La yakuza (hiragana: やくざ,
katakana: ヤクザ), chiamata
anche gokudō (極道)
è una tradizionale organizzazione criminale giapponese suddivisa in
numerose bande dette kumi o – nella terminologia legale –
bōryokudan (暴力団
letteralmente "gruppo
violento").
I loro appartenenti a volte le
definiscono ninkyō dantai (任侠団体),
nome il cui significato è accostabile a quello di "onorata
società". Nella letteratura e nella stampa occidentale
solitamente vi si riferisce con il termine generico di "mafia
giapponese" o Borekudan ("bo: rekudan").
La yakuza è basata sui valori della famiglia patriarcale di acritica
obbedienza ai principi di stretta osservanza con il capo e una serie
di regole (codice della mafia), che prevedeva alla violazione
un'inevitabile punizione. La stabilità e la durata dei vari clan
yakuza forniscono un rapporto specifico tra il capo e i suoi
subordinati e la conservazione delle ("fraterne") relazioni
orizzontali tra i membri di rango e subordinati del gruppo.
La yakuza è strettamente intrecciata
nella vita economica e politica del Giappone e ha un certo numero di
distintivi, ma le sue caratteristiche sono intrinseche. A differenza
di altre strutture criminali del mondo, la yakuza non ha una ben
definita zona territoriale di influenza, non si basa su legami
familiari come la base strutturale della loro organizzazione e non
cerca di mantenere il segreto sulla gerarchia interna, le dimensioni
o la composizione della leadership (molti gruppi yakuza hanno
il loro ufficiale logo, non nascondono la posizione della sede e il
nome del capo; molti dei gruppi sono inoltre registrati sotto il
"tetto" di varie associazioni patriottiche di destra o dei
sindacati). Dal 1950 le autorità di contrasto giapponesi avevano il
numero di conto dei membri ufficiali di gruppi yakuza. Se il tipico
capo prima della guerra delle bande consisteva in un massimo di
cinquanta membri, il raggruppamento del dopoguerra riunisce centinaia
e magari migliaia di gangster. Nel 1958 la polizia stimò il numero
di yakuza di 70.000 persone, nel 1963 184.000 uomini uniti in 5.200
bande, nel 1982 103.300 persone (più 2.400 bande) e nel 1988 86.300
persone (3.200 bande).
Nei primi anni novanta il numero della
yakuza superò le 90.000 persone (anche se dopo l'adozione della
legge antimafia il numero di gangster nei diversi anni scese a
79.300). Secondo i dati della polizia del 2002, i membri della yakuza
sono pari a 85.300, nel 2005 circa 87.000 e nel 2007 quasi 85.000
secondo la direzione generale della polizia del 2008 messa sul conto
di oltre 82.000 gangster. Secondo dati non ufficiali ci sono
circa 110.000 membri attivi della yakuza uniti in 2.500 gruppi
(famiglie). Un fattore importante che contribuisce al gran numero
della yakuza è la strutturazione rigida della società giapponese,
mentre i gangster sindacali svolgono una funzione sociale da
"ultima spiaggia" per le persone che non hanno una famiglia
completa o un normale funzionamento.
Divisione delle origini
Nonostante l'incertezza circa l'origine
unica delle organizzazioni yakuza la maggior parte degli yakuza
moderni derivano da due categorie emerse nella metà del periodo Edo
(1603–1868): i tekiya, coloro che in primo luogo spacciavano
merci illecite, rubate o scadenti; e i bakuto, coloro che
erano coinvolti o partecipavano a giochi d'azzardo.
I tekiya ("venditori
ambulanti") erano considerati uno dei più bassi gruppi sociali
a Edo. Quando iniziarono a formare le loro organizzazioni presero
alcune funzioni amministrative relative al commercio, come ad esempio
l'assegnazione di stallo e la protezione delle loro attività
commerciali. Durante le feste shintoiste questi venditori ambulanti
aprivano le bancarelle e alcuni membri vennero assunti per agire come
agenti di sicurezza. Ogni ambulante pagava l'affitto in cambio di un
incarico di stallo e la protezione durante la fiera.
Caratteristiche
Il nome deriva da tre numeri, 8-9-3,
che si traducono rispettivamente in hachi, kyuu e san
(ha-kyuu-sa, da cui deriva appunto ya-ku-za), che
costituivano il punteggio più basso di un gioco di carte nipponico,
l'Oicho-Kabu (おいちょかぶ).
