Le prime notizie storiche relative alle
arti marziali risalgono al periodo della dinastia Chou (11° - 3°
secolo a.C.).
Confucio, il grande maestro del
pensiero cinese, vissuto fra il sesto ed il quinto secolo avanti
Cristo, invitava i giovani non solo a studiare il libri classici, ma
a praticare le arti marziali.
Egli si riferiva in particolare al tiro
con l’arco ed alle corse con i carri da guerra, ma in quell’epoca
caratterizzata da continue lotte fra i feudatari esistevano numerose
altre arti marziali come la scherma e delle forme di pugilato
denominate Wu-i (che significa arte marziale) o Chi-chi (che vuol
dire colpire con abilità).
Secondo lo storico Ssu Ma Chien,
vissuto durante la dinastia Han, il Chi-chi era sviluppato in
particolar modo nello stato di Ch’i, i cui abitanti erano
abilissimi nella lotta corpo a corpo.
Dal quinto al terzo secolo avanti
Cristo, dopo la sparizione dei feudi minori sopraffatti da quelli
maggiori, la Cina era suddivisa in vari stati in continua lotta fra
di loro; quest’epoca è denominata “degli Stati combattenti”,
ed è caratterizzata dalla presenza degli Yu Hsieh o cavalieri
erranti, militari di professione e quindi esperti di arti marziali
che si mettevano a disposizione di chiunque era disposto a sostenere
la spesa dei loro servizi.
Ssu Ma Chien nei suoi Documenti Storici
descrive i cavalieri erranti cosi:
<<Le loro
parole erano sempre sincere e degne di fiducia, le loro azioni sempre
rapide e decise. Compivano ciò che avevano promesso e senza badare a
se stessi si gettavano nei pericoli che minacciavano gli altri>>.
Nel 221 a.C. il principe Ch’in
sconfisse gli altri stati combattenti e unificò la Cina assumendo il
nome di Shih Huang Ti o Primo Augusto Imperatore.
Deposta geniale e crudele, Shih Huang
Ti instaurò una politica di assolutismo e centralismo monarchico
spazzando via ogni traccia di feudalesimo.
Fece costruire la Grande Muraglia,
unificò i pesi, le misure, le monete e la scrittura, ma nello stesso
tempo perseguitò gli intellettuali e ritenendo che la fedeltà alle
tradizioni del passato potesse creare ostilità al suo sistema
politico, fece bruciare tutti i libri, esclusi quelli di medicina, di
agricoltura e di divinazione (I Ching).
Nel rogo andarono distrutti sicuramente
anche i libri di arti marziali e questo spiega forse la scarsità di
notizie sull’argomento giunte fino a noi.
Dopo la morte dell’imperatore scoppiò
una rivolta contadina che porto al potere Liu Pang, fondatore della
dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.).
Il regno di Han fu caratterizzato da
prosperità, pace e sviluppo culturale.
In questo periodo si modellò in modo
quasi definitivo la struttura politica, economica e culturale che
l’impero conservò fino all’inizio del nostro secolo.
Durante la dinastia di Han il
combattimento a mani nude era molto popolare e veniva chiamato Chi
Ch’iao (abilitò e talento) o Shou Po (mano che colpisce a pugno).
Nel primo secolo dopo Cristo un famoso
maestro di nome Kuo I ideò uno stile denominato Ch’ang Shou, ossia
“lunga mano”, che alcuni considerano il diretto progenitore dello
Shaolin.
In questo periodo visse anche il famoso
medico taoista Hua To, che creò una serie di esercizi ginnici basati
sugli atteggiamenti di cinque animali: la tigre, la scimmia, l’orso,
il cervo e la gru.
Queste tecniche influenzarono
sicuramente le ricerche dei maestri del kung fu, che si ispirarono
spesso al modo di combattere degli animali.
Dopo una breve riunificazione per opera
della dinastia Chin (280 – 316) varie tribù barbare si
impadronirono della Cina settentrionale dando origine a numerosi
Stati.
