venerdì 22 luglio 2016

Oda Nobuhide

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Oda Nobuhide (織田 信秀; 1510 – 8 aprile 1551) fu un daimyō giapponese del periodo Sengoku capo del clan Oda della provincia di Owari e padre di Oda Nobunaga.

Biografia

Figlio di Oda Nobusada come capo del clan Oda fu coinvolto in numerose battaglie a nord con Saitō Dōsan, daimyō della provincia di Mino e a est con Imagawa Yoshimoto daimyō delle province di Mikawa, Suruga e Tōtōmi. Tuttavia non riuscì mai a riunire interamente la provincia di Owari. Nonostante riuscisse ad affrontare entrambi gli avversari, le costanti lotte interne al clan gli impedirono di raggiungere una vittoria completa.
Nel 1547 fu sconfitto nella battaglia di Kanōguchi da Saitō Dōsan. Tuttavia nel 1549 Nobuhide fece pace con Dōsan organizzando un matrimonio politico tra suo figlio maggiore ed erede, Oda Nobunaga, e una figlia di Saitō, Nōhime. Supportato così da Dōsan Nobuhide concentrò i suoi sforzi contro il clan Imagawa. Nel 1542 sconfisse Imagawa Yoshimoto nella prima battaglia di Azukizaka.
In uno dei suoi momenti di gloria riuscì a catturare il giovane Matsudaira Motoyasu in viaggio verso gli Imagawa come ostaggio dopo che il clan Matsudaira (vassallo degli Imagawa), sentitosi minacciato dagli Oda, chiese aiuto a Yoshimoto. Nella successiva seconda battaglia di Azukizaka Nobuhide venne sconfitto dai clan Imagawa e Matsudaira.
Si ammalò e morì nel castello di Suemori nel 1551.

Successione

Quando Nobuhide morì nel 1551 designò il giovane Nobunaga come erede e capo del clan Oda e del suo piccolo dominio. Nobunaga, che non conosceva nemmeno il padre e aveva già una cattiva reputazione di delinquente, arrivò in modo improprio al funerale di Nobuhide e gettò incenso all'altare del tempio mentre malediceva il suo destino. Quasi tutti i servitori di Nobuhide si schierarono col fratello minore di Nobunaga, Oda Nobuyuki, per la successione. Nobunaga fu lasciato con Hirate Masahide e suo suocero Saitō Dōsan che non aveva mai incontrato prima. Da quel punto in avanti, ci vollero sette anni a Nobunaga per consolidare il proprio potere all'interno del clan e finalmente unire la provincia Owari.

Famiglia

  • Padre: Oda Nobusada
  • Fratelli:
    • Oda Nobuyasu
    • Oda Nobumitsu (1516–1556)
    • Oda Nobutsugu
    • Oda Nobuzane
  • Moglie: Tsuchida Gozen (morta nel 1594), madre dei suoi quattro figli Nobunaga, Nobuyuki, Nobukane e Hidetaka.
  • Figli:
    • Oda Nobuhiro (morto nel 1574) (figlio maggiore illegittimo)
    • Oda Nobunaga (1534–1582)
    • Oda Nobuyuki (1536–1557)
    • Oda Nobukane (1548–1614)
    • Oda Nagamasu (1548–1622)
    • Oda Nobuharu (1549–1570)
    • Oda Nobutoki (morto nel 1556)
    • Oda Nobuoki
    • Oda Hidetaka
    • Oda Hidenari
    • Oda Nobuteru
    • Oda Nagatoshi
  • Figlie:
    • Oichi (1547–1583)
    • Oinu, sposò Saji Nobutaka e madre di Saji Kazunari


giovedì 21 luglio 2016

Katakura Kojūrō

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Katakura Kojūrō (片倉 小十郎) era il nome comune utilizzato cal capo del clan Katakura, il quale serviva come importante vassallo del clan Date. Seguendo il trasferimento del clan Date nel dominio di Sendai, gli fu garantito il governo del castello di Shiroishi (12.000 koku in totale)), che mantennero fino al rinnovamento Meiji.
Segue una lista cronologica delle generazioni dall'inizio del periodo Edo:

Capi della famiglia Katakura nel periodo Edo

  1. Kagetsuna (1557–1615)
  2. Shigenaga (1585–1659)
  3. Kagenaga (1630–1681)
  4. Muranaga (1667–1691)
  5. Murayasu (1683-?)
  6. Muranobu
  7. Murasada (1676–1744)
  8. Murakiyo
  9. Muratsune (1757–1822)
  10. Kagesada
  11. Munekage
  12. Kuninori (1818–1886)
  13. Kagenori (1838–1902)
  14. Kagemitsu



