Torii Mototada
(鳥居 元忠;
1539 – 8 settembre 1600) è stato un samurai giapponese del periodo
Sengoku e del seguente periodo Azuchi-Momoyama. Era agli ordini del
condottiero Tokugawa Ieyasu, uno dei principali artefici della
riunificazione del paese.
Torii morì nell'assedio di Fushimi,
dove la sua guarnigione venne sopraffatta e distrutta dall'esercito
di Ishida Mitsunari. Rifiutando di arrendersi contribuì al
cambiamento della storia giapponese, lasciando a Tokugawa il tempo
per scappare e vincere la battaglia di Sekigahara.
Biografia
Primi anni
Torii nacque ad Okazaki ed era figlio
di Torii Tadayoshi. Quando era ragazzo, venne mandato ostaggio al
clan Imagawa dove divenne un paggio di Tokugawa Ieyasu, a quel tempo
chiamato Matsudaira Takechiyo. Dopo il ritorno dal clan Imagawa,
Ieyasu unificò la Provincia di Mikawa, e Mototada era al suo
servizio in qualità di capo militare.
Al servizio di Ieyasu
Nel 1572, Mototada succedette alla
guida della famiglia Torii, dopo la morte del padre. Negli anni
successivi combatté nella battaglia di Mikatagahara e nella
successiva battaglia del castello Suwahara subì una ferita alle
gambe che gli rese difficile camminare negli anni seguenti.
Mototada fu al fianco di Ieyasu nelle
maggiori campagne militari. Con una forza di soli 2,000 uomini, che
costituivano la retroguardia dell'armata, attaccò e sconfisse le
forze del Tardo clan Hōjō composte di circa 10.000 uomini. Fu
premiato da Ieyasu che gli offrì il castello Yamura nella Provincia
di Kai. Nel 1585 si unì a Ōkubo Tadayo e Hiraiwa Chikayoshi
nell'assedio al castello Ueda del clan Sanada.
Dopo che Ieyasu si spostò nella
regione di Kantō, fece di Mototada un daimyo e gli affidò il
feudo di Yahagi nella Provincia Shimōsa, che produceva 40.000 koku
di riso all'anno.
Morte
Nell'agosto 1600, Torii venne informato
da alcune spie che un esercito di 40.000 uomini guidati dagli alleati
del clan Toyotomi stava travolgendo ogni ostacolo nella marcia verso
il castello di Fushimi. Malgrado la guarnigione che difendeva il
castello fosse in inferiorità numerica, la fuga sarebbe stata ancora
possibile, ma Mototada in un estremo atto di lealtà al suo padrone
Tokugawa Ieyasu decise di rimanere e combattere fino alla fine.
Nella sua ultima lettera scritta
durante l'assedio ed indirizzata al figlio maggiore Tadamasa, Torii
scrisse che la sua famiglia aveva servito i Tokugawa per generazioni
e che il suo stesso fratello era stato ucciso in battaglia. Scrisse
anche che era un onore morire in battaglia, prima di tutto perché
questo avrebbe dato coraggio al resto dei soldati di Tokugawa. Chiese
al figlio di crescere i fratelli minori e di farli entrare a loro
volta al servizio del clan Tokugawa, di rimanere umili e di non
desiderare compensi monetari o terrieri.
Torii guidò i difensori del castello
combattendo fino all'ultimo. L'eroica resistenza tenne impegnate le
truppe nemiche per 10 giorni e diede modo a Ieyasu di mettersi in
salvo e riorganizzare le proprie forze. Quando la guarnigione fu
sterminata e non fu più possibile combattere, commise seppuku,
come da tradizione dei militari giapponesi.
Eventi che seguirono
Ieyasu riuscì nel giro di pochi giorni
ad organizzare un grosso esercito e fu in grado di fronteggiare
l'armata comandata da Ishida Mitsunari. Lo scontro avvenne il 21
ottobre di quello stesso anno nella celebre battaglia di Sekigahara,
durante la quale le armate di Ieyasu trionfarono. Il successo pose
fine alle guerre civili che avevano insanguinato il Giappone dal 1478
e permise a Ieyasu di assumere il controllo dell'intero paese. Negli
anni successivi avrebbe consolidato il proprio potere arrivando a
fondare nel 1603 lo shogunato Tokugawa, l'ultima dittatura militare
del Giappone, che avrebbe dominato il paese fino al 1868.
L'istituzione dello shogunato avrebbe dato il via ad un periodo di
pace e di grande stabilità politica.
Il figlio di Mototada, Torii Tadamasa,
ricevette nel 1602 da Ieyasu l'importante feudo di Iwakitaira, che
produceva 100.000 koku di riso all'anno.
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