La mitologia giapponese è un
complesso sistema di credenze e di culti.
Caratteristiche
Il pantheon shintoista, da solo, già
vanta una "collezione" di più di 8 milioni di kami
(parola giapponese per "spirito" o "divinità").
Nonostante l'influenza dell'antica civiltà cinese, la maggior parte
della mitologia e della religione giapponesi è autoctona. Abbraccia
tradizioni shintoiste e buddhiste, ma anche credenze popolari legate
all'agricoltura. Oltretutto, diversamente dalle mitologie greche,
nordiche ed egiziane, è relativamente difficile distinguere che cosa
è veramente "mito" in quella giapponese. In questo post
verranno trattati solamente gli elementi mitologici tipici presenti
anche nella mitologie occidentali, come la cosmogonia, le divinità
principali e le più famose storie mitologiche giapponesi.
Il pensiero mitologico giapponese, come
cioè è generalmente riconosciuto oggi, si basa sul Kojiki,
sul Nihonshoki e su altri libri complementari. Il Kojiki,
o "registrazione di cose antiche", è il più antico libro
riconosciuto di miti, leggende e storie giapponesi. Lo Shintoshu
spiega le origini delle divinità giapponesi da un punto di vista
buddista, mentre il Hotsuma Tsutae riporta una versione
sostanzialmente diversa della mitologia nipponica.
Un'importante conseguenza della
mitologia giapponese, spiegando le origini della Famiglia Imperiale
nipponica, è che le attribuisce una discendenza divina. La parola
giapponese per "Imperatore", tennō (天皇),
significa appunto "imperatore divino" (l'ideogramma 天
significa "celeste", "del paradiso").
Pronuncia dei nomi propri
Numerose divinità appaiono nella
mitologia giapponese, e molte di esse hanno più di un nome. Inoltre,
alcuni dei loro nomi sono così lunghi da risultare tediosi per la
maggioranza dei lettori. Perciò questo articolo elenca solo i nomi
più importanti, che verranno trascritti in forma abbreviata. Altre
forme di abbreviazione sono comunque in uso.
(Per esempio, Ninigi, o per
esteso Ame-Nigishikuni-Nigishiamatsuhiko-Hikono-no-Ninigi-no-Mikoto,
può anche essere abbreviato con Hikoho-no-Ninigi o
Hono-Ninigi).
In alcune parti di quest'articolo, i nomi propri sono scritti in
maniera storica. Inoltre, le lettere sottolineate h, y,
e w indicano suoni muti; sono omesse dalla pronuncia
moderna. Questa convenzione di sottolineatura è però una
caratteristica di QUESTO articolo. Altre sillabe sono modernizzate
come segue. Da notare che talvolta vengono usate entrambe le
trascrizioni fonetiche.- HU è modernizzato in FU
- ZI e DI sono modernizzati in JI
- ZU e DU sono modernizzati in TSU
- OO è modernizzato in O o OH
- Per esempio, fra le varie pronunce di Ohonamudi vi sono Ohonamuji, Oonamuji, Ohnamuji, e altre.
Ad esempio, altre pronunce di Ohonamudi
sono anche Ohonamuti e Ohonamuchi.
Mito della Creazione
Le prime divinità diedero alla luce
due esseri divini, l'essenza maschile Izanagi e l'essenza
femminile Izanami, che incaricarono di creare la prima terra.
Per aiutarli in tale compito, venne loro donata un'alabarda
ingioiellata, chiamata Amanonuhoko ("Alabarda Celeste
della Palude"). Le due divinità andarono quindi al ponte che
collegava cielo e terra, l'Amenoukihashi ("Ponte
Fluttuante del Cielo"), e mescolarono il mare sottostante con
l'alabarda. Quando alcune gocce di acqua salata precipitarono da
questa, si trasformarono nell'isola di Onogoro. Izanami e
Izanagi scesero dal ponte del cielo e realizzarono la loro dimora
sull'isola. Vollero infine avere dei figli, così eressero un
pilastro (chiamato Amenomihashira) e attorno ad esso
costruirono un palazzo (chiamato Yahirodono, "La sala
dall'area di 8 braccia di lunghezza"). Izanagi e Izanami
girarono attorno al pilastro in direzione opposta l'uno all'altra, e
quando si incontrarono sull'altro lato Izanami, la divinità
femminile, salutò per prima Izanagi, la divinità maschile.
Questi pensò che ciò non fosse corretto, ma si coricarono assieme
comunque. Ebbero due bambini, Hiruko ("bambino debole")
e Awashima ("isola pallida"); ma erano malformati e
non sono considerati divinità.
