venerdì 1 aprile 2022

Wen-Do

 


Il Wen-Do è una scuola di tecnica di autodifesa per le donne sviluppata da Ned e Ann Paige, una coppia sposata di Toronto, Ontario che praticava jujutsu, karate e judo. Questa famiglia decise di impegnarsi nella creazione di un progetto per insegnare alle donne a proteggersi dopo aver appreso la notizia del brutale omicidio di Kitty Genovese a New York il 13 marzo 1964, che suscitò un grande clamore nell'opinione pubblica causa l'assenza di reazione di chi assistette al crimine.

Le prime lezioni si svolsero nel 1965 a Toronto nell'auditorium del Don Mills Collegiate presenti un centinaio di donne e mostrando loro le basi delle tre arti marziali praticate dai coniugi. Nel corso degli anni, con l'aumento del numero di donne che hanno adottato il Wen-Do, altre tecniche di combattimento sono state condivise e aggiunte al sistema, che venne formalizzato nel 1972 e venne deciso che l'accesso alla scuola fosse limitato esclusivamente femminile, con accesso a partire dall'età adolescenziale, ed ugualmente l'insegnamento fosse tenuto soltanto da donne.

Il nome di questa tecnica è dato dall'unione della contrazione della parola women (donne in lingua inglese) con la parola giapponese , che significa via. Per quanto le basi e i concetti del Wen-Do provengano dalle arti marziali, il Wen-Do non è considerato tale dai suoi seguaci.

Le lezioni di Wen-Do si concentrano su situazioni reali che spesso sono affrontate dalle donne, come gli stupri e aggressioni domestiche. Le lezioni non comportano alcun contatto fisico salvo che la discepola non sia pronta e lo chieda. Il suo insegnamento include anche discussioni femministe e responsabilizzanti sui problemi che affrontano le donne e la violenza di genere nella società contemporanea.

Il Wen-Do come autodifesa fornisce alle donne strumenti pratici e di facile applicazione per la prevenzione e la protezione da diverse forme di molestie sessuali. L'insieme del suo insegnamento include diversi tipi di apprendimento, tra cui la consapevolezza psicologica, la postura del corpo, le tecniche fisiche e la conoscenza di genere. L'obiettivo è quello di evitare situazioni pericolose, ma se queste sfortunatamente accadessero, essere in grado di reagire adottando le appropriate tecniche.

Il Wen-Do è stato inventato negli anni '60 e successivamente si è diffuso nei paesi occidentali, principalmente in USA, Canada, diversi paesi europei tra cui Germania a Polonia e la Bielorussia, la Svizzera, Giappone, Nuova Zelandia, Sudafrica.

È stato introdotto in Egitto nel 2013, da Schirin Salem, per affrontare i crescenti fenomeni di molestie sessuali negli spazi pubblici (come strade, mezzi di trasporto, luoghi di lavoro ecc.) e nel luglio 2014 è stata diplomata la prima generazione di 14 allenatrici di Wen-Do egiziane, nel dicembre 2014 altre 11 donne egiziane sono state diplomate.

In Italia questa scuola è stata introdotta nel centro antiviolenza "Rompiamo il silenzio" di Martina Franca nel 2013, e successivamente da altre organizzazioni antiviolenza in altri comuni italiani ed associazioni di donne.



giovedì 31 marzo 2022

Arte marziale ibrida


 

Un'arte marziale ibrida (anche conosciuta in lingua inglese come hybrid fighting systems) indica arti marziali o sistemi di combattimento corpo a corpo nati dalla fusione di più sistemi differenti e che quindi incorporano tecniche o teorie da molte arti marziali particolari.

Il primo probabile precedente storico dell'incrocio culturale ibrido delle arti marziali è il bartitsu, nato tra il 1899 ed il 1902 come combinazione di molte forme del jūjutsu tradizionale, kōdōkan judo, boxe inglese, savate e stick fighting.

Alcune delle più famose arti marziali ibride vennero elaborate in Giappone a partire dagli anni '70, grazie ad Antonio Inoki che organizzò degli eventi di combattimento sportivo interstile definiti Ishu Kakutōgi Sen (異種格闘技戦, letteralmente "scontri di sport da combattimento eterogenei"), in seguito conosciuti con il nome di "Shoot Wrestling", all'interno del quale era permesso usare sia tecniche di lotta (wrestling-grappling) che tecniche di "striking" (pugni-calci-ginocchiate-gomitate). Successivamente, a metà degli anni '80, partendo da questo principio di complementarità tra sport da combattimento e lotta, Sensei Satoru Sayama ideò lo Shooto, con l'intento di creare uno sport realistico che potesse competere a livello internazionale con ogni tipo disciplina marziale, "scremando" perciò nel tempo le tecniche ritenute meno efficaci e sviluppando invece le migliori.

Nel 1981 nacque il daido Juku come arte marziale e sport da combattimento dalla fusione del kyokushinkai e del judo, integrandoci elementi presi anche da muay thai, kickboxing e Jiu jitsu brasiliano. Nel 1985, Caesar Takeshi ideò la Shoot boxing, uno sport da combattimento simile alla kickboxing ma che prevede anche l'utilizzo di proiezioni e tecniche di sottomissione in piedi come strangolamenti e chiavi alle braccia, ma diversamente dallo Shooto e dallo Shootfighting, essa non prevede fasi di combattimento a terra. A partire dal 1989 lo Shooto divenne anche il nome di una delle prime e più importanti organizzazioni di arti marziali miste professionistiche. Parallelamente allo Shooto e allo Shoot Wrestling, le arti marziali miste giapponesi vennero conosciute per molto tempo anche con il termine Shootfighting, fino a quando tale termine non venne registrato da Bart Vale. Va sottolineato che nonostante sia lo Shooto che lo Shootfighting nacquero dalla fusione di alcune delle migliori tecniche di wrestling e di striking, le tecniche e più in generale i principi e le tattiche di lotta risultano prioritari, mentre i colpi e i principi di striking ricoprono perlopiù un ruolo di secondaria importanza.

Nel 1999 nasce lo zendokai esempio di arte marziale mista codificata che infatti prende ispirazione dal karate kyoukushin, dal judo e dalla boxe.

Mentre numerose arti marziali potrebbero anche prendere in prestito o adattarsi ad altre per alcuni punti, un'arte marziale ibrida vera e propria dà rilievo alle sue origini stilistiche. Un esempio di queste è il kajukenbo, nella cui pratica include specifici elementi dal karate, judo, jūjutsu, kenpō e sanda.

Altri termini come arti marziali miste e combattive forse sono a volte visti come sinonimi di arti marziali ibride, ma come termini hanno in realtà altri significati: arti marziali miste o MMA si riferiscono a un tipo di sport da combattimento in cui si incorporano tecniche da differenti discipline, mentre le combattive sono associate all'United States Army.

Alcuni considerano il sistema di combattimento Jeet Kune Do un'arte marziale ibrida, oltre che una filosofia. In realtà, nonostante Bruce Lee, il creatore del sistema, analizzò e apprese svariati stili di combattimento, il Jeet Kune non è un mix di tecniche prelevate dalle altre arti marziali, ma è un sistema di combattimento autoctono che possiede una propria struttura ed è costituito da principi e tecniche peculiari. Nonostante ciò, rimane comunque evidente che la Boxe, la Scherma e il Kung fu abbiano enormemente ispirato Lee nella sintesi, intuizione ed elaborazione del Jeet Kune Do.

