Quello della classificazione degli stili è un problema
annoso per gli studiosi delle arti marziali cinesi, infatti, la loro realtà
ampia e variegata (si contano oltre 400 stili) rende difficile racchiuderli in
schemi rigidi e teorici.
Nonostante questa difficoltà si sono individuati molti
criteri di classificazione, di cui tre sono i principali:
1) Distinzione
tra Neijia (Famiglia Interna) e Waijia (Famiglia Esterna).
2) Distinzione tra Stili del Nord e Stili del Sud.
3) Distinzione in tre grandi zone di diffusione.
1) Neijia e Waijia
La prima grande distinzione che presentiamo è quella tra
Neijia, in altre parole gli stili interni, e Waijia, gli stili esterni.
Gli stili interni rispondono ai principi della Yin e dello
Yang, dei 5 elementi e degli Otto Trigrammi, salvo poi ritrovare negli stili
considerati esterni la rispondenza ai medesimi principi; gli stili esterni
deriverebbero dalle ginnastiche insegnate da Damo.
Ciò determina un’altra ipotesi sull’utilizzo dei termini
interno ed esterno, legata all’origine differente dei due sistemi, perché il
Neijia viene fatto risalire, come pensiero filosofico, agli insegnamenti di
Laozi, un cinese, da qui l’aggettivo interno; il Waijia, come ho già detto
prima, viene fatto risalire a Damo (nome cinese di Bodidharma), un persiano o
indiano, uno straniero, da qui il termine esterno .
In realtà non è assolutamente facile cogliere il significato
profondo della differenza fra Waijia e Neijia.
In linea di massima si potrebbe affermare che le scuole di
wushu Waijia o scuole esterne, si basano su di un lavoro fisicamente molto duro
ed usano tecniche molto precise e ben definite. Attraverso il tipo di lavoro
fisico che si usa nell’allenare questi stili si ottiene un rafforzamento dell’apparato
osteo-articolare (spesso nell’esecuzione di posizioni basse e statiche) e di
seguito dell’apparato muscolo-tendineo (esecuzione di gesti atletici in grande
velocità). All’interno o per mezzo di queste azioni si arriva ad un uso
razionale della respirazione (Qi), alla protezione dei principi vitali (Jing),
alla condensazione dell’intenzione (Yi) e all’elevazione dello spirito (Shen)
in un processo cosiddetto di “raffinazione delle tre energie” (Qi-Jing-Shen).
Nelle scuole di Wushu Neijia o scuole interne, questo
processo è invertito. All’inizio della pratica si pone subito l’attenzione alla
liberazione dello spirito “Shen” per poi dirigere l’intenzione “Yi”, mobilitare
il principio vitale “Jing”, dirigere il respiro “Qi” ed infine rigenerare la
forma corporea (Xing).
Si può quindi affermare che sia negli stili Neijia sia negli
stili Waijia gli elementi fondamentali sono sempre i medesimi: ossa, muscoli,
tendini, circolazione dei liquidi corporei vitali (Jing), respirazione (Qi),
mente/spirito (Yi/Shen). Si può quindi anche affermare che i due metodi, con
sistemi di lavoro diversi si propongono i medesimi scopi.
Il Neijia è spesso accostato a significati esoterici, forse
a causa dei presunti legami che, pare, questi stili abbiano con la filosofia e
la religione taoista. In realtà facendo riferimento a questi stili si parla di
“forza interna” poiché la manifestazione della forza fisica esiste comunque
come negli stili esterni ma è meno evidente, più profonda e flessibile e
soprattutto è basata su di una coordinazione precisa tra l’atteggiamento
mentale/spirituale e la struttura del corpo umano, una sorta di potenza
psicofisica che scaturisce in modo fulmineo e devastante. L’esempio tipicamente
usato per capire e spiegare questo fenomeno è quello dell’acqua e della sua
forza intrinseca; basti pensare alla cedevolezza dell’acqua, in stato di
quiete, e all’effetto che farebbe l’essere investito da un’onda alta tre metri.
