Pa Drengen Changchop Simpa
è la mitica scimmia progenitrice
del popolo tibetano. Assieme al re Gesar e ad Avalokiteśvara è una
delle più importanti figure della cultura tibetana. A volte è
considerato come l'incarnazione del bodhisattva della compassione.
Infatti Pa significa "padre", Drengen "vecchia
scimmia", Changchop può essere tradotto con "compassione"
e Simpa con "cuore".
In un mito della creazione molto
popolare nel Tibet, all'inizio il mondo era coperto dalle acqua.
Gradualmente le acque sono evaporate lasciando spazio per la vita
animale. Sulle terre asciutte del Tibet giunse una scimmia che si era
ritirata in questo paese per dedicarsi alla meditazione e seguire una
vita di ascetismo e di castità. Si installò sul Monte Gongori, che
dovrebbe corrispondere alla città di Tsetang oggi nella prefettura
di Lhoka nel sud del Tibet.
Un giorno la sua meditazione fu
interrotta da un demone femminile. Secondo la tradizione il demone
sarebbe la manifestazione del bodhisattva Tara, noto in tibetano come
“Jetsun Dolma„, simbolo dell'energia della pietà e protettrice
dei commercianti e dei viaggiatori. La demone lo minaccia dicendo che
se non si unisce a lei, allora lei si unirà ad un demone e concepirà
un gran numero di piccoli mostri che distruggeranno gli esseri
viventi. La saggia scimmia accetta ed chiede l'autorizzazione di
Avalokiteśvara per sposarla. Quest'ultimo benedisse la loro unione e
alcuni mesi dopo nacquero sei piccole scimmie.
La scimmia lasciò crescere i suoi sei
figli nella foresta, ma dopo tre anni scoprì che si erano diventati
cinquecento. I frutti della foresta non erano più sufficienti per
nutrirli e supplicarono loro padre per aiutarle a trovare del cibo.
La scimmia non sapeva cosa fare e andò dal dio della pietà per
chiedere la sua assistenza. Allora Avalokiteśvara andò sul Monte
Meru o Sumeru, che dovrebbe corrispondere oggi al Monte Kailash,
luogo sacro per Induismo, Buddhismo, Giainismo e Bön. Secondo
alcuni, raggiunse la vetta della montagna e raccolse una manciata di
orzo; secondo altri, avrebbe estratto direttamente dal suo corpo
cinque cereali e li avrebbe offerti alla scimmia. Questa imparò a
coltivarli ed ebbe buon raccolto con cui poté infine sfamare tutti i
suoi figli. Nutrendosi di cereali, le scimmie persero gradualmente i
loro peli e la loro coda. Inoltre cominciarono ad utilizzare gli
strumenti in osso e in pietra, quindi a fare vestiti e a costruire
case fino a formare una civiltà da cui sarebbe disceso il popolo
tibetano.
Si dice anche che, vedendo il mondo
popolato di demoni, Avalokitesvara, il Bodhisattva della compassione,
provò pietà per la Terra. Allora si incarnò in una scimmia e si
unì con una orchessa della roccia. Da questa unione nacquero sei
scimmie che rappresentano i sei principali clan che costituiscono il
popolo tibetano.
Nessun commento:
Posta un commento