giovedì 5 febbraio 2015

Krav Maga




Imi Lichtenfeld, il creatore del krav maga

Il Krav Maga (קרב מגע) è un sistema di combattimento ravvicinato e autodifesa di origine israeliana, ma nato in ambienti ebraici dell'Europa centro-orientale e sviluppatosi nella stessa Israele durante la prima metà del XX secolo. La parola krav maga, in ebraico moderno, significa letteralmente "combattimento con contatto/combattimento a corta distanza".



Nascita e storia

parata alta


disarmo pistola



Nacque nella prima metà del XX secolo grazie all'ufficiale dell'esercito israeliano, Imi Lichtenfeld, esperto in tecniche di lotta occidentali su richiesta dello stesso governo Israeliano. L'esigenza era quella di sviluppare un sistema di combattimento efficace ma rapido da apprendere, al fine di addestrare le neonate forze speciali israeliane. L'esperienza personale di Lichtenfeld influenzò pesantemente lo stile e la filosofia del krav maga: infatti egli, grande ginnasta, pugile e campione di lotta libera, alla base teorica aggiunse una grande esperienza di lotta di strada, maturata in una gioventù in parte passata a lottare per la vita nei vicoli del suo paese natale, allora occupato dai nazisti.


formazione civile



Il risultato della sua opera fu un sistema di combattimento semplice ed efficace, nato appunto per essere appreso in breve tempo. Il krav maga risponde a criteri di tipo militare quali l'efficacia e la rapidità con cui si arriva al risultato desiderato, che spesso è la neutralizzazione definitiva dell'avversario. Infatti esso punta proprio alla neutralizzazione del nemico, prima che questi possa diventare una minaccia, con un mix di tecniche che vanno da pugni a leve articolari, a calci e proiezioni. Esso punta prevalentemente a zone vitali del corpo quali: genitali, carotide, occhi etc, (ritenute normalmente intoccabili negli sport di contatto, e pertanto non può essere praticato in forma sportiva come per tutti gli sport da combattimento).
A ciò si aggiunga la grande attenzione che riveste la preparazione per fronteggiare nemici armati, anche di armi da fuoco. Le tecniche di krav maga trovano oggi particolare riscontro ed applicazione nel campo degli operatori della sicurezza, delle forze armate e dei corpi di polizia. Oltre che in Israele, esso è ormai diffuso in tutti paesi del mondo, dando vita a numerose scuole.




Krav Maga colore cinture/patches corrispondenti
Bianca


Gialla



Arancio



Verde



Blu



Marrone



Nera






Caratteristiche

Il krav maga è una "tecnica di combattimento" semplice e pratica (chi la insegna preferisce non chiamarla "arte marziale"). Infatti è nata per essere appresa in breve tempo ed essere usata in un contesto bellico. Il krav maga predilige un approccio offensivo, che caratterizza questo sistema di combattimento. Se altre arti marziali tradizionali, soprattutto di matrice orientale, tendono ad associare oltre all'insegnamento delle tecniche un sistema filosofico e spirituale, il krav maga risponde a criteri di tipo militare quali l'efficacia e la rapidità con cui si arriva al risultato desiderato, che è la neutralizzazione dell'avversario.
Dove spesso molte arti marziali (tra le quali anche quelle da cui il krav maga ha attinto, come il jūdō, il ju-jitsu, il kung-fu il karate, etc...) prediligono un'impostazione attendista che lascia all'avversario il tempo di contrattaccare, il krav maga punta ad una rapida neutralizzazione dell'avversario nel momento stesso in cui questi diventa una minaccia. Esso è una sintesi armonica di tecniche derivate dalle arti marziali, da sistemi di lotta a mani nude e dal sistema di close combat (combattimento ravvicinato) del Maggiore W.E. Fairbairn, metodo conosciuto col nome di Defendu. L'impostazione privilegiata prevede l'attacco a parti "sensibili" del corpo come occhi, gola o genitali, evitando movimenti e azioni macchinose o non alla portata di tutti.
Questa impostazione, adatta ad ambienti ad alto rischio come i teatri operativi mediorientali, potrebbe essere fonte di problemi in situazioni di vita quotidiana: infatti l'approccio aggressivo e anticipatorio potrebbero portare a complicazioni di natura penale. Per questo, nell'ambito civile della difesa personale, il krav maga viene insegnato da istruttori esperti per essere usato solo in casi estremi di pericolo per la propria vita (violenza da strada, tentativi di stupro, aggressioni a mano armata ecc.).
La classificazione del krav maga come sistema di combattimento ravvicinato (come bene evidenzia la traduzione del nome) si evidenzia anche nella sua scarsa attitudine a essere praticato come sport da competizione. Puntando soprattutto a zone del corpo (genitali, carotide, occhi etc.) ritenute normalmente intoccabili per altri sport di contatto, il krav maga difficilmente può essere praticato in forma sportiva, come avviene per karate, taekwondo ed altri sport da combattimento. A differenza delle arti marziali che ritualizzano i gesti il krav maga è un sistema di combattimento pragmatico: ogni gesto è essenziale, ogni colpo diretto verso un punto sensibile.
A ciò si aggiunga la grande attenzione che riveste la preparazione per fronteggiare nemici armati, anche con armi da fuoco come pistole e fucili, per comprendere l'elevata specificità di impiego di questo sistema di combattimento, in cui lo scontro fra due avversari a mani nude è solo una delle possibilità.

Utilizzo presso forze di polizia o eserciti

Viene insegnato presso l'esercito israeliano, la legione straniera francese, la Polizia di Los Angeles.
Il Krav Maga è insegnato anche agli operatori di sicurezza di servizio negli aerei di linea, sia in Italia che all'estero.

Krav Maga in Italia

Il Krav Maga in Italia è una disciplina non regolamentata, non riconosciuta dal CONI. Vi esistono numerose associazioni sotto forma di A.S.D. (associazione sportiva dilettantistica) che divulgano impropriamente il loro essere federazioni. Ogni federazione italiana non riconosciuta in Italia dal CONI non può essere una federazione. Il Krav Maga essendo una disciplina non riconosciuta dal CONI che è il massimo ente di gestione sportiva in Italia, i diplomi istruttori rilasciati dalle associazioni italiane e dagli enti di promozione sportive, non hanno alcun valore legale. Non possono essere riconosciute certificazioni di una disciplina sportiva non riconosciute dal CONI.



