venerdì 9 giugno 2017

Bamenquan

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Il Pugilato delle Otto Porte (八门拳, bāménquán, Pa Men Ch’uan) è uno stile di arti marziali cinesi caratteristico dell'Ovest del paese.

La Storia

Sulla rivista Boji si racconta abbia avuto origine durante l'epoca dell'immperatore Jiaqing della Dinastia Qing dall'unione di otto tecniche. Infatti questo stile sarebbe stato creato seguendo l’Immagine degli Otto Schieramenti Strategici (八陣圖, 八阵图, bāzhèntú , Pa Chen T’u ) di Zhuge Liang all'epoca dei Tre Regni. Esso sarebbe stato creato e trasmesso da Chang Baba (常巴巴). Per Ma Mingda Baba è il soprannome di Chang Yanshan 常燕山 un Musulmano del Gansu che praticava wushu. Secondo Wang Wenyuan Chang Yanshan insegnò lo stile in Lanzhou in particolare a Li Wenxi 李文喜. Secondo Hao Xinlian tale stile è diffuso nelle province di Ningxia, Xinjiang, Gansu e Qinghai. Per la voce Bamenquan dell'enciclopedia telematica dell'Istituto Confucio le figure più rappresentative dello stile sono state Li Wenxi 李文喜, Zheng Jiang 郑江, Wang Decheng王德成, Yao Zike 鹞子客(il vero nome è sconosciuto),Yezhu Daye 野猪大爷(il vero nome è sconosciuto, Long Siye 龙四爷(il vero nome è sconosciuto, Chen Laoba 陈老八, Yu Haiyuan 俞海源, Cao Ziyu 曹子玉, Xu Hongliang 许宏亮, e altri.

Bamenquan e Bajiquan

Negli Annali di Cangxian si racconta che Wu Song fu il fondatore del Bamenquan del Nord. Notoriamente invece Wu Song è il Primo Antenato del Bajiquan e lo stesso articolo che riporta la citazione degli Annali afferma che probabilmente si è trattato di un errore nella redazione degli annali stessi, per cui si è scritto Bamenquan invece di Baji Men Quan. Curiosamente dobbiamo rilevare che sia il Pugilato delle Otto Porte che il Pugilato degli Otto Estremi provengono da praticanti di etnia musulmana.

Le Otto Porte

Il nome è dovuto al fatto che, per combattere, lo stile utilizza Otto Porte:
  • Corpo (, , tǐ , T’i),
  • Vita (, , shēng, sheng),
  • Ostacolare (, , shāng, shang),
  • Morire (, , sǐ, si),
  • Sorpresa (, , jīng, ching),
  • Fermare (, , dù, tu),
  • Situazione (, , jǐng, ching),
  • Aprire (, , kāi, kai).
Qi Wanqiang riferisce che il più antico documento in cui è riscontrabile la definizione di Otto Porte è contenuta nel Tai Bai Yin Jing 太白阴经.

Sequenze

Shao keyong e Pan Yingjie hanno elencato una serie di sequenze del Bamenquan. Gli elenchi che seguono sono la sintesi della voce dell'enciclopedia di Baidu, della voce dell'enciclopedia dell'Istituto Confucio e di altri articoli, quali quello scritto da Kong Desheng. Tutti i nomi sono riscontrabili nel Wushu Daquan.

A mano nuda

  • Pugilato Lacerante (撕拳, 撕拳, sīquán, si ch’uan),
  • Pugilato Cannone (炮拳, 炮拳, pàoquán, pao ch’uan),
  • Colpi dei Nove Anelli (九環捶, 九环捶, jiǔhuánchuí, chiu huan ch’ui),
  • Chiudere le mani in Otto Lampi (封手八快, 封手八快, fēngshǒubākuài, feng shou pa k’uai),
  • Colpire di Sorpresa le Otto Porte (八門驚捶, 八门惊捶, bāménjīngchuí, p amen ching ch’ui),
  • Bamen Tongbeiquan (八门通背拳),
  • Madre che Conquista (破母, 破母, pòmǔ, p’o mu),
  • Piccolo Madre Figlio (小母子, 小母子, xiǎomǔzǐ, hsiao mu chi),
  • Dieci Figli Uniti (十連子, 十连子, shíliánzǐ, shi lian chi),
  • Dieci Affondi dell'Energia (十沉勁, 十沉劲, shíchénjìn, shi ch’en chin),
  • Colpi di Dengzhou (登州捶, 登州捶, dēngzhōuchuí, teng chou ch’ui),
  • Pugilato solitario delle Otto Tigri (八虎單拳, 八虎单拳, bāhǔdānquán, pa hu tan ch’uan),
  • ecc.

Con armi

  • Sciabola del Caos Primordiale (混元刀, 混元刀, hùnyuándāo, hun iuan tao),
  • Lancia della Famiglia Gao (高家槍, 高家枪, gāojiāqiāng, cao chia chiang),
  • Lancia d'Oro (金槍, 金枪, jīnqiāng, chin chiang),
  • Bastone Cannone (炮棍, 炮棍, pàogùn, pao kun),
  • Bastone delle Otto Tigri (八虎棍, 八虎棍, bāhǔgùn, pa hu kun),
  • Bastone che aggomitola la Seta (扭絲棍, 扭丝棍, niǔsīgùn, niu si kun),
  • ecc.

In coppia

  • Pugilato solitario in figure di coppia (對式單拳, 对式单拳, niǔsīgùn, tui shi tan ch’uan),
  • Pugilato ad anello dei passi agiti (行步環拳, 行步环拳, xíngbùhuánquán, hsing pu huan ch’uan ),
  • Struttura dei sei passi (六步架子, 六步架子, liùbùjiàzǐ, liu pu chia tzu),
  • Composizione di emissione di pugni (攆拳排子, 撵拳排子, niǎnquánpáizǐ, nian ch'uan p'ai tzu),
  • ecc.

giovedì 8 giugno 2017

Bājíquán

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Il pugilato degli otto estremi (八極拳, 八极拳, Bājíquán , Pa Chi Ch'uan), è uno stile di arti marziali cinesi che, secondo Wu Bin, Li Xingdong e Yu Gongbao, è conosciuto per la sua pienezza della forza, la sua semplicità e le sue tecniche di combattimento. Un detto famoso paragona il Taijiquan ed il Bajiquan: "i colti hanno il Taiji per essere in pace sotto il cielo, i militari hanno il Baji per rendere tranquillo l'universo" (Wen You Taiji An Tianxia, Wu You Baji Ding Qiankun 文有太极安天下,武有八极定乾坤).

