martedì 3 marzo 2015

Quarantasette rōnin

I quarantasette rōnin vengono accolti fuori dal palazzo di Matsudaira-no-Kami.

I quarantasette rōnin (四十七士 Shi-jū-shichi shi, lett. "quarantasette samurai") erano un gruppo di samurai al servizio di Asano Naganori (il cui titolo era Takumi no Kami), rimasti senza padrone (e quindi divenuti rōnin), dopo che il loro daimyō venne costretto a commettere seppuku (il suicidio rituale giapponese) per aver assalito il maestro di protocollo dello Shōgun, Kira Yoshinaka (che aveva il titolo di Kōzuke no suke), il quale lo aveva insultato.
Gli uomini di Asano, dopo aver atteso per due anni, pianificando l'attacco, lo vendicarono uccidendo il cortigiano e tutti i suoi discendenti maschi. Nonostante avessero seguito i precetti del bushidō vendicando il loro padrone e la loro impresa fosse stata vista con forte approvazione dai nobili di corte, 46 dei 47 rōnin vennero a loro volta obbligati a commettere seppuku per aver sfidato l'autorità imperiale. Il più giovane di loro, Terasaka Kichiemon, invece ricevette l'ordine di rimanere in vita per continuare a fare con regolarità le offerte in favore degli spiriti degli altri condannati, poiché solamente uno dei quarantasette rōnin fu ritenuto abbastanza valoroso da essere degno di farlo.
La vicenda, che si svolse tra la prima metà di marzo del 1701 (Asano commetterà seppuku il 14) ed il 4 febbraio del 1703 (anno in cui i rōnin furono costretti dal bakufu, il governo, ad uccidersi), ha ispirato un gran numero di racconti e rappresentazioni di teatro Kabuki, la più nota delle quali è il Chushingura. Gli uomini di Asano divennero eroi popolari, incarnando lo spirito del bushidō e furono da allora oggetto di un vero e proprio culto. Poiché la parola rōnin ha, nel linguaggio comune, una valenza spregiativa, i protagonisti della vicenda sono designati come "Quarantasette gishi (uomini retti)".
Il loro leader, Oishi Kuranosuke, è rappresentato da una statua bronzea posta nel 1921 all'entrata del tempio Sengakuji di Tokyo, cioè nel luogo in cui si compì il loro destino e in cui si trovano le loro tombe.
Ogni anno sulla tomba i giapponesi arrivano da tutta la nazione per deporre fiori in ricordo del loro eroico sacrificio.
Grazie al cinema, al teatro e alla letteratura questa vicenda è diventata popolare in tutto il mondo, caratterizzando in se stessa il vero spirito del bushidō (una rilettura in chiave fantasy è interpretata dal film 47 Ronin con Keanu Reeves).









lunedì 2 marzo 2015

Bushidō

Trascrizione in kanji di «Bushido»

Il Bushido (武士道 Bushidō, letteralmente «la via [o la morale] del guerriero») è un codice di condotta e un modo di vita – simile al concetto europeo di cavalleria e a quello romano del mos maiorum – adottato dai samurai, cioè la casta guerriera in Giappone. In esso, a differenza di altri addestramenti militari nel mondo, sono raccolte, oltre le norme di disciplina militari, anche quelle morali che presero forma in Giappone durante gli shogunati di Kamakura (1185 – 1333) e Muromachi (1336 – 1573), e che furono formalmente definite ed applicate nel periodo Tokugawa (1603 – 1867).
Sebbene risalga al 660 a.C., questo codice fu citato per la prima volta nel Kōyō Gunkan (1616) e messo organicamente per iscritto, in seguito, da Tsuramoto Tashiro, che raccolse le regole del monaco-samurai Yamamoto Tsunetomo (1659 – 1719) nel noto testo Hagakure.
Ispirato alle dottrine del buddhismo e del confucianesimo adattate alla casta dei guerrieri, il Bushido esigeva il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, pietà, dovere e onore, i quali dovevano essere perseguiti fino alla morte. Il venir meno a questi princìpi causava il disonore del guerriero, che espiava la propria colpa commettendo il seppuku, il suicidio rituale.
Successivamente alla Restaurazione Meiji (1866 – 1869), il Bushido ebbe come punto fondante il rispetto assoluto dell'autorità dell'imperatore e divenne uno dei capisaldi del nazionalismo giapponese. Uno dei princìpi del Bushido, l'assoluto disprezzo per il nemico che si arrende, fu la causa dei trattamenti brutali e denigranti a cui i giapponesi sottoposero i prigionieri nel corso della seconda guerra mondiale (al contrario del mos romano, nel quale con la resa - dopo la relativa intimazione - il nemico viene risparmiato mentre, se rifiuta di arrendersi, viene sterminato); l'inaccettabilità etica della resa e la ricerca di una morte onorevole in combattimento, spinse molti kamikaze al sacrificio.
Il Bushido si fonda su sette concetti fondamentali, ai quali il samurai deve scrupolosamente attenersi:
, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

, Jin: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.

, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.

, Makoto: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.



