lunedì 18 aprile 2022

Che cos'è in realtà la meditazione e come esattamente la migliora una persona?

Con il termine meditazione, indichiamo un metodo che permette di compiere un'esplorazione, un viaggio all'interno di se stessi, con lo scopo dichiarato di comprendere e mettere in risalto la nostra parte più profonda e quindi autentica.

Gran parte del nostro senso di identità, proviene dalla nostra immagine corporea; quell’escludere i sensi nella meditazione, tende a ridurre la nostra percezione di identità, aiutandoci a destabilizzare il nostro stato usuale di coscienza, liberando energia, che sarebbe assorbita dall’utilizzo dei sensi e ravvivando così le nostre percezioni; i vagabondaggi mentali cessano, e la mente percepisce sempre più l’”essenziale a scapito dell’accidentale”. È in pratica una deprivazione sensoriale.

È questo il segreto; l’esclusione dei sensi è il primo passo perchè la maggior parte degli stimoli che tengono impegnata la mente, arrivano proprio dai sensi. In pratica è come se ci accorgessimo di “stare vivendo” con tutte le conseguenze - mentre prima vivevamo in maniera passiva e non nel “qui e ora” dei maestri taoisti. Una breve riflessione, presa dal mondo informatico.

La prima, straordinaria scoperta che si fa quando si inizia la pratica della meditazione, è che in realtà, dentro di noi non siamo soli. Ci sono due "noi stessi" che si evidenziano già nelle prime sedute: il primo sembra essere l'”Io” di tutti i giorni, che si identifica con la mente che vaga incessantemente di pensiero in pensiero, seguendo un percorso tortuoso, caratterizzato da salti di tempo, luogo e situazione.

Dato che meditare significa innanzitutto osservare quei pensieri senza interferire ma limitandosi ad osservarli, questo ci obbliga a far in modo che una seconda parte della mente sia presente e soprattutto che quella parte di mente che presiede l'evento - sia immobile. Per fare un paragone informatico, la mente in questo modo diventa un'unità partizionata.

Come un disco rigido di un computer può essere formattato in maniera tale da ottenere due aree distinte, una riservata ai dati - e quindi in continuo cambiamento - e l'altra dedicata al sistema operativo che rimane invece fissa ed immutabile, la mente possiede una sezione riservata, dove i dati non possono essere immagazzinati.

Si evidenziano quindi due distinte menti: quella alla quale siamo abituati - volatile, disordinata e caotica - e una seconda mente, ferma e immutabile. Il segreto credo, risieda nell'applicare nella vita, la strategia delle due menti, analogamente a quanto si fa nella meditazione. Ecco il perché del famoso “testimone” citato in questa mia riflessione: Come si fa a mettere in pratica la massima: “Conosci te stesso”?

Con la mente superiore si rimane distaccati dalle implicazioni emotive, guardando appunto gli eventi da una prospettiva che offra il più largo angolo di osservazione, evitando così il pericolo che il coinvolgimento - subìto in prima persona - ci spinga a venir meno alla comprensione fondamentale di una realtà in costante perfezionamento. Dall'altra, è importante non perdere la propria forma umana e quindi continuare ad essere coinvolti emotivamente: provare amore, compassione, affezione.

La parte "umana" gode e agisce della sua vita terrena e dei suoi affetti, conservando tutte le caratteristiche proprie degli esseri viventi. La parte "immutabile" però è sempre presente e veglia incessantemente sulla parte umana elevandola ad una posizione superiore, non appena si accorge che essa sta perdendo la visione d'insieme.

Nel tempo - così come un sistema operativo si arricchisce di nuove funzionalità mediante gli aggiornamenti - la mente immutabile acquisisce nuove parti fisse, aumentando quindi il volume ad essa riservato. E dato che in un sistema ripartito - lo spazio complessivo rimane comunque invariato - aumentando lo spazio del sistema operativo, lo spazio riservato ai dati, inevitabilmente diminuisce.

Questo fa si che la parte immutabile diventi sempre più grande, a scapito dell’area dati, che diminuisce inesorabilmente fino a diventare una parte trascurabile del tutto. Quando il sistema partizionato diventa di nuovo un sistema integro – sostituendo - man mano - la parte volatile con quella immutabile - lo scopo è raggiunto: la mente diventa interamente parte immutabile. In questo modo, non è più soggetta alle variazioni dovute all’affluenza dei dati - non dipende più da quello che giorno per giorno è in continuo cambiamento.

Schematizzando, da una diviene due, per poi tendere nuovamente ad una; una volta riunificata, il risultato sarà raggiunto. Non so se mi sono spiegato; la meditazione quindi, serve per osservare il nostro modo di agire - in modo di cogliere - vuoi errori ma anche opportunità – di crescita interiore.

Il nostro cervello - ha scritto il Prof. Carl Sargent dell’Università di Cambridge – è programmato per rispondere alle sollecitazioni esterne che sono in continuo cambiamento. Se la nostra vista, udito e tatto non registrano più degli stimoli significativi, il nostro cervello si sintonizza sui canali della percezione extrasensoriale”.

È per questo che molti hanno delle esperienze particolari durante la seduta di meditazione; affiorano aspetti nascosti sotto un tappeto da noi stessi tessuto.




domenica 17 aprile 2022

Tyson Fury


 Tyson Luke Fury è un pugile inglese nato a Wythenshawe il 12 agosto 1988. Soprannominato “Il re gitano” (“The Gipsy King“) per via delle origini nomadi, è detentore dei titoli mondiali dei pesi massimi WBC e The Ring dal 2020.

É autore assieme al pugile Deontay Wilder di una nota trilogia, conclusasi nel 2021 con la supremazia di Fury.

È due volte campione del mondo dei pesi massimi, avendo ottenuto i titoli WBC e Ring Magazine dalla vittoria contro Deontay Wilder nel 2020; in precedenza si è guadagnato l’Unified WBA (Super), IBF, WBO, IBO e il titolo “The Ring” dopo aver sconfitto Wladimir Klitschko nel 2015. Con la sconfitta di Wilder nel 2021, Fury diventa il terzo peso massimo, dopo Floyd Patterson e Muhammad Ali, ad ottenere il titolo “The Ring” per ben due volte, ed è considerato da Media Butlets il successore lineare del titolo.

Tyson Fury è alto 216 cm ed al suo match contro Wilder del 9 ottobre 2021 ha segnato un peso sulla bilancia di 125.6 kg.

Secondo ESPN, TBRB e BoxRec è il miglior peso massimo in attività dal dicembre 2020.


Biografia

Tyson Fury nasce a Wythenshawe, un sobborgo del sud di Manchester, da genitori di origini irlandesi da una famiglia di pugili. Il padre, conosciuto come John “Gipsy” Fury, è stato un pugile professionista negli anni ottanta, mentre il cugino Andy Lee ha vinto il titolo 2014 dei pesi medi WBO.

Tyson conobbe sua moglie Paris quando lei aveva 15 anni e lui 17: entrambi provenivano da una famiglia nomade irlandese. Si cominciarono a frequentare l’anno seguente e si sposarono nel 2008 a St.Peter nella Chiesa Cattolica di Chains nel Doncaster, South Yorkshire. La coppia ha sei figli: tre figli, chiamati tutti Prince e tre figlie. Sembra che siano stati chiamati così sia per fare onore al suo soprannome “King” (“Io sono un re e loro sono principi finché non guadagnano legittimamente il loro nome”) sia in riferimento al pugile Prince Naseem Hamed, all’epoca il suo fighter britannico preferito.

La moglie di Fury ha perso due figli prima della nascita, entrambi nei giorni in cui Tyson avrebbe dovuto combattere: prima del match annullato contro Ustinov nel 2014 ed al suo comeback contro Seferi nel 2018.

Fury vive a Morecambe, nel Lancashire. Nel settembre 2015 ha ipotizzato la sua candidatura come candidato indipendente al parlamento britannico per Morecambe e Lunesdale, ritenendo che il governo fosse eccessivamente concentrato sulla fornitura di servizi per gli immigrati e non abbastanza sui senzatetto e su persone con problemi di droga e alcol. i problemi. Ha anche sostenuto pubblicamente la Brexit.

Fury lamenta spesso una discriminazione classista nei suoi confronti a causa delle sue origini zingare e nel 2016 ha detto alla stampa: “Non importa quanto io possa fare bene, per tutti sarò sempre lo zingaro bianco e grasso. Sono un campione ma sarò sempre considerato un barbone“.

