sabato 10 maggio 2014

Sport da combattimento

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Uno sport da combattimento è un incontro per fini competitivi tra due atleti che combattono fra di loro impiegando delle determinate regole d'ingaggio (di solito significativamente diverse da quelle simulate nei combattimenti intesi per pratica o sfida nelle arti marziali), simulando parte di un combattimento corpo a corpo all'interno di un contesto agonistico.

Storia


Sport legati alle abilità nel combattimento hanno sempre fatto parte della cultura umana per migliaia di anni. Forme di lotta esistono in quasi ogni civiltà. I giochi olimpici antichi erano largamente composti da discipline che testavano le caratteristiche legate al combattimento, come la corsa armata, il pugilato, la lotta, il pancrazio, il tiro del giavellotto e le corse di bighe. Questa tradizione di sport da combattimento fu portata anche più in là dai romani con gli scontri fra gladiatori che combattevano in maniera molto cruenta nelle arene con armi, a volte fino alla morte.
La prima testimonianza di sport da combattimento risale ai giochi olimpici del 648 a.C. con il pancrazio, che consentiva agli atleti di usare ogni tecnica pugilistica e di lotta. Le uniche regole alle origini erano di non mordere e di non colpire gli occhi. Il vincitore era decretato per sottomissione, perdita di sensi o addirittura morte. Gli incontri potevano durare anche ore e divennero rapidamente popolari nel periodo ellenistico, dove venivano indetti in piccoli piazzali che incoraggiavano l'ingaggio.
Attraverso il medioevo e il rinascimento erano comuni i tornei, con la giostra cavalleresca vista come evento principale di questi giochi marziali, praticati anche e soprattutto come mezzo di preparazione alla guerra. I tornei erano comuni fra l'aristocrazia, ma forme sportive di combattimento erano praticate in ogni strato della società. La lotta tradizionale, detta spesso folk wrestling, esiste in varie forme in quasi ogni cultura.
Con l'avvento delle armi da fuoco, l'uso di armi bianche o di tecniche a mano nuda divenne obsoleto per i campi di battaglia, così molte abilità sopravvissero solo in misura sportiva, con fini agonistici o come solo mezzo di formazione fisica e mentale dell'individuo.
Alle soglie dell'età contemporanea la pratica sportiva del combattimento divenne sempre più popolare, riconosciuta ufficialmente e regolamentata internazionalmente. Nell'800 in Europa si diffondono il pugilato inglese e nascono discipline come la savate, la lotta olimpica o l'odierna scherma, tutte discipline retaggio di quelle che un tempo erano le abilità richieste dai guerrieri. Anche molte forme di ginnastica sono indirettamente collegate alle pratiche marziali dei periodi antichi, per esempio il cavallo con maniglie nasce in origine come esercizio per i cavalieri che dovevano simulare il cambio di posizione in monta a un cavallo.
In oriente invece antiche arti marziali come il kenjutsu o il ju jitsu vennero aggiornate ai tempi più moderni e tramutate in kendo e judo, come mezzi sportivi di crescita e confronto dei praticanti.


Sport moderno

Al giorno d'oggi gli atleti di solito combattono uno contro uno, ma possono ancora usare solo un determinato campione di tecniche come nella boxe dove sono ammessi solo i pugni, nel taekwondo che si focalizza sui calci, mentre nella muay thai è consentito anche l'uso di gomitate e ginocchiate. Gli sport basati sulla lotta possono concentrarsi sull'ottenere una posizione superiore come nella lotta libera o nel judo oppure sulla sottomissione come nel Jiu jitsu brasiliano. Le odierne arti marziali miste sono un tipo di competizione simile all'antico pancrazio che consente un largo raggio si tecniche sia di lotta che di percussioni.
Gli sport da combattimento possono svolgersi anche con l'uso di armi, in genere usando spade come nelle specialità della scherma occidentale (stocco, sciabola e fioretto) o nel kendo (lo shinai).
Molti sport da combattimento possono anche impiegare delle protezioni più o meno complesse, alcune generali (paradenti o conchiglie), altre più specifiche (come i guantoni nella boxe o le armature del kendo).