domenica 1 marzo 2015

Rōnin

L'assalto al palazzo di Kira Yoshinaka, stampa di Hokusai


Rōnin (浪人), letteralmente "uomo alla deriva", "persona che impara a diventare samurai" o "uomo-onda", è un termine giapponese che designava il samurai decaduto, rimasto senza padrone o per la morte di quest'ultimo o per averne perso la fiducia.
Nel X secolo il termine ronin andava a indicare i contadini che per evitare tasse troppo onerose abbandonavano le loro terre per trasferirsi in regioni non ancora sottomesse dall'autorità o dai monasteri buddhisti.
Durante il periodo Tokugawa i ronin aumentarono considerevolmente, conseguenza della soppressione di molti feudi; per il loro spirito autonomo e bellicoso contribuirono alla disfatta del governo Tokugawa, confermandosi guerrieri abili e temibili persino dal più valoroso e potente samurai.
Quando il nobile padrone a cui un samurai era legato moriva o perdeva la fiducia in quest'ultimo, il samurai perdeva il proprio onore, diventando un guerriero errante. Il Bushidō (un codice di condotta e un modo di vita) prevedeva che per espiare la propria colpa e riacquistare l'onore perso con la morte del proprio padrone si dovesse ricorrere alla pratica dell'harakiri, che significa letteralmente "tagliare il ventre", e rappresenta la parte culminante della pratica del suicidio rituale denominato Seppuku, che avviene per sventramento mediante l'uso di una spada corta chiamata Wakizashi. Il venir meno a questi princìpi causava il disonore del guerriero, che diventava quindi un ronin, e cioè un samurai errante completamente senza onore e dignità. Questo tipo di samurai aveva un duplice ruolo: da una parte era un guerriero errante disposto a lavorare per chiunque lo pagasse, dall'altra poteva arrivare ad unirsi ad altri come lui e creare spesso scompiglio nei villaggi, saccheggiandoli e creando confusione. Pur continuando a fare parte dell'elevata casta dei samurai, i ronin potevano mettersi al servizio del popolo, insegnando arti marziali e di guerra, facendosi assumere come guardie del corpo (yojimbo) oppure difendendo il villaggio da aggressioni esterne. Se un samurai uccideva un ronin non doveva temere nessuna vendetta, poiché i ronin non erano legati a nessuno, e questo rese i ronin una facile preda dei samurai più potenti, i quali nutrivano anche un certo disprezzo per questi guerrieri erranti.
Nel Giappone moderno il termine può indicare lo studente che ha fallito l'esame di ammissione all'università o, nel gergo delle corse, un pilota senza scuderia. La parola mantiene quindi una valenza spregiativa, in Giappone, salvo il caso dei cosiddetti "Quarantasette rōnin", le cui gesta, realmente avvenute intorno al 1701, furono narrate prima nel Chushingura, un'opera jōruri (teatro delle marionette), e successivamente in rappresentazioni di kabuki (commedia danzata). La leggenda si è in seguito impadronita dei personaggi, trasformandoli in esempi viventi del bushidō, cioè dell'etica samurai che costituisce tuttora uno dei cardini morali della società giapponese.

sabato 28 febbraio 2015

Arti Marziali: I calci

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Nelle arti marziali quando si parla di “tecniche di gamba” si intende un colpo sferrato con la parte inferiore della gamba ovvero col piede o la tibia, dato che la mossa effettuata col ginocchio si definisce propriamente “ginocchiata”. Si tratta di una mossa sia d’attacco che di difesa che, rispetto ad un colpo sferrato con le braccia, risulta piú lento ma piú contundente. Presente nelle arti marziali a mano nuda quali: Taekwondo, Karate, Silat, Capoeira, KungFu. Ogni stile di arte marziale, oltre che differenziarsi in base al paese d'origine, ha adottato differenti tecniche, ma possiamo considerare comunque il calcio un colpo presente in gran parte degli stili di combattimento. Vediamolo dunque nel dettaglio.
La grande varietà di calci (geri) esistenti nelle arti marziali é il risultato della combinazione di vari elementi all’interno di una tecnica specifica. In linea generale, li possiamo distinguere in base ad una delle seguenti discriminanti: parte del piede che si utilizza per il contatto (tibia, tallone, collo del piede, bordo laterale o taglio, pianta, punta delle dita; direzione del colpo: frontale (Mae geri), laterale (Yoko o Sokuto geri), circolare (Mawashi geri), all'indietro (Ushiro geri) e relativa traiettoria: colpi ascendenti, discendenti, paralleli al suolo (tutti eseguibili a diverse altezze: calci bassi, medi, alti).
Tipologia di movimento nell’esecuzione del colpo: calci lineari, circolari, con rotazione, volanti, in senso orario o antiorario, frustati (consiste in un movimento rapido di slancio a mó di frusta, che implica un rientro in posizione altrettanto repentino), calci spinti (rilascio di energia che concentra tutta la spinta sull’avversario a mó di martello), calci a gamba flessa, semiflessa o estesa. Per sferrare un calcio nella maniera corretta occorre eseguire i passaggi che lo compongono in maniera impeccabile e questo richiede studio ed esercizio per sviluppare le doti fondamentali di forza, precisione e velocitá che il colpo deve contemporaneamente racchiudere.
In fase di apprendimento raccomando pertanto di eseguire ciascuna mossa lentamente, rafforzando mano a mano la coordinazione e l’equilibrio, senza dimenticare la respirazione ed incrementando precisione e forza. Innanzitutto mantenendo il piede di base saldamente piantato al suolo, quindi impostando il calcio e caricandolo in modo da portare sull’avversario l’intero peso del corpo. Quindi aiutatevi con la spinta dei fianchi ed infine rientrate in posizione di partenza, ricordando che il rientro deve sempre essere piú rapido dell’andata. Grazie a costanza ed applicazione riuscirete ad eseguire movimenti altamente spettacolari e col tempo ad integrarli eventualmente anche a salti dal risultato molto coreografico.




venerdì 27 febbraio 2015

Come assumere la posizione di guardia nel jeet kune do

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La guardia è tra le prime posizioni che si imparano quando ci si approccia a tutte le pratiche del combattimento. Non si tratta, ovviamente, di una posizione che si utilizza nella vita di tutti i giorni. Al contrario, la si assume quando la situazione si fa pericolosa o quando si inizia a combattere. In particolare, "mettersi in guardia" è importante quando la persone che sta davanti a noi è potenzialmente più forte. In questo post spiegheremo come assumere la posizione di guardia nel jeet kune do.
La guardia è la posizione di partenza nel combattimento. Essa rappresenta la tua sicurezza perché ti da la possibilità di proteggere le parti del tuo corpo più vulnerabili quando non riesci a prevedere determinate mosse dell'avversario. Allo stesso tempo, la guardia ti consente di predisporti all'attacco. Esistono diversi tipi di guardia. Un primo approccio è quello che privilegia l'uso delle braccia. Posizionati con le gambe flesse e leggermente più larghe rispetto alle spalle. Abbassando il tuo baricentro, il tuo corpo si terrà maggiormente in equilibrio. Questa struttura, detta "triangolare" o "piramidale", ti permetterà di compensare le oscillazioni che avrai nella parte alta del corpo ammortizzandole con la parte bassa.
La guardia non deve essere perfettamente frontale rispetto all'avversario. Assicurati di essere, come si dice in gergo, "trequartato". In pratica devi tenere il tronco e le gambe girate tra i trenta e i quarantacinque gradi rispetto alla persona che ti sta di fronte. In questo modo, riuscirai a ridurre la superficie contro la quale l'avversario potrà sferrare i suoi attacchi. Questa posizione, inoltre, ti obbliga automaticamente a tenere un piede dietro l'altro. In questo modo, ti terrai pronto a caricare un eventuale colpo conferendogli automaticamente più forza e maggiore velocità.
I piedi devono essere posizionati, uno davanti all'altro, indicativamente alle ore una. Solleva il piede arretrato dalla parte del tallone in modo da essere carico come una molla per scattare. Fletti leggermente le ginocchia, in modo da gestire per tempo gli eventuali squilibri dovuti ai colpi dell'avversario. Il sedere deve essere leggermente più indietro delle spalle per favorire la spinta delle gambe verso le braccia. Tieni il braccio arretrato vicino allo sterno per proteggere la mandibola. L'altro braccio, invece, è in linea con il naso per proteggerti dagli attacchi veloci. Ricorda di mantenere il mento sempre un po' abbassato per evitare che i colpi mirino alle cavità oculari. Buon allenamento!.