mercoledì 4 febbraio 2015

Dōjō kun

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Dōjō kun tradotto letteralmente significa regole del luogo in cui si pratica la Via.
Sono sinonimo di ricerca del perfezionamento attraverso lo studio del karate e consistono in cinque principi che determinano lo sviluppo fisico e spirituale del praticante. I dōjō kun avviano all'esercitazione della giusta condotta da tenersi e creano il nesso tra lo studio filosofico dell'arte marziale e lo studio pratico della tecnica: le conoscenze della Via () non devono restare dei principi vuoti ma piuttosto forgiare il comportamento, globalmente inteso, del praticante. I dōjō kun sono perno di un'esercitazione spirituale incentrata sullo studio dell'arte marziale (Budo), in grado di produrre progressi in ogni campo dell'azione umana, la sua comprensione ha importanza quanto l'affinamento delle tecniche: prima e dopo l'allenamento, durante la cerimonia del saluto, vengono pronunciati i dōjō kun; l'allievo più anziano di grado enuncia le frasi, ripetute da tutti gli allievi nella posizione del saluto. L'origine dei dōjō kun riporta agli albori dell'arte marziale, si dice che il primo dōjō kun sia stato codificato dal monaco buddhista Bodhidharma, nel monastero di Shaolin.
Nel karate furono codificati dal maestro Sakugawa di Okinawa e sono stati tramandati fino a noi, come fondamento della pratica tradizionale.
Le cinque regole in giapponese sono:

一、人格完成に努むること
hitotsu, jinkaku kansei ni tsutomuru koto
一、誠の道を守ること
hitotsu, makoto no michi wo mamoru koto
一、努力の精神を養うこと
hitotsu, doryōku no seishin wo yashinau koto
一、礼儀を重んずること
hitotsu, reigi wo omonzuru koto
一、血気の勇を戒むること
hitotsu, kekki no yū wo imashimuru koto
  • Per prima cosa cerca di perfezionare la tua anima. (Ricerca la perfezione del tuo carattere).
Questa prima regola sottolinea l'importanza dell'equilibrio nell'uomo. L'esercizio marziale non coinvolge esclusivamente il corpo: il praticante deve osservare con spirito critico in tutte le situazioni quotidiane che ostacolano il perfezionamento di se stesso e deve affrontare le asperità interiori con lo stesso vigore con cui intraprende l'esercizio fisico che gli consente di affrontare le difficoltà esterne, lo spirito vigile e analitico deve guidarlo in tutte le situazioni della vita: confusione, pregiudizio, presunzione, egoismo, sopravvalutazione di se stessi, ingiustizia, autocommiserazione e sentimenti incontrollati ostacolano il progresso sulla Via. Imparare a gestire la propria interiorità, al contrario, aiuta a raggiungere l'equilibrio e a vivere un'esperienza enormemente appagante, se per altro l'allenamento fisico, con l'avanzare degli anni, conosce necessariamente delle limitazioni, lo spirito, invece, deve e può essere perfezionato fino alla morte.

  • Per prima cosa cerca di essere sempre al servizio del bene. (Difendi le vie della verità).
Questa regola si esprime nella condotta di vita dell'uomo e nella disponibilità a riconoscere il giusto rapporto tra se stessi e ciò che si ha attorno, presupposto fondamentale per costruire giuste e rette relazioni con le altre persone. Un rapporto proficuo si instaura solo se l'individuo è capace di contemperare le proprie pretese personali con la dedizione e l'apertura verso gli altri, se questo equilibrio viene messo a repentaglio da un comportamento egoistico o superficiale, la comunicazione è soffocata; laddove si pretende più di quanto si dà o si avallano pretese superiori a quanto si è disposti a corrispondere o si promette molto e si mantiene poco, si suscita l'indignazione di quanti si trovano a dover compensare lo squilibrio insorto con un sacrificio superiore al giusto. L'equilibrio tra la pretesa e la disponibilità è il fondamento dello spirito del budo: solo nella verità l'uomo è libero, la pratica di questo principio rende consapevoli, umili e giusti.

  • Il karate è via per rafforzare la costanza dello spirito (Cura il tuo spirito di ambizione).
Questa regola si riferisce alla realizzazione dell'uomo in relazione ai suoi obiettivi di vita, essa è intimamente connessa ai primi due principi in quanto qualsiasi obiettivo richiede un'analisi approfondita e matura; il progresso, nel budo, può essere conseguito solo attraverso regolarità e costanza nell'esercizio. Le arti marziali possono essere apprese solo con l'autodisciplina, la costanza e la perseveranza, la disciplina è la base di ogni progresso. Se tale regola non viene rispettata dagli allievi, qualsiasi sforzo di miglioramento è vano.
Si frequenta un dōjō perché si ha uno scopo, ma bisogna assumere la giusta condotta, l'ambizione di nuovi obiettivi, in sé e per sé, non è una forza positiva, lo diventa solo se associata ad un comportamento maturo, al senso della misura e alla conoscenza.

  • Il karate è via di rispetto universale (Onora i principi dell'etichetta).
Questa regola si riferisce alle norme comportamentali che vanno conservate se si vuol capire gli altri ed essere accettati. La giusta condotta rende l'individuo degno di fede, aperto e semplice, rende possibile la comunicazione con gli altri e contribuisce a mantenere l'armonia nelle relazioni interpersonali. L'etichetta consiste nella forma comportamentale attraverso la quale una persona comunica ad un'altra di essere disponibile ad un contatto aperto; senza le buone maniere la franchezza si tramuta in grossolanità, il coraggio in rifiuto, l'umiltà in sottomissione, il rispetto in servilismo e la cautela in timore: l'etichetta provvede a mantenere la pace e l'armonia tra le persone.
Nelle arti marziali l'etichetta trova espressione nei principi enunciati da Funakoshi: Senza cortesia viene meno il valore del karate e il karate inizia col saluto e finisce col saluto.
Egli definì cortesia e rispetto le basi di ogni educazione ed il saluto il loro simbolo più importante. A livello avanzato tutti conoscono l'importanza del saluto; i praticanti che lo oltraggiano con la propria negligenza si dimostrano immodesti, egoisti e incapaci di adattamento: il modo in cui si effettua il saluto è specchio di sé, i modi sbagliati non sono sempre voluti, rappresentano solitamente una reazione naturale di protezione e timidezza, una maschera. Per questo nelle arti marziali l'etichetta non è solo forma, ma vera e propria via per la ricerca della verità interiore, poiché la pratica impone che la persona osservi e valuti correttamente il proprio comportamento nei confronti degli altri e di sé stesso.