È corretto invece considerare un'arte marziale ibrida il Jun Fan Gung Fu, ciò che Bruce Lee praticava prima di sintetizzare il JKD.

Sono state ampiamente adoperate anche in ambito militare per via della relativa velocità di apprendimento: ne è un esempio il Nagasu do, sistema di combattimento creato dall'ex operatore dello Special Air Service Mick Gould, che si basa su un mix di Jūjutsu, Judo ed Aikidō o il più conosciuto Krav Maga, inizialmente messo a punto dal lottatore ebreo Imi Lichtenfeld per difendersi dalle rappresaglie naziste nei ghetti, in seguito adottato su larga scala dalle Forze di difesa israeliane, dal Mossad e da molte forze militari straniere per via della sua versatilità; del Krav maga esistono due varianti: una militare ed una civile, la seconda si discosta dalla prima poiché meno brutale e letale.





mercoledì 30 marzo 2022

Glíma

 


La Glíma è lo stile tradizionale nazionale di lotta in Islanda. La più antica competizione islandese di glíma è la Skjaldarglíma Ármann che si tenne nel 1888 e che fu disputata quasi ogni anno da lì in poi. Nel 1905 venne introdotto l'uso della cintura di modo che i lottatori possano avere una maggior presa sull'avversario. Nel 1906 avvenne la prima competizione di Íslandsglíman (Grettisbeltið) i cui vincitori sono chiamati Glímukóngur. Nelle Olimpiadi del 1912 la glíma fu sport dimostrativo. Dal 1987 si insegna la glíma anche nella scuola primaria islandese.

L'International Glima Association (IGA) è l'organizzazione mondiale che gestisce tutti i gruppi e le federazioni della glíma.

La glíma si differenzia dagli altri stili di lotta per quattro punti principali:

  • I partecipanti devono sempre rimanere eretti;

  • I partecipanti girano in senso orario attorno a loro (in maniera simile a un valtzer), in modo da creare opportunità di attacco/difesa ed evitare uno stallo;

  • Non è consentito cadere sull'avversario o spingerlo giù con la forza, non essendo considerato sportivo;

  • Si suppone che i lottatori si guardino le spalle poiché è considerato maggiormente legittimo lottare sfruttando tatto e sensibilità piuttosto che la vista.

Il cuore del sistema sono otto principali brögð (tecniche), che formano l'allenamento base per approssimativamente 50 modi di eseguire una proiezione.

Attorno alla glíma vi è un codice d'onore chiamato drengskapur che invoca lealtà, rispetto e preoccupazione per la sicurezza per i propri compagni d'allenamento.

Il termine "glíma" è la parola in lingua islandese per indicare la lotta generale, nell'accezione più larga di "sforzo" o "scontro".


martedì 29 marzo 2022

Orthepale

 


L'orthepale o ortopalo era la specialità più tecnica e spettacolare della lotta greca nei giochi olimpici antichi. Si svolgeva con i due atleti ritti in piedi: risultava vincitore l'atleta che riusciva a far rovesciare e cadere l'avversario per tre volte; se i lottatori cadevano insieme, il punto veniva assegnato a colui che rimaneva sopra, e se la caduta avveniva su un fianco, la ripresa era considerata nulla. Il corpo degli atleti era completamente cosparso di olio per rendere difficoltosa la presa.




lunedì 28 marzo 2022

Canne de combat

 


La canne de combat è un'arte marziale francese. Come arma usa una canna o un bastone (una specie di bastone da passeggio) progettato per il combattimento. Canne de combat è stato standardizzato negli anni '70 per la competizione sportiva da Maurice Sarry. Il canne è molto leggero, in legno di castagno e leggermente affusolato. Per proteggersi si indossa una tuta imbottita e una maschera da scherma.

Il canne de combat o canne d'arme è un prodotto della storia e della cultura francese. Si è sviluppato all'inizio del XIX secolo come disciplina di autodifesa ed è stato particolarmente utilizzato dai gentiluomini borghesi dell'alta borghesia nelle grandi città pericolose come Parigi. Alcuni parlano di arte marziale francese anche se la sua codificazione come sport non consente ufficialmente questo nome. La storia della disciplina è strettamente legata allo sviluppo delle tecniche di savate boxe che all'inizio utilizzavano principalmente i calci e successivamente sotto l'influenza degli inglesi incorporarono anche i pugni.

Il bastone era nelle mani degli uomini di città, mentre la canna era nelle mani dei contadini.

Anticamente, le tecniche di savate e canne d'arme aumentarono di popolarità fino a essere utilizzate dalle forze armate e di polizia (raffigurate nella serie TV Les Brigades du Tigre, riferendosi ad una speciale task force di polizia della Terza Repubblica francese) fino alla prima guerra mondiale. La morte di molti dei suoi praticanti durante la guerra fece quasi scomparire la disciplina. Le tecniche continuarono, tuttavia, ad essere insegnate in alcuni club di boxe savate che riaprirono tra le due guerre e riuscirono a sopravvivere alla seconda guerra mondiale. Si ritiene che ci sia un gruppo che ha operato durante l' occupazione nazista che usavano tecniche di canna per compiere omicidi. Le tecniche di combattimento con la canna della fine degli anni '50 e '60 furono influenzate da alcuni abili individui che lo fecero rivivere.

Alla fine degli anni '70, le tecniche del canne d'arme furono codificate da Maurice Sarry con l'obiettivo di riabilitarlo come sport. Nasce così la disciplina che ancora oggi è associata alla Federation de Savate Boxe Française ("Federazione Francese di Pugilato Savate"). A parte l'approccio sportivo, le tecniche di autodifesa sono ancora vive; ad esempio, la tecnica del "Maestro Lafond".

Oggi, lo sport canne de combat è praticato da un migliaio di cannisti, e il personale francese da alcune centinaia di bâtonniers o bâtonnistes.

Negli Stati Uniti si dice che Jean-Noel Eynard abbia portato canne de combat sulla costa orientale in combinazione con il Savate. Il primo vero club FFBFSDA/FIS di Canne de combat/ Savate è stato aperto nel 1983 sulla costa orientale di Filadelfia, sotto la guida del Dr. Jean-Noel Eynard, Professeur FFBFSDA/FIS con l'assistenza dell'ex FFBFSDA/FIS DTN Bob Alix. Canne de combat è stato anche insegnato nel 1994 a Memphis, nel Tennessee.

L'uso del bastone come arma, come originariamente insegnato nelle scuole d'armi, fu codificato dai maestri di savate in modo che il bastone fosse insegnato come arma di autodifesa. La tradizione francese include tecniche di combattimento con il bastone medievale (bâton français), ad eccezione di quelle tecniche ritenute troppo pericolose per essere utilizzate nello sport. Il bastone medievale è un'arma troppo pesante per essere usata in competizione.

