giovedì 28 febbraio 2019

Masatoshi Nakayama

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Masatoshi Nakayama (中山正敏 Masatoshi Nakayama; Prefettura di Yamaguchi, 13 aprile 1913 – Tokyo, 15 aprile 1987) è stato un karateka giapponese.
Gran Maestro di karate Shotokan, allievo di Gichin Funakoshi e di suo figlio Gigō Funakoshi, è stato il fondatore della JKA (Japan Karate Association).

Vita

Nato nell'aprile del 1913 nella Prefettura di Yamaguchi, era discendente del clan Sanada, della regione di Nagano. I suoi antenati erano istruttori estremamente specializzati di kenjutsu (l'arte della spada giapponese). Entrò all'Università di Takushoku nel 1932, completando gli studi mentre nel frattempo si allenava con il Maestro Gichin Funakoshi e con uno dei suoi figli, Yoshitaka. Decidendo di dedicare la sua vita al karate, dopo l'università partì per la Cina al fine di migliorare i suoi studi ed il suo addestramento. Rientrò in Giappone nel 1946. Nel 1949 fondò insieme a Funakoshi la Japan Karate Association.

JKA

Gli sforzi compiuti dalla Associazione Giapponese di Karate di incarnare e promuovere lo spirito del karate furono appoggiati dal Ministero dell'Istruzione Giapponese, (ora Ministero di Istruzione, Scienza, Sport, e Cultura). Il Ministero accordò alla JKA il riconoscimento legale ed esclusivo in Giappone come un'associazione ufficiale nel 1957, per la formazione di membri per la promozione della "via del karate". Durante quel periodo e nel corso di molti anni, il M° Nakayama diede contributi notevoli all'arte. Lui sviluppò, insieme agli istruttori di JKA, un metodo nuovo, razionale di insegnare. I suoi principali allievi furono Hiroshi Shirai, che andò a diffondere il Karate Stile Shotokan in Italia, Keinosuke Enoeda, che andò in Inghilterra, Taiji Kase, che si recò in Francia e fu un compagno di Nishiyama della prima ora. (Entrambi erano stati allievi di Yoshitaka Funakoshi).

mercoledì 27 febbraio 2019

Kōsaka Masanobu

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Kōsaka Masanobu (高坂 昌信; 1527 – 12 giugno 1578), noto anche come Kasuga Toratsuna (春日 虎綱), è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku.
È anche conosciuto come uno dei ventiquattro generali di Takeda Shingen. È anche accreditato come l'autore del famoso Kōyō Gunkan, che narra le storia della famiglia Takeda e delle sue imprese militari. Comunque diversi studi recenti suggeriscono che altri scrittori usarono il nome di Kōsaka per incrementare la veridicità del libro.

Biografia

Relazione con Shingen

La relazione d'amore con Shingen iniziò nel 1543. In quegli anni avevano rispettivamente 16 e 22 anni. Questo tipo di relazioni erano comuni nel Giappone pre-moderno, una tradizione nota col nome di shudo. Un documento conservato nell'archivio storico dell'Università di Tokyo documenta l'impegno di Shingen di non legarsi sentimentalmente a nessun altro servitore e la volontà di non recare danno in nessun modo al ragazzo, raccomandandolo agli dei.

Comandante

Kōsaka era conosciuto come uno dei tre Danjō che servirono la famiglia Takeda, assieme a Sanada Yukitaka e Hoshina Masatoshi (Danjō stava per titolo formale, Danjōchū; 弾正忠). Di questi tre, Kōsaka era conosciuto come "Nige Danjō" (逃げ弾正 letteralmente, Danjō difensivo), poiché era un comandante molto cauto ed abile nella ritirata.
Come comandante del castello di Kaizu, Kōsaka giocò un ruolo fondamentale nella quarta battaglia di Kawanakajima. Informò Takeda tramite segnali di fumo dei dell'avvicinamento dell'esercito di Uesugi Kenshin, e poi avanzò verso Saijoyama con l'intento di spingere l'esercito di Kenshin verso la pianura dove Takeda Shingen lo attendeva. Anche se la tattica fallì, Kōsaka guidò i suoi uomini giù dalla collina attaccando l'armata Uesugi alle spalle e salvando Shingen che si trovava in grosse difficoltà.
Durante la campagna di Nagashino fu mandato nel nord dello Shinano per tener occupati gli Uesugi ma marciò frettolosamente a sud per proteggere Katsuyori quando seppe della sua sconfitta.

Ritiro e morte

Kōsaka Masanobu criticò apertamente Katsuyori in numerose occasioni. Per questo fu forzato al ritiro nel 1578 e morì nello stesso anno di malattia.

martedì 26 febbraio 2019

Idol

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Nella cultura giapponese, il termine idol (アイドル aidoru) si riferisce a un adolescente che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo soprattutto in virtù del suo aspetto esteriore. Gli idol possono essere cantanti e far parte di gruppi musicali J-pop, oppure recitare in dorama e film per il cinema, partecipare a show televisivi in qualità di tarento o posare per servizi fotografici come modelli. La loro parabola tende a essere di breve durata, tanto che in alcuni contesti il termine idol viene usato proprio per implicare l'idea un fenomeno di fama tanto travolgente quanto effimero.
Il fenomeno ha avuto inizio a partire dagli anni sessanta del XX secolo, conoscendo il periodo di massimo splendore negli anni ottanta.
Il fandom delle idol è composto principalmente da pubblico maschile, complementare al fandom del visual kei principalmente femminile: entrambi hanno un rapporto molto personale con gli artisti che solitamente va al di là della proposta musicale. I fan di idol si definiscono wota (ヲタ).

