venerdì 20 marzo 2015

I testimoni di Geova delle arti marziali



Ecco perché spero che il darwinismo faccia presto il suo corso portando all’estinzione i maestri disonesti e i testimoni di Geova delle arti marziali.


È domenica mattina, stai dormendo e non hai nessuna intenzione di alzarti per almeno un’altra ora.
Senti squillare il campanello, con insistenza.
Ti metti un cuscino in testa, cerchi di fare finta di nulla ma il campanello continua a suonare.
In preda alla disperazione ti alzi, apri la porta e in men che non si dica ti trovi a cercare di convincere un Testimone di Geova che della salvezza eterna non te ne frega nulla.
Cosa c’entrano i testimoni di Geova con le arti marziali?
Drammaticamente molto.
Il settore delle arti marziali in Italia è molto compromesso se non addirittura sputtanato, e la colpa di tutto ciò è dovuta soprattutto a due categorie di persone: i maestri disonesti e gli allievi di questi ultimi.
Sono loro i testimoni di Geova delle arti marziali.
Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un terribile impoverimento nelle arti marziali, dovuto a troppe persone che (in modo tipicamente “italiano”) hanno pensato di poter fare soldi fregando il prossimo e sono riuscite a creare una falsa cultura, discreditando il lavoro di chi si impegna a diffondere la propria arte (di bravi insegnanti e maestri per fortuna ce ne sono ancora parecchi).
Spero che sempre più persone diventino consapevoli e che questa categoria di maestri si possa estinguere in fretta.



Le arti marziali sono un’attività motoria estremamente complessa.

Questo è forse il cardine della faccenda.
Non ci si può improvvisare maestri!
La formazione non è qualcosa su cui scherzare, in particolar modo quando coinvolge la trasmissione di un sapere molto articolato come le arti marziali.
Ti fideresti a farti mettere dei punti di sutura da qualcuno che dice di essere diventato medico grazie a un corso fatto in un fine settimana?
Ovviamente la risposta è NO.
Tuttavia, dal momento che le arti marziali non sono un’attività che le persone sono costrette a fare per vivere, si tende ad essere molto più rilassati e indulgenti nei confronti di qualcuno che cerca di venderci del fumo.
Mi spiego meglio: un insegnante che si improvvisa, che non ha una formazione solida e alle spalle l’esperienza sufficiente per insegnare a qualcuno, ha così poco da trasmettere che si trova costretto a mettere in atto dei veri e propri plagi per continuare ad avere allievi ai quali spillare quattrini.
Questi improvvisati delle arti marziali raccontano balle, convincono la gente di essere gli unici detentori della verità, traumatizzando le persone.
È molto semplice: se qualcuno là fuori ne sa più di te e ha una professionalità maggiore della tua, sei costretto a imbrogliare per tenerti stretti gli allievi, perché sai già che nel momento in cui un allievo entrerà in un’altra palestra tu avrai perso un cliente.
I maestri che si spacciano per profeti sono la rovina di questo settore.
Un bravo maestro di arti marziali dovrebbe lavorare con serietà, specializzandosi in uno specifico settore in modo da mettere la sua esperienza al servizio degli allievi.
Non ci sono scorciatoie, corsi di pochi giorni, segreti rivelati o pillole magiche che ti possano trasformare in maestro in brevissimo tempo – chi sostiene una cosa simile è solo un truffatore.



La cintura del maestro vale meno di quella dell’allievo.

È un dato di fatto: se un insegnante o maestro si rende conto di non avere strumenti per reggere una concorrenza più preparata e strutturata può fare due cose:
a) Farsi un esame di coscienza, rivedere la struttura dei suoi programmi, mettersi in discussione e migliorare
b) Barricarsi dietro a ogni sorta di titoli astrusi, titoli e riconoscimenti sconosciuti, convincendo i suoi allievi di essere il detentore dell’unica verità
Eccoci al secondo punto fondamentale: un maestro insicuro (nel migliore dei casi) o disonesto ha paura che i propri allievi facciano esperienze in altre palestre o contesti.
La soluzione?
Trasformare la propria scuola in una specie di setta.
Io non so davvero come questo riesca ad accadere, ma gli allievi sfornati da tali maestri si riconoscono subito: sono degli invasati (e parlo di fanatismo, non di entusiasmo) che non fanno che rompere le scatole a tutti gli amici per convincerli ad andare in palestra con loro.