Il suo uso è quindi andato perduto e oggi il canne de combat stesso sta scomparendo. Esiste però una tradizione marziale tramandata al maestro svizzero, Pierre Vigny , che è stata utilizzata per codificare le tecniche che utilizzano il bastone indiano all'inizio del XX secolo, formando una tradizione separata dal più comune bastone sportivo visto in Francia oggi. Il bastone, utilizzato prima come sostegno e poi come accessorio da gentiluomo, costituiva anche un'utile arma. Un normale bastone da passeggio rientra solitamente nei limiti dell'autodifesa legale, ma il bastone carico (appesantito con piombo a un'estremità) può essere considerato un'arma in alcune giurisdizioni.

Nel moderno sistema sportivo canne de combat praticato in Francia, gli incontri si svolgono all'interno di un anello. Il bastone si tiene con una mano ma il giocatore può cambiarlo di mano in mano durante l'incontro. I colpi vengono effettuati sia orizzontalmente che verso il basso, essendo vietati i colpi di spinta o di pugnalata. Le zone di punteggio sono i polpacci, il busto e la testa.

Per contare, tutti i colpi devono essere eseguiti con il bastone e i colpi bassi devono avere un movimento di affondo. L'incontro si vince ai punti, la leggerezza del bastone e l'abbigliamento protettivo rendono impossibile un knockout. I punti vengono assegnati per lo stile, in base alla correttezza delle posizioni del corpo durante il combattimento. Il contatto con aree vietate come le braccia è penalizzato. È così possibile vincere una partita senza colpire l'avversario, se accumula penalità.

  • Il canne è un bastoncino di castagne disponibile in due versioni. Il primo, contrassegnato da una linea verde, è più pesante e utilizzato per l'allenamento delle tecniche di base. Una canna utilizzata nelle competizioni e negli allenamenti avanzati, contrassegnata da una linea nera, è più leggera. I bastoncini più leggeri sono più veloci e sicuri da usare (si evitano gravi lesioni all'avversario perché il bastone si rompe per primo). La lunghezza di una canna è di circa 95 cm (37 pollici); il peso è di circa 120 g (4,2 once) per il verde e di circa 100 grammi (3,5 once) per il nero.

  • Il bastone (bastone) è un bastone a due mani di circa 140 cm (55 pollici) e 400 g (10 once).


Il Canne de combat ha diverse varianti:

  • Canne: la forma base, usando un bastoncino

  • Canne doppia : usando due bastoncini

  • Bâton : quarterstaff

  • Doppio bastone : due quartista

  • Canne défense : autodifesa con il bastone

  • Canne chausson : calci savate combinati con tecniche di canne

  • Canne fouet : una variante di canne chausson e canne défense



La Canne è la parte più importante del canne de combat . Quando giocano a canne, i cannistes (concorrenti) hanno un bastone in mano, indossano una tuta protettiva e un casco da scherma e cercano di segnare più punti dell'avversario durante la partita.


Zone di punteggio:

  • Testa: la parte superiore, i lati e la parte anteriore

  • Torso: solo per maschi

  • vitelli

Durante un combattimento di canne, i cannisti devono usare tecniche difensive e offensive prescritte, combinate con salti e volteggi. Non c'è attacco simultaneo, nel senso che se uno dei giocatori ha iniziato un attacco, l'altro deve parare o schivare, e può contrattaccare solo dopo l'evasione. Un'evasione può essere un passo, un salto o un accovacciarsi. Il bastone può essere tenuto sia con la mano sinistra che con la destra ed è consentito cambiare mano durante la partita.

Durante un doppio incontro di canne, i cannisti tengono i bastoncini con entrambe le mani destra e sinistra. Cercano di mettere a segno colpi con entrambe le mani usando tecniche simili a quelle del canne , mentre parano e contrattaccano. Lo stile a due bastoncini consente un attacco e una difesa molto più rapidi.

Il Bâton significa tecniche del bastone lungo e si basa sui movimenti della spada lunga medievale e del bastone da passeggio di campagna più lungo, esteso con la base del movimento di canne .

La Canne défense significa autodifesa con il canne. Le tecniche di base sono simili a quelle utilizzate nel canne di base, ma sono espanse per includere spinte, tagli, parate e contrattacchi, serrature al collo e alle mani e rilasci dalle prese. Durante la difesa da canne ogni parte vulnerabile del corpo è considerata un bersaglio legittimo: il gomito, il ginocchio, il viso, ecc. È in forte sviluppo. Poiché le tecniche di difesa da canne sono più pericolose, non ci sono gare di difesa da canne o combattimenti liberi, solo tecniche a coppie.

Canne chausson combina calci savate con attacchi di canne stick.


Le Canne de combat si basa su sei tecniche, combinazioni e altri elementi (salti, volte, interruttori manuali).

  • Brisé

  • Croisé téte

  • Latéral croisé ( tête , flanc , bas : testa, busto, gamba/basso)

  • Laterale esterno ( tête , flanc , bas : head, torso, leg/low)

  • Enlevé

  • Bass croisé

Supponendo che il bastone sia nella tua mano destra:

Mantenendo la punta del bastone in avanti, gira leggermente la parte superiore del corpo a destra mentre ritiri la mano destra. Ci dovrebbe essere un sollevamento del tallone sinistro allo stesso tempo. Una volta che la tua mano ha superato la linea della colonna vertebrale (se vista di lato), capovolgi la punta del bastone dietro di te, in modo che il braccio e il bastone siano ora allineati e completamente tesi all'indietro. Quindi, porta il braccio e il bastone da dietro in avanti, lungo una linea orizzontale. Se il bersaglio è la testa, rimani in posizione eretta mentre sferri il colpo. Il tuo braccio dovrebbe rimanere dritto durante l'esecuzione del colpo mentre la punta percorre un arco di 180 gradi dalla parte posteriore alla parte anteriore.

Non c'è bisogno di pensare a sferrare il colpo con un 'taglio di lama'. In effetti, è meglio tirare il colpo con il palmo rivolto verso il basso, in modo che il lato del pollice del bastone colpisca il bersaglio (simile a un colpo con il bordo posteriore della lama). Ciò aiuta enormemente a mantenere il braccio dritto.

Supponendo che il bastone sia nella tua mano destra:

Mantenendo la punta del bastone in avanti, gira leggermente la parte superiore del corpo a sinistra mentre ritiri la mano destra (palmo rivolto verso l'alto, cioè verso di te) e il braccio sul petto. Trasferisci leggermente il peso sul piede posteriore (sinistro) e solleva leggermente il tallone anteriore mentre lo fai. La tua mano dovrebbe superare la linea della colonna vertebrale (se vista di lato). Ora gira la mano (in senso antiorario), in modo da capovolgere la punta del bastone dietro di te, con la mano e l'avambraccio sopra la spalla sinistra, ed estendere il bastone all'indietro il più possibile. Quindi, porta il braccio e il bastone da dietro in avanti, lungo una linea orizzontale. Se il bersaglio è la testa, rimani in posizione eretta mentre sferri il colpo.

Difese accettabili in canne sono la parata e l'evasione. Un'evasione può essere un passo, un salto o un accovacciarsi. Non c'è attacco simultaneo, il che significa che se un concorrente inizia un attacco, l'altro deve parare o schivare e può contrattaccare solo dopo l'evasione.

La strategia canne non accetta la teoria di "ottenere un piccolo colpo per infliggere un colpo più grande". Se il giocatore A inizia ad attaccare e, invece di difendersi, anche il giocatore B inizia un attacco, allora la regola è la seguente:

  • Se nessuno colpisce, nessuno ottiene un punto

  • Se B colpisce, nessuno ottiene un punto

  • Se sia A che B hanno colpito, allora A ottiene un punto (perché hanno attaccato per primi)

Questo è simile alle regole del diritto di precedenza della scherma sportiva moderna .