Nel sud invece si formò uno stato
unitario che conservava tutte le tradizioni del passato.
Questo periodo è ricordato dagli
storici come “Nord e sud” e fu caratterizzato da una forte
decadenza politica e da un grande fervore religioso.
Il Buddismo si diffuse in tutta la Cina
e ovunque furono eretti monasteri e templi.
In particolare, nella provincia di
Honan, sulle pendici del monte Sung, verso la fine del quinto secolo
venne costruito il monastero
Shaolin
Szu
(giovane foresta).
Verso il 520 d.C. arrivò al tempio
Shaolin il famoso monaco
Bodhidarma,
conosciuto anche con il nome cinese Ta Mo (o con quello giapponese
Daruma), ventottesimo patriarca del Buddismo e fondatore della scuola
Ch’an.
Secondo i principi di tale scuola la
meditazione era la via per giungere alla meditazione; la parola Ch’an
infatti deriva dal sanscrito Dhyrana che significa “meditazione”.
Il Buddismo Ch’an (zen
in giapponese) ha notevolmente influenzato l’evolversi delle arti
marziali sia cinesi che giapponesi, trasformandole in un mezzo di
perfezionamento spirituale.
Basti pensare che lo Shaolin
Ch’uan
nacque e si sviluppò in un tempio Ch’an e che lo Zen
divenne la religione-filosofia dei samurai giapponesi.
Bodhidarma insegnò una serie di
esercizi fisici e di respirazione (probabilmente derivanti da
tecniche yoga) destinati a ridar vigore ai monaci provati della
lunghe meditazioni ed a facilitare il conseguimento dell’unità di
spirito e corpo.
Successivamente tali esercizi furono
descritti in due trattati:
A Bodhidarma furono
anche attribuiti una serie di esercizi denominati “Sho Pa Lo Han
Shou” ossia “Le 18 mani (tecniche) dei discepoli di Buddha”.
Sembra che questi esercizi fossero
delle vere e proprie tecniche di combattimento a mani nude e furono
considerati il nucleo originante delle tecniche di Shaolin.
Differente è il pensiero degli storici
moderni secondo i quali Bodhidarma non insegnò affatto forme di
combattimento e alcuni di essi mettono addirittura in dubbio
l’esistenza stessa del famoso monaco.
Sicuramente, però, durante il sesto
secolo dopo Cristo i monaci del tempio Shaolin iniziarono a
praticare, oltre alle tecniche di yoga, anche le arti marziali, tanto
che nel secolo successivo avevano già acquisito la fama di
invincibili.
Probabilmente i primi insegnanti furono
dei guerrieri o dei maestri che si convertirono al buddismo e
divennero monaci trovando nei confratelli che già praticavano le
tecniche ginniche e lo yoga di Bodhidarma degli allievi predisposti
ad apprendere nuovi esercizi.
Bisogna inoltre considerare che le
tecniche di autodifesa erano senza dubbio indispensabili ai monaci
che vivevano e viaggiavano in zone popolate dai briganti.
Grazie ai lunghi anni di intensi
allenamenti ed al buddismo Ch’an i monaci del tempio Shaolin
divennero formidabili combattenti acquisendo una superiorità non
solo fisica ma anche spirituale e mentale.
La dinastia che seguì durò quasi 3
Secoli, portò la Cina ad un livello di benessere e splendore mai
raggiunti prima, è in questa epoca d'oro che le Arti Marziali
raggiunsero un Livello tecnico altissimo e divennero Popolari, ma
un'altra ragione della loro popolarità fu ,che aiutarono l'Imperatore a
sconfiggere il suo Nemico, e come ricompensa non vollero nulla.
Nel 1279 circa dopo numerose
battaglie i Mongoli invasero la Cina e inizio la dinastia Yùan (in quel
periodo ci fù il viaggio di Marco Polo).
Nel 1351 Scoppio la Rivolta dei Turbanti Rossi , i Mongoli vennero scacciati.
