Karuta (かるた)
è un nome generico che in Giappone designa sia i mazzi di carte
tradizionali sia vari giochi con le carte.
La storia del karuta è
ampiamente documentata nel Museo Municipale delle Carte da Gioco
Miike a Omuta, nella prefettura di Fukuoka, dove esiste una mostra
permanente della storia delle carte in Giappone.
Storia
Le carte da gioco vennero introdotte in
Giappone alla metà del XVI secolo dai mercanti portoghesi durante
gli scambi commerciali, karuta è la deformazione della parola
europea che designa le carte.
In precedenza erano diffusi sul
territorio giochi da tavolo di diverso genere, quasi tutti di origine
cinese, come il domino, che sopravvissero fino alla fine del XVIII
secolo. Vi erano inoltre altri giochi di sviluppo locale fatti con le
conchiglie o i sassi, risalenti al periodo Kamakura, tra questi
ultimi alcuni, come l'iroha karuta, furono gradualmente
adattati alle carte a metà del XVII secolo.
La progressiva introduzione tra la
popolazione dei giochi di carte e il seguente periodo di isolamento
del Giappone durante lo shogunato Tokugawa, caratterizzato
dall'isolamento derivante dalla politica separatista detta Sakoku,
comportò una separazione del paese dal resto del mondo occidentale e
fece sì che la configurazione originale del mazzo e dei semi, che fu
bandita proprio durante lo shogunato, si modificasse
progressivamente, divenendo più affine alla cultura nipponica.
Questo fenomeno provocò una significativa divergenza tra i mazzi e i
giochi praticati, ovvero tra quelli che usavano le carte di
derivazione portoghese, diversi dall'originale, ma ad essi
rassomiglianti, e quelli sviluppati completamente ex-novo, questi
ultimi erano definitivi eawase (絵合
lett. "Gara
artistica").
Karuta di derivazione portoghese
Mekuri Karuta
Si tratta del primo mazzo "autoctono"
sviluppato in Giappone, esso deriva dal cosiddetto mazzo Taisho,
così denominato a seguito del periodo di introduzione (1573-1592),
quest'ultimo era stato realizzato a partire da quello portoghese e
prevedeva un set di semi composto da coppe, bastoni, denari e spade e
dalle tre figure umane.
Con la proibizione da parte dello
Shogun del mazzo occidentale, venne sviluppato un complesso sistema
di simboli astratti differenti dai semi occidentali, ma che fossero
ad esso associabili, questi mazzi e simboli eranodetti mekuri
karuta.
Quasi tutti i mazzi sviluppati con
questi simboli sono andati persi durante il XX secolo perché non più
utilizzati, si ha traccia solo di:
Komatsufuda (小松札)
perché ancora utilizzato nel gioco del
kakkuri, praticato a Yafune, nella prefettura di Fukui.
Kabufuda (株札)
simile al precedente e utilizzato principalmente nei giochi
d'azzardo, in quest'ultimo solo i 10 sono figure, mentre tutte le
altre carte sono simboli astratti. Uno dei giochi ancora praticati
con questo mazzo è oicho-kabu.
Unsun Karuta
Questo mazzo composto da 75 carte venne
sviluppato alla fine del XVII secolo come derivazione dei mazzi
portoghesi. È molto somigliante all'originale, con gli stessi semi
di coppe, bastoni, spade e denari, ciascuno dei quali possiede 15
carte per seme di cui 6 figure; particolarità del mazzo è di avere
delle carte con dei draghi, questa caratteristica deriva dai mazzi
originari portoghesi, dove l'asso era raffigurato con un dragone, nel
mazzo Unsun, però, assi e draghi sono due carte distinte. Il
valore delle carte varia a seconda del gioco che si sta praticando.
Il mazzo unsun karuta è ancora
utilizzato, in particolare a Hitoyoshi, nella prefettura di Kumamoto,
dove è tutt'oggi praticato un gioco di carte denominato
hachinin-meri, derivante dal Guritipau un gioco analogo
a Ombre; tutti questi giochi seguono delle regole
particolari che si pensa risalgano agli albori dei giochi di carte e
sono comuni ai più antichi.
Giochi praticati: hachinin-meri
Harifuda
Il mazzo Harifuda (張札)
è composto da un set di 7 semi numerati con numeri cinesi da 1 a 6
per un totale di 42 carte. Viene utilizzato per giochi di intuito e
fortuna nei quali il giocatore cerca di indovinare quale carta abbia
l'avversario in mano o nel proprio mazzo.
Hanafuda
Il mazzo hanafuda (花札
lett. "Mazzo
dei fiori")
a volte chiamato anche hanakaruta (lett. "Carte dei
fiori") è un complesso set sviluppato a partire da quello
originale portoghese. Anziché avere 4 semi ne ha 12 e per ogni seme
ci sono 4 carte per un totale di 48.
I 12 semi rappresentano i mesi
dell'anno e hanno come seme un albero o un fiore, si gioca facendo
degne accoppiate tra vari tipi di semi, tra le carte con nastri
oppure quelle con poesie secondo una complessa tabella di
abbinamenti.