Fury debutta come professionista il 6 dicembre 2008 vincendo per KO tecnico contro l’ungherese Bela Gyongyosi: successivamente vincerà 6 match di fila tutti per KO e prima del limite, in soli sette mesi, contro i pugili Marcel Zeller, Daniil Peratyakto, Lee Swaby, Matthew Ellis, Scott Belshaw e Aleksandrs Selezens.

L’11 settembre 2009 Fury ha conquistato il titolo inglese dei pesi massimi contro John McDermott (25-5, 16 KO) vincendo ai punti: pur essendo considerato favorito 6 ad 1 non ha convinto durante il match ed il punteggio 98-92 dell’arbitro Terry O’Connor è stato aspramente criticato. La decisione ha portato il British Boxing Board of Control a bandire i tre giudici da tutti i titoli inglesi, e il consiglio ha ordinato un rematch, avvenuto poi nel 2010, dove Fury ha confermato la vittoria, questa volta vincendo per TKO.

Il 23 luglio 2011, Fury ha affrontato alla Wembley Arena di Londra l’imbattuto Derek Chisora per il titolo dei pesi massimi britannici e quello del Commonwealth. Sia Chisora che Fury si sono affrontati con un record di 14-0, nonostante il primo avesse 27 anni e Fury 22. Chisora era il favorito, nonostante la differenza di stazza e portata: tuttavia Fury si aggiudicò il match per decisione unanime al termine di 12 round infuocati, con punteggio 117-112, 117-112 e 118-111. Il promoter Mick Hennessy ha affermato che il match (trasmesso anche da Canale 5 in chiaro, in diretta) ha toccato il picco di circa 3 milioni di telespettatori.

Il 17 settembre 2011 Fury ha combattuto contro il trentaduenne Nicolai Firtha in un incontro non valevole per il titolo al King’s Hall di Belfast. Firtha ha accettato l’incontro con un preavviso di solo due settimane. I primi due round sono stati dominati da Fury, che dopo aver rischiato il KO al terzo round ha ripreso il controllo nel round successivo ed al quinto round ha sopraffatto l’avversario, costringendo l’arbitro a interrompere il match per KO tecnico a 2 minuti e 19 secondi. Il match ha avuto una seguito di 1,03 milioni di telespettatori su Channel 5.

Fury è tornato sul ring il 12 novembre all’Event City di Trafford Park, Manchester per difendere il suo titolo Commonwealth dei pesi massimi contro l’imbattuto campione canadese dei pesi massimi Neven Pajkic. Il match fu un susseguirsi di colpi da KO e lo stesso Fury è stato atterrato al secondo round con un destro, riuscendo a rialzarsi e rischiando il KO al terzo round, dove però riuscì a mettere a segno ben due colpi da KOT che infatti portarono all’interruzione del match da parte dell’arbitro, nonostante le proteste di Pajkic che si riteneva capace di continuare il match. Il verdetto venne aspramente criticato ed in tanti pensarono che l’interruzione del match fosse inadeguata. L’evento ha avuto una media di 1,72 milioni di telespettatori su Channel 5.

Fury ha rinunciato alla cintura nazionale britannica e del Commonwealth, nonostante il parere contrario di molti, per prepararsi ad un titolo mondiale e per conquistare quello Irlandese.

Dirà ai media “Ho lasciato i titoli britannici e del Commonwealth, che alcune persone dicono essere più prestigiosi del titolo irlandese, ma non per me. Ho lasciato quelle cinture per una title shot irlandese perché significava di più per me. Tutta la mia gente viene dall’Irlanda. Sono nato a Manchester ma sono irlandese“.

Il 14 aprile 2012 Fury ha combattuto a Belfast, all’Odissey Arena, per il titolo irlandese dei pesi massimi contro Martin Rogan, un veterano del ring a fine carriera. Fury è riuscito a mandarlo al tappeto al terzo round con un gancio sinistro e l’incontro è stato interrotto dal suo angolo. Il match ha radunato 1.33 milioni di utenti su Channel 5.

Il 7 luglio 2012 Fury combatté per il titolo vacante intercontinentale WBO contro il pugile americano Vinny Maddalone alla Hand Arena a Clevedon, Somerset. Fury era leggermente sottopeso (111.4 kg) rispetto al match contro Rogan; tuttavia riuscì ad imporsi su Maddalone, controllando il match fin dall’inizio e sorprendendolo con una serie di combinazioni perfette nel round di apertura, continuando ad imporsi con colpi pesantissimi ed aprendo un varco sotto l’occhio dell’avversario al quarto round. Al quinto round l’arbitro interruppe la punizione che Fury stava infliggendo a Maddalone, dichiarando il KO tecnico. Il match fu seguito da oltre un milione di utenti su Channel 5.

Il 12 novembre 2012 è stato annunciato il match tra Kevin Johnson e Tyson Fury per il titolo mondiale WBC: si sarebbe tenuto alla Odissey Arena a Belfast, il 1 dicembre seguente. Fury batterà Johnson ai punti per decisione unanime dopo 12 round, anche se molti esperti descrissero il match come noioso (inclusi la BBC e ESPN). Nonostante tutto il match radunò 1.37 milioni di telespettatori su Channel 5.

Il 20 febbraio 2013 venne annunciato un match tra l’americano Steve Cunningham e Fury che avrebbe costituito il debutto di quest’ultimo negli Stati Uniti al Madison Square Garden, il 20 aprile 2013. L’incontro avrebbe costituito una eliminatoria per il titolo IBF, che avrebbe determinato il numero 2 in classifica, mentre il vincitore avrebbe dovuto poi combattere contro l’imbattuto peso massimo bulgaro Kubrat Pulev. Al weigh-in Cunningham pesava 95 kg, ben 20 kg di meno di Fury che ne pesava 115. Combatterono entrambi con ferocia durante i primi round e Cunningham riuscì anche a far conteggiare Fury al secondo round, ma The Gypsy King riuscì a riprendersi e mandare al tappeto Cunningham al settimo round con un micidiale destro che segnò la prima sconfitta per KO dell’americano nella sua carriera.

Durante il match venne contestata a Fury una testata che gli fruttò un punto di ammonizione. Una settimana dopo il match Cunningham sostenne, parlando alla ATG Radio, che Fury utilizzò una tecnica illegale per mandarlo KO: disse che lo trattenne per l’avambraccio, spingendolo all’angolo due volte, spingendogli la testa di lato con l’avambraccio e poi tirando il famoso destro che concluse l’incontro. L’evento raccolse 1.2 milioni di visitatori in media, con picchi da 1.7 milioni, sulla NBC. Nel Regno Unito il match venne trasmesso da Channel 5 e raccolse 1.54 milioni di spettatori. La vittoria contro Cunningham valse a Fury il settimo posto su BoxRec, un secondo posto secondo IBF, un sesto per la WBC ed un quinto per la WBO.

Fury avrebbe dovuto combattere per la prima volta su una piattaforma pay-per-vire contro David Haye il 28 settembre 2013: tuttavia Haye il 21 settembre ha dato forfait dopo aver subito sei punti di sutura per un taglio sopra l’occhio subito durante un allenamento. L’incontro è stato quindi posticipato all’8 febbraio 2014 ma Haye si è ritirato dal combattimento una seconda volta il 17 novembre, affermando di aver avuto un infortunio alla spalla che avrebbe richiesto un intervento chirurgico e che avrebbe messo a rischio la sua carriera accennando anche al suo ritiro.

Fury non ha creduto alle scuse di Haye ed ha dichiarato: “Sono assolutamente furioso ma in tutta onestà questo è esattamente quello che mi aspettavo. Tutti sanno che ero molto sospettoso quando si è ritirato la prima volta e questo mi conferma che ha sempre avuto paura di me e non ha mai voluto questo match.”

A parte le spese per il training camp, il mancato match contro Haye è costato a Fury anche la sua posizione nella classifica mondiale, incluso un match per le eliminatorie IBF che lo avrebbe traghettato verso il match per il titolo mondiale.

Il 24 gennaio 2014 venne annunciato il match contro l’argentino Gonzalo Omar Basile, che si sarebbe dovuto tenere il 15 febbraio seguente alla Copper Box Arena. Il 5 febbraio tuttavia Basile si ritirò dal match a causa di una infezione ai polmoni, venendo così rimpiazzato dall’americano Joey Abell. Fury lo mandò al tappeto ben tre volte prima della fine del quarto round, ponendo fine al match in breve tempo. Dopo la fine dell’incontro Fury prese il microfono e disse “Tyson ‘Troppo Veloce’ Fury, questo è il mio nome. Questi sono dilettanti se confronti a me: io voglio Wladimir Klitschko, mi sta evitando. Forza Wlad“.