Possiamo concludere affermando che quando parliamo di Neijia
o di Waijia parliamo di due facce della stessa medaglia e nel gergo delle arti
marziali è uso dire che “l’interno” necessita “dell’esterno” per manifestarsi e
“l’esterno” necessita “dell’interno” per avere forza vitale.
Gli stili interni sono anche detti morbidi; quelli esterni
sono anche detti duri: questo per sottolineare che nella pratica dei primi
sarebbero quasi assenti le contrazioni muscolari massimali e nei secondi al
contrario abbonderebbero.
Durante il periodo nazionalista (1927-1949) venne fondata
l’Accademia Centrale di Guoshu di Nanchino che era divisa in due sezioni
principali, una in cui venivano praticati i sistemi Neijia, detta Wudang, e
l’altra in cui venivano praticati i sistemi Waijia, detta Shaolin. In questo
modo si ribadisce il presunto collegamento al Taoismo da una parte ed al
Buddismo dall’altra.
Wudang e Shaolin sono due famosi centri religiosi e per la
pratica delle arti marziali: Shaolin è un tempio buddista sede dei famosi
Monaci Guerrieri; Wudang è una montagna sacra Taoista, che ospita un complesso
di templi.
Neijia
|
Waijia
|
Interno
|
Esterno
|
Wudang
|
Shaolin
|
Taoismo
|
Buddismo
|
Setta Chuan Zhan
(rivelazione dell’insegnamento) |
Setta Chan
(Zen in giapponese) |
Morbido
|
Duro
|
Un’altra località importante nel panorama del wushu è la
montagna Emei, luogo sacro per i buddisti ma che accoglie numerosi templi
taoisti; gli stili di pugilato che vi si originano, a detta di coloro che li
praticano, inglobano elementi Wudang/Neijia e Shaolin/Waijia. Probabilmente
questo discorso è generalizzabile a tutti gli stili di Wushu tradizionale,
infatti, nel passato fino all’epoca della dinastia Ming (1368-1644) tale
divisione non esisteva; la distinzione comincia ad apparire in alcuni scritti
della fine del 1600, in cui si afferma che nel 1500 appare nell’area di Ningbo
e Wenzhou nel Sud-Est della Cina (più precisamente nella provincia dello
Zhejiang) uno stile nuovo di Wushu detto Neijiaquan, che si faceva risalire al
monaco taoista Zhang Sanfeng della Montagna Wudang.
Zhang avrebbe imparato il sistema Waijia a Shaolin e poi con il supporto di nuovi concetti, avrebbe creato questo nuovo stile. Una scuola che si dice erede di questo sistema esiste ancor oggi nel Sud, anche se si tende a credere che lo stile originario sia andato perduto.
Lo Xingyiquan, il Taijiquan e il Baguazhang sarebbero stati sviluppati in modi diversi ma cercando di riprodurre i concetti del Neijiaquan di Zhang Sanfeng. Nel 1882, per iniziativa di Cheng Tinghua, un maestro di Baguazhang, alcuni importanti maestri di quei tre stili cercarono di riunirli in una famiglia unica, cui assegnarono il nome Neijia.
Zhang avrebbe imparato il sistema Waijia a Shaolin e poi con il supporto di nuovi concetti, avrebbe creato questo nuovo stile. Una scuola che si dice erede di questo sistema esiste ancor oggi nel Sud, anche se si tende a credere che lo stile originario sia andato perduto.
Lo Xingyiquan, il Taijiquan e il Baguazhang sarebbero stati sviluppati in modi diversi ma cercando di riprodurre i concetti del Neijiaquan di Zhang Sanfeng. Nel 1882, per iniziativa di Cheng Tinghua, un maestro di Baguazhang, alcuni importanti maestri di quei tre stili cercarono di riunirli in una famiglia unica, cui assegnarono il nome Neijia.
2) Stili del Nord e
Stili del Sud
Un'altra grande distinzione è quella tra il Changquan
(Pugilato Lungo) o Stili del Nord e il Nanquan (Pugilato del Sud) o Stili del
Sud.