Capi della famiglia Katakura family dal 1868

  1. Kenkichi
  2. Nobumitsu
  3. Shigenobu
Kagetsuna, il primo Katakura Kojūrō, fu indiscutibilmente il più famoso, avendo servito Date Masamune. Il clan divenne nuovamente importante durante la guerra Boshin, quando il castello di Shiroishi fu usato come quartier generale del Ōuetsu Reppan Dōmei. Dopo la guerra, il XII Kojūrō, Katakura Kuninori, vendette il castello e si trasferì a Hokkaidō. Il castello fu dato al clan Nanbu di Morioka fino alla fine del sistema dei domini all'inizio del 1870. Il capo corrente della famiglia, Shigenobu (che è il XVII Kojūrō), è un sacerdote capo allo Santuario Aoba a Sendai.

mercoledì 20 luglio 2016

Kusunoki Masashige

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Kusunoki Masashige (楠木 正成; 1294 – 4 luglio 1336) è stato un samurai del XIV secolo che ha combattuto per Go-Daigo nella guerra Genkō, nel tentativo di strappare allo shogunato Kamakura il dominio del Giappone, e viene ricordato come simbolo ideale della fedeltà samurai. Le sue origini non sono state confermate da un punto di vista storico, ad eccezione dei sei anni tra l'inizio della sua campagna militare nel 1331 e la sua morte avvenuta nel 1336. Ha ricevuto la più alta onorificenza da parte del governo Meiji del Giappone nel 1880.
"La leggenda narra che l'imperatore Go-Daigo ebbe un sogno in cui si stava riparando sotto un albero di canfora ('kusunoki'), e che questo sogno lo guidò al nome del guerriero che lo avrebbe sostenuto."
Kusunoki "era un membro benestante della piccola nobiltà rurale" della provincia di Kawachi. Affermava di discendere da Tachibana Moroye, "un gran signore dell'VIII secolo." Kusunoki era uno "studioso e devoto buddista."

Lealista

Kusunoki, stratega e tattico brillante, con l'astuta difesa delle due fortezze chiave dei Lealisti ad Akasaka, (assedio di Akasaka), e a Chihaya, (assedio di Chihaya), permise a Go-Daigo di ritornare brevemente al potere.
Nel 1333 Go-Daigo ricompensò Masashige con la carica di governatore delle province di Settsu e Kawachi. Inoltre, fu promosso al Quinto Grado. Più tardi fu nominato all'ufficio dei registri e nel Consiglio per gli insediamenti.
Tuttavia, uno dei generali lealisti, Ashikaga Takauji, tradì Go-Daigo e guidò un esercito contro Kusunoki e gli altri fedelissimi. Takauji riuscì a prendere Kyoto, ma solo temporaneamente prima che Nitta Yoshisada e Masashige furono in grado di scacciarlo, costringendolo a fuggire verso ovest. Nel 1336 tuttavia, Takauji era ancora minaccia per Kyoto
Kusunoki suggerì all'imperatore che si rifugiassero sul sacro Monte Hiei e permettessero a Takauji di prendere Kyoto, al solo scopo di piombare giù dalla montagna e, con l'aiuto dei monaci del Monte Hiei, prendere in trappola Takauji nella città e distruggerlo.
Go-Daigo tuttavia non era disposto a lasciare la capitale, e richiese con insistenza che Kusunoki affrontasse le superiori forze di Takauji in campo aperto. Kusunoki, in quello che in seguito sarebbe stato visto come l'ultimo atto di fedeltà del samurai, si sottomise al comando insensato del suo Imperatore e marciò consapevolmente con il suo esercito verso una morte quasi certa. La battaglia, che ebbe luogo presso Minatogawa nella moderna Chuo-ku, Kobe, fu un disastro dal punto di vista tattico. Ci sono due resoconti della proposta fatta da Kusunoki Masashige a Go-Daigo, il Taiheiki e il Baisho Ron. Uno era che si raggruppassero e attaccassero da due lati, l'altro era che riportassero il generale Takauji al loro fianco, controbilanciando così le forze. Entrambi gli argomenti furono ignorati.
Kusunoki, con il suo esercito completamente circondato, rimase con solo 50 degli originari 700 cavalieri. Secondo la leggenda, le ultime parole di suo fratello Masasue furono «Shichisei hokoku!» (七生報國 lett. «Vorrei avere sette vite da donare al mio imperatore!») e Kusunoki Masashige fu d'accordo.

Eredità

Suo figlio, Kusunoki Masatsura, servì il successore dell'imperatore, il dodicenne Murakami, in un rapporto di fiducia reciproca e devozione, rispecchiando la figura di suo padre e mantenendo viva la fiamma della resistenza lealista. Masatsura morì accanto a suo fratello Masatoki e al cugino Wada Takahide in una battaglia che vide la fine del clan Kusunoki e a cui seguì una disastrosa lotta per il potere e la ricchezza tra le Corti.
Kusunoki "sta nella storia del suo paese come figura ideale di guerriero, una combinazione di virtù civili e militari di alto livello".
Il commiato di Masashige dal figlio "è stato usato per essere incluso in tutti i libri di lettura della scuole elementari ed è stato il soggetto di una canzone patriottica popolare nelle scuole giapponesi prima della guerra."