Tipi di sport da combattimento

Discipline di scherma

Scherma olimpica

L'odierna scherma è uno sport occidentale, erede delle arti marziali europee di spada, ampiamente mutate nel corso degli anni, sino all'attuale competizione sportiva, originata dalla scherma dell'800-inizio '900 (ancora da duello), con tre spade: il fioretto (in origine arma da allenamento), la sciabola (in origine la lama degli ufficiali a cavallo) e la spada (in origine arma da duello). La sciabola è l'unica a poter colpire con il taglio. Essa e il fioretto rispettano la convenzione, per la quale ha il punto chi attacca per primo. La spada non ne è legata, e prevede quindi il doppio punto, quando è impossibile dire chi ha colpito per primo. Ognuna delle tre armi ha bersagli diversi: il fioretto solo il busto, la sciabola la parte del corpo sopra la cintura, la spada tutto il corpo. Gode dello status olimpico.


Kendō

Il kendo è un tipo di scherma giapponese, evolutasi come versione sportiva delle tecniche di combattimento con la katana anticamente utilizzate dai samurai nel kenjutsu. Kendō significa letteralmente "La via (dō) della spada (ken)". Si pratica indossando un'armatura (bogu) costituita da men (a copertura di testa, viso, spalle, gola), dō (corpetto rigido), tare (intorno ai fianchi), kote (guanti rigidi), tenogui (fazzoletto che viene legato alla testa prima di indossare il men). La classica sciabola (katana) è stata sostituita dal bokutō (detto anche bokken), usato solo per una serie di dieci esercizi, i kata, che racchiudono l'essenza del kendō, e dallo shinai, una spada costituita da quattro listelli di bambù uniti dal manico di pelle (tsuka), che è usata per il combattimento vero e proprio (jigeiko).

Escrima

Escrima o Eskrima è il nome di un antico sistema di combattimento filippino, conosciuto anche come Kali o Arnis de Mano, o ancora come FMA (Filipino Martial Arts), basato in particolare sullo studio delle armi. Ne esistono forme di competizione sportiva, regolamentate e con protezioni, basate sull'uso dei bastoni.

Wushu sportivo

Esistono forme sportive del Wushu, termine generico per indicare le arti marziali cinesi. Quelle relative al combattimento corpo a corpo sono indicate alla voce sanda, ma ne esistono anche alcune che prevedono l'uso di armi come forma di scherma, secondo regolamenti vari. Il wushu è stato sport dimostrativo alle Olimpiadi di Pechino 2008.

Lightsaber Combat

Esistono accademie che hanno codificato una forma di scherma sportiva basata sull'utilizzo della spada laser nella saga immaginaria di guerre stellari. I combattimenti in questa disciplina utilizzano riproduzioni apposite delle spade laser del film, in vario materiale plastico o metallico ed eventualmente dotate di componenti elettroniche (come schede sonore, sensori di movimento nonché una sorgente luminosa per simulare la "lama" di energia e i suoni tipici della rappresentazione cinematografica). La pratica si basa sullo studio di forme nonché su tecniche e movimenti particolari da impiegare nel duello; per ottenere ciò sono stati creati appositamente degli stili, basandosi anche sulle descrizioni contenute nelle varie fonti di guerre stellari (film, romanzi ecc.).



Discipline a contatto limitato

Point Karate

Il Karateè un'antica arte marziale, atta alla difesa delle persone originaria dell'isola di Okinawa. Prevede tecniche di percussione con tutti gli arti del corpo (pugni, gambe, gomiti, ginocchia ecc.) e tecniche complementari di proiezioni, leve articolari, strangolamenti e colpi ai punti vitali. Con l'approdo in Giappone, il maestro Gichin Funakoshi, fondatore dello stile Shotokan, distanziò il karate dalle radici più marziali per impostarlo come una disciplina educativa che fosse filosofia di vita, in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio e come metodo di crescita fisica e mentale. Da queste premesse vennero poi a formarsi stili e federazioni che codificarono il combattimento tradizionale d'allenamento, chiamato kumite, come tipo di incontro sportivo a punti. I colpi non vengono affondati alla ricerca del knockout (KO) dell'avversario, ma vengono arrestati per motivi di incolumità. La maggior parte delle competizioni prevede l'interruzione dell'azione con conseguente ripresa dalla posizione di partenza qualora un atleta riesca a mettere a segno il colpo e quindi ad ottenere il punto, ma ne esistono anche alcune che mantengono il combattimento fluido, senza interruzioni, pur sempre con un contatto leggero. Le competizioni si svolgono indossando il keikogi caratteristico della disciplina e vari livelli di protezione a seconda del torneo.
Esistono stili del karate a contatto pieno, come il kyokushinkai e le scuole da esso derivate, o il full contact karate, dai quali si è sviluppata la kickboxing sia in forme a contatto pieno che limitato. Esistono competizioni di karate con i guantoni (karate gloves) che sono essenzialmente kickboxing con il gi.


