Lo ie (家
traducibile come "gruppo
familiare") era l'unità di base del diritto giapponese
fino alla fine della seconda guerra mondiale: gran parte delle
questioni legali, civili e penali, vedevano coinvolgere le famiglie
piuttosto che i loro singoli individui. Lo ie viene spesso associato
al concetto di famiglia tradizionale in Giappone, laddove marito e
moglie, con i loro figli e i parenti del marito, rappresentavano i
componenti principali del gruppo familiare.
Il sistema venne abolito nel 1947 con
la revisione del diritto di famiglia giapponese avvenuto sotto
l'influenza delle autorità di occupazione degli Alleati, e la
società giapponese iniziò la transizione verso un sistema di
famiglie nucleari più "occidentale".
Caratteristiche
Lo ie era caratterizzato da un
sistema patrialineare e da una rigida gerarchia strutturata in base
all'età dei suoi membri, generalmente marito e moglie, i loro figli
e i parenti del marito. Le responsabilità familiari avevano la
precedenza sui desideri individuali, poiché la famiglia, piuttosto
che l'individuo, era considerata l'elemento collante che garantiva la
sopravvivenza all'interno del sistema sociale.
La peculiarità di tale sistema
consisteva nella caratteristica essenziale, per ritenersi membri di
una medesima famiglia, di abitare tutti all'interno della stessa
casa. Il figlio maggiore era designato come erede della famiglia e,
una volta completato il passaggio da padre a figlio delle proprietà,
del nome e dei titoli, diveniva responsabile della cura e del
sostentamento dei genitori. In caso di mancanza di eredi maschi,
all'interno del nucleo familiare poteva rientrare anche il genero, o
qualsiasi estraneo che avesse anche solo un minimo grado di
parentela, al quale veniva dato il cognome della famiglia. Questo
avveniva anche anche nel caso in cui i figli maschi non fossero
ritenuti degni di perpetuare il nome di famiglia. I figli minori
avevano la possibilità di formare famiglie autonome, che tuttavia
rimanevano affiliate e subordinate (in base al grado di
interdipendenza economica) a quella principale.
Ruoli all'interno dello ie
Il sistema ie vedeva la presenza
di marcati ruoli di genere all'interno del gruppo familiare, con
l'uomo che si ergeva a capofamiglia dotato di potere decisionale
quasi assoluto sugli altri membri della famiglia. La donna, per
contro, aveva il dovere di onorare, più di quanto non facesse con i
genitori, i propri suoceri, obbedire e servire il marito, mostrarsi
accondiscendente e premurosa, e donare degli eredi alla propria
casata. Questa totale sottomissione era la chiave di volta che teneva
in piedi l'intero sistema governativo del Giappone e veniva
considerato l'unico modo per dare pace e stabilità al Paese, benché
fosse noto il totale sacrificio delle donne a questo tipo di
gerarchia.
Matrimoni combinati
Nella famiglia tradizionale il
matrimonio era visto come un importante collegamento tra le famiglie
ed era fonte di grande preoccupazione in quanto la salvaguardia
dell'identità dello ie aveva priorità assoluta, sicché il
matrimonio combinato (見合い
miai)
era molto diffuso nel Giappone pre-bellico mentre i membri della
giovane coppia avevano poca o nessuna voce in capitolo
nell'organizzazione.
L'organizzazione del matrimonio era affidata a un mediatore
specializzato che si assumeva l'onere e la responsabilità di
comunicare ai genitori l'eventuale rifiuto o la conclusione positiva
dell'accordo. Inoltre, i genitori avevano la facoltà di richiamare i
figli presso la propria abitazione se non soddisfatti dell'esito del
matrimonio. Tale pratica era diffusa soprattutto tra le classi
sociali più alte, in quanto maggiormente attente a mantenere una
certa reputazione.
Influenza sul moderno registro familiare
Dopo la seconda guerra mondiale le
leggi su matrimonio, divorzio, successione ed eredità furono
completamente riviste sotto l'influenza delle autorità di
occupazione alleate, e la società giapponese iniziò una graduale
transizione verso un sistema familiare più occidentalizzato. Vennero
mantenuti comunque alcuni aspetti caratteristici del sistema ie,
alcuni dei quali possono essere ritrovati all'interno del sistema
koseki (戸籍),
il registro familiare di norma in Giappone, che raccoglie tutte le
informazioni su un determinato gruppo familiare e i cambiamenti che
avvengono all'interno dello stesso nel corso degli anni.
Durante la compilazione del koseki
è necessario indicare un capofamiglia. Benché sia concessa totale
libertà di scelta, questa ricade solitamente sull'uomo (il 98% delle
famiglie giapponesi nomina il marito come proprio capofamiglia). Per
legge tutti i membri della famiglia devono portare il cognome del
capofamiglia. Inoltre, la coppia sposata è tenuta a condividere lo
stesso cognome, con uno dei due coniugi (di solito la moglie) che
rinuncia al suo cognome per appropriarsi di quello del compagno. Solo
raramente accade che sia il marito a prendere il cognome della
moglie, quando questo viene designato dal suocero come successore ed
erede della famiglia (ciò avviene soprattutto in ambito politico).
Pur essendo presenti sistemi di registro familiare simili anche in
altre società, questo sistema è stato descritto come
particolarmente severo in quanto esclude qualsiasi famiglia che non
rientra nella struttura patrilineare incoraggiata dal koseki.
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