La
Pergamena di Chinon
è un documento medievale scoperto
nel settembre 2001 da Barbara Frale, una paleografa italiana presso
l'Archivio Segreto Vaticano, il quale dimostra che nel 1308 Papa
Clemente V concesse l'assoluzione sacramentale al Gran Maestro
Jacques de Molay nonché i restanti maggiorenti dei Cavalieri
templari, trascinati in un processo organizzato dal re di Francia
Filippo IV il Bello servendosi dell'inquisizione medievale. Il Papa
tolse loro ogni scomunica e censura riammettendoli nella comunione
della Chiesa cattolica. La pergamena è datata Chinon, 17-20 agosto
1308 e fu redatta su ordine di Berengario, cardinale prete di San
Nereo ed Achille, Stefano, cardinale prete di San Ciriaco in Thermis,
e Landolfo, cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria; il
Vaticano custodisce la copia originale e autentica degli atti di
quella inchiesta, con segnatura archivistica Archivum Arcis Armarium
D 217, mentre una seconda copia autenticata è conservata al numero D
218. Un'altra versione dell'evento, pervenuta in copia e con un
resoconto dei fatti in parte alterato, era stata pubblicata da
Étienne Baluze nel 1693 e da Pierre Dupuy in 1751.
Gli agenti del Papa svolsero
un'inchiesta per verificare le affermazioni contro gli accusati nel
castello di Chinon, posto nella diocesi di Tours. Secondo il
documento, Papa Clemente V diede istruzione ai cardinali di condurre
l'inchiesta sui Cavalieri Templari accusati. I Cardinali pertanto
«dichiarano attraverso questa relazione ufficiale diretta a tutti
coloro i quali vorranno leggerla, che, lo stesso Signore Il Papa,
desiderando ed intendendo di conoscere la pura, completa ed intera
verità dai maggiorenti di detto Ordine, nominalmente Fratello
Jacques de Molay, Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri Templari,
Fratello Raymbaud de Caron, Precettore delle Commende dei Cavalieri
templari d'Oltremare, Fratello Hugo de Perraud , Precettore di
Francia, Fratello Geoffroy de Gonneville, Precettore di Aquitania e
Poitou, e Geoffroy de Charney, Precettore di Normandia, ci ha
ordinato ed incaricati appositamente e per suo oralmente espresso
desiderio affinché noi si esaminasse con diligenza la verità
interrogando il Gran Maestro ed i summenzionati Precettori uno per
uno ed individualmente, avendo convocato pubblici notai e testimoni
degni di fede.» (Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308)
Raymbaud de Caron fu il primo ad essere
interrogato, il 17 agosto 1308. «Dopo questo giuramento, per
l'autorità conferitaci appositamente per questo scopo dal Signore il
Papa, noi accordiamo all'umilmente richiedente Fratello Raymbaud, la
grazia del perdono, in una forma accettata dalla Chiesa, dal verdetto
della scomunica nel quale era incorso a causa delle sue azioni
precedenti, riportandolo all'unità con la Chiesa e reintegrandolo
nella comunità dei fedeli ed ai sacramenti della Chiesa.»(Pergamena
di Chinon datata 17-20 agosto 1308)
Il secondo a essere interrogato nella
stessa giornata fu Geoffroy de Charney. Il terzo a essere interrogato
il medesimo giorno fu Geoffroy de Gonneville. Hugo de Perraud fu il
quarto a venire interrogato, il 19 agosto 1308. Il Gran Maestro fu
l'ultimo a essere interrogato il 20 agosto 1308. Secondo il
documento, tutti gli interrogatori degli accusati svoltisi dal 17 al
20 agosto 1308 ebbero sempre luogo alla presenza di pubblici notai e
dei testimoni riuniti. Tra le accuse si annoveravano la sodomia, la
bestemmia contro Dio, baci illeciti, lo sputare sulla croce e
l'adorazione di un idolo.
Il corpo del testo riporta la comparsa
degli imputati, il giuramento degli imputati, le imputazioni contro
gli accusati e la maniera con cui furono interrogati gli accusati.
Dall'interrogatorio di Molay: «Quando gli fu chiesto se avesse
confessato queste cose perché sollecitato, per una ricompensa, per
riconoscenza, per cortesia, per timore, per astio, per persuasione da
parte di qualcun altro, o per l'uso della forza, o per il timore di
venire sottoposto a tortura, egli rispose di no. Quando gli fu
chiesto se, dopo essere stato arrestato, fosse stato sottoposto ad un
interrogatorio o alla tortura egli rispose di no.»
Il testo, successivamente, elenca le
denunce, le richieste di assoluzione, e la concessione
dell'assoluzione da parte degli agenti del Papa; tutto ciò avvenne
sempre alla presenza di testimoni. Un estratto delle indulgenze
concesse a Molay poi recita «Dopo di ciò giungemmo alla conclusione
di estendere la grazia del perdono per quegli atti che Fratello
Jacques de Molay, il Gran Maestro dell'Ordine, nella forma e nella
maniera sopra descritta aveva denunciato in nostra presenza, come
pure per le eresie descritte ed ogni altra , e giurò di persona sul
Santo Vangelo del Signore, e umilmente chiese la grazia del perdono
(contro la scomunica), riconducendolo all'unione con la Chiesa e
riaggregandolo alla comunità dei fedeli ed ai sacramenti della
Chiesa». (Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308).
