domenica 29 marzo 2020

Pa Drengen Changchop Simpa

Pha Trelgen Changchup Sempa - Wikiwand



Pa Drengen Changchop Simpa è la mitica scimmia progenitrice del popolo tibetano. Assieme al re Gesar e ad Avalokiteśvara è una delle più importanti figure della cultura tibetana. A volte è considerato come l'incarnazione del bodhisattva della compassione. Infatti Pa significa "padre", Drengen "vecchia scimmia", Changchop può essere tradotto con "compassione" e Simpa con "cuore".

Nascita dei primi tibetani
In un mito della creazione molto popolare nel Tibet, all'inizio il mondo era coperto dalle acqua. Gradualmente le acque sono evaporate lasciando spazio per la vita animale. Sulle terre asciutte del Tibet giunse una scimmia che si era ritirata in questo paese per dedicarsi alla meditazione e seguire una vita di ascetismo e di castità. Si installò sul Monte Gongori, che dovrebbe corrispondere alla città di Tsetang oggi nella prefettura di Lhoka nel sud del Tibet.
Un giorno la sua meditazione fu interrotta da un demone femminile. Secondo la tradizione il demone sarebbe la manifestazione del bodhisattva Tara, noto in tibetano come “Jetsun Dolma„, simbolo dell'energia della pietà e protettrice dei commercianti e dei viaggiatori. La demone lo minaccia dicendo che se non si unisce a lei, allora lei si unirà ad un demone e concepirà un gran numero di piccoli mostri che distruggeranno gli esseri viventi. La saggia scimmia accetta ed chiede l'autorizzazione di Avalokiteśvara per sposarla. Quest'ultimo benedisse la loro unione e alcuni mesi dopo nacquero sei piccole scimmie.
La scimmia lasciò crescere i suoi sei figli nella foresta, ma dopo tre anni scoprì che si erano diventati cinquecento. I frutti della foresta non erano più sufficienti per nutrirli e supplicarono loro padre per aiutarle a trovare del cibo. La scimmia non sapeva cosa fare e andò dal dio della pietà per chiedere la sua assistenza. Allora Avalokiteśvara andò sul Monte Meru o Sumeru, che dovrebbe corrispondere oggi al Monte Kailash, luogo sacro per Induismo, Buddhismo, Giainismo e Bön. Secondo alcuni, raggiunse la vetta della montagna e raccolse una manciata di orzo; secondo altri, avrebbe estratto direttamente dal suo corpo cinque cereali e li avrebbe offerti alla scimmia. Questa imparò a coltivarli ed ebbe buon raccolto con cui poté infine sfamare tutti i suoi figli. Nutrendosi di cereali, le scimmie persero gradualmente i loro peli e la loro coda. Inoltre cominciarono ad utilizzare gli strumenti in osso e in pietra, quindi a fare vestiti e a costruire case fino a formare una civiltà da cui sarebbe disceso il popolo tibetano.

Altra versione
Si dice anche che, vedendo il mondo popolato di demoni, Avalokitesvara, il Bodhisattva della compassione, provò pietà per la Terra. Allora si incarnò in una scimmia e si unì con una orchessa della roccia. Da questa unione nacquero sei scimmie che rappresentano i sei principali clan che costituiscono il popolo tibetano.


sabato 28 marzo 2020

Se la Terza legge di Newton è vera, quando un lottatore da un pugno a qualcuno applica la stessa forza sulla sua mano. Non si ferirebbe da solo così facendo?



Sì. Infatti i combattimenti a pugni non protetti che si vedono nei film non sono realistici. Prendendo a pugni il prossimo in quel modo ti frattureresti in men che non si dica le mani.
Anche a questo servono i tirapugni e i guanti da box. I greci usavano fasce. Tutti è tre disperdono o assorbono l’energia del pugno.
Nella foto un pugile greco a riposo. Visibili bende e lacci di cuoio.


venerdì 27 marzo 2020

Chi vincerebbe in un combattimento tra un campione di arti marziali e uno di pugilato?

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Piccola premessa:
Ci sono un ristretto numero di arti marziali che hanno efficacia provata in un combattimento vero e proprio. Sono quelle in cui si pratica sparring e confronto contro avversari che rispondono attivamente ai colpi (Muay Thai, Sambo, Judo, Ju Jitsu…), quelle in cui l’obiettivo non è fare solo punti ma imporsi fisicamente sull’avversario.
Il pugilato, per quanto sembri paradossale visto che si tratta di una disciplina dove si usano solo le braccia, è probabilmente la disciplina più efficace perchè un pugile è abituato a tirare e ricevere colpi forti per interi round mentre non tutti i praticanti di arti marziali fanno sparring realistico o partecipano a competizioni dove c’è un certo tipo di contatto.
Se prendiamo un qualsiasi praticante di boxe e un qualsiasi artista marziale di una qualsiasi disciplina, a parità o con poca differenza di peso, è altamente probabile che vinca il pugile.
Io ho combattuto e fatto sparring pesante per anni, nonostante ciò, quando mi è capitato di fare guanti con gente che fa pugilato a buoni livelli, mi sono sempre trovato in difficoltà. Il pugile ha semplicemente una preparazione allo scontro fisico maggiore di tanti altri artisti marziali. Nella boxe si ricevono e danno costantemente, anche per 12 round, colpi in testa mentre in altre arti marziali i colpi sono distribuiti maggiormente sulle gambe, al corpo eccetera. Addirittura, in alcune non si può colpire in faccia coi pugni (karate kyokushin, lo stile di karate per me più duro e con i colpi più forti) o si combatte solo con leve articolari e proiezioni senza quindi apprendere una difesa dai pugni (judo).
Detto questo, se prendiamo un artista marziale di alto livello, un campione di kick boxing o uno di thai o magari un praticante di Judo di livello che gareggia abitualmente, la situazione può cambiare. Uno che sa usare bene le gambe o che riesce a portare a terra con facilità l’avversario probabilmente vince a mani basse anche contro un ottimo pugile anche se probabilmente non ne esce senza farsi male.
Se vuoi una risposta secca, direi dipende da chi sono i due combattenti ma è probabile che il pugile sia più preparato atleticamente, come condizionamento e come mentalità nel combattimento rispetto all’artista marziale, se parliamo di gente presa a caso e non di esperti o campioni.


