Oda Nobunaga (織田
信長; Nagoya, 23 giugno 1534 – Kyōto, 21 giugno
1582) è stato un militare giapponese.
Figlio di Oda Nobuhide, un daimyō
(feudatario) minore della provincia di Owari, condusse una serie di
campagne militari che lo portarono a conquistare gran parte del
Giappone prima del suo assassinio nel 1582.
Biografia
Giovinezza e ascesa
Nobunaga nacque, secondo la datazione
giapponese, nel terzo anno dell'era Tenbun e nel decimo dell'era
Tenshō.
Alla morte del padre Nobuhide nel 1551,
si dice che il giovane Nobunaga abbia dato in escandescenze,
alienandosi molti alleati del clan Oda, che già lo ritenevano troppo
impulsivo e indisciplinato per diventare daimyō; questi perciò
cominciarono ad appoggiare suo fratello Nobuyuki, e Hirate Masahide,
mentore di Nobunaga, si assunse la responsabilità per il
comportamento del ragazzo compiendo seppuku.
Sebbene Nobunaga fosse il legittimo
erede di Nobuhide non c'era alcuna garanzia che fosse scelto per
succedergli, anche perché il clan Oda era formalmente subordinato al
kanrei Shiba Yoshimune, che era manovrato dallo zio di Nobunaga,
Nobutomo, vice-shugo di Owari; sembra che Nobutomo stesso fece
uccidere Yoshimune quando fu evidente il suo tentativo di aiutare
Nobunaga. Nobunaga riuscì però ad ottenere l'aiuto di un altro suo
zio, Nobumitsu, e con il suo aiuto riuscì a impossessarsi del
castello di Kiyosu, nel quale Nobutomo fu ucciso e del quale Nobunaga
avrebbe fatto la propria residenza per i successivi dieci anni.
Nobunaga convinse poi il nuovo kanrei Shiba Yoshikane, figlio di
Yoshimune, a stringere un'alleanza con altri due clan di kanrei
dell'area, il clan Imagawa della provincia di Suruga e il clan Kira
della provincia di Mikawa; grazie a questa alleanza Nobunaga poté
mobilitare le armate ai confini della provincia di Owari e usarle per
i propri scopi.
Nel 1555 condusse le sue armate nella
provincia di Mino in aiuto di Saitō Dōsan (la cui figlia aveva
sposato nel 1549), in guerra con suo figlio Yoshitatsu, sul quale
giravano voci che lo volevano figlio illegittimo e che temeva quindi
di essere diseredato. La campagna militare si rivelò un fallimento,
perché Dōsan fu sconfitto e ucciso nel 1556 da Yoshitatsu, che
prese il suo posto.
Pochi mesi dopo, Nobuyuki e i suoi
alleati, in particolare Shibata Katsuie e Hayashi Hidesada, sfidarono
Nobunaga per il controllo del clan Oda, ma furono sconfitti nella
battaglia di Inō; i tre furono perdonati per intercessione della
madre di Nobunaga e Nobuyuki. Tuttavia, Nobunaga continuò a
sospettare di Nobuyuki, e fingendosi malato lo fece venire nel
castello di Kiyosu, dove lo assassinò nel 1557.
Nel 1559, Nobunaga aveva eliminato ogni
opposizione interna al clan e poteva dirsi signore di Owari. Per un
po' aveva continuato a stipulare alleanze con altri daimyō
attraverso il kanrei Shiba Yoshikane, ma scoprì che questi era in
trattative con i Kira e gli Imagawa per attaccare il clan Oda e
restituire il controllo di Owari al clan Shiba, così lo cacciò,
annullando i precedenti trattati ed entrando anzi in guerra.
Nel 1560, Imagawa Yoshimoto aveva
riunito un grande esercito (tra 20.000 e 40.000 uomini, a seconda
delle fonti) per marciare verso Kyōto, con la scusa di andare in
soccorso dello shōgun Yoshiteru; a questo esercito si sarebbe dovuto
unire quello del clan Matsudaira di Mikawa, vassallo del clan
Imagawa. Nobunaga non aveva più di 2.000 uomini, e non poteva
mobilitarli tutti dai confini; ciò nonostante, in quella che divenne
nota come la battaglia di Okehazama, approfittando di un improvviso
temporale attaccò di sorpresa il campo degli Imagawa, e uccise
Yoshimoto, con una vittoria fulminea che sorprese e sconvolse tutto
il Paese. Dopo la battaglia il nome di Nobunaga divenne famoso in
tutto il Giappone, mentre il clan Imagawa subì un duro colpo, e
perse rapidamente potere sui propri vassalli, e soprattutto sul clan
Matsudaira, a cui apparteneva Matsudaira Motoyasu (il futuro Tokugawa
Ieyasu), che nel 1561, superando l'antica ostilità tra i propri
clan, firmò un'alleanza con Oda Nobunaga.
