In alcuni studi, il pugno precordiale (pugno al petto) è stato in grado di convertire le tachiaritmie ventricolari, ovvero, di ripristinare il normale ritmo cardiaco. Tuttavia, in due serie di casi più ampie il pugno precordiale non ha prodotto alcun risultato in pazienti con fibrillazione ventricolare (situazione in cui la contrazione del cuore è tanto caotica da essere inefficace = il cuore materialmente non pompa più sangue).
Il pugno precordiale può generare complicanze quali frattura dello sterno, osteomielite, ictus e aritmie maligne negli adulti e nei bambini.
Avendo un'efficacia limitata, il pugno precordiale non deve ritardare l'inizio della rianimazione cardio-polmonare o della defibrillazione, infatti si pratica solo quando altri strumenti non sono disponibili, preferibilmente in presenza di testimoni.
In che modo indurrebbe tale
effetto?
Pare
che l'energia meccanica
applicata tramite il pugno, induca
attività elettrica
nel cuore, fisiologicamente presente.
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