Leggenda

Dopo l'introduzione su vasta scala di neo-confucianesimo come filosofia di Stato da parte dello shogunato Tokugawa, Kusunoki Masashige, una volta chiamato un traditore da parte della Corte del Nord, è stato riabilitato insieme a Go-Daigo come precursore dell'assolutismo sinocentrico, sulla base delle teorie neo-confuciane. Durante il periodo Edo, studiosi e samurai che erano stati influenzati dalle teorie neo-confuciane, crearono la leggenda di Kusunoki e lo venerarono come un eroe della patria, chiamandolo Nankō (楠公) o Dai-Nankō (大楠公), che incarnava la lealtà, il coraggio, e la devozione all'Imperatore. Kusunoki in seguito divenne una specie di santo patrono per i kamikaze della seconda guerra mondiale, che si consideravano suoi eredi spirituali sacrificando la propria vita per l'imperatore.

martedì 19 luglio 2016

Minamoto no Yoshiie

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Minamoto no Yoshiie (源 義家; 1039 – 4 agosto 1106) anche conosciuto come Hachimantarō, è stato un samurai del clan Minamoto del tardo periodo Heian che ricoprì la carica di chinjufu-shōgun (Comandate generale per la difesa del Nord).
Primogenito di Minamoto no Yoriyoshi, diede prova di sé contro il clan Abe nella guerra Zenkunen (Prima guerra dei nove anni) e contro il clan Kiyohara nella guerra Gosannen (Ultima guerra dei tre anni), diventando un modello del coraggio e delle abilità dei samurai.

Guerra Zenkunen

Nel 1050 Abe no Yoritoki, uno dei principali esponente del clan Abe, deteneva il titolo di chinjufu-shōgun nella provincia Mutsu, oggi regione di Tohoku, nell'Honshū, territorio abitato dai nativi Emishi. Poiché il suo potere si era progressivamente allargato all'intera regione, estendendosi anche alla riscossione dei tributi e alla confisca delle terre, il governatore ufficiale, privato di ogni autorità, chiese aiuto al governo imperiale. Minamoto no Yoriyoshi fu nominato allora nuovo governatore e chinjufu-shōgun e inviato con il figlio a fermare il clan Abe.
La campagna contro il clan Abe durò dal 1051 al 1063 (nove anni di guerra e tre di tregua). Yoshiie combatté a fianco del padre in molti, se non in tutti gli scontri, inclusa la battaglia di Kawasaki e l'assedio di Kuriyagawa.
Alla morte di Abe no Yoritoki nel 1057, il figlio Abe no Sadato prosegui la guerra, assumendo il comando delle truppe.
Un episodio riportato nel Mutzu Waki, omaggio alla reputazione di nobile guerriero di Yoshiie, racconta di uno scambio di renga che sarebbe avvenuto fra Yoshiie e Sadato durante la fuga di quest'ultimo dalla sua fortezza sul fiume Kurika, sotto i colpi dell'esercito dei Minamoto.
Il primogenito di Yoriyoshi, Hachimantarō, durante un inseguimento lungo il fiume Koromo gridò: "Signore, state state mostrando le spalle al nemico! Non vi vergognate? Giratevi un momento, ho qualcosa da dirvi." Quando Sadato si voltò, Yoshiie disse: "Koromo no tate wa hokorobinikeri ("Il castello di Koromo è stato distrutto" o, in alternativa, "gli orditi della tua veste sono stati disfatti")". Sadato sciolse un po' le redini e, voltando la testa, rispose: "Toshi o heishi ito no midare no kurushisa ni ("Nel corso degli anni i fili si sono aggrovigliati, e ciò mi addolora")". Udendo ciò, Yoshiie ripose la freccia che aveva incoccato, e tornò al suo campo. Nel mezzo di una battaglia così selvaggia, quello fu un atto da gentiluomo.
Yoshiie tornò a Kyoto nei primi mesi del 1063 con la Testa di Abe no Sadato. Come risultato della sua prodezza in battaglia, guadagnò il nome di Hachimantarō, inteso come figlio di Hachiman, dio della guerra. L'anno seguente egli prese come servitori parecchi seguaci degli Abe che aveva fatto prigionieri.