Essa corrisponde ad un’importante ripartizione culturale,
etnica, linguistica e geografica che da secoli vuole la Cina divisa in due
macroregioni separate tra loro dallo Changjiang (il Fiume Lungo, anche detto
fiume azzurro), la Cina del Nord e la Cina del Sud.
Cina
del Nord
|
Cina
del Sud
|
Grano, Granturco,
Sorgo, etc.
|
Riso
|
Temperatura minima
annua –23°
|
Temperatura minima
annua 9°
|
Lingua: Mandarino
|
Lingua: Cantonese
|
Territorio di praterie e desertico
|
Territorio con una florida
vegetazione subtropicale
|
Poiché Wudang si trova a Sud e Shaolin a Nord dello
Changjiang, si è teso ad identificare gli Stili Wudang con gli stili del Sud e
gli Stili Shaolin con gli Stili del Nord; ciò porterebbe ad affermare che il
Taijiquan, il Baguazhang e lo Xingyiquan siano stili del Sud, ma siccome sia
per la loro origine che per la loro diffusione sono notoriamente stili del Nord
quest’associazione viene automaticamente a cadere.
Si può affermare che la distinzione tra Stili del Nord/
Changquan e Stili del Sud/Nanquan è una ripartizione a cui possono essere
sottoposti i sistemi Waijia/Shaolin.
Neijia/Wudang
|
Waijia/Shaolin
|
Xingyiquan
|
Changquan
|
Baguazhang
|
Nanquan
|
Taijiquan
|
|
Wudangquan
|
|
Liuhebafa
|
|
E’ assai facile riconoscere che negli Stili del Nord vi è un
uso prevalente delle gambe e del movimento fluido, mentre negli Stili del Sud,
al contrario, è prevalente l’uso delle braccia e delle posizioni statiche.
Questa differenziazione si presenta assai marcata e dovrebbe
aver avuto origine, secondo alcune fonti, 200 anni or sono; ad essa si sono
date spiegazioni legate ai diversi ambienti geografici ed urbanistici. Si dice
che al Nord la presenza di praterie ha favorito la pratica più ampia del
movimento, mentre al Sud la presenza di risaie e di abitazioni fluviali su
chiatte ha favorito la ricerca della stabilità delle posizioni e ha
disincentivato l’uso dei calci.
Changquan/Stili
del Nord
|
Nanquan/Stili
del Sud
|
Posizioni Basse ed Ampie
|
Posizioni Statiche. Prevalenza
del Mabu e delle Tecniche di Braccia
|
Calci, Salti, tecniche acrobatiche
|
Pochi calci, in genere colpiscono
all’altezza delle ginocchia.
|
Movimento fluido
|
Frequentissime contrazioni muscolari
|
Gli Stili del Sud o Nanquan fanno tutti riferimento nel loro
mito delle origini alla distruzione di un Tempio Shaolin (probabilmente un
sussidiario) per opera delle truppe imperiali Manciù, e si ritengono gli eredi
dei monaci sopravvissuti a tale distruzione.
Questa storia rivela l’appartenenza di tali stili
all’ambiente delle Società Segrete (Hui) che erano nate in funzione
anti-mancese e che avevano l’esigenza di creare rapidamente una base militare,
utilizzata anche per la raccolta di fondi tramite attività illecite.
Tra essi potete trovare:
l’Hongjiaquan o Hunggar Kuen (Pugilato della Famiglia Hong),
lo Yongchunquan o Wingchun (pugilato dell’eterna primavera),
Liujiaquan o Laugar Kuen (Pugilato della Famiglia Liu),
il Wumeihuaquan (Pugilato dei Cinque Fiori di Prugno),
il Gouquan (Pugilato del Cane),
il Wuzuquan (Pugilato dei Cinque Antenati), ecc....
Il Cailifoquan detto Choy Li Fut (Pugilato buddista della famiglia Caili), pur essendo stato fondato nel sud della Cina contiene molti elementi dei pugilati del Nord.