giovedì 26 marzo 2020

Tragica storia del pugile portato alla morte dopo essere stato picchiato con guanti "cementati"


Billy Collins era un prodigio 14 incontri 0 sconfitte era il favorito in un incontro contro il pugile portoricano Luis Resto. Billy ha combattuto fino alla fine, tutti e dieci i round, ma ha perso con una decisione unanime. Lo scontro lasciò Collins, con il volto tumefatto.



Al contrario, la faccia di Luis Resto sembrava esattamente la stessa di quando era iniziato l'incontro. Non aveva un graffio.
Il padre di Collins, il suo allenatore che era in prima fila, sospettava di che ci fosse qualcosa di sbagliato, e di proposito andò a stringere la mano di Luis Resto dopo il combattimento.
Notò che il guanto era insolitamente duro e si rese conto che mancava gran parte dell'imbottitura.
Si aggrappò al braccio di Resto (che stava cercando di allontanarsi) e avvertì le autorità sul posto di questa scorrettezza. Fu avviata un'indagine, e fu stato scoperto, dalla Commissione di New York, che l'allenatore di Resto, Panama Lewis, aveva fatto due cose molto serie.
1-Aveva inzuppato gli involucri di Resto con Intonaco di Parigi, che si era indurito durante il combattimento, trasformando i pugni in pistoni d'acciaio.
2-Aveva tagliato una fessura nei guanti di Resto e rimosso uno strato di imbottitura.
Sia Resto che Lewis furono incarcerati per più di due anni.
Collins, d'altra parte, rimase permanentemente sfregiato e parzialmente cieco, aveva subito lesioni così gravi che smise con la boxe, affondò nella depressione e alla fine si suicidò guidando la sua auto in un fossato vicino a casa sua.
Resto, anni dopo, fece un pellegrinaggio nel Tennessee per chiedere perdono alla vedova di Collins. Dell'incidente, Resto dice: "Le persone mi dicono di lasciarmi andare. Ci ho provato ma è sempre nei miei pensieri. "



mercoledì 25 marzo 2020

Perché gli artisti marziali misti (MMA) sminuiscono le arti marziali tradizionali come Karate e Aikido?

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Le arti tradizionali sono meno immediate da imparare, richiedono più anni di pratica per essere utilizzabili in contesti di MMA. Le AM tradizionali non sono intrinsecamente "scarse", possono essere molto efficaci, se usate propriamente. Per esempio, Lyoto Machida, famoso lottatore delle MMA, usa il Karate tradizionale, con ottimi risultati. Le arti marziali tradizionali hanno contribuito e non poco, a creare altre discipline universalmente note per la loro efficacia. Tipo il caso del karate, che ha pesato molto nella creazione della kickboxing. Il judo, (arte marziale tradizionale derivata dal jujutsu giapponese) ha dato origine al Brazilian Jiu Jitsu, usato da molti artisti marziali misti. Jon Jones e Ronda Rousey, pure Fedor Emel'janenko, tutti grandi nomi delle MMA, hanno usato il judo e lo usano ancora con grande perizia e risultati devastanti. Quindi non è propriamente vero che i lottatori MMA disprezzino queste arti. Molti di loro, in effetti, notano che però il tempo medio di apprendimento di queste arti è più lento rispetto alla boxe, o alla muay thai ecc. Quindi le ritengono (a torto) meno efficaci. Nel caso dell'aikido, come detto giustamente da Bas Rutten, è un'arte marziale che nella corta distanza e nel corpo a corpo, può fare la differenza grazie alle sue leve articolari e ai polsi, ma sul ring è dura intercettare i pugni degli avversari in quel modo. Ciononostante, l'aikido è contemporaneo al jujutsu giapponese e ne condivide molti elementi di base, come alcune proiezioni efficaci. Lo dimostra il caso di Kathy Long, Jason de Lucia e Jay Dodds, artisti marziali che hanno utilizzato l'aikido nelle MMA. Famoso è stato il confronto tra il Wing Chun di un discendente di Ip Man e un lottatore di MMA, dove quest'ultimo ha vinto. Chiaro, il praticante di Wing Chun era molto giovane, il lottatore di MMA era esperto. Ovviamente, il ragazzo non aveva molta esperienza sul ring, l'altro ne aveva. Anche per questo, le arti tradizionali risultano a volte impreparate per essere utilizzate sul ring.
Pensiamo al kumite che si fa nel karate (non tutto il karate, sto parlando di quello sportivo e di certi stili. Il karate kyokushin ha sparring fatto a mani nude e con contatto pieno). Contatto quasi nullo. Si vince ai punti, tipo scherma. Come faccio a sapere se i colpi che tiro sono buoni, se non ne capisco gli effetti e la loro forza?
Ovviamente non intendo sminuire il karate in generale, lo ritengo un'ottima arte marziale, con colpi che, se usati bene, possono incapacitare un'avversario in maniera definitiva. E con definitiva intendo "la morte". Proprio per quest'ultimo motivo, il kumite non è a contatto pieno… Ovviamente, facendo così, rendo l'arte marziale meno adatta ad essere praticata su un ring. Attenzione, sto dicendo "meno adatta", non "inutile". Ho preso il karate ad esempio, ma vale anche per altre arti marziali.
Il judo, per esempio, pur essendo un'arte marziale tradizionale, prevede il contatto. E molto. Può essere molto adatta al ring, soprattutto per la transizione dalla lotta in piedi a quella a terra, dato l'elevato numero di proiezioni che sono proprie di questa disciplina.
Recentemente, Conor McGregor si è interessato al karate, perchè giudica che il controllo della distanza, il tempismo e la precisione di quest' AM siano propedeutiche ad un suo miglioramento nello striking. Tra l'altro McGregor, come altri lottatori di MMA o esperti di arti marziali (vedi Joe Rogan), ha un solido background nel taekwondo, altra arte marziale tradizionale, a contatto pieno
Quindi si può concludere che sì, le arti marziali tradizionali sono più difficili da imparare in tempi brevi e talvolta offrono soluzioni inadatte agli scontri sul ring, ma non sono affatto inutili per le arti marziali miste, o inutili in generale.
E poi, ricordiamoci la regola d'oro delle arti marziali: non conta l'arte, ma il praticante.
Esempi di arti marziali tradizionali usate nelle MMA:
Canale UFC BRASIL. Lyoto Machida vs Randy Couture
Guarda il tempismo e l'accuratezza con cui Machida atterra Couture. Un calcio evidentemente da karateka. E stiamo parlando di un lottatore come Couture, tutt'altro che scarso.
Bisognerebbe interrogarsi anche sul significato di "tradizionale". Le odierne arti marziali miste sono comunque derivate da discipline che sono a loro volta derivate da altre arti marziali, come spiegato sopra. Le arti marziali sono sempre in divenire.


