martedì 6 maggio 2014

Lotta

Giacobbe che lotta con l'angelo, un'illustrazione di Gustave Doré (1855)


La lotta (anticamente "lutta", dal latino lŭcta) consiste nel combattimento corpo a corpo tra due avversari o anche la fase del combattimento in cui i due contendenti finiscono avvinghiati in contatto diretto. Il termine si riferisce in particolare a tecniche, movimenti e contromosse applicate al fine di ottenere un vantaggio fisico, come posizioni di dominanza, uscite e sottomissioni, o per infortunare un avversario. Viene studiata e praticata soprattutto per sport e competizioni agonistiche, ma anche nelle arti marziali, per difesa personale o per addestramento militare. Esistono molti stili di lotta ognuno con regole diverse sia tra gli sport tradizionali (la lotta popolare) che tra le discipline di combattimento moderne; ognuna adotta un vocabolario ed una terminologia diversa anche in occasione delle stesse tecniche ed azioni, questo perché ognuno di essi possiede una propria storia ed ha risentito del condizionamento culturale della società in cui si è evoluto.


Storia della lotta

Dettagli di scene di lotta nella tomba 15 (Baqet III) a Beni Hasan.


La lotta è una delle più antiche forme di combattimento. Le origini della lotta possono essere fatte risalire fino a 15.000 anni fa tramite dipinti sulle pareti di caverne in Francia. Reperti archeologici babilonesi e egizi mostrano lottatori utilizzare gran parte delle tecniche note nelle attuali competizioni sportivi. Nell'antica Grecia, la lotta occupava un posto rilevante nella leggenda e nella letteratura; vi sono riferimenti già nell'Iliade, nella quale Omero racconta di scontri di lotta avvenuti nel contesto della guerra di Troia fra il XIII e il XII secolo a.C. Sotto certi aspetti brutali, la lotta greca era la disciplina principale negli antichi giochi olimpici. L'antica Roma attinse pesantemente dalla lotta greca, ma ne eliminò parte della sua brutalità e del suo carattere "sportivo" a favore di un approccio più orientato alla formazione psicofisica dei cittadini e dei soldati.
Durante il Medioevo, la lotta rimase popolare a livello regionale e venne patrocinata da molte famiglie reali, incluse quelle francesi, giapponesi ed inglesi. Tecniche lottatorie sono descritte nei manuali di arti marziali europee del Rinascimento, come mezzo di difesa personale integrante l'uso di tecniche di scherma. In oriente, invece, l'addestramento militare, come per esempio quello delle guardie imperiali cinesi o dei samurai, comprendeva l'uso di tecniche corpo a corpo in caso si fosse perduta l'arma, come nello shuai jiao o nel jujutsu. Forme di lotta tradizionale si sviluppano in numerose parti del mondo, dalla Scandinavia all'India.
Le prime colonie americane importarono una forte tradizione lottatoria dall'Inghilterra. I coloni trovarono forme di lotta anche fra i nativi americani. La lotta amatoriale fiorì attraverso i primi anni degli Stati Uniti e divenne un'attività popolare in fiere, festività, celebrazioni ed esercitazioni militari. Il primo torneo nazionale organizzato di lotta fu tenuto a New York nel 1888, mentre la prima competizione di lotta nei moderni Giochi Olimpici si tenne nel 1904 a Saint Louis.
Nel 1912 viene fondata la FILA o Federazione Internazionale delle Lotte Associate, ad Anversa.
Nel corso del XX secolo si sono differenziate numerose nuove discipline sportive lottatorie (sia di tradizione occidentale, che orientale), come anche spettacoli puramente d'intrattenimento confluiti nel pro wrestling.
Attualmente la Federazione Internazionale delle Lotte Associate, sotto la giurisdizione del Comitato Olimpico Internazionale, ha riconosciuto nell'ambito sportivo le seguenti specialità come stili internazionali ufficiali, stabilendone regole uniche e gestendone incontri sportivi a livello mondiale:
  • Lotta greco-romana
  • Lotta stile libero
  • Lotta femminile
  • Beach Wrestling
  • Pancrazio athlima
  • Belt alysh
Esistono comunque numerosi stili folkloristici tradizionali che fanno parte della Lotta popolare, nonché alcune arti marziali e sport da combattimento vari basati sulla lotta.


Tecniche di lotta

Le tecniche di lotta possono essere suddivise in queste categorie:
  • lavoro in piedi: ha luogo quando entrambi i competitori sono in piedi ed utilizzano prese applicate alla parte superiore del corpo dell'avversario, per condizionarne il comportamento o effettuare determinate altre tecniche. Consiste in prese e controlli di polsi, gomiti, e nuca, opposizioni con il petto, cintamenti e così via. Il lavoro in clinch è generalmente usato per preparare o per difendersi da proiezioni, ma in certe specialità anche per poter colpire l'avversario più efficacemente, oppure per cercare poi di afferrare l'avversario in una sottomissione. La lotta greco-romana è la disciplina del clinch per eccellenza.
  • Proiezioni: una proiezione è utilizzata dal lottatore per manipolare l'avversario (sbilanciandolo o sollevandolo) generalmente da una posizione in cui sono entrambi in piedi ad una al suolo, tutte prevedono comunque che l'esecutore mantenga una posizione di vantaggio o relativo controllo rispetto all'avversario. Lo scopo delle proiezioni varia a seconda delle discipline a volte enfatizzando il potenziale di incapacitare direttamente l'avversario con la caduta (in questo caso la schienata viene considerata KO e determina la fine dell'incontro), oppure indirizzando verso la possibilità di ottenere una posizione di controllo, per esempio per applicare una sottomissione. Si considera una proiezione anche quando il lottatore solleva il suo avversario e lo manovra forzatamente in aria verso il suolo, anche lanciandolo; se l'esecutore rimane in piedi e non segue l'avversario a terra, il lancio viene di solito definito slam, altrimenti throw secondo la terminologia inglese ma per la sua pericolosità è vietato in alcune discipline. Esistono anche sollevamenti e proiezioni applicabili da una posizione al suolo.
  • Immobilizzazioni e controlli: con questi termini si definiscono aspetti notevolmente differenti da disciplina a disciplina perché sono influenzate dalle finalità di ciascuna di esse in alcune un'immobilizzazione implica il trattenere un avversario da una posizione in cui non può attaccare, in altre comporta una vittoria immediata se mantenuta per un certo periodo di tempo, in altri invece è considerata inattività e può comportare la ripresa dell'incontro da una posizione libera (con eventuale sanzione per chi manteneva la staticità) ma può anche essere considerata una posizione di dominanza ricompensata con punti. Altre tecniche di controllo sono utilizzate per mettere faccia a terra l'avversario di modo da evitare che possa scappare o attaccare, oppure per mantenere una posizione di guardia da una situazione svantaggiosa come quando si è al di sotto dell'avversario. In questo senso un tipo di controllo viene detto turnover e viene usato per muovere e spostare un avversario che è pancia a terra o chiuso su sé stesso al fine di ottenere punti, preparare una presa o ottenere una posizione di maggior vantaggio.
  • Sottomissione: ne esistono di due tipi, le costrizioni e le manipolazioni. Alle prime appartengono tutte quelle tecniche che possono potenzialmente strangolare o soffocare l'avversario, le compressioni di muscoli o tendini sulle ossa, oppure in generale ogni tecnica che penetra o schaccia punti sensibili (muscoli, organi, ghiandole). Alle seconde appartengono quelle tecniche che possono potenzialmente arrecare danno ad una giuntura o ad un'articolazione come torsioni, chiavi e soprattutto leve. In competizioni sportive, ci si aspetta che chi subisce una sottomissione tramite segnali verbali o gestuali (come il battere con la mano) si arrenda, ammettendo così la sconfitta poiché trattenuto in una presa da cui non può scappare. Chi viene sottomesso e si rifiuta di "battere" rischia la perdita di sensi o un serio infortunio. In ambito di polizia o di difesa personale, si possono applicare prese di sottomissione per bloccare un soggetto pericoloso o impedire la fuga di un criminale; in questo caso, più che di sottomissione, si parla in genere di controllo doloroso o presa da capacitanza dolorosa ("pain compliance hold"). Queste tecniche possono causare dislocamenti, strappi, fratture, perdita di sensi e persino morte.
  • Fughe: in senso generale, una fuga si ottiene muovendosi fuori da una situazione di rischio o da una posizione di inferiorità; per esempio quando un lottatore si trova al di sotto del suo avversario ma riesce ad uscire dalla posizione, oppure quando da terra riesce a rialzarsi, o quando sta per subire una sottomissione ma riesce a prevenirla e ad evitare la presa.
  • Ribaltamenti e spazzate: in genere occorrono quando un lottatore che si trova al suolo al di sotto di un altro riesce ad eseguire una mossa che gli consente di ottenere una posizione di vantaggio sull'avversario.