Semi contact

Il Semi contact è una specialità della kickboxing, ma il regolamento è simile invece a quello del karate a punti. Si combatte con pantaloncini, guantoni ed eventualmente caschetto, non è permesso affondare i colpi per ottenere il KO, la vittoria si ottiene ai punti.


Discipline a contatto pieno

Pugilato

Il pugilato, conosciuto anche come boxe, oltre ad essere uno sport da difesa personale, è pure uno sport da combattimento che consiste nel confronto, all'interno di uno spazio quadrato chiamato ring, tra due atleti che si affrontano colpendosi con i pugni chiusi (protetti da appositi guantoni), allo scopo di indebolire e atterrare l'avversario. Questo sport, che veniva praticato già dagli antichi greci, è conosciuto, a partire dal XI secolo, anche come la nobile arte, intendendo che richiede dai suoi praticanti le qualità caratteristiche dell'uomo, come il coraggio, la forza, l'intelligenza. Assieme alla lotta olimpica, è lo sport da combattimento per eccellenza ed assieme ad essa è presente nelle Olimpiadi fin dalle prime edizioni, ma vi sono differenze regolamentari fra la boxe olimpica/amatoriale e quella professionistica (in primis l'uso di caschetto protettivo e guantoni più imbottiti).

Taekwondo


Il tae kwon do è un'arte marziale coreana e uno sport da combattimento che si basa principalmente sulle tecniche di piede. Le competizioni si svolgono su un tappeto (tatami), lungo metri 8x8, i combattenti devono indossare diverse protezioni obbligatorie (caschetto, paratibie, conchiglia, guantini e corpetto). I colpi consentiti sono calci al tronco, al viso e alla nuca, sono vietati i colpi ai genitali. Con tutte le tecniche di pugno si può colpire solo il tronco (sul corpetto), poiché a differenza della boxe (o di altri sport da combattimento), gli atleti indossano dei guanti abbastanza rigidi. Inoltre i pugni sono validi solo in caso vengano sensibilmente accusati dall'avversario che indietreggia per il contraccolpo (ovviamente le protezioni tutelano gli atleti). La vittoria viene assegnata in base a punti, che dipendono sia da chi è riuscito a sferrare più colpi sia dalla difficoltà degli stessi. In certi casi è ammesso che si possa giungere al ko, ma date le numerose protezioni per preservare la salute degli atleti e l'attitudine a ricercare il punto, il contatto è in realtà limitato.
Ne esistono di due formati, quella WTF (World Taekwondo Federation) è la specialità olimpica, mentre la ITF (International Taekwon-Do Federation) differisce leggermente nel regolamento. Esiste anche una variante intermedia fra le due detta Taekwondo PRO, simile alla kickboxing ma con più ampia scelta di calci e con la possibilità di sferrare pugni anche in volo o girati.
Le protezioni sono: guanti, paratibie, parapiedi, conchiglia. Sono consigliati ma non obbligatori paradenti e casco protettivo. Il regolamento prevede l'assegnazione di punti per qualsiasi colpo sopra la cintura su tronco e testa, non alle spalle. In particolare: ogni pugno a segno vale 1 punto, mentre ogni calcio a segno vale 2 punti. Colpi eseguiti in volo viene assegnato 1 punto aggiuntivo. Ammonizioni possono essere assegnate per colpi scorretti, comportamenti antisportivi, ed infine per uscite fuori dall'area di combattimento. Ogni tre ammonizioni viene sottratto 1 punto. Le modalità di vittoria sono: punteggio al termine del tempo di combattimento, knock out, knock out tecnico.

