Il termine
scherma
si riferisce alle abilità e alle
tecniche di una persona addestrata nell'arte dell'uso della spada,
per uso in guerra, difesa personale, duello o pratica sportiva. Il
termine è moderno e nel linguaggio comune principalmente riferito
alla pratica della scherma olimpica, ma si riferisce anche ad ogni
arte marziale che include l'uso di una spada o arma bianca.
La parola scherma ha un equivalente nel
longobardo "Skirmjan" che significa anche proteggere,
coprire (stessa etimologia della parola schermare). La disciplina di
scherma ha infatti le proprie basi nel porre la propria arma come
difesa/schermo fra sé e l'avversario. Un'analogia si trova
nell'etimologia della parola equivalente inglese fencing che deriva
dal verbo de[fencing], cioè difendersi, dal latino defensio. Rimane
invece dubbia l'etimologia del termine arcaico scrimia, con cui si
indica la disciplina di scherma antica nell'ambito delle arti
marziali. Probabilmente si tratta della fusione, nel periodo di
predominanza spagnola della penisola, del termine italiano scherma
con l'analogo spagnolo esgrima.
Le prime tracce della scherma risalgono
agli antichi egizi, che facevano lottare gli schiavi con dei lunghi
bastoni usando tecniche simili a quelle del giorno d'oggi
In ogni caso il termine scherma appare
affermato nei trattati a noi pervenuti che parlano della disciplina
già a partire dall'inizio del Cinquecento, mentre il termine scrimia
compare per la prima volta in un trattato italiano di fine
Cinquecento (Dell'Arte di Scrimia - 1572).
In Occidente, colui che utilizza la
spada viene in genere definito schermidore (soprattutto con
connotazionie sportive), oppure più largamente spadaccino o
all'inglese swordsman, termini paralleli al latino gladiatore
(combattente professionista che combatteva nelle arene per
l'intrattenimento del pubblico nell'antica Roma utilizzando il
gladio; la parola gladius a sua volta significa "spada").
In Giappone, la scherma viene chiamata
kenjutsu ("arte della spada").
L'uso di spade è testimoniato fin dai
tempi degli antichi greci, che impiegavano armi come lo xiphos o il
kopis, ma anche dei celti, celebri per le loro spade galliche. Il suo
utilizzo però non era molto diffuso, a causa della preziosità dei
metalli usati per la lavorazione e della preferenza della maggior
parte dei guerrieri per la lancia (più economica, facile da
costruire e da utilizzare, con un raggio d'azione più ampio).
Prima ancora ci sono prove che gli
antichi egizi praticassero uno sport molto simile alla scherma
moderna, utilizzando al posto delle spade lunghi bastoni di legno.
Gli atleti che si sfidavano in questo sport erano molto spesso
schiavi.
Roma provvide alla diffusione della
spada come arma principale da battaglia nella connotazione d'oggi in
occidente. I legionari romani e altre forze dell'esercito romano
utilizzavano il gladio, una spada corta utilizzata principalmente per
penetrare di punta. I gladiatori (cioè "coloro che usavano il
gladio") ne usavano una variante ancora più corta. La spatha
(da cui deriva il termine "spada") era una lama più lunga
a doppio filo utilizzata solo dalle unità di cavalleria fino al II
secolo D.C., quando venne adottata anche dalle truppe di fanteria e
il cui uso divenne simbolo di abilità e orgoglio.
Nonostante fosse necessario un
addestramento nell'utilizzo di queste armi, non sono pervenuti a noi
manuali militari antichi di scherma.
Nel De Re Militari, di Flavio vegezio
Renato (V secolo), viene riportato come i soldati romani e i
gladiatori praticassero allenamento al palo con armi pesanti e
imparassero a colpire preferenzialmente di punta.
Una traduzione delle Satire di
Giovenale da parte di Barten Holyday nel 1661 nota che i romani, sia
legionari che gladiatori, imparavano l'uso della spada con simulacri
di legno prima di passare ad armi in ferro o acciaio. Bersagli di
addestramento erano un palo o un fantoccio di legno.
Si sa poco sulle prime tecniche di
scherma dell'alto Medioevo, a parte ciò che si è potuto ricostruire
da reperti archeologici e rappresentazioni artistiche (come nel caso
delle armi e armature di epoca vichinga). Si sa comunque che durante
il periodo delle invasioni vichinghe l'uso della spada era limitato,
soprattutto fra gli stessi vichinghi e altre popolazioni germaniche,
che preferivano lancia e ascia a parte alcuni individuali facoltosi.