Ci sono cinque affondi in canne.

  • Avant (anteriore)

  • Arriere (dietro)

  • Esterno (esterno)

  • Posizione di equilibrio

  • Grenouille (rana)

Vengono contati solo gli attacchi validi. Un attacco è considerato valido solo se eseguito utilizzando una delle tecniche sopra descritte e:

  • Ogni sciopero deve essere armato (gli scioperi senza il canne sono considerati invalidi)

  • Il colpo è chiaro

  • Il colpo ha raggiunto una zona target valida

  • Il colpo è fatto con la parte superiore 1/4 del bastone

  • Il bastone è in una linea con la mano

  • Non c'è stato alcun movimento di sciabola

Gli incontri si svolgono in un cerchio di 9 metri di diametro. Il bastone si tiene con una mano ma il concorrente può cambiarlo di mano in mano durante l'incontro. I colpi vengono effettuati sia orizzontalmente che verso il basso, essendo vietati i colpi di spinta o di pugnalata. Le zone di punteggio sono i polpacci, il busto (solo per gli uomini) e la testa.

Per contare, tutti i colpi devono essere eseguiti con il bastone e i colpi bassi devono avere un movimento di affondo. L'incontro si vince ai punti, la leggerezza del bastone e l'abbigliamento protettivo rendono impossibile un knockout. I punti vengono assegnati per lo stile, in base alla correttezza delle posizioni del corpo durante il combattimento. Il contatto con aree vietate come le braccia è penalizzato. È così possibile vincere una partita senza colpire il proprio avversario, se si accumulano penalità.


domenica 27 marzo 2022

Perché i sovrani dinastici cinesi non sono rappresentati seduti sul pavimento come i daimyo?

Perché i cinesi non facevano uso di tatami, i tappetini di paglia che i giapponesi usano ancora al posto del pavimento nelle stanze di tipo tradizionale. Il Giappone non conosceva l’uso della sedia, normale invece in Cina

Ecco L’imperatore cinese Kang Xi



ed ecco il suo corrispettivo giapponese, l’imperatore Momozono.



Uno seduto visibilmente su una sedia, l’altro per terra.

si tratta quindi di vedere perché sono stati adottati i tatami.



Ecco che aspetto hanno. Questa è una stanza di casa mia. Vuota quando non è in uso, com’è tradizionale.

E questo è il punto. Una casa tradizionale giapponese è modulare. Tutte le stanze sono come questa. Vuote quando non in uso, possono venire trasformate in salotti, stanze da letto, studi, ecc. attraverso l’uso di mobili piccolissimi e pieghevoli che possono venire riposti In armadio a scomparsa quando non necessari.

Eccone uno.



Notate le dimensioni.

Il Giappone è sempre stato sovraffollato in certe aree, ma deserto in altre. Questione di geografia. Questo significa che ha sempre avuto problemi di spazio. La frequenza dei terremoti ha poi scoraggiato un’architettura basata su edifici permanenti. La struttura modulare della casa è stata una risposta intelligente a tale situazione, ma ha precluso l’uso di sedie. Le sedie rovinano i tatami, sono ingombranti e difficili da fare, particolarmente se pieghevoli. Ergo …


sabato 26 marzo 2022

Quale attore ha sofferto di più per imparare il mestiere?

Nel 1960, quando aveva solo sei anni, Jackie Chan fu iscritto alla China Drama Academy dai suoi genitori per imparare l'Opera di Pechino, un'arte tradizionale cinese che combina spettacolo, commedia e arti marziali.



L'allenamento lì è terribilmente duro, soprattutto per un bambino di sei anni.

Ecco come lo ha descritto Jackie Chan in un'intervista del 2010 al Jonathan Ross Talk Show:

Ci svegliavamo alle 5 del mattino tutti i giorni. La prima cosa per cui siamo stati costretti a fare è stata una gara di resistenza. Ma era vietato saltare mentre si correva, le spalle dovevano rimanere fisse, solo le gambe dovevano muoversi. E dovevamo portare in ciascuna mano una tazza piena d'acqua senza versare una goccia. Chi faceva cadere l'acqua riceveva un colpa di bacchetta dal maestro. Un colpo molto forte.


Successivamente, dovevi esercitarti in equilibrio sulle mani. Lo facevamo per un'ora intera.

Poi, allenamento di arti marziali. Imparare a colpire con i piedi e le mani. Poi, le routine dell'hapkido (arte marziale), sequenze di gesti difficili. E mentre stavamo facendo questi allenamenti, ogni volta che stavamo facendo un movimento difficile, ad esempio stando su un piede con una gamba alzata, il maestro ci diceva: “Stop! e dovevi mantenere quella posizione senza muoverti. Poteva durare 20 minuti. 20 minuti senza muoversi in una posizione molto dolorosa. Poi si riprendevano gli esercizi e all'improvviso, bing!, il maestro ci diceva di fermarci di nuovo e dovevamo rimanere immobili in un'altra posizione….

È stato orribile. E quando ci siamo abituati a questi esercizi, il maestro ha aumentato la difficoltà. Ci ha messo una tazza sul ginocchio quando avevamo la gamba per aria, o un posacenere sul nostro piede. E non farlo cadere! altrimenti sferrava un calcio...

Sono rimasto dieci anni in questa scuola e ho sempre voluto scappare via…”



venerdì 25 marzo 2022

La lotta greco-romana è efficace sulla strada?


Assolutamente SI

La Lotta greco romana è un insieme di tecniche a corpo libero che sono incredibilmente efficaci proprio nella lotta a mani nude con prese e blocchi, con catapulte e ribaltamenti, con prese articolari e schiacciate di schiena.

Negli scontri di strada, nel 90% dei casi, riesce vincitore, a parità di condizioni, il più pesante: se il peso di uno dei due è maggiore di 10/15 kg è estremamente difficile che il più leggero riesca a vincere, a parità di condizioni.

Ma la Lotta greco romana ti permette, attraverso allenamento mirato, ottima preparazione fisica, conoscenze fisiche e meccaniche, di leve e prese articolari, di avere facilmente la meglio su avversari anche parecchio più pesanti di te.

Queste semplici tecniche ti danno un vantaggio indiscutibile contro qualunque avversario, anche più pesante di te, che non sia ovviamente un atleta professionista o agonista. In ogni caso ti permette di fare molto male e di essere estremamente pericoloso, non facilmente intimidibile, conscio delle proprie possibilità e sempre in grado di reagire senza subire troppo….

È uno sport veramente completo, migliore assolutamente della tanto pubblicizzata MMA, che sembra piuttosto il parente povero della lotta greco romana, che ha una storia millenaria e tradizione marziale di ampio spessore….

La consoglio a tutti, benché io abbia praticato altri sport… se tornassi indietro, la prenderei sicuramente in considerazione, come sport o attività fisica per i ragazzi ti tutte le età…





 


giovedì 24 marzo 2022

Cosa insegna lo Zen?

Lo zen insegna a tenere la mente sgombra dai pensieri in modo da poter vivere al 100% nel presente.

