domenica 10 novembre 2024

La grande lezione delle arti marziali: una filosofia di vita tra disciplina, perseveranza e crescita

 


Le arti marziali non sono solo una disciplina fisica, ma un vero e proprio stile di vita che plasma corpo e mente, fornendo istruzioni che vanno ben oltre il dojo. Una delle lezioni più profonde e universali, che risuona attraverso culture e pratiche diverse, è racchiusa in un antico proverbio giapponese:

"Cadi sette volte, rialzati otto."

Questa massima rappresenta il cuore delle arti marziali, un messaggio di resilienza che si applica a ogni aspetto della vita. Attraverso l'allenamento, i praticanti imparano a rialzarsi, letteralmente e metaforicamente, affrontando ostacoli e sfide con determinazione.

Uno degli insegnamenti più evidenti delle arti marziali è quello di rialzarsi dopo una caduta, una lezione che viene vissuta quotidianamente durante il combattimento. Ogni praticante si è trovato, almeno una volta, di fronte a un avversario con abilità superiori, un'esperienza che rappresenta un microcosmo della vita stessa.

Nel dojo, però, non si può fuggire. Bisogna affrontare la sfida, consapevoli che si potrebbe essere abbattuti. E quando inevitabilmente succede, il primo istinto è quello di rialzarsi per continuare. Questo semplice atto diventa una metafora potente: l'arte marziale insegna a superare le difficoltà accettando il rischio di fallire, mentre la maggior parte delle persone preferisce evitare qualsiasi attività che implichi la possibilità di insuccesso.

È proprio questa predisposizione al rischio e al fallimento che distingue un artista marziale dalla folla. Ogni caduta diventa un'opportunità per imparare, per migliorare e per crescere. È un concetto che trascende il tatami, offrendo insegnamenti preziosi in ogni ambito della vita.

La progressione nei gradi è un aspetto centrale delle arti marziali, ma può anche rappresentare una trappola per l'ego. Spesso si sente dire che non si dovrebbe seguire la cintura, bensì la conoscenza. Eppure, è facile cadere nella tentazione di misurare i propri progressi esclusivamente in base al colore della cintura o al grado raggiunto.

Un'esperienza comune è quella di non superare un test di promozione. Può essere frustrante, un colpo all'orgoglio. Tuttavia, proprio in quei momenti, le arti marziali insegnano una lezione cruciale: il valore della perseveranza e della preparazione.

Ricordo un episodio personale: durante i miei primi anni di allenamento nel Kenpo, fallii un pre-test in vista di un esame di cintura. Mi sentii scoraggiato, ma quella pausa mi permise di lavorare più duramente, di affinare le mie tecniche e di presentarmi al successivo test con una preparazione superiore. Guardando indietro, sono grato di non essere stato promosso prima del tempo, perché quella battuta d'arresto si rivelò un'opportunità per crescere.

Questo episodio illustra una verità universale: le difficoltà che incontriamo oggi possono diventare le basi per un futuro più luminoso. Le arti marziali ci insegnano ad accettare queste battute d'arresto come parte del percorso, a superare l'ego ea lavorare con dedizione.

I kata, o forme, rappresentano un altro aspetto fondamentale delle arti marziali. Attraverso questi movimenti codificati, i praticanti imparano non solo tecniche di combattimento, ma anche la disciplina necessaria per affinare i dettagli.

Chiunque si alleni da diversi anni può testimoniare come il proprio approccio a un kata cambia nel tempo. All'inizio, si potrebbe pensare di eseguire un kata alla perfezione. Ma, con il passare degli anni e l'approfondimento della pratica, ci si rende conto di quanto c'è ancora da imparare.

Questo processo di miglioramento continuo è un esempio tangibile di "rialzarsi". Ogni volta che si ripete un kata, si cerca di perfezionarlo, di affinare un dettaglio, di eseguire un movimento con maggiore intenzione. Questo approccio, noto nella cultura giapponese come kaizen (miglioramento continuo), riflette l'essenza delle arti marziali: non si tratta di raggiungere la perfezione, ma di avvicinarsi ad essa un passo alla volta.

Le arti marziali non sono solo un esercizio fisico, ma una scuola di vita. La perseveranza che si sviluppa sul tatami trova applicazione in ogni ambito dell'esistenza, dalla carriera professionale ai rapporti personali.

Un vero artista marziale comprende che il viaggio è più importante della destinazione. Ogni sfida, ogni fallimento e ogni successo sono parte di un processo più grande. Questo atteggiamento non porta solo a una crescita personale, ma diventa una fonte di ispirazione per gli altri.

Come disse il celebre maestro Jigoro Kano, fondatore del judo: “Il fine ultimo delle arti marziali è il miglioramento di sé per il beneficio della società”.

La grande lezione delle arti marziali – quella di rialzarsi sempre, nonostante le cadute – è un dono prezioso che va oltre il dojo. È un insegnamento universale che può arricchire la vita di chiunque, indipendentemente dall'età, dal livello di esperienza o dal contesto.

Attraverso la disciplina, l'umiltà e il desiderio di migliorarsi, le arti marziali ci offrono uno strumento potente per affrontare le sfide della vita con forza e determinazione. È una lezione che non smetterà mai di essere utile, una filosofia che continuerà a guidare ogni praticante lungo il suo cammino.

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