Il Nome

Il nome completo dello stile è Kaimen Bajiquan (开门八极拳 Bajiquan dell'apertura della porta), ma è anche chiamato Yueshan Bajiquan (岳山八极拳). In origine il nome era anche scritto Baziquan (巴子拳 e 鈀子拳). Come spiega Carmona, il nome aprire le porte (開門, 开门, kāimén , K'ai men) è dovuto al fatto che questo stile utilizza sei modalità per penetrare la guardia dell'avversario, mentre il nome monte Yue (岳山, 岳山, yuèshān, Yueh shan) è giustificato dal fatto che un racconto sulla fondazione del Bajiquan vuole che esso provenisse dal tempio Yueshan. Secondo An Zaifeng sono utilizzati anche i seguenti nomi: Bajiquan 八击拳, Bajiquan 八技拳, Bajiquan 八忌拳, Baziquan 巴子拳. La voce Bajiquan di Baidu riferisce che si tende a vedere un primo riferimento a questo stile nel Jixiao Xinshu di Qi Jiguang, in un pugilato chiamato Baziquan 巴子拳. Gli ideogrammi Baji 八极 appaiono la prima volta in un trattato Taoista che si intitola Huainan Zi (淮南子).

Origini e Storia

Le origini storiche conosciute sono localizzate nella provincia di Hebei nel Nord della Cina, ma è sconosciuto il luogo di provenienza del Monaco Lai (癞道士, Lai Daoshi) che lo ha insegnato nel villaggio Mengcun (孟村) a Wu Zhong (吴钟). I documenti storici contengono due versioni sulle origini del Bajiquan:
  • gli annali della Contea di Cang (滄縣志, 沧县志, cāngxiànzhì, c'ang hsien chi), raccontano che durante il regno di Kangxi il Monaco Taoista errante detto Lai insegnò arti marziali a Wu Zhong di Houzhuangkecun (后庄科村) di Qingyunxian (庆云县) della provincia di Hebei;
  • l'altra versione giustifica il fatto che questo stile è chiamato anche Yueshan perché si ipotizza che esso provenisse dal tempio Yueshansi (岳山寺) della zona di Jiaozuo (焦作), nella provincia di Henan. In particolare l'abate del tempio di nome Zhang avrebbe insegnato a Wu Zhong il Bajiquan ed il Liuhe Dagun (六合大棍).
Quale che sia la versione più attendibile il Bajiquan è da questo momento in poi tramandato in seno alla famiglia Wu e diventa uno stile prerogativa della minoranza Hui musulmana. Da quando la famiglia Wu si è trasferita nel villaggio Mengcun di Cangxian questo posto è divenuto il centro più importante per la diffusione del Bajiquan. Wu Zhong insegnò a sua figlia Wu Rong (吴荣), al figlio adottivo Wu Ying (吴溁) ed a Wu Zhongyu (吴钟毓). Secondo Mengcun Bajiquan 孟村八极拳 nella generazione successiva a Wu Rong il Bajiquan si è diviso in due rami, uno costituito dai membri della famiglia Wu e dai loro discepoli, un altro creato da Wang Si (王四) e tramandato da questi a Zhang Keming (张克明) del villaggio Luochuang (罗噇). Zhang Keming insegnò a sua volta a Zhang Jingxing (张景星, il figlio di Keming) Huang Sihai (黄四海), ecc. Zhang Jingxing trasmise lo stile a Li Shuwen (李书文); Ma Yingtu (马英图); Han Huachen (韩化臣); Zhang Yuheng (张玉衡, figlio di Zhang Jingxing); ecc.
An Tianrong descrive più di dieci ramificazioni dello stile e non parla in alcun modo di un maestro che si chiamava Wang Si.

La Trasmissione della Famiglia Wu

Lo stile Bajiquan è stato insegnato all'interno della Famiglia Wu di Mengcun. Questo è un albero genealogico di quello che è anche detto Mengcun Bajiquan: Lai ()→ Wu Zhong (吴钟), Pi () → Wu Rong (吴荣), Wu Ying (吴溁) → Wu Kun (吴坤), Wu Mei (吴梅), Wu Kai (吴恺) → Wu Huiqing (吴会清) → Wu Xiufeng (吴秀峰) → Wu Lianzhi (吴连枝) Il libro Huoshi Bajiquan è molto più selettivo riguardo ai nomi di questo ramo, fornendo un altro ideogramma per Wu Kai: Lai Kuiyuan (癞魁元)→ Wu Zhong (吴钟) → Wu Ying (吴溁) → Wu Kai (吴凯) → Wu Huiqing (吴会清) → Wu Xiufeng (吴秀峰) → Wu Lianzhi (吴连枝) → Wu Dawei (吴大伟)



Ma Yingtu e Ma Fengtu

An Tianrong disegna il corso dell'insegnamento che arriva a due personaggi importantissimi per il Wushu, cioè Ma Yingtu e Ma Fengtu, che poi trasmisero lo stile all'interno dello Zhongyang Guoshu Guan. Questo il lignaggio: Lai Kuiyuan (癞魁元)→ Wu Zhong (吴钟) → Wu Zhongyu (吴钟毓) → Wu Mei (吴梅) → Wu Shike (吴世科) → Ma Yingtu, Ma Fengtu → Nanjing Zhongyang Guoshu Guan

Lo Shaolin Bajiquan

Sufa racconta che lo Shaolin Bajiquan proviene dal Bajiquan creato da Lai Lantian (癞蓝天) che nel 1708 si fermò nel tempio Shaolin del Songshan dove trasmise questo stile a Rurong 如荣 e Ruliang 如量, due monaci Chan (禅师), ed in seguito fu utilizzato per l'allenamento dei Monaci e così è arrivato fino ai giorni nostri. Secondo questa versione Lai era un monaco Buddista (infatti gli viene attribuito il titolo di Heshang 和尚).

Zhang Sicheng

Gao Qinghai afferma che Zhang Sicheng (张四成, 1648-1739) è stato un esponente importante del Bajiquan, quindi in epoca precedente ai monaci Lai e Pi. secondo lo Huoshi Baji Quanpu 霍氏八极拳谱, Zhang Sicheng fu allievo di Ding Faxiang (丁发祥) ed era anche conosciuto come Zhang Yueshan (张岳山), cioè proprio il nome che per una certa tradizione sarebbe quello del monaco che insegnò a Wu Zhong.