"La vacuità è l'essenza della compassione."

La parola "zen" significa appunto meditazione intesa come “stato di perfetta equanimità e consapevolezza” e non va confusa con la passività, ma al contrario consente una rapida ed adeguata reazione ai problemi di tutti i giorni in quanto vengono eliminati tutti i pensieri negativi che ci rallentano e ci limitano nel prendere decisioni.

La pratica dello zen consente anche di godersi appieno le cose belle che la vita ci offre tutti i giorni, stimolandoci ad uscire dalla nostra zona di comfort in quanto non più influenzati dalle precedenti esperienze o timori per il futuro.


Ensō (円相), simbolo che rappresenta sia l'universo che la vacuità (realtà assoluta)


Vediamo ora un tipico racconto zen, che fa del suo fulcro l'agire senza pensare:

Il Falco che non poteva volare.

Un re ricevette in regalo due piccoli falchi, i quali consegnò ad un maestro falconiere per la loro formazione.
Dopo alcuni mesi l’istruttore avvisò il re che uno dei falchi era stato educato in maniera perfetta, ma non sapeva cosa stesse accadendo all’altro; da quando era arrivato alla dimora reale non si era ancora mosso dal ramo.
Furono convocati dal re guaritori, maghi, sacerdoti ma nessuno di loro riuscì a far prendere il volo a quel piccolo falco. Una situazione apparentemente inusuale, che magicamente migliorò quando la mattina seguente il piccolo falco venne avvistato librarsi nel cielo blu di quella giornata.

Portatemi il responsabile di questo miracolo! – ordinò il sovrano.
Davanti al re comparve un semplice contadino, una persone dalle fattezze innocenti che tuttavia sembrava mostrare molta saggezza.

Incuriosito il re gli chiese:
– Come sei riuscito a far volare il falco? Sei per caso un mago?

Non è stato difficile mio signore- spiegò il contadino – Ho semplicemente tagliato il ramo su cui era poggiato il piccolo falco. Solo allora l’uccello si è reso conto che aveva le ali.

Morale: a volte è necessario riposare sul ramo e ricaricare le proprie energie, ma se restiamo per troppo tempo bloccati e paralizzati nella nostra zona di comfort non sapremo mai dove saremmo potuti arrivare e tantomeno cosa saremmo riusciti a fare. Così a volte abbiamo bisogno di qualcuno che tagli il nostro ramo su cui siamo abituati a stare o, viceversa, avere il coraggio di tagliare il ramo a qualcuno che ne ha bisogno.

L’importante è assicurarsi di non essere voi quelli che impediscono il volo ad un’altra persona o che sia qualcun altro ad impedire il vostro di volo.


mercoledì 23 marzo 2022

Il coltello più affascinante della storia

Il kujang:



Uno dei pugnali più affascinanti di Giava è il kujang, un pugnale a forma di falce che si ritiene sostenga l'equilibrio del mondo.

Un tempo popolare tra i re giavanesi, si credeva che la lama dalla forma distinta del kujang fosse stata ispirata da un messaggio divino che proclamava la loro sovranità. A differenza di molte lame, la forma del kujang non derivava da alcun progresso nella tecnologia delle armi.

Il coltello unico è stato creato dopo una visione di un re giavanese.

Il kujang originale era uno strumento agricolo, ma un re di nome Kudo Lalean affermò di aver visto un'arma che simboleggiava l'isola di Giava unita in una visione profetica. Dopo il sogno, fece realizzare la mistica lama dal suo miglior fabbro. Il risultato fu un'arma a forma di isola, che aveva tre fori per simboleggiare le tre divinità principali della religione indù.

L'arma in seguito subì alcune modifiche, dopo che l'Islam divenne la religione dominante della regione. È stato ridisegnato per assomigliare alla lettera "Syin", la prima di un versetto importante del Corano. Anche i tre fori sono stati cambiati in cinque per rappresentare i cinque pilastri dell'Islam.


martedì 22 marzo 2022

 

Quanto più è affilata di un coltello una spada samurai?



Non so se una spada da samurai oggi uscirebbe vincitrice in un confronto con certi coltelli moderni con affilatura a rasoio.

In altre parole una katana tagliando qualcosa puo' dare l'impressione di essere piu' tagliente di un coltello, ma questo e' dovuto alla lunghezza della lama della katana ben superiore a quella di qualsiasi coltello.

Se per esempio volessino tagliare in due un grosso salame con un coltello anche se affilato dovremmo fare scorrere la lama avanti e indietro almeno 2/3 volte, la lama della katana scorrerebbe solo una volta.

La katana e' piu' che altro un mito.

La realtà è ben diversa e il mito della katana è, per l'appunto, un mito.
In primo luogo, bisogna considerare come le armi esistano in quanto utili in determinate situazioni; per fare un esempio: per secoli le spade sono state tra le armi più usate dai guerrieri europei, ma nel momento in cui le armature sono diventate troppo resistenti per essere danneggiate da una spada, le armi bianche hanno ceduto il passo a strumenti più specializzati (e antichi va detto) come i martelli da guerra e le mazze, relegando le prime a un ruolo puramente "civile", per poi ritornare parzialmente in auge con la fine dei guerrieri corazzati.

Le katane erano funzionali al campo di battaglia giapponese; un luogo dove le armature pesanti erano meno efficaci di quelle occidentali.

Molti citano la grande abilità dei fabbri giapponesi nel piegare il metallo come se fosse il non plus ultra dell'arte armaiola. In parte è vero: molti fabbri giapponesi erano abilissimi armaioli, ma ci sono comunque alcune cose da dire a riguardo; in primo luogo si trattava di una soluzione utilitaria dovuta alla scarsa qualità del ferro disponibile in Giappone, quando potevano infatti usavano il raro tamahagane (acciaio prezioso), ma per lo più facevano uso di quello che noi occidentali chiamiamo "pig iron" , (Vi prego di scusarmi ma non conosco il termine equivalente in italiano) usato per produrre la ghisa, ma che può essere raffinato con il processo della piegatura.
Piegare il metallo serve a togliere via quanto più carbonio possibile dalla lega: troppo carbonio si traduce in lame fragili, poco carbonio produce lame morbide. La leggenda vuole addirittura che i fabbri piegassero il metallo migliaia di volte per ottenere la lega perfetta; in realtà esiste un limite fisico a quante volte si può piegare una striscia di metallo (una ventina circa) e in genere i fabbri si fermavano a una decina.
In secondo luogo la tecnica della piegatura era obsoleta da almeno un migliaio di anni; per fare un esempio già i celti della cultura di La Tene (450 BCE) usavano una tecnica di torsione del metallo capace di produrre lame più resistenti e in un tempo inferiore.