Izanagi e Izanami misero i bambini in
una barca e li lasciarono andare in mare aperto, pregando dunque gli
altri dei che fosse data loro una spiegazione per ciò che avevano
fatto di sbagliato. Venne loro detto che la divinità maschile
avrebbe dovuto salutare per prima quella femminile durante la
cerimonia, mentre era avvenuto il contrario. Così Izanagi e
Izanami ritornarono al pilastro, e vi rigirarono intorno, e
questa volta quando s'incontrarono fu Izanagi a parlare per
primo e la loro unione fu fruttuosa.
Dalla loro unione nacquero le Ōyashima,
cioè le otto grandi isole del Giappone:
- Awazi
- Iyo (successivamente Shikoku)
- Ogi
- Tsukusi (successivamente Kyushu)
- Iki
- Tsushima
- Sado
- Yamato (successivamente Honshu)
Notare che Hokkaidō, Chishima, e
Okinawa non facevano parte del Giappone nell'antichità.
Generarono in seguito sei ulteriori
isole e molte divinità. Izanami, tuttavia, morì dando alla
luce il figlio Kagu-Tsuchi (incarnazione del fuoco) o
Ho-Masubi (causa prima del fuoco). Venne sepolta sul monte
Hiba, al confine delle antiche province di Izumo e Hoki, vicino
l'odierna Yasugi della Prefettura di Shimane. Incollerito, Izanagi
uccise Kagu-tsuchi, dalla qual morte vennero generate dozzine
di altre divinità.
Gli dei nati da Izanagi e
Izanami sono i simboli di importanti aspetti naturali e
culturali, ma sono troppi per essere qui menzionati. Un esempio di
conseguenza sulla cultura nipponica è, comunque, il fatto che (nel
mito) fu necessario che la divinità maschile Izanagi
assumesse la posizione di "guida", mentre la divinità
femminile Izanami dovette essere di "seconda posizione".
Ciò riflette la concezione diffusa in Giappone di un'implicita
discriminazione nei confronti del genere femminile.
Yomi, l'oscura terra dei morti
Izanagi pianse la morte di
Izanami ed intraprese un viaggio verso Yomi, "La
terra tenebrosa dei morti". Izanagi trovò poche differenze fra
Yomi e la terra superiore, eccetto l'eterna oscurità.
Comunque, questa tenebra soffocante era sufficiente per farlo
soffrire, in mancanza della luce e della vita del mondo superiore.
Cercò rapidamente Izanami e la trovò. Dapprima, Izanagi
non poteva vederla affatto a causa delle ombre che celavano la sua
figura. Ciononostante, le chiese di tornare con lui. Izanami
gli parlò, informandolo che era ormai troppo tardi: ella aveva
infatti già mangiato il cibo degli Inferi ed ora faceva parte della
Terra dei Morti. Non poteva più ritornare fra i viventi.
Izanagi rimase interdetto
all'udire questa notizia ma rifiutò di sottomettersi al suo
desiderio di essere lasciata nell'oscuro abbraccio di Yomi.
Così, mentre Izanami dormiva, prese il pettine che legava i
lunghi capelli dell'amata e lo accese come una torcia. Sotto
l'improvvisa fiamma luminosa, Izanagi vide l'orripilante
figura dell'un tempo bella e graziosa Izanami: era ora un
corpo di carne devastata dalla decomposizione, pieno di larve ed
altre creature abominevoli che vi camminavano sopra.
Urlando, Izanagi non poté più
controllare la sua paura e cominciò a correre, volendo ritornare fra
i viventi ed abbandonare sua moglie, morta e disgustosa. Ma Izanami,
gridando indignata, si erse dalla terra e prese ad inseguire il
consorte. Anche delle shikome, specie di "arpie" o
"furie", incaricate da Izanami di riportarlo
indietro, cominciarono a rincorrere Izanagi.
Pensando velocemente a cosa potesse
fare, Izanagi gettò a terra il suo cappello, che si trasformò
in un grappolo d'uva nera. Le shikome vi si inciamparono ma
continuarono l'inseguimento. Dopo, Izanagi lanciò a terra il pettine
che divenne un cespuglio di canne di bambù. A questo punto le
creature del mondo di Yomi iniziarono ad inseguirlo, ma
Izanagi urinò contro un albero, formando un grande fiume che
gli diede del vantaggio. Sfortunatamente, continuarono ad inseguire
Izanagi, costringendolo a gettar loro addosso delle pesche. Sapeva
che ciò non li avrebbe rallentati a lungo, ma era quasi libero, ché
il confine del mondo di Yomi era ormai vicinissimo.