Durante la dinastia
Ming, un Maestro di nome Pai Chin Tou creò il Mei Hua Ch'ùan "Box del
fiore di prugno" il Mei Hua Ch'ùan è molto dinamico, l'azione non e mai
interrotta, il corpo gira continuamente e tutte le tecniche sono
circolari per sfruttare al massimo la forza centrifuga.
In quel tempo un altro Maestro il
cui nome e rimasto sconosciuto, mise appunto un altro Sistema chiamato
Pa Chi Ch'ùan, trattasi di un Sistema estremamente potente, dove
predominano gli attacchi rettilinei e diretti.(Il progenitore del Wing
Chun).
Nel 16° secolo un monaco
convinse Pai e quest' ultimo Maestro ad entrare nel Tempio, laddove
misero appunto le 5 forme degli animali.
(Nello stesso secolo il sistema
di shaolin, venne esportato ad Okinawa, dando origine al Karate un altro
Monaco di shaolin, venne mandato nel 1659 in Giappone per addestrare i
giapponesi contro i Manciù, ma poi il Giappone non inizio mai la
battaglia, ma lo pregarono di restare e insegnare a loro le tecniche di
shaolin, e fu il progenitore del Ju Jitsu).
Il tempio di Shaolin
fu distrutto e ricostruito varie volte, con la perdita di preziosi
scritti e Maestri, storicamente sappiamo che una delle distruzioni fu
ordinata dall'Imperatore Yung Cheng che regnò dal 1723 al 1736.
I maestri si dispersero in tutta
la Cina dando origine a numerose scuole "Segrete", (segrete; perché
l'Imperatore li definiva nemici dell'Impero, quindi li perseguitava
accanitamente) e non si potevano nemmeno chiamare più Shaolin e quindi
assunsero altri nomi, e gli allievi dovevano essere persone fidate per
partecipare ai corsi e talvolta dovevano superare severissime prove.
Da questo periodo in poi si
perse l'enorme esperienza di tutti i migliori Maestri riuniti in un solo
luogo; gli stili si differenziarono sempre di più e molti erano
limitati alle esperienze tecniche di una sola persona.
Molti altri maestri varcarono la
Cina, andando ad esempio: in Giappone, Corea, Vietnam, ecc. creando molti altri stili come Judo, Aikido, Tae Kwon Do, Vietvo dao, ecc..
La Maestra Ng Mui,
che conosceva il Kung fu Shaolin, trovava che in esso ci fosse solo forza
bruta adatta certamente ad un Uomo, ma non per una Donna, che
caratteristicamente è diversa da esso.
Cercò di elaborare un
nuovo sistema più adatto alle peculiarità femminili; ispirata forse da
un combattimento tra due animali con caratteristiche molto differenti ,
creò uno stile molto più morbido, agile ,veloce, che sfruttava la forza
bruta del suo avversario contro di lui.
Creo tre nuove forme e ridusse i movimenti all'essenzialità. (Ng Mui e stata la creatrice del sistema Wing Chun)
Kung Fu è un termine cinese che significa “Duro Lavoro” o " Incredibile Abilità".
Indica
un’abilità eccezionale raggiunta in seguito ad un lavoro duro,
meticoloso e raffinato in una attività spesso di tipo manuale o
fisico. In occidente viene usato comunemente per indicare le arti
marziali cinesi ed è seguita o anticipata da altri nomi che descrivono
il sistema in cui si è sviluppata l'abilita, ad esempio :Shaolin, Wing
Chun, Hung Gar, Tang Lang, Pa Kua, ecc..
Anche se la
parola più indicata per descrivere l'arte marziale cinese è “WuShu” che
significa letteralmente arti marziali ed è un’eredità culturale del
popolo cinese che unisce indissolubilmente in se gli aspetti del
combattimento, dello sport, della conservazione della salute e della
concezione filosofica del mondo, tipica della tradizione storica e
culturale cinese.