Guerra Gosannen

Dopo più di vent'anni, Yoshiie fu comandante in capo durante un altro importante conflitto del periodo Heian. Agli inizi del 1083, nominato governatore della provincia di Mutsu, intervenne per sedare gli scontri in corso all'interno del clan Kiyohara, in precedenza alleato dei Minamoto nella guerra contro gli Abe.
Le dispute tra Kiyohara no Masahira, Narihira e Iehira sulla leadership del clan non si placarono, e così Yoshiie utilizzò proprie forze per fermare i combattimenti e riportare pace nella regione. Lo scontro finale si svolse nel 1087 sulle palizzate di Kanazawa. Yoshiie, aiutato dal fratello minore Minamoto no Yoshimitsu e da Fujiwara Kiyohira, assaltò la posizione tenuta da Kiyohara no Iehira e da suo zio Kiyohara no Takahira. Dopo molti mesi di battaglie fallimentari, la fortezza venne data alle fiamme e i Kiyohara sconfitti. Takahira e Iehira furono uccisi. Nel Kokon Chomonjū si narra che durante l'assedio di Kanezawa, Yoshiie abbia evitato un'imboscata notando uno stormo di uccelli prendere il volo da una foresta. Pur subendo grandi perdite nei suoi ranghi, si dice che Yoshiie sia stato un leader particolarmente capace, riuscendo a tenere il morale alto e preservando la disciplina tra i guerrieri.

Vecchiaia

Yoshiie tornò a Kyoto, dove lui e i suoi commilitoni ripresero le loro mansioni militari di Guardie del Palazzo e Scorta del Sovrano. L'unico evento inaspettato fu quando suo figlio maggiore Yoshichika venne esiliato a Sanuki. Scappando a Izumo, Yoshichika cominciò una rivolta che venne fermata nel 1108 dal generale Taira no Masamori, padre di Taira no Tadamori.

lunedì 18 luglio 2016

Yamamoto Tsunetomo

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Yamamoto Tsunetomo, noto anche con il nome buddhista Yamamoto Jōchō (山本 常朝) (12 giugno 1659 – 1721), è stato un militare e filosofo giapponese.
Era un samurai della prefettura di Saga nella provincia di Hizen (Kyūshū) che serviva Mitsushige Nabeshima, al cui servizio era entrato all'età di soli 9 anni. A vent'anni conobbe prima Tannen, un monaco Zen che aveva lasciato il tempio locale in segno di protesta per la condanna di un altro monaco, e Ishida Ittei, un letterato confuciano consigliere di Nabeshima esiliato per più di 8 anni per essersi opposto alla decisione di un daimyō.
Quando il suo patrono morì nel 1700, non scelse il junshi (accompagnare il signore nella morte eseguendo il seppuku) perché Nabeshima aveva mostrato di condannare la pratica quando era in vita e voleva seguirne la volontà. Dopo alcuni screzi con il successore di Nabeshima, Yamamoto decise di prendere i voti buddhisti con il nome Jōchō e di ritirarsi in un eremo sulle montagne.
Ormai vecchio, tra il 1709 e 1716 raccontò i suoi pensieri a un altro samurai, Tsuramoto Tashiro; molti di questi riguardavano il padre e il nonno del suo patrono, il bushidō e la decadenza della casta samurai nel pacifico periodo Edo. Tashiro non pubblicò il contenuto delle conversazioni avute con Tsunetomo che molti anni più tardi, con il nome collettivo di Hagakure (葉隱 o 葉隠 "All'ombra delle foglie").
Lo Hagakure non fu molto noto durante gli anni dello shogunato, ma intorno agli anni trenta era divenuto uno dei testi più famosi sul bushidō insegnati in Giappone.

domenica 17 luglio 2016

Yamaoka Tesshū

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Yamaoka Tesshū (山岡 鉄舟; Edo, 10 giugno 1836 – 19 luglio 1888) è stato un militare giapponese, uno dei più famosi samurai vissuti nel periodo del Rinnovamento Meiji.

Biografia

Nato con il nome di Ono Tetsutarō nell'odierna Tokyo, il padre era un vassallo dello shogunato Tokugawa e la madre era figlia di un sacerdote shintoista del santuario di Kashima. Sin da quando aveva nove anni praticò il kenjutsu, secondo la tradizione Jikishinkage ryu. Successivamente, si trasferì con la famiglia a Takayama, dove praticò la scherma secondo lo stile Ono Ha Itto-Ryu.
Tornato ad Edo a diciassette anni, si iscrisse all'Istituto militare Kobukan e alla Scuola della lotta con la lancia Yamaoka. Il suo maestro, Yamaoka Seizan, morì poco dopo l'ingresso di Tetsutarō nella scuola. Il giovane sposò quindi la sorella di Seizan, adottando il nome di Yamaoka Tesshū per portare avanti la famiglia del maestro.
Da sempre appassionato delle arti marziali, Tesshū continuò a studiare il kenjutsu fino al 30 marzo 1880, quando ebbe un'illuminazione durante una meditazione. Da quel momento, si occupò solo del perfezionamento dello stile del proprio dōjō, in quanto comprese che i samurai avevano bisogno solo della purezza del loro stile di combattimento.
Si occupò anche dell'arte Zen, producendo oltre un milione di opere. Morì a cinquantatré anni di cancro allo stomaco. Prima di morire, scrisse il suo jisei no ku (poema di morte), chiuse gli occhi e si addormentò.

sabato 16 luglio 2016

Cerbottana

La cerbottana è un'arma da lancio ad aria.