giovedì 26 febbraio 2015

Come eseguire un low kick

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Se siete appassionati di discipline come la Muay Thai, la KickBoxing e le MMA (Mixed Martial Arts), avrete sicuramente sentito parlare del "low kick". La tecnica in questione, che significa letteralmente "calcio basso", indica, più nello specifico, un calcio basso circolare, con il collo del piede o con la tibia, sull'esterno coscia o sul polpaccio dell'avversario.
Può variare a seconda delle discipline ma il fine è comune: indebolire l'avversario e il suo equilibrio.
Se volete imparare come eseguire questa particolare mossa di attacco basta seguire alcuni accorgimenti e allenarsi per migliorare la tecnica.
Assicurati di avere a portata di mano: Sacco da pugilato o compagno di allenamento


Questa tecnica è molto efficace se posta alla fine di una combinazione e eseguita con velocità.
Durante l'esecuzione del "low kick" è importante non perdere mai la posizione di guardia in caso di un contrattacco repentino dell'avversario.
Il ginocchio della gamba che colpisce deve essere rivolto verso l'alto e leggermente ruotato verso l'esterno. Il piede della gamba in appoggio sarà rivolto dietro.
È meglio eseguire questa tecnica colpendo con la tibia, e non con il collo del piede, per dare maggiore potenza ed efficacia all'impatto.


Partendo da una posizione di guardia a scelta, piede destro avanti e sinistro dietro, o viceversa, il low kick andrà tirato sempre con la gamba posteriore.
Fai un passettino con la gamba avanti in diagonale, posizionando il piede a circa quarantacinque gradi.
Dopo di che, butta in fuori il bacino, mantenendo il più possibile le anche aperte, e porta in avanti il ginocchio.
Per concludere la tecnica, ruota con il corpo attorno al piede avanzato.


Gira la gamba posteriore ed impatta contro il bersaglio con la tibia. Fai in modo che la punta del piede sia perpendicolare alla gamba del tuo avversario.
All'inizio dell'assestamento del calcio è buono lasciare i muscoli rilassati e far lavorare solo quelli dei glutei e degli addominali bassi, per dare maggiore slancio al calcio. Un istante prima dell'impatto si tende la gamba per conferire durezza alla mossa.
Tieni la mano corrispondente all'arto con cui tiri il calcio ben aperta, per proteggerti da eventuali attacchi, facendo attenzione a tenere ben teso tutto il braccio. Il mento deve essere basso verso lo sterno e lo sguardo fisso in avanti.



Dopo aver sferrato il calcio si ritorna nella posizione di guardia iniziale. Questo dovrebbe avvenire senza sforzo muscolare, come conseguenza della potenza dell'impatto.
Se la tecnica è stata eseguita correttamente il vostro avversario proverà una fitta lancinante e tenderà a perdere la sua posizione. Questo è il momento buono per un ulteriore attacco.

Allo stesso tempo il modo migliore per far fronte ad un "low kick" è schivarlo.
Se ciò non avviene lo si può contrastare con la propria tibia o colpendo con un calcio la gamba che sta sferrando il calcio.


Non dimenticare mai: Prova la tecnica contro un sacco o un compagno di allenamento Inizialmente studia la tecnica nei suoi passaggi lentamente, ma poi eseguila rapidamente per ottenere risultati.

mercoledì 25 febbraio 2015

Vovinam viet vo dao

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Il Vovinam Việt Võ Ðạo è un'arte marziale vietnamita, fondata da Nguyễn Lộc.

Nome
Il nome è composto da due espressioni in lingua vietnamita che ne completano il significato. Vovinam significa l'arte marziale del Vietnam, nel senso della pratica fisica, ed è composta da tre ideogrammi differenti: il Vo, che è l'arte marziale, e i due ideogrammi che rappresentano il Vietnam. Việt Võ Ðạo significa la via dell'arte marziale vietnamita, nel senso più filosofico della pratica dell'arte marziale. L'ideogramma è molto simile a quello precedente poiché vi è presente il primo dei due che rappresentano il Viet Nam, quello dell'arte marziale - il Vo - e quello che dà il significato alla parola, la via intesa come via spirituale - il Ðao.
Il Dao (Tao in cinese, Dō in giapponese) segue il principio dell'Am/Duong (Yin e yang in cinese), l'equilibrio tra il negativo e il positivo ed è ciò che sta alla base di tutte le filosofie orientali, per questo compare anche nello stemma del VVD.
Le due parole Vovinam Viet-Vo-Dao quindi non vanno divise e non possono essere associate a nessun'altra arte marziale perché non esiste Viet Vo Ðao che non sia Vovinam e non esiste Viet Vo Ðao che si pratichi con una divisa (Vo Phuc, in vietnamita) diversa da quella azzurra.
Quindi, discipline che utilizzano il nome viet vo dao con altre divise non praticano Vovinam Viet Vo Dao, ma soltanto vari stili vietnamiti (o, molte volte, addirittura cinesi). Alcuni sono stati raggruppati sotto una stessa federazione che adopera il nome viet vo dao ma usa la divisa nera.

