento,
che deve essere estremamente rilassato. Il chi, normalmente custodito
nel Dan tian, attraverso la coordinazione dei movimenti scorre lungo
l'arto fino a raggiungere l'estremità (mano, piede, spalla etc) e a
fuoriuscire generando una forza molto superiore al solo vigore
muscolare.
Filosofia
Benché le origini storiche del taijiquan possano affondare nella
filosofia del Buddhismo (data la vicinanza geografica e stilistica
con il tempio di Shaolin), con il tempo quest'arte ha attinto
moltissimi aspetti dal Taoismo.
Il nome stesso, taijiquan, richiama il concetto di un principio
supremo (
太极, taiji) che può
essere identificato con il Dao (
道).
Un
simbolo chiave di quest'arte marziale è infatti il taijitu (
太极图),
famoso diagramma rappresentante un cerchio suddiviso in due forme,
simili a pesci, una bianca e l'altra nera. Tali figure simboleggiano
lo Yin e lo Yang, le due polarità opposte complementari della
cosmogonia taoista.
Così tutti i movimenti del taijiquan seguono l'alternarsi degli
opposti, e questo modo di agire costituisce anche la base del sistema
marziale: non bisogna contrastare il "pieno" di un attacco,
ma occorre cedere, utilizzando la forza dell'avversario a proprio
vantaggio.
Il taijiquan attinge anche dalla sapienza della medicina
tradizionale cinese, utilizzando i concetti di "energia vitale"
(
气, qi) e di "meridiani".
Metodo di
apprendimento
Gli strumenti tradizionali per apprendere il taijiquan stile Chen
sono essenzialmente tre: gli esercizi di base, le forme (
套路,
taolu) e la spinta con le mani (
推手,
tuishou).
Le prime sono sequenze prestabilite di movimenti,
con le quali il corpo si abitua a muoversi secondo i canoni di
quest'arte marziale, oltre che a rafforzarsi. Si ricordano al
riguardo i cinque "chansi jin".
Le seconde racchiudono i principi generali in una sequenza
ordinata di azioni circolari che consentono all'allievo di prendere
confidenza con il proprio corpo, la propria energia e il proprio
equilibrio. Per questo l'apprendimento delle forme richiede molti
anni di studio ed esercizio. Nello stile Chen si ricordano le due
forme principali: Yi Lu (primo livello) ed Er Lu(secondo livello).
La spinta con le mani è un insieme di esercizi nati come sistema
didattico propedeutico al combattimento vero e proprio. L'esecuzione
di tali esercizi sviluppa molte qualità, prime fra tutte la
morbidezza e la capacità di "cedere", cioè di utilizzare
la forza dell'avversario a nostro vantaggio e senza opporre
resistenza. I principi alla base di questa pratica sono: espandere,
tirare, soffocare, schiacciare.
Come in molte arti marziali cinesi, anche nel taijiquan esistono
anche forme con armi. Le armi tradizionali che vengono principalmente
utilizzate sono la sciabola, la spada, l'alabarda o guandao, la
lancia.
La pratica del taijiquan come arte marziale richiede in generale
molti anni di studio.
Stili derivati
Un allievo di Chen Changxing era Yang Fukui (1799 - 1853), il cui
nome pubblico era
Luchan. Originario di Guangpingfu (provincia
dello Hebei), studiò per circa venti anni a Chenjiagou.
Tornato al suo paese, il suo stile di combattimento suscitò la
meraviglia delle persone, e la sua fama lo portò fino alla capitale
per insegnare l'arte del taijiquan. Nel 1852 giunse a Pechino,
invitato dal nobile Wu Yuxiang (1812 - 1892). Là si conquistò il
soprannome di
wudi, il "senza-rivali".
Wu Yuxiang, desideroso di apprendere il taijiquan
approfonditamente, studiò nel villaggio di Zhaobao. Da tale
esperienza è nato lo stile Wu di Wu Yuxiang.
Yang Luchan migliorò l'arte dopo aver trovato degli scritti
originali di Zhang San Feng e creò una forma in base al Taijiquan
che aveva appreso presso Chenjagou; così abbiamo lo stile Yang:
movenze morbide, circolari, di più facile esecuzione rispetto allo
stile Chen.
Uno dei figli di Yang Luchan, chiamato Yang Banhou, insegnò una
piccola sequenza di movimenti a Wu Quanyou, il quale la trasmise al
figlio Wu Jianquan. Da lui prese vita lo stile Wu
Sun Lutang, esperto di Bagua e Xingyi, fuse questi due stili con
il taijiquan e diede vita allo stile Sun.