  • Per prima cosa cerca di essere sempre al servizio del bene. (Rinuncia alla violenza).
Questo principio coinvolge la condotta che porta alla formazione di un carattere degno dell'essere umano ed alla sua convivenza con gli altri. Nel mondo animale i modelli comportamentali sono istintivi e servono proprio alla conservazione della specie, l'uomo può forgiare tali modelli grazie al proprio intelletto ed alla propria conoscenza, controllando la misura delle proprie azioni. L'elaborazione di questo concetto porta alla rinuncia della violenza fisica ed allo stesso tempo definisce tutte le forme di ricorso alla violenza quali indegne dell'uomo.
Nel budo, e in particolare nel karate, si ricercano l'autocontrollo e la gestione del comportamento; se i praticanti di livello avanzato, capaci di arrecare ferite gravi, impiegassero le proprie capacità come strumenti di supremazia nei confronti delle altre persone, costituirebbero un pericolo per la società e sarebbero sostanzialmente indegni come individui. Quando Funakoshi dice: nel karate non c'è chi attacca per primo intende dire che l'uomo in quanto essere dotato di intelletto ha la capacità di trovare le vie della non violenza se affronta le situazioni controllando il proprio io. Il karate è un'arte di autoperfezionamento e, per raggiungere questo obiettivo, è necessario comprendere a fondo tale principio. La soluzione violenta dei problemi interpersonali è esecrabile e non consente una convivenza serena. L'esperienza secolare mostra che, per eccellere nelle arti marziali, il dōjō kun deve accompagnare la preparazione dei praticanti, indipendentemente dal livello, essi devono sottoporre il loro comportamento a regolari raffronti con il dōjō kun, che è un parametro di apprendimento nel corso dell'allenamento ma anche uno specchio dell'atteggiamento del singolo in relazione alla comunità. Il dōjō kun riflette la proporzione tra giusto e sbagliato nel comportamento personale, instaura l'equilibrio tra dare e avere ed impone il giusto rapporto tra pretesa e disponibilità.

martedì 3 febbraio 2015

Come Allenarsi Secondo l’Iron Body per il Pugno Kung Fu



L’allenamento Iron Body è una variante del Kung Fu Shaolin, dove i praticanti allenano il corpo in modo da dare o sopportare colpi pesanti senza subire alcuna ferita seria, e durante il quale si sviluppano capacità specifiche per ogni parte del corpo. Questo articolo ti dice come allenare i pugni per rafforzare il tuo attacco.


Inizia comprando o preparandoti un sacco pieno di fagioli indiani. Il sacco dovrebbe essere di materiale resistente come il jeans e dovrebbe avere cuciture rinforzate. Quando sarà completamente pieno di fagioli dovrebbe assomigliare ad un cuscino quadrato.


Appoggia il cuscino su una superficie dura. Se si tratta di un muro, assicurati che il sacco sia ben fissato.


Allenati a dare al sacco tutti i tipi di colpi a mano chiusa. Puoi provare così:
  1. Pugni. Chiudi il pugno correttamente, con il pollice all’esterno, e colpisci con le prime due nocche. Assicurati di tenere il polso dritto e di imprimere tutta la forza che puoi mentre stai in piedi, e grida ad ogni colpo. Puoi usare anche delle varianti come il Pugno del Leopardo, o l’Occhio della Fenice, ma stai attento perché se li esegui scorrettamente puo farti del male.


Pugno a martello. Chiudi normalmente il pugno e colpisci con il bordo della mano. Usa tutta la forza che hai, rimani in piedi e urla ad ogni colpo.


Pugno all’indietro. Con il dorso del pugno colpisci il sacco. Ancora una volta metti tutta la potenza che hai, ricorda di gridare ad ogni colpo.


Quando hai colpito il sacco con tutta la tua forza, puoi sostituire i fagioli con della ghiaia e ripetere l’allenamento.


Quando hai finito, sostituisci la ghiaia con delle sfere di ferro o acciaio e ripeti ancora l’allenamento.


La formazione è finalmente completa quando riesci a colpire con tutta la forza il sacco senza ferirti e provando un dolore minimo.






Consigli

Durante l’allenamento dovresti usare delle lozioni sul pugno per evitare di ferirti. Queste sono chiamate Die(1) Da(3) Jiu(3) in Cinese e in occidente sono chiamate Dit Da Jow. Si crede che applicare questo prodotto sulla zona interessata prima e dopo l’allenamento, strofinando bene, limiti i rischi di infortunio. Puoi procurarti questa lozione in un negozio di medicina cinese o su internet. Assicurati che il tipo di lozione che usi sia adatto all’allenamento Iron Body.






Avvertenze

  • Il contenuto di questo articolo ha solo carattere informativo, esegui quanto spiegato a tuo rischio e pericolo.
  • Questa è un'arte che non può essere padroneggiata velocemente, ci vuole tutta una vita. Assicurati di volerti impegnare al massimo prima di iniziare la formazione.
  • Non fare sfoggio delle tua abilità. Se vuoi imparare il Kung Fu per vantarti, dovresti riconsiderare le tue motivazioni. Non usarlo per ferire le persone, ma solo per autodifesa.
  • Stai attento quando colpisci, riconosci i tuoi limiti e non esagerare. Comincia lentamente e con calma costruisci la tua forza.
  • L’allenamento Iron Body calcifica le ossa e ispessisce la pelle. Potrebbe causare delle deformità non volute. Non intraprendere questo allenamento se non sei consapevole dei rischi.


lunedì 2 febbraio 2015

Come Evitare di Essere Picchiato da un Bullo




Ti alzi, vai a scuola o al lavoro e la giornata già inizia male: un gruppo di bulletti pieni di sé ti circonda e inizia a spingerti. Se decidi di reagire ripagandoli con la stessa moneta e la lotta è imminente, devi sapere come fronteggiare il tuo opponente. Dopo aver dimostrato le tue capacità per un paio di volte, capiranno che sarà meglio starti alla larga.


Assumi una posizione minacciosa, ma non troppo autoritaria, o sembrerai uno sciocco. Non ti conviene dare questa impressione, perché probabilmente altre persone assisteranno alla scena. A ogni modo, non preoccuparti troppo di cosa penserà la gente. L'importante è che tu riesca a incassare i colpi e a difenderti, uscendone vivo.
Pronuncia una frase che potrebbe far retrocedere l'opponente, come “Cosa vuoi?” o “Non voglio litigare con te”. Se non sembra sentire, preparati a difenderti.


Parla in maniera chiara per intimorire i bulli. Non essere timido né avere un tono spaventato. Fai pratica parlando in modo fermo, chiaro e sicuro. Se non puoi batterlo fisicamente, potresti riuscire a convincere della tua superiorità le persone che assistono. Il bulletto perderà molto potere quando i presenti metteranno in dubbio la sua superiorità.
Guardalo negli occhi. Non spostare lo sguardo né abbassarlo. Fissalo, ma cerca di non piangere. Guarda verso di lui o, se è troppo difficile, concentrati sulle sopracciglia. Se ti distrai, il bullo potrebbe colpirti e lasciarti in una posizione vulnerabile.


Distogli l'attenzione. L'unico modo per sciogliere la tensione alla base di una possibile lotta, e per canalizzarla altrove, è imparare a cambiare argomento. Magari puoi fare una battuta non minacciosa o, meglio ancora, porre una domanda. È meglio concentrarti su un argomento in qualche misura rilevante per le tue interazioni con questa persona. Se è troppo ovvio il tuo tentativo di distogliere l'attenzione, verrà ignorato e la tensione continuerà a svilupparsi.


Impara a difenderti. Mostrati sicuro davanti al bulletto, in modo che dubiti delle sue capacità. Magari, se sei stato minacciato o molestato ripetutamente da questa persona, hai assimilato qualche abilità di autodifesa. Potresti dire con un tono deciso ma calmo: “Ascolta, è da un anno che pratico karate, non penso che sia una buona idea attaccarmi”. Poi, vai via, ma guardati alle spalle e, nel frattempo, continua a praticare qualche tecnica di autodifesa.