Il Bajiquan in Italia

Il primo approdo del Bajiquan in Italia è avvenuto attraverso gli insegnamenti del maestro Chang Dsu Yao che ne ha insegnato una forma a titolo conoscitivo nella scuola di Mei hua Ch'uan ma senza far parte di nessuna genealogia familiare. Come racconta Saverio G. Lungrich-Stift è proprio in seguito alla morte di Chang Dsu Yao avvenuta nel 1992, che un allievo della Scuola Chang fece venire in Italia nel 1993 il maestro nonché medico e agopuntore Zu Yaowu, esperto di Bajiquan, Taijiquan della famiglia Chen e Qigong. Il maestro Zu ha appreso il Bajiquan della famiglia Wu da Liu Hongsheng allievo diretto di Wu xiu feng (padre dell'attuale caposcuola WU Lianzhi) e anche direttamente dallo stesso. Nel 2013 dopo c.a. vent'anni di studio la scuola Italiana del Maestro 7ª generazione Zu Yaowu attraverso il rituale del Baishi attua il passaggio di consegna della scuola al suo primo allievo Alessandro Panighetti. Sempre facente parte della scuola Zu Yaowu si sono formati altri tre Maestri 8ª generazione Franco Pomo, Alessandro Manenti ed Felice Orfano. Nel 2010 dopo la venuta in Italia del caposcuola della famiglia Wu (Wu Lianzhi) per sua stessa volontà inserisce la scuola Italiana diretta ancora dal Maestro Zu Yaowu nel libro segreto (Quan pu). Con onore e grande rispetto i Maestri Alessandro Panighetti, Franco Pomo, Alessandro Manenti e Felice Orfano attraverso il Baishi entrano a pieno titolo nella genealogia della famiglia del Bajiquan.
Nell'ottobre 2012, Daniele Zucco, un ex studente della scuola del Maestro Panighetti, va a studiare per nove mesi alla Bajiquan international Training Centre di Mengcun, accademia fondata dalla famiglia Wu per trasmettere e preservare lo stile. Al termine di questo periodo, nel luglio 2013, viene nominato ufficialmente istruttore dello stile dal Maestro Wu Dawei, rettore dell'accademia e figlio del Gran Maestro Wu Lianzhi. Nel ottobre 2014, dopo aver insegnato in diversi stage, torna nuovamente a Mengcun, e nel gennaio 2015, viene nominato, attraverso la cerimonia tradizionale del Baishi, discepolo del Maestro Wu Dawei e incaricato dell'onore di insegnare il Bajiquan di Mengcun in Italia, entrando così a far parte della genealogia della famiglia. Nel febbraio 2016 fonda l'unica scuola in Italia specializzata nel Bajiquan di Mengcun della famiglia Wu, dalla quale fa ritorno nuovamente, per tutto il mese di marzo 2017. Nello stesso mese contribuisce a fondare e diventa Vicepresidente dell E.F.T.B. European Traditional Bajiquan Federation. Al momento è l'unico discepolo diretto della famiglia Wu in Italia.

Taolu e Jibengong

Questi elenchi sono dedotti dalla voce Bajiquan dell'enciclopedia di Baidu:
  • Come apprendimenti di base vengono utilizzati i Liudakai (六大开) ed i Badazhao (八大招).
  • Come Taolu a mano nuda: Baji Xiaojia (八极小架); Silang Kuanquan (四郎宽拳); Liuzhoutou (六肘头); Ganggong Baji (刚功八极); Baji Xinjia (八极新架); Baji Shuangruan (八极双软); ecc.
  • Come Duilian: Baji Duijie (八极对接)
  • Come forme con le armi: Liuhe Daqiang (六合大枪); ecc.
Qi Dezhao aggiunge come sequenza a mano nuda lo Yingshouquan (应手拳) e con armi Xingzhebang (行者棒), Yezhandao (夜战刀) e Chunyangjian (纯阳剑). L'esercizio in coppia Baji Duijie eseguito come forma a singolo viene chiamato Bajiquan.
An Zaifeng divide i Taolu a mano nuda in Basilari, Intermedi e di Alto Livello e descrive tre Duilian:
  • Basilari: Liudakai (六大开), Badazhao (八大招), Bajiquan Mujia (八极拳母架), Bajiquan Rumen Jia (八极拳入门架),Liuzhoutou (六肘头), Baji Lianhuanquan (八极连环拳);
  • Intermedi: Baji Tieshen Kaoquan (八极贴身靠拳), Bajiquan Xiaojia (八极拳小架);
  • Alto Livello: Baji Silang Kuanquan (八极四郎宽拳), Baji Duijiequan Danchai (八极对接拳单拆).
  • Duilian: Jinggong Baji Duijiequan (精功八极对接拳), Liuzhoutou Duijie (六肘头对接), Baji Danchaiquan Duijie (八极单拆拳对接).
Nel suo libro Bajiquan, Liu Yunqiao elenca i seguenti Taolu: Xiao Baji (小八極), Da Baji (大八極) e Liudakai (六大開).

I Taolu dello Shaolin Bajiquan

Sufa presenta le sequenze di questa ramificazione, ammettendo dei contatti con Wu Xiufeng, e spiegando che ognuna di esse può essere praticata in allenamento singolo o in coppia (Duilian): Kaimen Bajiquan (开门八极拳), Ermen Bajiquan (二门八极拳), Simen Bajiquan (四门八极拳), Liumen Bajiquan (六门八极拳), Bamen Bajiquan (八门八极拳), Wuxing Bajiquan (五形八极拳), Baji Jimuquan (八极极母拳), Bajigun Dungong (八极棍蹲功).

Zhanzhuang

An Zaifeng presenta come lavoro di base il palo immobile (站樁, 站桩, zhànzhuāng, chan chuang) di cui individua tre esercizi:
  • palo dei due principi (兩儀樁, 两仪桩, liǎngyízhuāng, liang i chuang) anche detto palo pre-natale (先天樁, 先天桩, xiāntiānzhuāng, hsian t'ian chuang). Il sito internet del Bajiquan della Famiglia Wu riporta che la figura sommità dei due principi (兩儀頂, 两仪顶, liǎngyídǐng, liang i ting) viene utilizzata come palo immobile nell'allenamento fondamentale, spiegando che essa è un elemento distintivo e caratteristico del Bajiquan, che favorisce il radicamento e la circolazione dell'energia nei meridiani. Inoltre si tende a vedere una incredibile somiglianza tra questa figura e l'ideogramma tradizionale del cognome Wu ;
  • palo del corpo a tre (三體樁, 三体桩, sāntǐzhuāng, san t'i chuang) anche detto palo delle tre stelle (三星樁, 三星桩, sānxīngzhuāng, san hsing chuang) che ricorda la postura delle tre parti del corpo (三體勢, 三体势, sāntǐshì, san t'i shih) dello Xingyiquan;
  • palo delle quattro direzioni (四向樁, 四向桩, sìxiàngzhuāng, si hsiang chuang) anche detto palo a ideogramma 10 (palo a forma di croce) (十字樁, 十字桩, shízìzhuāng, si tzu chuang).
Anche Wang Shiquan attribuisce importanza allo Zhanzhuang ai fini dell'allenamento del Bajiquan, tant'è che lo inserisce nel paragrafo intitolato abilità del palo (樁功, 桩功, zhuānggōng, chuang kung) assieme agli esercizi di abbracciare il palo (摟樁, 搂桩, lǒuzhuāng, lou chuang) ed agli esercizi di appoggiarsi al palo (靠樁, 靠桩, kàozhuāng, k'ao chuang).