La katana è una lama curva e ciò ha i suoi pro e i suoi contro. Questo tipo di armi sono efficacissime per tagliare un corpo, in quanto offrono una superficie minore di contatto e esercitano una forza maggiore sull'area colpita (un banale concetto di fisica); ma la loro capacità di affondo è piuttosto limitata.
In sostanza erano armi adattissime per il combattimento contro guerrieri poco corazzati come se ne trovavano spesso nel Sol Levante. Un fendente di katana può provocare danni più devastanti di quelli provocati da una spada lunga, ma allo stesso tempo una spada lunga si produce in affondi molto più precisi e letali di una katana.
Si trattava inoltre di armi molto "ciccione" per via della scarsa qualità dei metalli, il che ne riduceva al lumicino le capacità di penetrazione delle armature e d'altronde se ci si pensa, non era quella la funzione primaria, dato che di armature complete in metallo da quelle parti erano inesistenti. I giapponesi infatti combattevano con corazze laccate in cuoio, oppure corazze lamellari più pesanti, considerate con molta probabilità il pinnacolo mondiale delle armature lamellari. Ciononostante come tutte le corazze lamellari, avevano le loro vulnerabilità e una katana era adatta a sfruttarle; un colpo bene assestato poteva passare tra una lamella e l'altra, tagliare i lacci e così via. Erano comunque armature funzionali allo scopo.

Per quanto i Samurai avessero un rispetto mistico del proprio daisho, in maniera non molto dissimile da quello dei cavalieri per la propria spada, l'arma preferita del guerriero in battaglia era la lancia (yari) in tutte le sue forme, o l'arco (yumi), e i samurai erano eccellenti arcieri. Si ricorreva alla Katana solo se strettamente necessario, ovvero nel caso si fosse rotta la lancia o lo scontro fosse diventato molto ravvicinato. Era sempre meglio che rimanere disarmati, ma i samurai ne avrebbero fatto volentieri a meno.
Le katana, come le spade occidentali dal basso medioevo in poi, furono relegate rapidamente ad un ruolo secondario nel campo di battaglia e divennero per lo più armi da duello e un simbolo di rango. Un processo molto simile a quello avvenuto in Europa e nel resto del mondo.
Proprio per le loro vulnerabilità di fabbricazione elencate prima, le katana devono essere usate in un modo particolare. Una delle cose che in genere vi dicono in un corso di kenjutsu è di evitare le parate con una spada giapponese, e di farlo in un modo particolare solo se indispensabile.
Perché? In parte per via del metallo, dato che un colpo molto forte potrebbe spaccare la lama, ma anche perché la forma ricurva non aiuta nella difesa. Di conseguenza lo stile di combattimento si adattò alle particolari condizioni dell'arma: in soldoni schiva di più e para di meno.

Ed eccoci al punto finale. Le katana come tutte le armi prodotte dall'uomo, erano strumenti di compromesso, fabbricate a partire dai materiali disponibili in loco, cercando di renderle il più funzionali possibile con le tecniche conosciute. Alcune armi eccellono in un ruolo perdendo funzionalità in altri; poiché non esiste lo strumento perfetto in assoluto, ma solo lo strumento adatto a svolgere una funzione in un determinato periodo storico.
Cambiando le condizioni, cambiano gli strumenti.
Le condizioni sociali e tecnologiche in Giappone rimasero immutate per secoli, in larga parte a causa dell'isolazionismo. Di conseguenza, quando intorno al quattordicesimo secolo i giapponesi arrivarono a progettare la forma definitiva della katana, questa continuò a essere funzionale per più di 400 anni; non tanto in virtù di una comprovata superiorità assoluta, ma più perché le condizioni del campo di battaglia cambiarono poco in questo lasso di tempo. Altrove, dall'Europa alla Cina, le condizioni erano in costante mutamento e questo si tradusse in una "corsa agli armamenti" che in Giappone, semplicemente, non era necessaria.
A questo va aggiunto il tipico tradizionalismo nipponico che male si sposa con le innovazioni, specialmente quelle legate al loro personale misticismo e senso individuale.


lunedì 21 marzo 2022

Un pugile che ebbe per anni una fidanzata di copertura

Era pugile, era nero, era gay. Troppo, per una persona soltanto e troppo negli anni Sessanta.




La vocazione di Emile Griffith (1938–2013) non sono i pugni ma i cappellini per signora, che disegna come il più elegante e raffinato tra i creatori di moda. È gentilissimo, veste come un lord, ma la vita lo porta a fare il boxeur.

La sua carriera dura vent’anni e 112 match, per cinque corone mondiali conquistate. Il suo cuore dolente lo porta a celare i suoi sentimenti e a ricorrere a lungo ad una fidanzata di copertura, Esther, che serve sia a lui sia al pugilato per nascondere l’indicibile verità.

Tutti sanno delle notti nei locali gay di Times Square, delle drag queen con cui si accompagna, del suo ragazzo Calvin; i giornalisti un giorno lo sorprenderanno mentre bacia un uomo nello spogliatoio, dopo un match.



In galera ci finirà, da innocente, per quattro anni, e in seguito verrà dimenticato dal mondo dello sport che aveva contribuito a nobilitare.

Sembrano cose di un altro mondo, invece è tutto accaduto appena una sessantina di anni fa. Una vita rovinata solo perchè quest’uomo non rispettava un dictat tanto bugiardo quanto ipocrita: Un pugile non poteva essere soltanto un vero uomo, ma doveva esserlo secondo i canoni che la società imponeva.


domenica 20 marzo 2022

Chi è stato il lottatore di MMA più forte della storia?

Georges " Rush "Saint Pierre perchè oltre gli elbows, takedows e double legs che già costituiscono ottime competenze nel wrestling e jiu jitsu ha skills creative e proprietà indiscusse, se avesse aggiunto la lotta greco-romana sarebbe stato ancora piu devastante . Sambo e muaythai forse no ,ma certamente la lotta greco romana, gli avrebbe offerto maggiori probabilità di amplificare le skill di wrestler.



sabato 19 marzo 2022

Perché le spade non sono seghettate?

Perché le seghettature non sono utili nella lotta con la spada. Le seghettature servono per lacerare. I bordi lisci affettano. E sicuro al 100% che non si può tagliare con le seghettature.

Detto questo, è abbastanza comune trovare seghettature sulle spade dei Pionieri.


Spada pionieristica russa M1827


Spada pionieristica britannica del 1856

Modello svizzero 1842 spada pionieri


Lo scopo delle seghettature in questi casi era semplicemente quello di avere anche una piccola sega. I pionieri militari, che oggi sarebbero chiamati ingegneri, segavano con la spada usando le seghettature per tagliare i tronchi degli alberi e cose simili.


venerdì 18 marzo 2022

In che modo le persone con diabete sopravvivevano o curavano la loro malattia prima dell'invenzione dell'insulina?

L'uso delle medicine naturali nell'antica India, 400 d.C.


L'antica India ha guidato il mondo nel riconoscere e differenziare tra il diabete di tipo I e di tipo II. Gli antichi indiani usavano le formiche per riconoscere la presenza del diabete, poiché livelli elevati di glucosio portavano al rilascio di urina che aveva un alto contenuto di zucchero. Le formiche sarebbero attratte da questa urina ricca di glucosio e quindi gli antichi indiani chiamavano il diabete "Madhumeha", o urina di miele. È stato notato che gli individui ricchi e pesanti presentavano una forma diversa di diabete rispetto ai diabetici più giovani e magri. L'aumento dell'attività ha aiutato i pazienti più anziani più pesanti, ma ciò non ha avuto alcun effetto sul trattamento dei pazienti più giovani. È stato notato che entrambe le forme di diabete erano piuttosto rare, sebbene l'antica India avesse più diabetici di tipo II. Insieme alla medicina ayurvedica sono stati utilizzati maggiore attività, esercizio fisico e cambiamenti nella dieta. Si utilizzava la zucca amara, il fieno greco, la curcuma e varie altre erbe aromatiche. Ancora oggi, questi trattamenti sono usati in India insieme ai farmaci allopatici. L'antica India ha avuto successo nel trattamento del diabete di tipo II, ma ha potuto fare ben poco per i diabetici di tipo I oltre a ridurre il loro dolore poiché l'assenza di produzione di insulina rendeva la condizione quasi impossibile da trattare.


giovedì 17 marzo 2022

Come si fa a mettere al tappeto un avversario con un solo pugno?