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Essa è costituita da tubo di lunghezza variabile per tirare proiettili (dardi). Il tiratore soffia in una estremità del tubo forzando l'uscita del dardo dall'altra.



Utilizzi

È uno strumento che viene ancora utilizzato da numerose popolazioni, soprattutto delle aree tropicali, per cacciare piccoli animali. A volte sono usate al posto delle armi ad aria compressa per lanciare dardi tranquillizzanti contro animali.
Il potere offensivo della cerbottana è basso, perciò il suo uso per la caccia è limitato dalla possibilità di servirsi di veleno per intingervi la punta del dardo.
La relativa associazione sportiva è la International Fukiyado Association, un'organizzazione giapponese la quale, con altre affiliate in varie parti del mondo, tenta di far diventare il tiro con la cerbottana uno sport olimpico.

Diffusione


L'arma è stata utilizzata da molte popolazioni nel corso dei secoli, tra cui alcune del Sud-est asiatico, nell'area amazzonica, e in altre parti dell'America, settentrionale, centrale e meridionale, per esempio dai Cherokee.
Nel medioevo era denominata gravatana o anche sarabatana, in questo secondo caso però era inteso il tubo entro il quale si dice che i saraceni durante le crociate infilassero il governale (e cioè l'asticciola di legno) dei razzi incendiari che lanciavano sui crociati. L'espediente era attuato per meglio dirigere la traiettoria del razzo stesso.



Fukiya (吹矢) è la denominazione giapponese per la cerbottana, utilizzata in passato principalmente per giochi e divertimenti civili ma anche a scopo militare con opportuni accorgimenti. Il suo uso era trasmesso in alcune scuole di bujutsu.



venerdì 15 luglio 2016

Ono-ha itto-ryu

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L'ono-ha itto-ryu (小野派一刀流劍術) è una scuola tradizionale di kenjutsu.

Storia

Si tratta di un stile (ha) della scuola itto-ryu, creata intorno al 1580 da Ono Jiroemon Tadaaki (1565-1628), che era stato discepolo di Itto Ittosai Kageshisa, fondatore dell'itto-ryu. Questi lo aveva trasmesso nel castello di Edo a Hoshina Masayuki. Da allora fu sempre tramandato dai daimyo di Aizu.
Fino alla restaurazione Meiji (1868), fu la scuola ufficiale di kenjutsu degli shogun. Il clan Aizu, al servizio degli shogun Tokugawa, addestrava per loro capitani e samurai di grado superiore in questo stile di scherma.
Sokaku Takeda (1860-1943) apprese questo stile nel dojo Yokikan, in Aizu, dal maestro Shibuya Toma

Tecnica

L'ono-ha itto-ryu kenjutsu è praticato essenzialmente, come vuole la tradizione giapponese, nella forma dei kumi-dachi (kata), cioè in forme preordinate di combattimento con la spada. Per l'allenamento, vengono utilizzati dei robusti bokuto (imitazione di legno della katana); l'uchi-dachi (colui che guida il kata) indossa, per proteggersi dai colpi reali dati ai polsi, dei grossi guantoni chiamati onigote.
  • Odachi: questa serie è composta da 43 kata. Appartengono alla serie katana contro katana.
  • Kodachi: questa serie è composta da 5 kata. Appartengono alla serie katana contro kodachi.
  • Aikodachi: questa serie è composta da 6 kata. Appartengono alla serie kodachi contro kodachi.
  • Sanju: questa serie è composta da 2 kata.
  • Habiki: questa serie è composta da 11 kata.
  • Kojo Gokui Goten: questa serie è composta da 5 kata. Appartengono alla serie katana contro katana.
  • Tachiai Batto: questa serie è composta da 5 kata. Appartengono alla serie katana contro katana. Si praticano con lo iaito (imitazione della katana).

giovedì 14 luglio 2016

Saitō Hajime

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Saitō Hajime (斎藤 一; Edo, 18 febbraio 1844 – Tokyo, 28 settembre 1915) è stato un militare giapponese, ed un samurai del tardo periodo Edo. Fu conosciuto in particolare per essere stato il capitano del terzo battaglione degli Shinsengumi. Fu uno dei pochi membri a sopravvivere alle numerose guerre del periodo Bakumatsu.

Apparizioni nei media

Oggi è particolarmente conosciuto il suo alter ego creato da Nobuhiro Watsuki per il manga Kenshin Samurai vagabondo, anch'esso chiamato Saitō Hajime.
Anche in Peace Maker Kurogane, un'opera che tratta le vicende della fine dello Shogunato, compare il personaggio di Hajime Saito. Lo si trova anche nell'anime Hakuouki chiamato sempre Hajime Saitō.

mercoledì 13 luglio 2016

Shinsengumi

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La Shinsengumi (新選組 o 新撰組) fu uno speciale corpo di polizia istituito durante lo shogunato al fine di contrastare i sostenitori dell'Imperatore.

