venerdì 16 settembre 2022

Qual è stato il più grande evento sportivo della storia a nostro parere?

Senza ombra di dubbio alcuna l’epico ‘Rumble in the Jungle’.



Epocale incontro di Boxe svoltosi a Kinshasa, capitale dell’allora Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo), Rumble in the Jungle vedeva contrapposti I due più grandi pugili della storia: Muhammad Ali (detto ‘The Greatest’) e George Foreman (detto ‘Big Georgie’).

Prima del match, i bookmakers assegnavano i favori del pronostico tutti in direzione di Foreman: quest’ultimo - campione mondiale dei pesi massimi - era 7 anni più giovane di Ali, veniva da uno score impressionante (40 successi, 0 pareggi, 0 sconfitte) e generalmente nessun avversario riusciva a resistere per più di 3 round ad i suoi colpi per via dell’estrema violenza con il quale riusciva a sferrarli.


Ali, però, galvanizzato anche dalla petulante campagna mediatica in favore di Foreman, arrivò all’incontro più carico che mai, dopo aver passato più tempo dell’avversario ad allenarsi a Kinshasa per abituarsi al caldo ed umidità impressionanti ed orario del match (si combatté alle 4 di mattina per favorire la visione in prima serata del pubblico statunitense), oltre aver ideato un’apposita strategia per infliggere la prima sconfitta all’apparentemente invincibile avversario, quella del rope-a-dope: una tattica difensiva completamente passiva, che consisteva nel provocare l’avversario inducendolo a sferrare colpi sempre più forti e provanti, facendoli così perdere le energie e difendendosi attraverso una guardia serrata scaricando allo stesso tempo la forza dei pugni avversari appoggiandosi alle corde del ring.

Ali, messa in pratica la strategia, decimò le riserve energetiche di Foreman, mentre provocava l’imbattibile rivale con frasi del tipo “è questo tutto quello che sai fare, Georgie?”.
Già tra il quinto ed il settimo round Foreman rischiò a più riprese di accasciarsi non appena Ali accennava qualche colpo, finché quest’ultimo non decise di attaccare (chiudendo il match e risparmiando quella che per Foreman era ormai diventata un’umiliazione) una volta per tutte all’ottavo round, prevalendo per KO tecnico dopo una serie di colpi andati a buon segno.


Muhammad Ali vinse il titolo ed inveì contro le telecamere, per festeggiare, a causa della campagna sportiva pro-Foreman promossa dai media durante le settimane precedenti.
L'incontro è - ancora oggi - considerato una delle migliori dimostrazioni di strategia teorica prima e tecnica poi mai viste in una manifestazione sportiva.




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