Liudakai

Queste sono le sei grandi aperture (六大開, 六大开, liùdàkāi, liu ta k'ai) che ritroviamo nel libro Bajiquan Yundong Quanshu:
  • puntellare (, , dǐng, ting);
  • abbracciare (, , bào, pao);
  • senza aiuto (, , dān, tan),Lu Shengli e Zhang Yun, traducono questo termine con spazzolare;
  • ritirare (, , tí, t'i);
  • portare in spalla (, , kuà, k'ua);
  • avvolgere (, , chán, ch'an).
Secondo il sito internet del Bajiquan della Famiglia Wu non si tratta di sei tecniche, bensì di sei forze fondamentali.

Badazhao

Il libro Zhongguo Wushu Quanxie Lu presenta queste otto grandi offese (八大招, 八大招, bādàzhāo, pa ta chao):
  • mani dei tre punti del re Yan (閻王三點手, 阎王三点手, yánwángsāndiǎnshǒu, yan wang san tian shou);
  • la tigre feroce scala la montagna faticosamente (猛虎硬爬山, 猛虎硬爬山, měnghǔyìngpáshān , meng hu ying p'a shan);
  • non prestare attenzione tre volte al saluto sulla porta (迎門三不顧, 迎门三不顾, yíngménsānbùgù, ying men san pu ku);
  • il tiranno rompe a fatica le briglie (霸王硬折韁, 霸王硬折缰, bàwángyìngzhéjiāng , pa wang ying tze chiang);
  • palmo del sorgere del sole e col vento (迎風朝陽掌, 迎风朝阳掌, yíngfēngcháoyángzhǎng, ying feng chao yang chang);
  • aprire la porta faticosamente a destra e a sinistra (左右硬開門, 左右硬开门, zuǒyòuyìngkāimén, tzuo you ying k'ai men );
  • l'uccello giallo abbraccia con due artigli (黃蔦雙抱爪, 黄茑双抱爪, huángniǎoshuāngbàozhǎo, huang niao shuang pao chao);
  • immediatamente tutta la forza del cannone (立地通天炮, 立地通天炮, lìdìtōngtiānpào, li ti t'ong t'ian p'ao).
Huang Yuzhu riporta svariati elenchi di Badazhao.

Forza Esplosiva ed Emissioni Sonore

Il sito internet del Bajiquan della Famiglia Wu afferma che il Pugilato degli Otto Estremi attraverso una specifica biomeccanica dei movimenti, produce la forza esplosiva (爆發力, 爆发力, bàofālì, pao fa li). Wu Bin, Li Xingdong e Yu Gongbao, affermano che la forza esplosiva è stimolata nel Bajiquan attraverso la respirazione, con l'emissione dei suoni Heng ed Ha .