Tipi di lotta

Presa in vita nella lotta in piedi


Ci sono molti differenti stili regionali di lotta sparsi nel mondo che sono praticati in una ristretta area geografica o nazione, come la malla-yuddha indiana o la s'istrumpa sarda. Altri stili di lotta come lo shoot wrestling, il catch wrestling, il submission grappling, il Brazilian jiu-jitsu, il judo, il sambo, la lotta libera e la lotta greco-romana hanno invece ottenuto popolarità a livello globale. Il judo, la lotta libera e la greco-romana hanno ottenuto lo status di sport olimpici, mentre il jiu-jitsu brasiliano e il sambo hanno i loro campionati mondiali. Altri tipi di lotta conosciuti sono la luta livre, lo shuai jiao, l'aikido, l'hapkido e il beach wrestling. In queste discipline, l'obiettivo è o di portare al suolo l'avversario e bloccarlo, oppure di afferrarlo con una presa specializzata per sottometterlo e costringerlo ad arrendersi mediante un segnale (in genere, battere una mano). Sostanzialmente le tecniche utilizzate sono le stesse (con eventuali varianti nelle prese a seconda dell'indumento usato), poiché il corpo umano rimane lo stesso così come i modi di manipolarlo, a differenziare le varie discipline è più che altro il regolamento nelle competizioni che influisce su quali utilizzare e su come giungere ad esse.
Oltre che per l'eventuale fine (autodifesa o agonismo) gli stili di lotta trovano numerosi distinguo: i combattimenti si possono focalizzare sul controllo diretto e fisico dell'avversario, sul suo atterramento, ma possono essere specializzate in tecniche di sottomissione, o per il fatto che vengono combattute prevalentemente in piedi o a terra. Un'ulteriore differenziazione viene fatta in base all'abbigliamento con cui vengono praticate: la lotta olimpica viene praticata con uno specifico costumino o singlet, mentre le lotte provenienti dall'oriente si catalogano in "gi" o "no-gi" (se si veste o meno il budogi), ma ovviamente ogni altro stile di lotta possiede un abbigliamento proprio, caratteristico del folklore e della società di appartenenza.


Abbigliamento per lottare

Esistono grosso modo due modi per vestirsi nel praticare lotta, che possono influenzare la gamma di tecniche utilizzabili e il modo di esecuzione del confronto: in un caso si pratica con una giacca apposita, come per esempio il keikogi nelle discipline orientali o la kurtka nel sambo, o un pantaloncino in juta con le gambe arrotolate su cui si effettuano le prese nello Schwingen svizzero, un gilèt variopinto nella boxe mongola, un particolare perizoma detto mawashi nel sumo, specifici bermuda in pelle nella lotta all'olio turca Kırkpınar e così via. In alternativa si può non utilizzare tale indumento per consentire prese.
In questi casi l'abbigliamento viene utilizzato per eseguire le prese, mentre nelle discipline olimpiche che si rifanno alle lotte antiche (che venivano praticate nudi), si indossano costumi attillati (troppo leggeri per effettuarci delle tecniche) che quindi enfatizzano il controllo diretto del corpo usando solo le prese e gli agganci naturali; è chiaro che non esiste una regola univoca e in alcune forme di lotta si combatte a petto nudo. Anche le calzature comunque fanno parte delle "divise" dei lottatori si svaria dalla pratica a piede nudo, all'utilizzo di stivali, scarponi o scarpette sportive specifiche.
La forma comprensiva di un giacchetto, spesso detta "gi" per estensione del termine usato nelle discipline di origine orientale, spesso utilizza prese sugli indumenti (in alcuni casi anche sulle cinture) per controllare il corpo dell'avversario, mentre le forme "no-gi", più proprie della tradizione occidentale, enfatizzano il controllo diretto di torso e testa usando solo le prese naturali del proprio corpo. Anche se l'uso di un giacchetto è obbligatorio nelle competizioni di judo, di sambo e gran parte di quelle di BJJ, così come in molte varietà di lotta popolare (o "folk wrestling") nel mondo, molti atleti si allenano anche senza, in genere per affinare la capacità di presa non avendo un indumento da afferrare. Non viene usato invece in discipline come la lotta olimpica o il submission grappling no-gi, dove gli atleti indossano al massimo tute aderenti come la rash guard o il singlet, che non consentano di essere sfruttati per applicare tecniche. In alcune forme di wrestling si compete addirittura a petto nudo, indossando solo dei pantaloncini; nel sumo, si indossa solo un perizoma, detto mawashi.


Lotta in piedi e al suolo

La distinzione più ricorrente per la lotta è relativa al suo essere applicata in piedi o a terra.
Più specificatamente la lotta in piedi, spesso impropriamente indicata con il termine inglese di clinching (che è un'azione che fa parte invece della lotta in piedi), è parte integrante di qualsiasi arte di lotta, considerando che di solito i due combattenti iniziano l'incontro da una posizione in piedi. L'obbiettivo della lotta in piedi varia quindi a seconda dell'arte marziale o dello sport da combattimento di riferimento. Una lotta in piedi difensiva concerne di per sé con l'applicazione di prese dolorose o lo scappare da esse, mentre una lotta in piedi offensiva include trapping, proiezioni, lanci, intesi per infliggere seri danni o per spostare il combattimento al suolo. La lotta in piedi può essere anche impiegata sia offensivamente che difensivamente in combinazione con lo scambio di colpi, o per impedire all'avversario di ottenere una distanza sufficiente per poter lui stesso usare le percussioni.


