Esistevano, ma non erano chiamate samurai, bensì Onna-musha o Onna Bugeisha.
Già pochi secoli dopo Cristo, esse combatterono a fianco dei loro colleghi maschi.
Qui si vedono uomo e donna che combattono insieme.
E proprio come oggi, SE una donna fa il lavoro di un uomo, allora vuole dimostrare soprattutto se stessa.
Per questo motivo queste guerriere avevano la reputazione di essere particolarmente devote alla guerra e agguerrite.
Impararono a usare la naginata (lancia con lama) e la kaiken (spada corta), nonché l'arco e le frecce.
Hanno anche imparato a usare queste armi in modo efficace a cavallo. Praticavano anche arti marziali come il jutsu e il karate.
Seguivano il codice d'onore dei samurai o Bushidō (武士道).
Si trattava della "via del guerriero" e si riferiva al comportamento, agli atteggiamenti e allo stile di vita dei combattenti.
Nakano Takeko era una nota guerriera.
La sua fine dimostra come sia stata attenta a preservare il suo onore.
Mentre guidava un attacco contro le truppe dell'esercito imperiale giapponese, fu colpita al petto.
Sapendo che il tempo che le restava da vivere sulla terra sarebbe stato breve, Takeko chiese a sua sorella Yūko di tagliarle la testa e di seppellirla piuttosto che permettere al nemico di prenderla come trofeo.
Fu portata al tempio di Hōkai e sepolta sotto un pino.
La peggiore trasgressione morale per i samurai era il disonore, per se stessi o per la propria famiglia.
Pertanto, se perdevano una battaglia, commettevano qualcosa di simile a un "suicidio d'onore", il seppuku.
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