Il Tenka Fubu
Nella provincia di Mino, Saitō
Yoshitatsu morì per malattia nel 1561, e gli succedette suo figlio
Tatsuoki; questi, giovane e inesperto, non riscuoteva molta fiducia
tra i suoi vassalli. Sfruttando la situazione, Nobunaga si trasferì
nel suo castello di Komaki e cominciò ad attaccare Mino sia
militarmente che diplomaticamente, convincendo i vassalli dei Saitō
ad abbandonare il loro incompetente signore; l'esercito di Yoshitatsu
fu così molto indebolito dalle defezioni quando Nobunaga scagliò
l'attacco finale nel 1567, impadronendosi del castello di Inabayama
ed esiliando Tatsuoki. Nobunaga si trasferì nel suo nuovo castello,
che rinominò Gifu, ispirandosi al leggendario Monte Gi (Qi in
cinese) dalla quale si diceva fosse partita la conquista della Cina
da parte della dinastia Zhou. Si fece inoltre forgiare un sigillo con
la scritta Tenka Fubu (天下布武
lett. "una sola insegna
militare sotto il cielo"), dove Tenka o "tutto
sotto il cielo" è un antico modo di dire per "nel mondo",
"in tutto il Giappone", quindi la frase viene
alternativamente interpretata come "riunificare il Giappone
sotto una sola spada" o "coprire di gloria militare il
Giappone".
Nel 1564, Nobunaga diede sua sorella
Oichi in moglie a Azai Nagamasa, garantendosi il supporto del clan
Azai della provincia di Omi.
Nel 1568, Ashikaga Yoshiaki, fratello
del defunto shōgun Yoshiteru si recò a Gifu per chiedere l'aiuto
militare di Nobunaga per spodestare lo shōgun fantoccio Yoshihide,
con il quale il clan Miyoshi aveva sostituito suo fratello, e
ripristinare l'autorità dello shogunato. Nobunaga accolse la sua
proposta, cogliendo l'occasione per avere uno shōgun a legittimare
le proprie campagne militari e al contempo avere il controllo della
capitale Kyōto. Nel Sud della provincia di Omi, sulla strada per la
capitale, il clan Rokkaku, guidato da Rokkaku Yoshikata, si opponeva
alle pretese di Yoshiaki e si preparava alla guerra; Nobunaga lanciò
un attacco preventivo grazie all'aiuto del clan Azai, e conquistò
tutti i castelli dei Rokkaku. Avendo ormai la strada spianata, in
breve raggiunse Kyōto, dove riuscì facilmente a imporsi
sull'impreparato clan Miyoshi. Yoshiaki divenne shōgun e offrì a
Nobunaga il posto di kanrei, ma questi rifiutò.
Dopo poco fu chiaro che Nobunaga
intendeva manipolare Yoshiaki grazie alla sua forza militare, e lo
shōgun, sostanzialmente privato dei suoi poteri, cominciò a tramare
contro di lui raccogliendo i clan disposti a combatterlo. Il clan
Asakura, in particolare, era insofferente del suo successo, in quanto
il clan Oda era sempre stato storicamente subordinato agli Asakura, e
sebbene Asakura Yoshikage avesse offerto protezione a Yoshiaki non
aveva osato marciare verso la capitale. Quando però Nobunaga attaccò
gli Asakura, suo cognato Azai Nagamasa, non volendo rompere l'antica
alleanza che legava il clan Azai agli Asakura, prese le parti degli
Asakura. Con l'aiuto dei ribelli amidisti Ikkō, l'alleanza che
Yoshiaki aveva formato contro Nobunaga entrò nel conflitto e
inflisse gravi perdite agli Oda. Nella battaglia di Anegawa, Nobunaga
e Tokugawa Ieyasu sconfissero gli eserciti degli Azai e degli
Asakura. Poi Nobunaga attaccò nel 1571 il monastero buddhista della
scuola Tendai Enryaku-ji, sul monte Hiei, che addestrava monaci
guerrieri e che trovandosi molto vicino alla sua residenza nella
capitale costituiva per lui una spina nel fianco; il monastero fu
completamente raso al suolo, e tra 20.000 e 30.000 uomini, donne e
bambini furono uccisi nella campagna militare. A questo punto attaccò
la fortezza Ikkō di Nagashima, contro la quale soffrì gravi
perdite, tra cui due suoi fratelli, e quando infine espugnò la
fortezza diede fuoco a tutto il complesso, uccidendo decine di
migliaia di persone.
