Vaiśravaṇa — dal sanscrito
"colui che ode distintamente", pāli Vessavaṇa,
cinese Weishamen-tian (畏沙門天,
Wèishāmén Tiān) o Duowen-tian (多聞天,
多闻天,
Duō Wén Tiān), giapponese Tamon-ten (多聞天)
o Bishamon-ten (畏沙門天),
coreano Damun Cheonwang (다문천왕),
tibetano rnam.thos.sras — è il più importante dei Quattro
Re Celesti del Buddhismo, equivalente del dio induista Kubera.
Attributi
La figura di Vaiśravaṇa è basata
sulla divinità indù Kubera, ma ha assunto nella tradizione
buddhista caratteristiche ed epiteti autonomi, con propri significati
e propri miti; inoltre, in molti paesi anche non a maggioranza
buddhista, la sua figura è stata assimilata dalla religione
popolare, generando culti e miti locali.
Buddhismo Mahāyāna
Nel buddhismo Mahāyāna, Vaiśravaṇa
è il guardiano del Nord, ed ha dimora nel quadrante nord dello
strato più alto della parte inferiore del Monte Sumeru, da dove
regna sugli yakṣa che abitano le pendici del Monte Sumeru.
È spesso ritratto con la faccia
giallastra, con un ombrello o parasole (chatra, simbolo di
regalità), talvolta al fianco di una mangusta (che si ciba di
serpenti, simbolo di avidità e odio), e spesso con gioielli che
fuoriescono dalla sua bocca (simbolo di generosità).
Buddhismo Theravāda
Nel Canone Pali della tradizione
Theravāda, Vaiśravaṇa è indicato col nome "Vessavaṇa",
e regna, come membro dei Quattro Re Celesti (Cātummahārājāno), il
quadrante Nord; secondo alcuni sutta, il suo nome deriva dal regno di
Visāṇa. Vessavaṇa governa inoltre sul popolo degli yakkha. La
sua famiglia è composta dalla moglie Bhuñjatī, e da cinque figlie,
Latā, Sajjā, Pavarā, Acchimatī, e Sutā; ha anche un nipote
yakkha, Puṇṇaka, sposo della nāga Irandatī. Il suo carro è
chiamato Nārīvāhana, e la sua arma era il gadāvudha (in
sanscrito gadāyudha), ma vi ha rinunciato aderendo alla fede
buddhista.
Secondo alcune versioni, "Kuvera"
(sanscrito Kubera) era il suo nome nella sua vita mortale, in
cui era un ricco brahmino che diede in beneficenza tutta la
produzione di uno dei suoi sette mulini, garantendo il sostentamento
dei bisognosi per i successivi ventimila anni; come ricompensa per il
buon kamma (sanscrito karma) si reincarnò nel paradiso
Cātummahārājikā.
Secondo un'altra tradizione, Vessavaṇa
non è un nome di persona ma un titolo vitalizio, concesso di volta
in volta a un mortale, ma essendo questi un abitante del
Cātummahārājika la sua aspettativa di vita è di circa 90.000 anni
(secondo altre fonti fino a nove milioni di anni); il Vessavaṇa di
turno è incaricato di assegnare agli yakkha i luoghi da proteggere
sulla terra (ad esempio laghi o foreste). Secondo alcuni, il posto di
Vessavaṇa è occupato dallo yakkha Janavasabha, reincarnazione del
re di Magadha Bimbisāra.
Alla nascita di Gautama Buddha,
Vessavaṇa divenne suo seguace, giungendo allo stadio di sotāpanna
(sanscrito srotaāpanna), cioè a sole sette reincarnazioni
dall'illuminazione. Spesso agiva come intermediario portando al
Buddha messaggi da parte delle divinità, ma anche da protettore; ad
esempio insegnò al Buddha e ai suoi seguaci i versi Āṭānāṭā,
che i buddhisti in meditazione nelle foreste possono usare per
proteggersi dagli attacchi degli yakkha e delle altre creature
soprannaturali.
Agli inizi del buddhismo, a Vessavaṇa
erano dedicati come altari degli alberi, ed era venerato da coloro
che desideravano concepire figli.
Buddhismo tibetano
In Tibet, Vaiśravaṇa è considerato
un dharmapāla, cioè protettore della fede (dharma), oltre al suo
ruolo classico di Re del Nord, ed è anche una divinità della
ricchezza.
Le sue rappresentazioni si trovano
spesso sugli ingressi dei templi; in esse regge un cedro, frutto del
jambhara, il cui nome rimanda ad un altro suo nome, Jambhala
(pronunciato come Zambala in tibetano) e che aiuta a
distinguere le sue raffigurazioni da quelle di Kubera. Inoltre spesso
è rappresentato come corpulento e ricoperto di gioielli, e quando è
raffigurato seduto il suo piede destro è a terra poggiato su un
fiore di loto insieme a una conchiglia.
Secondo i buddhisti di scuola tibetana l'associazione di Jambhala
con la ricchezza è un mezzo per portare alla liberazione, fornendo
prosperità in modo da consentire di concentrarsi sul cammino della
spiritualità invece che sulle problematiche materiali.
Giappone
In Giappone, Bishamonten (anche solo
"Bishamon") è un dio della guerra e dei guerrieri,
punitore dei malvagi, tradizionale custode dei templi shinto,
generalmente rappresentato in armatura, con una lancia in una mano ed
intento a sorreggere con l'altra mano una pagoda dorata
rappresentante il forziere divino, il cui contenuto egli al contempo
protegge e distribuisce.
È anche noto come Tamonten (anche solo
"Tamon"), che significa "colui che ascolta molti
insegnamenti", poiché è considerato protettore dei luoghi in
cui il Buddha ha predicato. La sua dimora è a metà delle pendici
del Monte Sumeru.
Nello Shintō, egli è una delle Sette
Divinità della Fortuna.
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