L'Epitoma rei militaris
(conosciuta anche come De re militari o con il titolo
italiano di "L'arte della guerra") è un'opera latina
scritta da Publio Flavio Vegezio Renato verosimilmente nella prima
metà del V secolo.
Contenuto
Si tratta essenzialmente di un
compendio di opere precedenti, tra cui Catone il Censore, Varrone,
Aulo Cornelio Celso, Paterno, Frontino, e di leggi e regolamenti
emanati da Augusto, Traiano e Adriano. L'intento che l'opera si
propone è quello di porre rimedio alle difficoltà della macchina
militare imperiale attraverso il recupero di schemi tattici e
strategici tratti dal repertorio della gloriosa tradizione
dell'antica Roma.
Si divide in quattro libri, che
trattano rispettivamente di:
- selezione e addestramento delle nuove reclute (dove si lamenta della decadenza dell'esercito per mancanza di disciplina);
- organizzazione della legione;
- disposizioni per l'azione (tattica e strategia);
- attacco e difesa di luoghi fortificati e operazioni navali (secondo alcuni la seconda parte era in origine un separato trattato sul combattimento marittimo).
È dedicata all'imperatore regnante,
non specificato, il quale ne aveva sollecitato la continuazione dopo
la presentazione del primo libro, che nelle intenzioni originali
dell'autore avrebbe dovuto essere l'unico. La data di redazione è
incerta: fu scritta certamente dopo il 378 (terminus post quem),
anno della battaglia di Adrianopoli e morte dell'imperatore Valente,
che viene citato come divus nel testo, e prima del 450
(terminus ante quem), anno a cui si riferisce la data
consolare di una recensione di Flavio Eutropio, ricordata nei
manoscritti. Controversa anche l'identificazione dell'imperatore a
cui il testo si riferisce: Teodosio I, Valentiniano III o, forse più
verosimilmente, Teodosio II.
Successo postumo
L'opera fu enormemente celebre nel
Medioevo e ne sono sopravvissuti oltre 200 manoscritti. Uno dei primi
volgarizzamenti conosciuti risale al XIV secolo (attribuita a Bono
Giamboni), e fu in seguito tradotta anche in inglese, francese,
catalano, spagnolo, ceco e yddish, ancora in epoca precedente
all'invenzione della stampa. La prima edizione tipografica fu
l'incunabulo stampato a Utrecht nel 1473, e ancora nel XV secolo
seguirono edizioni a Colonia, Parigi, Roma e Pisa.
Fu base dell'educazione militare fino a
Carl Von Clausewitz e la conobbero Federico il Grande e Napoleone. Ha
esercitato influenza anche in campo politico e letterario e fu
apprezzata da Tommaso d'Aquino e da Niccolò Machiavelli.
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