Raccontalo a un adulto di cui ti fidi, come un genitore o un insegnante. A meno che tu non sia nuovo nella tua scuola, saprai come i diversi professori reagiscono di fronte ai casi di bullismo. Prima, rivolgiti a quelli che ti apprezzano e che detestano i bulletti. Gli atteggiamenti degli insegnanti possono variare parecchio, dunque non parlarne con uno che è sempre troppo occupato o che potrebbe chiederti “Cosa hai fatto per provocarlo?” nel caso dovessi essere picchiato. Alcuni professori potrebbero effettivamente credere che il bulletto sia dalla parte della ragione. Ciò dipende dalla loro filosofia e da quella della scuola in merito alla questione.


Non è consigliabile mentire sulle tue abilità di combattimento! Per qualsiasi bullo sarebbe un invito a lottare. Cerca di prepararti per reagire a un possibile attacco, ma non vantarti di quello che impari. A volte, la sicurezza di un bullo può essere messa a repentaglio dall'ignoto.


Sorridi. Comportati come se apprezzerai davvero quello che succederà, anche se ovviamente non è questo quello che pensi. In generale, se lo guardi e gli sorridi, penserà che tu stia tramando qualcosa. È un modo facile per iniziare a farlo dubitare. In alcuni casi è questo il trucco per evitare che attacchi. Se ti chiede perché stai sorridendo, non dire niente. Continua a farlo e gongola al pensiero di averlo fatto spaventare almeno un po'.


Proteggiti. Se sei costretto a intervenire in una lotta e sai che non potrai evitarla, sono varie le azioni che possono proteggerti.
    • Le mani dovrebbero trovarsi all'altezza del viso, in modo da coprirlo e da proteggerlo da un pugno a tradimento proveniente dal bullo. Inoltre, irrigidisci gli addominali nel caso cerchi di colpirti in questa zona.
    • Girati leggermente di lato, in modo che il tuo corpo non sia un bersaglio facile.


Guardati alle spalle. I bulli solitamente attaccano in gruppo. In questo momento, dovrai combattere per la tua vita. Infatti, l'unica regola è sopravvivere, facendo tutto quello che puoi per metterli KO e andare via.


Pensa alle conseguenze. Non sei sul set di un film. Colpisci la persona sbagliata e dovrai andare in giro preoccupato di come reagiranno i suoi amici quando ti vedranno mentre fai shopping, vai al bar o ti rechi a scuola. Nella vita reale, picchiare qualcuno ha delle conseguenze. Non farti coinvolgere da una situazione per la quale non sei assolutamente pronto.


Se la lotta è imminente, comportati e picchia come se non avessi niente da perdere, e fai in modo che la scena sia pubblica. Potresti pensare di sembrare ridicolo mentre ti picchiano davanti a tutta la scuola, ma questo tentativo ti servirà a ottenere le prove che ti servono affinché il bulletto venga punito e il tuo problema risolto.




Consigli

  • Se il bullo ti ha già coinvolto nel conflitto e sta cercando di farti davvero male (non ti prende solo a pugni, ti dà calci sul volto o ha un'arma), lotta per la tua vita. A un certo punto, qualora riuscissi a far volgere il conflitto a tuo favore, non perdere il vantaggio, metti fine allo scontro in un modo non fatale, per esempio spezzando un osso. Sembra estremo, e lo è. Di conseguenza, questa azione va usata solo nel caso di una grave lotta. Se riesci a battere il tuo avversario, scappa e metti fine a tutto. Non montarti la testa dopo averlo battuto, rincarando la dose. Una volta raggiunto il tuo scopo, lo scontro è finito (questo consiglio è molto pericoloso da implementare; prendilo in considerazione solo se rischi la vita).
  • Conosci il bullo e le sue intenzioni. Vuole farsi quattro risate a tue spese o vuole farti male? Nel primo caso, probabilmente non è più bravo di te negli scontri di questo tipo. Tuttavia, se cerca costantemente di coinvolgerti in un conflitto, assicurati di non abbassare la guardia. Se è così sicuro di sé, deve sapere cosa sta facendo.
  • Se riesci a stare alle sue spalle, dovresti provare a farlo soffocare: più si agita, più ossigeno userà. Ciò gli farà perdere il controllo delle abilità motorie, permettendoti di pensare con più chiarezza rispetto a lui. Una volta che hai preso in mano le redini della situazione, stendilo e assicurati che non ti infastidirà di nuovo. Fai tutto il necessario in modo che lo ricordi.




Avvertenze

  • Se il bullo è un tuo genitore (o un altro adulto), è più difficile denunciarlo, perché questa persona ha autorità. Se dovesse infastidirti e farti del male dal punto di vista fisico (per esempio ti picchia o ti molesta sessualmente), parlane con un adulto di cui ti fidi.
  • Fai sentire la tua voce presso gli adulti (e i bulli) che pensano che i bambini vadano ignorati. Ricorda però che non tutti gli adulti supportano i ragazzini che denunciano azioni di bullismo. A ogni modo, sollevare la questione ti permette di farti sentire. Inoltre, avrai una documentazione che proverà che sei un cittadino dalla parte della legge (non uno in cerca di rogne). Ai bulli non piacerà tutto questo? È ovvio. Non cedere alla loro pressione psicologica. Denunciare il loro comportamento alle autorità con il passare del tempo creerà una rete di supporto, difficile da scalfire.
  • Denuncia un atto di bullismo quando non corri particolari rischi, ma cerca di capire che non è facile affrontare questo processo. Molti poliziotti, genitori e insegnanti credono sia sbagliato denunciare altri ragazzini in un ambiente scolastico. E potresti non avere altra scelta se non dar loro retta. Sii completamente onesto quando denunci i bulli. È il modo migliore per ottenere la fiducia di chi ha potere.
  • Se denunci un adulto, assicurati di spiegare con cura tutta la situazione, incluse le tue azioni di autodifesa. In questo modo, quando analizzeranno meglio la faccenda, sapranno che sei stato sincero, invece di pensare automaticamente che tu sia un disonesto in cerca di problemi.
  • Tieni a mente che, se una persona ti tocca di proposito senza il tuo permesso e senza averne un motivo valido, ciò può essere denunciato, anche se il perpetratore fosse un bambino. Dovresti dirlo a un adulto di cui ti fidi, a meno che, ripensandoci, l'episodio non sia stato affatto grave.
  • Comprendi l'autodifesa e conosci i suoi limiti. Serve a proteggerti. A volte ti richiede di reagire colpendo la persona che ti attacca, altre di correre o di evadere da un problema in altri modi. Quando reagisci a un attacco frontale, ricorda che dovrai solo evitare di essere fisicamente ferito. A volte l'autodifesa potrebbe scatenare accuse contro di te (facendoti sembrare un criminale; in alcuni casi sarà un giudice a stabilire chi ha torto). Devi decidere se denunciare o meno un attacco dopo aver usato l'autodifesa.
  • Denuncia le situazioni di emergenza, come gli attacchi che implicano una minaccia immediata alla tua salute, alla tua vita o alla tua proprietà in assenza di un adulto competente. Chiama la polizia il prima possibile. Denuncia i comportamenti privi di minacce istantanee, ma potenzialmente pericolosi, a un insegnante, al preside, all'infermiere, allo psicologo scolastico o ai tuoi genitori. Se necessario, ti aiuteranno a sporgere denuncia alla stazione di polizia.

