giovedì 13 agosto 2015

I 7 principi del bushido




samurai

Il Bushidō (la via del guerriero) era il codice di comportamento morale e militare dei samurai del Giappone feudale. Di ispirazione buddista e confuciana, la via richiedeva ad ogni guerriero il rispetto dei principi di onore, giustizia e lealtà. Il non rispetto del codice costituiva un atto deplorevole da espiare con la morte mediante seppuku, il suicidio rituale.


I principi che ogni samurai deve rispettare sono 7:


, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

, Jin: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.

, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.

, Makoto: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.



mercoledì 12 agosto 2015

Daba

Risultati immagini per Daba cina




Il termine daba è riferito alla tradizionale religione dei mosuo, detti anche moso, un piccolo gruppo etnico i cui membri vivono in alcuni villaggi montani ai confini tra le province cinesi dello Yunnan e del Sichuan e della Regione Autonoma del Tibet, in particolare lungo le rive del lago Lugu. Il termine è anche riferito ai sacerdoti/sciamani di questa religione, i quali, oltre a celebrarne i riti e le cerimonie, sono addetti alla conservazione della tradizione orale dei mosuo tramandata da secoli, visto che la loro lingua non possiede alcun sistema di scrittura.
Il daba è considerato parte dell'animismo.
Sebbene il popolo mosuo abbia adottato come fede anche il buddhismo tibetano, la religione daba racchiude la maggior parte del patrimonio culturale e storico del popolo. La tradizione orale che si tramanda per mezzo dei sacerdoti daba si basa infatti sulla storia e cultura dell'etnia. La limitazione imposta dalle autorità cinesi all'attività di formazione di nuovi daba, considerandoli un'antiquata forma di superstizione, portò a una drastica riduzione del loro numero. Dopo l'abolizione di tali limitazioni, i mosuo si sono organizzati per istruire i giovani dei villaggi a diventare daba per garantire che si continui a tramandarne le tradizioni. Per lo stesso motivo, è stato inoltre dato il via a un progetto per creare un sistema di scrittura della lingua che richiede tempi lunghi di attuazione.
È stato ipotizzato che il daba abbia elementi in comune con il dongba, del quale sarebbe più antico, la religione tradizionale dei vicini Naxi. La fede daba non si è data una struttura organizzativa e non ha monasteri, buona parte delle cerimonie si basa sulla recitazione di alcune dozzine di sutra, tra i quali quello auspicale chiamato libro per il conteggio dei giorni, che contiene 32 pittografie primitive.
Nel corso dei secoli, la religione daba ha assorbito l'influenza del buddhismo tibetano, che secondo fonti cinesi è arrivato tra i mosuo nel periodo compreso tra la fine della dinastia Song (960-1279) e l'inizio della dinastia Yuan (1271-1368). Ma la scuola buddhista tibetana diventata più importante nella cultura popolare è quella del movimento gelugpa, introdotta nella regione dei mosuo nel periodo della dinastia Qing (1644-1911) e supportata da capi-villaggio locali. Le due religioni si integrarono e sono considerate compatibili tra loro.
Sebbene il buddhismo sia arrivato a dominare la vita religiosa dei mosuo, il sacerdote daba ne rappresenta l'anima tradizionale e conserva grande importanza per la lotta agli spiriti maligni. Tra le sue prerogative vi sono la cura dei malati, le cerimonie di sacrifico degli animali e il largo consumo di vino. Ai funerali presenziano sia i monaci buddhisti, che presiedono alla cremazione, che i sacerdoti daba, incaricati di indirizzare l'anima del defunto a Seba'anawa, il paradiso degli antenati mosuo.
Malgrado la società mosuo sia organizzata secondo un sistema matrilineare, in ambito religioso le donne si limitano a fare le offerte agli altari della casa dedicati agli antenati o agli dei, mentre sia i monaci buddhisti che i sacerdoti daba sono esclusivamente uomini. L'etichetta mosuo vuole che ci si prostri tre volte quando si incontra un daba.