Lo Zhoujia detto Chowgar Kuen (Pugilato della famiglia Chow) è uno stile praticato dalla minoranza Khejia detta Hakka (famiglie ospiti), che fa risalire le proprie origini alla famiglia imperiale Ming e al tempio di Shaolin, ed è stato chiamato anche Tanglangquan Nanpai (Fazione del Sud della Mantide Religiosa).
l’Hongjiaquan o Hunggar Kuen (Pugilato della Famiglia Hong),
lo Yongchunquan o Wingchun (pugilato dell’eterna primavera),
Liujiaquan o Laugar Kuen (Pugilato della Famiglia Liu),
il Wumeihuaquan (Pugilato dei Cinque Fiori di Prugno),
il Gouquan (Pugilato del Cane),
il Wuzuquan (Pugilato dei Cinque Antenati), ecc....
Il Cailifoquan detto Choy Li Fut (Pugilato buddista della famiglia Caili), pur essendo stato fondato nel sud della Cina contiene molti elementi dei pugilati del Nord.
Lo Zhoujia detto Chowgar Kuen (Pugilato della famiglia Chow) è uno stile praticato dalla minoranza Khejia detta Hakka (famiglie ospiti), che fa risalire le proprie origini alla famiglia imperiale Ming e al tempio di Shaolin, ed è stato chiamato anche Tanglangquan Nanpai (Fazione del Sud della Mantide Religiosa).
Negli Stili del Nord troviamo una realtà più variegata
perché i miti delle origini fanno riferimento a storie più antiche e
differenti, nonostante l’epoca Ming sia quella che, per la maggior parte di
essi, ha segnato il periodo di maggior diffusione.
Tra essi spiccano
il Bei Tanglangquan (Mantide Religiosa del Nord),
lo Huaquan,
il Bajiquan (Pugilato delle Otto Direzioni),
Chaquan,
Zhaquan,
Luohanquan (Pugilato dei Discepoli di Budda),
Yingzhaoquan (Pugilato dell’Artiglio dell’Aquila).
Anche il Meihuaquan (Pugilato del Fiore di Prugno) è solitamente inserito in questa categoria.
il Bei Tanglangquan (Mantide Religiosa del Nord),
lo Huaquan,
il Bajiquan (Pugilato delle Otto Direzioni),
Chaquan,
Zhaquan,
Luohanquan (Pugilato dei Discepoli di Budda),
Yingzhaoquan (Pugilato dell’Artiglio dell’Aquila).
Anche il Meihuaquan (Pugilato del Fiore di Prugno) è solitamente inserito in questa categoria.
3) Area del Nord-Est, Area del Sud, Area del Sichuan.
Anche questa catalogazione segue un criterio geografico, che
tiene conto delle tre maggiori aree di diffusione e di pratica del Wushu in
Cina.
L’Area del Nord-Est comprende le Province di Hebei,
Shandong, Jiangsu, Anhui ed Henan. L’Henan è la provincia dove si trovano il
Tempio di Shaolin ed il Villaggio Chenjiagou.
L’Area del Sud comprende in particolare le Province di Fujian
e Guangdong, due località dove si ipotizza potesse sorgere il Tempio Shaolin
del Sud.
L’Area del Sichuan fa riferimento all’omonima provincia,
dove si trova la Montagna Emei, di cui si è già parlato precedentemente.
Questa classificazione può essere intesa anche come una
suddivisione che proviene dalle altre due, inserendo come terzo sistema quello
Emei, che viene inteso come un punto di incontro tra le caratteristiche dei
sistemi Wudang e i sistemi Shaolin, anche intesi come Stili del Sud e Stili del
Nord, già confutato sopra.
Questa divisione è interessante proprio perché sottolinea le
località che rivestono una certa importanza per il Wushu, ma non ne esaurisce
certo l’elenco.