Le spade prodotte, comunque, basate sulla spatha, erano di ottima
fattura.
Col tempo la spatha si evolvette nella
spada d'armi. Nel corso del Medioevo, i primi trattati di scherma,
conosciuti in Germania come (Fechtbücher), vennero scritti nel 1550
circa. La scuola tedesca di scherma ha le sue origini in Johannes
Liechtenauer e i suoi allievi, divenuti poi maestri d'arme nel XV
secolo, fra i quali Sigmund Ringeck, Hans Talhoffer, Peter von Danzig
e Paulus Kal. In Italia invece comparvero manuali come il Flos
Duellatorum, scritto dal maestro di spada Fiore dei Liberi intorno al
1410. In questo periodo la spada lunga divenne l'arma principale con
numerose varianti ed adattamenti in linea con l'avanzamento
tecnologico e metallurgico. Lo sviluppo di armature complete rese
inadatte le spade ai campi di battaglia, favorendone invece l'uso
come arma da duello o per difesa personale cittadina, influenzando
così le tecniche schermistiche.
Se nell'alto Medioevo la spada era
principalmente un simbolo di status sociale, nel basso Medioevo le
tecniche produttive divennero più efficienti e convenienti. Di
conseguenza, più che il privilegio di pochi individui ricchi, la
spada divenne più che altro il simbolo dei ceti più abbienti.
La scuola germanica di scherma, in
generale, conobbe un declino durante il Rinascimento mentre quelle
italiane e spagnole, maggiormente orientate all'uso dello stocco e
per il duello civile, crebbero notevolmente. Il compendio compilato
da Paulus Hector Mair nel 1540 analizza gli sforzi del secolo
precedente nel tentativo di ricostruire e preservare un'arte ormai
decadente. I trattati di Joachim Meyer del 1570 ebbero un approccio
scientifico e completo nei riguardi dello stile di spada, sono gli
ultimi reperti maggiori della scuola tedesca e esplorano un contesto
ormai quasi interamente sportivo.
L'uso della spada lunga continuò a
declinare lungo il Rinascimento, in parallelo con il sorgere delle
armi da fuoco e delle alabarde sui campi di battaglia. Così, la
scherma si orientò verso la protezione personale dei civili ed il
duello, con l'utilizzo della spada da lato, evolutasi poi nella
striscia del XVII secolo. Le scuole di scherma francesi, italiane e
spagnole vennero incontro a questi cambiamenti nell'armamentario
civile e svilupparono stili appositi. Quella tedesca, invece, si
dedicò poco a queste armi.
La scherma che conosciamo oggi e che
vediamo e seguiamo in televisione è diversa da quella che si
praticava in passato. Ci sono tre principali discipline, che si
contraddistinguono completamente l'una dall'altra. Si passa
dall'eleganza del fioretto, alla tecnicità della spada, alla
dinamicità della sciabola.
Queste tre armi si differenziano
principalmente per tecnicità e struttura. La divisa, ossia l'abito
tecnico necessario per praticare questo sport, è la stessa per tutte
le armi, con un'aggiunta di due diverse tipologie di "giubbetti
elettrici" per il fioretto - tutto busto ma niente maniche, e
per la sciabola - dalle spalle ai fianchi con maniche lunghe.
Entrando nel dettaglio il fioretto è
da molti considerata l'arma base. Il fioretto è l'arma più
praticata e più tradizionale tra le armi utilizzate nella scherma.
Ci si aggiudica un punto per stoccata quando tecnicamente e
tatticamente parlando si effettua un'azione vincente nei confronti
dell'avversario secondo la convenzione, ovvero una serie di regole
stilate per aggiudicare la stoccata a un solo dei due atleti. La
convenzione nasce nell'Ottocento per regolare i duelli civili
(principalmente per evitare il colpo "della doppia vedova"
ossia per scongiurare la possibilità che su un attacco simultaneo i
due avversari si colpissero mortalmente nello stesso istante),ed
assegna la stoccata a chi ,colpendo, attacca per primo o para la
stoccata avversaria e risponde. La parte che si può colpire è
rappresentata da tutta la superficie conduttiva del giubbetto, di
colore argentato, più parte della gorgera (parte finale della
maschera che protegge il viso). La spada non necessita di un
giubbetto aggiuntivo quindi ci si aggiudica il punto, anche
contemporaneamente, ogni volta che si colpisce l'avversario su tutta
la superficie del corpo, dai piedi alla testa. Infine la sciabola è
l'unica arma con tutta la lama conduttiva, quindi ci si può colpire
sia di taglio, che di controtaglio, che di punta. La superficie che
permette il raggiungimento di un punto è rappresentata dal giubbetto
stesso più maschera, completamente conduttiva anch'essa. Vale anche
per questa disciplina la convenzione.