Kickboxing

La Kick Boxing o Kickboxing è uno sport da combattimento che combina tecniche di calcio caratteristiche di arti marziali orientali ai colpi di pugno propri dello sport occidentale. Si combatte con i calzoncini corti. I colpi consentiti sono pugni e calci a gambe, si possono colpire tronco e viso ma sono proibiti i colpi alla nuca, alla schiena e ai genitali. Si usano guantoni da boxe, conchiglia, paradenti e protezioni per i piedi. Il numero delle riprese e dei minuti per ognuna di queste dipende dal tipo di disciplina. La disciplina è generalmente a contatto pieno (full-contact, low kick') ma ne esistono anche versioni a contatto leggero (semi-contact, light-contact) che sono molto affini al karate sportivo. Inoltre a volte, per estensione, ci si riferisce con il termine kickboxing a tutta la famiglia di vari tipi di boxe comprensivi anche e almeno di tecniche di calcio oltre a quelle di pugno (come savate o sanda), quindi non solo ai consueti formati regolamentari (come light contact o full contact).
Il formato più diffuso di kickboxing è quello del K-1 Rules Set, talvolta chiamato semplicemente K-1, sviluppatosi dalla formula dell'omonimo torneo in Giappone. È stato ideato pensando ad un tipo di torneo che permettesse il confronto comune di atleti provenienti dalle varie forme di sport pugilistici con calci, in particolare con un regolamento a metà strada fra la kickboxing canonica e la muay thai. A differenza della muay thai, non sono ammesse le gomitate e l'uso del "clinch", ovvero afferrare l'avversario in preso dietro alla nuca, rispetto ad un tradizionale incontro di kickboxing o altre discipline affini è però possibile effettuare ginocchiate senza presa come anche afferrare l'avversario con una sola mano e portare un solo colpo di ginocchio per volta. Non sono permesse proiezioni come nella sanda o l'uso di scarpette come nella savate.

Boxe Cinese

La boxe cinese è conosciuta anche come Sanda o Sanshou. Si combatte in calzoncini corti e con alcune protezioni (a seconda delle federazioni organizzatrici) corporali: le minime consistono nei classici guantoni, fino a paradenti, corpetto, paratibie, conchiglia e caschetto (nella versione "leggera" è opzionale anche l'uso della rete protettiva). Il combattimento si svolge all'interno di un quadrato di circa 10m x 10m, solitamente rialzato dal suolo, a circa 50cm, senza corde perimetrali. L'abito usuale sono i calzoncini corti e una maglietta. Le tecniche che si possono usare sono pugni, calci, proiezioni e tecniche di sacrificio. Le riprese durano solitamente 3 minuti.

Boxe Thailandese

La boxe thailandese, conosciuta anche come Thai Boxing o Muay Thai, è una tecnica da combattimento autonoma, molto antica, nata in Thailandia. Si combatte con i calzoncini corti. Si utilizzano pugni, calci, gomitate, colpi di ginocchia e si lotta in clinch senza che l'arbitro fermi a meno che il combattimento non sia passivo. Si usano guantoni, paradenti, conchiglia e nessuna protezione per i piedi. È proibito colpire ai genitali ed alla nuca ma si può colpire di ginocchio in clinch. I match sono in riprese da 3 minuti, tre per i dilettanti e 5 per i professionisti.

Boxe Birmana

La boxe birmana, o Lethwei, è molto simile alla muay thai, ma consente anche l'uso di testate e non prevede l'utilizzo di guantoni.

Full contact karate

Il nome originale è Full contact karate, sottolineando la comunanza con il karate tradizionale. Si combatte indossando pantaloni lunghi come quelli del kimono tradizionale, del colore preferito dal pugile. È permesso indossare la cintura. I colpi consentiti sono pugni e calci al tronco ed al viso, sono proibiti colpi alla nuca ed ai genitali. Si usano paradenti, conchiglia, guanti da boxe, protezioni per tibie e piedi. Le riprese sono da due minuti cadauno, e la durata del match è in base al livello degli atleti (come nel pugilato) ed il titolo mondiale è di 12 riprese.


Discipline lottatorie

Lotta libera

La lotta libera è una sport da combattimento, nato in Francia, regolamentando le esperienze lottatorie europee (in particolare dal wrestling inglese) e medio-orientali (lotta turca e iraniana) ed ispirandosi alla tradizione della lotta olimpica dell'antica Grecia. Venne quasi immediatamente inserita nelle moderne competizioni olimpiche, riallacciandosi alla tradizione antica. La lotta stile libero è praticata da atleti di sesso sia maschile sia femminile. Il combattimento, della durata di 3 round da 2 minuti l'uno, si svolge su un tappeto (chiamato materassina) delimitato da un cerchio rosso (detto zona) che limita l'area dove si svolge il combattimento. L'obiettivo del combattimento è di "schienare" l'avversario oppure aggiudicarsi due delle tre riprese. La schienata equivale al KO, ed i contendenti per ottenerla tentano di eseguire diverse mosse (es. proiezioni, atterramenti, sbilanciamenti, controlli) alle quali vengono attribuiti dei punteggi che variano da 1 a 5 secondo la difficoltà. In assenza dello schienamento, la vittoria viene assegnata ai punti.