martedì 24 marzo 2020

Chi vincerebbe in un eventuale duello tra Bruce Lee e Mike Tyson?

È difficile dirlo.
Bruce Lee era un atleta straordinario, il suo fisico era temprato da allenamenti estenuanti (c'è chi dice addirittura siano causa della sua morte prematura) era velocissimo e soprattutto conosceva molte tecniche, Judo, Ju Jitsu, Karate, Taekwondo, Kendō, Muay Thai, Aikidō, Silat, Tai Chi, Panantukan, svariati stili di kung fu, il Pugilato e la Scherma. Il suo amore per gli sport da combattimento era talmente grande che creò un'arte marziale tutta sua il Jeet Kune Do.
Quindi Tyson sarebbe stato spacciato? Non proprio, il buon vecchio Mike dalla sua ha un vantaggio spesso incolmabile, la differenza di peso che si attesta sui 40 kg. Immaginatevi quanto può essere letale un pugno scagliato da un pugile professionista di tale lignaggio su un uomo che pesa quasi la metà di lui, ogni colpo potrebbe essere letale, e viceversa ogni colpo ricevuto sarebbe pressoché insignificante.
Quindi vince Tyson? Mmmmm non proprio…


A mio giudizio in uno sconto improvviso, che ne so una rissa in un bar Mike vincerebbe abbastanza facilmente.
Mentre se Bruce avesse la possibilità di studiare l'avversario, creare una strategia magari basata sulle prese a terra forse e dico forse avrebbe potuto spuntarla.


lunedì 23 marzo 2020

In uno scontro fra un ragazzo di strada ed un ragazzo che pratica arti marziali, chi ha la meglio?

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Può finire in qualsiasi modo ma una persona che ha una preparazione seria in uno sport di combattimento se riesce a mantenere la calma ha più possibilità di vincere rispetto a uno qualsiasi, pure se è il più cattivo del mondo
I vantaggi che ha un praticante di sport di combattimento (uno serio, non parlo di corsi di autodifesa o roba dove non ci si tocca coi colpi) sono parecchi. Intanto sei abituato a prendere colpi in faccia e invece di girarti o spaventarti cerchi di gestire la situazione. Sai come assorbire i colpi, la prima reazione di un pugile a una situazione simile è alzare le mani e proteggere la faccia come si deve che già non è poco. Poi ovviamente sai come darli e anche se sei abitiato a usare i guantoni è meno probabile rompersi una mano quando tiri centinaia di pugni ogni giorno al sacco o ad altre persone che rispondono ai colpi
Il fatto che non ci siano regole non avvantaggia per forza l'aggressore: le regole nello sport ci sono per non farsi male ma ti posso garantire che uno che combatte seriamente non ha nessun problema a tirare un cazzotto dietro la testa a qualcuno o un calcio nelle palle, semplicemente non lo fa in gara perchè è un contesto sportivo dove non si deve fare. Non significa che non sappia adattarsi a una situazione senza regole
I vantaggi che ha un aggressore “di strada” sono due: che può pesare pure venti chili più di te (e lì sono problemi perchè una persona di 80 chili è difficile da buttare per terra se se ne pesa 66) e che è lui a voler litigare perciò parte già con lo stato mentale giusto per uno scontro. Facci caso, quelli che attaccano briga per primi parlano e insultano sempre un sacco perchè cercano di entrare in testa alla possibile vittima per impedire che si difenda come si deve. Mantenere la freddezza in queste situazioni è la cosa più difficile e non si impara con uno sport purtroppo ma dipende dal carattere della persona



domenica 22 marzo 2020

Chi erano realmente i Ninja e che differenza avevano con i Samurai ed i Ronin nel Giappone feudale?