L'analisi della pergamena di Chinon ha
permesso a Barbara Frale di riconoscere alcune delle pratiche segrete
di iniziazione dei Templari. Malgrado tre degli accusati abbiano
ammesso di essere stati invitati dai loro superiori durante
l'iniziazione a rinnegare la croce e a sputare su un crocefisso, le
loro storie sono tutte incoerenti. Geoffroy de Gonneville ammise di
non avere ceduto, malgrado le minacce, a rinnegare ed a sputare sulla
croce. Malgrado ciò, Geoffroy de Gonneville fu comunque ammesso
nell'ordine, il che potrebbe significare che il rifiuto della croce
possa essere stato una qualche sorta di prova. Gli altri ammisero di
«avere rinnegato solo con le parole non con lo spirito». Gordon
Napier ritiene che la pratica di rinnegare la croce fosse un
addestramento in caso di cattura da parte dei saraceni.
Tutti negarono la pratica della sodomia
o di avere assistito ad atti di sodomia; tuttavia fu ammesso di avere
dato dei baci come forma di rispetto solamente durante l'iniziazione
a Templare. Il solo Hugo de Perraud dichiarò che durante la sua
iniziazione gli fu detto «…di astenersi dall'accompagnarsi a
donne, e se non fosse stato in grado di limitare la sua lussuria, di
congiungersi con fratelli dell'ordine». Inoltre, solamente Hugo de
Perraud dichiarò di avere visto la testa di un idolo che i Templari
furono accusati di adorare, a Montpellier, in possesso del Fratello
Peter Alemandin, Precettore di Montpellier. Tutti gli altri Templari
menzionati nella pergamena di Chinon negarono di essere stati
incoraggiati a congiungersi con altri fratelli, e a nessuno di loro
fu chiesto dell'idolo. Tutti loro aggiunsero che, come per ogni
cattolico, ogni trasgressione contro la fede cattolica veniva
pienamente confessata ad un prete o ad un vescovo, venivano impartite
penitenze e concesse assoluzioni.
La pergamena di Chinon fu materialmente
redatta da Robert de Condet, chierico della diocesi di Soissons,
nonché notaio apostolico. I notai apostolici furono Umberto
Vercellani, Nicolo Nicolai da Benvenuto, Robert de Condet e maestro
Amise d'Orléans le Ratif. I testimoni dei procedimenti furono
Fratello Raymond, abate del monastero benedettino di San Teofredo,
nella diocesi di Annecy, Maestro Berard (o Bernard?) di Boiano,
arcidiacono di Troia, Raoul de Boset, confessore e canonico
proveniente da Parigi, e Pierre de Soire, supervisore di
Saint-Gaugery di Cambresis.
Inoltre, secondo il documento, furono
redatte ulteriori tre copie maggiormente dettagliate dagli altri
notai pubblici. A tutti i documenti fu apposto il sigillo e furono
tutti firmati dai partecipanti. Secondo il documento: «Le loro
parole e confessioni furono scritte esattamente nella maniera in cui
sono riportate qui dai notai i cui nomi sono elencati sotto alla
presenza di testimoni elencati sotto.Abbiamo altresì ordinato che
queste cose venissero redatte in forma ufficiale e convalidate dalla
protezione dei nostri sigilli».(Pergamena di Chinon datata 17-20
agosto 1308).
La pergamena di Chinon riporta un
tentativo fallito da parte del Papa di preservare i Templari dalle
macchinazioni del re di Francia, Filippo IV, stabilendo che l'ordine
non fosse eretico e fosse capace di riformarsi sotto l'egida della
Chiesa. Le colpe dell'ordine consistevano soltanto in fenomeni di
grave malcostume, che però non era un fatto grave e insanabile come
l'eresia per la quale i Templari erano stati trascinati in un
processo. Tuttavia, quando divenne evidente che Filippo IV era
determinato a sterminare l'ordine (ed a confiscarne i considerevoli
beni e le proprietà all'interno del regno) il Papa abbandonò i
templari al loro destino. Al di fuori della Francia la dissoluzione
dell'ordine fu conseguita con molto meno spargimento di sangue, ed i
membri superstiti dell'ordine furono assorbiti da altre istituzioni
religiose.
Nel settembre del 2001, Barbara Frale,
trovò l'originale pergamena di Chinon nell'Archivio Segreto
Vaticano, che si credeva perduta da 700 anni ma invece era stata
catalogata in modo improprio. La storica ha pubblicato le sue
scoperte nel "Journal of Medieval History" e scrisse
diversi saggi sull'argomento, fra cui "Il papato ed il processo
ai Templari" e anche "The Templars". Nel 2007 il
Vaticano ha pubblicato la pergamena di Chinon come parte di una
edizione limitata di 799 copie del Processus Contra Templarios dopo
settecento anni di oblio, con un'ottocentesima copia presentata a
Papa Benedetto XVI.
Esiste un'ulteriore versione
dell'inchiesta di Chinon, ben nota agli storici, pubblicata da
Étienne Baluze nel 1693 e da Pierre Dupuy nel 1751. Questa seconda
versione non è originale ma invece una copia, datata Chinon 20
agosto 1308 e fu redatta dai cardinali Berenger Fredol
Cardinale-prete dei Santi Nereo ed Achilleo, Etienne de Suisy
cardinale-prete di San Ciriaco in Thermis e Landolfo Brancaccio,
Diacono di Sant'Angelo in Pescheria, sotto forma di lettera
indirizzata a Filippo IV di Francia, riportando che era stata
concessa l'assoluzione a tutti quei Templari che avevano confessato
l'eresia, riammettendoli ai Sacramenti ed all'unione con la Chiesa.
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