mercoledì 7 giugno 2017

Bruce Lee e l'arte dello street fighting scientifico

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"Disfatta organizzata." È questa la frase che Bruce Lee usava spesso per descrivere le pratiche più diffuse nel mondo delle arti marziali.
Lee aveva tutto un arsenale di critiche colorite come questa e non aveva problemi a usarle quando doveva polemizzare contro la direzione presa dalle arti marziali o esprimere la sua opinione sul fatto che chi le praticava non stava facendo altro che complicate coreografie, "tecniche artificiali praticate in modo rituale per simulare un vero combattimento."
Vista la sua grande popolarità come icona delle arti marziali, spesso si tende a dimenticare che le opinioni molto critiche di Bruce Lee in materia non venivano prese molto bene nell'ambiente, specie prima che Lee facesse successo al cinema. All'inizio della sua carriera, quelle idee gli avevano procurato la reputazione di "dissidente maleducato." Eppure per quanto maleducate non erano opinioni prive di precedenti storici.
Per fare solo un esempio, oltre 150 anni prima di Bruce Lee, l'imperatore della Cina Jia Qing aveva emanato un editto imperiale con cui esprimeva preoccupazione per gli stili di combattimento diffusi all'epoca: "oggi le Wuyi [arti marziali] nelle caserme dell'esercito sono composte da movimenti elaborati, allo scopo di mettersi in mostra e non adatte all'uso pratico." Negli anni Trenta, invece, lo storico delle arti marziali cinesi Tang Han sosteneva la necessità di una riforma delle arti marziali che mettesse al primo posto l'applicazione pratica e riducesse l'aspetto dimostrativo.
Lo storico, l'imperatore e la star del cinema stavano tutti esprimendo la stessa opinione: che l'aspetto coreografico delle arti marziali era sempre più diffuso a scapito dei loro aspetti pratici, che la componente effettivamente marziale era sempre più accantonata e si allontanava sempre di più dalla realtà del combattimento.
Con queste preoccupazioni in mente, Bruce Lee aveva elaborato il suo approccio al "combattimento da strada scientifico," promuovendo una visione delle arti marziali basata sui fatti, sulla ricerca e sull'analisi e liberata dalla mitologia e dall'esagerazione romantica che dominava la disciplina a quell'epoca. Parlando di "combattimento da strada" invece che di arti marziali stava mettendo l'enfasi sull'applicazione di quelle tecniche nel contesto più marziale e meno artistico possibile, ossia le risse, in cui "non esiste uno standard nelle tecniche e il combattimento è 'vivo'."
Oltre 40 anni dopo la sua morte, le idee di Bruce Lee sono ancora attuali nella storia delle arti marziali e delle tensioni che la attraversano ancora nel 21esimo secolo.
Quando era arrivato a San Francisco da Hong Kong nel 1959, Bruce Lee aveva già una visione particolare delle arti marziali, basata sulla sua esperienza diretta. Anche se aveva solo 18 anni, veniva dai combattimenti clandestini sui tetti di Hong Kong negli anni Cinquanta e vedeva la disciplina come qualcosa che riguardava più la strada che la pratica in palestra.
Il mondo dei combattimenti clandestini a Hong Kong ruotava intorno alle tante scuole di kung fu che affollavano la colonia inglese dopo la vittoria del Partito Comunista nella Cina continentale nel 1949 e coinvolgeva un sacco di ragazzi che si sfidavano in incontri di boxe a mani nude. Quando la polizia aveva cominciato a criminalizzare la sottocultura, gli incontri si erano spostati sui tetti della città, dove potevano svolgersi senza interruzioni da parte delle autorità.
Da ragazzino, Bruce Lee non aveva solo preso parte a questi incontri ma era regolarmente in prima fila a guardarli e rifletteva sul modo in cui si svolgevano. Il suo maestro, il celebre Ip Man, incoraggiava i suoi allievi a cercare di applicare nel mondo reale le tecniche apprese in palestra. Come avrebbe spiegato più tardi Hawkins Cheung, un amico e compagno di allenamento di Lee, "Ip Man diceva sempre: 'Uscite e fate a botte. Mettete in pratica tutto.'" Il periodo passato da Bruce nella scena dei combattimenti clandestini di Hong Kong avrebbe segnato il suo approccio al mondo delle arti marziali per il resto della sua vita.
All'arrivo di Bruce Lee negli Stati Uniti, le arti marziali asiatiche erano all'inizio della loro ascesa in Occidente. Una buona parte dell'interesse che le circondava si basava su una visione eurocentrica e romantica del mondo orientale. Molti giovani americani consideravano le arti marziali come degli stili segreti di combattimento dal sapore esotico e mistico. Mentre alcuni maestri sfruttavano a loro vantaggio quest'idea, Lee la condannava: "Già in Cina l'80 percento di quello che insegnano è senza senso. Qui in America è il 90 percento."
Poco dopo aver iniziato a studiare a Seattle, Lee era stato sfidato per la prima volta dopo aver detto in pubblico che il kung fu era un sistema di combattimento più efficace del karate. Il campione di karate locale, Yoiche Nakachi, aveva 10 anni più di Lee, faceva karate fin da quando viveva in Giappone da bambino ed era noto per le tante vittorie conseguite in risse e combattimenti da strada. Bruce Lee l'aveva battuto in 11 secondi, lasciandolo per terra privo di sensi e con una frattura al cranio. A quel punto le critiche a Lee non erano diminuite, anzi.
A partire dal 1962, Bruce Lee aveva cominciato a gravitare sempre più spesso intorno a Oakland, in California, dove collaborava con James Lee e con il suo innovativo gruppo di maestri di arti marziali. Negli anni precedenti James si era fatto una reputazione come combattente di strada a Oakland e gestiva una palestra—ricavata nel suo garage—in cui l'attenzione era data a tecniche immediatamente applicabili nei combattimenti in strada.
"Funziona?" era la semplice domanda che si ponevano Bruce, James e i loro amici quando dovevano valutare una nuova tecnica. Testavano stili di combattimento con analisi metodiche applicate a diversi contesti e scenari. Secondo Bruce Lee, se i combattimenti di strada erano "vivi" allora doveva esserlo anche la preparazione. "Non succederà mai che una persona ti affronti per strada usando tecniche precise e coreografiche. Troppi studenti di arti marziali non fanno che applicare ciecamente gli stessi movimenti e gli stessi colpi."
A Oakland, l'innovazione era vista come l'antidoto alla routine. In un periodo in cui la maggior parte dei maestri considervano un errore il fatto che il loro studenti si allontanassero da un preciso sistema di combattimento, a Oakland si accoglieva la possibilità di mescolare vari stili nati dall'esperienza collettiva. L'approccio era espansivo quanto analitico: si guardavano filmati di incontri di boxe, si discutevano combattimenti di strada precedenti. In questo processo, Bruce Lee aveva cominciato a pensare a un nuovo sistema.
Al Long Beach Tournament del 1964, di fronte a una platea internazionale di appassionati di arti marziali, Bruce Lee aveva dato una dimostrazione in cui criticava uno stile molto praticato descrivendo come poco pratico ("c'è stabilità ma poca mobilità"). Si era invece espresso a favore di un approccio individualista in cui lo studente, e non il sistema, avesse la priorità. L'opinione della platea si era divisa. Alcuni consideravano Lee un visionario mentre altri lo ritenevano un eretico (o uno "stronzo arrogante" come aveva detto uno dei partecipanti al torneo).
Mentre Bruce Lee causava queste tensioni, a Oakland si continuava a predire il futuro delle arti marziali moderne. Dal suo garage, James Lee gestiva una casa editrice di libri sulle arti marziali e designava equipaggiamento da allenamento personalizzato. Durante la sua successiva apparizione al Long Beach Tournament, Bruce Lee avrebbe indossato un nuovo tipo di equipaggiamento protettivo che lo rendeva in grado di partecipare sia alle gare di sparring con contatto sia alle competizioni di arti marziali, in netto contrasto con le competizioni senza contatto e basate sui punti che erano tipiche di quel periodo.
In tutto questo, Bruce Lee aveva cominciato a usare l'espressione "combattimento da strada scientifico" nei suoi discorsi pubblici e durante le dimostrazioni delle tecniche che sviluppava. Inevitabilmente, questo aveva contribuito ad aggravare le già forti divergenze che aveva con l'ambiente delle arti marziali di San Francisco, dove un maestro di kung fu l'aveva definito, appunto, "un dissidente maleducato." Durante una dimostrazione pubblica a Chinatown nel 1964, Lee aveva criticato l'atteggiamento dei maestri di arti marziali locali, che chiamava "vecchie tigri sdentate." Ovviamente era stato sfidato.
La sfida, avvenuta tra Bruce Lee e il giovane studente di arti marziali di Chinatown Wong Jack Ma, si era svolta a Oakland ed è probabilmente l'incontro più famoso della storia delle arti marziali moderne. In quell'occasione Bruce Lee non aveva tenuto del tutto fede alle aspettative. Aveva fatto fatica a battere il suo avversario, senza mostrarsi così incomparabilmente superiore come era stato a Seattle qualche anno prima. Comunque, aveva vinto.
Ma invece che riposare sugli allori dopo una vittoria poco soddisfacente, Lee aveva trasformato quell'incidente di percorso in uno stimolo per far evolvere ulteriormente lo stile di combattimento che stava sviluppando, il Jeet Kune Do, che presto aveva assunto una forma tangibile. Nel suo stile, Lee aveva sintetizzato tutte le sue molte influenze, con un approccio che nasceva dai principi di innovazione e utilità propagandati a Oakland e che si concentrava su un modo di combattere semplice, diretto e lontano dai canoni classici. Anche se il Jeet Kune Do ha rappresentato il culmine di una ricerca durata oltre dieci anni, non si tratta di una struttura fissa ma è in costante evoluzione. Più di 50 anni dopo, i suoi principi di base sono ancora molto rilevanti.
Tang Hao è considerato il primo storico delle arti marziali moderne e il padre dello studio fattuale delle arti marziali. Il suo lavoro è ancora attuale, perché molti dei miti che ha cercato di smantellare esistono e prosperano ancora a distanza di quasi un secolo, ma la maggior parte delle persone che praticano arti marziali non sanno quasi chi sia.