Izanagi sgusciò fuori
dall'entrata e veloce spinse una grossa roccia a tappare la bocca
della caverna, che era poi l'ingresso a Yomi. Izanami
gridò da dietro questa impenetrabile barriera e disse ad Izanagi
che, qualora l'avesse abbandonata, avrebbe ucciso 1000 persone
viventi ogni giorno. Ma lui rispose furiosamente che in tal caso
avrebbe dato la vita a 1500 persone viventi ogni giorno!
E così iniziò l'esistenza della
Morte, provocata dalle mani dell'irata Izanami, la moglie che
Izanagi aveva abbandonato.
Sole, Luna e Vento
Come ci si potrebbe aspettare, Izanagi andò subito a purificarsi dopo la sua discesa nel mondo di Yomi. Mentre si svestiva, e rimuoveva tutti gli ornamenti dal suo corpo, ogni oggetto che gettava a terra si trasformava in una nuova divinità. E ancora più dei nacquero quando andò a lavarsi in acqua. I più importanti si crearono una volta che Izanagi lavò la sua faccia:- Amaterasu (l'incarnazione del Sole) dal suo occhio sinistro;
- Tsukuyomi (l'incarnazione della Luna) dal suo occhio destro;
- Susano-o (l'incarnazione del Vento e della Tempesta) dal suo naso.
Izanagi stabilì che il mondo venisse
diviso fra loro: ad Amaterasu andò il Cielo, a Tsukiyomi la notte e
la Luna, e a Susanoo i mari.
Amaterasu e Susanoo
Amaterasu, la potente dea giapponese
del sole, è la più famosa divinità della mitologia nipponica. Il
suo governo terreno col suo incontrollabile fratello Susano-o,
tuttavia, è decisamente poco conosciuto ed appare in numerosi
racconti. Una storia parla del terribile comportamento di Susano-o
nei confronti di Izanagi: questi, stanco delle continue lamentele di
Susano-o, lo confinò nel mondo di Yomi. Susano-o accettò
riluttante, dicendo che prima avrebbe dovuto adempiere ad alcune sue
faccende incompiute. Andò in Takamanohara (Cielo) per dire
addio a sua sorella, Amaterasu. Ma questa ben sapeva che il suo
imprevedibile fratello non aveva buone intenzioni, e si preparò per
la battaglia. "Perché sei giunto fin qui?", domandò
Amaterasu. "Per dirti addio", rispose Susanoo.
Ma lei non gli credeva, e gli propose
una gara per provare la sua buona fede. Venne organizzata una sfida,
che avrebbe vinto chi avrebbe dato alla luce il maggior numero di
figli divini. Amaterasu generò tre donne dalla spada di Susanoo,
mentre Susanoo generò cinque uomini dal monile di Amaterasu. Questa
pretese che i cinque uomini generati da un suo oggetto fossero
attribuiti a lei; di conseguenza, le tre donne furono attribuite a
Susanoo.
Chiaramente, entrambi gli dei si dichiararono vincitori.
L'insistenza di Amaterasu in ciò portò Susano-o ad intraprendere
violenti scontri contro di lei, che raggiunsero il loro apice quando
Susano-o gettò in una delle sale del palazzo di Amaterasu un poni
mezzo scorticato (animale che era consacrato alla dea), causando la
morte di una delle ancelle della divinità. Amaterasu fuggì, e si
nascose nella grotta di Iwayado. Poiché l'incarnazione del
sole si era nascosta in una grotta, il mondo venne interamente
oscurato.
Tutti gli dei e le dee quindi
cercarono, a turno, di trarre Amaterasu fuori dalla grotta, ma lei
rifiutò sempre. Infine, il kami dell'ilarità, Ama-no-Uzume,
ebbe un piano. Piazzò un largo specchio di bronzo su un albero,
dirimpetto alla caverna di Amaterasu. Quindi Uzume si ricoprì di
fiori e foglie, capovolse una tinozza e prese a ballarvici sopra,
tamburellando la superficie con i suoi piedi. Alfine, Uzume si
spogliò delle foglie e dei fiori e danzò nuda. Tutte le divinità
maschili esplosero in fragorose risate, e Amaterasu, sentendole,
s'incuriosì. Quando Amaterasu sbirciò fuori dalla caverna, ove a
tanto a lungo era stata, ne dipartì un raggio di luce, chiamato
"alba", e la dea rimase abbagliata dal suo riflesso sullo
specchio. Il dio Ameno-Tajikarawo la trasse a sé dalla
grotta, che fu sigillata con una roccia sacra detta shirukume.