Caratteristiche

Con il termine idol ci si riferisce a un teenager (sia ragazze che ragazzi) che diventa molto popolare nel mondo dello spettacolo soprattutto in virtù di un aspetto esteriore che viene percepito come alla moda e "carino e aggraziato" (kawaii). Gli idol fungono solitamente come modello da seguire e, in quanto tale, la loro immagine pubblica deve essere perfetta affinché possa essere d'esempio per i più giovani. Alla loro immagine è associato altresì il concetto di purezza, il quale implica, soprattutto per quanto riguarda le idol femminili, l'evitare qualsiasi coinvolgimento sessuale e comportamento amorale, che porta le stesse a essere considerate alla stregua di sorelle minori o ragazze della porta accanto.
Gli idol sono generalmente rappresentati da agenzie di talenti che gestiscono e commercializzano la loro immagine come qualsiasi altro prodotto: si può trattare di cantanti o gruppi musicali di J-pop (musica pop giapponese) analoghi in qualche modo alle boy band e girl group occidentali, attori, personaggi televisivi o modelli. Per diventare idol non occorre comunque avere grandi doti canore, e per questo motivo non sono considerati dei cantanti a tutti gli effetti; allo stesso modo gli idol che si cimentano davanti alla cinepresa non sono considerati attori professionisti. Piuttosto che il talento, le caratteristiche più importanti per un idol sono la personalità e l'immagine che egli dà di sé.
Il fenomeno ha una grande rilevanza nella cultura di massa giapponese; all'apice del loro successo, gli idol sono onnipresenti sui media e sono oggetto di un vero e proprio fanatismo: una caratteristica principale del sistema è infatti l'empatia che si viene a creare tra gli idol e il fan, il quale sarà portato a immedesimarsi nelle loro persona e a seguire con entusiasmo la loro crescita all'interno del mondo dello spettacolo, da dilettanti inesperti a famosi artisti. La loro parabola tende a essere di breve durata, tanto che in alcuni contesti il termine idol viene usato proprio per implicare l'idea un fenomeno di fama tanto travolgente quanto effimero. Al ritiro, cui viene preferito l'eufemismo sotsugyō (卒業 lett. "conseguimento del diploma"), può seguire una carriera nel mondo dello spettacolo come cantante, attore o personaggio televisivo, come un completo allontanamento dalle attività artistiche e un ritorno a una vita normale.
Agli idol si associa un mercato estremamente fiorente, che talvolta mostra elementi di contatto con il mondo della moda, degli anime o del cosplay; ad esempio, molte idol si esibiscono con la tradizionale uniforme scolastica giapponese, in altri casi diventano modelle di riviste pensate per un pubblico generalmente maschile, o devono la loro popolarità proprio a servizi fotografici di questo tipo.

Classificazione

Il termine "idol" è spesso utilizzato come iperonimo per indicare diverse categorie di performer operosi in differenti campi dello spettacolo, nonché per indicare amatori e aspiranti a tali professioni, che hanno come punto in comune le caratteristiche descritte in precedenza:
  • Akiba-kei idol (アキバ系アイドル Akiba-kei aidoru): idol legate al movimento Akiba-kei, con attività strettamente connesse alla cultura otaku del quartiere di Akihabara a Tokyo, quali partecipazioni a convention su anime e manga ed esibizioni in cosplay. Un esempio di Akiba-kei idol è Haruko Momoi.
  • Dansei idol (男性アイドル Dansei aidoru): idol maschili, come gli SMAP e i Kis-My-Ft2.
  • Gaijin idol (外人アイドル Gaijin aidoru): idol stranieri/e, come Beckii Cruel e Leah Dizon.
  • Gravure idol (グラビアアイドル Gurabia aidoru): idol che lavorano nel campo della moda posando per servizi fotografici in bikini o in intimo. Il termine deriva dalla parola inglese rotogravure (rotocalcografia), un tipo di processo di stampa.
  • Junior idol (ジュニアアイドル Junia aidoru): idol pre-adolescenti.
  • Kokuminteki idol (国民的アイドル Kokuminteki aidoru): idol di fama nazionale, come le AKB48.
  • Local idol (ローカルアイドル Rōkaru aidoru): idol le cui attività si concentrano sulla promozione del territorio locale, come le Negicco.
  • Net idol (ネットアイドル Netto aidoru): idol amatoriali che promuovono le loro attività tramite Internet.
  • Okashi-kei idol (お菓子系アイドル Okashi-kei aidoru): gravure idol adolescenti che lavorano principalmente per riviste quali Cream e Waffle.
  • Seiyū idol (声優アイドル Seiyū aidoru): idol che devono la loro fama alla professione di doppiatrice, con excursus nei campi della musica e della moda. Un esempio di seiyū idol è Aya Hirano.
  • Underground idol (地下アイドル Chika aidoru): idol che non appartengono a nessun agenzia e non hanno ancora debuttato nello show business. Si esibiscono prevalentemente per strada.
  • Variety idol (バラエティーアイドル Baraetī aidoru): idol note principalmente per le loro partecipazioni a show televisivi. Esempi di variety idol sono Ami Kikuchi, Ruriko Kojima, Rino Sashihara e Momoko Tsugunaga.
  • Virtual idol (バーチャルアイドル Bācharu aidoru): idol virtuali prodotte con l'ausilio di software informatici, come Miku Hatsune e Kyōko Date.