martedì 11 agosto 2015

Prana

Risultati immagini per Prana



Il termine prana (dal sanscrito प्राण, prāṇa) significa letteralmente «vita» e in seconda istanza viene inteso come «respiro» e «spirito».
Secondo la fisiologia induista, tutti gli esseri viventi, in quanto tali, sono dotati di prana, la cui conservazione deriva dal corretto svolgimento di tutte le funzioni psicologiche, emotive e fisiologiche necessarie al mantenimento armonico dell'equilibrio interiore.
Secondo tale filosofia, uno dei modi più evidenti attraverso cui gli esseri viventi ottengono prana è dato dalla respirazione che veicola, oltre all'ossigeno (elemento grossolano) anche la vitalità (elemento sottile) che traiamo dall'aria.
Nello yoga e nelle tecniche di guarigione indiane la capacità di saper padroneggiare il respiro (prāṇāyāma) assume un ruolo fondamentale, poiché attraverso la consapevolezza questo esercizio consente di controllare e regolarizzare eventuali squilibri e disfunzioni dell'organismo, in particolare tra corpo e psiche, ristabilendo la salute spirituale nella sua interezza, in un'ottica olistica.
Nella cultura cinese e giapponese il concetto con significato corrispondente al prana rientra nell'accezione di Ki, mentre in quella europea è identificabile con il termine pneuma; in Occidente è stato assimilato anche al significato di forza vitale, e alla nozione ermetico-esoterica di etere.

Funzione del prana
Nell'ambito della medicina naturopatica ed esoterica si sostiene l'importanza del prana inteso come quel tipo di energia vitale più prossimo al livello fisico, la cui funzione consiste nell'infondere vitalità e vigore all'organismo. Insieme all'energia originaria ereditaria, e a quella intersessuale, esso va a costituire la forza vitale complessiva dell'essere umano, conosciuta nella medicina tradizionale cinese come «Ki». Essendo la più vicina al corpo materiale grossolano, essa è meno sottile di altre forme di energia vibrazionale: mentre queste ultime vengono recepite dai vortici dei chakra principali e attengono soprattutto alla dimensione psichica dell'individuo, il prana viene invece assorbito principalmente attraverso il lavoro svolto dai meridiani, ossia i canali di energia che scorrono lungo il corpo eterico e hanno natura essenzialmente elettrica. A differenza delle vibrazioni più elevate, il prana non può dunque essere assorbito direttamente dall'esterno come sostenuto da alcune dottrine new Age.
«[...] Se così fosse, potremmo tranquillamente rinunciare alla permanenza all'aria aperta; altrettanto inutile sarebbe anche l'assunzione di cibi freschi, perché sarebbero sufficienti i cibi denaturati ai quali siano state aggiunte le vitamine. In questo caso, tutto il prana di cui abbiamo bisogno arriverebbe ai nostri chakra direttamente, attraverso i muri delle nostre case e attraverso gli abiti che indossiamo.»
(Dietmar Krämer, Terapie esoteriche, pag. 106, trad. di Lucia Bartolucci, Mediterranee, 1998)
Per ricevere tutto il prana necessario al mantenimento di un sano equilibrio elettrico-vitale, occorrerebbe dunque non solo respirare ossigeno da luoghi possibilmente poco inquinati, ma anche assumere alimenti ricchi di alte vibrazioni, come quelli indicati nella scala messa a punto nel 1949 dal ricercatore francese André Simoneton: stando ad essa, mentre i cibi con carica bassa o nulla sottraggono energia all'organismo per poter essere assimilati, quelli che emettono frequenze elettromagnetiche superiori a una certa soglia apporterebbero un contenuto nutritivo superiore alla loro componente chimica e calorica. Le radiazioni emesse dai cibi sono state misurate in ångström e risulterebbero visibili tramite apposita fotografia Kirlian.


lunedì 10 agosto 2015

Sampradāya

Risultati immagini per Sampradāya




Sampradāya (devanāgarī: सम्प्रदाय; s.m., lett. "conferitore [di una tradizione]") è quel termine, di genere maschile, sanscrito che nella tradizione hindū indica sia un sistema di insegnamento religioso, sia, analogamente, una tradizione di successione disciplica spirituale.
Nel suo ultimo significato, la conoscenza, il sapere spirituale viene trasmesso dal maestro (guru) al discepolo (śiṣya), che a sua volta, divenuto maestro, lo trasmette fedelmente ad un nuovo discepolo.
Si forma così una catena di maestri (guru paramparā), tra i quali il sapere viene trasmesso grazie all'ascolto (śravanam) e nella quale si è ammessi soltanto dopo aver ricevuto l'iniziazione (dīkṣā), e non per diritto di nascita (a differenza cioè delle dinastie ereditarie, gotra).