Descrizione generale
Il saluto del Vovinam VVD significa "mano d'acciaio su cuore di bontà".
Il principio del Vovinam VVD: armonia tra forza e agilità.
Il motto del Vovinam VVD: "essere forti per essere utili".
I dieci Principi Fondamentali del praticante sono:
  1. raggiungere il più alto livello del Vovinam Viet Vo Dao per servire l'umanità;
  2. essere fedele all'idea del Vovinam Viet Vo Dao ed essere devoto alla sua causa;
  3. essere sempre uniti, rispettare i Maestri, gli anziani ed amare i condiscepoli;
  4. rispettare rigorosamente la disciplina del Vovinam Viet Vo Dao porre l'onore al di sopra di tutto;
  5. rispettare le altre Arti e non utilizzare il Vovinam Viet Vo Dao che per legittima difesa;
  6. coltivare la conoscenza, forgiare lo spirito, progredire nella vita;
  7. vivere con probità, semplicità, fedeltà e nobiltà d'animo;
  8. sviluppare una volontà d'acciaio, vincere le difficoltà;
  9. essere lucido, perseverante e attivo;
  10. essere maestro di sé stesso, modesto, rispettoso, tollerante e progredire giudicando sé stesso.
Il Vovinam Viet Vo Dao deve essere inteso come un'arte marziale nel suo più profondo significato, non una semplice tecnica di combattimento. Proprio come fece nel 1938 il Maestro Nguyễn Lộc, nella città di Ha Noi (attuale capitale del Vietnam). Il Maestro codificò il Vovinam VVD sulla base delle sue ampie conoscenze nel campo delle arti marziali vietnamite e prendendo degli spunti dalle altre discipline (sia orientali che occidentali) che in quel periodo invasero il Vietnam. Nguyen Loc era un uomo molto forte e un grande praticante di arti marziali esperto nel VO, l'arte marziale vietnamita che ha dato la maggior parte delle basi del Vovinam VVD, e nel VAT, la disciplina di lotta vietnamita.
Fu l'unico Maestro ad inserire il programma di VAT nel programma di un'arte marziale, e i praticanti di Vovinam VVD sono infatti le uniche persone in occidente a conoscere questa parte del programma.
Nel 1960 Nguyen Loc, in seguito ad una grave malattia, morì a Saigon, dopo aver trasmesso tutto il suo sapere in eredità al suo allievo più bravo e più assiduo, decretandolo erede della sua scuola e dei suoi insegnamenti, l'odierno Patriarca, il GM° Le Sang, nato ad Ha Noi nel 1920 e diventato allievo del M° Fondatore Nguyen Loc nel 1938. Il M° Patriarca continuò l'opera di diffusione e, nonostante la guerra, promosse e sviluppò il Vovinam Viet Vo Dao in tutto il Vietnam. La sua opera divulgatrice, anche grazie ad un gran numero di capaci praticanti, si estese gradatamente agli altri Paesi e, nonostante la guerra, oggi il Vovinam Viet Vo Dao è l'arte marziale vietnamita più praticata al mondo.

Tecniche
Il Vovinam è un'arte marziale molto completa dove è previsto l'utilizzo di numerose tecniche. Il lavoro si suddivide in tre settori principali: il lavoro di base individuale, il lavoro di base a coppie e le applicazioni.
Nel Vovinam VVD sono presenti le seguenti tecniche:
  • Quyen (forme);
  • Song Luyen (Combattimenti Codificati)
  • Khoa Go (tecniche di chiave e leva);
  • Vat (lotta tradizionale vietnamita);
  • Nhu Khi (tecniche di energia interna);
  • Don Chan (tecniche di forbice);
  • Phan Don (tecniche di contrattacco);
  • Chien Luoc (tecniche di combattimento);
  • Dau Tu Do (combattimento libero).
Gradi
Cintura Azzurra (LOP TU VE)
Azzurro chiaro, significa Est, il sole che all'alba trasforma il cielo scuro in azzurro. Corrisponde all'inizio dell'allenamento dell'alunno dentro la filosofia del Vovinam.

Cintura Blu (LAM DAI)
Azzurro marino, è il colore dei praticanti confermati, dalla cintura blu al 3° Cap. più scuro di quello del principiante, è la transizione fino al grado seguente, il nero. Ad un estremo della cintura si collocano i cap (gradi), da una a tre strisce gialle.

Cintura Gialla (Hoang Dai)
Giallo, il Centro, il colore della terra che alimenta gli alberi. Corrisponde al mezzo cammino che ha percorso l'artista marziale. Sta al centro del Dao ed è l'essenza del Vo. I dang (gradi superiori) sono rappresentati da una a tre strisce rosse. A differenza degli allenatori, una volta divenuti 1° dang, si è obbligati a vestire la cintura gialla con i cap (gradi).

Cintura Rossa (dal 4° al 10° Dang - Chuan Hong Dai - Hong Dai)
Rosso, il Sud, significa l'abbondanza, il progresso. Corrisponde alla propagazione del Vo, l'essenza di tutto il cambiamento e la lunga vita. I dang sono rappresentati da strisce bianche, fino ad un massimo di sei.
Il grado più alto attualmente raggiunto, dopo il Gran maestro, è il 9°, dal Maestro Nguyen Van Chieu, dal Maestro Nguyễn Văn Sen e dal Gran Maestro Tran Huy Phong.

Cintura Bianca del Gran Maestro Patriarca
Bianco, l'Ovest, il colore della purezza, della voce, della respirazione. Significa che l'arte marziale è penetrata nelle ossa e nel cervello del maestro, diventando, quindi, una base eccellente per la scuola. La cintura del Patriarca porta inoltre delle linee di colore azzurro, nero, giallo, rosso, che rappresentano tutte le cinture della Disciplina. Non esiste alcuna cintura bianca in quanto questa cintura veniva usata solo per il Maestro Patriarca, ma alla morte del Gran Maestro Le Sang fu deciso che la dinastia dei Patriarca non sarebbe continuata e quindi la cintura patriarcale sarebbe stata sepolta insieme al Gran Maestro, ultimo allievo del Gran Maestro Nguyen Loc.
L'ultimo Gran Maestro esistito è stato Le Sang.