Nel judo, l'obbiettivo del ne-waza è di immobilizzare l'avversario schiena a terra, in alternativa si può effettuare uno strangolamento o una leva agli arti superiori.


La lotta a terra si riferisce a tutte le tecniche di lotta applicate quando i due lottatori non si trovano più in una posizione in piedi. Gran parte di molte arti marziali e sport da combattimento che includono la lotta al suolo consiste nel posizionamento e nell'ottenere una dominanza sull'avversario. Questa situazione (di solito al di sopra di esso) consente al lottatore in posizione di vantaggio una vasta gamma di opzioni, come: cercare di fuggire rialzandosi, ottenere un'immobilizzazione per controllare e sfiancare l'opponente, eseguire una tecnica di sottomissione come una leva, o colpirlo velocemente. Il lottatore a terra, d'altra parte, si concentra principalmente nell'uscire dalla situazione e migliorare la sua posizione, di solito con un ribaltamento. In alcune discipline, in particolare quelle che utilizzano una posizione cosiddetta di guardia, il lottatore a terra può riuscire ad applicare una sottomissione a chi è situato sopra di lui.
In ambito sportivo, la lotta in piedi di solito riguarda il proiettare efficacemente l'avversario. In alcune specialità come la glima, il combattimento finisce appena l'avversario è caduto. In altre, l'incontro può continuare al suolo finché non vengono incontrate alcune condizioni (come una sottomissione o un'immobilizazione): Per esempio, nella lotta olimpica si cerca di far poggiare l'avversario con la schiena a contatto con la superficie del tappeto o proiettarlo con grande ampiezza per vincere; nel judo lo scontro in piedi detto randori cerca una proiezione perfetta sull'avversario per ottenere la vittoria o ippon, qualora egli finisca a terra ma senza schienata si può passare ad un lavoro a terra detto ne-waza in cui si cerca di immobilizzarlo schiena a terra per un determinato periodo di tempo o sottometterlo. Sportivamente esistono anche discipline di sola lotta a terra, o nelle quali si può ottenere la vittoria solo a terra, è il caso per esempio del Submission Grappling e del Brazilian jiu-jitsu, che si concentrano su tecniche di sottomissione. Per contro, la lotta greco-romana è la disciplina del clinching per eccellenza.


Lotta come dominio fisico o come sottomissione

La lotta può essere categorizzata anche in base al suo concentrarsi sul controllo fisico oppure sulla sottomissione. Questa distinzione era già nota nell'antichità, in epoca classica per esempio venivano definite come lotta canonica oppure pancreatoria. Fra le discipline appartenenti al primo ambito ci sono il sumo, la lotta libera o la sua meno nota variante beach wrestling (uno stile basato sulle tecniche della lotta libera ma a differenza di quest'ultima è vietato il combattimento a terra, l'intento delle federazioni che organizzano i tornei di lotta sulla spiaggia è quello di promuovere e diffondere il wrestling anche al di fuori delle palestre, sfruttando un ambiente di gara naturale e molto popolato). Sono competizioni in cui si ottiene la vittoria in genere schienando l'avversario o facendolo uscire fuori da un'area delimitata, incoraggiando in genere proiezioni e lavoro di controllo. Fra le discipline appartenenti al secondo ambito, vi sono il Brazilian jiu-jitsu, la luta livre e il submission grappling, nei quali la vittoria è invece data dalla resa dell'avversario che subisce una sottomissione e incoraggiano un tipo di lavoro (soprattutto a terra, ma non necessariamente) finalizzato a conseguire ciò. Il sambo cerca di esplorare entrambi gli ambiti con diverse gradazioni, a seconda della specialità di sambo.
Questa appena descritta si tratta di una distinzione che nella lingua italiana non viene definita, dato che si utilizza generalmente per tutto il solo termine "lotta" proveniente dal latino lucta. Ma nei paesi anglosassoni (soprattutto Regno Unito e Stati Uniti), dove esiste una florida e datata tradizione di lotta, e dai quali provengono i principali atleti e campionati, si impiegano diversi termini utilizzati anche nei circuiti internazionali e che a volte possono generare confusione.
Due lottatori liberisti in azione.

Nella lingua inglese si utilizza in genere il famoso termine "wrestling" per definire quella parte della lotta consistente in clinching, proiezioni, lanci, prese ed immobilizzazioni, dove due avversari ingaggiano una competizione fisica in cui cercano di ottenere e mantenere una posizione di dominanza. La parola si riferisce soprattutto alla lotta olimpica, che viene definita in genere "amateur wrestling", in Italia il termine viene associato in genere solo agli spettacoli del "professional wrestling" che sono una forma di show che non va confuso con le competizioni lottatorie propriamente dette. Il termine proviene dall'Inglese antico ed è una delle parole inglesi più remote nel tempo per descrivere il combattimento corpo-a-corpo. Il dizionario Merriam-Webster lo definisce come "uno sport o competizione in cui due individui disarmati combattono corpo-a-corpo per soggiogare o sbilanciare l'altro".
Esiste però anche il termine "grappling", che in inglese indica la lotta in generale in ogni suo aspetto, ma che a volte (e soprattutto in Italia) viene inteso riferendosi alla sola parte della lotta consistente in tecniche di sottomissione (strangolamenti, soffocamenti, leve, chiavi e torsioni) e in tecniche operanti per poter applicare le prime (che non sono invece parte delle discipline di wrestling, a parte alcune eccezioni come il catch wrestling che ne ha adottate alcune nelle proprie regole).
A volte si associa impropriamente il termine wrestling alla lotta in piedi e erroneamente grappling a quella a terra, ma in realtà è possibile effettuare un "lavoro di wrestling" anche a terra così come leve o strangolamenti sono applicabili anche in piedi.


Aspetti fisiologici

Le discriminanti nell’approccio alla lotta è ciò che gli studiosi definiscono “intelligenza cinestetica” e capacità propriocettiva. L’intelligenza cinestetica consiste nella capacità di un individuo di saper gestire il proprio corpo e di controllarne i movimenti, manipolare oggetti trasformarli e riorganizzarli, o nel caso della lotta controllare il corpo di coloro con cui si entra in relazione, osservare situazioni e riprodurle, programmare sequenze di azioni anche a livello astratto. E’ un’intelligenza che permette l’apprendimento attraverso il movimento (toccando oggetti, muovendosi, interagendo con lo spazio). La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La propriocezione assume un'importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento.
La natura stessa impone dei tempi di apprendimento di queste due capacità che rientrano in quei processi fondamentali dell’età evolutiva e che quindi rimangono più ostiche nell’età adulta, ma soprattutto la natura ci impone la metodica di apprendimento che in tutti i mammiferi è la lotta (la principale attività dei cuccioli per lo sviluppo psico-motorio).
E’ quindi sulla base di quanto scritto che in tutte le scuole professionistiche di sport di combattimento comprese quelle di MMA si attribuisce uno spazio molto ampio all’apprendimento delle tecniche lottatorie sia tra i professionisti che soprattutto nell’ambito giovanile ed infantile, come dichiarato poi dallo stesso Alessio Sakara in un suo intervento “consiglio ai giovani” (youtube)
La Lotta intesa come la Lotta Olimpica risulta essere la disciplina più utile all’apprendimento in sicurezza di queste abilità che poi saranno indispensabili nella pratica anche di discipline più cruente. Lungi questo dal voler sostenere che la lotta sia la più efficace tra le discipline di combattimento, ma soltanto che i fondamentali inerenti questa specialità sono oltre che fonfamentali anche più complessi e quindi da apprendere prematuramente.