Cenni storici

Il corpo speciale della Shinsengumi nasce poco dopo la forzata apertura agli scambi commerciali del Giappone imposta dal commodoro americano Matthew Perry nel 1853. A seguito della Convenzione di Kanagawa, il paese si trovò diviso tra chi traeva vantaggio dall'apertura degli scambi, sebbene questi finissero per giovare solo alle potenze occidentali (trattati diseguali), e chi osteggiava la fine del sakoku e combatteva la penetrazione del commercio straniero. Nacquero così numerosi partiti politici e scuole di pensiero, ognuna delle quali cercava di aiutare il paese ad uscire dal caos che si era creato. Una delle scuole di pensiero più famose fu quella di sonnō jōi (尊王攘夷) esistente già prima dell'arrivo di Matthew Perry, la quale metteva in dubbio i poteri dello Shogun per sostenere e ripristinare quelli dell'Imperatore, il motto ed il nome stesso della scuola recitava infatti "onore all'Imperatore, espellere i barbari". I sostenitori più radicali del pensiero sonnō jōi iniziarono a commettere omicidi e atti di violenza nell'area di Kyoto, l'allora capitale imperiale. Lo shogunato Tokugawa quindi, costituì nel 1863 un gruppo per contrastare e contenere i sostenitori radicali dell'imperatore, il Roshigumi (浪士組). Il gruppo, originariamente di 234 unità era costituito principalmente da samurai senza padrone, i Rōnin (浪人) che avevano inoltre l'incarico di scortare e proteggere il 14º shogun, Tokugawa Iemochi, che si preparava ad entrare a Kyoto. Di questi 234 Rōnin 30 furono selezionati per diventare membri del "nuovo corpo scelto", chiamato appunto Shinsengumi.
I membri di questo nuovo corpo furono inizialmente etichettati col nomignolo di Miburō (壬生浪) cioè "Rōnin di Mibu" (Mibu era il nome del sobborgo centrale di Kyoto in cui la Shinsengumi prestava servizio). Col passare del tempo però la reputazione del corpo divenne sempre più scadente tanto da cambiare il nomignolo da "Rōnin di Mibu" a "Lupi di Mibu" (壬生狼) pronunciato allo stesso modo del precedente.
I principali comandanti del corpo furono Kamo Serigawa, Isami Kondō e Nishiki Niimi. Il corpo stesso era composto da tre squadre principali, di Serigawa, Kondo e Yoshio Tonouchi, malgrado quest'ultimo fu assassinato poco dopo la sua fondazione assieme a Tsuguo Iesato.



martedì 12 luglio 2016

Tokugawa Iemochi

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Tokugawa Iemochi (徳川 家茂; Edo, 17 luglio 1846 – Osaka, 20 luglio 1866) è stato un militare giapponese.
Figlio di Tokugawa Nariyuki, fu il quattordicesimo shōgun dello shogunato Tokugawa.
Il padre, Nariyuki, era daimyō di Wakayama, e discendente della linea Kii del clan Tokugawa; alla nascita gli fu dato il nome Kikuchiyo. Ad 1 anno d'età, nel 1847, fu adottato da Narikatsu, figlio dello shōgun Tokugawa Ienari, che non aveva avuto eredi maschi. Nel 1851 si tenne la sua cerimonia di maturità, nella quale scelse il nome Yoshitomi.
Nel 1858, alla morte dello shōgun Iesada, che non aveva concepito eredi, fu nominato nuovo shōgun, ed assunse il nome Iemochi.
Aderì al movimento Kobu-Gattai ("Unione di Corte imperiale e Bakufu"), e sposò la principessa imperiale Kazu-no-Miya Chikako, figlia dell'Imperatore Ayahito, e sorella minore dell'Imperatore Osahito, ma morì a soli 21 anni. La causa della sua morte è generalmente indicata come beriberi, una malattia causata dalla mancanza di tiamina (vitamina B1).

lunedì 11 luglio 2016

Shogunato Kamakura

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Lo shogunato Kamakura (鎌倉幕府 Kamakura bakufu), o "di Kamakura", è il nome dato alla dinastia di shōgun del clan Minamoto che governarono il Giappone dal 1192, anno in cui Minamoto no Yoritomo ricevette tale titolo dall'imperatore Go-Shirakawa, al 1333, anno in cui Kamakura fu espugnata dalle truppe di Nitta Yoshisada, il reggente Hōjō Moritoki e il reggente claustrale Hōjō Takatoki si tolsero la vita, e l'ultimo shōgun della dinastia, il principe Morikuni, abdicò ritirandosi a vita monastica, e morendo poco dopo.
La dinastia prese il nome dalla capitale da loro scelta, Kamakura.