Giochi praticati: koi-koi.
Eawase Karuta
Uta karuta
Il mazzo uta-karuta (歌ガルタ
lett."Carte
delle poesie"),
a volte scritto anche uta-garuta è un mazzo composto da carte
che rappresentano le 100 uta (poesie) scritte sottoforma di
tanka (ovvero composte da cinque versi per un totale di
trentuno sillabe) dell'Hyakunin Isshu.
Il mazzo uta karuta è quindi
composto da 200 carte, le carte di lettura, contenenti il primo pezzo
della poesia sono dette yomifuda (読札),
mentre le seconde tra cui deve scegliere il giocatore sono dette
torifuda (取り札).
L'origine dell'Uta Karuta risale ai
primi del Seicento e si tratta di un adattamento di un gioco
preesistente chiamato uta awase (lett. "Combinazione di
poesie"), praticato dalla nobiltà tramite conchiglie marine su
cui era dipinto il testo di una poesia, i versi rimanenti erano su
una seconda, la quale nel gioco doveva essere correttamente combinata
con la prima.
L'introduzione del legno e della carta
come supporti ha contribuito molto alla diffusione del mazzo e del
gioco omonimo che viene praticato in tutto il Giappone soprattutto a
Capodanno; persino le scuole ne indicono spesso dei tornei. Le carte
contenenti i finali delle poesie vengono sparse davanti ai giocatori
mentre le altre le raccoglie un lettore che le legge una alla volta,
prendendole a caso. Il primo giocatore che prende tra le carte sparse
quella che contiene la fine della poesia che il lettore sta leggendo,
si aggiudica la carta. Vince chi alla fine è riuscito ad
accaparrarsi più carte.
Esistono vari campionati di uta
karuta in tutto il Giappone, compreso uno nazionale che si svolge
ogni gennaio al Tempio di Omi, un tempio shintoista situato a Otsu,
nella prefettura di Shiga.
Giochi praticati:
- uta karuta;
- bouzu mekuri (坊主めくり);
- iro kamuri;
Varianti
Ita karuta
Ita karuta (板かるた)
è un mazzo, variante del uta karuta, che viene utilizzato
solo in Hokkaidō e nel quale le torifuda sono realizzate in
legno. Viene utilizzato per giocare a shimo-no ku karuta dove,
al contrario del gioco tradizionale, viene letta la seconda parte
delle poesie e si deve scegliere correttamente la prima.
Iroha Karuta
Il mazzo di roha karuta (いろはかるた
lett. "Carte
sillabiche")
contiene 96 carte, 48 contengono un proverbio, le altre 48 contengono
una scenetta che rappresenta il proverbio, con in alto la sillaba
iniziale. Sono rappresentate tutte le sillabe della filastrocca
(irohanihoheto chirinuruwo wakayotareso tsunenaramu uwinookuyama
kefukoete asakiyumemishi wehimosesu) che i giapponesi usano
ancora oggi per imparare l'alfabeto sillabico hiragana, più la
sillaba cinese KYÔ. La filastrocca e le carte, essendo di
origini antiche, seguono un ordinamento diverso da quello odierno,
detto, appunto, iroha, contiene inoltre 2 sillabe ormai
desuete nel giapponese moderno: wi (ゐ)
e we (ゑ).
Ogni sillaba è l'iniziale di uno dei proverbi. Le carte con la frase
scritta vengono distribuite tra i giocatori. Uno di essi scoprirà
una alla volta le carte con i disegni. Chi possiede il proverbio
corrispondente alla scenetta sorteggiata, dovrà recitarlo ad alta
voce. Perde chi rimane con l'ultima carta in mano.
Le varianti dell'iroha karuta
che si trovano in giro per il territorio Giapponese fanno riferimento
ai vari dialetti locali nei quali si pronuncia e scrivono i proverbi
di riferimento.
Giochi praticati:
- Kamigata (la più antica, soppiantata poi dalla Edo)
- Edo (la variante più diffusa e conosciuta)
- Owari (in voga alla fine del XIX secolo, ormai desueta e soppiantata dalla Edo)
Varianti
Obake karuta
Questa variante ormai desueta dell'iroha karuta era diffusa solamente nell'area di Tokyo, le sue carte contenevano le sillabe dell'hiragana e raffiguravano elementi della mitologia giapponese tradizionale (il suo nome significa infatti "carte dei mostri"). In questa variante la vittoria va a chi riesce a collezionare più carte possibili del mazzo.Goita
Goita (ごいた)
è un gioco tradizionale completamente diverso dai precedenti e che
segue dinamiche particolari di aiuto-difesa. È praticato solamente a
Noto, nella prefettura di Ishikawa, e ormai quasi scomparso.
Deriva dal gioco tradizionale dello
shogi in cui i pezzi sono mutati in carte; questo gioco era popolare
e praticato sul finire del XIX secolo, successivamente il numero di
carte utilizzate in origine, 40 o 42, si è ridotto alle 32 della
versione attuale.
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