Lotta "shoot" o "show"

Nei paesi anglosassoni, si distingue in genere fra la lotta praticata a livello agonistico, spesso identificata col collegiate wrestling e l'amateur wrestling (e che ricadono nell'ambito della lotta olimpica), e il "professional wrestling", che consiste in realtà in spettacoli d'intrattenimento, a volte seguenti anche un copione prestabilito. La lotta come "show" si è sviluppata in particolare nelle forme del pro wrestling, del puroresu e della lucha libre.


Uso

Il grado con cui le tecniche di lotta sono utilizzate nei differenti sistemi di combattimento varia. Alcune discipline, come il catch wrestling, il submission wrestling, il judo, il sumo, e il Brazilian jiu-jitsu sono esclusivamente arti di lotta e non contemplano l'esecuzione di colpi.


Matt Larsen, creatore del Modern Army Combatives Program, mostra uno strangolamento ad un avversario in addestramento.


Nel pancrazio antico invece la lotta era un tutt'uno con lo scambio di colpi e l'utilizzo delle mosse più efferate, comprese lo spezzamento delle dita o la possibilità di mordere. L'odierno sport da combattimento delle arti marziali miste è la disciplina che più si avvicina a questa totalità consentendo agli atleti partecipanti di usare sia tecniche di lotta che percussioni, utilizzando l'una per poter applicare meglio le altre o viceversa le altre per giungere facilmente alla prima.
La lotta non è comunque consentita in tutte le arti marziali e gli sport da combattimento; di solito allo scopo di concentrarsi su altri aspetti del combattimento come le tecniche pugilistiche, i calci o l'uso di armi. Gli avversari in questi tipi di incontro, tuttavia, possono ancora entrare brevemente in una fase di lotta o comunque di contatto diretto per fatica fisica o dolore; quando ciò avviene, l'arbitro può intervenire per separarli e far ripartire lo scontro, a volte dando un avvertimento ad uno o entrambi i competitori. Ciò avviene per esempio nella boxe, nella kickboxing, nel taekwondo, nel karate e nella scherma. Una fase di grappling prolungata nella muay Thai comporterà anch'essa la separazione dei combattenti, ma l'arte studia intensamente l'utilizzo di tecniche di clinching attorno al collo.
Le tecniche di lotta e la difesa dalle tecniche di lotta sono anche considerati importanti nella difesa personale e nelle applicazioni di polizia. Le più comuni tecniche insegnate hanno lo scopo di difendersi da prese o applicare prese dolorose.


Khuresh, stile di lotta tradizionale di Tannu Tuva


D'altra parte, la lotta consente di controllare un avversario senza arrecargli danno. Per questo motivo, molte forze di polizia ricevono un certo grado di addestramento nella lotta. A maggior ragione, gli sport di lotta sono stati regolamentati di modo da permettere ai partecipanti di competere con tutti i loro sforzi fisici senza dover infortunare gli avversari.
La lotta viene chiamata dumog nell'eskrima. Il termine chin na nelle arti marziali cinesi ha a che fare con l'uso della lotta per ottenere una sottomissione o incapacitare l'avversario (ciò può implicare l'uso dei punti di agopuntura). Alcun arti marziali cinesi, l'aikido e diversi sistemi di eskrima, così come molte arti marziali europee medievali e rinascimentali, contemplano la lotta quando uno o entrambi i contendenti sono armati e ne studiano l'applicazione in sinergia con l'uso di armi. Per esempio, un bastone può essere impiegato anche per effettuare uno strangolamento dopo una fase di scambio di colpi. Questa pratica è significativamente più pericolosa della lotta disarmata e richiede generalmente un alto livello di allenamento.
Alcuni artisti marziali, come i Dog Brothers, combinano la lotta con l'uso di armi.

lunedì 5 maggio 2014

Combattimento al suolo


Anche se la guardia è in genere considerata una posizione di vantaggio nel grappling puro, i pugni in altri contesti possono essere molto efficaci da sopra



Il combattimento al suolo (anche lavoro a terra, lotta a terra o ground game) è una parte del combattimento che si svolge quando i due combattenti si trovano al suolo, in genere lottando. Il termine è usato comunemente nel contesto delle arti marziali miste e in altri sport da combattimento, ma anche in alcune arti marziali per indicare il set di tecniche impiegate da un combattente che si trova al suolo, in opposizione a quelle applicate in un combattimento in piedi.
La lotta al suolo è comune nel Brazilian jiu jitsu ed è molto esplorata anche nel Catch wrestling, nel Judo, nel Sambo, nello Shoot wrestling e molti altri stili lottatori.
In maniera simile al clinch, il combattimento al suolo implica che i due che si affrontano siano a stretto contatto, controllando e avvinghiandosi a vicenda tramite prese e posizionamenti. A seconda della posizione, la prossimità può permettere tecniche come morsi, strangolamenti, ganci, colpi agli occhi, chiavi articolari, tecniche con i punti di pressione o vari altri tipi di attacco e presa di sottomissione.

venerdì 2 maggio 2014

Vo Co Truyen

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Con il termine Võ Cổ Truyền Viet Nam ( "Võ Thuat Cổ Truyền Viet Nam") si identifica l'insieme delle arti marziali tradizionali vietnamite. In Vietnam esistono una moltitudine di scuole e stili differenti che spesso vengono chiamate Mon Phai.
Ogni scuola o stile custodisce un patrimonio tecnico, culturale e filosofico attraverso i Bai Thao o Bai Quyen.
I Bai Quyen sono delle sequenze di tecniche per l'allenamento individuale, a mano nuda o con le armi tradizionali, che consistono nel riprodurre un combattimento codificato contro uno o più avversari immaginari, compatibilmente con quanto avviene per i Kata Giapponesi, i poomse coreani o i tao lu cinesi.
Le origini di queste diverse scuole sono molte e varie. Alcuni fanno parte della storia del Vietnam, altri hanno origini cinesi (parleremo di stili sino-vietnamiti, come Thieu-Lam, equivalente vietnamita di Shaolin Kung-fu, o Vinh Xuan, equivalente di Wing. Chun),altri anno origini indonesiane, cambogiane, ecc.
In Vietnam è tradizione accompagnare ogni Bai Thao con un poema (bai thiêu) che illustra le tecniche e ne aiuta la comprensione.


giovedì 1 maggio 2014

Misericordia





La misericordia (anche conosciuta col nome di trafiere) è un pugnale del tipo dello stiletto e del quadrello utilizzato, per dare un colpo mortale ad un avversario già ferito.
Il nome derivererebbe dall'utilizzo: poiché dopo la fine battaglia sul terreno rimanevano molti feriti in modo più o meno grave. Prelati o addirittura vescovi decidevano sul campo quali non erano in grado di sopravvivere e questi ultimi venivano finiti con quest'arma.