Takeda Shingen, nonostante
ufficialmente il clan Takeda fosse in buoni rapporti con il clan Oda,
aveva aderito all'alleanza contro Nobunaga, e nel 1572, su pressione
dello shōgun, marciò verso la capitale; impegnato sul fronte
occidentale, Nobunaga inviò solo pochi rinforzi a Tokugawa Ieyasu,
che fu sconfitto nella battaglia di Mikatagahara. Per fortuna della
fazione Oda-Tokugawa, Shingen morì poco dopo, nel 1573, prima di
raggiungere Kyōto, e il clan Takeda si ritirò. Essendo però ormai
Yoshiaki uscito allo scoperto, fu costretto ad affrontare Nobunaga
con le sue esigue forze, e nonostante l'intervento diplomatico della
corte imperiale per evitare la battaglia Nobunaga sconfisse Yoshiaki
e lo esiliò, ponendo fine allo shogunato Ashikaga.
Nello stesso anno i clan Azai e Asakura
furono definitivamente sconfitti, e suo cognato Azai Nagamasa, dopo
avergli rimandato sua sorella Oichi, compì seppuku. Takeda
Katsuyori, erede di Shingen, fu sconfitto nel 1575 nella battaglia di
Nagashino in cui la fazione Oda-Tokugawa usò per la prima volta gli
archibugi comprati dai portoghesi; la lentezza di ricarica degli
archibugi fu compensata disponendo i tiratori su tre linee, ognuna
delle quali copriva le spalle alle altre mentre queste ricaricavano.
Le armature non riuscirono a resistere ai colpi, e la cavalleria dei
Takeda fu falciata ancor prima di arrivare allo scontro corpo a
corpo.
Continuando la sua espansione, Nobunaga
cominciò a dislocare i suoi generali a controllo delle singole
province; Shibata Katsuie e Maeda Toshiie furono inviati a Nord, e
Akechi Mitsuhide nella provincia di Tamba. Hashiba Hideyoshi fu
invece mandato a Ovest nel 1577 contro il clan Mori, che sosteneva
con approvvigionamenti via mare la fortezza Ikkō di Ishiyama
Hongan-ji, sulla quale l'esercito di Nobunaga stringeva l'assedio da
terra da diverso tempo.
Nel 1578, il nuovo castello di
Nobunaga, noto come castello di Azuchi, fu completato; da questo
castello, che impressionò i contemporanei per le sue decorazioni
stravaganti, il periodo compreso tra la caduta dello shogunato
Ashikaga e la morte di Nobunaga è oggi noto come periodo Azuchi.
Nel 1577, però, Uesugi Kenshin, il
secondo miglior generale del suo tempo dopo Takeda Shingen, aveva
deciso di prendere parte ad una seconda alleanza anti-Nobunaga. Il
primo scontro avvenne nella battaglia di Tedorigawa, e risultò in
una decisiva vittoria di Kenshin, che cominciò a preparare la sua
marcia su Kyōto. Secondo una tradizione, Nobunaga avrebbe confessato
ad un suo ufficiale che se Kenshin fosse arrivato a Kyōto con il suo
esercito egli non avrebbe avuto altra scelta che arrendersi e sperare
di essere risparmiato. Uesugi Kenshin, però, morì, forse d'infarto,
o forse di cancro allo stomaco, mentre si trovava nel suo lavatoio;
secondo fonti dell'epoca la sua salute appariva compromessa già da
tempo.
Ormai senza validi rivali, Nobunaga
costrinse gli ultimi ribelli Ikkō ad arrendersi nella fortezza di
Ishiyama Hongan-ji nel 1580, ed annientò completamente il clan
Takeda nel 1582, durante la battaglia di Temmokuzan. Nobunaga era
ormai l'autorità indiscussa nel Paese, e si accingeva a muovere i
suoi eserciti contro le province di Echigo e Shikoku.
L'incidente di Honnō-ji
Nel 1582, Hashiba Hideyoshi, uno dei
generali più vicini a Nobunaga, invase la provincia di Bitchu,
assediando il castello di Takamatsu; quest'ultimo era vitale per il
clan Mori, perché occupava una posizione strategica dalla quale era
possibile penetrare con facilità nel loro dominio. Mori Terumoto
arrivò perciò con il suo esercito a sostegno del castello di
Takamatsu, e le due parti si trovarono in uno stallo. A questo punto
Hideyoshi chiese rinforzi a Nobunaga.