domenica 1 febbraio 2015

Come Assumere una Guardia del Corpo

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La parola “bodyguard” è diventata un termine “hollywoodizzato” e probabilmente non è questo quello che vuoi. Il nome occupazionale è “Dirigente della Protezione” o “Personale di Sicurezza” e gli specialisti in questo settore non sono difficili da trovare. Segui queste istruzioni per assicurarti di assumere una persona veramente qualificata allo scopo di proteggere la vita e il benessere di un altro individuo.


Cerca di capire che quello del “Personale di Sicurezza” è un servizio professionale, dunque mantieni delle aspettative realistiche. In quanto componente principale dei SERVIZI DI PROTEZIONE, il Personale di Sicurezza si divide in diverse specializzazioni focalizzate sul tipo di persona da proteggere. Gli individui formati per gestire i dirigenti delle aziende, i politici, i dignitari e le famiglie che ricoprono una certa importanza ricadono sotto la “Protezione Esecutiva”, o PE, in contrasto con quelli formati per lavorare al servizio delle celebrità, degli attori, dei musicisti, degli atleti professionisti e degli altri individui pubblici dal profilo alto; vengono chiamati “Agenti di Sicurezza dei Talenti”. Tutti i professionisti qualificati vengono formati in modo da avere visibilmente un basso profilo, da essere capaci di adattarsi al tuo stile di vita e da intromettersi il meno possibile.


Contrariamente al Regno Unito e ad altri Paesi, non esistono standard di formazione nazionale civile per questa professione negli Stati Uniti o in Canada; ci sono diversi titoli che un professionista potrebbe utilizzare: Executive Protection, “Protezione Esecutiva”, Protective Services, “Servizi di Protezione”, Personal Protection, “Protezione Personale” o Personal Security, “Personale di Sicurezza”.


Come nel Servizio Segreto, i migliori individui sono professionisti proattivi, dall'aspetto curato, intelligenti, articolati e istruiti, che vengono formati per PREVENIRE una minaccia al tuo benessere. Metti a contrasto questi specialisti con gli stereotipici gorilla di 200 kg che lavorano per Britney Spears o per Madonna. Queste bodyguard sono solo capaci di REAGIRE di fronte a una minaccia e solitamente lavorano come buttafuori o cacciatori di taglie o ai margini, come guardie del corpo; generalmente non hanno ricevuto una formazione specializzata.


Cerca su internet i regolamenti del posto in cui vivi sulle compagnie di sicurezza privata. Impara il nome della licenza richiesta per una Guardia del Corpo, un Ufficiale per la Protezione Personale o qualcosa di strettamente correlato. I candidati avranno bisogno di questa licenza con il fine di lavorare per te. Detto ciò, non partire dal presupposto che una licenza di Guardia del Corpo rilasciata in un posto qualsiasi sia di per sé un buon indicatore delle abilità del professionista. Per esempio, la maggior parte degli stati USA non prevede requisiti oltre a quello di avere la licenza di portare una pistola nascosta, alcuni hanno dei requisiti di training molto severi e il resto ha dei requisiti formativi sconvolgentemente bassi, che non vanno incontro agli standard di training minimi professionalmente riconosciuti. Queste licenze hanno dei nomi come “Ufficiale di Protezione Personale” o “Specialista di Protezione Personale” e vengono probabilmente richieste all'individuo affinché possa lavorare per te, ma la maggior parte di esse viene acquisita con un training talmente scarso che chiunque può ottenere un titolo se ha una licenza di “Guardia di Sicurezza” e dei soldi da pagare per un corso da Bodyguard (che, per esempio, negli Stati Uniti costa sui 100 dollari).


Assicurati che i tuoi candidati abbiano conseguito i propri titoli seguendo un corso. Per esempio, se vivi negli Stati Uniti, il corso dovrebbe essere stato gestito dal Government Protective Service, come:
  • United States Secret Service (Agente Speciale versus Uniformed Division).
  • Diplomatic Security Service dello US State Department.
  • Federal Law Enforcement Training Center (FLETC).
  • Protective Services Training Course della US Army Military Police School.
  • US Army Criminal Investigation Division (CID).
  • US Naval Criminal Investigative Service (NCIS).
  • US Air Force Office of Special Investigations (OSI)

    Gli specialisti su cui poter contare potrebbero anche aver conseguito il titolo presso una di quelle scuole di protezione esecutiva civile degli Stati Uniti internazionalmente riconosciute e rispettate, come:
  • Executive Security International(ESI), in Colorado.
  • Executive Protection Institute, in Virginia.
  • R.L. Oatman & Associates, nel Maryland.
  • National Protective Services Institute, in Texas
  • Gavin de Becker & Associates, in California.
  • L'ex Vance International, in Virginia.
  • International Training Group, in California.
  • Texas A&M University's TEEX, in Texas.
  • US Training Center, nella Carolina del Nord.
  • Executive Protection International, nel Massachusetts.
  • Esiste anche un'università che permette di specializzarsi in Personal Protection Management e offre corsi di laurea, master e dottorati (vedi la Henley-Putnam University).
  • Se un candidato ha frequentato una scuola non elencata tra quelle più prestigiose, assicurati che gli istruttori identifichino apertamente se stessi, abbiano una lunga esperienza (più di 10 anni) nei Servizi di Protezione Governativa o di un equivalente civile e che il corso sia stato svolto per un MINIMO di 100 ore di training formale del personale di sicurezza.
  • Come seconda scelta, considera il personale di Protezione Esecutiva/Servizi di Protezione/Sicurezza Aziendale da imprese della lista Fortune 500, come Microsoft, Dell, Boeing, IBM, ecc., con esperienza diretta (non limitata o complementare).


Se vivi negli Stati Uniti, ricorda che, solo perché una persona è stata nell'esercito o nelle forze dell'ordine o ha lavorato in un altro Paese mediante un Protective Services Detail (PSD) NON significa che abbia la mentalità, la formazione e il set di abilità giusti per lavorare come Personale di Sicurezza negli Stati Uniti.
  • Se un candidato dichiara di essere stato membro di una US Military Special Operations Force, come un Green Beret delle Army Special Forces, un US Army Ranger, un Navy SEAL, un Air Force Combat Controller, un Marine Corps Special Operations (MARSOC), ecc., chiedigli di fornirti una copia ORIGINALE del suo DD214. Questo documento viene consegnato a tutti gli ex membri del servizio militare, ti darà i nomi delle scuole nelle quali ha terminato gli studi e ti indicherà il suo carattere professionale mentre è in servizio. Se dichiara che il suo background è confidenziale, ti sta mentendo. L'unica cosa veramente segreta riguardo al suo background militare sarebbe costituita dalle missioni alle quali ha partecipato.


