La battaglia di Mikatagahara
(三方ヶ原の戦い
Mikatagahara no
tatakai) è una
delle più note battaglie della campagna militare del daimyo Takeda
Shingen; si svolse nel gennaio del 1573 nella provincia di Tōtōmi,
in Giappone, ed è da molti considerata come una delle sue maggiori
dimostrazioni di abilità tattiche nell'uso della cavalleria.
Il primo attacco
Takeda Shingen, decidendo di muovere
verso sud con l'obiettivo di attaccare Tokugawa Ieyasu presso la sua
fortezza di Hamamatsu, incontrò le truppe nemiche sull'altopiano di
Mikata, situato poco a nord della fortezza stessa. Secondo quanto
riportato dal Kōyō Gunkan, un documento con la cronistoria
delle imprese militari del clan Takeda, le forze di Shingen
superavano quelle di Ieyasu in un rapporto approssimativo di 3 a 1,
ed erano schierate nella formazione gyōrin (魚鱗,
scaglia di pesce). Le truppe di Ieyasu erano invece disposte in
linea, per sfruttare a pieno gli archibugieri.
Alle quattro del pomeriggio circa
cominciò a nevicare, e gli archibugieri di Tokugawa aprirono il
fuoco. L'utilizzo di armi da fuoco era relativamente nuovo in
Giappone, e quindi era da molti considerato un fattore in grado di
essere determinante per l'esito di una battaglia; lo stesso Ieyasu
riteneva che la sua superiorità nell'armamento potesse permettergli
di avere la meglio sulle tattiche nemiche. Shingen avanzò con la sua
famosa carica di cavalleria contro gli archibugieri di Tokugawa e li
travolse; alcuni di essi resistettero, ma molti si ritirarono,
fuggirono o furono uccisi.
Il secondo attacco
Al termine di questo primo scontro
Shingen fece ritirare le truppe avanzate, offrendo loro la
possibilità di riposare; Takeda Katsuyori ed Obata Masamori, alla
guida di un nuovo gruppo di cavalieri diedero il via ad una seconda
carica. Essi furono presto raggiunti dal grosso dell'esercito Takeda,
che spinse le truppe nemiche ad una netta ritirata. Ieyasu inviò
Ōkubo Tadayo, uno dei suoi comandanti, a piantare il suo uma-jirushi
(una grande insegna con il simbolo di un ventaglio dorato) per
fornire un punto d'incontro presso Saigadake, dove l'altopiano
diventa meno ripido; aveva in mente di impegnare nuovamente
l'esercito di Takeda per liberare i suoi generali intrappolati, ma fu
persuaso da Natsume Yoshinobu a ritirarsi: la sua vita era troppo
importante per correre un tale rischio. Fu Yoshinobu a condurre una
disperata carica contro truppe di Takeda, nella quale perse la vita.
La ritirata
Quando Tokugawa fece ritorno alla
fortezza di Hamamatsu, viene riferito che fosse accompagnato da soli
cinque uomini; la battaglia aveva avuto un esito rovinoso. Tuttavia,
egli comandò che le porte della fortezza rimanessero aperte, e che
fossero accesi dei bracieri per guidare al sicuro il suo esercito in
ritirata. Sakai Tadatsugu, uno dei Quattro Guardiani dei Tokugawa
suonava un grande tamburo di guerra con lo scopo di infondere
coraggio agli uomini in questa nobile, strenua ritirata. Questa
tattica è chiamata "strategia della fortezza vuota":
quando l'avanguardia Takeda, guidata da Baba Nobuharu e Yamagata
Masakage, udì i tamburi e vide i bracieri accesi e le porte aperte,
pensò che Tokugawa stesse preparando una trappola, e così si fermò
decidendo di accamparsi per la notte.
Durante la notte, un piccolo gruppo di guerrieri Tokugawa
attaccarono il campo Takeda, incalzando le truppe e spingendole in un
burrone nel quale precipitarono inermi. L'esercito di Takeda si
ritirò la mattina seguente.
Nessun commento:
Posta un commento