Altre forme di classificazione
Rispetto alle tre aree geografiche individuate sopra,
dobbiamo costatare che ci sono stili che non vi possono essere collocati ed
inoltre presentiamo altri sistemi di classificazione insoliti.
Vi sono stili che hanno avuto la loro origine geografica nel
Tibet (anche se oggi non vi sono più praticati): il Lamapai, un tipo di
Baihequan, ecc.
Altri stili sono legati alle minoranze etniche (esistono in
Cina più di cinquanta minoranze), tra cui una categoria importante è
rappresentata dagli stili praticati dalla minoranza Hui (di religione
Islamica), foltissimo gruppo di stili dell’area del Changquan: il Chaquan
(pugilato della famiglia Cha), lo Zhaquan (pugilato della famiglia Zha), il
Tantui (gambe rimbalzanti), ecc.
Moltissimi stili poi sono praticati dalle minoranze etniche
che vivono prevalentemente nello Yunnan (Provincia che confina con il Vietnam,
il Laos, la Cambogia e la Birmania).Tra questi riveste particolare interesse
tra i praticanti di Meihuaquan, il Simenquan (Pugilato delle Quattro Porte)
praticato da alcune delle minoranze, che ha molte somiglianze con il Pugilato
del Fiore di Prugno, anche se invece che sui pali viene praticato attorno a
delle buche. Alcuni stili prendono addirittura il nome di alcune di queste
minoranze essendo caratteristici di una sola di esse: Miaoquan, Achangquan, Yaoquan,
etc.
Un’altra minoranza importante è costituita nel sud dagli
Kejia (detti Hacca), popolazione di etnia Han, che, protagonisti di una
migrazione successiva, non si sono mai integrati con gli Han, che già vivevano
in quella zona, anche perché in possesso di una forte identità culturale.
Questa minoranza pratica uno stile particolare, che viene attribuito alla
famiglia imperiale Ming e prende nomi diversi: Zhoujia detto Chowgar (pugilato
della famiglia Zhou, che sarebbe il nome originario) Tanglang del Sud (che
sarebbe invece un nome di comodo individuato per sfuggire alle persecuzioni
mancesi).
Questo Tanglang è molto diverso da quello creato da Wang
Lang nello Shandong e avrebbe poco dello stile imitativo della mantide, a cui
invece appartiene il secondo.
Gli Stili Imitativi degli Animali attraversano
trasversalmente tutte le altre categorie. In questi stili si imita solitamente
la mimica degli animali. Vengono, ad esempio, inclusi in questo gruppo il
Tanglangquan (pugilato della mantide), l’Hequan (Pugilato della Gru), il
Gouquan (Pugilato del Cane), l’Yingzhaoquan (Pugilato dell’artiglio
dell’aquila), l’Heihuquan (Pugilato della Tigre Nera), l’Houquan (pugilato
della scimmia).
Altri casi particolari sono costituiti da stili che esistono
sia al Nord sia al Sud, come per esempio il Longquan (Pugilato del Drago) che
viene distinto in Stile del Drago del Sud e Stile del Drago del Nord.
Nuovo sistema di classificazione per le forme e gli stili “tradizionali”
Questo sistema di catalogazione moderno è stato definito dal
“Canadian Martial Arts Games Committee”, una associazione di Wushu canadese,
con la finalità di accorpare forme o stili tradizionali “dimostrativi”
all’interno della medesima gara. Ci fornisce otto criteri di suddivisione, che
tengono conto del tipo di movimento prevalente e dell’emissione della potenza.
1) Movimenti Morbidi e di Tipo
Rilassato.
I movimenti sono lenti e continui senza fermate improvvise o
interruzioni, la parte superiore e quella inferiore si spostano all’unisono, si
enfatizza il movimento rilassato e naturale senza emissioni di potenza
improvvise, dure o esplosive.
Fanno parte di questa categoria: Taijiquan stile Yang, Taijiquan stile Wu, Liuhebafaquan, etc.
Fanno parte di questa categoria: Taijiquan stile Yang, Taijiquan stile Wu, Liuhebafaquan, etc.