Fury avrebbe dovuto combattere per la seconda volta contro Derek Chisora ​​il 26 luglio 2014 per il titolo europeo ed il titolo britannico dei pesi massimi. Il 21 luglio Chisora ​​è stato costretto a ritirarsi dopo aver subito una frattura alla mano in allenamento. Come sostituto di Chisora è stato scelto il russo Alexander Ustinov ma questa volta è stato Fury a ritirarsi dal match in programma alla Manchester Arena dopo che suo zio ed ex allenatore Hughie Fury si è ammalato gravemente.

Fury e Chisora ​​hanno quindi riprogrammato il match per il 29 novembre 2014 all’ExCeL di Londra. L’incontro è stato valido per le eliminatorie al titolo WBO ed è stato trasmesso in diretta su BoxNation.

Fury ha dominato completamente l’incontro fino a quando l’angolo di Chisora ​ha gettato la spugna alla fine del decimo round. Fury ha anche usato la guardia falsa (da mancino) per la maggior parte del combattimento, nonostante la sua preferenza per la guardia destra. Fury ha chiarito di essere ambidestro e poter combattere “southpaw” (con la guardia falsa, o guardia mancina) o “orthodox” (in guardia destra).

Usando il jab per disturbare Chisora ​​e rimanendo lontano grazie alla portata dei suoi colpi non ha lasciato avvicinarsi Chisora che ​​non è riuscito a mettere a segno pugni significativi oltre ad averlo spinto a colpire sotto la cintura (comportamento per il quale Chisora ​​è stato ammonito dall’arbitro Marcus McDonnell nel primo round). Dopo il match, Fury dirà: “Wladimir Klitschko, sto venendo per te, baby. Sto arrivando. Nessuna ritirata, nessuna resa”. Il promoter Mick Hennessy ha affermato che Fury avrebbe probabilmente combattuto ancora una volta prima di mettersi in gioco per il titolo mondiale.

Il 26 dicembre 2014 Sky Sports News ha annunciato che Fury avrebbe combattuto ancora una volta prima di sfidare Klitschko per i suoi titoli mondiali contro Christian Hammer il 28 febbraio 2015 all’O2 Arena di Londra.

Il match si è concluso con un KO ai danni di Hammer, mandato al tappeto da un gancio destro alla corta di Fury. Dopo il match Fury ha nuovamente chiamato in causa Klitschko, affermando di essere pronto per la title shot.

A luglio 2015 è stato confermato che Fury avrebbe combattuto contro Wladimir Klitschko in un match valevole per i titoli mondiali dei pesi massimi WBA (Super), IBF, WBO, IBO, Lineal e The Ring. Inizialmente previsto per il 24 ottobre 2015, è stato rinviato al 28 novembre 2015 dopo che Klitschko ha subito un infortunio al polpaccio. Per questo match Fury si è allenato con i kickboxer dei pesi massimi più alti in classifica in GLORY, Rico Verhoeven e Benjamin Adegbuyi.

L’evento si è svolto all’Esprit Arena di Düsseldorf, in Germania, non senza polemiche: inizialmente si sono discussi i guanti, poi c’è stata una discussione per la tela del ring. Secondo quanto riferito, Klitschko aveva le mani fasciate senza la presenza di un rappresentante di Fury, quindi ha dovuto rifarle.

Alla fine Fury ha vinto dopo 12 round ai punti per decisione unanime. I giudici hanno segnato una scorecard di 115-112, 115-112 e 116-111. Klitschko e Fury hanno mostrato poca combattività durante i 12 round, ma Fury è risultato più attivo e ha fatto abbastanza in ogni round per aggiudicarsi il titolo. Klitschko ha messo a segno 52 colpi su 231 lanciati (23%) e Fury ne ha tirati 86 su 371 lanciati (23%).

Nell’intervista post-combattimento, un Fury visibilmente emozionato ha dichiarato: “Questo è un sogno che diventa realtà. Abbiamo lavorato così duramente per questo. Ce l’ho fatta. È difficile vincere ai punti in un paese straniero. Significa tantissimo per me venire qui e tornare a casa con una vittoria ai punti“. Poi ha preso il microfono e ha ringraziato Klitschko: “Vorrei dire a Wladimir, sei un grande campione. E grazie mille per avermi ospitato“.

Klitschko non è riuscito a tirare il suo micidiale destro grazie ai rapidi movimenti, finte e schivate di Fury. Ha detto: “Tyson è stato più veloce e migliore stasera. Mi sono sentito abbastanza a mio agio nei primi sei round, ma sono rimasto stupito che sia stato così rapido anche nel secondo tempo. Non ho potuto tirare il mio destro perché ero costantemente tenuto a distanza“.

Klitschko poteva contare comunque su una clausola di rivincita da contratto.

L’8 dicembre 2015, l’IBF ha privato Fury del suo titolo, poiché il contratto per il match contro Klitschko includeva una clausola di rivincita, precludendo così a Fury di affrontare lo sfidante obbligatorio IBF Vyacheslav Glazkov. Fury ha tenuto la cintura IBF per soli 10 giorni. La rivincita contro Klitschko tuttavia non si è concretizzata a causa di problemi di salute mentale di Fury che l’hanno portato all’alcolismo, all’uso di droghe ricreative e ad un enorme aumento di peso.

L’8 aprile 2016, dopo mesi di trattative, è stata finalmente annunciata la rivincita contro Klitschko: questa volta si sarebbe tenuta nella città natale di Fury, Manchester, alla Manchester Arena, il 9 luglio 2016.

Nonostante i termini concordati per la rivincita, Fury ha dichiarato di non essere motivato al combattimento e di aver guadagnato una quantità estrema di peso dopo il primo combattimento, arrivando a pesare oltre 150 kg da aprile 2016.

Il 24 giugno 2016 è stato annunciato il rinvio del match a causa di un infortunio di Fury in allenamento (una caviglia slogata). Lo stesso giorno, Fury e suo cugino, Hughie Fury, sono stati accusati dall’antidoping britannico della “presenza di una sostanza proibita”, ossia il nandrolone, in un campione di sangue prelevato 16 mesi prima nel febbraio 2015. Tyson e Hughie hanno negato con forza ogni accusa di doping.

Il 23 settembre 2016 Fury ha dovuto rinviare nuovamente il combattimento contro Klitschko dopo essere stato dichiarato “non idoneo dal punto di vista medico“. ESPN ha riferito che Fury aveva fallito un test antidroga per la cocaina il giorno prima del secondo rinvio. Fury ha accennato a problemi di depressione in seguito a questo test.

La salute mentale di Fury deteriorò notevolmente dopo aver vinto i titoli mondiali. Il 4 ottobre 2016, in una intervista su Rolling Stone, Fury dichiarò:

Sto lottando contro un sacco di demoni interiori, cercando di togliermeli di torno… questo non ha niente a che vedere con il combattere, sto avendo a che fare con la mia vita personale. Non sono andato in palestra per mesi. Sono passato attraverso la depressione. Ho perso la voglia di vivere, non so se mi capisci. Ne ho abbastanza di tutto. Lascia perdere la cocaina, non mi interessa. Non voglio più vivere, capito? La cocaina è il meno rispetto al non aver più voglia di vivere. Sto chiedendo aiuto, ma non possono fare niente per me. Quello che ho è incurabile. Voglio farla finita. Tutto il denaro del mondo, la fama e la gloria non significano niente se non sei felice. Sto andando da alcuni psichiatri. Dicono che soffro di una sorta di bipolarismo. Che sono maniaco depressivo. Non mi va nemmeno di svegliarmi. Spero di morire ogni giorno. E non è una cosa bella da dire quando hai tre figli ed una moglie che ti ama, non è vero? Ma non ho più voglia di vivere. E se potessi togliermi la vita – e non fossi Cristiano – lo farei in un secondo. Spero solo che qualcuno mi uccida prima di uccidermi da solo. Dovrei spendere l’eternità all’inferno. Mi sono messo a bere dal lunedì al venerdì alla domenica, mi faccio di cocaina. Non posso più sopportare tutto questo e l’unica cosa che mi aiuta è quando sono completamente ubriaco e fuori di me”.