WVVF - World Vovinam Federation
La WVVF (World Vovinam Federation) nasce nel 2008 in Vietnam sotto la guida del Governo del Vietnam e il Ministero dello Sport e Turismo del Vietnam. Unica Federazione ufficiale di Vovinam nel mondo. In ogni caso esistono altri gruppi, associazioni sia a livello mondiale che continentale che sviluppano il Vovinam Viet Vo Dao nel mondo, ma non sono legati al Vietnam.
La WVVF al momento comprende i continenti di ASIA, EUROPA e AFRICA.

EVVF - European Vovinam Viet Vo Dao Federation
La EVVF nasce nel 2010 a Parigi sotto la guida della WVVF.
Paesi membri:
  • BELGIO
  • BIELORUSSIA
  • DANIMARCA
  • FRANCIA
  • GERMANIA
  • INGHILTERRA
  • ITALIA
  • ROMANIA
  • RUSSIA
  • POLONIA
  • SPAGNA
  • SVIZZERA
Vovinam Việt Võ Ðạo in Italia
Su incarico della World Vovinam Federation, in Italia la diffusione della disciplina è promossa dalla Vovinam Viet Vo Dao Italia a.s associazione sportiva dilettantistica; oltre ad essa opera anche la Associazione Nazionale Vovinam Viet Vo Dao, riconosciuta dal Movimento Vovinam Viet Vo Dao Europa.
Vovinam VVD Italia a.s.d è stata fondata nel Giugno 2015 con l'esigenza di gestire la Squadra Nazionale Italiana di Vovinam per i campionati a livello internazionale organizzati da EVVF e WVVF. Nasce però dalla scissione di altri gruppi di Vovinam e in particolar modo dalla associazione che ha maggiormente contribuito allo sviluppo del Vovinam in Italia, Unione Vovinam Viet Vo Dao Italia a.s.d., che ora non esiste più, ma che nasce nel settembre del 1993 con l'intento di unificare tutte le scuole di Vovinam VVD in Italia sotto una sola associazione così da poter diffondere la disciplina in modo uniforme in tutto il territorio italiano.
Vovinam Viet Vo Dao Italia a.s.d. è ufficialmente riconosciuta da EVVF - EUROPEAN VOVINAM VIET VO DAO FEDERATION e WVVF - WORLD VOVINAM FEDERATION-.
Il programma d'insegnamento utilizzato in Italia da Vovinam VVD Italia a.s.d.è il programma ufficiale della EVVF, nonché quello utilizzato dalla Federazione Vovinam VVD del Vietnam e WVVF.
L'Associazione Nazionale Vovinam VVD è stata fondata nel 1994 e nel 1996 è stata riconosciuta dal Movimento Viet Vo Dao Europa come referente nazionale, con responsabile tecnico nazionale il Maestro Stefano Finato. Il Movimento VVD Europa è a sua volta riconosciuto dal Maestro Patriarca Le Sang come referente europeo. L'Associazione Nazionale è attualmente presente in Veneto (Verona) e in Lombardia, con un totale di otto centri.

Competizioni
Le gare di vovinam si distinguono in due differenti categorie: Gara tecnica e gara di combattimento.
Il regolamento qui riportato è quello applicato solo in Italia dall'Unione Vovinam VVD Italia, quello che viene applicato all'estero in Campionato Europeo, Internazionale o Mondiale ha delle leggere differenze.
Le gare tecniche esistono di due tipi, quelle individuali e quelle a coppie o di gruppo. La gara individuale consiste nell'eseguire un Quyen (una forma) di programma davanti ad una giuria la quale valuterà vari aspetti della suddetta forma. I principi di valutazione saranno basati sulla correttezza tecnica, sulla precisione dei movimenti, la potenza, l'espressività, l'agilità. Questi fattori daranno il risultato finale alla prova di ogni singolo atleta. La gara a coppie consiste nell'eseguire un Song Luyen (forma a coppie) seguendo gli stessi principi del Quyen a differenza che verrà anche valutata affinità della coppia nel lavorare insieme. In tutti e due i casi le competizioni sono proposte sia per i bambini che per gli adulti. Le categorie dei bambini vanno dai 6 ai 10 anni, dagli 11 ai 14 anni e dai 15 in su si fa parte della categoria adulti. In campo internazionale anche la categoria maschile e femminile e divisa. La gara di combattimento si svolge con vari tipi di regolamento e ciò dipende dall'età e dal grado dei praticanti. Le categorie dei bambini che vanno dai 6 ai 10 anni combattono con un sistema molto vicino al gioco, ciò consiste nel riuscire ad attaccare delle palline sulla copertura in velcro del corpetto dell'avversario, non possono colpirsi in altro modo e questo crea in loro un buon metodo di allenamento per imparare a schivare i colpi e a darli senza mai farsi del male. La categoria dai 11 anni ai 13 invece prevede un combattimento un po' più reale denominato "punto e stop". Questo combattimento si incomincia ad avvicinare a quello degli adulti ma obbliga ad un contatto leggero e, soprattutto, ogni volta che un colpo da punto il combattimento verrà fermato. Dai 14 ai 17 anni c'è la categoria Speranze, che prevede un combattimento continuato con un contatto medio senza affondare i colpi in modo eccessivo. Non è concesso calciare in linea bassa. Il combattimento adulti è diviso in varie categorie, categorie di grado, categorie di peso e maschile e femminile. Non esiste differente tipologia di combattimento tra un peso e un altro ma esiste differenza per i gradi. Tutte le categorie combattono in contatto pieno con combattimento continuato. Per tutti non valgono le tecniche di ginocchio e gomito. Le categorie di graduati (sotto la cintura nera) sono obbligati a vestire il casco con la grata e il corpetto protettivo. Le categorie da cintura nera in avanti combattono con il casco deve essere obbligatoriamente senza grata e il corpetto protettivo è facoltativo. Le regole sono valide sia per il combattimento femminile sia per quello maschile con l'unica differenza che per le donne è sempre obbligatorio portare il paraseno o il corpetto. La competizione si svolge a scontro diretto con eventuali ripescaggi sino ad arrivare alle finali che determineranno i primi tre classificati. Le protezioni obbligatorie per tutti i competitori sono:
  • Casco con Grata (cinture Blu) senza grata (cinture nere e oltre)
  • Corpetto (cinture blu e femminile)
  • Paratibia
  • Parapiede
  • Conchiglia
  • Paradenti (solo categoria cinture nere in su)
Il Vovinam e i bambini
Il Vovinam Viet Vo Dao è una disciplina particolarmente adatta ai più piccoli. Tendenzialmente si inizia ad insegnarla non prima dei 5 anni, in modo da avere dei bambini già pronti ad affrontare certi movimenti di coordinazione non semplicissimi e soprattutto che siano abituati a seguire un insegnante. Essendo una disciplina molto varia non c'è rischio che un bambino si annoi. Il programma d'insegnamento fino ai 14 anni è notevolmente ridotto rispetto a quello degli adulti, questo perché è più importante che un bambino impari a muoversi con una giusta coordinazione piuttosto che imparare un programma tecnico. Nel Vovinam esistono molte tecniche acrobatiche che molte volte agli adulti risulta difficile imparare, queste difficoltà per i bambini sono notevolmente inferiori ed è quindi più appropriato dare le basi di queste tecniche perché se imparate da giovani è molto più facile eseguirle e soprattutto difficilmente vengono perse nel corso degli anni di pratica.
I bambini, come gli adulti, partecipano alle competizioni sia di tecnica (Quyen) che di combattimento. Le gare solitamente si svolgono tra bambini dai 5 ai 9 anni e tra bambini dai 10 ai 13 anni. La tecnica si svolge nello stesso modo degli adulti mentre il combattimento è studiato in modo che i bambini siano completamente protetti e con un regolamento che gli impedisce di farsi male utilizzando delle protezioni adeguate. Anche nell'insegnamento i bambini vengono preferibilmente divisi per categorie di età. Solitamente si parte dai 5 anni fino ai 9 poi dai 10 ai 13, di solito si tende anche a creare corsi per ragazzini, cioè dai 14 ai 17 anni (categoria speranze). In queste età possono già lavorare il programma completo degli adulti, questa è anche sicuramente una dell'età migliori per incominciare a preparare dei futuri agonisti, anche perché nelle gare tecniche competono già con gli adulti e nel combattimento, anche se è specificatamente per la loro età, incomincia a farsi un po' più serio ma comunque con un metodo tipo il semi-contact.




