Il Byakkotai
(白虎隊
Corpo della "Tigre Bianca"),
da Byakko,
letteralmente "tigre bianca", fu un gruppo di 305 giovani,
samurai del dominio Aizu che combatterono durante la guerra Boshin.
Storia
Il Byakkotai faceva parte delle quattro
unità militari di Aizu, istituite durante l'impulso alla
modernizzazione militare emerso dopo la battaglia di Toba-Fushimi. Le
altre tre unità furono Genbutai (Tartaruga nera), Seiryūtai
(Dragone azzurro), e Suzakutai (uccello vermiglio).
Ciascuno dei quattro fu chiamato così in onore dei quattro animali
che tutelano i punti cardinali. Il Byakkotai doveva essere una unità
di riserva, in quanto era composta da giovani, da 16 a 17 anni figli
di samurai Aizu. Venne ulteriormente suddiviso, secondo le linee di
rango all'interno della popolazione samurai del dominio: due squadre
provenivano dal superiore (shichū), due dal rango medio
(yoriai), e due da quello più basso (ashigaru).
Venti dei membri della seconda squadra
shichū, durante la guerra Boshin combattuta tra i sostenitori
dello shogunato, tra i quali figurava il clan Aizu, e i clan
filo-imperiali, rimasero tagliati fuori dal resto della loro unità
dopo la battaglia di Tonoguchihara. Il gruppo si ritirò sulla
collina Iimori, che si affacciava sul Castello di Aizuwakamatsu, da
dove videro quello che pensavano fosse il castello in fiamme, e
commisero seppuku in preda alla disperazione, credendo che il loro
signore Matsudaira Katamori e le famiglie fossero perite per mano
nemica. Il suicidio di questi 20 membri Byakkotai fu frutto di una
valutazione erronea, in quanto le difese del castello non erano state
violate, e solo la città castello che circondava la cittadella
interna era in fiamme. Poiché la maggior parte della città era tra
la collina e il castello, i byakkotai videro colonne di fumo e
credettero che il castello fosse caduto in mano nemica.
I 19 membri Byakkotai che commissero il suicidio rituale furono i
seguenti:
- Adachi Tōzaburō
- Ishiyama Toranosuke
- Shinoda Gisaburō (comandante)
- Nagase Yuji
- Mase Genshichirō
- Aruga lettura Nome Orinosuke
- Itō Teijirō
- Suzuki Genkichi
- Nishikawa Katsutaro
- Yanase Katsuzaburō
- Ikegami Shintarō
- Itō Toshihiko
- Tsuda Sutezō
- Nomura Komashirō
- Yanase Takeji
- Ishida Wasuke
- Ibuka Shigetarō
- Tsugawa Kiyomi
- Hayashi Yasoji
L'unico sopravvissuto, Iinuma
Sadakichi, tentò invano il suicidio e fu salvato da un contadino
locale. Dopo la guerra, si trasferì nella vicina città di Sendai,
dove visse fino alla morte. Prestò servizio come ufficiale
dell'esercito, andando in pensione con il grado di capitano, e come
funzionario del locale ufficio postale.
Dopo la guerra, i loro corpi rimasero
esposti alle intemperie fino a quando il permesso di seppellirli fu
finalmente concesso dal governo imperiale. Un memoriale fu poi eretto
presso la collina Limori nel luogo dove questi 20 membri Byakkotai
sono sepolti. Una pietra con incisa una poesia del daimyo Matsudaira
Katamori si trova presso il sito:
(JA)
«幾
人 の 涙 は 石 に そそぐ と も その 名 は 世 々 に
朽 じ と ぞ 思う»
|
(IT)
«Non importa quante persone
hanno lavato le pietre con le loro lacrime, questi nomi non
potranno mai sparire dal mondo»
|
(Epitaffio
presso la tomba a memoria del Biakkotai)
|
Il resto del corpo Byakkotai continuò
a combattere nella battaglia di Aizu, con molti dei membri che
contribuirono alla difesa del castello di Aizu. Molti membri
Byakkotai sopravvissero alla guerra e due di loro riuscirono ad
ottenere ruoli di primo piano durante il periodo Meiji: il fisico e
storico Yamakawa Kenjiro e l'ammiraglio della Marina imperiale
giapponese Dewa Shigeto.
L'ammirazione di Benito Mussolini
Benito Mussolini, sentito parlare della
storia dei membri Byakkotai che avevano commesso suicidio rituale,
rimase profondamente impressionato dalla fedeltà al loro signore.
Nel 1928 fece dono di una colonna pompeiana perché venisse eretta
presso la tomba sulla collina Limori; questa colonna vi rimane
tutt'oggi.
Il cenotafio inviato dal governo
italiano nel 1928 è costituito da un basamento in marmo di Carrara,
sul quale si erge una colonna rinvenuta negli scavi di Pompei,
sormontata da un'aquila in bronzo. L'iscrizione recita:
«S.P.Q.R.
nel segno del littorio Roma madre di civiltà con la millenaria colonna testimone di eterna grandezza tributa onore imperituro alla memoria degli eroi di Biacco-tai Anno MCMXXVIII - VI era fascista» |
(Iscrizione del cenotafio
inviato dal Governo Italiano nel 1928, per volere di Benito
Mussolini) |
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