Sono il corrispettivo dei testimoni di Geova applicati alle arti marziali.
Vi propongo un esperimento.
Provate a chiedere tra i vostri conoscenti in quanti hanno provato a fare una qualche arte marziale.
Scoprirete che sono tanti, e che la maggior parte di loro è rimasta delusa dall’esperienza.
Troverete sicuramente alcuni praticanti seri e appassionati. E troverete anche loro, gli apostoli delle arti marziali.
Premetto che di solito al di fuori della palestra io non parlo quasi mai di arti marziali e ho una vita sociale indipendente dal mio lavoro: dal momento che il mio settore è molto sputtanato preferisco parlarne il meno possibile con chi non mi chiede espressamente informazioni in merito.
Tuttavia, parlando con persone appena conosciute, a volte capita che casualmente scoprano che lavoro faccio.
Ciò che succede poi è talmente prevedibile che se ci si potessero fare dei soldi scommettendo, ora sarei ricco.
Quasi tutti mi dicono: “anch’io ho fatto arti marziali. Ho fatto un paio di mesi o ho preso la cintura gialla nell’arte X ma non mi sono trovato bene.”
I pochi che ancora praticano nella migliore delle ipotesi hanno avuto un’esperienza secondo loro positiva o, molto più probabile, mi tirano una pippa di mezz’ora su come l’arte che fanno loro è la migliore nell’universo e il loro sensei, sifu, guro, arjan, gran maestro sia l’ultimo depositario del vero 3° segreto di Fatima.
Partono in quinta senza prendersi la briga di capire quanto davvero io ne sappia, e comincia di solito la loro opera di evangelizzazione in cui cercano di convincermi a mollare tutto per seguire il loro maestro.
Quando sono più fortunato si limitano a guardarmi con disprezzo come se improvvisamente fossi diventato un eretico dato che non pratico la loro religione-marziale.
Questi sono i testimoni di Geova delle arti marziali. Rompono i coglioni al prossimo per tirarli dentro alla loro setta.
  • Se fai arti marziali e ti piace, pratica e non evangelizzare il prossimo.
E’ un po’ come i vegani: non ho nulla contro di loro, ma di solito chi fa questa dieta rompe le scatole agli altri per cercare di convincerli a diventare come loro.
La differenza sta nella proposta dell’informazione: se sono io a chiederti informazioni sul perché non dovrei mangiare il pesce, fai benissimo a spiegarmelo utilizzando tutte le tue conoscenze.
Se sto mangiando del salmone e non ti ho chiesto niente però, fammi il favore di lasciarmi mangiare in pace e non rovinarmi la cena.
Credo che il cambiamento vero possa avvenire solo tramite la buona volontà e il buon esempio, facendo il proprio lavoro al meglio.
Mistificare, fare false promesse, stressare il prossimo per convincerlo forzosamente delle tue idee non è cambiamento, è truffa.
Prendi questo blog: non costringo nessuno a leggerlo. Se mi incontri per strada non cerco certo di convincerti a leggerlo o te ne recito delle parti a memoria.
Se lo stai leggendo è perché probabilmente ti interessa, altrimenti avresti abbandonato al massimo due righe sotto al titolo.
Il concetto è molto semplice, e si basa sulla professionalità, quella vera e che dovrebbe essere presente in ogni lavoro, dal più semplice al più complesso: un bravo insegnante non si dovrebbe mai spacciare per profeta.
Non si riempie la bocca di titoli e non mette i propri allievi in condizione di fare proselitismo.
In palestra i miei allievi sanno perfettamente il mio valore indipendentemente da qualsiasi titolo.
Tollero a malapena di essere chiamato maestro durante le lezioni, ma di sicuro non accetto che in spogliatoio o fuori dalla palestra mi chiamino con qualche titolo.
È una questione di rispetto nei confronti del prossimo: i miei allievi sono disciplinati e raggiungono gli obiettivi senza bisogno di umiliarsi rivolgendosi a me come se fossi superiore a loro.
  • Chi possiede autorevolezza non ha bisogno di imporre la propria autorità.
Non solo: penso sia dovere di ogni insegnante promuovere l’intera categoria, e incoraggiare i propri allievi a raccogliere nuove esperienze formative.
Quando ho conosciuto maestri molto qualificati, li ho invitati a insegnare nella mia palestra.
  • Sono sempre felice di conoscere e accogliere grandi esperti di arti marziali.
Per concludere, chi insegna male o truffa le persone può avere anche un piccolo guadagno personale, ma di fatto crea un grave danno all’intera categoria di marzialisti e maestri che si sono sempre impegnati per diffondere le loro arti.
Se tutti coloro che si iscrivono a un corso riuscissero a fare un’esperienza costruttiva e venisse insegnata la qualità della formazione di valore, non ci sarebbero più scuole sette, rivalità né difficoltà a diffondere la conoscenza e le esperienze valide.
Il concetto è molto semplice: chi riceve una corretta formazione sarà in grado di dare lustro all’intera categoria.
Chi compra abitualmente formazione di qualità e non viene traumatizzato da cattive esperienze continuerà a comprare e fornirà una buona immagine del settore a chi si rivolgerà a lui per avere informazioni.
Al contrario chiunque venga truffato (esplicitamente o meno) e si trova di fronte ad esperienze negative, poco formative o prive di risultati concreti sicuramente smetterà di praticare arti marziali e diffonderà una cattiva immagine del settore.

Perché tutto questo discorso?

Perché la professionalità e la formazione sono aspetti importanti, imprescindibili per chi desidera diffondere la conoscenza.
Si può essere dei grandi marzialisti, ma non avere la minima idea di come si imposta una didattica o di come si trasmette il sapere.
L’insegnamento è una disciplina a sé stante, complessa ed entusiasmante, che fa la differenza tra un allievo insoddisfatto e uno realizzato.
Per questo sto portando avanti un progetto che punti a realizzare un corso professionale di formazione per insegnanti, che dia la possibilità di certificare l’onestà e la solidità della didattica in primis.
Per portare a compimento il progetto occorreranno anni ma vorrei che questo fosse il mio contributo per aiutare il settore a crescere a livello professionale e qualitativo, per estinguere situazioni incresciose di incompetenza e truffa ai danni del pubblico e di chi si rivolge al mondo delle arti marziali.



“oggi sii umile, sorridi e allenati perché presto sarà già domani”

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