Spesso, i pugni che risultano in knockdown o KO sono quelli che non sono stati visti arrivare. Questo spiega l'efficacia del famoso 'sucker punch' nelle lotte di strada.



Il sucker punch funziona anche contro avversari che sono molto più forti di voi.

Poi, in un contesto sportivo, o almeno in un confronto in cui entrambi gli avversari sono disposti ad affrontarsi (il che può essere sottinteso dal termine "avversario" nella tua domanda), è più complicato. Ci sono molte mosse che possono mandarti a terra.

Un buon gancio ben piazzato al lato del mento, sotto l'orecchio, ecc.

Per il resto, è un po' più difficile da attuare, ma un buon colpo al fegato può piegare chiunque, anche i combattenti più rudi e duri.



(È un dolore che ti travolge, molto difficile da resistere...)





mercoledì 16 marzo 2022

Chi merita il titolo di miglior lottatore pound for pound , Jon Jones o Khabib Nurmagomedov?

Non sono un esperto totale ma penso che le skills di Jon Jones , non hanno pari specie nello sfruttare skills di lotta greco romana e spinnin elbows, non saprei, spero di sbagliarmi, nel mio combattimento mi ispiro molto sia a S.Pierre e Jones li promuovo, sebbene tenda mediocremente a sfruttare piu i rimbalzi e diverse varianti di head lock che finalizzano subito, tendo a fare leva molto sull'esplosività delle gambe sono molto importanti ti permettono di finalizzare presto, secondo me anche perchè a differenza degli elbows, sperimentare la ghigliottina tramite le gambe è ancora piu resistente e forte spingendo e saltando sulle spalle dell'avversario.



martedì 15 marzo 2022

Qual è il significato reale in giapponese che ha la parola "cintura nera"?

Potremmo pensare alle persone con la cintura nera come a esperti di arti marziali che hanno sopportato anni di allenamento rigoroso.



Ma la parola usata per indicare il grado della cintura in giapponese, "shodan", può essere scomposta e tradotta con "primo passo".


lunedì 14 marzo 2022

È possibile combattere con la spada come fanno nei film?

No, non è vero.

Questi combattimenti sono coreografati.

Se si combattesse contro un avversario reale, entrambi armati di spada, il combattimento finirebbe in pochi secondi dopo che uno o entrambi i combattenti ricevono un colpo invalidante o mortale.

Facile indovinare come è morto questo povero ragazzo

Lo scopo di un combattimento con la spada non è quello di far scontrare le lame per dieci minuti come Errol Flynn, ma di disabilitare o uccidere il tuo avversario il più velocemente possibile senza essere disabilitato o ucciso tu stesso.

Naturalmente, se indensi imparare a fingere di combattere con la spada come nei film, allora sì, è assolutamente fattibile.

Solo non farlo con spade vere.

domenica 13 marzo 2022

Quali sono alcuni fatti curiosi o strani della cultura giapponese?

1-Benché faccia indubbiamente parte dell’Asia, il Giappone è un pianeta a sé, tanto che un mio amico canadese, interrogato da pubblici ufficiali thailandesi che volevano determinare la sua idoneità ad adottare una orfana, ebbe questa conversazione.

-Lei sa qualcosa delle culture asiatiche?

-Abito in Giappone da dodici anni.

-(Risatina) Il Giappone non è Asia.

2-La lingua giapponese è praticamente un isolato linguistico, vale a dire non assomiglia ad alcuna altra lingua conosciuta, salvo il ryukyuano parlato ad Okinawa, una isola a sud del Giappone, e forse il coreano.

3-Nonostante la sua cultura estremamente originale ed eccentrica, il popolo giapponese proviene da ogni angolo dell’Asia. I giapponesi di oggi sono i vincitori di una lunga guerra per la supremazia fra gruppi etnici che si è conclusa del tutto solo 150 anni fa circa con la sconfitta degli Ainu di Hokkaido, l’isola più a nord.

4-Il titolo shogun, che significa generalissimo vincitore sui barbari, fa riferimento non agli europei ma i gruppi etnici come gli Emishi, i Kuzu e gli Ainu sconfitti ed assimilati dai giapponesi.

5-Il Giappone pare estendersi da nord a sud, ma si allunga invece da est a ovest. Invece di Italia meridionale e settentrionale abbiamo il Giappone ovest antico e sofisticato e il Giappone est, ancora per certi versi selvaggio.

6-Si sono avute due unificazioni del Giappone, una avvenuta da 250 al 538 ed una nel 1603. Fra queste due date il paese è sempre stato o in preda a guerra civile o in una pausa fra guerre.

7-Il guerriero giapponese mozzava quindi solo teste giapponesi.

8-I clan giapponesi, detti Uji, sono stati la causa diretta dei continui scontri, la causa principale e involontaria è il buddismo.

9-Il periodo di scontri più lungo e feroce fu la cosiddetta era Sengoku, che iniziò verso la metà del 15mo secolo e finì all’inizio del 17mo (sic).

10-I giapponesi non usano il termine samurai, che in giapponese indica una classe sociale. Usano invece il termine bushi.

11-I giapponesi credevano (e credono) che una vita dopo la morte normale richieda un corpo intatto. Se perdi un occhio, il tuo spirito dopo la tua morte sarà monocolo.
12-Il rito di tagliare la testa ai nemici sconfitti aveva anche lo scopo di prevenirne la normale reincarnazione.

13-Il filo delle spade veniva a volte provato sul corpo di uno o anche due criminali, tagliandoli in due. Più netto e profondo il taglio, migliore la spada.


14-Le teste degli sconfitti venivano presentate al vincitore, e la testa di suo fratello Yoshitsune venne presentata allo shogun Yoritomo, conservata sotto sakè. Di solito venivano incipriate e curate per renderle il più normali di aspetto possibile.

15-Ci furono guerriere di sesso femminile.

16-Ci sono forti indicazioni che la posizione sociale bassissima della donna nella società giapponese fosse dovuta al buddismo. In un tempio buddista le donne non potevano entrare, in un santuario Shinto la loro presenza è normale. Il primo capo giapponese di cui si ha notizia è Himiko, una donna. Questo accadde prima dell’arrivo del buddismo.

Ancora oggi lo sciamanesimo è prevalentemente femminile.

17- La lingua giapponese viene scritta in quello che è probabilmente il modo più complesso conosciuto. Usa due sillabari da circa 50 caratteri ciascuno, il nostro alfabeto, ormai parte integrante del sistema, e migliaia di caratteri cinesi.

18- Gli omofoni, vale a dire i caratteri che si leggono allo stesso modo, sono numerosissimi. Se non mi sbaglio, esistono dozzine di caratteri che si leggono tõ.