Lotta greco-romana


La lotta greco-romana è una sport da combattimento, analogo alla lotta libera; è differente da quest'ultima in quanto non si possono eseguire tecniche di atterramento o ribaltamento che prevedano azioni sulle gambe. L'obiettivo principale nella lotta greco-romana consiste nel riuscire a portare l'avversario al tappeto, facendogli successivamente poggiare entrambe le spalle (schienamento). In questo caso l'incontro viene interrotto e viene assegnata la vittoria. Se invece l'incontro si protrae per tutta la sua durata, che è di circa 5 o 6 minuti, vince chi ha conquistato più punti. Anch'essa gode dello status olimpico.

Judo


Il judo nasce come arte marziale e pratica educativa-formativa alla fine del XIX secolo in Giappone dalla sistematizzazione delle precedenti scuole di ju jitsu; i praticanti di tale disciplina vengono denominati judoka (柔道家 jūdōka) o judoisti. La disciplina ha sempre avuto una forma di confronto agonistico che ha dato luogo nel tempo ad un vero e proprio ambito sportivo che è stato riconosciuto dal comitato olimpico negli anni '60. L'obiettivo di un incontro di judo è proiettare l'avversario a terra sulla sua schiena o di immobilizzarlo a terra, preferibilmente sulla schiena o forzarlo ad arrendersi per un soffocamento, uno strangolamento o una leva articolare al braccio (sono vietate alle spalle, alla nuca o alle gambe). Ognuno di questi requisiti permette la realizzazione del punto atto a vincere immediatamente l'incontro chiamato ippon. Gli altri due punteggi sono il Waza-ari e lo Yuko.

Luta livre

La luta livre è una disciplina brasiliana (da non confondere con la lotta libera che viene invece chiamata luta estilo livre), creata nella prima metà del XX secolo a Rio de Janeiro, specializzata nella lotta al suolo senza keikogi e nel combattimento libero. Il termine luta livre è stato impiegato anche in riferimento al free fight. Si divide in Luta Livre Esportiva (o Submission) che è uno stile focalizzato esclusivamente sulle prese, concentrandosi in particolar modo nella lotta a terra con sottomissioni, e in Luta Livre Vale Tudo che rappresenta un'estensione della specialità esportiva e diventa a tutti gli effetti una forma di combattimento libero e completo, a cui vengono aggiunte le percussioni, come pugni, calci, gomitate e ginocchiate (l'introduzione dei colpi permette, fra l'altro, di facilitare la sottomissione dell'avversario).

Sambo 

Sambo, acronimo di Samozaščita Bez Oružija ovvero "difesa personale senz'armi", è un sistema da combattimento di origine russa sviluppato a partire dagli anni venti come metodo di lotta destinato all'addestramento dei soldati dell'Armata Rossa. Da esso si sono emanate varie forme di specialità sportiva. Le tecniche del sambo si suddividono fondamentalmente in tre tipi di attacco: alla parte superiore del corpo, alla parte inferiore del corpo, lotta al suolo. Nella competizione sportiva per ciò che riguarda la lotta a terra sono proibite le tecniche di lussazione degli arti e gli strangolamenti, a differenza di quanto avviene nel judo. Ciò è dovuto al fatto che le prese possono includere tecniche di lotta libera e lotta greco-romana, la cui stretta potrebbe essere altamente lesiva. In certi formati i due contendenti sono autorizzati a usare pugni e calci, assieme a colpi di ginocchio e gomito, oltre alle normali prese di strangolamento e sottomissione.


Brazilian Jiu Jitsu

Il Brazilian Jiu Jitsu' o BJJ è una competizione analoga al judo ma con un regolamento differente che prevede la vittoria per sottomissione o ai punti, non per schienata o immobilizzazione. Per questo un incontro di jiujitsu brasiliano si svolge gran parte del tempo al suolo a differenza del cugino judo. Si indossa un keikogi simile a quello del judo, ma più leggero nella parte superiore e più robusto in quella inferiore, proprio perché si passa più tempo facendo lotta a terra. La disciplina si è diffusa in tutto il mondo dopo aver ottenuto successo negli incontri di arti marziali miste.