Procurati le copie della patente di guida del candidato, della tessera di Social Security e di tutti i certificati professionali.


Conduci un controllo del background su internet e paga per una semplice verifica dei precedenti penali.


Fai firmare un accordo di non divulgazione a ogni candidato (disponibile gratis su internet) prima di discutere delle tue esigenze e delle tue informazioni personali.


Cerca un'esperienza specifica e chiedi degli esempi di come il candidato ha dimostrato la sua competenza e le sue abilità, tra cui:
  • “Coreografia” (sapere come disporsi, camminare ed entrare e uscire dalla macchina con la persona che si sta proteggendo).
  • Condurre del lavoro in anticipo per prepararsi per i viaggi e gli eventi previsti.
  • Contromisure efficaci per affrontare un attacco o una minaccia alla sicurezza nel caso se ne materializzi una.
  • Conoscenza della sicurezza fisica e dell'accesso ai sistemi di controllo.
  • Training formale in abilità specializzate di guida, gestione esperta delle armi da fuoco e tattiche di difesa o arti marziali.


Chiedi al candidato i nomi dei “pezzi grossi” che ha protetto. Se ti dà una lista, probabilmente è veritiera, ma spesso può essere verificata mettendosi in contatto con la compagnia, con l'ufficio governativo o con l'agente o con il rappresentante della celebrità. Tuttavia, se un candidato inizia a svelare delle informazioni personali di altra gente, è possibile che stia violando le dichiarazioni di non divulgazione e di confidenzialità che ha sottoscritto. Allo stesso tempo, non accettare la risposta “Non posso dirlo per ragioni di privacy”. Le brave guardie del corpo sono molto attente rispetto alla diffusione delle informazioni riguardo agli ex clienti e protetti, e troveranno un modo affinché tu possa verificare le loro affermazioni senza infrangere gli accordi di non divulgazione.


Le abilità alla guida specializzate vengono generalmente considerate una sotto-specialità del Personale di Sicurezza e sono comunemente note come Guida Evasiva e/o Contro-Imboscata, e pochi professionisti della Sicurezza Personale hanno partecipato a un training formale e approfondito. Negli Stati Uniti, per esempio, ci sono molte poche scuole rinomate e rispettate che insegnano queste capacità:
  • Scotti School of Defensive Driving (SSDD).
  • Bill Scott Raceways (BSR).
  • Vehicle Dynamics Institute.
  • Bob Bondurant School of Performance Driving.
  • Crossroads Training Academy.
  • Advanced Driving & Security Inc. (ADSI).
  • Vehicle Ambush Countermeasures Training Program (VACTP) del Federal Law Enforcement Training Center.


Consigli

  • Cerca i seguenti tratti nei tuoi candidati:
    • Integrità.
    • Onestà.
    • Sicurezza.
    • Discrezione.
    • Portamento.
    • Attenzione ai dettagli.
    • Reattività.
    • Flessibilità.
    • Intelligenza.
    • Pazienza.
    • Impegno.
    • Esperienza.
  • La persona che assumi dovrebbe amalgamarsi con il tuo stile di vita. Sarà in grado di vestirsi e di comportarsi come te e come le persone intorno a te?




Avvertenze

  • Evita di assumere le persone dal grande ego, eccessivamente entusiaste, dall'attitudine combattiva o dalla personalità “militante”.
  • Stai molto attento ai siti web o alle brochure con immagini del personale SWAT, dei ninja, dei samurai e degli “agenti segreti” o con pistole su ogni pagina.
  • Se la pagina internet di un individuo o di un'agenzia NON contiene informazioni come il nome del proprietario, il posto in cui è stato ricevuto il training per svolgere questo mestiere e l'esperienza VERIFICABILE, diffida immediatamente di essa.
  • Se la tua ricerca ti porta da un Investigatore Privato, fagli delle domande riguardo a dove ha ricevuto il suo training formale per la Protezione Esecutiva e ai nomi di almeno due dei suoi clienti o rappresentanti dei clienti.
  • Assumi qualcuno davvero, davvero responsabile e anche forte!




sabato 31 gennaio 2015

Come Imparare la Muay Thai



Hai mai sognato di sconfiggere i tuoi nemici con un sol colpo? Hai mai desiderato di avere una potenza tale da eliminare il più temibile degli avversari in un istante? Continua pure a leggere, questa è l'arte del Muay Thai.


Trova una palestra Muay Thai. Questo sport viene percepito e applicato in tanti modi diversi, alcuni potrebbero piacerti, altri potrebbero spaventarti. Alcuni maestri sono fanatici e potrebbero indurti a disertare. Le migliori palestre sono quelle che offrono un piano di allenamento molto intenso: 2 ore, delle quali 45 minuti sono dedicati al riscaldamento, 15 allo stretching, 30 alle tecniche, e l'ultima parte allo sparring.


Impara il linguaggio e la storia dietro la Muay thai. Esistono tanti articoli sul web che offrono una panoramica su questo sport. Guarda tanti film e documentari. Combattenti come Ramon Dekkers e Buakaw Por Pramuk sono grandi esempi di tecnica. I film includono Ong-Bak, e quelli di Van Damme.


Pratica lo sparring. Lo sparring a volte può essere spaventoso, ma se hai paura non avresti dovuto scegliere questo sport. Lo sparring ti fa sviluppare il tuo stile personale, così sarà più facile per te combattere dentro e fuori dal ring. Molti combattenti cercano di mettere KO l'avversario nel primo round. Evita di farlo, se dovessi stancarti subito saresti carne da macello. Un match normale dura 5 rounds da 3 minuti ciascuno.


Allenati più che puoi ma non esagerare. In palestra, usa dei pesi più leggeri facendo tante ripetizioni. L'allenamento di resistenza è il tuo miglior amico quando si tratta di muay thai.








Consigli

  • Non arrenderti mai. Spesso farai degli allenamenti molto duri. Sii forte e non mollare.
  • Allenati e fai stretching più che puoi.
  • La muay thai è ottima per l'autodifesa. Impara anche qualche tecnica di lotta.
  • Allenamento, allenamento, allenamento. La resistenza è la tua miglior amica. Correre per diverse ore ti aiuterà ad avere grandi prestazioni in quei rounds da 3 minuti.
  • Usa la muay thai solo per autodifesa.






Avvertenze

  • Rispetta il tuo allenatore e la tua palestra.
  • Ogni colpo alla testa e al collo può essere fatale.
  • La muay thai è un'antica arte reale, rispettala.
  • Non usare per strada i colpi che impari in palestra.