Circondata di risate, la depressione di Amaterasu scomparve e accettò
di restituire la sua luce al mondo. Ama-no-Uzume fu da allora
conosciuta come kami dell'alba e dell'ilarità.
Susano-o e Orochi
Susano-o, esiliato dal Cielo, giunse
nella provincia di Izumo (oggi parte della Prefettura di Shimane).
Dopo poco tempo incontrò un uomo anziano e sua moglie, piangenti
assieme alla loro figlia. L'anziana coppia spiegò che avevano
all'inizio otto figlie, che furono divorate però una ad una, ogni
anno, dal drago chiamato Yamata-no-Orochi ("Il serpente
otto-forcuto", che si diceva venisse dalla regione di Kosi,
oggi Hokuriku). Il terribile drago aveva otto teste ed otto code. Ed
ora, Kusinada (o Kushinada-Hime, "principessa
della risaia") era l'ultima rimasta delle otto figlie.
Susano-o, che ben conosceva la
relazione della coppia con la dea del sole Amaterasu, sua sorella,
offrì loro il suo aiuto in cambio della mano della loro magnifica
figlia. I genitori accettarono e Susanoo trasformò Kushinada in un
pettine, nascondendola in modo sicuro fra i suoi capelli. Ordinò poi
che fosse costruita una staccionata attorno alla casa, con otto
cancelli, otto tavoli ad ogni cancello, ed otto fiaschi su ogni
tavolo, ognuno riempito con vino di riso fermentato otto volte.
Orochi arrivò, e fu attirato
dal vino; lo bevve, e con suo stupore fu ucciso da Susano-o. Un fiume
vicino divenne rosso per il sangue del drago ucciso. Mentre Susano-o
tagliava il drago a pezzettini, trovò all'interno di una delle code
un'eccezionale spada, che il dio non era stato in grado di tagliare
con la sua. La spada venne successivamente portata da Amaterasu, e
venne chiamata Ame no Murakumo no Tsurugi (in seguito,
Kusanagi). Questa spada ricorrerà spesso in molti altri
racconti.
Il Principe Ōnamuji
Ōnamuji (altrimenti detto Ōkuninushi)
era un discendente di Susanoo. Egli, assieme ai suoi molti fratelli,
volle competere per la mano della principessa Yakami di Inaba. Mentre
viaggiava da Izumo a Inaba per corteggiarla, i suoi fratelli
trovarono un coniglio scorticato che giaceva sulla spiaggia.
Vedendolo, gli dissero di immergersi in mare e di asciugarsi poi col
vento su un'alta montagna. Il coniglio dette loro retta e perciò,
per il sale del mare, soffrì agonizzando. Ōnamuji, che era in
ritardo dietro ai suoi fratelli, arrivò e vide il coniglio in
agonia. Gli diede istruzioni di immergersi nell'acqua dolce, e di
coprirsi con la polvere del fiore "gama" (una sorta
di giunco). Il coniglio rinvigorito, che era invero una divinità,
predisse a Ōnamuji che sarebbe stato lui a sposare la principessa
Yakami.
Le lotte che Ōnamuji dovette
affrontare furono molte, e morì due volte per le mani dei suoi
fratelli gelosi. Ogni volta era però stato salvato da sua madre,
Kusanda-Hime. Inseguito dai suoi nemici, si avventurò nel
regno di Susanoo dove avrebbe incontrato la vendicativa figlia del
dio, Suseri-Hime. L'astuto Susanoo avrebbe provato
Ōnamuji numerose volte ma alla fine Susanoo proclamò la sua
vittoria sui suoi fratelli.
Seppur la tradizione Yamato attribuisca
la creazione delle isole giapponesi a Izanagi e Izanami,
la tradizione Izumo afferma che Ōnamuji, con l'aiuto di un dio nano
chiamato Sukunabiko, avrebbe contribuito alla creazione della
terra nipponica, o almeno l'avrebbe ultimata.
Regalità, Conoscenza e Forza
Amaterasu ordinò a suo nipote Ninigi
di regnare sulla Terra. E gli donò i Tre Sacri Tesori:
- il monile Magatama, del Yasakani no Magatama (ora sito nel Palazzo Imperiale di Tokyo), simboleggiante la regalità;
- lo specchio di bronzo del Yata no kagami (ora sito nel Gran Tempio di Ise), simboleggiante la conoscenza; inoltre in antichità veniva definito come lo scudo per eccellenza, poiché nessun arma poteva superarlo
- la spada Kusanagi (una possibile replica del quale è ora sita nel Tempio di Atsuta a Nagoya), simboleggiante la forza.