Quando pensate ai Ninja sicuramente pensate a questo.


Niente di più sbagliato.
Questi erano i veri ninja.


Ninjitsu: Arte della segretezza.
Ninja: Colui che pratica l'arte della segretezza.

I Ninja per la maggior parte erano delle spie, per l'appunto camuffate come contadini o giardinieri. Sapevano ovviamente uccidere ed usare armi.
Un termine spesso usato per Ninja è Shinobi, spesso usato come sinonimo per Ninja ma lo Shinobi è una persona molto più complicata e più specializzata in furti, meno spionaggi e più assassini. I Ninja o Shinobi potevano fare azioni di guerra, per lo più imboscate, ed ai tempi erano paragonati se in gruppo un po alle forze speciali di oggi.
Un altra figura di Ninja era il Taijutsu, addestrato a combattere a mani nude contro più opponenti.
Ora non posso soffermarmi su tutte le figure dei Ninja perché molti si specializzavano nell'uso di particolari armi dalle quali prendevano i nomi, non basterebbero 1.000 pagine per descrivere i Ninja ed il lato storico.
Iniziamo quindi a sfatare molti miti.
I Ninja diventano invisibili grazie a delle bombe, uccidono con gli Shuriken ed usano dei chiodi avvelenati per far si che quando scappano chi li rincorre calpestandoli muore.
Al 90%, quello detto sopra che vedete nei film è sbagliato.
I Ninja per diventare invisibili, usavano non proprio un'arma, che la si può fare a casa, non vi dico il contenitore per evitare che ve la fabbricate, tuttavia spesso all'interno c'era farina e peperoncino, un po come i pepper spry di oggi.


Metsubushi in azione.
Tali contenitori venivano rotti sull'avambraccio o in mano e venivano tirati negli occhi del nemico, così facendo il peperoncino avrebbe fatto lacrimare gli occhi che al contatto con la farina avrebbero momentaneamente accecato l'avversario. Da lì il Ninja scappava letteralmente, raramente ne approfittava per affondare un colpo mortale.
Gli Shuriken in realtà non erano in grado di uccidere, a meno che non centravano parti vitali, raramente colpibili, servivano a confondere o spaventare il nemico per scappare.


Shuriken che spesso non erano in grado di penetrare armature.
Stessa cosa per i Tetsubishi, non erano avvelenati ma venivano buttati a terra in modo che chi rincorreva il Ninja calpestandoli si sarebbe ferito e sarebbe caduto a terra.


Tetsubishi, venivano usati per scappare da più nemici.
Ma perché i Ninja scappavano? Erano spie, ladri, assassini, ma dovevano fare un lavoro pulito. C'era una tolleranza verso i Ninja perché li utilizzavano un pò tutti, quindi dovevano concentrarsi sull'obbiettivo e scappare se raggiunto, spargimenti di sangue non erano ammessi ed erano pericolosi per il Ninja stesso.
Un Ninja non poteva essere catturato, se succedeva aveva dei chiodi speciali con i quali si scarnificava la faccia per diventare irriconoscibile, questo perché i Ninja non erano ben visti, anche se molto usati, a causa di ritorsioni gli avrebbero sterminato la famiglia.
I Ninja si vestivano in nero per nascondersi, raramente in bianco se la missione era in inverno. Avevano un repertorio di armi non da guerra ma per assassinare.
I Ninja non usavano mai la Katana ma la Ninjato, perché permetteva l'assassinio in maniera più efficace, dato che molti assassini venivano fatti in locali chiusi. Chi usava la Katana, se voleva dare un fendente rischiava che la punta della tale si impigliasse al basso soffitto lasciandolo fermo, il Ninja lo avrebbe ucciso passandolo.


Katana, o meglio spadone a due mani, considerata arma da guerra per centinaia di anni.


Ninjato, era la spada più corta e più utilizzata dai Ninja perché più pratica nel commettere assasini.
La cerbottana avvelenata era poco usata.
La Kusarigama era l'arma peggiore che in uno scontro uno contro uno era l'incubo di tutti. Poteva colpire da una distanza strozzando o fratturando il cranio e poteva essere usata a distanza ravvicinata per tagliare la testa all'opponente.


Kusarigama, una delle armi più usate dagli Shinobi assassini.
Tra le armi esotiche esistevano i Shuko, che erano per lo più utilizzati per arrampicarsi nei palazzi, ma potevano bloccare un colpo di Katana e potevano essere usate come armi per squarciare la gola o bucare gli occhi del nemico.


Tali strumenti servivano per lo più per arrampicarsi sui palazzi.


Tali strumenti servivano per uccidere nel peggiore dei modi.
I Ninja ovviamente avevano un loro tipo di arti marziali, molto simile alle altre con la differenza che era effettivo nell'uccidere. Tali arti marziali hanno una marea quasi incontabile di colpi brevi forti e mortali. L'allenamento era duro e spesso poteva portare alla morte per ferite causate.

I Ninja contavano un corpo armato femminile chiamato Kunoichi. Le Kunoichi erano letteralmente letali ed avevano missioni speciali.


Difficilmente si trova un immagine veritiera.
I Ninja tuttavia erano assassini ma non guerrieri come i Samurai, il termine vuol dire servitori, il Ronin è un Samurai senza Shogun da servire, lo Shogun era il capo guerriero che guidava un esercito, quello che noi chiamavamo signorotto feudale.
I Ronin avevano la tendenza ad essere mercenari e spesso erano stati Samurai ma ripudiati per motivi personali o per non avere rispettato il Bushido che era il loro regolamento di vita e combattimento.
In uno scontro uno contro uno un Ninja avrebbe potuto sicuramente vincere, dato che non rispettavano nessuna regola del Bushido ed erano aperti ad ogni tipo di armi, furono tra i primi ad usare le armi da fuoco incondizionatamente.
In uno scontro in campo i Samurai li avrebbero fatti a pezzi perché erano guerrieri con armature ed armi da guerra.


