Il ritiro di Rocky Marciano nel 1956, a soli 32 anni e con un record perfetto di 49 vittorie su 49 incontri, è stato uno dei momenti più enigmatici della storia della boxe. Nonostante fosse in cima al mondo della boxe, imbattuto e con un futuro ancora luminoso davanti a sé, Marciano decise di appendere i guantoni al chiodo. La sua decisione non fu dovuta a un pugile emergente come Sonny Liston o Floyd Patterson, ma a motivazioni molto più personali e interne alla sua vita.
Molti appassionati di boxe e storici hanno alimentato per anni la fantasia che Marciano si sia ritirato per paura di affrontare i nuovi contendenti, in particolare Sonny Liston e Floyd Patterson. Tuttavia, questa narrazione è frutto di una distorsione storica. Quando Rocky si ritirò, nel 1956, Sonny Liston non era nemmeno un nome conosciuto nel mondo della boxe. Liston, con un record di 14 vittorie e una sola sconfitta, non aveva ancora guadagnato l'attenzione dei media nazionali, che lo avrebbero scoperto solo più tardi, alla fine del decennio.
In effetti, Marciano non aveva mai sentito il nome "Sonny Liston" fino al 1958, quando il pugile di St. Louis iniziò a fare il suo ingresso nel panorama della boxe pesi massimi. Pertanto, l'idea che Rocky si sia ritirato per evitare Liston è semplicemente infondata. Allo stesso modo, non fu la minaccia di Floyd Patterson, che divenne campione del mondo solo dopo il ritiro di Marciano, a spingere Rocky fuori dal ring. In realtà, Patterson aveva aspettato il ritiro di Marciano prima di cercare la sua opportunità per il titolo dei pesi massimi.
La vera ragione del ritiro di Marciano risiedeva nelle sue stesse condizioni fisiche e nei rapporti difficili con il suo manager. Il suo stile di combattimento, feroce e incessante, richiedeva un impegno fisico straordinario. Rocky, noto per la sua tenacia e per il suo spirito di sacrificio, aveva spinto il suo corpo oltre i suoi limiti per tutta la sua carriera. Allenamenti estenuanti, corse giornaliere di 10-11 chilometri, sessioni di pugni sott'acqua e intensi lavori con il sacco pesante erano la norma per Marciano. Ma nel 1955, il suo corpo cominciò a dare segni di cedimento. Il costante mal di schiena e il dolore fisico dovuto a un allenamento così intenso iniziarono a influire sul suo rendimento.
Marciano, che per tutta la sua carriera si era allenato con una dedizione assoluta, capì che il suo corpo non poteva più sostenere la stessa intensità. Joe Frazier, famoso per il suo stile di combattimento simile a quello di Marciano, ha spiegato che i pugili che adottano un approccio così aggressivo e distruttivo sul ring, come Marciano, non hanno una lunga carriera. La resistenza infinita che caratterizzava il suo stile cominciava a consumarlo, e l'idea di continuare a combattere senza il pieno recupero fisico divenne sempre più insostenibile.
A peggiorare la situazione fu la scoperta che il suo manager, Al Weill, lo stava derubando. Marciano aveva firmato un contratto che garantiva a Weill il 50% delle sue entrate, ma questo denaro veniva trattenuto prima di qualsiasi spesa per allenamenti e diritti. Quando Marciano scoprì che il suo manager stava lucrando in modo illecito sulla sua carriera, la sua frustrazione raggiunse il culmine. La goccia che fece traboccare il vaso fu quando Weill gli impedì di partecipare a un evento di beneficenza organizzato dai Cavalieri di Colombo, dicendo che Marciano non avrebbe ricevuto alcun compenso per farlo. Questo episodio fece esplodere la rabbia di Rocky, che si sentì tradito da chi aveva gestito la sua carriera.
In quel momento, Rocky decise di non combattere mai più sotto la gestione di Weill. Anche se aveva ancora un potenziale economico enorme, Marciano si rifiutò di continuare a combattere per lui e, anzi, rifiutò anche di fare apparizioni retribuite finché non fosse scaduto il suo contratto con il manager. La sua integrità e il desiderio di essere libero dal controllo di una persona che lo aveva tradito divennero il vero motore del suo ritiro.
Il ritiro di Marciano, pur se motivato da fattori personali e fisici, ha segnato la fine di una carriera straordinaria. Nonostante le sfide e il sacrificio, Rocky è stato una delle figure più rispettate nella storia della boxe, un campione che non è mai stato sconfitto, con un cuore e una tenacia senza pari. Muhammad Ali lo descrisse come "più duro di Joe Frazier", mentre Sonny Liston e Floyd Patterson lo elogiarono per la sua incredibile carriera e la sua umiltà.
Marciano si è ritirato per preservare la sua salute, difendere la sua dignità e salvaguardare il suo benessere fisico e psicologico, facendo una scelta che, pur non convenzionale, lo ha consacrato come uno dei più grandi pugili di tutti i tempi. La sua decisione di smettere al culmine della sua carriera, senza mai subire una sconfitta, è un atto di rara forza di volontà e integrità, che lo ha reso non solo un campione sul ring, ma anche un uomo rispettato fuori di esso.
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