Storia del fenomeno

Sulla scia del successo del film del 1963 Cherchez l'idole, distribuito in Giappone con il titolo Aidoru o sagase (アイドルを探せ), Sylvie Vartan, protagonista della pellicola, divenne una delle celebrità più richieste dal pubblico giapponese. Uno dei dipendenti della casa discografica responsabile del lancio della cantante in Giappone, pensò a quel punto di promuoverla come parte di una nuova categoria di artisti adolescenti chiamati "idol". Il termine entrò così nel linguaggio comune dei giapponesi per indicare qualsiasi giovane che si dilettasse nel canto, che fosse assiduamente presente sulle copertine delle riviste e in televisione, e che presentasse un'immagine di sé pulita, sana e vivace.
Il fenomeno idol prese forma a partire dagli anni settanta, dominando la scena della musica pop nel decennio successivo, noto anche come "età d'oro" delle idol. Gran parte della loro popolarità era dovuta a programmi televisivi creati ad hoc da cui ogni anno nascevano diverse decine di giovani "stelle", destinate solo in rari casi a rimanere famose per più di una stagione. In questo periodo trovarono il successo gruppi come le Candies e le Pink Lady, e soliste quali Saori Minami, Mari Amachi e Rumiko Koyanagi, queste ultime apprezzate più per la loro immagine di brave ragazze che per le loro doti di cantanti. Tra il 1971 e il 1975 debuttarono circa settecento idol, e un'intera industria sorse intorno ai prodotti a esse associati. Momoe Yamaguchi fu una delle rappresentanti di maggior successo di quel periodo, dal suo esordio nel 1973 all'età di tredici anni fino al suo ritiro nel 1980. Di lì in avanti, in un solo anno, potevano fare la loro comparsa anche quaranta o cinquanta idol. Tra queste si ricordano Akina Nakamori, Kyōko Koizumi e soprattutto Seiko Matsuda, esempio di una idol con una lunga e fortunata carriera.
L'ascesa al successo delle Onyanko Club, gruppo ideato da Yasushi Akimoto e formato da decine di ragazze le cui attività miravano a un target prettamente maschile, determinò un cambiamento all'interno dell'industria idol, proponendo una formula che verrà poi ripresa in futuro da gruppi quali Tokyo Performance Doll, Morning Musume e AKB48. Per i produttori infatti diveniva sempre più difficile venire incontro ai gusti dei fan, e proporre una vasta gamma di ragazze tra le quali individuare la propria beniamina riduceva drasticamente le possibilità di insuccesso. Nel frattempo la Johnny & Associates, agenzia scopritrice di talenti fondata nei primi anni sessanta da Johnny Kitagawa, produsse una serie di boy band di successo quali Four Leaves, Tanokin Trio, Ninja, Shibugakitai e Hikaru Genji, da cui mossero i primi passi Masahiko Kondō, Toshihiko Tahara e Masahiro Motoki. Il fanatismo per le idol giapponesi raggiunse in quest'epoca anche Hong Kong e Taiwan.
Negli anni novanta il mercato musicale giapponese iniziò a diversificarsi aprendo a generi come R&B e musica elettronica, e le idol lasciarono il campo all'ascesa di cantanti quali Namie Amuro, Ayumi Hamasaki e Hikaru Utada, che apparivano più mature e sofisticate rispetto alle loro predecessori. La formula ideata da Yasushi Akimoto con le Onyanko Club ritornò tuttavia in voga grazie alle Morning Musume, che ancora rappresentano uno dei gruppi idol di maggior successo in Giappone. In questo periodo fece il suo debutto altresì un altro gruppo della Johnny's, gli SMAP (il più longevo gruppo di idol della storia, essendo stato creato nel 1991), i quali monopolizzarono in breve tempo non solo il mercato discografico ma anche televisione e cinema, con decine di apparizioni in spot pubblicitari, programmi e film.
Ma se l'industria degli idol maschili non aveva conosciuto sostanziali cambiamenti negli anni e continuava ad avere un unico dominatore incontrastato, con la Johnny's che dava alla luce uno dopo l'altro gruppi di grande successo quali Tokio, V6, KinKi Kids, Arashi, NEWS, KAT-TUN, Kanjani Eight, Hey! Say! JUMP e Kis-My-Ft2, la sua controparte femminile subì una piccola rivoluzione nel 2005 con l'avvento delle AKB48, altro gruppo nato dall'intuizione del produttore Yasushi Akimoto. Il gruppo riprendeva sì la formula già ampiamente utilizzata con le Onyanko Club, ma il concepimento del concetto delle "idol che puoi incontrare" aprì una nuova frontiera nell'ambito dell'interazione con i fan. Le AKB48 negli anni sono emerse come uno degli idol group più popolari in Giappone, fino ad acquisire lo status di fenomeno sociale.
La popolarità delle AKB48 ha portato il mondo delle idol in una nuova era, che vede un solo gruppo dominare il mercato, con numerosi gruppi che tentano di riprenderne il concetto. Tuttavia, alcuni hanno cercato nuovi modi e nuove idee nel tentativo di emergere e distinguersi. Tra questi vi sono le Momoiro Clover Z, la cui immagine prende ispirazione dai film sui supereroi giapponesi e dal genere super sentai, e le Babymetal, che uniscono l'idol music alle sonorità tipiche dell'heavy metal.