Shōgun

  1. Minamoto no Yoritomo (1147-1199) (shōgun 1192-1199)
  2. Minamoto no Yoriie (1182-1204) (shōgun 1202-1203)
  3. Minamoto no Sanetomo (1192-1219) (shōgun 1203-1219)
  4. Kujo Yoritsune (1218-1256) (shōgun 1226-1244)
  5. Kujo Yoritsugu (1239-1256) (shōgun 1244-1252)
  6. Principe Munetaka (1242-1274) (shōgun 1252-1266)
  7. Principe Koreyasu (1264-1326) (shōgun 1266-1289)
  8. Principe Hisaaki (1276-1328) (shōgun 1289-1308)
  9. Principe Morikuni (1301-1333) (shōgun 1308-1333)



Shikken

  1. Hōjō Takatoki 1303-1333 (shikken 1316-1326)
Durante lo shogunato, il ruolo di primo ministro (o meglio di capo del governo, il Mandokoro) era detto shikken (執権); il ruolo fu affidato alla famiglia Hōjō, imparentata con gli imperatori. Alla morte di Yoritomo, Hōjō Tokimasa detenne il potere per alcuni anni prima che Yoriie fosse investito shōgun, e alla morte di questi fu in grado di far eleggere Sanetomo, figlio di Yoritomo e di Hōjō Masako, come suo successore, rinforzando l'influenza del clan e assicurandosi l'ereditarietà della posizione di shikken, che spesso divenne più potente di quella degli shōgun.

domenica 10 luglio 2016

Bisento

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Il bisentō o bisen-to (眉尖刀) è una lancia lunga con una punta d'acciaio ricurva utilizzata nel Giappone feudale.
Molto più pesante della naginata nella struttura, è usata per lo più come arma da allenamento per migliorare la propria Naginata-do, ossia l'arte dell'alabarda. La storia di quest'arma è piuttosto oscura, e ne esistono diverse descrizioni: "una lunga spada a doppio taglio con una spessa lama troncata", "un'arma simile ad una lancia con una lama terminale tipo scimitarra", "un'arma ad asta che assomiglia ad un'alabarda, con una lunga e pesante lama ricurva". I Kukishinden Ryu affermano che l'arma sia stata introdotta dalla Cina durante il quinto secolo; questo farebbe del bisen-to il precursore più probabile della naginata. Usata nella guerra come arma contro i cavalieri, sarebbe stata usata sia contro il cavallo che contro il cavaliere.

sabato 9 luglio 2016

Blakas

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Blakas o belakas è un termine generico per indicare qualsiasi strumento da taglio simile ad una mannaia o ad un grosso coltello con un lungo manico e lama di forma rettangolare, con un solo taglio diritto, originario di Bali. Il manico, a sezione circolare, si assottiglia ad una o entrambe le estremità. Le lame solitamente presentano fantasiose decorazioni ad intarsio. A volte è utilizzato per motivi cerimoniali in coppia con un golok. È piuttosto comune per i Balinesi avere in casa un blakas poiché, per le caratteristiche della lama, esso si dimostra utile nella vita quotidiana per cucinare e svolgere altri lavori domestici o agricoli.

venerdì 8 luglio 2016

Forca da guerra

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La forca da guerra è un'arma inastata in uso in Europa dal XV al XIX secolo e nell'Estremo Oriente (fond. Cina). Come alcune altre armi inastate, deriva da un attrezzo agricolo: la forca. Nello specifico, l'arma si connatura, in Europa, come una variante a due punte (rebbi) dello spiedo da guerra.

giovedì 7 luglio 2016

Fukidake

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Il fukidake (o fukizutsu) era una sorta di cerbottana giapponese usata dai ninja per lanciare dardi o polveri accecanti.
La distanza massima del tiro era approssimativamente 10 metri.

mercoledì 6 luglio 2016

Gari

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Il gari è una spada tradizionale indonesiana originaria dell'isola di Nias, a nord-ovest di Sumatra, tipica del popolo dei Nias. Il termine si riferisce ad un tipo di spada diffusa esclusivamente nella parte settentrionale dell'isola.

Descrizione

È una spada con una lama stretta e leggermente ricurva verso la punta. Il manico è intagliato a forma di testa del lasara, una creatura mitologica della cultura dei Nias, e presenta una sporgenza in ferro simile ad una lingua al centro della bocca aperta. Il fodero, come la lama, presenta una leggera curvatura all'estremità e può essere decorato con lamine di ottone o intagli nel legno. Possono esservi attaccati oggetti che secondo i Nias hanno poteri magici.

Impiego

Il gari viene normalmente usato nei matrimoni tradizionali dei Nias. Gli sposi stanno in piedi di fronte alle immagini degli antenati insieme ad un sacerdote, e tutti e tre impugnano l'arma mentre questo recita una preghiera. Il gari inoltre fa parte della dote per il padre della sposa.

martedì 5 luglio 2016

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L'ascia-daga (in caratteri cinesi tradizionali, in pinyin e ko in Wade-Giles) era un'antica arma inastata in uso alle truppe di fanteria cinesi dal tempo della Dinastia Shang (XVI-XI secolo a.C.) a quello della Dinastia Han (II secolo a.C.-II secolo). Consisteva di una lama di daga innestata perpendicolarmente in un bastone. A volte, questa testa metallica (bronzo o ferro, gli esemplari in giada avevano valenza cerimoniale), poteva presentare una seconda lama di falce.

