La regina
Sri Suriyothay
(in lingua thai:
สมเด็จพระศรีสุริโยทัย,
trascrizione RTGS: Somdet Phra Sri Suriyothai) (... – Ayutthaya, 3
febbraio 1549), è stata la regina consorte del Siam, l'odierna
Thailandia, moglie del sedicesimo sovrano del Regno di Ayutthaya Maha
Chakkraphat. È passata alla storia per aver sacrificato la propria
vita per salvare il marito durante l'invasione dei birmani nel 1549.
Il suo atto di coraggio è tuttora vivo nella memoria dei
thailandesi, che la considerano un'eroina nazionale.
Le storiografie di Ayutthaya si sono
occupate di Sri Suriyothai principalmente in relazione all'episodio
in cui perse la vita e per i figli che ebbe. Non sono disponibili
informazioni dettagliate sulla sua vita, alcune fonti non pienamente
attendibili ipotizzano che fosse una principessa della Dinastia Phra
Ruang, i cui sovrani avevano regnato sul vecchio Regno di Sukhothai.
Si sposò molti anni prima di diventare
regina, quando il marito non era ancora salito al trono ed era
chiamato principe Thianracha.
Era il figlio di re Ramathibodi
II, che aveva regnato dal 1491 al 1529. e fratellastro minore degli
altri due re Borommaracha IV (1529-1533) e Chairacha (1534-1546). La
coppia ebbe diversi figli, tra i quali vi sono notizie dei seguenti:
- Principe Ramesuen, il primogenito ed erede al trono. Fu preso in ostaggio dai birmani e deportato nella capitale Pegu al termine dell'invasione del 1564. Quello stesso anno, il re birmano Bayinnaung lo volle al proprio fianco nella campagna punitiva contro il Regno Lanna, durante la quale il principe cadde malato e morì.
- Principe Mahin, che divenne il successore di Maha Chakkraphat e l'ultimo sovrano della Dinastia Suphannaphum di Ayutthaya con il nome regale Mahinthra Thirat. Deportato nel 1569 dopo che la capitale fu espugnata nella terza invasione birmana, morì durante il trasferimento a Pegu.
- Principessa Sawatdirat, data in sposa a Maha Thammaracha di Phitsanulok, dopo che questi aveva ucciso l'usurpatore Worawongsa e posto sul trono di Ayutthaya Thianaracha. La principessa prese il nome regale Wisutkasat, e fu la madre dei re Naresuan e Ekathotsarot, nonché della principessa Suphankanlaya.
- Principessa Boromdilok, morì in battaglia assieme a Suriyothai per proteggere il re. Secondo lo storico Michael Wright, fu Boromdilok e non Suriyothai la protagonista del duello sull'elefante che permise il salvataggio del padre.
- Principessa Thep Krasatri, promessa sposa dell'alleato di Ayutthaya re Setthathirat I di Lan Xang, fu rapita da emissari birmani e portata a Pegu.
- Altre due principesse di cui non è noto il nome, che in precedenza erano state offerte in sposa a Setthathirat I, una delle quali era stata rifiutata.
Quando Chairacha salì al trono nel
1534, nominò il fratellastro minore Thianracha viceré con il titolo
di Uparat. Si può quindi ipotizzare il trasferimento della famiglia
a Phitsanulok, che da quasi un secolo era diventata la sede ufficiale
dell'Uparat ed erede al trono di Ayutthaya. Chairacha era stato
acclamato re dopo aver fatto uccidere il nipote Ratsada e fu a sua
volta assassinato nel 1546 dalla consorte non ufficiale Sri Sudachan,
dalla quale aveva avuto i figli Yot Fa e Sri Sin. L'undicenne Yot Fa
salì al trono e la reggenza fu affidata a Sri Sudachan e Thianracha,
ma dopo qualche tempo i due reggenti ebbero dei dissidi; Thianracha
abbandonò gli incarichi pubblici ed entrò in monastero come monaco
buddhista.
In questo travagliato periodo della
storia nazionale, vi fu l'ascesa al trono del Regno di Toungoo di
Tabinshwehti, il quale iniziò l'espansione che riunificò la
Birmania nel 1545. Negli anni successivi, i birmani intrapresero una
serie di campagne militari che avrebbero portato alla capitolazione
di Ayutthaya nel 1564.