2) Movimenti Morbidi con
Occasionali Emissioni di Potenza Esplosiva.
Anche qui i movimenti sono lenti e continui, rilassati e
naturali, ma con emissioni occasionali di potenza improvvisa, acuta o
esplosiva.
Fanno parte di questa categoria: Taijiquan stile Chen, ecc.
3) Tipo di Movimento Morbido e
Rapido.
I movimenti sono morbidi, rilassati e continui ma non lenti;
si usano i passi per condurre il corpo con molte rotazioni; rare emissioni di
potenza improvvisa, acuta, o esplosiva.
Fanno parte di questa categoria: Baguazhang, la forma veloce
dello stile Yang di Taijiquan, la forma veloce dello stile Wu di Taijiquan, la
forma dei Cinque Elementi Wudang Tai Yue, etc.
4) Uso Totale della Potenza
Esplosiva.
Generalmente semplici con molte ripetizioni dei movimenti e
poche variazioni; si pone enfasi sul dimostrare l’utilizzo di tutto il corpo
per generare potenza acuta, improvvisa ed esplosiva.
Fanno parte di questa categoria: Xingyiquan, Liuhequan,
Bajiquan, la seconda forma Paoquan (pugno a cannone) dello stile Chen di
Taijiquan, certe forme di Shaolinquan.
5) Posizioni Alte e Colpi a
Corto Raggio.
Le posizioni generalmente sono alte e ci si limita a
cambiamenti delle tecniche della mano corte e veloci. L’enfasi è posta sui
movimenti piccoli della parte superiore del corpo e sulle emissioni di potenza
brevi ed acute. C’è generalmente meno utilizzo delle tecniche di gamba.
Fanno parte di questa categoria: Yongchunquan, Baihequan del
Fujian, Tanglang Nanpai, Baimei, Longquan, etc.
6) Con Posizioni Basse e di
Tipo Solido.
Le posizioni generalmente sono basse, ampie e solide; c’è
una mescolanza di tecniche di mano lunghe e corte; l’enfasi è posta sui
movimenti della parte superiore del corpo, larghi o lunghi oppure sulle
emissioni di potenza dura.
Fanno parte di questa categoria: Hongjiaquan, Zhoujiaquan,
Cailifoquan, etc.
7) Tipo che utilizza l’Attacco
Mobile.
Uso mescolato di posizioni alte e basse con cambiamenti
rapidi dei passi; uso sia di tecniche di braccia che di tecniche di gambe; si
pone risalto sul girarsi, saltare, scivolare e avanzare di lato con grandi
movimenti e con cambiamenti rapidi delle tecniche.
Fanno parte di questa categoria: molti stili Changquan, come
Chaquan, Huaquan, Shaolinquan, Changquan, Tantui, Tongbeiquan, Piguaquan,
Fanziquan, Mizongquan, Bei Tanglangquan, Yingzhaoquan, ecc.
8) Tipo che si Muove sul Terreno.
Si basano essenzialmente sui movimenti acrobatici di caduta,
le proiezioni, i rotolamenti, le capriole ed i movimenti di combattimento a
contatto diretto col terreno.
Fanno parte di questa categoria: Ditangquan (Pugilato delle
cadute), Gouquan, Houquan e Zuiquan (Pugilato dell’ubriaco).
Stile Tradizionale o Stile Moderno?
Questa non è una catalogazione, ma una suddivisione che
appartiene al linguaggio comune del Wushu e nel senso comune mette in
opposizione il Wushu Moderno, la forma di Arte Marziale codificata in Cina
Popolare a partire dagli anni ’50, e tutto ciò che era pre-esistente
definendolo tradizionale. Se possiamo accettare ciò, dal punto di vista
gergale, perché i termini così intesi sono ormai generalmente d’uso comune, possiamo
anche accettare tale distinzione come corretta?
Il processo di modernizzazione nelle arti marziali, in
genere, inizia a causa della introduzioni delle armi da fuoco e tale processo
in Cina coincide grosso modo col periodo che va dalle “Guerre dell’oppio”
(1839-1842 e 1856-1860) alla “Rivolta dei Boxer” (1898-1900).