Gli studi di Tang Hao risalgono agli anni Venti quando, nel bel mezzo di un'esplosione di letteratura sul tema, le arti marziali cinesi erano pronte per un approccio sobrio e oggettivo. Di mestiere avvocato, Tang Hao praticava arti marziali e ha scritto numerosi libri e articoli sul tema in cui ha cercato di dissipare il folclore che circondava le arti marziali cinesi.
Nel 1920 ha pubblicato Study of Shaolin and Wudang, in cui affrontava lo scarto esistente tra la realtà fattuale e il folclore nella storia delle arti marziali cinesi, prendendo di mira, per dirla con lo storico delle arti marziali Ben Judkins, "quante più vacche sacre possibile." Nel libro Tang Hao smontava la mitologia che circondava il tempio Shaolin e criticava gran parte del misticismo che all'epoca andava di pari passo con le arti marziali.
Per il suo tracciare una linea precisa tra mitologia e fatti, il lavoro di Tang Hao non era stato accolto in modo positivo dalla comunità cinese delle arti marziali. Non c'era stato interesse ma piuttosto ostilità e come avrebbe scritto più tardi un suo amico in un articolo su di lui, "alcuni sconsiderati studenti di Wudang e Shaolin avevano messo a punto un piano per aggredirlo e picchiarlo." L'aggressione era stata evitata solo per l'intervento di una terza parte a favore di Tang Hao. Nonostante tutte queste tensioni Tang Hao avrebbe continuato a scrivere sul tema e a promuovere un approccio scientifico alla storia delle arti marziali cinesi.
Quasi un secolo dopo, il suo lavoro è ancora attuale anche se è probabile che Tang Hao sarebbe sconvolto nel vedere che nel 21esimo secolo così tanti moderni studenti di arti marziali si aggrappano ancora alla mitologia e all'idea che gli stili di combattimento asiatici siano nati nel tempio Shaolin. Secondo la leggenda, nel quinto secolo il semi-mitologico maestro Bodhidharma avrebbe rivelato una serie di tecniche ad alcuni monachi Shaolin per favorire il loro benessere psicofisico. Ovviamente ci sono molteplici prove storiche che mettono in dubbio questa versione, ad esempio il fatto accertato che gli stili di combattimento a mani nude si siano diffusi in Cina solo intorno al 16esimo secolo, eppure la leggenda di Bodhidharma persiste ancora nel 2017. Anche se equivale più o meno a un atleta che citi Zeus come primo organizzatore delle Olimpiadi.
Gli storici delle arti marziali vedono un unica linea di pensiero riformista che si sviluppa nelle carriere di Tang Hao e Bruce Lee. Come ha scritto lo storico Brian Kennedy, "molti stili di arti marziali cinesi erano diventati, per citare la famosa espressione di Bruce Lee, 'appesantiti e distorti' da un sacco di ritualità, diversi titoli, teorie con poche o nessuna base sulla realtà, false mitologie e toni pseudo-religiosi. Tang Hao, così come Bruce Lee, volevano alleggerire le arti marziali da tutti questi pesi."
Un esempio recente del problema che i riformisti come Bruce Lee e Tang Hao hanno cercato di affrontare sono i video in cui combattenti di MMA sconfiggono in modo umiliante gli studenti di kung fu in competizioni organizzate. In un match tenutosi in Malesia, ad esempio, si vede un maestro di kung fu Wing Chun messo a terra e sottomesso da un combattente di MMA in meno di 30 secondi. Guardando quello che accade prima dell'inizio del combattimento appare chiaro come il maestro di kung fu sia più attento alla postura e alle pose corrette che non a prepararsi per affrontare il combattimento vero e proprio.
Il video in cui questi problemi emergono più chiaramente però è quello del recente match di alto profilo tenutosi in Cina tra il combattente di MMA Xu Xiaodong e il celebre mistico e maestro di dai chi Wei Lei, che ha visto prevalere molto rapidamente—in circa dieci secondi—il primo. L'esito del combattimento, nato dopo un confronto acceso e uno scambio di accuse da Wei Lei e Xu Xiaodong, ha fatto notizia e aperto un dibattito sull'effettiva validità ed efficacia nel mondo reale dei sistemi di combattimento promossi dalle arti marziali.
Da un punto di vista storico, combattimenti di questo tipo non sono niente di particolarmente nuovo. Lo storico delle arti marziali Ben Judkins di recente ha pubblicato sul suo sito una testimonianza d'archivio che descrive un match simile in cui un maestro di tai chi aveva perso dopo un combattimento pubblico tenutosi in Cina nel 1928. Ma la cosa sconvolgente del combattimento tra Xu Xiaodong e Wei Lei non stata è tanto la vittoria del primo quando quello che è successo dopo, che illustra molto bene la diffusa riluttanza esistente nel mondo delle arti marziali a distaccarsi dalla mitologia che le circonda e ad abbracciare un nuovo approccio più moderno.
Dopo la sua vittoria, Xiaodong è stato criticato pubblicamente da più parti, compresa la Chinese Boxing Association e l'emittente di stato Xinhua. La Chinese Wushu Association ha affermato che il combattimento "ha violato le morali delle arti marziali" (nonostante i due contendenti abbiano partecipato di loro spontanea volontà e nonostante il match si sia svolto alla presenza di un arbitro). Le autorità politiche cinesi hanno chiuso il blog di Xiaodong e censurato tutti gli articoli riguardo al match. La reazione del pubblico in Cina è stata così dura che Xiadong si è ritirato dalla scena pubblica.
Anche considerando l'atteggiamento provocatorio di Xu Xiaodong, le conseguenze dell'incidente sembrano far traspirare un tentativo di silenziare lui e la concezione di arti marziali che incarna. Come Bruce Lee, infatti, anche Xiadong per il suo approccio può essere considerato un "dissidente maleducato." Eppure la sua "maleducazione" non cancella i suoi meriti e il tentativo di screditarlo è l'ennesimo esempio di quello che capita a chi come Bruce Lee cerca di modernizzare le arti marziali.
Il dibattito che è seguito alla sconfitta di Wei Lei ha tirato in ballo questioni che sono estese e variegate almeno quanto le stesse arti marziali. La salute e il benessere sono le ragioni più diffuse (e sono ragioni perfettamente legittime) per cui la gente pratica arti marziali nel 21esimo secolo. Eppure quando si parla di combattimenti e specie di combattimenti come il suddetto, non c'è modo di evitare di farsi domanda sull'efficacia delle arti marziali. La stessa domanda che si ponevano Bruce Lee e i suoi amici di Oakland: "funziona?"
Come molti hanno fatto giustamente notare, la sconfitta di un maestro non implica necessariamente l'inefficacia totale di un qualsiasi sistema. Ma se la questione in gioco è la componente marziale delle arti marziali, non c'è proprio alcun modo di evaderla senza confrontarsi con i risultati ottenuti da chi le pratica sul ring. Da questo punto di vista, c'è un precedente positivo da considerare.
Nel 1922, il pugile inglese Carl "KO" Morris si è recato alle Hawaii e ha sfidato diversi praticanti di arti marziali sul ring. Morris aveva la reputazione di essere piuttosto condiscendente riguardo alle arti marziali asiatiche e la sua sfida è stata considerata un insulto alla grande comunità di immigrati giapponesi delle Hawaii—dove, all'epoca, si stava formando la prima grande comunità internazionale di arti marziali.
Insieme agli immigranti attratti dalle possibilità economiche offerte dalle isole sono arrivate alle Hawaii un sacco di tecniche di combattimento che presto hanno cominciato a fondersi tra loro. "Le Hawaii sono state il primo grande punto di contatto tra le varie arti marziali asiatiche," mi ha spiegato l'eclettico maestro di arti marziali Dan Inosanto, "i cinesi insegnavano ai giapponesi, i giapponesi ai cinesi, i cinesi ai filippini, finché anche gli stessi hawaiani non si sono fatti coinvolgere."
Il primo combattente giapponese a sfidare Morris era stato sconfitto al primo round. Ma la comunità giapponese delle arti marziali si era rifiutata di considerare la sconfitta come una prova di qualcosa e aveva fatto appello a combattenti in grado di incarnare la natura sfaccettata delle arti marziali hawaiane.
Uno di questi era Seishiro Okazaki. Discendente da una famiglia di samurai, Okazaki si era trasferito alle Hawaii da ragazzo attratto dalle opportunità che offrivano le isole con le loro coltivazioni estensive di canna da zucchero. Lì, a 19 anni, aveva cominciato a studiare il jujitsu. Aveva passato i 12 anni successivi a praticare il jujitsu, di cui aveva appreso tre stili, insieme a qualsiasi altra arte marziale che riuscisse a farsi insegnare. Aveva appreso il kung fu da un maestro cinese di 78 anni, il karate da un maestro di Okinawa, le tecniche filippine di lotta con i coltelli, il wrestling occidentale e il lua, l'arte marziale nativa delle Hawaii.
Dopo aver accettato la sfida, Okazaki si era preparato facendo ricerca sia teorica che pratica su quali tecniche avrebbe potuto applicare contro un pugile della stazza e delle capacità di Morris. Aveva osservato agli incontri di boxe tra i militari americani di stanza sull'isola e ricercato una tecnica in grado di mettere in difficoltà un pugile. Dopo settimane di ricerche, Okazaki aveva sviluppato uno stile basato sul mantenere un baricentro molto basso, osservando che i pugili dell'epoca erano poco abituati a tirare pugni verso il basso.
Il 19 maggio 1922 Okazaki aveva affrontato Morris sul ring. All'inizio del primo round Okazaki, dopo aver valutato male un colpo di Morris, si era rotto il naso. Aveva continuato a combattere ed era riuscito a buttare il pugile giù dal ring per ben due volte. In un round seguente, Okazaki aveva buttato Morris a terra rompendogli un braccio. Dopo la vittoria, Okazaki sarebbe andato a trovare Morris all'ospedale e più tardi Morris si sarebbe messo a studiare jujitsu da Okazaki.
La sfida di Xu Xiaodong alla comunità cinese della arti marziali non è molto diversa da quella lanciata da Morris 90 anni fa alla comunità giapponese delle Hawaii. Invece che censurare il punto di vista di Xu e avanzare ogni genere di scusa per giustificare la sconfitta di Wu Lei, la comunità delle arti marziali tradizionali cinesi dovrebbe cercare ovunque un nuovo combattente da mettere sul ring contro Xiaodong. Al momento questo non sta accadendo.
Seishiro Okazaki non ha sconfitto Carl Morris appellandosi alla tradizione o alla mitologia. Ha vinto grazie alle sue ricerche, al suo approccio analitico, all'osservazione di diversi stili di combattimento. Ha vinto, insomma, grazie a quelle tecniche che Bruce Lee avrebbe reso famose con il nome di "combattimento da strada scientifico." Che resta rilevante tanto oggi quanto allora.