Submission Grappling

Il Submission Grappling è una disciplina lottatoria che prevede una fase di lotta in piedi analoga a quella della lotta libera ma che termina non con una schienata o un'immobilizzazione ma con la sottomissione di uno dei due contendenti tramite leve o strangolamenti. Se non avviene sottomissione, si vince ai punti. I contendenti indossano semplicemente magliette anti-graffio e pantaloncini, le protezioni consistono nel paradenti ma non nel caschetto. La disciplina è riconosciuta dalla Federazione Internazionale delle Lotte Associate come stile lottatorio ufficiale e sta operando per portarla alle Olimpiadi accanto alla libera, alla greco-romana e al judo.


Ssirûm

La lotta coreana o Ssirûm è uno sport da combattimento coreano, che ha origini antiche, praticata in occasione di festeggiamenti tipici locali, e si svolgeva fra i giovani più robusti dei villaggi, l'ultimo a restare in piedi era proclamato vincitore e coronato col titolo di changsa, uomo forte, ed era premiato con un bue. È un combattimento fra due lottatori all'interno di una buca di sabbia. I due atleti si prendono per il satpa, il pezzo di stoffa che cinge vita e coscie, e con l'uso della forza di braccia, gambe e dorso cercano di rovesciare l'avversario fino a farlo cadere. Tecnica chiamata "capovolgimento" dove l'atleta non usa la propria forza, ma quella dell'avversario contro di lui. Gli incontri possono sembrare lenti ad una visione superficiale, in realtà sono molto dinamici e attraggono un grande numero di spettatori, grazie alla sorprendente rapidità con cui viene capovolto l'avversario ed ottenuta così la vittoria.


Sumo

Il sumo è una forma di lotta corpo a corpo, nella quale due lottatori si affrontano con lo scopo di atterrare o estromettere l'avversario dalla zona di combattimento detta dohyo. Il sumo è lo sport nazionale del Giappone. Per tradizione, prima di ogni incontro, i rikishi raccolgono da un apposito contenitore una manciata di sale e la lanciano sul dohyo. Tale gesto è propiziatorio e ben augurante finalizzato a proteggere i rikishi da sfortunati scontri, ferite, infortuni e cadute.


Discipline ibride

Arti marziali miste

Le arti marziali miste, conosciute anche come Mixed martial arts o MMA, sono lo sport da combattimento più completo come numero di tecniche che esiste attualmente. Questo sport comprende una grande gamma di tecniche come pugni, calci, ginocchiate, gomitate, proiezioni, lotta a terra, leve articolari, strangolamenti. Le arti marziali miste possono essere praticate come sport di contatto regolamentato o in tornei con regole minime nei quali gli atleti vincono essenzialmente mandando l'avversario KO o sottomettendolo. Si tratta nello spirito dell'ultima erede dell'antico pancrazio. Lo sport si è sviluppato con tale nome solamente a partire dalla metà degli anni novanta ed in precedenza era noto anche con i nomi Free fight o No holds barred.

Pancrazio

Il pancrazio è uno sport di origine greca, un misto di lotta e pugilato. Il termine significa "intera forza (del corpo)". Lo scopo era vincere l'avversario utilizzando tutte le proprie forze, a mani nude, ed i contendenti avevano la possibilità di usare tutte le tecniche possibili: sgambetti, proiezioni, leve articolari, pugni, calci, ginocchiate, gomitate, unghiate, tecniche di rottura delle dita, morsi, possibilità di strozzare l'avversario. Il pancrazio è diventata una delle più complete discipline da combattimento, poiché comprende tecniche diverse tra loro, ed allena quindi ad un uso generale del proprio corpo. Al giorno d'oggi la Federazione Internazionale delle Lotte Associate ha riconosciuto una forma di competizione chiamata pancrazio amatoriale dal regolamento simile a quello delle arti marziali miste.