Armatura Samurai, ovviamente immune agli shuriken ed ai colpi di cerbottane avvelenate.
Spesso si pensa alla Katana come arma d'eccellenza ma non è vero. Gli archi li usavano entrambi, ma la vera arma che usavano i samurai era la Naginata, una specie di lancia con una lama lunga quanto quella di una spada. Permetteva di colpire di punta e tagliare teste. Una formazione di samurai armati con Naginata era, anche se inferiore, quasi paragonabile ad una formazione di picchieri armati di alabarda.


La Naginata era una delle armi più effettive che richiedeva anni per imparare il suo uso nelle file dei Samurai mentre si combattevano.
La cavalleria non veniva usata molto a causa del terreno. La maggior parte degli scontri avvenivano a livello di fanteria.
I Ninja ed i Samurai, spesso visti come nemici, hanno da sempre affascinato la civiltà occidentale. Purtroppo tali figure sono state riadattate nei film dandone una falsa idea. La realtà è che per diventare Ninja o Samurai erano richiesti addestramenti che spesso duravano una vita e spesso si moriva nel corso degli addestramenti.


sabato 21 marzo 2020

Multiple Attackers

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Come agire di fronte a una situazione in cui gli attaccanti sono multipli? Questa è senza dubbio una delle domande più importanti al momento di definire un sistema di difesa personale.
Il sergente Jim Wagner, un esperto in situazioni di combattimento reale internazionalmente riconosciuto, affronta questa questione direttamente, senza mezze misure, e ci propone, oltre ad alcune tattiche specifiche, un'attitudine ben definita avendo come orizzonte ciò che funziona e ciò che non funziona.
Jim Wagner è stato contattato da varie agenzie degli USA per insegnare e dirigere programmi di formazione del personale in situazione di combattimento. Allo stesso tempo ha diretto corsi per le principali agenzie e corpi speciali europei e oggi, con questo lavoro, dimostra ancora una volta, perché ha raggiunto il livello che ha raggiunto.

Decisione affrettata per guadagnare tempo
Questo è il fenomeno che sperimenterai quando ti stanno attaccando contemporaneamente due o più individui. Il ritmo degli avvenimenti accelera automaticamente e vengono messe alla prova le tue capacità mentali di resistere alle minacce. Lottare contro due o più attaccanti, benché non siano armati, è "il peggiore dei casi in una situazione di combattimento", ma ci sono determinati principi che puoi imparare e che ti potranno aiutare a sopravvivere; oggi li condivido con te, basandomi sulla mia esperienza nella polizia e nell'esercito e sui miei 32 anni di Arti Marziali.

Cercare l'imboscata
Essere cosciente della situazione è il primo passo per evitare un confronto con attaccanti multipli.
I terroristi e i criminali non sono fantasmi, non vengono fuori dal nulla. I tuoi attaccanti devono stare da qualche parte, attorno a te, ti staranno aspettando, tendendoti una trappola o avvicinandosi a te. In qualsiasi caso, se vigili costantemente la zona intorno a te alla ricerca di qualche atteggiamento sospetto, è probabile che tu possa scoprirlo e in questo modo prepararti o per lo meno guadagnare del tempo prezioso per reagire. Molta gente è assorta nei propri pensieri e non si disturba a guardare intorno a sé per anticipare il pericolo.

Tendi un'imboscata al nemico
Sono un soldato americano e sono istruttore tattico nella mia Unità di Appoggio dell'Esercito. Quando i miei allievi cadono in un'imboscata insegno loro, come prevede la dottrina dell'esercito, che devono attaccare gli attaccanti. La reazione naturale davanti a un'imboscata è trovare rifugio e lottare. Tuttavia, il nemico sceglie sempre il posto migliore per sparare. Rimanere in una posizione difensiva può causare la morte di tutta l'unità e questo è precisamente quello che il nemico cerca. I soldati devono scegliere un punto, utilizzare tutto il potenziale disponibile per sparare e cercare di attraversare la linea nemica nel momento decisivo per poter scappare. Allo stesso modo, nel caso di attaccanti multipli che vengono verso di te, se sei in trappola, è probabile che tu debba caricare l'arma e attaccare l'attaccante più vicino a te, prima che tutti ti saltino addosso.

Non rimanere nel mezzo
Indipendentemente dall'azione che stai intraprendendo, non rimanere tra due attaccanti. Questo è quello che chiamiamo "sandwich". Gli attaccanti sono due fette di pane e tu sei il prosciutto che sta nel mezzo. Collocati sempre davanti a un attaccante, con l'altro dietro di lui. È imprescindibile che affronti un attaccante mantenendo l'altro fuori dalla tua portata, è essenziale. Se finisci tra i due attaccanti, la tua attenzione dovrà dividersi e non potrai lottare contemporaneamente contro due persone.

Violenza in azione
Ho allenato per molto tempo con i marines degli Stati Uniti e uno dei concetti che ho imparato da loro è stato quello che chiamano Violenza in Azione. Significa che una volta che hai deciso di portare a termine un piano di attacco, devi compierlo con determinazione per schiacciare il tuo nemico. Allo stesso modo, quando due o più attaccanti si dirigono verso di te per farti del male e la violenza è imminente, devi sforzarti al 100% per mettere in pratica le tue tattiche di colpi. Una risposta timida non è sufficiente in una situazione in cui la tua vita è a rischio. Con quest'attitudine sconfiggerai il nemico, lo farai retrocedere o morirai provandoci. Perdere non è un'opzione.