martedì 6 giugno 2017

Baguaquan

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Il Pugilato degli Otto Trigrammi (八卦拳, bāguàquán, pa kua ch’uan) è un nome con cui a volte viene indicato lo stile di arti marziali cinesi Baguazhang, ma è anche il nome di alcuni altri stili e Taolu. Il Baguaquan è un nome che viene spesso ritrovato associato a rivolte popolari, come quella di Wang Lun nel 1774 o quella del Baguajiao del 1813, assieme al Meihuaquan e ad altri stili.

Baguaquan

Uno stile con questo nome, classificato come Changquan è diffuso e popolare nelle province di Hebei, Shandong ed Henan. Si compone di 24 sequenze caratterizzate da movimenti semplici e potenti, divise in tre gruppi di 8, corrispondenti a tre livelli di pratica. Il trentaseiesimo anno dell'epoca dell'imperatore Qianlong (1771), Meng Er (孟二) ed il nipote Zhang Bailu (张百禄), due persone di Shouzhang (寿张) nello Shandong insegnarono il Baguaquan. Un altro riferimento storico menziona un certo Liu Yulong (刘玉癃) di Raoyang (饶阳) in Hebei, che imparò il Baguaquan da Guo Luoyun (郭洛云) di Weixian in Shandong e da Zhang Guang (张广) di Shenxian (深县) in Hebei, durante il regno di Jiaqing (1796-1821). A livello tattico, si caratterizza dall'idea di opporre l'inflessibile all'inflessibile, la pietra alla pietra, secondo il detto tipico dello stile: se tu mi colpisci, ti voglio bloccare, ti colpisco, tu non puoi fermarmi (Ni da, an bu dan, an da ni, dang bu zu). Questo stile utilizza poi numerose armi: dao, qiang, guai, liuxing chui, shuang gou, il ji, ecc.

Fu Xi Baguaquan

Il Pugilato degli Otto Trigrammi di Fu Xi (伏羲八卦拳, Fú Xī bāguàquán, Fu Hsi pa kua ch’uan) è uno stile di arti marziali cinesi anche chiamato Pugilato degli Otto Trigrammi Prenatale (先天八卦拳, xiāntiān bāguàquán, hsien t’ien pa kua ch’uan). Prende il suo nome dal fatto che la sua teoria di base si richiama alla teoria Xiāntiān Bāguà, che viene attribuita a Fu Xi (伏羲). Viene considerato uno stile interno o Neijiaquan (内家拳). Lo stile ha due forme di Base: Forma Antica in 72 Figure del Pugilato degli Otto Trigrammi di Fu Xi (伏羲八卦拳七十二式老架, Fú Xī bāguàquán qīshí'èr shì lǎojià, Fu Hsi pa kua ch’uan ch’i shih erh shih lao chia, letteralmente "trad?") e Avanzare Colpendo in 32 Figure del Pugilato degli Otto Trigrammi di Fu Xi (伏羲八卦拳三十二式进捶, Fú Xī bāguàquán sānshí'èr shì jìn chuí, Fu Hsi pa kua ch’uan san shih erh shih chin ch’ui). Questo pugilato è diffuso nella zona Nord Est della provincia di Anhui, nelle aree amministrative di Funan (阜南), di Fuyang (阜阳), di Linquan (临泉), di Bozhou (亳州), ecc. In particolare nell'area di Funan sono presenti due maestri di sesta generazione dello stile: Ma Jusen (马具森) e Li Yuming (李玉明).