Dopo la dismessa della spada lunga,
spade come la spalasz o i vari tipi di sciabola furono i tipi di lama
maggiormente impiegate in battaglia, usate principalmente dalla
cavalleria e dagli ufficiali. L'aumento di efficacia delle armi da
fuoco però ne velocizzò il declino fino a farle diventare armi da
parata o cerimoniali. L'arma preferita nel duello civile era prima la
striscia e poi lo spadino, più veloce ma più corto, ma il duello
venne gradualmente reso illegale in molti paesi.
La scherma si è così evoluta
principalmente come sport, attraverso la scherma olimpica. Tuttavia,
alcuni studenti di scherma, per evitare la perdita delle antiche
arti, continuarono a mantenere viva la scherma storica e le arti
marziali europee, fino anche al XXI secolo.
Nella cultura cinese, la spada a doppio
taglio conosciuta anche come jian viene considerata un'arma da
maestri o da gentiluomini, entrambi ai quali vengono richieste
considerevoli abilità per combattere con queste armi, anche perché
i comandanti degli eserciti preferivano il jian per muoversi
facilmente fra le truppe.
Mentre molte arti marziali cinesi
includono l'allenamento sia col jian che con la spada a singolo
taglio, o dao (più varie altre varianti), non esistono discipline
cinesi che allenano esclusivamente la spada.
La spada giapponese ha mantenuto a
lungo un significato particolare nella cultura giapponese per la
reverenza e la cura che la casta dei samurai dava alle proprie armi.
Il samurai impiegava principalmente una katana, lunga lama a singolo
taglio (come una sciabola), ma portavano con sé anche il wakizashi,
più piccolo. Il duello giapponese era molto ritualizzato e vedeva i
guerrieri fronteggiarsi con la sola lama, brandita a due mani. Il
famoso samurai Miyamoto Musashi, però, raccomandava come tecnica
schermistica favorita l'uso di due armi assieme, Katana e Wakizashi
(scuola Hyōhō Niten Ichi-ryū).
La preminenza simbolica e duellistica
della spada in Giappone si sviluppò a partire dal XVII secolo,
durante il periodo Edo (1603-1868) stabilito sotto la dinastia
Tokugawa, in cui i samurai perfezionarono la tecnica della spada e ne
trovarono applicazione nei duelli regolati dal codice d'onore del
bushidō. In precedenza, durante le incessanti guerre fra clan
feudali, le armi principali utilizzate erano la lancia e l'arco,
mentre la spada rivestiva ruoli secondari, soprattutto prima del
tentativo di invasione mongola del Giappone.
Il Kenjutsu è il termine utilizzato
per riferirsi alle arti antiche di spada, dal quale si è poi
sviluppata la disciplina e sport del kendō ("via della spada"),
nonché lo Iaidō, la "via di estrarre la spada e riporla nel
fodero". Molte si focalizzavano quasi interamente sulla scherma
tramandata da nobili famiglie feudali. Diverse scuole antiche, o
koryū, esistono ancora oggi, parallelamente a scuole moderne.
Sul Ji Xiao Xin Shu di Qi Jiguang, e
nelle revisioni, nel Muyesinbo (1759) e nel Muyedobotongji (1790).
Quest'ultimo descrive anche lunghezze e larghezze comuni delle spade
utilizzate. Anche se non esclusivamente dedicato all'uso della spada,
8 dei 23 capitoli sono interamente devoluti ad essa, riflettendo le
necessità di un'era in cui le armi da fuoco non erano ancora
maturate abbastanza per l'uso nel combattimento a corto raggio.
L'uso di vari tipi di arma bianca con
lama, assieme ai bastoni e ad altre armi, è molto sviluppato nei
vari stili di kali escrima.
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