Tecniche di forza letale
Se due o più attaccanti vogliono farmi del male, posso dar loro un avviso affinchè retrocedano, ma se non recepiscono e continuano ad avvicinarsi, utilizzerò la forza letale. La forza letale è un termine legale che si usa quando la tua vita è in pericolo o sei a rischio di subire gravi ferite e l'unica opzione possibile è fare la stessa cosa al tuo attaccante.
Quando dò lezioni al primo livello del Corso di Protezione Personale Reale di Sopravvivenza al Crimine, in Europa, Nord America o Australia, ordino ai miei allievi di affrontare individualmente due attaccanti in una lotta con contatto. La vittima si trova a un'estremità della sala e deve uscire dalla porta principale che è bloccata da due attaccanti, i quali cercheranno di evitare che scappi.
Non importa chi sia la "vittima", in quel momento spariscono tutte le tecniche di Arti Marziali e praticamente tutti gli allievi ricorrono alle tecniche più basilari, come sferrare forti colpi in avanti, calci frontali e qualcuno usa le ginocchiate. Praticamente non utilizzano combinazioni di calci, non vedo quasi mai colpi di gomito e ogni tanto qualcuno sferra una testata, ma i calci al di sopra della cintura sono inesistenti. Quando gli allievi affrontano attaccanti multipli, utilizzano tecniche conservatrici, non perché io glielo dica, ma perché prendono una decisione rapida per guadagnare tempo. La situazione li obbliga ad agire in maniera semplice.
Tuttavia, la maggior parte dei miei allievi, quando si trovano in questa situazione, utilizzano la forza di impatto (in termini legali, una forza ragionevole). Di 20 allievi, solo 2 riescono a uscire dalla porta. Gli altri finiscono a terra. In una lezione qualunque, i miei allievi possono essere soldati delle Forze Speciali, poliziotti delle squadre SWAT, istruttori di Krav Maga, cinture nere di Karaté, portinai, agenti di sicurezza e principianti. Dopo tutti i confronti e verificato che la maggior parte non riesce a uscire dalla porta, dico ai miei allievi e ai futuri istruttori che si trattava di una situazione di forza letale e che, quindi, dovevano utilizzare tecniche di forza letale: colpi agli occhi e alla gola e rottura di ginocchia per fermare l'aggressione. Ovviamente, avere un'arma, legale o improvvisata, è un Dovere quando affronti due attaccanti, benché siano disarmati. La maggior parte dei criminali è armata, perciò è meglio avere un'arma, anche se si trattasse semplicemente di una penna di metallo con la punta affilata.



venerdì 20 marzo 2020

L'imperatore del Giappone Akihito abdica


Il nuovo imperatore del Giappone: dieci curiosità

L'imperatore del Giappone Akihito abdica in favore di suo figlio, il principe Naruhito, che salirà ufficialmente sul trono proprio oggi, allo scoccare della mezzanotte. Il nuovo imperatore terrà il suo primo discorso ufficiale sabato prossimo. Leggete dieci curiosità sulla cerimonia e sull'impero monarchico più antico del mondo.
1. Con il nuovo imperatore del Giappone Naruhito al trono si concluderà l'era Heisei (un termine che significa: che raggiunge la pace) e inizierà una nuova era, l'era Reiwa.
2. La cerimonia di abdicazione (Taiirei-Seiden-nogi): Akihito si è recato nei santuari del palazzo imperiale per pregare per le anime degli antenati e venerare la divinità del sole, da cui per tradizione discendono gli imperatori giapponesi. Poi è entrato nel Matsu no Ma, cioè nella prestigiosa Sala dei Pini nel palazzo imperiale di Tokyo e ha ceduto il titolo a suo figlio, in un breve cerimonia trasmessa in diretta in TV: Akihito ha letto un testo in giapponese antico per annunciare l'imminente abdicazione.
 Nuovo Imperatore

3. Due dei Tre sacri tesori, una spada e una pietra preziosa, verranno trasportati dai ciambellani di corte e posti su un banco assieme ai fregi imperiali.
4. Il rito Taiirei-Seiden-no-gi avviene per la prima volta in 202 anni di storia della casa regnante.
5. Il principe Naruhito, dal mercoledì 1 maggio, sarà il 126 ° imperatore del Giappone.
6. Il nuovo imperatore Naruhito e sua moglie Masako hanno solo una figlia femmina, Aiko, che oggi ha 18 anni. Le leggi imperiali giapponesi impediscono la successione al trono alle donne. I prossimi eredi al trono, quindi, sono suo zio, il principe Fumihito e suo cugino, il dodicenne Hisahito.


7. Akihito è il primo imperatore del paese ad abdicare in due secoli e fu il primo imperatore a sposare un cittadino comune: incontrò l'imperatrice Michiko nel 1957 durante una partita di tennis. Inoltre fu il primo imperatore a tenere un discorso in diretta televisiva nel 2011, in occasione del terremoto e dello tsunamni che ha causato più di 20000 vittime in tutto il paese.
8. L'abdicazione di Akihito è vissuta come un'occasione di festa e di gioia: l'imperatore Akihito invece succedette a suo padre 30 anni fa dopo la sua morte, quindi il paese era in lutto.
9. L'imperatore in Giappone non detiene alcun potere politico.
10. Quella del Giappone è la più antica monarchia ereditaria continua nel mondo. Le leggende risalgono al 600 a.C.