domenica 9 agosto 2015

Utilizzi medici dell'argento

Risultati immagini per Utilizzi medici dell'argento



Gli utilizzi medici dell'argento includono la sua incorporazione in garze per ferite, creme, e come rivestimento germicida in dispositivi medici. Nella pratica medica si è avuto utilizzo di bende contenenti sulfadiazina-argentica oppure nanoparticelle di argento che possono essere utilizzati in infezioni esterne (come quelle nell'ustione), tuttavia, recenti studi hanno mostrato come questa pratica può avere effetti ritardanti sul processo di guarigione della ferita e l'argento può inoltre avere effetti citotossici sulle cellule; più in generale, esistono poche prove in letteratura scientifica per sostenere l'utilità di questo impiego.
L'argento non ha un ruolo biologico ed è particolarmente tossico per gli organismi inferiori. Sebbene diverse formulazioni di argento impiegate in medicina nel secolo scorso siano prescritte e vendute per trattare determinate condizioni mediche, la maggior parte dei suoi composti, compresi quelli che mostrano proprietà eccezionali come agenti antimicrobici o antitumorali, sono ancora nelle prime fasi della valutazione in studi in vitro e potrebbe comunque non arrivare agli studi clinici. A differenza di altri metalli pesanti, non ci sono prove che l'argento sia un veleno cumulativo, ma a seguito di un'esposizione prolungata, i suoi livelli possono accumularsi nei tessuti del corpo con conseguenti effetti indesiderati. In una recente review di S. Medici, M. Peana e al. viene esaminato l'argento dalla medicina alternativa o fai-da-te alle prove scientifiche relative ai suoi usi mettendo in evidenza molte controversie riguardo l'efficacia e i meccanismi molecolari coinvolti.
L'argento colloidale è un colloide consistente in particelle d'argento sospese in un liquido. L'argento colloidale e le formulazioni contenenti sali di argento sono stati impiegati dai medici all'inizio del XX secolo, ma il loro utilizzo è stato in gran parte interrotto dal 1940, a seguito dello sviluppo di antibiotici più efficienti.
A partire dal 1990, l'argento colloidale è stato nuovamente venduto come medicina alternativa. I prodotti a base di argento colloidale rimangono disponibili in molti paesi come integratori alimentari e rimedi omeopatici, sebbene non sia nota un eventuale efficacia nel trattamento di alcuna malattia e comportino il rischio di alterazioni estetiche collaterali e permanenti, come l'argiria, più una serie di implicazioni, come reazioni allergiche e interazioni con altri medicinali. Altre particolari soluzioni con ioni di argento (come ad esempio l'argento citrato complessato) sono d'altra parte senza prova scientifica circa la efficacia e la non dannosità; in uno studio commissionato dall'Unione europea il punto maggiormente critico dei composti a base d'argento come l'argento citrato è legato alla possibilità che abbia effetti negativi a lungo termine come appunto l'argiria.

Usi medici
Gli utilizzi medici dell'argento includono la sua aggiunta in garze, creme, e come rivestimento antibiotico sui dispositivi medici. Nonostante le garze contenenti sulfadiazina di argento o nanoparticelle di argento possano essere impiegate contro le infezioni esterne, lo ione argento (Ag+) è bioattivo e attraverso una sufficiente concentrazione uccide rapidamente batteri in vitro. L'argento manifesta una bassa tossicità nel corpo umano, e i rischi sono minimi in seguito a esposizione clinica tramite inalazione, ingestione, applicazione cutanea. L'argento e le nanoparticelle d'argento sono usate come un antimicrobico in una varietà di applicazioni industriali, sanitarie e domestiche.

Creme antibatteriche
Una revisione sistematica del 2012 riportava che l'argento topico mostrava un tempo di guarigione significativamente peggiore rispetto ai campioni di controllo e non mostrava alcuna prova dell'efficacia nel prevenire le infezioni delle ferite. La revisione sistematica Cochrane concluse che “Ci sono insufficienti prove per stabilire se le garze contenenti argento o agenti cutanei favoriscano la guarigione o prevengano dall'infezione delle ferite”.
La statunitense “Food and Drug Administration” ha approvato un certo numero di preparazioni topiche di sulfadiazina d'argento per i trattamenti di ustioni di secondo e terzo grado.