Cenni storici

Apparve fin dal XII secolo, ed era usata in tutta Europa, almeno sino al XVII secolo.


Caratteristiche

Essa aveva la lama triangolare o a sezione di losanga. Era considerata uno dei prodotti tipici degli armaioli di Albacete. La struttura, robusta ma sottile permetteva di colpire attraverso gli spazi lasciati scoperti dalle armature.

giovedì 24 aprile 2014

Il combattimento a terra nel Wing Chun Kung Fu

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Ci sono arti marziali che si specializzano nel combattimento a terra, alcune più e alcune meno, mentre altre lo ignorano completamente. Ma qualunque sia l'arte marziale praticata bisognerebbe tenere conto di ciò che può succedere quando si cade a terra.
Spesso si sente dire che nel Kung Fu il combattimento a terra non è preso in considerazione, perché quando finisci a terra sei un uomo morto.
Innanzi tutto, prima di essere un uomo morto mi piacerebbe provare a sopravvivere, seconda cosa, vallo a dire a tutti quei combattenti che hanno fatto del suolo il loro principale campo d'azione e sono pericolosissimi.
Visto che le arti marziali devono essere vissute nel contesto di oggigiorno, il Wing Chun utilizzato come sistema di autodifesa deve obbligatoriamente prevedere anche un programma di combattimento/difesa a terra.
Al giorno d'oggi se qualcuno subendo un'aggressione finisce per terra, non deve essere un uomo morto, anzi, deve difendersi con ogni metodo e ad ogni costo.

Il Wing Chun a terra.

Prima di tutto è bene fare una semplice analisi superficiale dei sistemi di lotta a terra delle più comuni arti marziali.
Queste discipline sono regolamentate al fine di poter permettere un combattimento a terra. Difatti sono proibiti colpi, dita negli occhi, prese ai genitali, morsi e quant'altro.
Grazie a questo regolamento è possibile focalizzarsi sulla lotta, sulle "guardie", su leve articolari e strozzamenti, su immobilizzazioni e stritolamenti, ecc. Ma purtroppo buona parte di queste tecniche funziona con molta difficoltà in un contesto non regolamentato e quindi per strada.
Il Wing Chun non si specializza nella lotta a terra in modo analogo a discipline come il Judo, la Lotta Greco Romana o il Brazilian JuJitsu, proprio perché si sviluppa in un contesto non sportivo, quindi utilizza altri schemi.
Prima di tutto l'obiettivo principale è quello di tenere a distanza l'aggressore in piedi e non avvicinarlo per lottarci, e già questa "banale" differenza cambia totalmente la prospettiva se paragonata alle discipline citate, dove invece l'obiettivo è il grappling.
Seconda cosa, una volta obbligati al contatto pieno a terra, ci si comporta esattamente come in piedi, si cercano i "buchi" nella guardia dell'aggressore tramite il Chi Sao e si colpisce ogni volta che si può con tecniche atte a finalizzare il prima possibile rendendo inoffensivo l'aggressore. Colpi negli occhi, nella gola, nei genitali, ecc.
La guardia a terra prima del contatto è molto simile a quella in piedi. Sia le braccia che le gambe sono posizionate sulla Linea Centrale. Ogni volta che l'aggressore si avvicina con le gambe tenteremo di allontanarlo mirando alle ginocchia utilizzando tecniche di calci molto simili a quelle utilizzate in piedi.
Se l'aggressore riesce a superare la nostra guardia delle gambe, tenteremo immediatamente di ripristinare la distanza sfruttando la sensibilità delle gambe (chiamato da alcuni Chi Gerk) come nel Chi Sao con le mani.
L'obiettivo sarà quello di calciare nuovamente l'aggressore allontanandolo e rialzarsi il prima possibile se lo spazio tra voi e lui lo concede.
Solo quando questo non sarà possibile e l'aggressore riuscirà a finirci addosso, sfrutteremo la sensibilità di tutto il corpo come nel Chi Sao ed esattamente come in piedi lo colpiremo ogniqualvolta sarà possibile per cercare di renderlo inoffensivo.
I principi e le linee guida del Wing Chun sono perfettamente adattabili a ciò che può accadere a terra, ma è fondamentale esercitarsi perché quando siamo in piedi la gravità è sotto i nostri piedi, mentre quando siamo a terra la ritroviamo dietro la nostra schiena (è quasi ovvio dire che se cadete proni o di fianco la prima cosa da fare è posizionarvi con la schiena a terra).
Molto spesso può succedere che si cada insieme all'aggressore durante una lotta iniziata in piedi. In questo caso l'obiettivo sarà divincolarsi quanto prima, posizionare il piede tra voi e lui e calciare per allontanarlo e avere modo di rialzarvi esattamente come spiegato prima.
Il consiglio che mi sento di dare è di fare pratica con la lotta a terra senza colpi (come quella del Judo) per abituarvi alla diversa gestione del corpo, ed esercitarvi con il Chi Sao a terra esercitando la sensibilità di tutto il corpo. Questo è fondamentale per imparare a muovervi al meglio quando non riuscite a tenere l'aggressore a distanza.

lunedì 21 aprile 2014

Lü Dongbin

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Lü Dongbin (呂洞賓, Lǚ Dòngbīn, Lü Tung-Pin) è uno degli Otto Immortali, leader de facto del gruppo (secondo alcune fonti sarebbe Li Tieguai, mentre il leader formale è Zhongli Quan) ed è il patrono dei fabbricanti di inchiostro, dei malati e dei barbieri.