martedì 24 febbraio 2015

Nguyễn Lộc

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Nguyễn Lộc (Thạch Thất, 24 aprile 1912 – Ho Chi Minh, 29 aprile 1960) è stato un artista marziale vietnamita, maestro fondatore del Vovinam việt võ Dạo.
In quel periodo la situazione delle arti marziali in Vietnam non era ben definita, c'erano tante scuole che seguivano degli stili di famiglia ma nulla di ben codificato, e anche il Maestro studiò il Vo Thuat (arte marziale) seguendo questa strada. Dopo qualche anno il Maestro si rese conto di non sentirsi soddisfatto e nel 1930 decise di incominciare a girare il Vietnam per rendersi conto quali fossero le realtà marziali all'interno del suo paese. La sua idea era di unificare il Vo Thuat, creare qualcosa che potesse dare inizio ad una ampia diffusione a livello nazionale e magari anche mondiale.
Il Maestro sintetizzò tutto ciò che apprese in questi anni, e nel 1938 ad Hanoi creò il primo programma tecnico. Il Vat (lotta tradizionale vietnamita) fu un elemento fondamentale della sintesi. Ngyuen Loc diede a questa sintesi marziale il nome di Vo Viet Nam (arte marziale vietnamita), che fu semplificato in Vovinam. Per vari problemi politici, nel 1954, quando a Ginevra si decise di dividere il Vietnam in due parti, il Maestro decise di trasferirsi al sud nella città di Saigon, e da lì incominciò il vero lavoro di sviluppo del Vovinam. Il Maestro in quegli anni si ammalò fortemente e ebbe molti problemi nell'insegnare, così lasciò buona parte del suo lavoro al suo allievo più anziano e più vicino a lui, il Maestro Le Sang. Il 29 aprile del 1960 (4º giorno del IV mese lunare dell'anno del topo) Nguyen Loc muore lasciando in eredità tutto il suo sapere sul nuovo stile al suo migliore allievo, il Gran Maestro Le Sang.
Ogni anno, nel mese di aprile, la comunità del Vovinam Viet Vo Dao ricorda il Maestro Fondatore con una cerimonia di Commemorazione.


lunedì 23 febbraio 2015

Charles Phan Hoang

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Charles Phan Hoang (1936) è un artista marziale vietnamita, uno dei massimi esponenti del Viet Vo Dao e fondatore del Viet Tai Chi.
Nasce nel 1936 in Vietnam ed arriva in Europa all'inizio del 1960. Nel 1972 fonda la Viet Vo Dao International Federation, riunendo attorno a sé numerosi maestri vietnamiti, i più famosi in Europa, dando così inizio allo sviluppo del Viet Vo Dao, al momento in 23 diverse nazioni. Più tardi fonda il Voviet system, un sistema moderno per le arti marziali vietnamite nei paesi occidentali. Nel 1990, dopo lunghi lavori di ricerca e meditazione, fonda il Viet Tai Chi ("la grande via per coltivare l'energia interna"), arte di respirazione, felicità e buona salute. Nel 2003 fonda il Chi Kiem ("la via della grande spada"), un nuovo sistema per l'Arte della Spada.
Professionalmente è docente rinomato e internazionalmente conosciuto nel campo della "Metodologia di Ricerca per le Scienze Sociali ed Economiche"[senza fonte]. A partire dal 1994 Il Dr. Hoang è un Professore e Core Adviser per Doctoral Interdisciplinary Studies presso la Union Institute & University di Cincinnati. Ha avuto modo di condurre il team vincente del premio di Research & Teaching in Real Estate Finance in USA e nella sua lunga carriera accademica è stato invitato in più di 50 università in tutto il mondo. Ha prodotto diverse pubblicazioni in vari campi.


domenica 22 febbraio 2015

Come Cadere in Modo Sicuro



Sapere come cadere in modo sicuro è un’abilità fondamentale negli sport di contatto ravvicinato come il combattimento, nelle risse da strada, ma anche se sei semplicemente un po’ goffo e tendi a inciampare spesso.