Dopo che Fury diventò campione nel 2015 i media britannici cominciarono a scavare nel suo passato in cerca di affermazioni controverse. Vennero così fuori numerose frasi discutibili: tra le tante, Fury sostenne che avrebbe “impiccato” sua sorella nel caso fosse stata infedele, ed in una intervista antecedente al match contro Klitscho avrebbe condannato ed accomunato aborto, pedofilia ed omosessualità, sostenendo che la legalizzazione di queste pratiche avrebbe portato ad una punizione divina. Fury è stato nominato per l’edizione 2015 del BBC Sports Personality of the Year Award ma 140.000 persone firmarono una petizione dichiarando che la sua equazione “omosessualità = pedofilia” dovrebbe squalificarlo automaticamente. Quando gli venne chiesta una opinione al riguardo Fury citò frasi religiose, incluso “credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato” assieme ad un passo da Giovanni 3:16.

Il 12 ottobre 2016, in attesa dei risultati dell’indagine anti-doping a suo carico sull’utilizzo di cocaina, di nandrolone ed in generale sull’essere ritenuto clinicamente inadatto a combattere, Fury ha deciso di lasciare i titoli dei pesi massimi WBA (Unified), WBO e IBO.

Dichiarò alla stampa: “Ho vinto i titoli sul ring e credo che dovrebbero essere persi sul ring, ma non sono in grado di difendermi in questo momento e ho preso la decisione difficile ed emotivamente pesante di lasciare ufficialmente i miei preziosi titoli mondiali e auguro il meglio ai prossimi contendenti in linea mentre ora entro in un’altra grande sfida nella mia vita che so di poter vincere, come quella contro Klitschko.“

Il promoter di Fury Mick Hennessy ha aggiunto: “Tyson sarà ancora il diretto campione del mondo dei pesi massimi agli occhi di tutti. Ha battuto il piùù grande campione di boxe dell’era moderna in una notte incredibile in Germania guadagnandosi quel titolo e questo non cambierà mai. Anche se è straziante vedere Tyson lasciare i titoli mondiali per cui ha lavorato così a lungo e con fatica per tutta la sua vita, ciò che è fondamentale ora è che riceva le cure mediche insieme all’amore della sua famiglia e dei suoi amici e il supporto del mondo della boxe per recuperare completamente.“

La decisione di Fury era legata al sottrarsi dalla costante pressione dei media, concedendosi il tempo di riprendersi e ricevere assistenza medica professionale per i suoi problemi di salute mentale e potendo così trascorrere più tempo con la sua famiglia. Il 13 ottobre, il British Boxing Board of Control ha deciso di sospendere la licenza di boxe di Fury. Il 1° febbraio 2018, Fury è stato privato del suo ultimo titolo rimasto, quello dei pesi massimi della rivista The Ring.

A dicembre 2016 lo zio di Fury, Peter, ha annunciato che Fury sarebbe ritornato sul ring intorno alla primavera del 2017 e avrebbe puntato a combattere contro il campione WBC Deontay Wilder.

Il 23 dicembre, Fury ha twittato che era tornato ad allenarsi in vista di un ritorno sul ring intorno ad aprile o maggio 2017. Il suo tweet diceva: “Ho avuto un 2016 infernale, ho fatto molte cose di cui non sono orgoglioso, ma mi riprometto di tornare nel 2017.“

Il 6 marzo 2017 Fury ha twittato che il suo match di rientro si sarebbe svolto il 13 maggio 2017 e stava ragionando con il promotore Frank Warren su possibili avversari. Warren divenne il promoter di Fury dopo che Fury abbandonò il suo promotore di lunga data Mick Hennessy. La data fissata per il ritorno avrebbe significato che Fury avrebbe combattuto nella undercard di Josh Warrington che difendeva il suo titolo WBC International dei pesi piuma contro Kiko Martinez alla First Direct Arena di Leeds.

Poche ore dopo che Fury aveva annunciato una data di ritorno, la British Boxing Board of Control (BBBofC) ha annunciato pubblicamente che Fury era ancora sospeso e non avrebbe combattuto a maggio, informazione confermata anche dal loro segretario generale Robert Smith. Ha anche affermato che non c’erano stati contatti da Fury o dai suoi rappresentanti da quando il divieto è stato emanato nell’ottobre 2016. Warren ha detto a Reuters il 7 marzo: “Voglio vederlo tornare sul ring il prima possibile, ma prima che ciò accada ha ancora un paio di problemi da risolvere“. Warren ha detto che insieme alla controversia con il BBBofC ci sarebbe stata un’udienza in tribunale con l’Anti-Doping del Regno Unito (UKAD).

Robert Smith, segretario generale della BBBofC, ha dichiarato nel maggio 2017 che il caso di Fury era “complesso” ed era stato aggiornato. Nel settembre 2017 Fury ha sfidato l’UKAD a dargli una risposta e a bandirlo definitivamente o ripristinare la sua licenza di boxe. Sosteneva di essere stato trattato ingiustamente poiché ci era voluto più di un anno prima che rispondessero, affermando che di solito il problema sarebbe stato risolto nel giro di pochi mesi.

Fury ha twittato: “Per quanto tempo devo essere trattenuto e tenuto fuori dai giochi? Sono 15 mesi che sono stato indagato, stai impedendo a un uomo innocente di compiere il suo destino e di provvedere alla sua famiglia“. L’UKAD ha dichiarato che non era questione di tempo ed ha negato le affermazioni secondo cui stavano prolungando forzatamente l’udienza, chiarendo che stavano cercando di risolvere la questione nel più breve tempo possibile.

Il 12 dicembre l’UKAD ha annunciato di aver trovato un accordo con Fury e la BBBoC e di aver sciolto tutte le accuse a carico del pugile. “Tenendo conto dei ritardi nella gestione ed il fatto che non siano state emesse accuse in relazione ai risultati del nandrolone fino a giugno 2016, considerando anche le sospensioni provvisorie che Tyson e Hughie Fury hanno già effettivamente scontato, il periodo di due anni di ineleggibilità è retrodatato al 13 dicembre 2015 e quindi scade alla mezzanotte del 12 dicembre 2017“.

La vittoria di Tyson nel febbraio 2015 su Christian Hammer è stata annullata, ma il suo trionfo contro Klitschko no. Tyson ha sostenuto che gli elevati livelli di nandrolone erano dovuti all’aver mangiato cinghiali non castrati e ha ribadito l’innocenza sua e di Hughie: “Hughie e io abbiamo sostenuto la nostra innocenza dal primo giorno e ora siamo felici che sia stato finalmente risolto con l’UKAD e che possiamo andare avanti sapendo che non saremo etichettati come imbroglioni drogati.” Il BBBofC ha affermato che avrebbe preso in considerazione il rinnovo della licenza di boxe di Fury nel gennaio 2018. In seguito a questa notizia, Fury ha scritto su Twitter, “Guess who’s back?” (“Indovina chi è tornato?“).

Il 10 gennaio 2018 Fury ha annunciato che avrebbe fatto nuovamente domanda per ottenere sua licenza di boxe attraverso il BBBofC. Il 19 gennaio è avvenuto un colloquio tra Fury ed il BBBofC, in cui quest’ultimo ha accettato di reintegrare Fury purché inviasse loro delle cartelle cliniche aggiornate dopo aver visitato uno psicologo.

Fury ha dichiarato che una motivazione al suo ritorno è stata la prospettiva del match contro Deontay Wilder.

In una conferenza stampa a Londra il 12 aprile 2018 Fury ha annunciato di aver firmato un contratto per più match con la Queensberry Promotions di Frank Warren. Ha dichiarato inoltre che intendeva combattere almeno tre volte prima del 2019, a partire dal 9 giugno alla Manchester Arena.

Dopo settimane di speculazioni, è stato confermato che un match contro l’albanese Sefer Seferi sulle 10 riprese avrebbe avuto luogo a maggio e sarebbe stato mandato in onda in esclusiva su BT Sport.

Seferi era fondamentalmente un peso cruiser ed aveva combattuto solo una volta (perdendo) nei pesi massimi contro Manuel Charr nel 2016. Al momento del peso Fury era ben 30 kg più pesante di Seferi, nonostante avesse perso ben 50 kg dopo essersi messo a dieta stretta in preparazione per il match. Fury ha vinto per abbandono dell’avversario al quarto round, dopo un paio di round pressoché statici ed altri due dove Fury ha cominciato a scaricare colpi pesanti andando a segno. Durante il match venne anche sedata una rissa sugli spalti. Il match toccò il picco di 814.000 spettatori collegati a BT Sport 1.

Dopo l’incontro Warren confermò che Fury sarebbe tornato a combattere nella undercard di Carl Frampton il 18 agosto al Windsor Park di Belfast.

