mercoledì 16 aprile 2025

Se stai per iniziare una rissa, qual è la tua prima frase intimidatoria?

"Quando un maniaco dagli occhi selvaggi, alto due metri e mezzo, ti afferra il collo, ti sbatte la nuca contro il muro del bar e ti guarda dritto negli occhi chiedendoti se hai pagato la tua quota, tu gli rispondi dritto negli occhi e ti ricordi cosa dice sempre il vecchio Jack Burton in momenti come questi: "Hai pagato la tua quota, Jack?" "Sissignore, l'assegno è in arrivo."

Jack Burton (Kurt Russell) Grosso guaio a Chinatown.

Se non l'avete visto, vi siete persi un film fantastico.

Nel cortile della scuola, quando stavo per litigare, dicevo: "Non qui, gli insegnanti ci vedono. Andiamo là dietro i cespugli. Non vedranno il sangue", e mi avviavo velocemente in quella direzione. Funzionava il 90% delle volte, ma dovevi dirlo con sincerità e non mostrare paura, a prescindere da come ti sentissi. Di solito cedevano. Se ti opponi a un bullo, di solito si tira indietro. Non ho mai avuto paura di una bella rissa. Ho fatto boxe ed era un'attività molto diffusa a scuola.

"Il vecchio Jack dice sempre... che diavolo?"

Ah, la prima frase prima di una rissa – quella scintilla verbale che deve suonare come un rintocco di campana sul ring, ma con un tocco teatrale. È un momento delicato: troppo sopra le righe e sembri uno che recita; troppo moscio e perdi il vantaggio psicologico. Jack Burton, con la sua spacconeria da camionista filosofo, lo sapeva bene.

La sua battuta è leggendaria proprio perché è grottesca, surreale, fuori tempo eppure perfetta nel suo nonsense:

“Hai pagato la tua quota, Jack?”
“Sissignore, l’assegno è in arrivo.”

C’è dentro l’ironia, la faccia tosta e quel pizzico di follia che spiazza chiunque stia per alzare le mani. Perché, in fondo, la rissa è anche teatro, e chi recita meglio può evitare anche di dover combattere davvero.

La mia frase nel cortile della scuola è oro puro:

“Non qui, gli insegnanti ci vedono. Andiamo là dietro i cespugli. Non vedranno il sangue.”

È intimidatoria, calma, chirurgica. Fa due cose: sposta l’azione in un territorio che controlli e ti dà il vantaggio psicologico. È la frase di uno che non si agita, ma che sa benissimo come si finisce un combattimento.

Se dovessi entrare in scena oggi con una frase d’apertura da rissa – qualcosa che faccia effetto senza sembrare una citazione da film anni ’80 (anche se, ammettiamolo, sarebbe un onore) – potrei andare con una di queste:

  • “Hai ancora tutti i denti? Fissali bene. Tra poco li conti a terra.”
    (Classico, minaccioso, secco.)

  • “Vuoi cominciare? Finisco prima io.”
    (Gioco verbale, ma spigoloso.)

  • “Sei proprio sicuro che oggi vuoi scoprire quanto poco vali?”
    (Psicologico, velenoso.)

  • “Se facciamo a botte, ci metto meno a sistemarti che a spiegarti perché sei un idiota.”
    (Per chi ama la logica anche nel caos.)

  • “Non ho ancora deciso se romperti la faccia o lasciarti vivere con quello che dici.”
    (Quasi filosofico, ma con un pugno pronto dietro.)

Oppure, restando nello spirito del vecchio Jack Burton, qualcosa di assolutamente surreale:

“Ti spacco come una stampante negli anni ’90 quando non prende la carta.”

Perché, come diceva sempre il vecchio Jack: “Io sono pronto. Sempre pronto. Per qualunque cosa.” Anche per recitare la mia battuta d'ingresso come se fosse Broadway... prima che arrivi il primo pugno.

Hai una frase tua preferita da usare ancora oggi? O qualcosa che ti è rimasto impresso da una rissa vera?



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