È stato osservato che Hideyoshi non
aveva realmente bisogno di rinforzi, ma chiese comunque l'aiuto del
suo signore; secondo alcuni lo fece per non assumersi direttamente il
merito della vittoria, in quanto molti generali non vedevano di buon
occhio il successo di un generale di umili origini e non appartenente
a un clan samurai; secondo altri Hideyoshi intendeva mettere Nobunaga
in una posizione critica in modo da poterne trarre un vantaggio
personale.
In ogni caso, Nobunaga lasciò i
preparativi per l'invasione di Shikoku a Niwa Nagahide e partì con
Akechi Mitsuhide per raggiungere Hideyoshi. Lungo il tragitto,
Nobunaga e i suoi uomini sostarono nel tempio Honnō-ji a Kyōto,
dove Nobunaga, essendo al centro del suo dominio e ritenendosi al
sicuro, si lasciò scortare solo da pochi servitori e guardie di
fiducia. Inaspettatamente, Akechi Mitsuhide dispose i suoi uomini
intorno al tempio in un tentativo di colpo di Stato; nella
schermaglia che seguì, Nobunaga perse e si ritirò all'interno del
tempio. Mitsuhide, applicando la tecnica che Nobunaga aveva tante
volte usato, appiccò fuoco al tempio.
Non si sa cosa accadde a Nobunaga nelle
sue ultime ore di vita; probabilmente lui e il suo attendente Mori
Ranmaru compirono seppuku mentre il tempio bruciava. I suoi resti non
furono mai ritrovati tra le macerie del tempio, dando adito a una
vasta gamma di leggende popolari.
Immediatamente dopo il colpo di Stato,
gli uomini di Mitsuhide attaccarono il castello Nijō, dove
costrinsero l'erede di Nobunaga, Nobutada, a compiere seppuku a sua
volta. Per undici giorni Mitsuhide incontrò vari esponenti del clan
Oda e della corte imperiale per essere nominato successore di
Nobunaga, ma invano. Hideyoshi, che appena ricevuta la notizia aveva
siglato una tregua con il clan Mori, raggiunse e uccise Mitsuhide
nella battaglia di Yamazaki dopo soli 11 giorni dalla morte di
Nobunaga.
Governo
Nobunaga non accettò mai nessuno dei
titoli che gli furono offerti, e rimase sempre solo il capo del clan
Oda e il daimyō di Owari; ciò nonostante, la sua autorità gli
permise di introdurre importanti cambiamenti nel Paese
Una delle novità più importanti del
periodo Azuchi-Momoyama fu la razionalizzazione delle famiglie
samurai; nel periodo Muromachi infatti le numerose guerre combattute
anche e soprattutto a livello provinciale avevano spinto i clan ad
accettare nei loro eserciti chiunque fosse abile al combattimento, e
durante l'epoca Sengoku praticamente ogni giapponese maschio adulto
apparteneva ad almeno una organizzazione militare. Dal 1576 Nobunaga
cominciò a confiscare le armi ai contadini nei territori da lui
controllati, riducendo così il rischio di rivolte e il numero di
combattenti da lui non direttamente controllabili; il suo successore
Toyotomi Hideyoshi, nonostante fosse lui stesso originario di una
famiglia di contadini, completò l'opera distinguendo per legge la
casta samurai (l'accesso alla quale poteva così avvenire solo per
via ereditaria) dalle altre e vietando a tutti i non-samurai il porto
d'armi. Le famiglie samurai che si erano opposte a Nobunaga prima, e
a Hideyoshi e Ieyasu poi, furono dichiarate illegittime e i loro
componenti divennero rōnin oppure civili.
Sul piano militare, Nobunaga portò il
suo esercito al livello tecnologico di quelli europei, impiegando per
primo su larga scala lance, armi da fuoco, navi corazzate, e
fortificazioni all'altezza delle guerre di massa del periodo. Alcune
fonti, inoltre, gli attribuiscono l'ideazione della formazione a più
linee da parte delle truppe dotate di archibugi, capace di garantire
un fuoco continuo e quindi un maggiore impatto sul nemico; tale
tattica, utilizzata per la prima volta nel 1575 durante la Battaglia
di Nagashino, sarebbe infatti comparsa in Europa solo nel 1590, a
dimostrazione delle grandi abilità strategiche di Nobunaga, che
facendo per primo un uso massiccio di armi europee per la sua
campagna militare apportò un cambiamento radicale alle ormai
antiquate attiche belliche impiegate dagli eserciti giapponesi.