giovedì 19 marzo 2020

Le principali tecniche del karate


Le armi del karate sono costituite dalle varie parti del corpo umano. Viene impiegata qualsiasi zona di esso che possa risultare efficace sia per la difesa che per l'attacco. Le tecniche del karate consistono in parate, pugni, calci e colpi effettuati con altre parti del corpo; è fondamentale però avere anche ben chiaro il concetto di distanza (maai) e l'importanza di praticare karate a piedi nudi. Tuttavia nella pratica del karate tradizionale esistono anche tecniche di proiezione, leve articolari, strangolamenti ed immobilizzazioni che un marzialista deve conoscere; queste tecniche sono spesso insegnate piuttosto avanti nella pratica del karate e che quindi risultano totalmente sconosciute al neofita che magari quando svolge un kata non capisce cosa sta facendo e non sa che in realtà è una leva o una proiezione o altro. Ricordiamo che tutte queste tecniche qui di seguito (o quasi tutte) possono essere eseguite jodan o chudan o gedan (alte o medie o basse) e ovviamente anche migi o hidari (destra o sinistra). Inoltre alcune tecniche possono essere eseguite oi oppure gyaku (stesso lato oppure opposte). Prima di passare a vedere alcune delle tecniche è importante sapere che anche la caduta è una tecnica. In ogni arte marziale si dovrebbe imparare prima a cadere (bisogna saper cadere per non farsi male durante una caduta), per passare poi ad imparare l'equilibrio attraverso lo studio delle posizioni e degli spostamenti; infine si passa ad imparare le parate e solo per ultime le tecniche di attacco. Le tecniche (waza) variano a seconda dello stile di karate. Nelle arti marziali, colui che esegue la tecnica si chiama tori e colui che la riceve si chiama uke.


Le tecniche di mano o pugno.
La mano può essere aperta ('kaishō) o chiusa (ken) oppure con il pugno chiuso è la nocca del medio sporgente (nakadaka-ken), soprattutto per alcuni stili; per formare il pugno occorre piegare le quattro dita contro il palmo e serrare fortemente il pollice sull'indice e sul medio, la zona del pugno che si utilizza per colpire è formata dalle nocche dell'indice e del medio (seiken), il polso deve essere forte e contratto, la potenza del braccio deve fluire secondo una linea retta dal gomito fino al bersaglio.
  • oi seiken tsuki (oppure seiken tsuki oppure oi tsuki): pungo dallo stesso lato della gamba; si colpisce con le nocche dell'indice e del medio
  • gyaku seiken tsuki (oppure gyaku tsuki): pugno dal lato opposto della gamba; si colpisce con le nocche dell'indice e del medio
  • kizami seiken tsuki (oppure kizami tsuki): pugno improvviso/esplosivo dal lato della gamba che è già davanti (la quale fa un leggero yori ashi); va fatto come l'oi seiken tsuki, però con più affondo e più lungo; si colpisce con le nocche dell'indice e del medio
  • ren tsuki: due pugni medi alternati
  • sanbon tsuki: tre pugni; il primo al viso, gli altri due medi
  • yoko tsuki: pugno laterale
  • tate tsuki: pugno con mano dritta
  • testui uchi (oppure tettsui): pugno a martello
  • tetsui otoshi uchi: pugno a martello dall'alto verso il basso (di solito si fa chudan)
  • mawashi tetsui uchi: pugno a martello circolare (due varianti: 1.dall'interno all'esterno; 2.dall'esterno all'interno)
  • morote tsuki (oppure yama tsuki): due pugni in contemporanea, uno alto, l'altro medio
  • morote heiko tsuki (oppure morote tsuki): due pugni medi paralleli in contemporanea
  • ura uchi ken tsuki (oppure ura uchi tsuki): pugno rovesciato diretto
  • yoko ura uchi ken tsuki (oppure uraken tsuki): pugno rovesciato laterale
  • age tsuki: pugno dal basso verso l'alto
  • kagi tsuki: pugno ad uncino
  • ippon ken tsuki: pugno con la seconda nocca dell'indice
  • nakadaka ippon ken tsuki: pugno con la seconda nocca del dito medio
  • mawashi tsuki: pugno circolare
  • furi uchi ken tsuki (oppure furi uchi): pugno roteato
  • shita tsuki: pugno rovescio
  • soe tsuki: pugno rinforzato
  • yooi (oppure yoi): posizione di prontezza; braccia lungo i fianchi quasi del tutto distesi e con i pugni chiusi

Le principali tecniche di gamba o piede
Prima di vedere alcune delle tecnhiche di gamba o piede, occorre vedere le posizioni corrette da assumere in partenza:


Ed ora ecco le principali tecniche di gamba o piede nel Karate: 