Aspetti culturali

Il fenomeno idol comprende un insieme complesso di pratiche e relazioni che coinvolgono produttori, performer, appassionati così come parte della popolazione generalista. Ogni anno centinaia di adolescenti partecipano a provini e audizioni nella speranza di diventare idol. Benché tradizionalmente siano criticati per la mancanza di talento, la goffaggine delle loro performance e l'eccessiva commercialità delle loro canzoni, ciò non impedisce a una grande porzione di pubblico di prendere parte al sistema consumistico che ruota intorno al fenomeno.
Una grossa fetta del mercato è rappresentata proprio dal settore musicale: a differenza di altri paesi, l'industria discografica giapponese non ha sofferto particolarmente della crisi del calo delle vendite degli anni duemila proprio grazie al contributo di gruppi idol quali AKB48 e Arashi e al loro rapporto con i fan. Nel caso delle AKB48, i fan hanno la possibilità di incontrare la propria beniamina dopo aver acquistato il CD che garantirà loro di accedere agli eventi; essi potranno votare anche per la loro idol preferita, ma anche in questo caso dovranno acquistare uno o più CD per farlo, comportando così un sensibile incremento nel numero delle vendite. I brani interpretati dagli idol spesso presentano testi che trattano temi sentimentali e melodrammatici, accompagnati da melodie particolarmente orecchiabili. La loro popolarità si deve in particolar modo alla diffusione del karaoke come forma di intrattenimento negli anni ottanta, durante i quali le produzioni musicali legate al genere hanno subito un incremento della qualità grazie al contributo di importanti musicisti e parolieri.
Durante i concerti, eventi o incontri dei fan club, i supporter più accaniti — detti "idol otaku" o wota (ヲタ) — accompagnano l'esibizione dei loro beniamini con salti, battimani, ondeggiamento delle braccia e cori, un particolare tipo di cheerleading chiamato wotagei (ヲタ芸). Essi sono soliti collezionare anche il merchandising che viene reso disponibile in appositi punti vendita o via web, che comprende photobook, calendari, schede telefoniche, t-shirt, portachiavi e articoli di cancelleria. Con l'avvento di Internet la popolarità degli idol giapponesi ha varcato i confini nazionali conquistando una nutrita schiera di appassionati anche in altri paesi asiatici, così come in Europa e in Nord America.
Secondo alcune teorie le radici del fenomeno possono essere ricondotte alle tradizionali pratiche religiose giapponesi, dove gli idol, così come le divinità shintoiste, devono rappresentare la perfezione e interagire con le persone comuni in maniera empatica. Nello Shintō, se un devoto si macchia di comportamento inappropriato ha la possibilità di redimersi ottenendo così il perdono divino. Questo concetto si applica in toto al mondo idol, dove una ragazza che è stata al centro di uno scandalo può ritornare solitamente nel mondo dello spettacolo dopo aver scontato un periodo di punizione o aver chiesto scusa ai propri sostenitori. Lo stesso sostegno incondizionato da parte dei fan, pur escludendo qualsiasi significato religioso, è paragonabile ai riti shintoisti e rappresenta un modo di dire grazie per i favori ricevuti.



lunedì 25 febbraio 2019

Tetsubo

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Il Tetsubo è un'antica arma da botta giapponese.

Descrizione e uso nella storia
Il tetsubo è un'arma solitamente di legno molto simile a una Mazza da baseball, con l'eccezione che nella parte finale della mazza sono incastonate punte di metallo che possono essere di ferro, di rame o, per gli uomini più ricchi, argento e addirittura oro. La forma del manico è cilindrica ed è uguale per quasi tutti i tetsubo, ma la testa può variare per forma (a forma di parallelepipedo o clindrica) o per numero di punte presenti nella testa. Paragonata ad una mazza da baseball, un tetsubo pesa all'incirca 5 volte tanto ed è 1/3 più lungo. Nell'antico Giappone l'uso di queste armi nei guerrieri era comune. Impiegare un tetsubo in combattimento richiedeva notevole prestanza fisica ed abilità, giacché il peso dell'arma poteva facilmente sbilanciare il guerriero qualora il colpo non andasse a segno.
Molti testi antichi fanno riferimento a quest'arma. Nella mitologia giapponese spesso quest'arma veniva associata a personaggi malvagi come gli Oni(brutali demoni della mitologia giapponese). Infatti in Giappone si suol dire "dare un tetsubo ad un oni" per indicare l'assegnazione di un vantaggio a qualcuno che già di partenza è forte.





domenica 24 febbraio 2019

Tonfa

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Il tonfa è un'arma tradizionale delle arti marziali, specialmente cinesi e giapponesi. È composto da un'impugnatura (tsuka), lunga 12 cm, e da un corpo (yoka), di lunghezza variabile dai 50 ai 60 cm circa.