Medicazioni
Una revisione sistematica del 2012 scoprì che i medicamenti contenenti argento non erano più efficaci dei corrispettivi che non lo conteneva nel trattare le ustioni. Una revisione Cochrane del 2012 scoprì che i medicamenti idrocolloidali contenenti argento non erano più efficaci dei comuni medicamenti alginati nel trattamento delle ulcere da diabete. Una revisione Cochrane del 2010 non trovò sufficienti prove per determinare se le garze contenenti argento aumentassero o diminuissero le infezioni o influenzassero la velocità di guarigione. Un'altra revisione del 2010 invece provò come garze impregnate di argento aumentassero la guarigione a breve termine di ulcere e ferite. L'autore principale di questo articolo è però il promotore di un'industria che produce uno dei medicamenti d'argento sotto studio. Una revisione sistematica del 2009 stabilì che i medicamenti d'argento aumentava sia la guarigione delle ferite che la qualità della vita se applicati a ferite croniche non guaribili. Un'altra revisione del 2009 scoprì che la sua applicazione causava una riduzione delle dimensioni delle ferita e maggior controllo nella perdita di liquidi e dell'odore rispetto a garze senza argento. Una revisione Cochrane del 2008 scoprì che, nonostante alcune potenziali caratteristiche positive, molti degli esperimenti avevano lacune metodologiche e quindi erano di scarsa utilità. Le revisioni sollevarono anche dubbi riguardo ritardi nella guarigione e un numero crescente di applicazioni della medicazione quando la sulfadiazina d'argento (SSD) era impiegata per l'intera durata del trattamento. Un'altra revisione sistematica del 2008 concluse che le prove mostravano un effetto positivo dei medicamenti con argento colloidale nel trattamento delle ferite croniche infette, ma espresse la perplessità che le prove fossero limitate e potenzialmente influenzate. Numerosi medicamenti a base di argento come antibatterico sono stati rimossi dalla Food and Drug Administration (FDA).

Tubi endotracheali
Limitate prove suggeriscono che i tubi endotracheali rivestiti con argento possano ridurre l'incidenza della polmonite associata a ventilazione (VAP) e ritardarne l'esordio, nonostante nessun beneficio sia stato osservato durante il periodo di intubazione, nella durata della permanenza in terapia intensiva o nel tasso di mortalità. Sono stati sollevati dubbi circa la natura cieca di alcuni studi per cui si rendono necessari studi scientifici di maggiore qualità.
La Food and Drug Administration nel 2007 rimosse un tubo endotracheale con un sottile rivestimento di argento, per ridurre il rischio di polmonite associata a ventilazione.

Cateteri urinari
Le prove non dimostrano una importante riduzione nel rischio di infezioni nel tratto urinario quando vengono impiegati cateteri realizzate con leghe d'argento. Questi cateteri costano di più rispetto ad altri cateteri.

Raggi X
Le lastre a base di alogenuri dell'argento erano lo standard per rivelare i raggi X nelle tecniche radiografie prima dell'impiego delle radiografie digitali. Le tecniche su lastra fotografica con sali fotosensibili di argento rimane popolare per la sua estrema precisione e i suoi costi ridotti dove la tecnologia dei raggi X digitali non è ancora disponibile.

Altri usi
I composti dell'argento sono usati in preparazioni esterne come asettici, includendo sia il nitrato d'argento che l'argento proteinato, che possono essere utilizzati in soluzioni diluite, come colliri per prevenire la congiuntivite nei neonati. Il nitrato d'argento è talvolta usato in dermatologia nella forma di bastoncini come caustico (“caustico lunare”) per trattare alcune condizioni cutanee, come calli e verruche. L'argento è anche impiegato nelle protesi ossee, nella chirurgia ortopedica ricostruttiva e nei dispositivi cardiaci.
I cateteri venosi centrali di clorexidina sulfadiazina d'argento riducono significativamente l'incidenza delle infezioni sanguinee (CR-BSI). L'uso di fluoruro diammina d'argento è un trattamento efficace per ridurre le carie dentali.
L'acetato di argento è stato usato come potenziale aiuto per smettere di fumare. Una revisione della letteratura nel 2012, comunque, verificò che gli effetti dell'acetato di argento sullo smettere di fumare erano lievi.

