Guerriero haniwa
Gli haniwa
(埴輪)
sono delle figure di terracotta fabbricate a scopo rituale per essere
seppellite con i morti insieme agli altri oggetti funerari ed
utilizzati soprattutto nel periodo Kofun (III - VI secolo) in
Giappone. Grazie al ritrovamento di queste statue abbiamo una
conoscenza dettagliata delle armi e delle armature della casta
guerriera sviluppatasi in questo particolare periodo della storia
giapponese.
I ritrovamenti più importanti di
haniwa sono situati nell'isola di Honshū, particolarmente
nella regione di Kansai (Prefettura di Nara) e nella parte
settentrionale dell'isola di Kyūshū. Le offerte funerarie delle
statue haniwa assunsero molteplici forme, quali cavalli,
pollame, uccelli, pesci, abitazioni, armi, scudi, cuscini e di esseri
umani femminili e maschili. Oltre alle motivazioni di carattere
artistico e religioso, le statue haniwa avevano anche lo scopo di
delimitare spazialmente il tumulo del defunto.
L'uso delle offerte haniwa ebbe
inizio a partire dalla fine del periodo Yayoi, all'interno del regno
di Kibi. Fu proprio in questa epoca che iniziarono ad apparire
figurine e vasellami in terracotta nelle tombe dei capi politici e
militari. Secondo la leggenda popolare giapponese, questa pratica
nacque quando un antico imperatore, scandalizzato e commosso dalla
pratica di seppellire persone vive nelle tombe dei membri della
famiglia imperiale, decise di sostituire le persone vere con delle
copie in terracotta. Tuttavia questo resoconto popolare sull'origine
degli haniwa non sembra avere fondamento in quanto non esiste
prova alcuna dell'uso di seppellire i dignitari vivi, come invece era
costume in Cina, e soprattutto per il fatto che le figure umane
comparvero relativamente tardi nell'uso di questi oggetti funerari;
sembra infatti che i primi haniwa fossero delle semplici
colonne cilindriche, mentre la rappresentazione più tarda di esseri
viventi e di oggetti della vita comune sembra derivare dalla volontà
di ricreare per l'aldilà un mondo più familiare al deceduto.
Queste statuette venivano prodotte artigianalmente da una casta
specializzata nella produzione in terracotta, si trattava di un
gruppo di artigiani che tramandava la propria arte per via ereditaria
e chiamati dalla collettività be. I be erano legati da
un rapporto lavorativo e di sudditanza alle caste familiari più
importanti nella società del tempo, le famiglie uji.
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