Cenni storici
Alcune fonti cinesi fanno derivare questa arma da una spada ad uncino che fece la sua comparsa durante l'epoca della dinastia Qin e quella della dinastia Han. Per il dottor Yang Jwing-Ming essa non è altro che l'evoluzione di una stampella.
Per la tradizione del Kobudo, come avviene per la maggior parte delle armi che utilizza, il tonfa era in origine uno strumento agricolo, la manovella per azionare la macina del mulino, che i contadini impararono ad utilizzare per combattere dopo il decreto che proibiva il possesso di armi. Questo poteva essere facilmente estratto dalla macina e utilizzato per difendersi dai colpi, impugnandolo con la parte lunga del corpo (yoka) a protezione dell'avambraccio. I colpi erano portati con la parte corta del corpo (in affondo), con la parte terminale opposta (yoko nage) o imprimendo una rotazione all'arma con un movimento secco del polso.

Caratteristiche
La misura ottimale varia da persona a persona ma in generale, una volta impugnato, deve sporgere all'incirca di 3 cm dal gomito.
Il tonfa è da ritenersi un'arma a tutti gli effetti in quanto, se utilizzato senza l'adeguato addestramento e l'utilizzo di tecniche ad hoc, può inferire gravissime lesioni, quali traumi o ossa fratturate.
Grazie alla sua versatilità il tonfa è oggi entrato a far parte della dotazione di alcune forze di polizia: Italia, Stati Uniti d'America, Canada, Germania e Svizzera.

Nel mondo
Cina
Quest'arma è molto diffusa tra quelle utilizzate nelle arti marziali cinesi, con il nome di Kuai (scritto o , che significa gruccia, stampella o bastone da passeggio - e che nella lingua di Okinawa si pronuncia tongfa).
Il Kuai può essere usato doppio, singolarmente oppure in coppia con un'altra arma come la sciabola (dandao) e la sua lunghezza può variare da 0,7 a 1,3 metri. Può assumere diversi aspetti, nonostante le tecniche applicative rimangano pressoché le stesse.
Questi i nomi a seconda della forma dell'arma (che spesso contengono il termine zi ("logogramma" o, più comunemente, "carattere cinese") perché assumono una forma che viene esemplificata tramite un ideogramma): erzi kuai(二字拐, gruccia dell'ideogramma 2 er); shizi kuai (十字拐, gruccia forma di ideogramma 10 shi, perciò a forma di croce); dingzi kuai (丁字拐, gruccia a forma di pittogramma ding o a forma di T); buzi kuai ( 卜字拐, gruccia a forma di ideogramma Bu); dao qiang kuai (刀枪拐, gruccia sciabola-lancia); Sun Bin kuai (孙膑拐, grucce di Sun Bin, sono usate in coppia); ecc.


sabato 23 febbraio 2019

Izanami

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Izanami (in lingua giapponese: イザナミ; "Colei che invita") è una divinità dello shintoismo.
È sorella e compagna del dio Izanagi ("Colui che invita").
Nella mitologia giapponese è la dea creatrice, madre delle isole del Giappone.
Nel Kojiki ("Memorie degli eventi antichi"), si narra che il primo gesto di Izanagi ed Izanami fu quello di far sorgere le terre dall'oceano e mescolarle con una lancia chiamata Ame-Nu-Hoko. Con il fango che si ammassò colando dalla lancia ebbe origine la prima isola: Onogoro-Shima ("l'isola che si formò da sola"). In seguito gli dei crearono altre otto grandi isole che divennero la terra di Yamato, il Giappone.
Le due divinità abbandonarono il Regno del Cielo e stabilirono la loro nuova dimora sulla Terra. Dalla loro unione nacquero 35 esseri sacri, tra cui il dio del mare O-Wata-Tsu-Mi, il dio delle montagne O-Yama-Tsu-Mi, il dio degli alberi Kuku-No-Chi e il dio del vento Shina-Tsu-Hiko. La nascita dell'ultimo dio, quello del fuoco, costò la vita ad Izanami che finì nello Yomo-Tsu-Kuni o Yomi (il paese dei morti).
La dea si nutrì con il cibo infernale e si trasformò in un demone. Izanagi scese al paese dei morti con l'intento di riportare la sua compagna sulla Terra e ne vide l'aspetto terrificante. La dea, sentendosi ricoperta di vergogna, si adirò con lo sposo e lo inseguì decisa ad ucciderlo.
Izanagi riuscì a fuggire e sbarrò le porte dello Yomo-Tsu-Kuni con un enorme masso.
Izanami adirata gli gridò che avrebbe preso la vita di 1000 umani per ogni giorno di lontananza. Allora Izanagi, furente, le rispose che lui avrebbe dato la vita a 1500 umani per ogni giorno. Fu così che la morte entrò nel mondo.