Effetti collaterali
Negli umani e in altri animali, l'argento colloidale si accumula nel corpo.
Assunzioni croniche di prodotti con argento colloidale può portare all'accumulo cutaneo di particelle. Queste si scuriscono con l'esposizione alla luce solare, provocando una decolorazione blu o grigia della pelle nota come argiria. Una argiria localizzata può essere il risultato dell'applicazione topica di soluzioni contenenti argento, mentre un'argiria generalizzata risulta dall'ingestione di tali sostanze.
L'argiria è generalmente irreversibile. L'unico accorgimento pratico per minimizzare il difetto estetico consiste nell'evitare l'esposizione al sole. Per curarla sono state riportate relazioni preliminari sui trattamenti con il laser. Questi sono dolorosi e generalmente è necessaria l'anestesia. Un trattamento simile al laser è stato impiegato per ripulire gli occhi dalle particelle d'argento, una condizione simile all'argiria detta argirosi. L'agenzia per il registro delle sostanze tossiche e per le malattie (ATSDR) descrive l'argiria come un “problema estetico”.
Sebbene l'argiria sia solitamente limitata alla decolorazione della pelle, ci sono casi isolati che presentano complicazioni neurologiche, renali o epatiche più serie, causate dall'ingestione dell'argento colloidale.
L'argento colloidale può interagire con alcuni farmaci, riducendo l'assorbimento di alcuni antibiotici e della tiroxina.
Alcune persone sono allergiche all'argento e l'uso di trattamenti e dispositivi medici che lo contengono è controindicato. Nonostante i dispositivi medici contenenti argento siano raramente impiegati negli ospedali, non sono ancora stati intrapresi provvedimenti per la standardizzazione di questi prodotti.

Purificazione dell'acqua
L'argento dissolto elettroliticamente è stato usato come agente disinfettante dell'acqua, per esempio, per le riserve d'acqua potabile della stazione orbitale Mir e della Stazione Spaziale Internazionale. Molti ospedali moderni filtrano l'acqua calda attraverso filtri di rame-argento per debellare le infezioni di MRSA e legionella. L'Organizzazione Mondiale della Sanità include i filtri di argento in uno stato colloidale prodotto da elettrolisi di elettrodi d'argento in acqua, e d'argento colloidale in acqua, come due fra molti metodi di disinfezione, specifici per fornire acqua potabile salubre nei paesi in via di sviluppo.
In alcuni paesi in via di sviluppo, grazie all'impegio di Ron Rivera e Potters for Peace è stato creato un sistema di filtrazione in ceramica ricoperto di particelle d'argento e usato per disinfettare l'acqua. Infatti con questa invenzione l'argento inibisce la crescita microbica sul substrato del filtro, prevenendone l'intasamento.

Meccanismo d'azione
L'argento e molti suoi composti hanno un effetto oligodinamico e sono tossici per batteri, alghe e funghi in vitro. L'azione antibatterica dell'argento dipende dallo ione argento. L'efficacia dei composti dello zinco come antisettici è basata sull'abilità dello ione argento (Ag+), biologicamente attivo, di danneggiare irreversibilmente il sistema chiave degli enzimi nella membrana dei patogeni. Da molto tempo è noto che l'azione antibatterica dell'argento aumenta in presenza di un campo elettrico. Applicare una corrente elettrica attraverso degli elettrodi di argento incrementa l'azione antibiotica all'anodo, probabilmente dovuta al rilascio di argento nella coltura batterica. L'azione antibatterica degli elettrodi ricoperti con nanostrutture d'argento viene incrementata dalla presenza di campi elettrici.