Libera di gestire a proprio piacere il
regno, Sri Sudachan fece uccidere Yot Fa e riuscì a far acclamare re
l'amante Worawongsa, un usurpatore non appartenente alla famiglia
reale. Dopo poche settimane, Worawongsa fu vittima di un complotto
organizzato da un clan di nobili che facevano capo alla famiglia
reale di Sukhothai ed erano guidati dal principe Khun Phiren
Thorathep. I cospiratori uccisero l'usurpatore e Sri Sudachan, mentre
fu risparmiato il principe Sri Sin.
Il trono fu quindi affidato a
Thianracha, che uscì dal monastero e prese il nome regale Maha
Chakkraphat. Il nuovo sovrano si prese in carico la tutela del nipote
Sri Sin e ricompensò con generosità i nobili che lo avevano posto
sul trono. In particolare, diede in sposa la propria figlia
Sawatdirat a Khun Phiren Thorathep, che fu nominato governatore di
Phitsanulok con il nome regale Maha Thammaracha.
Informato sul periodo di crisi che
stava attraversando Ayutthaya, il re birmano Tabinshwehti invase il
Siam prendendo a pretesto degli scontri che si erano verificati lungo
le frontiere tra i due Stati. L'avanguardia del grande esercito
birmano era comandata dal generale Bayinnaung, il nucleo centrale
dallo stesso Tabinshwehti e la retroguardia dal viceré di Prome
Thado Dhammayaza. Senza incontrare particolare opposizione, i birmani
si accamparono nei pressi di Ayutthaya. I siamesi avevano concentrato
le difese nella capitale ed ingaggiarono battaglia il 3 febbraio del
1549. L'esercito uscì dalla città comandato da re Maha Chakkraphat,
dall'Uparat principe Ramesuan e dal principe Mahin, i due figli del
sovrano. Preoccupate per il sovrano, parteciparono in incognito alla
battaglia anche la regina Suriyothai e la figlia principessa
Boromdhilok, entrambe sul dorso dello stesso elefante, irriconosibili
sotto le corazze da soldato. L'armata siamese raggiunse la colonna
comandata dal viceré di Prome e, com'era consuetudine di quel tempo,
i due comandanti si affrontarono in un duello testa a testa sul dorso
degli elefanti.
L'elefante di Maha Chakkraphat fu colto
da una crisi di panico e si diede alla fuga, inseguito dall'elefante
del comandante birmano. La regina Suriyothai, vedendo il marito
prossimo alla morte, spinse il proprio elefante tra i due
contendenti, affrontò personalmente il viceré di Prome e fu uccisa
assieme alla figlia a colpi di falce da guerra.
I principi Ramesuan e Mahin
intervennero a disperdere i birmani e raccolsero i resti della madre
e della sorella, ricomposero le truppe attorno al padre, che grazie
alla moglie si era salvato, e l'esercito siamese fece rientro in
città. L'invasione fu respinta a fatica dopo un lungo assedio e i
birmani si ritirarono stremati e a corto di viveri.
Il corpo della regina fu trasportato in
città con un'imbarcazione sul fiume Chao Phraya ed in suo onore il
sovrano fece erigere il Wat Sop Sawan nel luogo dove fu cremata.
Questo tempio è stato abbattuto durante una modernizzazione della
città, ed al suo posto sorge oggi un monumento alla memoria di
Suriyothai.
Vicino al tempio fu costruito
anche un chedi in onore della regina, dove secondo lo storico Damrong
Rajanubhab ne furono tumulate le ceneri. Dopo alcune
ristrutturazioni, il Chedi Sri Suriyothai è oggi in buono stato di
conservazione.
Durante l'ondata di nazionalismo che
scosse la Thailandia nella prima metà del XX secolo, il ruolo che
ebbero le eroine nazionali fu enfatizzato dal dittatore Plaek
Phibunsongkhram, per diffondere l'idea che attraverso il sacrificio
si contribuisce all'unità nazionale. A tale scopo, la moglie di
Phibun istituì il Club Nazionale delle Donne Thailandesi, di cui fu
scelta come simbolo Suriyothai. Nel 1995, sul luogo dove si presume
abbia perso la vita la regina, è stato inaugurato un grande
monumento in cui Suriyothai compare in groppa all'elefante durante la
battaglia del 1549.
La vita della regina è stata narrata
nel kolossal thailandese del 2001 สุริโยทัย
(Suriyothai), uscito in DVD in Italia con il titolo Suriyothai
- Il sole e la luna. La pellicola, promossa dalla regina consorte di
Thailandia Sirikit e diretta da Chatrichalerm Yukol, membro della
casa reale, è una versione romanzata della storia di quel tempo. A
tutto il 2001, era stata la più costosa produzione cinematografica
thailandese di tutti i tempi.