venerdì 22 febbraio 2019

Cao Ren

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Cao Ren (168 – 223) è stato un militare cinese che fu generale sotto il signore della guerra Cao Cao, suo cugino, durante la tarda era della Dinastia Han e dei Tre Regni della Cina.
Ebbe un ruolo significativo nelle guerre civili che portarono alla dissoluzione della Dinastia Han ed all'inizio del regno Wei.
Cao Ren eccelse nelle arti marziali, nel tiro con l'arco e nell'equitazione. Nella battaglia di Chi Bi difese Jing dall'attacco del regno di Shu. Grazie all'astuzia del suo ufficiale Man Chong riuscì a respingere l'esercito Shu guidato da Guan Yu a Fanchen. Difese fino alla morte il castello Fan e Fanchen, e quando Cao Pi ottenne il potere insignì Cao Ren del ruolo di Signore Gran Maresciallo.

giovedì 21 febbraio 2019

Kojima Motoshige

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Kojima Motoshige (小島 職鎮; ... – ...) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku che servì il clan Uesugi.
Prima di entrare nel clan Uesugi è stato vassallo del clan Jinbō, ma fu esiliato perché sospettato di collaborare con clan nemici. Kojima cercò rifugio in un tempio nella provincia di Hida, ma quando il tempio fu dato alle fiamme nel 1560 fu costretto a muoversi nuovamente. Infine entrò nel clan Uesugi, e si suppone che sia stato lui ad assassinare Shiina Yasutane nel 1576 su ordine di Kenshin, come condizione per la sua integrazione.
Gli fu assegnato il castello di Toyama e si batté con gli Ikkō-ikki di Etchu nel 1572.
In seguito si schierò con il clan Oda ma perse comunque il castello.

mercoledì 20 febbraio 2019

Genrō

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Il Genrō (元老), letteralmente "anziani uomini di stato", era un corpo extra-costituzionale che nel Giappone del periodo Meiji e dell'epoca Showa ha rappresentato una delle caratteristiche più interessanti della vita politica giapponese.

Definizione

Esso non era previsto dalla Costituzione, ma era la fonte reale dell'autorità del Governo: sceglieva il Primo Ministro, consigliava l'Imperatore su tutte le questioni di politica interna ed estera.
Il Genrō (il nome si usa tanto per l'istituzione quanto per ogni individuo che vi appartiene), era un anziano uomo di stato che, al momento di ritirarsi dalla vita politica, riceveva un rescritto imperiale con l'ordine di continuare a porgere i suoi consigli all'Imperatore.
Questa usanza ebbe origine nell'era Meiji, quando il regime costituzionale era alle sue prime esperienze e si sentiva il bisogno di dare una certa continuità alla nuova politica dell'Impero.
I Genrō formarono una specie di comitato fuori del Gabinetto e col passare del tempo, assumendo il regime parlamentare una forma sempre più decisa, molte delle prerogative prima spettanti al Genrō, passarono al Primo Ministro; ecco perché, a partire dagli anni trenta del XX secolo, l'istituzione del Genrō cominciò ad essere desueta. Infatti esisteva allora un solo Genrō (con un'età di 81 anni), Kinmochi Saionji, superstite di quella schiera di uomini che crearono il nuovo Giappone nell'era Meiji.
Saionji fu interpellato dall'Imperatore a proposito delle dimissioni del Primo Ministro Hirota; ma a seguito delle successive dimissioni del Primo Ministro Hayashi fu interpellato solo indirettamente, tramite il Guardasigilli.

Lista di genrō



Nome Lugo di origine Nascita Morte
1 Itō Hirobumi Chōshū 16 ottobre 1841 26 ottobre 1909
2 Kuroda Kiyotaka Satsuma 16 ottobre 1840 23 agosto 1900
3 Ōyama Iwao Satsuma 12 novembre 1842 10 dicembre 1916
4 Inoue Kaoru Chōshū 16 gennaio 1836 1º settembre 1915
5 Saigō Tsugumichi Satsuma 1º giugno 1843 18 luglio 1902
6 Matsukata Masayoshi Satsuma 25 febbraio 1835 2 luglio 1924
7 Yamagata Aritomo Chōshū 14 giugno 1838 1º febbraio 1922
8 Katsura Tarō Chōshū 4 gennaio 1848 10 ottobre 1913
9 Saionji Kinmochi Kuge 23 ottobre 1849 24 novembre 1940

martedì 19 febbraio 2019

L’eredita’ di Bruce



Il Jeet Kune Do

Alla sua morte, Bruce ci ha lasciato diverse cose in eredità. Agli appassionati di cinema, ha lasciato film stupendi, film d’azione e di brivido. Ai cinesi, ha fatto riscoprire l'orgoglio e la passione; ai suoi amici, ha lasciato un profondo senso di umanità; tuttavia, l'eredità maggiore è stata quella della nuova tecnica del Kung Fu, il Jeet Kune Do.