mae geri: calcio frontale diretto a denti di tigre (o con la pianta)
  • gedan geri: calcio basso col dorso del piede
  • kekomi geri: calcio a spinta dall'alto verso il basso
  • mae geri kekomi: calcio frontale diretto a spinta a denti di tigre (o con la pianta)
  • mawashi geri: calcio circolare a denti di tigre (o con il dorso)
  • tobi geri: calcio frontale saltando
  • ura mawashi geri: calcio circolare rovescio, si colpisce con la pianta del piede
  • uchi mawashi geri: calcio circolare rovescio, si colpisce col tallone
  • ushiro geri: calcio diretto all'indietro (si può fare con la gamba davanti o con quella dietro)
  • ushiro ura mawashi geri: calcio circolare all'indietro
  • sokuto geri (oppure yoko geri): calcio col taglio esterno del piede
  • ushiro sokuto geri (oppure ushiro yoko geri): calcio all'indietro col taglio esterno del piede
  • hiza geri: ginocchiata in avanti
  • hiza ate: ginocchiata dal basso verso l'alto (nell'eseguire la tecnica, di solito con le mani si prende la testa dell'avversario e la si porta al ginocchio)
  • kansetsu geri (oppure fumikomi geri): calcio basso all'articolazione fatto col taglio esterno del piede
  • nidan geri: doppio calcio saltando (uno gedan col dorso e l'altro jodan a denti di tigre)
  • shito geri: calcio basso con l'alluce all'insù che impatta (si può impattare non solo con l'alluce, ma anche con tutte le dita: in questo caso assume il nome di tsumasaki geri)
  • kakato mae geri: calcio frontale col tallone
  • otoshi kakato geri: calcio dall'alto al basso col tallone (di solito lo si fa gedan, perché per farlo jodan bisogna essere capaci di fare la spaccata da in piedi)
  • ushiro kakato geri: calcio all'indietro col tallone
  • mae-ashide sandan geri: tre calci mae geri, uno gedan, uno chudan e uno jodan con la stessa gamba







Le principali tecniche di parata

Le tecniche di parata (Uke waza).
Il tradizionale significato del karate si esprime al meglio nelle tecniche di difesa: proteggere sé stessi è vero budō; non a caso la prima tecnica di tutti i kata è una parata. Nelle arti marziali infatti ogni attacco deve essere definitivo: è quindi comprensibile che la tecnica definitiva assuma un'importanza vitale, l'applicazione corretta di un bloccaggio deve essere tale da mettere in difficoltà l'attaccante e perché ciò avvenga è necessario attenersi ad una serie di regole: innanzi tutto occorre valutare distanza, forza e direzione dell'attacco e reagire muovendo un solo braccio o tutti e due (awase, morote e juji) in modo sufficiente a proteggersi; a seconda della zona che subisce l'attacco, le tecniche di difesa fondamentali si distinguono in parate al viso (jodan-uke), al tronco (chudan-uke) e verso il basso (gedan-uke); di norma ognuna di queste azioni deve essere seguita da un forte contrattacco che neutralizzi l'avversario.


La parata non consiste semplicemente in un movimento del braccio ma deve poter sfruttare la forza di tutto il corpo, è perciò necessario assumere una posizione stabile e bassa per usufruire dell'energia di reazione generata dalla pressione dei piedi al suolo, tale energia viene incrementata dalla rotazione delle anche e, attraverso la contrazione addominale e del fianco, indirizzata sul punto d'impatto; la corretta posizione del gomito rispetto al corpo è condizione essenziale per l'efficacia della tecnica: se il braccio è disteso la parata si indebolisce, se è raccolto si riduce la garanzia della distanza.
Le principali tecniche di parata:
  • jodan uke (oppure age uke): parata alta
  • chudan uke: parata media
  • gedan uke (oppure gedan barai uke): parata bassa (diretta)
  • gedan barai otoshi uke: parata bassa (circolare)
  • jodan shita barai: in contemporanea una parata alta e una parata bassa
  • chudan shita barai (oppure yoko uke oppure yoko shita barai oppure joge uke): in contemporanea una parata media e una parata bassa
  • hiji uke: parata con il gomito
  • ude uke: parata con l'avambraccio
  • shōtei uke 掌底受け: parata con l'osso del palmo della mano
  • shuto uke: parata col taglio esterno della mano
  • kakuto uke: parata con il polso
  • sukui uke: parata raccolta/scodellare/a cucchiaio
  • katate sukui uke: parata raccolta laterale
  • mawashi uke: parata circolare a due braccia
  • soe uke: parata rinforzata
  • morote (chudan) uke: doppia parate media
  • kosa uke (oppure juji uke oppure jiji uke): parata incrociata a mani chiuse (esiste la variante a mani aperte che di solito si chiama osa uke)
  • osae uke: parata con il palmo a schiaffo
  • ura uke (oppure hura uke oppure tekubini): parata rovesciata
  • kake uke: parata a gancio (ne esistono due: variante diretta e indiretta)
  • morote kake uke: doppia parata a gancio
  • cho uke: doppia parata laterale (due varianti: 1. Alta a gomito; 2. Alta e bassa)
  • nagashi (流し) uke: parata alta laterale col palmo
  • otoshi uke: parata dall'alto verso il basso
  • uchi uke: parata con l'avambraccio; si divide in 4 tipi a seconda delle parti dell'avambraccio che impattano:
    • uchi kote (小手) uke: parata con la parte bassa del braccio che a girare lo porta verso il taglio interno del braccio; è la parata più comune delle 4 e spesso viene chiamata erroneamente soltanto "uchi uke".
    • uchi omote () kote uke: parata con il taglio esterno del braccio (parata diretta simile al chudan uke)
    • uchi ura kote uke: parata con il taglio interno del braccio
    • uchi se kote uke: parata con la parte alta del braccio
  • seryuto uke: mano a sciabola, simile al tensho uke, ma si colpisce solo con la parte esterna dell'osso
  • sokutei (mawashi) uke: parata con il calcio (taglio interno del piede) chudan dall'esterno all'interno
  • sokutei osae uke: parata pressante in avanti con il taglio interno del piede (o con la pianta) del piede
  • yama uke: parata della collina
  • kogan uke: parata di partenza che si esegue gedan con entrambe le mani aperte e una sopra all'altra
  • hiza uke: parata col ginocchio
  • soto uke: parata esterna (si può fare jodan o chudan)
  • haiwan morote uke jodan: doppia parata alta
  • manji uke: gedan uke col braccio davanti e uchi uke jodan (o soto uke jodan) col braccio dietro