Da questo si può capire che uno degli originali campi d'azione della
mafia giapponese fosse il settore del gioco. L'origine della yakuza
non è rintracciabile con precisione, ma deriva da varie
organizzazioni legali o semi-legali dell'era feudale giapponese.
L'esistenza della gran parte dei gruppi yakuza è nota al pubblico e
molti dei loro membri non temono di rendersi pubblicamente
identificabili, vestendo in modo appariscente ed esprimendosi a volte
in un gergo peculiare. Difatti a causa del profondo radicamento nel
territorio, dovuto in parte ai trascorsi del periodo feudale e alla
protezione spesso fornita da gruppi legali di estrema destra —
uyoku (右翼
letteralmente
"destra")
— la polizia giapponese ha grandi difficoltà nel combattere queste
organizzazioni. Il più importante atto di legislazione antimafia in
Giappone risale solo al 1995. Un altro segno distintivo dei membri di
questi gruppi sono i grandi tatuaggi che tutti gli affiliati si fanno
eseguire, ma che usualmente nascondono. L'associazione tra tatuaggi e
yakuza in Giappone è tale che questa pratica è quasi completamente
sconosciuta nel resto della popolazione; in tutte le palestre e
piscine delle maggiori città giapponesi sono inoltre affissi
cartelli che vietano l'ingresso a chi ha dei tatuaggi.
Le attività illegali delle quali si
occupa la yakuza sono speculazioni finanziarie e immobiliari,
traffico di droga e armi, estorsioni, gioco d'azzardo (soprattutto il
pachinko), sfruttamento della prostituzione e infiltrazione nelle
attività aziendali. Molti gruppi si sono spinti fino ad acquistare
un piccolo numero di azioni di una grande corporazione per poter
accedere alle riunioni del consiglio di amministrazione, dove gli
inviati della banda commettevano atti di aperta intimidazione nei
confronti dei soci a scopo di estorsione. Questi fatti non venivano
quasi mai denunciati. La peculiarità fisica, caratteristica di
questa organizzazione, è che ai suoi affiliati viene asportata la
prima falange del dito mignolo. Tale rituale si chiama yubitsume
("taglio cerimoniale"). Ciò richiama alla mente il
rapporto oyabun-kobun ("padre-figlio",
"discepolo-maestro") e il significato più antico del gesto
che simboleggiava l'espiazione delle colpe e la venerazione verso il
maestro a cui viene consegnata la falange in un fazzoletto di stoffa
pregiata. Tra i motivi che hanno sempre attirato verso la yakuza la
simpatia della popolazione e un certo atteggiamento bonario delle
istituzioni giapponesi, almeno fino al 1992, è il continuo richiamo
solo teorico e la parvenza formale ipocrita di adesione al bushidō,
codice di comportamento del samurai ispirato al senso del dovere e
dell'onore (giri) e al sentimento umano (ninjo),
caratterizzato dall'altruismo verso i più deboli e generosità verso
i poveri. Valori travolti ormai da decenni in questo tipo di
organizzazione nata in origine come una società di mutuo soccorso.
Storia
Anche se non chiare del tutto le
origini della yakuza sono da rintracciare nel XVI secolo, ossia nel
periodo Edo. L'allora Impero giapponese, fino a quel momento logorato
da incessanti guerre, riuscì a trovare una certa stabilità
politico-sociale durante lo shogunato Tokugawa. Nonostante ciò
numerosi samurai, che fino a quel momento ebbero ruoli altisonanti,
non riuscirono a inserirsi nel sistema burocratico e sentendosi ai
margini della società si riunirono in piccoli gruppi chiamati
hatamotoyakko, dediti all'oppressione della popolazione,
considerati da molti i progenitori della yakuza. Ci sono anche teorie
che propongono collegamenti coi ninja. Altri ritengono che i suoi
antenati furono i machiyakko, bande di rōnin al servizio
della gente indifesa, ma anche loro coinvolti, acquisì uno spirito
prettamente nazionalista. L'organizzazione si specializzò inoltre in
atti intimidatori nei confronti degli avversari politici e nella
stipulazione di patti con persone autorevoli del mondo economico,
garantendosi così posti sempre più rispettati e ingenti guadagni.
L'organizzazione conobbe un periodo di crisi dopo la seconda guerra
mondiale, quando il Giappone fu occupato dalle forze alleate guidate
dagli Stati Uniti, ma riuscì a rimanere in attività e persino a
guadagnarsi la stima della coalizione, approfittando delle divisioni
interne al comandante supremo delle forze alleate (SCAP).