Quali sono le caratteristiche di questa modernizzazione nel
Wushu cinese? Proveremo a fornire alcune chiavi di lettura: gli stili moderni
hanno una diffusione mondiale non più circoscritta a piccole realtà
geografiche; le arti marziali diventano un aspetto marginale nelle strategie e
nelle tecniche da guerra; queste pratiche vengono utilizzate per finalità
sportive-agonistiche; si esce dall’ottica della “verità rivelata dai maestri di
arti marziali”, cercando invece di capire i principi biomeccanici che regolano
il movimento corporeo e le strategie dell’allenamento; la commercializzazione
delle tecniche diventa di massa.
Dal 1800 ad oggi assistiamo alla nascita di stili come il
Baguazhang, lo Yiquan, lo Ziranmen, ecc.; li consideriamo Moderni o
Tradizionali? Il Taijiquan stile Yang codificato nel 1928 come pratica
salutistica come lo consideriamo? Moderno o Tradizionale?
I Lianbuquan codificati dai maestri nazionalisti presso la
accademia di Nanchino, uno dei quali ci è stato trasmesso da Zhang Zuyao,
possono essere considerati Tradizionali?
Il culmine di questo processo viene raggiunto prima con
l’istituzione del Guoshu (arte nazionale) e poi del Wushu Moderno.
E’ caratteristica comune di tutti gli Stati Centrali
Totalitari quella di cercare di controllare e regolamentare tutte le realtà
della vita civile, per dar vita ad un forte sentimento di unità ed a una
immagine nazionale.
Ciò è appartenuto sia al Governo Nazionalista del 1928, che
al Governo Popolare del 1949 ed ha investito anche la frastagliata realtà delle
arti marziali cinesi.
In particolare il Guoshu è stato creato per incanalare nel
sistema statale tutte quelle persone ed associazioni che potenzialmente
avrebbero costituito dei focolai di ribellione, o delle società segrete, pronte
a rovesciare il governo. Così, invece, i praticanti di arti marziali erano
riconosciuti ed adulati dallo Stato, divenendo il braccio armato dello Stato
stesso e dei possidenti terrieri che lo sostenevano. I tornei diventarono una
valvola di sfogo che svolgeva varie funzioni: i praticanti esaurivano il loro
istinto bellicoso, la popolazione assisteva alla grandiosità dell’arte
nazionale (e quindi della Cina Nazionalista), si creava un collettore ufficiale
per le scommesse, grande passione dei cinesi dell’epoca.
Quindi possiamo comprendere che l’utilizzo dispregiativo del
termine “Moderno” fatto dai transfughi di Taiwan nei confronti del Wushu
praticato nella Cina Popolare sia solamente una contrapposizione politica. I
praticanti di Taiwan hanno sempre rivendicato il possesso dell’autenticità
“Tradizionale” delle arti marziali, ma a tutt’oggi possiamo affermare che a
Taiwan, tutt’al più, possiedono l’autenticità della tradizione del Guoshu, una
riunione moderna di vari stili tradizionali, ben lontana, sia nella qualità sia
nei numeri, dalla pratica riscontrabile nel Wushu della Cina Popolare.
Se è vero che nella Cina Popolare si possono trovare ancora
oggi i veri stili tradizionali bisogna dire, però, che come contrappeso a tutto
questo si pone l’ufficializzazione nel 1978 del cosiddetto “Wushu Moderno”,
utilizzato più che altro a fini terapeutici e formativi, attraverso una
reinterpretazione a livello psicofisico dell’attività marziale. In questo
processo di “modernizzazione” viene coscientemente trascurato l’aspetto
marziale dell’attività, giacché espressione ideologica di un passato politico
in contrasto con i nuovi ideali del comunismo, pur evidenziando l’espressione
sportiva vista come emblema di una millenaria eredità culturale di tutto il
popolo cinese.