Medicine alternative
Fin da circa il 1990, vi è stata una rinascita della promozione dell'argento colloidale come integratore alimentare o rimedio omeopatico, che poteva prevenire numerose malattie, come cancro, diabete, HIV/AIDS, herpes e tubercolosi. Nessuna evidenza medica supporta l'efficacia dell'argento colloidale per questi benefici vantati. L'argento non è un minerale essenziale per gli esseri umani; non c'è alcuna necessità alimentare di argento, e non sono noti fenomeni di “carenza” di argento.
Non c'è prova che l'argento colloidale tratti o prevenga alcuna condizione medica, mentre è noto che può causare effetti collaterali seri e irreversibili come l'argiria. Nell'agosto 1999, la FDA proibì ai venditori di argento colloidale di dichiarare proprietà terapeutiche o preventive del prodotto, per quanto i prodotti contenenti argento continuino a essere promossi come integratori alimentari negli Stati Uniti grazie ai vaghi regolamenti standard applicati per gli integratori. La FDA ha rilasciato numerose lettere di diffida dirette ai siti internet che hanno continuato a promuovere l'argento colloidale come antibiotico o per altri propositi medici. Nonostante gli sforzi della FDA, i prodotti a base di argento rimangono largamente disponibili sul mercato. Una indagine sui siti internet promotori di spray nasali contenenti argento colloidale asserisce che l'informazione per questi rimedi è aleatoria e inaccurata.
Nel 2002, l'australiana Therapeutic Goods Administration (TGA) scoprì che non vi erano legittimi usi medici per l'argento colloidale e nessuna prova a supporto delle affermazioni pubblicitarie. Il Centro Nazionale per la Medicina Complementare e Alternativa statunitense (NCCAM) avverte che le affermazioni pubblicitarie sull'argento colloidale non sono scientificamente supportate, che il contenuto di argento dei prodotti commerciali è estremamente variabile, e che l'argento colloidale può avere seri effetti collaterali, come la argiria. Nel 2009, la USFDA rilasciò un avvertimento sui potenziali effetti collaterali dell'argento colloidale, e diceva che ”... non ci sono prescrizioni legalmente vendute o farmaci da banco contenenti argento che sono presi per bocca.” Quackwatch riporta che gli integratori alimentari a base d'argento colloidale non sono stati ritenuti sicuri o efficaci per il trattamento di qualsiasi condizione. Consumer Reports cataloga l'argento colloidale come un “integratore da evitare”, descrivendolo come “probabilmente pericoloso”. Il Los Angeles Times dichiara che “l'argento colloidale come panacea, è una frode con una lunga storia, con ciarlatani che affermano potesse curare il cancro, l'AIDS, la tubercolosi, il diabete e numerose altre malattie.”

Storia
Ippocrate nei suoi scritti discusse l'uso dell'argento nella cura delle ferite. All'inizio del ventesimo secolo i chirurghi impiegavano di routine suture d'argento per ridurre il rischio di infezioni. Negli stessi anni i medici usavano colliri contenenti argento per trattare problemi oftalmici, per varie infezioni, e talvolta internamente per malattie come sprue tropicale, epilessia, gonorrea e il comune raffreddore. Durante la prima guerra mondiale, i soldati usavano fogli d'argento per trattare le ferite infettate.
Prima dell'introduzione dei moderni antibiotici, l'argento colloidale era impiegato come germicida e disinfettante[80] Con lo sviluppo dei moderni antibiotici nel 1940, l'uso dell'argento come agente antimicrobico diminuì. La sulfadiazina d'argento (SSD) è un composto contenente argento e l'antibiotico sodio sulfadiazina, sviluppato nel 1968.

Costi
Nel 2006 il Servizio Sanitario Nazionale inglese spese circa 25 milioni di sterline in medicamenti contenenti argento. Tali medicamenti rappresentavano circa il 14 % dei medicamenti totali usati e circa il 25% dell'intero costo dei medicamenti.
Dubbi sono stati espressi circa il potenziale costo ambientale dei nanomateriali d'argento prodotti nell'applicazione dei consumatori essendo rilasciati nell'ambiente, per esempio possono creare un problema agli organismi benigni del terreno.


sabato 8 agosto 2015

Massaggio thai

Risultati immagini per Massaggio thai


Il massaggio tradizionale thailandese viene denominato “nuad phaen borarn” (นวดแผนโบราณ) in lingua thai e significa letteralmente toccare per guarire (nuad) e antico/degno di riverenza (borarn). È normalmente eseguito a terra, dove colui che lo riceve e colui che lo dà indossano abiti confortevoli; ha una durata media di 2 ore e mezza e non è consentito l'uso di oli.