Il 12 luglio 2018 è stato annunciato che Fury avrebbe combattuto lo sfidante (per ben due volte) del titolo mondiale Francesco Pianeta il 18 agosto seguente. Fury è arrivato al match pesando 258 libbre (117 kg), 18 libbre (8,2 kg) più leggero di quanto pesasse contro Seferi. Pianeta arrivò a 254,7 libbre (115,5 kg): nonostante questo sconfiggerà Pianeta ai punti, disputando un match molto calcolato (dichiarerà in seguito di non aver voluto tentare di concludere il match per KO in anticipo). Quel match sarebbe stato infatti il suo traghetto verso l’incontro contro Wilder ed era troppo importante per la carriera di Fury: il 30 luglio infatti venne anticipato che erano in corso trattative per un combattimento che si svolgesse a novembre o dicembre 2018 tra Fury e Wilder. Il giorno seguente Fury ha dichiarato che mancavano solo luogo e data per concludere le trattative.

Il 22 settembre 2018 sia Fury che Wilder hanno confermato di aver firmato il contratto e che il match si sarebbe svolto il 1 dicembre 2018. Secondo la California State Athletic Commission, Wilder avrebbe avuto una borsa base garantita di 4 milioni di dollari mentre Fury ne avrebbe avuto una garantita di 3 milioni. Nonostante l’affermazione originale di Frank Warren che le entrate sarebbero state divise 50-50, è stato rivelato che Wilder avrebbe potuto guadagnare 14 milioni di dollari e Fury avrebbe potuto guadagnare circa 10,25 milioni di dollari, grazie alle loro percentuali dalle entrate della pay-per-view. La cerimonia del peso si è svolta il 30 novembre, fuori dal Los Angeles Convention Center. Fury è salito per primo sulla bilancia segnando 116,3 kg, nemmeno 1 kg più leggero del suo peso contro Francesco Pianeta nell’agosto 2018 pur sembrando più definito. Wilder ha segnato 96,4 kg, il suo minimo dal suo debutto nel 2008, quando è arriato a pesare 94,0 kg: pare tuttavia che sia stato malato durante il suo training camp.

Wilder e Fury hanno combattuto di fronte a una folla di 17.698 persone allo Staples Center sui 12 round ed alla fine Wilder ha mantenuto il suo titolo WBC vincendo ai punti per decisione unanime, nonostante lo sconcerto della folla che ha cominciato a fischiare, convinta che la vittoria spettasse a Fury.

Dopo il match contro Wilder, Fury si è assicurato un contratto di 5 match con ESPN e Top Rank del valore di 80 milioni di sterline (100 milioni di dollari). Ha fatto il suo ritorno sul ring alla MGM Grand Garden Arena a Las Vegas contro il campione intercontinentale WBO Tom Schwarz il 15 giugno 2019, nel suo primo match a Las Vegas. All’epoca Schwarz era secondo nella classifica WBO e nono in quella IBF. Fury pesava 119 kg contro i 106.8 kg di Schwarz. Fury si dimostrò in completo controllo del match sin dall’inizio, concludendolo al secondo round per TKO e strappando a Schwarz il titolo intercontinentale WBO. Durante tutto il match Fury utilizzò la nota tecnica “dope-a-rope” resa famosa da Muhammad Ali, sporgendosi di schiena oltre le corde e mandando a vuoto i colpi dell’avversario, ottenendo applausi dai 9000 spettatori presenti.

Fury ha poi combattuto contro l’ex campione dei pesi massimi WBA Continental Otto Wallin il 14 settembre alla T-Mobile Arena di Las Vegas con un peso di 115,4 kg, il più leggero da quando ha affrontato Klitschko nel 2015, quando pesava 112 kg mentre il mancino svedese Wallin è arrivato a esattamente 107 kg.

Fury si è imposto vincendo per decisione unanime e conquistando così la cintura WBC Mayan Belt, un titolo commemorativo assegnato al vincitore di un combattimento di alto profilo tenutosi durante le feste nazionali messicane. Durante la sua intervista post match sul ring Fury ha elogiato la performance di Wallin, che era stato dato perdente oltre 10-1, ed ha espresso le condoglianze per la morte di suo padre. Fury si è poi rivolto pubblicamente a Wilder per una rivincita nel febbraio 2020.

Nel 2019 Tyson Fury ha spiegato a Mike Tyson durante il podcast “Hotboxin’ With Mike Tyson” l’origine del suo nome e di come abbia iniziato a boxare.

Mio padre era un pugile peso massimo professionista nei tardi anni ’80, inizio anni ’90 e tu eri il suo eroe” spiegherà Fury, rivolgendosi a Mike Tyson. “Quando sono nato, il 12 agosto 1988, ero prematuro di otto settimane e rischiavo seriamente di morire. Quando alla fine scampai il pericolo di morte, mio padre mi volle chiamare come te, in onore alla mia ed alla tua forza. Il dottore non era d’accordo e disse che non era un nome adatto alla mia corporatura gracile… pesavo solo quattro etti e mezzo. Ora sono alto più di due metri e 120 kg!“


Non ho fatto alcun match, neanche da amatore, fino circa ai 16 anni. Quando ho cominciato a fare pugilato ero un… topo da palestra. Ogni volta che mio padre andava ad allenarsi io lo seguivo, colpivo i sacchi ed ogni cosa che ci fosse intorno. I miei fratelli, i miei cugini erano tutti pugili e combattevamo uno contro l’altro da ragazzini mentre crescevamo. Ho deciso che sarei diventato campione del mondo dei pesi massimi già da allora.“

Mike Tyson ascoltava ammirato il racconto del suo collega più giovane, sorridendo.

Il 27 novembre 2019 ESPN ha annunciato che Fury avrebbe incontrato nuovamente Deontay Wilder sul ring il 22 febbraio 2020, in un rematch del loro primo incontro del 2018, conclusosi con un pareggio controverso. Durante la preparazione al rematch Fury si separò da Ben Davison, che preparava Fury dal 2017 e che l’ha aiutato a perdere il molto peso guadagnato durante il suo momento di pausa e l’ha riportato ad un livello da fighter professionista. Davison è stato nominato Allenatore dell’anno 2018 grazie al suo successo nel riportare Fury sul ring. La separazione è stata descritta come amichevole e Davison ha augurato buona fortuna a Fury per il suo rematch. Fury ha poi annunciato di aver stretto contratto con SugarHill Steward, nipote del noto trainer Emanuel Steward, e che sarebbe ritornato alla Kronk Gym, dove si è allenato per un breve periodo nel 2010. Il rematch fu annunciato ufficialmente il 27 dicembre 2019 alla MGM Grand Garden Arena a Las Vegas. Il contratto prevedeva una clausola invocabile dal perdente per un eventuale terzo match.

Fury è arrivato al match a 124 kg, il terzo maggior peso della sua carriera professionale e 7,7 kg più pesante rispetto al primo incontro con Wilder. Prima del combattimento ha dichiarato di volere dimensioni e potenza extra per cercare un knockout. Wilder è arrivato a pesare 105 kg, il peso maggiore della sua carriera.

Fury ha iniziato il combattimento prendendo il centro del ring e dominando con il suo jab: ha cercato di piazzare qualche colpo potente, schivando al contempo le bordate di Wilder.

Al terzo round Fury ha colpito Wilder con un destro fortissimo alla tempia: Wilder è stato conteggiato, ha risposto all’arbitro ed è sopravvissuto al round, ma è apparso visibilmente disorientato, mentre il sangue iniziava a fluire dal suo orecchio sinistro.

Wilder è andato poi al tappeto altre due volte, giudicate tuttavia come scivolate dall’arbitro Kenny Bayless, prima che Fury lo atterrasse di nuovo al quinto round con un gancio sinistro al corpo. Wilder è riuscito stavolta a rimettersi in piedi, ma non a contrattaccare ed ha cominciato a sanguinare dalla bocca oltre che dall’orecchio.

L’incontro è stata interrotto a metà del settimo round dopo che una raffica di colpi potenti di Fury ha fatto sì che l’angolo di Wilder gettasse la spugna per salvarlo da un’ulteriore punizione.

Al momento dell’interruzione, Fury era in vantaggio su tutte e tre le scorecard dei giudici 59-52, 58-53 e 59-52, con i punteggi diversi dovuti a Bayless che ha sottratto un punto a Fury nel quinto per aver trattenuto l’avversario.