Il sogno del miglio giallo

La leggenda narra che una notte, mentre Lü Yan si trovava a Chang'an o a Handan (邯鄲 Hándān), si addormentò mentre stava cucinando il suo miglio giallo. Sognò di sostenere l'esame imperiale ed eccellere al punto di vedersi affidare un ruolo prestigioso. La sua ascesa al potere fu talmente rapida che presto fu nominato vice-ministro (侍郎 shìláng). Poi sposò la figlia di un ricco familiare, dalla quale ebbe un bambino e una bambina. Intanto veniva promosso più volte, finché venne eletto primo ministro. Tuttavia, il suo successo e la sua fortuna suscitarono la gelosia di altri, quindi fu accusato di aver commesso crimini che gli fecero perdere la carica. Sua moglie poi lo tradì, i suoi bambini furono uccisi dai banditi e perse ogni ricchezza. Mentre stava morendo su una strada nel sogno, si svegliò.
Nonostante nel sogno fossero passati diciotto anni, l'intero sonno aveva impiegato il tempo di cottura del miglio. I personaggi del suo sogno erano stati interpretati da Zhongli Quan per fargli capire che non si dovrebbe dare troppa importanza alla gloria e al successo transitori. Lü decise di seguire Zhongli per scoprire e sviluppare l'arte del Tao. Questo sogno è conosciuto come il "Sogno del miglio giallo" (黃粱夢 Huáng Liáng Mèng) ed è descritto in un'opera teatrale di Ma Zhiyuan (馬致遠 Mǎ Zhìyuǎn) nella dinastia Yuan.

domenica 20 aprile 2014

Asuka

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Kanako Urai (浦井 佳奈子 Urai Kanako; Osaka, 26 settembre 1981) è una wrestler giapponese sotto contratto con la WWE, dove lotta nel roster di Raw con il ring-name Asuka.
Ha detenuto una volta l'NXT Women's Championship, stabilendo il record per il regno più lungo nella storia del titolo con 510 giorni.
Tra le sue mosse figurano diverse tipologie di calci e prese di sottomissione, che hanno portato a riconoscere il suo duro stile di combattimento. In passato ha lavorato come graphic designer e come giornalista di videogiochi; una precedente esperienza lavorativa presso la Microsoft le è valsa una sponsorizzazione da parte dell'azienda, con un logo della Xbox 360 raffigurato sul suo costume.
Ha iniziato la sua carriera nel giugno 2004 presso la promozione Atoz, dove è rimasta sino al suo primo ritiro nel marzo 2006. È tornata a combattere un anno e mezzo dopo, lavorando come freelancer per compagnie come la JWP Joshi Puroresu, NEO Japan Ladies Pro Wrestling, Pro Wrestling Wave, Smash, Wrestling New Classic, e la Reina Joshi Puroresu. Nel 2015 ha siglato un contratto con la promozione statunitense WWE. Nel dicembre del medesimo anno, Dave Meltzer, giornalista del Wrestling Observer Newsletter ha dichiarato che la Urai "potrebbe essere la miglior worker all'interno della WWE, sia tra gli uomini che fra le donne".

Carriera

Primi anni (2004–2010)

Inizialmente una grafica di professione, Kanako Urai si appassiona al mondo del wrestling dopo essere divenuta fan di personaggi come Keiji Mutoh, Satoru Sayama, Yoshiaki Fujiwara, Antonio Inoki, Akira Maeda, Nobuhiko Takada, Masakatsu Funaki, Volk Han e Minoru Suzuki. Decide pertanto di intraprendere una nuova carriera e, utilizzando il ring name "Kana", compie il suo debutto professionale il 16 giugno 2004 nella promozione femminile AtoZ, affrontando Leo-na.

WWE

NXT (2015–2017)

Il 22 agosto 2015 la Urai assiste all'evento del territorio di sviluppo della WWE, NXT, NXT TakeOver: Brooklyn, svoltosi nell'omonima città, dove viene intravista nel pubblico ed identificata con il nome "Kanna". Tale apparizione porta a speculazioni riguardo ad un suo possibile approdo nella compagnia di Stamford. Pochi giorni dopo, il 27 agosto, viene annunciato che la Urai aveva firmato un contratto con la WWE alcune settimane prima. L'8 settembre, la giapponese e la WWE tengono quindi una conferenza stampa nella città di Tokyo, annunciando che da lì a poco la Urai si sarebbe unita al territorio di sviluppo di wrestling della compagnia, NXT. Il suo debutto ufficiale viene programmato per la fine del mese.
Compie un'apparizione nella puntata del 10 settembre di NXT, dove viene presentata con il nuovo ring name Asuka. Il nome viene scelto come omaggio alla veterana wrestler giapponese Lioness Asuka. La sua prima apparizione, andata in onda il 23 settembre, termina con un faccia a faccia con Dana Brooke ed Emma, culminato nel suo match di debutto il 7 ottobre ad NXT TakeOver: Respect, dove sconfigge Brooke. Asuka inizia così a scalare i ranking della federazione con convincenti vittorie, incluso un sorprendente successo su Cameron, continuando allo stesso tempo il suo feud con Brooke and Emma. Asuka ed Emma si affrontano finalmente il 16 dicembre ad NXT TakeOver: London, dove è nuovamente la giapponese ad uscire vittoriosa.
Nell'episodio di NXT del 13 gennaio 2016, Asuka prende parte ad un over-the-top-rope battle royal per determinare la sfidante numero uno al titolo NXT Women's Championship, detenuto da Bayley. Sarà però Carmella a trionfare nel match speciale. Il 10 febbraio trae in salvo Carmella dall'attacco di Eva Marie e Nia Jax, dopo un insuccesso della sfidante numero uno contro Bayley. Successivamente la giapponese sale sul ring per confrontare Bayley, indicando di voler ottenere anche lei una chance per il titolo femminile. Nell'episodio di NXT del 16 marzo Asuka e Bayley sconfiggono Eva Marie e Nia Jax in un tag team match, che culmina con l'annuncio da parte di William Regal di un match titolato fra le due compagne di squadra. Il 1º aprile ad NXT TakeOver: Dallas, Asuka sconfigge la campionessa in carica Bayley via sottomissione, conquistando l'NXT Women's Championship e divenendo la prima detentrice asiatica del titolo femminile. Nell'episodio di NXT del 27 aprile Asuka ha sconfitto Eva Marie. Successivamente inizia una faida con Nia Jax, divenuta nel frattempo la contendente numero uno per l'NXT Women's Championship. L'8 giugno difende con successo la cintura dall'assalto della Jax ad NXT TakeOver: The End. Il 20 agosto ha difeso con successo il titolo contro l'ex-campionessa Bayley a NXT TakeOver: Brooklyn II. Il 19 novembre Asuka ha difeso con successo il titolo contro una rientrante Mickie James a NXT TakeOver: Toronto. Il 28 dicembre a NXT Asuka ha difeso con successo il titolo contro la sua ex-rivale Nia Jax (ora membro del roster di Raw). Il 28 gennaio a NXT TakeOver: San Antonio Asuka ha difeso con successo l'NXT Women's Championship in un Fatal 4-Way match che includeva anche Billie Kay, Nikki Cross e Peyton Royce. Il 4 febbraio Asuka è diventata la detentrice più longeva del titolo con 578 giorni, superando il precedente primato che apparteneva a Paige con 308 giorni di regno; in realtà, tuttavia, la WWE aveva riconosciuto Asuka come la NXT Women's Champion più lunga della storia già dal 4 gennaio 2017 poiché il regno di Paige, durato 308 giorni, viene riconosciuto dalla WWE come se fosse durato 274 giorni. Nella puntata di NXT del 1º marzo Asuka ha difeso con successo il titolo contro Peyton Royce. Il 1º aprile, a NXT TakeOver: Orlando, Asuka ha difeso con successo il titolo contro Ember Moon. Il 20 maggio a NXT TakeOver: Chicago Asuka ha difeso con successo il titolo in un Triple Threat match che includeva anche Nikki Cross e Ruby Riot. Nella puntata di NXT del 28 giugno Asuka ha difeso con successo il titolo contro Nikki Cross in un Last Woman Standing match. Il 19 agosto, a NXT TakeOver: Brooklyn III, Asuka ha difeso con successo il titolo contro Ember Moon. Il 21 agosto è stato annunciato che Asuka ha subito un infortunio alla clavicola che la terrà fuori dalle scene per circa sei-otto settimane. Il 24 agosto, durante la registrazione di una puntata di NXT (andata poi in onda il 6 settembre), Asuka è stata costretta a rendere vacante il titolo in seguito all'infortunio subito, interrompendo così il record come campionessa più longeva di sempre con 510 giorni di regno.

