La risposta è
sì, ne ha ricevuto le
influenze.
Nel
periodo della dinastia cinese
T'ang,
molti
mercanti o commercianti di
Okinawa vennero a contatto con i Cinesi
(soprattutto della provincia di
Fukien), per via degli scambi commerciali che intercorrevano tra di
loro.
I Cinesi influenzarono lo
sviluppo dell'arte marziale autoctona di Okinawa, chiamata "te",
ovvero "mano", che essi avevano usato per difendersi da
pirati e banditi vari.
Su questo punto ci sono
affermazioni controverse, chi dice che l'arte okinawense non fosse
ancora nata, chi dice che fosse già abbastanza formata anche prima
di ricevere influenze dai Cinesi. Fatto sta che
nacque il progenitore del
karate, il tode da "to", "Cina" e "de",
mano, quindi "mano cinese".
Esso era diviso in tre scuole:
Naha-te, Shuri -te e Tomari-te (dalle zone di Okinawa,
rispettivamente la capitale, il castello reale, la zona portuale).
E' interessante notare come
l'ideogramma di "to", corrispondesse quanto alla Cina
quanto alla dinastia T'ang.
Si dice che il primo fosse
ispirato agli stili cinesi meridionali di kung fu, gli altri due a
quelli settentrionali, ma questo punto è oggetto di discussione.
Appare
quasi certo il fatto che
comunque gli stili cinesi che influenzarono maggiormente Okinawa,
furono gli stili "duri" del kung fu,
quindi stili brutali, lineari, che
facevano affidamento sulla potenza sprigionata dal corpo. Questo
perchè in quel periodo erano più usati oppure anche perchè erano
più facili ed immediati da apprendere. Comunque, il tode
inizialmente era appannaggio soltanto dei nobili, ma con il tempo
questi si impoverirono e il tode si diffuse anche nelle classi
sociali inferiori.
Con le invasioni e il passaggio
sotto il Giappone, i giapponesi vennero a contatto con queste
discipline e il maestro Gichin Funakoshi,
originario di Shuri,
sistematizzò le tecniche per
formare e far conoscere nelle isole maggiori del Giappone, quello che
oggi è conosciuto come "karate", cioè "mano vuota".
Questo termine è omofono, nel senso che può essere scritto 唐手
o 空手,
(rispettivamente "mano Cinese/della dinastia T'ang" e "mano
vuota"), ma essere pronunciato "karate" in entrambe i
casi. Nel 1905 il maestro
Chōmo Hanashiro fu il primo ad
usare 空手 "karate"
inteso come "mano vuota" e non "mano cinese"唐手
, poiché dall'invasione giapponese della Manciuria, i
rapporti tra Cina e Giappone erano tutt'altro che amichevoli, per
usare un eufemismo.
Da allora si usa solo 空手
per descrivere il karate, per dare il senso di un'arte
nipponica, sviluppata sull'uso delle mani nude (vuote). Il vuoto si
rifà anche al concetto Zen di vuoto meditativo.
Per darti un'idea di come i Cinesi
abbiano influenzato il karate, faccio anche riferimento al fatto che
Funakoshi a volte scriveva
della sua arte come "Kenpō delle Ryū-kyū".
"Kenpō" è l'equivalente
giapponese di "quanfa" o "kung fu", quindi è
un'arte marziale nipponica ispirata agli stili cinesi. Le Ryūkyū
non sono altro che le isole che comprendono anche Okinawa. Quindi
Funakoshi descriveva la sua arte come "Arte marziale delle isole
Ryūkyū, ispirata agli stili cinesi".
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