Storia e origine
Il massaggio thai è frutto di una lunga storia che sconfina nella leggenda. Fu codificato nel V secolo a.C. dal medico indiano Shivago Kumar Baj, considerato ancora oggi in Thailandia “Padre della medicina”. Come attesta il Canone pāli, scritture della tradizione buddhista Theravada, fu contemporaneo, amico e seguace del Buddha, esercitò l'arte medica alla corte del re indiano di Maghada Bimbisara e fu il medico della comunità buddhista (Sangha). Quando i monaci buddhisti e i discepoli del medico arrivarono nella zona dove si trova ora la Thailandia, nel III o nel II secolo a.C., diffusero questo tipo di massaggio come pratica del mettā, "gentilezza amorevole". Non si hanno documenti che attestino pratiche di massaggio in quella stessa zona anteriori a questo periodo.
Le origini del massaggio thai sono oscure e poco documentate ed è lecito supporre che Shivago Kumar Baj abbia utilizzato nella sua codifica tradizioni mediche provenienti soprattutto dall'India (Ayurveda e Yoga) e anche dalla Cina, dal Sud-est asiatico, dalla medicina popolare e dalle pratiche sciamaniche. L'influenza della medicina indiana si evince, oltre che dalla provenienza di Shivago Kumar Baj, anche dall'etimologia di molti termini: Sen Sumana (thai - เส้นสุมนา)- Sushumna nadi (sanscrito), Sen Ittha (thai - เส้น อิทา) - Ida nadi (sanscrito), Sen Pingkhla (thai - เส้นปิงคลา) - Pingala nadi (sanscrito). Anche molte posizioni del massaggio thai riflettono posture dello Yoga. Il concetto dei canali energetici che solcano il corpo è comune a diverse culture asiatiche (thai เส้น – sen, sanscrito-nadi, cinese 經絡-jīngluò, giapponese-tsobus); così come il concetto dell'energia vitale prana è comune sia a culture asiatiche sia a culture europee (sanscrito प्राण-prana, cinese qi, coreano gi, giapponese ki, greco πνεῦμα, latino spiritus, ebraico ruach); da questi dati, è impossibile tracciare un rapporto di derivazione storica tra una cultura e l'altra.
Non si sa, in mancanza di documenti, quale sia stata l'influenza dell'agopuntura e della digitopressione cinese sul massaggio thai per due motivi:
  1. la medicina e il massaggio erano insegnati oralmente;
  2. i pochi testi di medicina, anteriori al XVII secolo, redatti in lingua pali e caratteri khmer, scritti su foglie di palma furono quasi tutti distrutti nel 1767 dall'invasione birmana che segnò la fine del Regno di Ayutthaya.
Alcuni frammenti furono salvati e nel 1832 consentirono al re Rama III di incidere sui muri del tempio Phra Chetupon, l'odierno Wat Pho, 60 figure del corpo, 30 anteriori e 30 posteriori, che rappresentano posizioni e linee energetiche. Nel XIX secolo il Siam entra in contatto con la medicina allopatica portata dai missionari occidentali; nel 1888 viene fondato a Bangkok il Siriraj Hospital, che utilizzava sia la medicina allopatica che quella tradizionale; nel 1913 fu separata la medicina tradizionale da quella allopatica; nel 1929 una legge classificava i professionisti e gli operatori, incrementando il solco fra le due medicine; il 24 marzo 1993 venne fondato il National Institute of Thai Traditional Medicine con l'obiettivo di facilitare l'integrazione della medicina tradizionale nel servizio di salute pubblica; nel 1997 fu varato l'ottavo “Piano di Sviluppo per la Salute Pubblica” che prevedeva l'incremento della medicina tradizionale, dell'erboristeria e del massaggio thai; il 19 novembre 1999 il re Bhumibol Adulyadej (Rama IX) emanò la legge per la saggezza della medicina, per la protezione e la promozione del massaggio thai tradizionale; nel 2000 la medicina tradizionale fu integrata nelle strutture di 1.120 centri sanitari.

Teoria
Il massaggio thai si fonda sul concetto che il corpo è solcato da canali, la medicina indiana ritiene che ce ne siano oltre 70.000, denominati sen (nadi in sanscrito), attraversati dall'energia vitale prana; dieci sen sono di primaria importanza; 1) Sumana, 2) Ittha, 3) Pingkala, 4) Kalathari, 5) Sahatsarangsi, 6) Thawari, 7) Lawasang, 8) Ulangka, 9) Nanthakrawat, 10) Khitchanna.
Invisibili e non verificabili dagli strumenti scientifici attuali, i sen costituiscono un secondo corpo, Prana-maya Kosha in sanscrito, ovvero corpo energetico, strettamente intrecciato con il corpo fisico, Anna-maya Kosha, il solo corpo di cui si abbia esperienza sensoriale. La medicina indiana, da cui il massaggio thai deriva, classifica cinque corpi; oltre ai succitati, il Mana-maya Kosha, corpo mentale, il Vijnana-maya Kosha, corpo emozionale e l'Ananda-maya Kosha, corpo della coscienza cosmica; il massaggio thai lavora sul secondo corpo ed ha benefici effetti anche sugli altri. Quando il prana non circola adeguatamente nei sen si va incontro a disagi che possono degenerare in stati patologici. Scopo del massaggio thai è ripristinare la corretta circolazione dell'energia.