Cose che ti Serviranno

  • Autostima
  • Un piano di allenamento
  • Aggressività


venerdì 30 gennaio 2015

Come Imparare i "Punti di Pressione" nelle Arti Marziali




La definizione tradizionale di punto di pressione è un punto che, se subisce un’intensa pressione, provoca dolore debilitante. E' una tecnica che deriva dall'arte marziale cinese Din Mak, basata sui punti di pressione dell'agopuntura. E' un arte molto complessa e segreta e richiede la conoscenza dei punti dell'agopuntura cinese. Perciò in questo post saranno trattate solo delle zone fragili chiamate "punti vulnerabili". Questo servirà a sfruttare a proprio vantaggio i punti deboli del corpo umano. Quando usi questi punti di pressione, dovrai fare molta attenzione, perché potresti accidentalmente uccidere qualcuno, che si tratti di un nemico o un compagno di allenamento. Perciò se decidi di seguire questi consigli, sii consapevole che ti troverai spesso di fronte a dilemmi morali che richiederanno molta saggezza per decidere quando mettere in pratica le tecniche che hai appreso.


Aree molto vulnerabili: queste sono zone che tutti conoscono. Occhi, testicoli, stinchi, ecc. Usa calci con il collo del piede per colpire gli stinchi dell'avversario, perché sarà più difficile mancare. Ritrai il piede molto velocemente quando dai un calcio all'inguine, per impedire che il tuo piede sia intrappolato. Il naso è un'altra parte che è molto facile rompere con qualsiasi colpo.


Fronte: colpire la parte piatta della fronte spingerà la testa indietro e scuoterà il cervello all'interno del cranio, provocando una commozione celebrale o ferite più gravi. I principianti dovrebbero usare la parte della mano vicina al polso invece di un pugno. Lo stesso vale per la nuca, sotto l'osso orizzontale. Le ossa orizzontali del cranio sono abbastanza forti da essere usate come arma, perciò evitale.


Spalla: cerca di colpire la clavicola. Infila le dita dietro alla clavicola e costringi il tuo avversario a terra (dovrai eseguire questa manovra molto velocemente perché sia efficace in un vero scontro). Alcune persone soffriranno moltissimo questo colpo, altre lo ignoreranno del tutto.


Gola: il modo più facile per colpire la gola è probabilmente con un colpo di taglio della mano. Con un pugno avresti difficoltà a inserirti tra la mandibola e la clavicola. In alternativa puoi provare a stringere la gola e a cercare di piegarla per impedire la respirazione. E' una mossa molto letale e dovrebbe essere usata solo come ultima risorsa quando sei con le spalle al muro.


Sotto la mandibola: stringi il collo da davanti e arriva sotto la mandibola. Stringi mentre premi verso l'alto


Articolazione Temporo-mandibolare: tieni la testa con una mano. Con l'altra, segui la linea della mandibola fino al suo punto più alto, sotto l'orecchio, dove incontra il cranio. Applica una pressione verso l'interno e verso l'alto in direzione dell'orecchio. Questo è molto doloroso e rende molto difficile parlare. Se possibile, una persona cercherà di sfuggire a questa tecnica e a questo serve la mano a tenere la testa. Un solo pugno a nocca singola in questo punto può slogare la mandibola.


Presa al Collo: è un altro punto di pressione che tutti conoscono, ma è difficile da colpire. Portati alle spalle del tuo assalitore e avvolgi un braccio intorno al suo collo, usando il tuo radio (osso dell'avambraccio) per applicare pressione alla arteria carotide esterna (subito a lato della gola, dove puoi sentire le tue pulsazioni). Quando senti che il tuo assalitore perde i sensi, accompagnalo lentamente al suolo. Puoi aumentare la pressione tirando il braccio verso di te con l'altro braccio e respirando per espandere il torace. Puoi anche mettere la mano del braccio che esegue la presa sul gomito dell'altro braccio, che userai per spingere il collo o la testa in avanti. Se l'assalitore non mostra segni di cedimento un forte colpo sulla nuca lo disorienterà dandoti la possibilità di scappare.
    • Per respingere questa presa: ruota la testa verso il gomito. Lo spazio all'interno dell'articolazione non premerà sulla tua gola, e riuscirai a respirare. Soffrirai comunque di problemi di circolazione, perciò dovrai essere veloce. Stringi il gomito con la mano più vicina e usa il punto di pressione che si trova lì. Questo allenterà la presa dell'assalitore, ma probabilmente non sarà sufficiente a romperla. Combina questa contromisura con morsi, pestare i piedi, testate, dita negli occhi, calci all'inguine con il tacco, calci sulle tibie, gomitate nelle costole, tirate di capelli, e ogni altra soluzione che ti viene in mente.
Incavo del Gomito: l'incavo del tuo avambraccio è composto interamente di muscoli e tendini, perciò c'è molto su cui lavorare. Prendi il gomito con il pollice verso l'interno. Metti le dita sulla punta del gomito per fare presa. Stringi la punta del pollice verso le altre dita. Dovrai spingere con tutte le dita, o non avrai abbastanza forza. Premi il pollice nel centro dell'incavo, sui lati, o sul muscolo brachioradiale. Dovrai sperimentare per perfezionare questa tecnica.


Dorso della mano: se qualcuno ti mette le mani addosso, guarda la mano del tuo assalitore e con un pugno tradizionale o a singola nocca, colpisci le ossa del dorso della mano. Quando ti eserciti a farlo con un compagno, dai subito un colpo deciso, per apprendere la tecnica. Farà male solo per un minuto.


Tempie: le tempie sono la parte più sottile del cranio, perciò un buon colpo in questa zona (un pugno a una nocca è ideale) può provocare commozioni celebrali, emorragie o addirittura la morte. Non provarlo su un compagno di allenamento.


Sterno: colpisci con un pugno a singola nocca l'osso al centro del petto. Non ha muscoli e pochissimo grasso, perciò è molto vulnerabile. Se colpito correttamente, potrebbe spezzarsi in due. Puoi colpire in questo modo anche i muscoli pettorali.


Piedi: guarda i piedi del tuo assalitore e, usando il tallone, alza il ginocchio il più possibile e pesta il collo del suo piede più forte che puoi. Per la sua struttura, può essere rotto facilmente. Non colpire le dita. Farà male, ma quasi certamente non romperai alcun osso. Prova a premere leggermente su entrambi i punti e confronta il dolore.


Plesso solare: è un centro nervoso che si trova nell'addome, ritenuto responsabile delle sensazioni fisiche di emozioni profonde. Colpendo l'area al di sotto dello sterno, dove si uniscono le costole, influenzerai questo centro nervoso e provocherai una violenta contrazione del diaframma. In questo modo "mozzerai il fiato" del tuo avversario. E' un bersaglio molto facile. Puoi contrastare un colpo in quel punto contraendo velocemente gli addominali al momento dell'impatto. Puoi farlo espirando o urlando.