Storia

Apparsa durante il regno della Dinastia Shang, l'ascia-daga restò in uso alle truppe di fanteria dei regni cinesi per secoli. Al momento dell'unificazione della Cina sotto la Dinastia Qin (221 a.C.-206 a.C.), divenne arma inastata d'ordinanza della fanteria imperiale, venendo prodotta in milioni di esemplari. Dopo quasi un millennio, l'ascia daga, nata come arma in bronzo e poi riconfigurata quale arma in ferro, sparì bruscamente dagli arsenali cinesi dopo il regno della Dinastia Han, nel III secolo.
I ritrovamenti archeologici di realizzate in giada ha portato gli studiosi ad approfondire il significato simbolico attribuito dalla società della Cina antica a quest'arma. Il rinvenimento di piccoli esemplari utilizzati con buona probabilità come pendagli e la presenza delle di giada nei corredi funebri di molti aristocratici cinesi del tempo ha confermato la sicura importanza dell'arma nel complesso bagaglio simbolico dell'antichità sinica. La era, con buona probabilità, un simbolo di forza e potere, fors'anche un simbolo benaugurale.

lunedì 4 luglio 2016

Ghigliottina volante

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La ghigliottina volante (Xuèdī zǐ in cinese, letteralmente "Sangue-gocciolatore") era una leggendaria antica arma da lancio cinese dell'epoca dell'imperatore Yongzheng (1678-1723), molto utile nelle uccisioni furtive.
L'esistenza di questa arma è improbabile e mai dimostrata.

Costruzione

Era simile a un cappello tipico cinese, a cui era legata una catena che azionava le lame fissate attorno a un collare che scendeva intorno al collo della vittima per mezzo di un drappo rosso che copriva il volto della vittima che scendeva a sua volta dalla parte a forma di cappello che stava sul capo della vittima.
Non esiste ad oggi nessuna conferma che la ghigliottina sia realmente esistita. Era troppo pesante e troppo lenta da poter utilizzare su bersagli coscienti. L'unica vera efficacia l'avrebbe potuta avere se fosse stata "calata dall'alto" furtivamente sul capo della vittima. Comunque, nessuno ha mai dimostrato che sia esistita. Gli stessi cinesi la indicano come una leggenda attribuita all'esercito della morte dell'imperatore, i ninja.


domenica 3 luglio 2016

Bolas




Bolas


Le bolas (dallo spagnolo e dal portoghese bola, palla) sono cordicelle o lacci di cuoio alle cui estremità sono legate delle palle di circa 10 cm di diametro da un lato, e delle maniglie (in genere cuoio) dall'altro.
In origine erano un'arma ed uno strumento di caccia usato dagli eschimesi, in Cina e dagli indiani sudamericani.



sabato 2 luglio 2016

Alabarda da caccia

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L'alabarda da caccia era un'arma inastata diffusasi in Europa Centrale durante il Medioevo. Sviluppatasi come arma di difesa per i cacciatori contro le fiere, durante le operazioni di caccia grossa, era in buona sostanza un miscuglio tra il falcione (arma in asta) e la normale alabarda.

venerdì 1 luglio 2016

Angone

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L'angone (dal greco bizantino ἄγγων, àngon) era un tipo di giavellotto usato nell'Alto Medioevo dai Franchi e da altre popolazioni germaniche, tra cui gli Anglosassoni. Era simile al pilum usato dai Romani, probabilmente in quanto derivato da questo, ed era formato da una testa con barbigli e un gambo in ferro montato su di una mazza di legno.
I modelli utilizzati dagli Anglosassoni e ritrovati nelle tombe hanno una lunghezza da 1,6 a 2,8 metri, mentre quelli ritrovati a Nydam Mose in Danimarca vanno dai 2,3 ai 3,0 metri. Sebbene lance più corte e leggere e con punte più piccole fossero generalmente preferite in funzione di giavellotti, l'angone faceva eccezione: uno di questi, ritrovato ad Abingdon, aveva una punta di 52,5 centimetri. I barbigli avevano la funzione di penetrare lo scudo del nemico in modo da non poter essere rimosso facilmente, mentre la lunga manica in ferro rendeva difficile separare la punta dal manico. Quest'ultimo era talvolta decorato o dipinto e presentava talvolta anelli in ferro o bronzo inseriti nel centro di massa dell'arma, cioè il posto migliore per impugnarla.
L'uso dell'angone era nelle fasi iniziali della battaglia, prima che le linee nemiche si scontrassero e i guerrieri combattessero corpo a corpo: iniziavano gli arcieri, seguiti dal lancio di giavellotti e di asce da lancio. Agazia racconta che i Franchi usarono gli angoni nella battaglia del Volturno.