Tecnica
Colui che riceve il massaggio thai giace su un materassino non troppo soffice sul pavimento; indossa abiti comodi che consentono ampi movimenti; può essere da solo oppure con altri pazienti in un'ampia stanza (come accade usualmente negli ospedali). Prima di iniziare, il massaggiatore recita a mani giunte la seguente preghiera (Wai Khru พิธีไหว้ครู): “Om Namo Shivago Kumar Baj Puchaya”, cioè “Rispetto il compassionevole Shivago Kumar Baj con una buona condotta”.
Vi sono due stili fondamentali di massaggio thai:
  1. lo stile di corte (Rachasamnak), in riferimento a quanto viene esercitato e insegnato al Wat Pho a Bangkok
  2. lo stile popolare (Chaleeysak), la forma che viene messa in pratica e si può imparare a Chiang Mai e in generale nel nord della Thailandia.
Lo stile Chaleeysak prevede cinque posizioni rigidamente codificate: 1) supina, 2) fianco destro, 3) fianco sinistro, 4) prona, 5) seduta; lo stile Rachasamnak non prevede la posizione prona. Nell'esecuzione del massaggio thai il massaggiatore utilizza diverse parti del suo corpo (mani, pollici e rimanenti dita, palmi, gomiti, avambraccia, piedi, talloni, ginocchia,…) ed effettua varie “manipolazioni” (compressioni, estensioni, torsioni, stiramenti, impastamenti, colpetti a mani giunte sulla schiena , scuotimenti, schiocchi, sollevamenti, bloccaggio del corpo e degli arti del massaggiato con le mani, coi piedi e colle ginocchia del massaggiatore, "camminata" con i talloni e l'incavo dei piedi sulla schiena del massaggiato, …) e posizioni che richiamano le asanas dello Hatha Yoga (Ekapada Uttanapada Āsana, Hala Āsana, Karna PeedaĀsana, Baddha Kona Āsana, Shalaba Āsana, Bhujanga Āsana, Sukha Āsana,….)

Altre denominazioni
Il massaggio thai è denominato anche in altri modi: massaggio tradizionale thailandese, massaggio classico thailandese, antico massaggio siamese, massaggio tradizionale terapeutico, massaggio medico, massaggio stile Rachasamnak (stile della corte), massaggio stile Chaleeysak (stile popolare), massaggio thailandese del Nord (insegnato a Chiang Mai), massaggio thailandese del Sud (insegnato presso il tempio Wat Po di Bangkok), massaggio yoga, yoga thailandese, yoga per gente pigra, yoga passivo, yoga assistito,… Anche il fondatore del massaggio thai ha diverse denominazioni: Shivago Kumar Baj, Shivago Kumar Paj, Shivago Kumar Bacca, Shevaka Komarpatr, Jivaka Kumarbhakkha, il “Padre Dottore” per antonomasia,…

Diffusione
In Thailandia il massaggio thai è considerato una branca della Medicina Tradizionale Thailandese; è riconosciuto e regolamentato dal governo ed insegnato presso istituzioni pubbliche e private; è altresì insegnato e praticato da personale “non-medico” nei centri benessere, spa, alberghi, villaggi turistici, industria del turismo. In Europa e negli U.S.A. un crescente numero di insegnanti e praticanti sono emersi fin dagli anni novanta. In Italia, l'interesse verso il massaggio thai è maturato ancora più tardi.
Usualmente nei molteplici centri massaggi sparsi in tutta la Tailandia si praticano massaggi della durata di circa 60-90 minuti con modalità non perfettamente aderenti ai canoni tradizionali del massaggio tailandese. Le posizioni sono limitate a quella supina, prona e seduta.