Maniglie dell'amore: metti la tua mano di piatto sul lato dell'addome, tra le costole e le anche. Stringi il pugno. Non dare un pizzicotto. Non otterrai alcun risultato. Questa tecnica funziona contro avversari di ogni tipo di corporatura.


Costole: le costole hanno pochissimo rivestimento, a prescindere dal tipo di corporatura, e solo sottili fasce muscolari le separano. Per romperle, alza il braccio dell’assalitore per estenderle, riducendo la loro abilità di rinforzarsi l'un l'altra, e fai un passo avanti mentre colpisci. Il colpo ideale in questo caso è con il taglio della mano. Puoi usare anche un montante. Le costole protette dai muscoli pettorali e della schiena saranno molto più difficili da rompere. Al contrario le costole più basse sono connesse unicamente alla spina dorsale e si romperanno facilmente.



Possibili Usi Terapeutici

Se avverti sonnolenza o non riesci a concentrarti, usando i tuoi indici, fai pressione sulle tempie, sui lati del naso e sugli angoli degli occhi a circa 5mm dal naso.


Puoi ottenere sollievo dal mal di testa usando il punto di pressione appropriato.
    • Parte frontale della testa: massaggia entrambe le tempie.
    • Parte superiore e centrale della testa: applica pressione direttamente al di sopra delle orecchie.
    • Parte posteriore della testa: metti entrambi i pollici dietro le orecchie e scorri indietro fino al punto in cui il tuo cranio si interrompe. Muoviti un millimetro verso l'interno e fai pressione.






Consigli

  • Sposta il peso nella direzione verso la quale fai pressione. Se premi verso il basso, piega le ginocchia. Se premi in avanti fai un passo in quella direzione o segui il movimento con le anche.
  • Quando colpisci, esegui una rotazione delle anche per dare più forza al colpo. Questa è una tecnica fondamentale per tutte le arti marziali.
  • Tieni le ginocchia piegate, almeno leggermente, in ogni situazione. Ancora di più quando esegui queste tecniche. Farlo ti conferirà stabilità e potenza. Le ginocchia per potersi muovere non devono trovarsi in posizione bloccata, e se non le avessi piegate, i tuoi tempi di reazione sarebbero superiori. Se stai in piedi completamente dritto, sarai come un grande pezzo di legno, pronto a essere spinto al suolo.
  • Ritraiti: quando colpisci e hai centrato l'obiettivo, arretra velocemente. Cerca di rimbalzare indietro dopo un colpo. Questo servirà per impedire che la forza del tuo colpo si scarichi anche sul tuo corpo. In questo modo l'energia rimarrà tutta nel bersaglio e causerà danni maggiori, soprattutto alle ossa. Aumenteranno le probabilità di provocare fratture e diminuiranno quelle che i tuoi arti siano presi al volo.
  • Usa la punta delle dita e dei pollici nelle tecniche che richiedono il loro uso. In questo modo concentrerai tutta la forza su una superficie minore, creando una maggior densità di pressione. Non cuciresti con il lato di un ago, vero?
  • Le tecniche illustrate in questo articolo sono tecniche di arti marziali, perciò il consiglio migliore è di impararle da un vero maestro.
  • Usare i punti di pressione dolorosi significa in poche parole premere muscoli o colpire ossa esposte. Tocca vari punti del tuo corpo per trovarne molti altri.
  • Rivolgi sempre lo sguardo verso il tuo obiettivo. Se i tuoi occhi non guarderanno l'obiettivo, non potrai concentrarti.
  • Se ti concentri sulla velocità, respira normalmente (Bak Mei Kung Fu). Le tue braccia sono più veloci dei tuoi polmoni. Anche se la respirazione controllata può offrirti più potenza, sacrifica la velocità delle tue braccia.
  • Esercitati, su te stesso e con un amico. Ognuno di noi ha una diversa soglia del dolore. Un punto potrebbe trovarsi a qualche centimetro di distanza sul tuo corpo e su quello di un'altra persona. Altri non saranno vulnerabili in quel punto. Con più persone farai pratica, più sarai in grado di stimare la posizione dei punti di pressione su ogni avversario.
  • Resa: quando ti eserciti con un amico, stabilite che battere la mano aperta ripetutamente sull'avversario è il simbolo di resa e che è necessario fermarsi. Assicurati che entrambi vi arrendiate solo se il dolore è molto intenso. Con la sola fiducia nei tuoi mezzi non potrai vincere uno scontro.
  • La velocità è la chiave in uno scontro. Se perderai tempo a cercare un punto di pressione, riceverai un pugno in faccia. Esercizio, esercizio, esercizio.
  • Urla: nelle arti marziali giapponesi questa tecnica è chiamata kiai. L'urlo deve partire dal diaframma, una vera espressione della tua potenza interiore. Ti darà fiducia e intimorirà il tuo assalitore. Grazie alla contrazione dei muscoli addominali proteggerai il plesso solare.
  • Ricerca: se non ti è chiaro qualche punto di questa guida, fai delle ricerche personali.
  • Esercitati come se ti trovassi in un vero scontro. Parti dai fondamentali, e impara le giuste posizioni. Poi lavora su velocità e intensità. Se ti eserciterai in modo pigro e scorretto, combatterai allo stesso modo, e probabilmente non durerai a lungo.
  • Per imprimere più forza ai tuoi colpi, visualizza che il tuo bersaglio sia leggermente più lontano della sua reale posizione (non è consigliato farlo in allenamento, se non per colpire bersagli inanimati).



Avvertenze

  • Fai attenzione. Commettere un errore nell'esecuzione di queste tecniche, può provocare infortuni, morte o la rottura di un'amicizia, perciò assicurati che il tuo compagno sappia di cosa si tratta. Quando devi colpire qualcuno in situazioni di vita reale, usa i punti di pressione quando non hai altra scelta e la tua vita è in pericolo (l'assalitore ha una pistola o un coltello, ad esempio).
  • Fai attenzione ai consigli sui punti di pressioni che sembrano magici. Quasi certamente saranno falsi. Anche se derivano dall'agopuntura, che sta guadagnando più rispetto nella comunità scientifica, spesso non saranno efficaci in uno scontro. L'obiettivo nell'uso dei punti pressione come difesa personale è ottenere un risultato immediato, e certamente non riuscirai a fermare il cuore di qualcuno colpendo il suo braccio.
  • Fai attenzione quando esegui queste mosse, perché spesso esporrai le tue difese. Quando esegui la presa al collo ad esempio, le braccia e le gambe dell'avversario sono libere e potrebbe usare un'arma o eseguire a sua volta una presa.
  • Quando ti alleni a usare i punti di pressione, non colpire in un punto di pressione un tuo compagno, limitati a simulare il colpo. Puoi provare a colpire il dorso della mano o lo sterno, ma evita assolutamente di colpire, l'inguine, la testa, le gambe e i piedi. Anche gli esperti di arti marziali possono commettere errori.