Le sue guerre sono però ricordate
soprattutto per la loro violenza e per la spietatezza con cui il suo
esercito infieriva sui vinti, combattenti e civili; a questo si
unisce la pratica di bruciare vivi i nemici, che Nobunaga usava come
monito per i suoi oppositori. Nobunaga puntò sulla specializzazione
e sulla professionalizzazione del suo esercito, e assegnò gli
incarichi e le promozioni su base strettamente meritocratica,
ignorando quasi completamente le regole di nobiltà e relazioni
familiari tradizionalmente seguite negli eserciti feudali del tempo;
l'ascesa di Hideyoshi, che da figlio di contadini riuscì a essere
riconosciuto erede di Nobunaga, ne è l'esempio lampante. Ai daimyō
sconfitti espropriò le terre, e le ridistribuì tra i propri
vassalli non in base alla dimensione, ma alla produzione di riso. Con
qualche modifica, il sistema organizzativo di Nobunaga venne esteso a
tutto il Paese con l'inizio dello shogunato Tokugawa.
Sul piano economico, Nobunaga dimostrò
grande competenza, sviluppando i castelli come perno dell'economia
locale, migrando da un'economia agricola a una di tipo
manifatturiero, costruì strade tra i castelli, per agevolare i
traffici commerciali e lo spostamento degli eserciti, e uniformò le
unità di misura. Potenziò i traffici internazionali, oltre che con
Cina e Corea anche con i nanban ("barbari meridionali",
termine che copre Filippine, Siam e Indonesia, ma anche l'Europa).
Istituì inoltre le rakuichi rakuza, con cui si proibivano i
monopoli e si costringevano all'apertura le unioni, associazioni e
gilde che Nobunaga considerava un ostacolo al commercio. Sviluppò
anche leggi che prevedevano casi di esenzione fiscale e regolamentò
la contrazione di debiti.
Grazie alla ricchezza accumulata nel
tempo, Nobunaga finanziò varie forme d'arte, e fece costruire
meravigliosi giardini e castelli. Il suo castello di Azuchi sulle
sponde del lago Biwa è descritto dai contemporanei come uno dei più
belli della storia, coperto d'oro e statue all'esterno e decorato
all'interno con paraventi, porte scorrevoli, dipinti sui muri e sui
soffitti, soprattutto ad opera di Kanō Eitoku. In questo periodo, il
maestro di cerimonie di Nobunaga, Sen no Rikyu codificò le regole
del cha no yu, la cerimonia del tè che Nobunaga popolarizzò
e che usò per discutere di politica e affari. Sotto il suo governo
comparvero anche i primi esempi di kabuki, che si sviluppò
organicamente nel più pacifico periodo Edo.
Nobunaga si dimostrò molto interessato
alla cultura europea, tanto che collezionò opere d'arte, armi e
armature occidentali. È considerato uno tra i primi giapponesi ad
aver indossato abiti europei, e nonostante non fosse religioso
sostenne i missionari gesuiti in Giappone come mossa politica contro
i monaci buddisti; sotto il suo governo, il 15 agosto 1576, fu
costruita la prima chiesa cristiana in Giappone.
Famiglia
Secondo delle fonti Oda Nobunaga e
l'intero clan Oda erano discendenti di entrambi i clan Fujiwara e
Taira. (precisamente il ramo di Taira no Shigemori). La sua
discendenza può essere direttamente ricondotta al suo bis-bis-nonno
Oda Hisanaga, seguito da Oda Toshisada, Oda Nobusada, Oda Nobuhide, e
Nobunaga stesso.
Famiglia diretta
Nobunaga era il figlio più grandei di
Nobuhide, un signore minore della provincia di Owari, e Tsuchida
Gozen, che era anche la madre di tre dei suoi fratelli (Nobuyuki,
Nobukane, and Hidetaka) e due sorelle (Oinu e Oichi).
- Padre: Oda Nobuhide (1510–1551)
- Madre: Tsuchida Gozen (morta 1594)
- Fratelli
- Oda Nobuhiro (morto 1574)
- Oda Nobuyuki (1536–1557)
- Oda Nobukane (1548–1614)
- Oda Nagamasu (1548–1622)
- Oda Nobuharu (1549–1570)
- Oda Nobutoki (morto 1556)
- Oda Nobuoki
- Oda Hidetaka (morto 1555)
- Oda Hidenari
- Oda Nobuteru
- Oda Nagatoshi
- Sorelle:
- Oichi (1547–1583)
- Oinu, sposata con Saji Nobukata
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