La yakuza ottenne il compito di
mantenere l'ordine pubblico in cambio di appalti nell'edilizia. Fu
così che la mafia giapponese rinacque e divenne ancora più
influente di prima: si infiltrò nel Partito Liberal Democratico,
fornì guardie del corpo ai politici più importanti, appoggiò
campagne elettorali portando voti con le minacce e intervenne spesso
nel settore industriale. Davanti al sempre più crescente potere
dell'organizzazione lo SCAP adoperò misure drastiche, arrivando ad
arrestare circa 50.000 persone, di cui solo una minima parte fu
condannata. La sua vicinanza ai gruppi della destra neofascista e
xenofoba viene confermata dalla protezione che fornì al terrorista
nero latitante Delfo Zorzi.
Nel 1992 per poter ostacolare l'ascesa
dell'organizzazione il governo giapponese emanò la legge
anti-boryokudan, che dichiarò illegali tutte quelle
associazioni che ricorrono a violenza e intimidazione. Inizialmente
il provvedimento sembrò dare buoni frutti, in quanto più di mille
membri furono arrestati e altre migliaia di loro uscirono dal giro
per immettersi in attività a norma di legge, ma con il tempo si
rivelò inefficace dato che i componenti dei clan scomparsi si
unirono a quelli più potenti come Yamaguchi-gumi di Kobe e
Sumiyoshi-kai di Tokyo, accrescendo così la loro supremazia.
Nell'estate del 2015 l'organizzazione
ha visto una divisione interna da parte della Yamaguchi-gumi che
prende il nome di Kobe Yamaguchi-gumi, continuando a usare logo e
simboli della yakuza originale. La yakuza gode anche dell'appoggio di
molti giapponesi che vedono in essa dei protettori su cui fare
affidamento, nonostante numerose campagne di sensibilizzazione da
parte del governo nipponico. Per questo i suoi adepti circolano
tranquillamente con abiti prestigiosi a bordo di auto lussuose,
mostrano con disinvoltura il loro biglietto da visita e si riuniscono
in eleganti edifici dove è facilmente visibile il loro logo. A causa
di ciò le forze dell'ordine giapponesi trovano numerose difficoltà
nel fermare l'organizzazione.
Gruppi della yakuza
- Aizukotetsu-kai
- Asano-gumi
- Azuma-gumi
- Dojin-kai
- Goda-ikka
- Goto-gumi
- Honda-kai
- Ichiwa-kai
- Inagawa-kai
- Kantō-kai
- Kishimoto-gumi
- Kitamura-gumi
- Kodo-kai
- Kyokuryu-kai
- Kokusui-kai
- Kozakura-ikka
- Kyodo-kai
- Kyokuto-kai
- Kyokuto-SakuraiSoke-Rengokai
- Kyosei-kai
- Kudō-kai
- Matsuba-kai
- Nakano-kai
- Okinawa Kyokuryu-kai
- Sakaume-gumi
- Shinwa-kai
- Shinwa-kai
- Soai-kai
- Suishin-kai
- Sumiyoshi-ikka
- Sumiyoshi-kai
- Taishu-kai
- Takumi-gumi
- Toa Yuai Jigyo Kumiai
- Tobe-kai
- Yamaguchi-gumi
- Yamaken-gumi
- Yamano-kai
La yakuza nella cultura di massa
- Nel 1975 il regista Sydney Pollack dirisse il film Yakuza con Robert Mitchum, Brian Keith e Ken Takakura, pellicola che descriveva con accurata precisione i meccanismi interni dell'organizzazione criminale e le sue ramificazioni all'estero, come negli Stati Uniti, secondo il soggetto cinematografico).
- Nel 2006 è uscito il videogioco omonimo Yakuza e successivamente il seguito Yakuza 2, Yakuza 3, Yakuza 4, Yakuza 5, Yakuza 6, Yakuza 0 e Yakuza Kiwami. Dalla serie è tratto anche il film Like a Dragon. "Like a Dragon" è la traduzione letterale del titolo del gioco in giapponese.
- Il manga Sanctuary di Sho Fumimura e Ryoichi Ikegami è interamente incentrato sul mondo della yakuza e sui rapporti di questa con il potere politico.
- Il manga Nisekoi ha per protagonista il figlio di un capo della yakuza.