La promessa di un corso di autodifesa è seducente: insegnarti come proteggerti in situazioni di pericolo, trasformandoti in una persona capace di reagire e sopravvivere. Tuttavia, la realtà è molto più complessa e spesso brutale rispetto a ciò che viene insegnato nelle lezioni teoriche o nei contesti controllati delle palestre. In molti casi, i corsi di autodifesa insegnano tecniche poco realistiche, trasmettono un falso senso di sicurezza e ignorano completamente le dinamiche psicologiche e ambientali dei veri conflitti.
1. La differenza tra allenamento e realtà
Molti corsi si concentrano su movimenti coreografati, insegnando tecniche che richiedono precisione e coordinazione. Ma in uno scenario reale, il corpo reagisce in modo imprevedibile: l'adrenalina distorce i tempi di reazione, la paura offusca il giudizio e il caos dell'ambiente rende impossibile replicare movimenti perfetti. Tecniche complesse come leve articolari o disarmi spesso falliscono in situazioni di alta tensione, dove il combattimento è confuso e rapido.
2. Il falso senso di sicurezza
Una delle trappole più pericolose dei corsi di autodifesa è la creazione di una falsa fiducia. Sentirsi sicuri dopo poche lezioni può portare a sottovalutare il pericolo reale ea prendere decisioni rischiose. La verità è che anche con un buon addestramento, la fuga è quasi sempre l'opzione più sicura in caso di aggressione. Un corso che non enfatizza l'importanza di evitare lo scontro o di riconoscere situazioni a rischio non stando insegnando autodifesa, ma un'illusione.
3. Ignorare la componente psicologica
La maggior parte dei corsi trascura un elemento fondamentale: la psicologia del conflitto. La paura, il panico e l'istinto di congelarsi possono sopraffare chiunque, indipendentemente dal numero di tecniche apprese. Allo stesso modo, non si parla abbastanza del linguaggio del corpo, della de-escalation verbale e della capacità di leggere le intenzioni di un potenziale aggressore. Spesso, evitare uno scontro dipende più dalla mente che dai muscoli.
4. La mancanza di contesto realistico
Molti corsi di autodifesa non simulano situazioni realistiche. In un vero scontro, il pavimento non è morbido, lo spazio potrebbe essere ristretto e potrebbero esserci più aggressori. Inoltre, molti aggressori non agiscono in modo prevedibile: usano armi, attaccano alle spalle o sfruttano l'effetto sorpresa. Le tecniche insegnate senza tenere conto di queste variabili non solo sono inutili, ma possono essere pericolose.
5. Il mito delle tecniche “invincibili”
Un errore comune è l'insegnamento di tecniche che promettono di "garantire" il successo in qualsiasi situazione. La realtà è che non esistono strategie infallibili. Anche i combattenti professionisti, con anni di addestramento, riconoscono che sopravvivere in uno scontro dipende da una combinazione di abilità, fortuna e circostanze favorevoli.
Come dovrebbe essere un vero corso di autodifesa?
Un buon corso di autodifesa dovrebbe:
Enfatizzare la prevenzione: insegnare come evitare situazioni di pericolo e come riconoscere segnali di allarme.
Focalizzarsi su tecniche semplici: movimenti istintivi e pratici che funzionano anche sotto stress.
Allenare la mente: scenari simulati realistici e includere strategie per gestire la paura e il panico.
Insegnare la de-escalation: Fornire strumenti verbali e comportamentali per disinnescare i conflitti prima che diventino fisici.
Preparare alla fuga: Evidenziare l'importanza di lasciare il pericolo non appena possibile.
La difesa personale non è solo un insieme di tecniche, ma una mentalità. Affidarsi a corsi che non tengono conto della realtà può essere più pericoloso che non avere alcun addestramento. La vera autodifesa è l'arte di evitare lo scontro, di conoscere i propri limiti e di fare tutto il necessario per sopravvivere, con o senza tecniche spettacolari.
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