Bruce capì benissimo che non era cosa facile poter stabilire con una certa esattezza le regole del Jeet Kune Do.
Nel 1963 ne iniziò lo studio che lo tenne occupato per molti anni. Sfortunatamente, questo studio, che concerneva il Tao of Jeet Kune Do, non fu mai pubblicato. La cosa più difficile per lui era mettere su carta il JKD, dato che esso non aveva regole fisse. Lasciate che vi spieghi. Il sogno di Bruce era quello di liberare il corpo da tutte le restrizioni imposte dagli stili classici. Bastava andare alla sua palestra, a Los Angeles, per rendersene conto: sulla parte interna della porta era appesa una miniatura una pietra tombale, ricoperta di fiori con una scritta: «In memoria di un uomo una volta libero, adesso imprigionato da troppe regole»,
Bruce era solito dire che si parlava troppo degli stili classici e che, generalmente, un combattente rischiava di essere ammazzato proprio perché adottava questi vecchi stili tradizionali. Il suo parere era differente; sosteneva che un atleta deve comportarsi con naturalezza, assumere solo quegli atteggiamenti che gli risultano spontanei senza perder tempo e pensare a come reagire se qualcuno attacca. La maniera migliore, per Bruce, era la più veloce. Una volta, ad un suo allievo, lanciò il suo portafoglio e quando questo lo afferrò al volo, Bruce disse che aveva agito nella maniera più veloce e naturale del mondo. Altri, forse, si sarebbero comportati diversamente, avrebbero assunto pose classiche... perdendo probabilmente il portafoglio. In altre parole, quando qualcuno ti afferra... colpiscilo! Non è difficile vedere l'origine di tale ragionamento... le vie di Hong Kong ed i combattimenti che il Piccolo Dragone dovette sostenere. Era un combattente nato, un «pugno», come lui stesso amò definirsi in seguito, e questa tecnica la portò dentro il Kung Fu: cercare quindi di colpire veloce, essere opportunista, calcolare le possibilità di vittoria. Ecco il suo metodo. Un altro degli elementi base del Jeet Kune Do è la mancanza di colpi addizionali. Il Jeet Kune Do è la maniera di colpire il più semplicemente possibile.
Bruce imparò questo dal suo vecchio maestro di Hong Kong, Yip Man, che insegnava il Wing Chun. In effetti, il Wing Chun aveva continuato le stesse tecniche da 300 anni. La scuola fu iniziata da una donna, la quale mentre studiava le arti marziali sotto le suore shaoline, era rimasta sorpresa dal fatto che il Kung Fu si era appropriato di molte regole classiche. Si mise in testa dunque di eliminarle e ritornare alla base del Kung Fu. Bruce era d'accordo con questa donna ma molto rapidamente si rese conto che persino il Wing Chun era troppo pieno di regole classiche, cosicché poco tempo dopo nacque il Jeet Kune Do.
«In linea di massima, è uno stile di combattimento molto sofisticato, il quale mira alle cose essenziali» ci spiegò una volta Bruce «quando uno scultore modella una statua, generalmente non aggiunge dell'argilla continuamente; al contrario, dopo aver formato la struttura base, toglie lentamente l'argilla fintanto che la sua statua riveli le parti essenziali».
Così succede per il Jeet Kune Do, con il quale niente deve essere successivamente aggiunto, ma quasi tutto deve essere lentamente eliminato fintanto da arrivare all'essenziale ».
Ma la semplicità non è una cosa che si può ottenere facilmente... basta infatti osservare l'allenamento di Bruce per convincerci di ciò. Ogni mattina, per esempio, Bruce era solito correre per due chilometri circa, accompagnato dal suo grande amico Bobo, e ciò allo scopo di sciogliersi i muscoli. A casa, a Los Angeles, aveva in ogni angolo degli strumenti per ginnastica e la maggior parte di questi strumenti erano originariamente costruiti apposta per Bruce, il quale ne aveva fatto i disegni.
Un esempio: un fantoccio ricoperto di alluminio, elastico, per cui quando veniva colpito rimbalzava pericolosamente verso il colpitore.
Dopo la corsa mattutina e la ginnastica, Bruce si dedicava per circa due ore al Jeet Kune Do.
«Nessuna teoria sul nuoto vi preparerà per poter nuotare velocemente» osservò una volta «il mio esercizio per il nuoto è nuotare, il mio esercizio per il Jeet Kune Do è praticarlo.
Per Bruce, il Jeet Kune Do era molto di più che un sistema di combattimento, era un sistema di vita. Qualcuno persino afferma che questo sistema fu la causa della sua morte, asserendo che un gruppo di artisti delle arti marziali, gelosi di lui e delle sue critiche, lo avrebbero assassinato.
Quantunque questa teoria sia creduta universalmente, non c’è ombra di vero in tutto questo, anche se Bruce qualche volta fece rimanere male parecchi artisti dell’atre marziale.
Ma questo non fu colpa del Piccolo Dragone, come disse lui stesso una volta, con il Jeet Kune Do lui non faceva altro che esprimere se stesso «Più il metodo è complicato, meno opportunità esisto di poter esprimere se stessi in piena libertà».
In questa grande arte il Jeet Kune Do noi possiamo vedere il vero Bruce.




Articolo tratto dalla rivista “ Kung-Fu ” del 1976.

lunedì 18 febbraio 2019

Canone buddhista cinese

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Il Canone buddhista cinese (cinese 大藏經, Dàzàngjīng, coreano: 대장경, Daejanggyeong, Taejanggyŏng, giapponese: Daizōkyō, lett. "Grande deposito delle scritture") rappresenta la versione del Tripiṭaka buddhista in cinese in tutte le sue recensioni storiche diffuse e accettate in Cina, Giappone, Corea e Vietnam in epoche diverse. Da questo Canone derivano anche i Canoni buddhisti manciù e tangut.