Qianmen Baguaquan

Il Pugilato degli Otto Trigrammi della porta del (trigramma) qián (乾门八卦拳, qiánménbāguàquán, chian men pa kua ch’uan, letteralmente "乾門八卦拳") è uno stile praticato nella zona di Xuchang in Henan. Esso è stato trasmesso da Wú Zhènjiāng 吳振江 (1820-1896), un uomo originario di Dezhou che aveva partecipato alla rivolta dei Taiping Tianguo.

Il lignaggio del Qianmen Baguaquan

Wú Zhènjiāng 吳振江- Hán Fèngmíng 韓鳳鳴- Zhào Wénliàng 趙文亮- Zōu Qīngtài 鄒清泰



Xiuping Baguaquan

Il Pugilato degli Otto Trigrammi del miglior livello (秀平八卦拳, xiù píng bāguàquán, hsiu p’ing pa kua ch’uan) è abbreviato in Xiuquan ( 秀拳, xiùquán, hsiu ch’uan, letteralmente "Pugilato migliore").

Ziwu Baguaquan

Il Pugilato degli Otto Trigrammi Ziwu (子午八卦拳, zǐ wǔ bāguàquán, tzu wu pa kua ch’uan) è un tipo di Baguaquan che è praticato a Liangshan in Shandong. Questo Baguaquan presenta molte analogie con il Baguazhang.

Shaolin Baguaquan

Il Pugilato degli Otto Trigrammi di Shaolin (少林八卦拳, Shàolín bāguàquán, Shao lin pa kua ch’uan) è uno stile di arti marziali cinesi che pone enfasi sui salti e le cadute.

Il Baguaquan del Diancang Wushu

Un Baguaquan è stato insegnato da Shi Dacai 史达开 ed è descritto in un libro di Bai Shiru, sui pugilati praticati a Dali in Yunnan dalle minoranze nazionali.

Meihuaquan e Baguaquan

Secondo le leggende ed i libri segreti del Meihuaquan il proprio maestro fondatore, Yun Pan (云盘), che viveva sul Kunlunshan diede vita anche ad un altro stile: il Baguaquan. Questi due stili sono perciò considerati entrambi appartenenti alla Scuola del Kunlun (昆仑派, Kūnlúnpài, K’un lun p’ai).

Il Wuxing Baguaquan del Dayan Qigong

Nello stile Dayan Qigong esiste un esercizio che si chiama Pugilato dei 5 Agenti e degli Otto Trigrammi (五行八卦拳, wǔ-xíng bāguàquán, wu hsing pa kua ch’uan) che si compone di 28 figure.

Il Dating Baguaquan del Cailifo

Nello stile Cailifo c'è una forma che si chiama Dating Baguaquan (达庭八卦拳, dá tíng bāguàquán, ta ting pa kua ch’uan, letteralmente " Pugilato degli Otto Trigrammi che raggiunge la corte ").

Xiao Bagua neigong quan

Lo Xiao Bagua Neigong Quan (小八卦内功拳, xiǎo bāguà nèigōng quán, shao pa kua nei kung ch’uan, letteralmente " Piccolo Pugilato dell’allenamento interiore degli Otto Trigrammi "), spesso abbreviato in Xiao Baguaquan ( 小八卦拳, xiǎo bāguàquán, shao pa kua ch’uan, letteralmente " Piccolo Pugilato degli Otto Trigrammi "), è un esercizio molto importante dello Shaolin Tongzhong gong (少林铜钟功, Shàolín tóngzhōng gōng, shao lin t’ung chung kung, letteralmente "Lavoro della Campana di Ottone di Shaolin") . Questo esercizio si compone di 37 figure. Esso è un tesoro raro e prezioso della cultura Cinese diffuso nell'area di Wenzhou.

Huxing Baguaquan

Una forma chiamata Huxing Baguaquan (虎形八卦拳, hǔxíng bāguàquán, hu hsing pa kua ch’uan, letteralmente " Pugilato degli Otto Trigrammi a Forma di Tigre") in quindici figure appartiene allo stile Huxingquan (虎形拳, hǔxíngquán, hu hsing ch'uan, letteralmente " Pugilato a Forma di Tigre").

Jintai Quanpu

Nel Jintai Quanpu (金台拳谱), un libro del 1929, si descrivono alcuni tipi di pugilato tra cui un Baguaquan in 64 vie (八卦拳六十四路), non collegato al Baguazhang. Nel testo si fa risalire il proprio lignaggio all'epoca Song.

lunedì 5 giugno 2017

Xiangxingquan

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Xiangxingquan (象形拳, tipi di pugilato che imitano l'espressione) è una categoria di stili di arti marziali cinesi che racchiude tutte quelle scuole che riproducono particolari movenze, la maggior parte delle volte di animali, ma anche di situazioni particolari (come nel caso dello Zui Baxianquan).

Radici culturali


In Cina come in svariate altre parti del mondo, l'imitazione degli animali ha una tradizione antica nelle danze e negli esercizi salutistici. Sebbene qualcuno ipotizzi un collegamento tra queste pratiche ancestrali e gli esercizi di arti marziali cinesi, non c'è alcuna evidenza diretta di tale connessione. Sicuramente c'è una continuità culturale tra tutte queste pratiche. Lo Shangshu (尚书), uno dei testi classici cinesi, narra di danze che imitano i movimenti di 100 animali. Un altro testo classico, lo Huainanzi (淮南子), documenta esercizi di imitazione dell'oca che fa il bagno, la scimmia che cerca il cibo, il falco che volteggia e la tigre che guarda. Durante la dinastia Han viene creato il Wuqinxi (五禽戏, gioco dei cinque uccelli e bestie) che imita 5 animali, cioè ossia Hu (tigre), Xiong (orso), Lu (cervo o daino), Yuan (scimmia antropomorfa), Niao (uccello), così come l'esercizio imitativo degli animali di Ge Hong (葛洪) che include per esempio il drago che vola, la tigre che cammina, l'orso che passeggia, la tartaruga che inghiotte, il serpente che si attorciglia, l'uccello che spiega le ali, la scimmia che si accovaccia, il coniglio che si sorprende.