Solleva la testa. Questa è la parte del corpo che principalmente non deve farsi male. Devi impedire che entri in contatto con il suolo, soprattutto se stai cadendo su una superficie dura come l’asfalto. È meglio una contusione sulle braccia, che un ematoma cerebrale.
  • Può rivelarsi utile prendere l’abitudine di proteggere la testa con una mano quando stai cadendo. Così facendo previeni un impatto troppo violento che ti farebbe perdere coscienza.
  • In alternativa abbassa il mento verso il petto, fissa la tua cintura (così la testa non colpisce il terreno quando cadi all’indietro).
  • Se stai per cadere in avanti, guarda a sinistra o a destra (così il viso/naso non urta il suolo). Ruota però il capo solo un po’. Se la testa colpisce il terreno mentre stai guardando completamente verso un lato, potresti ferirti gravemente il collo.
  • Se ti stai rendendo conto che stai perdendo conoscenza e che cadrai davanti ad altre persone (perché ad esempio sei soggetto a crisi convulsive o svenimenti), puoi fare delle ricerche online per capire come controllare la caduta.




Sbatti i palmi sul terreno se cadi in avanti. Assicurati di appoggiare completamente la mano. Si tratta di un movimento di un solo secondo che però ti consente di rallentare un po' senza romperti i polsi. Questo ovviamente non significa assorbire completamente il tuo peso come se fossi una molla.
  • Puoi utilizzare il medesimo trucco se cadi di lato (mano destra per il lato destro e viceversa).**Nota: non eseguire questo movimento con il dorso delle mani, usa sempre il palmo o il bordo; diversamente, ti spezzerai i polsi.
  • Non bloccare i gomiti.




Espira. Molte persone ti diranno di cercare di svuotare il più possibile i polmoni per irrigidire il corpo "per assorbire l’impatto". Tuttavia, è molto più probabile che ti farai male se il corpo è contratto. Al contrario espira normalmente né più né meno del necessario. In questa maniera il corpo sarà flessibile e rilassato riducendo moltissimo il rischio di infortuni. Se ti trovi coinvolto in una rissa, questa tecnica è molto importante. Se qualcuno ti colpisce allo stomaco, cerca si espirare poco prima dell’impatto così l’aria che si trova nei polmoni non verrà espulsa con violenza.




Piegati a fisarmonica. Piega prima le caviglie, poi le ginocchia e infine le anche. Chiudi il corpo su se stesso, così diminuisci l’altezza da cui cadrai. Prova a immaginare: sei alto 1,80 m. Cos’è meglio? Rovesciarti e rischiare di sbattere la testa da 1,80 m di altezza o piegarti su te stesso e rischiare la stessa cosa ma da 60 cm?




Se cadi dall’alto, rotola non appena tocchi il terreno. Questo distribuisce la forza dell’impatto su tutto il corpo invece che in un solo punto.
  • Se cadi all’indietro, cerca di piegare le ginocchia come se facessi uno squat prima di cadere. Curva la schiena e rotola. Non cercare di fermare la caduta con le braccia, fai delle ricerche per capire la giusta tecnica di capovolta all’indietro.


Allenati a cadere su una superficie morbida (come un materasso). In questo modo il tuo corpo imparerà i giusti movimenti che diverranno degli automatismi.




Consigli

  • Se qualcuno ti sta attaccando, è importante che ti alzi dal suolo il prima possibile. Non appena hai assorbito la caduta, rimettiti in piedi!
  • Cerca di seguire l’inerzia della caduta. Se sei abbastanza esperto puoi fare una capovolta all’indietro per rimetterti subito in piedi.
  • Se cadi durante un’escursione, cerca di atterrare sullo zaino. Pertanto si rende necessaria una piroetta se stai perdendo l'equilibrio in avanti.




sabato 21 febbraio 2015

Come Difendersi da un Attacco di Coltello



Immagina di trovarti faccia a faccia con un rapinatore, un furioso ex della tua ragazza, o un assassino ecc. e questi tirano fuori un coltello. Ecco qui alcuni passaggi per imparare a difenderti.




Mantieni la calma. Se ti fai prendere dal panico, dai all'aggressore un vantaggio ancora prima di iniziare. Respira profondamente. Se conosci l'aggressore, chiediti se potrebbe davvero usare il coltello o se potrebbe solamente minacciarti.


Pensa a dei modi per minimizzare la situazione. Se si tratta di un rapinatore, dagli quello che vuole. Il portafoglio o il tuo telefono non valgono la tua vita.


Pianifica la tua prossima mossa. Se non hai nessuna via di fuga e la tua unica possibilità è quella di combattere, rifletti a fondo. Se si tratta di un rapinatore, digli solo che non hai niente e sii irremovibile. Se il rapinatore si fa prendere dal panico, potrebbe anche perquisirti. Qui hai la tua possibilità di colpirlo. Se però ti fa svuotare le tasche, questo non funzionerà.


Cerca di intimidire. Fai del tuo meglio per convincerlo a lasciarti stare. Questo potrebbe innervosirlo, ma l'aggressore probabilmente non ti lascerà andare. Mettiti in una posizione di guardia, preferibilmente di boxe. Le posizioni del wrestling non sono consigliate perché lasciano scoperte il tuo petto.


Decidi se aggredire o difenderti. Se colpisci per primo, lui potrà difendersi, ma dalla tua parte si schiererà il fattore sorpresa. Attendere che lui sia il primo a colpire toglie la maggior parte della capacità di difendersi, ma devi essere pronto a questo.


Attaccalo ai polsi. Afferrare il polso in cui stringe il coltello rimuove il pericolo del coltello. Sii pronto per un pugno o un colpo.