Il carattere si legge in dozzine di modi diversi con significato completamente diverso. Occupa da solo molte pagine di qualsiasi dizionario. Riporto qui una frazione piccolissima della voce ad esso dedicata da un dizionario che possiedo.

Ecco il carattere più semplice ed il più complesso in uso in Giappone.

19-Tutti sanno che i giapponesi sono incapaci di pronunciare correttamente la erre e la elle. Pochi sannno che il giapponese distingue le vocali lunghe da quelle corte, e che noi europei siamo altrettanto incapaci di sentire la differenza, particolarmente durante la conversazione a velocità normale.

20-Il giapponese ha dozzine di pronomi personali per io e tu, ma rifugge dal farne uso nel caso della terza persona singolare. Le parole kare e kanojo, che in teoria vogliono dire lui e lei, in pratica vogliono dire il mio o tuo ragazzo o la mia o tua ragazza. C’era qualche anno fa uno spot televisivo per la promozione dell’uso dei preservativi per ragioni profilattiche che diceva:

Kanojo no moto no kare no moto no kanojo no moto no kare wo shitemasuka.

彼女の元の彼の元の彼女の元の彼をしていますか

Ma tu l’ex della ex dell’ex della ex dell’ex della tua ragazza, lo conosci?

21-Nonostante la difficoltà della scrittura, l’analfabetismo è sconosciuto.

22-I giapponesi fanno molte delle cose che facciamo noi in ordine invertito e spesso hanno ragione loro. Tre esempi:

Gli indirizzi

Un indirizzo italiano alla giapponese sarebbe cosî.

Giovanni Verga

Italia, Sicilia, Catania, Via Malavoglia 21.

Molto più logico.

Tassì

I tassį liberi hanno una luce rossa, quelli occupati verde. La ragione sta nella maggiore visibilità in condizioni di bassa illuminazione del rosso. In soldoni, una luce rossa è più visibile.

Seghe

Le leggendarie seghe giapponesi, che tagliano molto meglio delle nostre, tagliano quando si tira, non quando si spinge.
Questo semplice fatto ha conseguenze importanti. La sega occidentale deve essere spessa perché non si fletta. Deve essere quindi pesante e spessa.
La sega giapponese invece è leggera e permette tagli sottilissimi di grande precisione.

Pialle

Le pialle giapponesi si tirano anch’esse e sono di conseguenza maggiormente controllabili. Provare per credere

Arco e frecce

L’arco giapponese è unico. La sua impugnatura non è al centro. Questo riduce le vibrazioni al momento dello scocco e permette di scaricare il rinculo verso il basso.

23- La modularità è una caratteristica pervasiva della cultura giapponese.

Nella foto che segue vedete quello che è l’arredamento normale di una stanza.

Una stanza normalmente è vuota. Questa in particolare è la stanza dove dorme mia suocera. Non è una stanza da letto, ma lo diventa tutte le sere. Il “letto” è questo, ripiegato, nascosto e pronto ad essere messo in uso in non più di cinque minuti.



Ecco il letto in posa.


Intanto la stanza può essere trasformata in uno studio.

Questa è una scrivania. Il mio telefonino vi permette di valutarne le dimensioni.



Quando non serve può venire ripiegata, trasportata con la maniglia e riposta fino al prossimo uso. In modo analogo la stanza può essere adibita ad altri usi.



La cucina funziona allo stesso modo. Un bentō, o pranzo trasportabile.


La cucina giapponese usa molte conserve, paste, e altri ingredienti che durano a lungo. Basta poi un poco di riso, un pezzo di pesce ed il pasto è pronto.

Architettura

Anch’essa modulare. Tutta. La foto qui sopra mostra come il pavimento sia fatto di stuoie spesse chiamate tatami. Una stanza può avere solo certe dimensioni e non altre, in multipli di un tatami. Quindi sei tatami o nove come in quella qui sopra, ma non sette.
Questo permette la completa standardizzazione dell’architettura, che si serve di parti già pronte.

24- L’arte giapponese rifiuta la regolarità e la simmetria, considerandole meno belle. In questo si sbaglia e la cristallografia scientifica lo ha mostrato. Esistono moltissimi tipi di simmetria e l’architettura moresca lo prova. Anzi, lo dimostrano anche gli emblemi araldici giapponesi che descrivo più oltre.

L’arte giapponese (ma anche asiatica in generale) privilegia l’asimmetria ed il vuoto coi seguenti risultati.



Ciononostante, i giapponesi si servono mirabilmente della varie varianti della simmetria (radiale, speculare, ecc.) nel comporre i magnifici emblemi di famiglia giapponesi detti kamon. Tracciati facendo uso solo di righello e compasso, sono un trionfo della creatività umana.



26- Il Giappone preferisce l’imperfezione ed il non finito.


L’idea che evidenziare una riparazione possa valorizzare un oggetto …

27- Io però non darei tanto peso a storie come il wabi sabi ed i tentativi di spiritualizzare e dare profondità COME LA CONCEPIAMO NOI ai giapponesi. Sono gente pratica, non spirituale.

28- Quelle che in inglese si chiamano performing arts, teatro e musica, sono sicuramente le più ostiche per un europeo. Il kabuki vada, ma il noh, con i suoi silenzi ed assoluta immobilità di tutti i presenti che si protraggono per anche cinque minuti, è inguardabile.

Sono musicalmente onnivoro e ascolto su base regolare musica tuareg, mongola, turca, ecc. ma la musica tradizionale giapponese mi è indigeribile. Non capisco.

Fanno eccezione le percussioni, da fare invidia agli africani. Molto meglio dei più famosi Kodo sono gli Ondekoza.

29- I giapponesi hanno quasi del tutto abbandonato la loro musica tradizionale. IN compenso hanno Oshio Kotaro.

30- Fra le ragioni dell’esplosione dell’industria giapponese nel dopoguerra va menzionato il fatto che la produzione in serie era già in uso. Gli ukiyoe erano prodotti usando timbri modulari ed in serie di grande tiratura. Il loro valore era quindi così basso che venivano usati per incartare ceramiche vendute in Europa.

Lì le scoprirono io francesi.

31- Il metodo di produzione just-in-time, concepito in occidente ma realizzato in Giappone, è considerato importante quanto la catena di assemblaggio di Henry Ford.

32- I giapponesi hanno sempre avuto il talento e la tendenza di prendere idee degli altri e migliorarle. Questo accadde già secoli fa con la lanterna di carta cinese. I giapponesi la resero pieghevole, con grande risparmio di peso e ingombro.

33- La sola zona metropolitana di Tokyo ha un fatturato annuale lordo superiore a quella del Regno Unito.

34- Spesso i giapponesi famosi in Giappone lo sono diventati perché famosi all’estero. Questo è il caso di Kurosawa e Murakami Haruki.

35- Alcuni imperatori erano cosi poveri da guadagnarsi da vivere vendendo poesie sotto uno pseudonimo.

36- In Giappone l’adozione di bambini è rara, quella invece di adulti è tradizionale.

37- Il sistema di onorifici, anche ora estremamente complesso, lo era molto di più prima della seconda guerra mondiale.

38- Tutti gli elettrodomestici giapponesi hanno un cavo di alimentazione retrattile che sparisce completamente all’interno dell’elettrodomestico stesso.

Una delle tante cose ammirevoli di questo paese.