La Boxe dell'Artiglio dell'Aquila
L'artiglio dell'aquila è uno stile maggiore di gong fu utilizzato sul campo di battaglia e tramandato di generazione in generazione fino ai nostri giorni.
Classificato come stile imitativo il Yingzhaoquan (Ying chao chuan) si distingue per i suoi movimenti compatti, tecniche facilmente utilizzabili, prese e lussazioni che lo caratterizzano in maniera distintiva come uno stile efficace per la lotta corpo a corpo, e nello stesso tempo come un efficace sistema per la salute.
STORIA
Le leggende molto antiche raccontano che le forme originali dello stile furono create dal generale Yue Fei durante l’epoca delle incursioni delle truppe mongole nel nord della Cina, prima dell’anno 1130. Si dice che Yue Fei insegnò questa tecnica chiamandola Yueshi Wugong (tecnica militare della famiglia Yue) ai suoi soldati, che ottennero numerose vittorie nei campi di battaglia durante la dinastia Song (1127-1279). Le ultime tracce storiche, secondo registri storici molto antichi, ci riconducono a Liu Shijun, un nativo di Xiongxian, nella provincia dello Hebei durante la dinastia Qing (1644-1911). Liu, un giovane amante delle arti marziali, un giorno stava praticando quando ebbe un incontro fortuito con il monaco Fa Cheng. Dopo aver iniziato i suoi esercizi, il monaco si avvicinò e spiegò a Liu che la sua routine di esercizi era buona solo come esercizi per la salute ma che non gli sarebbero serviti a molto per lottare contro dei nemici. Liu allora chiese al monaco se poteva provare ad attaccarlo per verificare le sue parole e così fu. Liu lanciò tre attacchi di seguito, dai quali il monaco si difese con facilità, appena iniziò il suo quarto attacco la sua mano fu afferrata fortemente dal monaco che stringendolo saldamente per un polso gli impedì qualsiasi tipo di reazione. Immediatamente dopo il monaco toccò un punto della spalla di Liu, lasciandolo al suolo senza respiro. Dopo una simile dimostrazione, Liu Shijun seguì il monaco Fa Cheng, apprendendo varie forme del sistema Yueshi Sanshou, soprattutto la forma lianquan (boxe continua) e le tecniche di Qinna (Chin Na) proprie del sistema. Tre anni più tardi, Liu lascia il monaco Fa Cheng e inizia a viaggiare per tutto il nord della Cina alla ricerca di altri stili fino a quando incontra il monaco Dao Ji, maestro del suo maestro, che sotto la propria tutela lo introduce ad altri stili del nord.
Da questo momento, Liu si dedicherà completamente alle tecniche di presa e lussazione ricevendo il nome di XiongXian Liu e insegnerà alle truppe imperiali a Beijing.
CARATTERISTICHE DELLO STILE
Per spiegare le caratteristiche dello Yingzhaoquan inizieremo descrivendo le qualità del combattimento. Lo stile tradizionale possiede sette principi che si conoscono come:
Accecare e saltare
Afferrare e assoggettare
Schiacciare e annodare
Spingere e tirare
Spazzare e proiettare
Attaccare i punti vitali e lasciare senza respiro
Tagliare le vene e scheggiare le ossa
E' evidente che l’essenza del sistema e strettamente relazionata alle abilità del Qinna ereditata dal Yueshi Wugong (tecnica militare della famiglia Yue), ragione per la quale, si attribuisce al generale Yue Fei la sua creazione.
Esistono 108 tecniche di Qinna che si dividono in tre tipi: Prese, pressioni e colpi.
Il primo gruppo è orientato al controllo dell’avversario per mezzo di lussazioni e prese dirette alle sue articolazioni, muscoli e tendini. Queste tecniche sono molto comuni nella polizia e possono essere applicate a dita, polsi, gomiti, spalle, ecc.
Il secondo gruppo è diretto a intorpidire (paralizzare) gli arti dell’avversario, le tecniche di pressione sono anche usate frequentemente sulle terminazioni nervose per causargli estremo dolore e di conseguenza la perdita di conoscenza.
Il terzo gruppo, i colpi, si applicano con il palmo. Il pugno, la punta delle dita e l’angolo della mano in punti vitali del corpo causano gravi lesioni.
Anche le cavità dei canali del Qi possono essere attaccati, ma questo già ad un altissimo livello di conoscenza del sistema, per causarne il blocco energetico. Come anche le arterie per provocarne la rottura. L’artiglio dell’aquila, che ne caratterizza il sistema, si forma serrando fortemente la seconda e terza falange delle dita e flettendo il polso in modo che il centro del palmo sia sollevato. Il palmo si usa per premere e spingere, il pugno per colpire.
L’artiglio dell’aquila si usa per afferrare e strappare. Gli attacchi possono essere portati dalla lunga e corta distanza sia con i calci (il repertorio dello stile è molto ricco di queste tecniche) che con tecniche di braccia. Il tutto si completa con giri, prese, lussazioni che si combinano con la lotta corpo a corpo.