Punta il coltello da un'altra parte. Cercherà probabilmente di portare via il coltello con entrambe le mani. Se pensi di non riuscire a batterlo con la forza per recuperare il coltello, colpiscilo con una testata. A seconda dell'avversario, questo o metterà fine al combattimento o ti darà un paio di secondi per concentrarti sul coltello. Se prendere il coltello è troppo difficile, prova a spazzare le sue gambe tenendo il coltello a distanza, poi mentre cade hai un piccolo momento in cui almeno puoi controllare la direzione del coltello. Rivolgilo verso di lui e spingi. Probabilmente cederà perché tu sei sopra di lui e puoi esercitare la forza E la pressione del tuo corpo, mentre lui può sfruttare solo la sua forza. Continua a spingere. Se prova per un secondo a spostare la mano per colpirti, avrai la possibilità di fare pressione sul suo petto.


Non pensarci. Se inizia a pregarti di mollare la presa, è una tua scelta. Lasciarlo andare ti espone al rischio di un altro attacco. Spingere fino a che non è ferito e impossibilitato a combattere può ucciderlo, e questo è sempre poco piacevole.


Onestamente, in caso di rapina, è poco probabile che un post sia in grado di prepararti per quello che potrebbe accadere. Nella vita reale, le persone sono imprevedibili e si verificheranno situazioni diverse da quelle menzionate. Si raccomanda l'iscrizione a corsi di autodifesa o di arti marziali.






Consigli

  • Se l'aggressore si sta avvicinando a te con un coltello, solleva le tue mani con i palmi rivolti verso l'aggressore. Questo potrebbe far vedere all'aggressore che non hai intenzione di combattere, ma ti consente anche di colpire o bloccare l'aggressore.
  • Studia Krav Maga, un'arte marziale basata sull'autodifesa con tutti i mezzi possibili.




venerdì 20 febbraio 2015

Come Combattere a Mani Nude

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A scuola ti pestano o vuoi semplicemente sapere come combattere a mani nude? Allora, stai leggendo il post giusto. Tantissimi ragazzi mi hanno sfidato nel combattimento a mani nude dicendo che erano cintura nera di karate e poi, nello scontro, ho vinto io! Fidati di questa guida e diventerai un ottimo lottatore.


Nel combattimento è fondamentale concentrarsi e prevedere in anticipo le mosse del proprio avversario. Reagisci velocemente, cerca di tirargli qualcosa in faccia per spaventarlo e di prendere tempo per sferrare una gomitata o una ginocchiata nelle zone più sensibili.


Impara i fondamentali delle arti marziali. Muay Thai, Kyokushin Karate e Wing Chun sono discipline note per essere utili nel combattimento a mani nude.


Impara le discipline della lotta come Wrestling, Judo e Sumo, ottime per buttare a terra l'avversario e immobilizzarlo.


YouTube. Vai su YouTube per trovare qualche trucco della lotta.


Inventa delle mosse. Crea le tue mosse di combattimento personali, come le forbici: con le tue gambe afferra quelle dell'avversario.


Fai pratica. Con la pratica ti perfezioni. Infatti "la perfetta pratica rende perfetti!".


Se sei in compagnia di qualcuno che non è nella sua forma migliore e finisci dalla parte sbagliata del pugno di un tizio grande, grosso e spaventoso, non considerarti inutile. Potrai fare delle mosse da dilettante che non richiedono di preparazione. Il Karate non è una disciplina utile a battere qualcuno che è il doppio di te, infatti, è praticamente inutile in una situazione difficile, a meno che non hai fatto pratica per più di un anno, spendendo tempo e denaro. Quindi, invece di placcaggi e pugni complicati, che richiedono molta pratica, concentrati sui tuoi movimenti spontanei e su mosse che puoi fare senza pensarci troppo, come spintoni, calci e semplici pugni.


Mira alla testa. Quando ti scagli contro il tuo avversario, mira alla testa. Che sia un pugno o uno spintone, è molto più funzionale se fatto in faccia. Se vuoi buttare a terra il tuo avversario, per avere la possibilità di scappare, spingilo con entrambe le mani sulla faccia per farlo cadere. Se non cade, prova di nuovo e poi ancora, sferrandogli una ginocchiata all'inguine.


In ogni caso, il punto è che non devi essere un esperto in arti marziali per saperti difendere. Dovrai soltanto perfezionare i movimenti più semplici del tuo corpo.






Avvertenze

  • Mai copiare i film. Sono finti e del tutto irrealistici e ti metteresti solo nei guai.
  • Mai fare delle mosse vistose, perché sono troppo rischiose e un solo piccolo errore può essere fatale.
  • Fai solo il necessario per proteggere te stesso e gli altri. Ciò potrebbe comportare ferire qualcuno come ultima possibilità di salvezza.
  • Non attaccare le persone.
  • Mai lottare con più persone. Se puoi, scappa!


giovedì 19 febbraio 2015

Un esperto di Krav Maga è piu' efficace in una rissa di un pugile professionista?

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Ma assolutamente no
Un pugile professionista è probabilmente il peggior cliente che si può affrontare a mani nude. Certo, se parliamo di aggressioni organizzate con coltelli, spranghe e via dicendo non ha molte speranze di cavarsela. Ma lo stesso vale per il praticante di Krav Maga, in una situazione del genere si salva chi corre più forte o chi evita proprio di trovarcisi
Tralasciando il 90% dei corsi di "difesa personale" che sono solenni cialtronate in cui non si fa sparring, la preparazione fisica e per i riflessi è assente o scarsa e presentano tecniche che magari possono pure funzionare ma non sotto stress e contro un avversario che sicuramente non collabora come in allenamento.
I pochi corsi di difesa personale ben fatta hanno come obiettivo dare strumenti di base a persone non preparate per evitare situazioni di rischio e, nel caso in cui ci si trovino, non "bloccarsi" e reagire per sopravvivere. Le super leve articolari, i disarmi da coltello, fucile e pistole sono stronzate. Un pugile professionista (uno che combatte per lavoro con gente preparata quanto lui) sicuramente non rischia di andare nel panico in una situazione difficile e può sdraiare con uno o due colpi pure una persona più pesante o aggressiva
Altre prove?
Combattenti professionisti come Bas Rutten, Mark Hunt, Volkan Ozdemyr, Roger Huerta, Nick Diaz e Polyana Viana si sono tutti trovati in risse in passato e hanno tutti risolto la cosa con i primi due-tre pugni