Secondo CompuBox, Fury ha messo a segno 82 dei suoi 267 colpi totali (31%), inclusi 58 su 160 colpi potenti (36%). Wilder ha messo a segno 34 dei suoi 141 colpi totali (24%), di cui 18 su 55 potenti (33%).

Fury ha ricevuto molti elogi per la sua prestazione ed in molti pensano che sia stato uno dei migliori comeback della storia del pugilato. Alcuni si sono spinti a dire che Fury sia uno dei più grandi pesi massimi della storia.

Questo match lo ha reso il primo uomo a sconfiggere due campioni che avevano 10 o più difese del loro campionato del mondo (Klitschko con 18 difese e Wilder con 10 difese). Fury divenne anche il terzo peso massimo, dopo Muhammad Ali e Floyd Patterson, a detenere due volte il titolo della rivista The Ring e il primo peso massimo della storia ad aver detenuto i titoli WBA (Super), WBC, IBF, WBO e The Ring.

Con un incasso di 16,916,440 dollari, il combattimento ha battuto il record del botteghino per un incontro dei pesi massimi in Nevada stabilito da Evander Holyfield contro Lennox Lewis II nel novembre 1999.

Deontay Wilder ha applicato la clausola per un secondo rematch contro Tyson Fury subito dopo la seconda sconfitta. Si tentò inizialmente di organizzare il terzo match per luglio 2020 ma si dovette postporre la data a causa dell’esplosione della pandemia di COVID-19. L’11 giugno 2020 Eddie Hearn, il promoter di Anthony Joshua, annunciò che Fury e Joshua avevano trovato un accordo per due match, se Fury avesse sconfitto Wilder e Joshua avesse sconfitto il suo sfidante obbligatorio, Kubrat Pulev. Il promoter di Fury Bob Arum dirà ad agosto 2020: “La WBC ha approvato il contratto per una trilogia e si sta organizzando per postporre l’evento a causa della pandemia. Sicuramente non potendolo fare con gli spettatori, accetteremo comunque un ritardo ragionevole. Sarà un modo diverso di combattere“.

Il 12 ottobre 2020 Fury ha dichiarato che avrebbe evitato di fare una trilogia con Wilder dopo che gli organizzatori continuavano a non accordarsi per una data nel 2020. La rivista “The Athletic” ha riportato che Fury aveva ogni intenzione di combattere Wilder nel 2020 ed aveva già fatto numerose concessioni riguardanti lo spostamento delle date: tuttavia non era disposto a ritardare ulteriormente il match, evitando una serie di match contro Joshua e tenendolo fuori dal ring per un lungo periodo di tempo.

Il 17 maggio 2021 l’ipotesi di un match per l’unificazione del titolo tra Fury e Joshua è stata messa seriamente in dubbio quando il giudice dell’arbitrato Daniel Weinstein ha stabilito che Fury avrebbe dovuto onorare una clausola contrattuale che imponeva un terzo combattimento con Wilder.

Poco dopo Bob Arum affermò che l’Allegiant Stadium di Las Vegas era stato riservato per il 24 luglio in previsione della lotta della trilogia di Fury con Wilder. Il 22 maggio 2021, Fury annunciò durante la messa in onda del match di José Ramírez contro Josh Taylor su ESPN di aver firmato il contratto per il terzo match contro Wilder, mostrando in diretta la firma. Anche il manager di Wilder Shelly Finkel confermò la firma del suo atleta.

Prima della conferenza stampa pre-incontro del 15 giugno, la T-Mobile Arena di Las Vegas è stata ufficialmente confermata come location, lo stesso luogo dove Fury aveva precedentemente sconfitto Otto Wallin ai punti il 14 settembre 2019.

Il match venne poi riinviato dalla data originale del 24 luglio al 9 ottobre, a causa di una epidemia di COVID-19 tra lo staff di Fury.

Alla cerimonia del peso pre-match dell’8 ottobre, entrambi gli atleti si sono pesati con i rispettivi pesi massimi in carriera, con il campione Fury che pesava 125 kg e lo sfidante Wilder a 107 kg.

Durante il match entrambi i pugili si sono mandati al tappeto ben 5 volte ed alla fine Fury si è aggiudicato anche questa vittoria, mandando KO Wilder all’undicesimo round.

Dopo il combattimento, Fury ha elogiato il suo avversario, definendo Wilder un “combattente di prim’ordine”, ma lo ha criticato per essere un “pessimo perdente” e rifiutandosi di “mostrare qualsiasi sportività o rispetto“. Nella sua intervista post-combattimento, Fury ha dichiarato: “Io sono uno sportivo. Sono andato da lui per mostrare un po’ di comprensione e rispetto ma lui non ne ha mostrato affatto. Pregherò per lui in modo che Dio ammorbidisca il suo cuore“.

Fury ha poi aggiunto che “è stata una grande lotta stasera, degna della migliore delle trilogie“. Fury ha poi sostenuto di essere il miglior pugile nella sua divisione, affermando anche “ora sono il più grande peso massimo della mia epoca, senza dubbio“.

Al momento dell’interruzione, Fury stava vincendo l’incontro su tutte e tre le scorecard con 95-91, 94-92 e 95-92. Secondo CompuBox, Fury ha messo a segno 150 pugni su 385 (39%), mentre Wilder ha collezionato 72 pugni su 355 (20%). I 150 pugni inferti a Wilder sono il punteggio più alto mai messo a segno da un pugile. Nonostante il match fosse abbastanza equilibrato fino a quel momento, CompuBox ha calcolato che Fury aveva sconfitto Wilder in ogni singolo round del combattimento, incluso il quarto round in cui Fury è stato messo al tappeto due volte.

Il match è stato ampiamente acclamato da osservatori ed esperti per la sua azione e l’intensità di alto livello: il promotore della hall-of-fame Bob Arum ha dichiarato: “Sono stato in questo business 57 anni per promuovere combattimenti e devo dire che non ho mai visto un combattimento dei pesi massimi così magnifico“, mentre la rivista The Ring lo ha descritto come “il combattimento dell’anno, finora” e “una rara e storica trilogia dei pesi massimi“.


Tyson Fury ha poi comunicato al mondo il suo ritiro, non prima di un ultimo match contro Dillian Whyte, sostenendo di aver guadagnato abbastanza soldi, di aver ottenuto i risultati agognati e di non voler rischiare di farsi male sul serio e di ritirarsi prima di un infortunio pesante, cosa molto possibile nei pesi massimi, soprattutto dopo una certa età. Il match contro Whyte si è tenuto il 23 aprile 2022 a Wembley e Fury ha vinto per KO tecnico, demolendo Whyte e costringendolo alla resa al sesto round. Nell’intervista sul ring Fury ha confermato di voler mantenere la parola data alla moglie alla quale aveva promesso il ritiro. Il ritorno trionfale di Fury in Gran Bretagna dopo quattro anni di assenza pare quindi segnare la fine della strepitosa carriera del “Gypsy King” con una difesa del titolo WBC.









sabato 16 aprile 2022

Kickboxing

 


La kickboxing (o kick boxing) è uno sport da combattimento con origini molto antiche e nativo del sud-est asiatico, divenuto popolare negli anni '60 in Giappone e poi diffusosi negli USA, che combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato.

Nonostante la kickboxing abbia origini molto remote, le quali risalgono alla storia antica del sud-est asiatico, la sua versione odierna da cui prende il nome è stata coniata in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il Sambo russo, la savate francese, il taekwondo coreano, il karate contact ed il sanda cinese.

I giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno (karate full contact). Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché, negli anni '70, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e nacque così il Full Contact Karate.

Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe.

A cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta con il termine kickboxing spopolò negli Stati Uniti una forma di full contact karate dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe, ed inizialmente era vietato colpire con calci portati sotto la cintura; tra i più importanti enti ed organizzazioni vi erano WKA ed ISKA.

Successivamente, sempre in Giappone, nel 1993, venne organizzato un torneo chiamato K-1, in cui "K" sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso quadrato (ring) atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento con un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi.

Visti i capitali elevatissimi e l'entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K-1 (diviso in due tornei: il K-1 World Grand Prix, riservato ai pesi massimi e il K-1 MAX, riservato alla categoria dei pesi medi) divenne il più importante torneo al mondo. Il termine "K-1" ha assunto attualmente l'accezione di uno sport da combattimento a sé stante, benché vi partecipino atleti provenienti dal muay thai, dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è chiamato K-1 Style.

