Il termine prana
(dal sanscrito प्राण,
prāṇa) significa letteralmente «vita» e in seconda istanza viene
inteso come «respiro» e «spirito».
Secondo la fisiologia induista, tutti
gli esseri viventi, in quanto tali, sono dotati di prana, la cui
conservazione deriva dal corretto svolgimento di tutte le funzioni
psicologiche, emotive e fisiologiche necessarie al mantenimento
armonico dell'equilibrio interiore.
Secondo tale filosofia, uno dei modi
più evidenti attraverso cui gli esseri viventi ottengono prana è
dato dalla respirazione che veicola, oltre all'ossigeno (elemento
grossolano) anche la vitalità (elemento sottile) che traiamo
dall'aria.
Nello yoga e nelle tecniche di
guarigione indiane la capacità di saper padroneggiare il respiro
(prāṇāyāma) assume un ruolo fondamentale, poiché attraverso la
consapevolezza questo esercizio consente di controllare e
regolarizzare eventuali squilibri e disfunzioni dell'organismo, in
particolare tra corpo e psiche, ristabilendo la salute spirituale
nella sua interezza, in un'ottica olistica.
Nella cultura cinese e giapponese il
concetto con significato corrispondente al prana rientra
nell'accezione di Ki, mentre in quella europea è identificabile con
il termine pneuma; in Occidente è stato assimilato anche al
significato di forza vitale, e alla nozione ermetico-esoterica di
etere.
Nell'ambito della medicina naturopatica
ed esoterica si sostiene l'importanza del prana inteso come quel tipo
di energia vitale più prossimo al livello fisico, la cui funzione
consiste nell'infondere vitalità e vigore all'organismo. Insieme
all'energia originaria ereditaria, e a quella intersessuale, esso va
a costituire la forza vitale complessiva dell'essere umano,
conosciuta nella medicina tradizionale cinese come «Ki». Essendo la
più vicina al corpo materiale grossolano, essa è meno sottile di
altre forme di energia vibrazionale: mentre queste ultime vengono
recepite dai vortici dei chakra principali e attengono soprattutto
alla dimensione psichica dell'individuo, il prana viene invece
assorbito principalmente attraverso il lavoro svolto dai meridiani,
ossia i canali di energia che scorrono lungo il corpo eterico e hanno
natura essenzialmente elettrica. A differenza delle vibrazioni più
elevate, il prana non può dunque essere assorbito direttamente
dall'esterno come sostenuto da alcune dottrine new Age.
«[...] Se così fosse, potremmo tranquillamente rinunciare
alla permanenza all'aria aperta; altrettanto inutile sarebbe anche
l'assunzione di cibi freschi, perché sarebbero sufficienti i cibi
denaturati ai quali siano state aggiunte le vitamine. In questo
caso, tutto il prana di cui abbiamo bisogno arriverebbe ai nostri
chakra direttamente, attraverso i muri delle nostre case e
attraverso gli abiti che indossiamo.» |
(Dietmar
Krämer, Terapie esoteriche,
pag. 106, trad. di Lucia Bartolucci, Mediterranee, 1998)
|
Per ricevere tutto il prana necessario
al mantenimento di un sano equilibrio elettrico-vitale, occorrerebbe
dunque non solo respirare ossigeno da luoghi possibilmente poco
inquinati, ma anche assumere alimenti ricchi di alte vibrazioni, come
quelli indicati nella scala messa a punto nel 1949 dal ricercatore
francese André Simoneton: stando ad essa, mentre i cibi con carica
bassa o nulla sottraggono energia all'organismo per poter essere
assimilati, quelli che emettono frequenze elettromagnetiche superiori
a una certa soglia apporterebbero un contenuto nutritivo superiore
alla loro componente chimica e calorica. Le radiazioni emesse dai
cibi sono state misurate in ångström e risulterebbero visibili
tramite apposita fotografia Kirlian.
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