Origini e sviluppo

La versione più antica del Dàzàng Jīng (letteralmente: "Grande deposito delle scritture"), di cui rimane solo il catalogo delle opere che conteneva, risale al 515 ed era riprodotta su rotoli di carta e di seta. La prima edizione a stampa risale invece al 972 (dinastia Song Settentrionali), quando l'imperatore Tàizǔ (太祖, conosciuto anche come Zhào Kuāngyìn, 趙匡胤 regno: 960-976, sotto il niánhào Kāibǎo 開寶) decise di avviare l'incisione dell'intero Canone, fino a quel momento raccolto, su blocchi di legno, opera eseguita presso la città di Chingdu (provincia dello Sichuan). La prima incisione del Canone su blocchi di legno terminò nel 983, sotto il regno di Tàizōng (太宗, conosciuto anche come Zhào Kuāngyì 趙匡義, regno: 976-997, sotto il niánhào Yōngxī 雍熙), quando oltre 5000 manoscritti che contenevano 1076 testi furono riprodotti su 130000 blocchi, l'insieme dei quali costituisce la versione del Canone cinese denominata Kāibǎo (開寶).
Questa versione xilografica fu poi portata in Corea dove, nel 1030, fu completata l'opera di una edizione analoga sempre su blocchi di legno (Canone coreano), edizione andata poi perduta a causa delle invasioni dei Mongoli nel XIII secolo.
Dopo l'edizione Kāibǎo ne seguirono delle altre, sempre a blocchi, denominate in base al luogo di realizzazione, spesso dei monasteri:
  • Chongnin, XI sec., monastero di Dongchan a Fuzhou nella provincia del Fujian.
  • Pilu, XII sec., monastero di Kaiyuan a Fozhou nella provincia del Fujian.
  • Sixi, XII sec., monastero di Yunajiue a Huzhou nella provincia del Zhejiang.
  • Zifu, XIII sec., a Huzhou nella provincia dello Zhejiang.
  • Jisha, XIV sec., Pingjiangfu nella provincia del Jiangsu.
  • Puning, XIV sec., monastero di Puning a Hangzhou nella provincia del Zhejiang.
  • Hongwu, XIV sec., a Nanchino, fu distrutta nel 1408.
  • Yongle, XV sec., a Nanchino, denominata Edizione Ming meridionale.
  • Yongle, XV sec., a Pechino, denominata Edizione Ming settentrionale.
  • Wulin, XV sec., a Hangzhou nella provincia dello Zhejiang.
  • Wanli, XVI sec., una riproduzione della Yonglo di Nanchino.
  • Jiaxing, XVII sec., a Jiaxing nella provincia dello Zhejiang.
  • Qing, XVIII sec., edizione della Corte imperiale cinese.
  • Pinjia o Hardoon, 1914, a Shanghai, basata sulla edizione giapponese di Shukatsu.
Anche in Giappone si realizzarono diverse edizioni complete del Canone cinese, prima su blocchi lignei e poi a stampa:
  • Tenkai (天海), tra il 1643 e il 1648.
  • Tetsugen (鐵眼) tra il 1678 e il 1681
  • Canone di Tokyo XIX sec.
L'ultima edizione, in 85 volumi di stile occidentale è divenuta lo standard di riferimento nei paesi di antica influenza cinese fu edita in Giappone (Tokyo, 1924-1929) e contiene 2184 testi più 3136 supplementi (sebbene alcuni di questi riguardino solo gli sviluppi nipponici). Inaugurata durante il periodo Taishō, è detta comunemente Taishō Shinshū Daizōkyō (大正新脩大蔵經 Canone dell'Era Taishō).

La traduzione dei testi

Molti studiosi si sono preoccupati di verificare l'attendibilità di queste traduzioni da una lingua, come il sanscrito, che poneva
«una complessa configurazione grammaticale di nomi in tre numeri e generi, verbi in tre persone e numeri [...] Questo era estremamente difficile per i Cinesi che dovevano rendere questi testi nella propria lingua, usando caratteri invece di un sillabario»
(Lewis R. Lancaster Buddhist Books and Texts: Translation in Encyclopedia of Religion, NY MacMillan, 1986)
Il risultato, di questa opera millenaria
«fu un'impresa formidabile»
(Lewis R. Lancaster. Op.cit)
Così che:
«ironicamente alcune di queste versioni cinesi dei testi sono forse più vicine nel loro contenuto al testo originario rispetto ai manoscritti sanscriti dell'India e del Nepal che si conservano risalenti a un periodo tardo della storia buddhista»
(Lewis R. Lancaster. Op.cit)
Questo fu determinato dal fatto che i Cinesi erano attenti all'ermeneutica del testo che doveva riportare il cuore dell'insegnamento quindi lasciarono più traduzioni dello stesso testo per poter consentire di leggerne le differenti sfumature che potevano risultare illuminanti. Ciò a differenza dei testi, ad esempio, del Canone tibetano che invece
«tenta di determinare un'unica traduzione definitiva, suggerendo una stridente diversità nella concezione della letteratura buddhista della sua traduzione»
(Natalie Gummer. Buddhist Books and Texts: Translation in Encyclopedia of Religion. NY Mac Millan, 2005)
È da tener presente che solo una minima parte di questo Canone è stata finora tradotta nelle lingue occidentali, anche il solo elenco completo delle opere non è ancora possibile reperirlo in queste lingue.