Come già accennato, la kickboxing prevede l'uso di tecniche di pugno e di calcio; le principali sono riportate di seguito:

Le tecniche di pugno utilizzate nella kickboxing sono le stesse del pugilato occidentale: diretti, ganci, montanti e combinazioni dei tre:

  • diretto: colpo sferrato stendendo completamente il braccio in avanti, a colpire il volto o il busto dell'avversario. È un pugno fondamentale, e viene portato sfruttando la torsione della gamba d'appoggio, della schiena e delle spalle

  • gancio: pugno sferrato mantenendo il braccio piegato, ad uncino, ruotando la spalla

  • montante: colpo sferrato dal basso verso l'alto, a cercare solitamente il mento dell'avversario, anche se può essere diretto anche al busto o all'addome.


Esistono diverse tecniche di calcio nella kickboxing; di queste alcune vengono considerate fondamentali, altre sono varianti o tecniche speciali che possono essere utilizzate in combattimento. Le tecniche fondamentali di gamba utilizzate nella kickboxing sono:

  • calcio frontale: sferrato portando la gamba al petto e poi stendendola in avanti, per colpire con l'avampiede, o più raramente, il tallone.

  • calcio laterale: simile al calcio frontale ma sferrato da posizione laterale, ruotando la gamba d'appoggio di 90º e andando a colpire con l'altra utilizzando il taglio del piede.

  • calcio circolare o rotante: sferrato muovendo la gamba con una traiettoria -appunto- circolare, colpendo con la tibia o con la monta del piede. Viene realizzato torcendo tutto il corpo, a partire dal piede d'appoggio che, nell'esecuzione, ruota di 90º in avanti nella direzione del movimento. Può essere diretto alle gambe dell'avversario, e si parla in questo caso di low kick, al fianco (calcio medio o middle kick) infine al volto (calcio alto o high kick).

  • calcio girato: sferrato girando il corpo di 360 gradi.

  • calcio incrociato (crescent kick): la gamba compie un movimento laterale ascendente a colpire il volto.

  • calcio ad ascia (axe kick): il movimento è opposto a quello del crescent kick e il piede cade dall'alto verso il basso e lateralmente, usato solitamente per aprire la guardia avversaria.

  • calcio ad uncino (hook kick): consiste nel colpire con una traiettoria di rientro effettuando una rotazione di 90° (il colpo va assestato con la pianta piede oppure con il tallone).

Esistono anche altri tipi di calci tra cui i "calci ruotati" , in cui la gamba svolge una rotazione di 360 gradi sferrando alla fine il calcio; i "calci ad elevazione" (o saltati) , in cui contemporaneo a un salto sferri il calcio; i "calci ruotati saltati".

Nella versione americana della kickboxing, quella proveniente dall'American Full contact karate, si sono sviluppate tre formule fondamentali: il Semi-contact, il Light-contact e il Full-contact. Successivamente si sono sviluppate le discipline della Low-kick e della Kick-light. Per sfruttare al meglio il regolamento, negli anni la tecnica che caratterizza ognuna di queste versioni si è evoluta tanto da rendere completamente diversa l'impostazione e la preparazione degli atleti che la praticano. Per esempio la guardia laterale tipica del semi-contact è considerata pericolosa e da evitare nel full-contact.

La kickboxing prevede sei differenti discipline che possono essere disputate sul tatami (in questo caso si parla di contatto leggero) oppure sul ring (contatto pieno).


Musti-yuddha

Musti-Yuddha è un'antico sport da combattimento proveniente dal subcontinente indiano, ed è una delle prime forme di kickboxing, infatti, è uno dei primi sport di cui si hanno tracce che hanno unito l'uso dei calci e dei pugni. Il termine significa letteralmente "pugno di combattimento", dalle parole muṣṭi (pugno) e yuddha (lotta, battaglia, conflitto). Anche se questo sarebbe stato originariamente usato come un termine generale per qualsiasi arte di boxe, oggi di solito si riferisce al Muki boxe da Varanasi, l'unico stile sopravvissuto disarmato. Nel Punjab esiste ancora una forma armata di pugilato chiamata 'Loh-Musti', in cui i combattenti indossano un anello di ferro su una mano, anche se non è più utilizzato per sparring. Aspiranti combattenti subiscono anni di apprendistato, indurendo i pugni contro la pietra e altre superfici dure, fino a quando non sono in grado di rompere cocco s e rocce a mani nude. Qualsiasi parte del corpo può essere presa di mira, tranne l'inguine, ma gli obiettivi principali sono la testa e il torace. Le tecniche incorporano pugni, calci, gomitate, ginocchiate e grappling. I pugili non indossano alcuna forma di protezione e combattono a pugni. Le partite possono essere uno contro uno, uno contro un gruppo o un gruppo contro un gruppo. La vittoria può essere ottenuta per knockout, ringout o sottomissione. L'arte marziale è legata ad altre forme di arti marziali riguardanti l'uso dei pugni uniti ai calci, tra cui la Muay Thai in Thailandia, la Muay Lao in Laos, il Pradal Serey in Cambogia, il Lethwei in Myanmar e l'odierno Kickboxing.


Kickboxing olandese

La Kickboxing olandese è una forma di Kickboxing che ha avuto molta esposizione mediatica sia nel K-1 che nelle MMA. È uno stile che combina tecniche della Boxe, della Muay Thai e del Karate Kyokushinkai. Le sue caratteristiche principali sono: l'enfasi posta sulle combinazioni di boxe e sui calci bassi, l'uso dei push kick e le fasi in clinch, ma queste ultime non sono usate molto per via delle limitazioni poste dalle federazioni di Kickboxing. Inoltre, consente l'uso delle ginocchiate ma non quello delle gomitate. Alcuni dei suoi praticanti più famosi sono: Peter Aerts, Ramon Dekkers, Ernesto Hoost, Semmy Schilt, Remy Bonjasky, Melvin Manhoef, Gegard Mousasi, Alistair Overeem, Bas Rutten e tanti altri.


Kickboxing giapponese

Stile di Kickboxing giapponese predecessore dell'odierna Kickboxing.


Kickboxing americano

Stile di Kickboxing americano, nato negli anni 70' dopo il boom dello sport in oriente.


Muay boran

Stile di Kickboxing originario del sud-est asiatico.


Muay Lao

Stile di Kickboxing originario del Laos e discendente della Muay boran.


Muay thai

Diretta discendente della Muay boran, è uno degli stili di Kickboxing più famosi.


Pradal Serey

Stile Cambogiano, assimilato dalla Muay Lao e dalla Muay thai quando l'Impero Khmer teneva sotto controllo i loro territori d'origine.


Savate

Nata a Parigi verso il 1700, questo stile di Kickboxing comprende l'uso di scarpe rigide dette Savateur.


Lethwei

Stile nativo del Mynamar, si pratica a mani nude e ammette l'uso delle testate.


Il point-fighting, che significa "combattimento a punti", è una formula della kickboxing che prevede un combattimento non continuato a punti.

È tra le sei discipline quella che più si avvicina al karate, di cui questo sport è diretto discendente quando questa disciplina era denominata "karate contact" e quando W.A.K.O non stava per (World Association of Kickboxing Organizations) ma era la sigla per "World All Styles Karate Organization". Infatti come nel karate il combattimento prevede che i due atleti si sfidino sul tatami (a differenza del full-contact dove è previsto un ring), e consiste in combattimenti "al punto" (cioè ad ogni azione valida il combattimento viene fermato e viene assegnato il punto). Altro elemento in comune con il karate, è l'utilizzo delle cinture (dalla bianca alla nera) che graduano gli atleti in base alla loro esperienza.

I due atleti combattono su un tatami di forma quadrata che ha area 7x7. Gli arbitri che dirigono l'incontro sono tre e si mettono sui lati esterni del quadrato di gara in modo da non interferire nel combattimento, fuori dal quadrato viene posizionato un banco sul quale saranno esposti il tabellone segnapunti e il timer.

Il combattimento varia a seconda delle manifestazioni, ma solitamente dura due round di due minuti ciascuno, e consiste nel colpire prima dell'avversario in una delle zone "legali" del corpo dell'avversario (quindi nel tronco e nella testa, escludendo colpi ai genitali, alle gambe, al collo e ai reni).