I primi due vennero realizzati per
trarre Amaterasu fuori dalla grotta Amano-Iwato;
l'ultimo fu trovato da Susanoo nell'Orochi, l'"Idra"
dalle otto teste. Di questi tre, lo specchio è anche il
simbolo di Amaterasu. I tre oggetti insieme costituiscono le
Insegne imperiali del Giappone.
Ninigi e la sua compagnia
andarono sulla Terra e giunsero a Himuka, quindi fondò il suo
palazzo.
- La Spada Totsuka No Tsurugi: servendosi della Spada Totsuka (十挙剣, Totsuka no Tsurugi?), una spada che trasporta la vittima colpita in un'altra dimensione ove regna un'illusione eterna.
Prosperità ed Immortalità
Ninigi incontrò la principessa
Konohana-sakuya (incarnazione dei fiori), figlia di Yamatumi
(maestro delle montagne), e s'innamorarono. Ninigi chiese a
Yamatumi la mano della figlia; questi ne fu ben felice, e gli
offrì entrambe le figlie, Iwanaga (incarnazione delle rocce)
e Sakuya. Ma Ninigi sposò solamente Sakuya, e
rifiutò Iwanaga.
"Iwanaga ha il dono
dell'immortalità, mentre Sakuya quello della prosperità",
disse dispiaciuto Yamatumi. "Rifiutando Iwanaga,
la tua vita sarà d'ora in poi mortale". A causa di ciò, Ninigi
ed i suoi discendenti furono mortali.
Una notte, Sakuya rimase
incinta, e Ninigi dubitò che fosse lui il responsabile. Per
provare che il figlio fosse legittimo, Sakuya fece un
giuramento sulla sua stessa vita: avrebbe appiccato il fuoco alla sua
stanza una volta partoriti i suoi tre bambini. Così, Ninigi
verificò la sua castità. I nomi dei tre neonati furono Hoderi,
Hosuseri, e Howori.
L'alta e la bassa marea
Hoderi si guadagnò da vivere
pescando in mare, mentre suo fratello Howori
fece il cacciatore nelle montagne. Un giorno, Howori
chiese a suo fratello di scambiare i loro ruoli per un giorno. Howori
provò quindi a pescare, ma non riusciva a prendere molti pesci, e
ciò che era peggio, perse l'amo che aveva preso in prestito dal
fratello. Hoderi, spietato, lo incolpò e non accettò le
scuse del fratello.
Mentre Howori era seduto in spiaggia,
assai perplesso, Shihotuti gli disse di
prendere la nave chiamata Manasikatuma e andare ovunque
andasse la corrente. Seguendo il suo consiglio, Howori
raggiunse la casa di Watatumi (maestro dei mari). Qui conobbe
Toyotama, la figlia di Watatumi, e la sposò. Dopo tre
anni di matrimonio, si ricordò di suo fratello e dell'amo, così ne
parlò a Watatumi.
Questi trovò presto l'amo nella gola
di un'abramide e lo porse a Howori.
Watatumi gli diede anche due sfere magiche, la Sihomitutama,
che poteva generare l'alta marea, e la Sihohirutama,
che poteva invece generare la bassa marea; e così lo mandò in
terraferma, assieme a sua moglie.
Mentre Toyotama stava
partorendo, chiese a Howori di non
guardare il parto. Ma questi, pieno di curiosità, diede una
sbirciata, e vide la moglie trasformarsi in uno squalo nel momento in
cui suo figlio, Ugaya, era nato. Conscia di ciò, Toyotama
scomparve in mare e non tornò, ma affidò alla sorella Tamayori
la passione per Howori.
Ugaya sposò sua zia Tamayori
ed ebbe cinque figli, fra cui Ituse e Yamatobiko.
Leggende
Il primo imperatore
Il primo leggendario imperatore del
Giappone fu Iwarebiko, cui postumo venne dato nome di Jimmu.
Iniziò a regnare nella data convenzionale del 660 a.C. Ecco la
sintesi del suo albero genealogico:
- Iwarebiko è figlio di Ugaya e Tamayori
- Ugaya è figlio di Howori e Toyotama
- Howori è figlio di Ninigi e Sakuya
- Ninigi è figlio di Osihomimi e Akidusi
- Osihomimi è nato da uno degli ornamenti di Amaterasu
- Amaterasu è nata dall'occhio sinistro di Izanagi
- Izanagi si è autogenerato.