Anatolij Arkad'evič Charlampiev
(in russo: Анатолий
Аркадьевич Харлампиев; Smolensk, 29
ottobre 1906 – 16 aprile 1979) è stato un judoka russo, studioso
delle lotte tradizionali dei popoli dell'URSS, fondatore del Sambo.
Biografia
Suo nonno, Georgij Jakovlevič
Charlampiev (Георгий Яковлевич Харлампиев)
era un famoso ginnasta e pugile. Per tutta la vita il nonno raccolse,
studiò e classificò le tecniche di combattimento, della lotta e
della difesa personale. Era talmente forte che riusciva a strappare
con le dita una moneta da tre kopeiki, una cosa impossibile per il
suo tempo (e forse anche per i giorni nostri). Un aneddoto racconta
che la sua futura moglie stava su una trojka quando i cavalli
impazzirono. La catastrofe sembrava imminente. Per fortuna sulla
strada passeggiava Georgiy Yakovlevič, il quale riuscì a fermare la
carrozza. Così conobbe la sua futura sposa.
Anche suo padre, Arkadij Georgievič
Charlampiev (Аркадий Георгиевич Харлампиев)
era una personalità non comune. Eccellente studente dell'Accademia
delle Belle Arti, fu mandato a studiare a Parigi con la borsa di
studio conferitagli dallo Stato. In un momento di difficoltà
economica, per continuare gli studi Arkadij Georgievič decise di
approdare ai combattimenti di pugilato professionista europeo. In
breve tempo divenne il campione di Francia e in seguito il campione
d'Europa nei pesi assoluti. Proprio lui divenne, al suo ritorno in
Russia, il padre della scuola russa (ed in seguito della scuola
sovietica) di pugilato.
All'età di sei anni Anatoliy, allenato
dal nonno e dal padre, si esibiva al circo come trapezista.
All'età di sedici anni Anatolij oramai
era un combattente maturo, eccellente in vari tipi di sport. Proprio
in quei giorni un famoso militare sovietico, Nikolaj Ilijč
Podvoiskij approvava la sua decisione di creare un tipo di lotta
universale.
In quel periodo Anatolij insegnava
educazione fisica all'Università Rossa Dei Lavoratori dell'Oriente e
le basi dei movimenti sportivi in un teatro di Mosca.
L'Università era piena di
rivoluzionari professionisti dai paesi dell'Estremo Oriente, in
particolare della Cina e della Mongolia. Molti di loro conoscevano le
arti marziali e Anatoliy aveva tantissime possibilità di fare
pratica con loro. Si allenava anche con i tartari nella disciplina
della lotta nazionale tartara (detta lotta della cintura). Ancora
prima aveva imparato in maniera eccellente la lotta francese, il
pugilato francese e inglese, si dedicava alla scherma, corsa, era un
buon acrobata. Conosceva di persona i lottatori "leggendari"
Ivan Poddubnij, Klementij Bul, Ivan Spul, ecc. Era anche uno
scalatore di alta classe. Partecipò, infatti, alla conquista del
Picco del Comunismo (già Picco di Stalin), la vetta più alta
dell'URSS – 7495 m.
Per alcuni anni, durante il periodo
invernale, Anatolij metteva da parte i soldi per poter andare
d'estate nelle repubbliche Caucasiche o dell'Asia Centrale, dove vari
tipi tradizionali di lotta sono rimasti ancora popolari. Imparò
tutti questi tipi di lotta, sistematizzando le loro tecniche e i
metodi di allenamento. Per raggiungere il suo scopo doveva
partecipare alle competizioni locali, spesso molto dure e con molti
lottatori. Le categorie di peso non esistevano e il giovane atleta
che pesava 72 chili, vinceva i combattenti pesanti oltre un quintale
e mezzo. Questi studi hanno dato inizio alla nuova disciplina di
lotta, Sambo.
Già divenuto un maestro famoso
comincia a imparare il Jūdō classico sotto direzione del suo amico
Vasilij Sergeevič Ošepkov (Василий Сергеевич
Ощепков), che ha vissuto a lungo in Giappone e fu il quarto
europeo a ottenere la cintura nera a Kodokan. Questa amicizia
contribuì ulteriormente alla Sambo appena nata.
Nel 1938 Sambo acquistò uno statuto
ufficiale e Charlampiev divenne il presidente della Federazione.
Lo sviluppo del nuovo universale tipo
di lotta fu rallentato dalla seconda guerra mondiale. Anatolij
combatté come volontario fin dall'inizio e si mostrò un militare
valoroso. Fu insignito di tante medaglie e riconoscimenti.
Kharlampiev finì la guerra in Estremo
Oriente dove ebbe occasione di combattere sul tatami con tanti judoka
giapponesi che facevano parte dell'Armata del Kwangtung. Infatti 10
tatami da Jūdō seguirono i reggimenti giapponesi per allenamenti.
Kharlampiev vinse su tutti i suoi avversari, persino sul campione del
Giappone nei pesi massimi.
Dopo la guerra continuò il suo lavoro
di sviluppo e di popolarizzazione della Sambo. Rimase il leader
indiscutibile anche quando lasciò la carica di Presidente della
Federazione.
Negli anni cinquanta i giapponesi gli
hanno conferirono honoris causa l'ottavo Dan Jūdō. In quel periodo
ciò era ritenuto impossibile per un non-giapponese.
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