Raw (2017–presente)

Nella puntata di Raw dell'11 settembre 2017 è stato annunciato che Asuka è stata assegnata al brand dello show rosso dal General Manager Kurt Angle. Il 24 settembre, durante No Mercy, è stato annunciato che Asuka tornerà ufficialmente il 22 ottobre a TLC: Tables, Ladders & Chairs. Nella puntata di Raw del 9 ottobre è stato reso noto che Asuka affronterà Emma a TLC, dato che quest'ultima ha sconfitto Alicia Fox, Bayley, Dana Brooke e Sasha Banks in un Fatal 5-Way Elimination match con in palio appunto il diritto di affrontare Asuka. Il 22 ottobre, a TLC: Tables, Ladders & Chairs, Asuka ha fatto il suo debutto in un pay-per-view del roster principale sconfiggendo Emma. Nella puntata di Raw del 23 ottobre Asuka ha fatto il suo debutto a Raw sconfiggendo Emma nella rivincita di TLC. Nella puntata di Raw del 30 ottobre Asuka ha sconfitto facilmente la jobber Stacie Cullen.

Vita personale

È laureata presso la Osaka University of Arts Junior College dell'omonima città. Prima del suo ingresso nel mondo del wrestling, ha scritto articoli per l'Xbox Magazine e progettato la grafica per giochi del Nintendo DS e varie applicazioni mobili, oltre a possedere un salone di bellezza chiamato Another Heaven nella città di Yokohama. È inoltre una grande appassionata della cultura statunitense, essendo fan di gruppi come i Guns N' Roses, Aerosmith e Bon Jovi, film come Il padrino, Gran Torino, Platoon e Balla coi lupi, e videogiochi come Call of Duty. Prima di diventare una wrestler, la Urai ha praticato anche altri sport come il badminton ed il pattinaggio di figura.

domenica 23 marzo 2014

Come Praticare la Meditazione Zen



Zazen è un tipo di meditazione unica nel Buddhismo Zen che rappresenta il cuore della pratica. Zen è la parola giapponese per meditazione, quindi i Buddhisti Zen possono essere chiamati “Buddhisti Meditatori”. Questo post sottolinea come un principiante può iniziare a praticare la zazen, che letteralmente significa “meditazione da seduti”.


Prendi uno zafu o un cuscino piccolo. È opzionale, dipende dalla tua posizione e da ciò che preferisci.


La traduzione letterale di zazen è “meditazione da seduti”. Quindi come ti siedi è importante. Ecco alcune posizioni diverse usate nella zazen:
    • La Posizione Birmana. Questa è la posizione più semplice in cui le gambe sono incrociate ed entrambe le ginocchia appoggiate piatte sul pavimento. Una caviglia è di fronte all’altra, non sopra.
    • La Posizione del Mezzo Loto (Hankafuza). Questa si fa mettendo il piede sinistro sulla coscia destra e la gamba destra sotto la coscia sinistra.
    • La Posizione del Loto. È la più stabile delle posizioni. Si fa mettendo i piedi sotto la coscia opposta. Potrebbe essere leggermente doloroso all’inizio ma continua a provare e i muscoli delle gambe si scioglieranno. Se è ancora difficile e doloroso dopo una settimana, chiedi consiglio al tuo medico o metti una bottiglia di acqua calda sotto la gamba. Ad ogni modo, non è raccomandabile se hai un dolore cronico al ginocchio.
    • La Posizione in Ginocchio (Seiza). Inginocchiati con le anche appoggiate alle caviglie.
    • La posizione della Sedia. Va benissimo sedersi su una sedia, ma è essenziale che la schiena sia perfettamente dritta.
    • La Posizione in Piedi. Questa posizione, praticata in Corea e Cina, è utile per chi non può stare seduto troppo a lungo. Resta in piedi, gambe divaricate alla larghezza delle spalle. I talloni dovrebbero essere leggermente più vicini rispetto alla distanza tra gli alluci. Appoggia le mani sull’ombelico, la destra sopra la sinistra. Non unire le ginocchia.




Mettiti in posizione.
Unisci le mani nella mudra cosmica. Si fa mettendo la tua mano dominante con il palmo in alto, stringendo l’altra mano anch’essa con il palmo rivolto verso l'alto. I pollici si toccano leggermente. Non è una posizione obbligatoria.


Inizia liberando la mente e concentrandoti sul tuo respiro. Puoi tenere gli occhi aperti, o chiusi per metà, o completamente chiusi.


Conta ogni inspirazione ed espirazione, fino ad arrivare a dieci.


Ricomincia da uno. Se la tua mente si distrae, e lo farà, prendi nota del pensiero e poi ricomincia a contare da uno.


Continua per circa 15 minuti. Quando riesci a contare fino a 10 più volte senza pensieri invadenti, è ora di iniziare a contare le ispirazioni e le espirazioni come un unico movimento, anziché separatamente. Eventualmente, sarai in grado di concentrarti solo sul respiro e non contare più. Perché questo accada serve che tu pratichi la meditazione zazen quotidianamente.


Apri gli occhi e riscalda gambe e braccia, in modo da aumentare la pressione sanguigna fino al suo normale livello.


Medita per circa 15 minuti durante la prima settimana e aumenta ogni settimana di 5 minuti fino a raggiungere i 45 minuti o l’ora, se riesci. Se pratichi la zazen ogni giorno e gradualmente, le tue sessioni di meditazione saranno molto rilassanti e sperimenterai un’incredibile calma. Non modulare il tuo respiro in alcun modo, fallo normalmente.


Esplora la calma. Lo zazen è qualcosa in più di restare seduti in silenzio, e può portarci a scoprire consapevolezze profonde e ignote di noi stessi. Il passaggio finale si compie esplorando la calma, l’immobilità che creiamo o scopriamo in noi stessi restando seduti. Prenditi il tempo per osservare te stesso mentre mediti e dopo. Usa tutti i tuoi sensi. Quando ti colpiscono dei pensieri mentre sei in meditazione, o pensi alla tua giornata, osserva ciò che senti… e ciò che viene percepito.