L'incontro inizia con il "saluto" dei due avversari (provenendo da un'arte marziale il vi è l'obbligo del rispetto dell'avversario) e con l'arbitro che darà il via con il termine "fight"; al termine del "stop" l'arbitro di gara interrompe momentaneamente il combattimento e consultanto gli altri due giudici di gara assegna il punto ad uno dei due contendenti (può essere assegnato anche ad entrambi nel caso in cui siano andati a segno contemporaneamente)

I punti in base ai seguenti criteri:

  • Tecnica di pugno al corpo: 1 punto

  • Tecnica di pugno alla testa: 1 punto

  • Tecnica di pugno in volo: 1 punto

  • Tecnica di calcio al corpo: 1 punto

  • Tecnica di calcio alla testa: 2 punti

  • Tecnica di calcio al corpo in volo: 2 punti

  • Tecnica di calcio alla testa in volo: 3 punti

  • Tecnica di spazzata seguendo il senso articolare della gamba colpita facendo cadere l'avversario: 1 punto



Durante il combattimento ogni atleta dovrà essere munito delle seguenti protezioni obbligatorie:

  • guanti a mano aperta

  • paratibia

  • calzari

  • paradenti

  • gomitiere

  • conchiglia

  • paraseno (solo per le donne)

A differenza delle altre discipline nel point-fighting non vi è praticamente mai l'utilizzo dei "ganci" e dei "montanti" in quanto difficili da eseguirsi senza essere prima colpiti, mentre vengono predilette tutte le tecniche di calcio. Una tecnica tipica del point fighting è il "blitz", che consiste in un attacco improvviso andando a finire "addosso" all'avversario, tecniche impossibili da utilizzare nelle altre discipline della kickboxing perché poco utile specialmente in caso di contatto pieno. Poiché il contatto deve essere necessariamente limitato o controllato, richiede soprattutto doti specifiche di rapidità, reattività, prontezza e velocità, richiedendo più una preparazione atletica che una vera preparazione sulla forza. Il point fighting, facendo un paragone con altri sport, potrebbe essere definito come la "scherma" della kickboxing.


Light-contact

Il Light-contact, che letteralmente significa "contatto leggero", ma è inteso anche come "contatto controllato" ed è una formula della kickboxing che prevede un combattimento continuato a punti.

Come nel point fighting, il contatto deve essere necessariamente limitato o controllato, e privilegia soprattutto le doti specifiche di esecuzione tecnica e di pulizia dei colpi che vanno eseguiti con scioltezza e velocità, privilegiando la tecnica alla forza.

I due atleti combattono su un tatami, ma a differenza del point fighting sono liberi di muoversi sul quadrato di gara a loro piacimento, e senza che l'arbitro interrompa il combattimento dopo l'esecuzione di una tecnica portata a segno.

Il combattimento dura due o tre round da due minuti a seconda del tipo di competizione nazionale o internazionale e i due atleti, combattono in posizione di guardia frontale o semifrontale uno dall'altro, possono trovarsi anche a distanza molto stretta e colpirsi a vicenda con le varie tecniche di pugno e di calcio previste.

L'arbitro di gara può fermare l'incontro solo in caso di "break", quando cioè gli atleti si trovano in clinch e vanno distanziati, oppure in caso di richiamo per eccessivo contatto, scorrettezze o uscita dal quadrato di gara: le uscite comportano una sottrazione di un punto fino alla quarta uscita dal tatami dove l'atleta viene squalificato, stesso discorso con i richiami (il primo richiamo però non comporta decurtazione di punti).

Oltre all'arbitro centrale, vi sono tre giudici di gara che servendosi di un cartellino come nel contatto pieno sommano i punti totalizzati, e assegnano la vittoria. Da poco è stato inserito il sistema easy scoring, dei tabelloni elettronici dove i giudici assegnano i punti con un mouse dedicato, in questo modo si ha la visione effettiva sui monitor dell'andamento dell'incontro.

Poiché nel light-contact non è previsto il K.O., la vittoria è perseguibile soltanto accumulando più punti dell'avversario e in caso di parità decidono si ha la decisione arbitrale di preferenza, nel caso si utilizzo del sistema easy scoring sarà direttamente il sistema a decretare il vincitore.


Kick-light

Esiste infine una versione del light-contact, definita Kick Light, che aggiunge alla tradizionale formula del light-contact la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite: l'unico tipo di calcio che si può eseguire al di sotto della cintura.

La differenza con il tradizionale light-contact è che nella kick light le distanze si accorciano ulteriormente e l'atleta necessita di una prontezza e di una mobilità maggiore per evitare i pericolosissimi calci portati sotto la cintura e sferrati nella coscia, che naturalmente danno punti.


Full-contact

Il Full-contact, che significa "contatto pieno", e universalmente riconosciuta come la "formula principe" di questo sport. Nato negli USA come variante del Full contact karate, in Europa e nel mondo si distaccò ben presto dall'aspetto marziale, unì subito il pugilato alle tecniche di calcio e diventò con gli anni lo sport da ring per eccellenza.

Prevede un combattimento continuato a pieno contatto e infatti, a differenza del semi-contact e del light-contact, i colpi vanno portati con forza e potenza, privilegiando appunto la forza e l'incisività, unita a stile e precisione.

Nel full-contact, la preparazione fisica degli atleti è molto più importante che nel semi-contact e nel light-contact, perché diversamente da questi, è consentita la vittoria del match anche via Knock-out (K.O.), cioè quando un combattente subisce un colpo tale da rendergli impossibile il proseguire dell'incontro.

I due atleti combattono esclusivamente su un ring da boxe e sono liberi di muoversi sul quadrato di gara a loro piacimento. Il combattimento è suddiviso in round (che possono essere dai tre ai cinque, oppure anche dai dieci ai dodici, a seconda delle federazioni o dell'importanza della competizione) da due minuti. I colpi devono essere portati nel tronco e al volto, sono quindi esclusi i colpi al di sotto della cintura.

Come per il light-contact, c'è un arbitro centrale e altri tre di giuria che assegnano i punti. Se l'incontro dura fino al termine delle riprese stabilite e non vi è stato il K.O. o l'interruzione per intervento del medico di bordo ring, allora la vittoria viene stabilita in base ai punti.

Questa formula ha molte analogie con la preparazione tecnica e atletica della boxe: infatti l'atleta deve prepararsi secondo un ferreo programma di allenamento dal punto di vista atletico e agonistico e perfezionare la precisione dell'impostazione, dei movimenti e della guardia (come nella boxe) che sono di fondamentale importanza durante il match. Inoltre, come per il light-contact, i colpi di calcio e di pugno vanno eseguiti con precisione tecnica e dovizia di perfezione, aggiungendo però una maggiore dose di forza e potenza poiché, a differenza del light, i colpi nel full devono per forza "fare male".


Low-kick

Esiste una versione del full-contact, definita Low-Kick, che per l'appunto aggiunge alla tradizionale formula del full-contact la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite.


K-1 Rules

Disciplina nata nei primi anni novanta dall'omonimo torneo che aveva come scopo principale quella di far affrontare atleti provenienti da diverse arti marziale (come Karate, Muay thai e Taekwondo) con un regolamento che fosse valido per tutti i tipi di stile.

È considerata la disciplina più completa di tutte in quanto è possibile colpire con tutti i pugni della boxe come il diretto (jab), il gancio (hook), il montante (uppercut) ed inoltre è consentito il pugno-girato (spinning-back) tirato col dorso della mano, con tutti i tipi di calcio (compresi i low-kick) ed inoltre è possibile colpire anche con le ginocchia (si può colpire con qualsiasi parte del ginocchio, in tutti i bersagli consentiti, importante in caso di clinch è dare una sola ginocchiata e poi lasciare l'avversario). Non sono consentite le proiezioni (tuttavia è possibile afferrare la gamba dell'avversario ed entro pochissimi secondi spazzare sulla gamba di appoggio).

La grande spettacolarità ha fatto sì che nascessero molte federazioni che organizzassero tornei con il regolamento del K-1 (la più grande attualmente è il Glory), e molti atleti professionisti che combattessero con l'utilizzo di questa disciplina come Giorgio Petrosyan, Raymond Daniels, Mirko Cro Cop, Ernesto Hoost, Peter Aerts e Badr Hari.





venerdì 15 aprile 2022

Sparring

 




Lo sparring è una forma di allenamento sportivo, praticata dall'atleta con un partner (non necessariamente l'allenatore).

Pur trattandosi sostanzialmente di una forma di allenamento libero, è generalmente vincolata ad accordi per evitare infortuni. Lo sparring è comune soprattutto in discipline individuali, tra cui quelle di lotta (per esempio il pugilato o un'arte marziale). Esiste tuttavia anche nel tennis.

Non è raro che il partner sia, a sua volta, un ex atleta che ha così modo di rientrare o rimanere nel giro.