Consigli

  • Se senti dolore o non sei comodo in una posizione, non restarci. Alzati e provane un’altra.
  • L’importanza di avere la schiena dritta è di permettere al diaframma di muoversi liberamente. La respirazione durante la zazen è molto, molto profonda.
  • Dovresti provare a meditare regolarmente, se non tutti i giorni.
  • La posizione delle mani è importante. Un lato della mano rappresenta il piano fisico, l’altro il piano spirituale. Unendole il praticante ricorda che entrambi i piani devono essere in armonia. In più, i pollici che si toccano è un modo per gestire il proprio subconscio. Se ti ritrovi a premere assieme i pollici, significa che sei troppo stressato e hai bisogno di rilassarti. Se cadono, ti stai addormentando. Dovrebbero semplicemente sfiorarsi.






Cose che ti Serviranno

  • Uno zafu o un cuscino per sederti.
  • Una stanza tranquilla dove non sarai disturbato.
  • Una sveglia che parta una volta terminato il tempo di meditazione. Cerca di usare un tono tranquillo, nessun suono troppo forte dovrebbe interrompere o terminare una sessione di meditazione.
  • Abiti comodi e larghi.









sabato 22 marzo 2014

Full contact karate

Full contact karate è un termine usato per indicare uno sport derivato dal Karate in cui, a differenza dei combattimenti di quest'ultimo e delle varianti Point Karate e Semi-contact, è consentito il pieno contatto ("full contact" in inglese) dalla cintura in su. La disciplina fu inventata da Joe Lewis.


Storia

Negli anni settanta si erano diffuse varie arti marziali nei cui incontri i colpi dovevano essere controllati e l'azione doveva spesso essere interrotta dopo i colpi stessi. Per rendere più spettacolari i combattimenti vennero inizialmente inventate due nuove discipline: il "Point Karate" negli USA e il Semi-contact in Europa. In questi sport gli atleti indossano protezioni (inventate dal maestro coreano Jhoon Rhee) che permettono il contatto alla fine del colpo, anche se è necessario fermare l'azione subito dopo.
Il campione di karate tradizionale e Point Karate Joe Lewis decise di creare uno sport in cui, come nel pugilato, vi fosse il contatto pieno, dando così vita al "Full-Contact Karate" o "Professional Karate". La nuova disciplina ebbe un forte successo sia negli Stati Uniti sia in Europa. Dato che le associazioni sportive di karate tradizionale ritenevano non corretto associare la parola "karate" a "full-contact", oggi tale sport viene chiamato semplicemente Full-Contact. È stato inglobato come specialità della Kickboxing, e in Italia ha avuto negli ultimi anni grandissimi rappresentanti a livello internazionale, come Massimo Liberati e Giorgio Perreca. Oltre al Semi-Contact vi è il "Light-Contact" in cui non è permesso mettere a pieno segno i colpi e quindi neanche il KO. Come nel Full Contact, però, l'azione non viene interrotta.


Differenti forme di Full contact

Full contact point karate

Una variante di Full contact è denominata Full contact point karate. È molto similare alle competizioni di karate e si differenzia dal semi-contact e dal light contact in quanto l'arbitro può squalificare per contatto eccessivo. L'incontro viene interrotto dopo ogni colpo portato a bersaglio. Questa forma di competizione di Full Contact Karate si trova principalmente nel Nord America dal quale ha origine, ed ha un seguito anche in Europa. Essa è similare al formato di competizione usato nel taekwondo, e nelle competizioni di Karate sportivo che utilizzano queste regolamentazioni che spesso non si distinguono fra di loro per il regolamento di gara.


American full contact karate

Un secondo formato di competizione è l'American full contact karate. Sviluppatosi negli USA tra gli Anni '60 e l'inizio degli anni settanta, ha preso in prestito regole e schemi tipici della boxe occidentale adattandolo. Il combattimento continua nonostante il punteggio e gli stessi punti vengono contati a fine incontro. Le protezioni consistono nell'impiego di guantoni, calzari per i piedi, paratibie ect. Come orientamento l'American full contact non permette i calci sotto la vita e l'uso dei gomiti e delle ginocchia per colpire.


Knockdown Karate

Un altro maggiore formato sportivo di full-contact karate è conosciuto come knockdown karate o qualche volta denominato Japanese full contact karate. Questo stile di sport da combattimento è stato sviluppato per la prima volta nella seconda metà degli anni sessanta in Giappone dall'organizzazione Kyokushinkai karate, fondata da Masutatsu Oyama. Nel combattimento tradizionale nessuno dei due combattenti porta alcun tipo di protezione se non la conchiglia (Anche se qualche volte delle regolamentazioni locali presentano delle eccezioni), ma è comunque un combattimento a nocche scoperte. Pugni al viso ed inguine e attacchi uniti sono proibiti. ma tutti i colpi con le nocche scoperte e con i gomiti al corpo ed ai fianchi (ad eccezione dei colpi uniti), e calci (incluse le ginocchiate) gambe, braccia, corpo, e al volto sono consentiti, come del resto anche le spazzate. Un punto è realizzato solo quando si è messo a tappeto l'avversario, o lo si è immobilizzato, o con una spazzata e controlled follow-up per un mezzo punto, e, a meno che non ci sia una spazzata od un knockdown, il combattimento è continuo. Al contrario dell'American full contact karate non si contano i colpi andati a segno, ma solo gli effetti dei colpi.


Gloved Karate

Un recente sistema di full contact karate è il Gloved Karate o Karate Gloved. Qualcuno lo chiamava anche Shin-karate/Shinkarate (o "new" karate, in una traduzione parziale) dependentemente dallo sport organizzatore e dai promotori. Questo sistema ha origine in Giappone dove è divenuto un sport dilettantistico e popolare per combattenti di karate che desiderano entrare nel kickboxing professionale. Le regole prendono spunto da quelle di atterramento del Karate, ma si modificarono con l'introduzione dei guantoni da boxe che permettevano di colpire al volto.


Bogu Kumite

Ancora un'altra forma di Full Contact Karate è kumite di Bogu, di cui è rappresentante il campione Fabio Martella. Viene associato spesso ad alcuni stili tradizionali dell' Okinawan karate. Questa versione utilizza in competizione un'imbottitura protettiva e pesante per evitare danni. All'inizio, questa imbottitura protettiva fu basata sull'elmo e sull'armatura del kendo giapponese; con guanti per proteggere le nocche dagli elmi ricopre d'acciaio sbarre, anche se nei giorni moderni la più specifica imbottitura è stata sviluppata nonostante sia permesso il knock out come criterio vincente, l'attrezzatura protettiva riduce le opportunità affinché questo avvenga, ed i punti sono segnati per tecniche pulite. Originalmente solo un metodo di addestramento. Se comparato agli altri sport di Full Contact Karate, Bogu e Koshiki sono ancora molto piccoli.


Altri

Altre regolamentazioni di Full Contact includono versioni che permettono il pieno contatto della nocca nuda contro la testa indifesa. Tuttavia esse tendono ad essere piccoli ed oscuri comparati al precedente elenco di varianti. Queste regole tendono ad essere ristrette ad una sola piccola organizzazione o anche promozioni di evento di sport individuali.
Esempi di full contact minori e di sistemi di regolamento sono le regolamentazioni del Shinken shobu Kyokushin-kan e del Mumonkai.