Shoot Fighting

Con i termini Shootfighting si intende uno sport da combattimento simile alle arti marziali miste, quindi combinante sia percussioni che lotta, rispetto ad esse però non è ammesso colpire l’avversario a terra ed è proibito colpire mentre si è al suolo. In questa situazione si potranno usare solo tecniche lottatorie. Si considerano al suolo atleti che poggiano anche solo con la mano o con il ginocchio sul tappeto. Solo le classi avanzate inoltre utilizzano guantini a mano aperta, mentre per le categorie inferiori si utilizzano i normali guantoni pugilistici. Per questo motivo la disciplina assomiglia ad un iniziale incontro di Muay thai, Kickboxing o anche Sanda visto che si può proiettare l'avversario e tentare di immobilizzarlo per 5 secondi oppure di sottometterlo, passando così ad una fase di Submission grappling.


Shoot Boxing

Lo Shoot boxing, Shoot boxe o Standing Valetudo è uno sport da combattimento prevalentemente di striking e quindi simile al Kickboxing ma che integra anche tecniche di proiezione a terra e di sottomissione in posizione eretta; può essere paragonato alle MMA ma privo della parte di combattimento a terra.




martedì 6 maggio 2014

Lotta

Giacobbe che lotta con l'angelo, un'illustrazione di Gustave Doré (1855)


La lotta (anticamente "lutta", dal latino lŭcta) consiste nel combattimento corpo a corpo tra due avversari o anche la fase del combattimento in cui i due contendenti finiscono avvinghiati in contatto diretto. Il termine si riferisce in particolare a tecniche, movimenti e contromosse applicate al fine di ottenere un vantaggio fisico, come posizioni di dominanza, uscite e sottomissioni, o per infortunare un avversario. Viene studiata e praticata soprattutto per sport e competizioni agonistiche, ma anche nelle arti marziali, per difesa personale o per addestramento militare. Esistono molti stili di lotta ognuno con regole diverse sia tra gli sport tradizionali (la lotta popolare) che tra le discipline di combattimento moderne; ognuna adotta un vocabolario ed una terminologia diversa anche in occasione delle stesse tecniche ed azioni, questo perché ognuno di essi possiede una propria storia ed ha risentito del condizionamento culturale della società in cui si è evoluto.


Storia della lotta

Dettagli di scene di lotta nella tomba 15 (Baqet III) a Beni Hasan.


La lotta è una delle più antiche forme di combattimento. Le origini della lotta possono essere fatte risalire fino a 15.000 anni fa tramite dipinti sulle pareti di caverne in Francia. Reperti archeologici babilonesi e egizi mostrano lottatori utilizzare gran parte delle tecniche note nelle attuali competizioni sportivi. Nell'antica Grecia, la lotta occupava un posto rilevante nella leggenda e nella letteratura; vi sono riferimenti già nell'Iliade, nella quale Omero racconta di scontri di lotta avvenuti nel contesto della guerra di Troia fra il XIII e il XII secolo a.C. Sotto certi aspetti brutali, la lotta greca era la disciplina principale negli antichi giochi olimpici. L'antica Roma attinse pesantemente dalla lotta greca, ma ne eliminò parte della sua brutalità e del suo carattere "sportivo" a favore di un approccio più orientato alla formazione psicofisica dei cittadini e dei soldati.
Durante il Medioevo, la lotta rimase popolare a livello regionale e venne patrocinata da molte famiglie reali, incluse quelle francesi, giapponesi ed inglesi. Tecniche lottatorie sono descritte nei manuali di arti marziali europee del Rinascimento, come mezzo di difesa personale integrante l'uso di tecniche di scherma. In oriente, invece, l'addestramento militare, come per esempio quello delle guardie imperiali cinesi o dei samurai, comprendeva l'uso di tecniche corpo a corpo in caso si fosse perduta l'arma, come nello shuai jiao o nel jujutsu. Forme di lotta tradizionale si sviluppano in numerose parti del mondo, dalla Scandinavia all'India.
Le prime colonie americane importarono una forte tradizione lottatoria dall'Inghilterra. I coloni trovarono forme di lotta anche fra i nativi americani. La lotta amatoriale fiorì attraverso i primi anni degli Stati Uniti e divenne un'attività popolare in fiere, festività, celebrazioni ed esercitazioni militari. Il primo torneo nazionale organizzato di lotta fu tenuto a New York nel 1888, mentre la prima competizione di lotta nei moderni Giochi Olimpici si tenne nel 1904 a Saint Louis.
Nel 1912 viene fondata la FILA o Federazione Internazionale delle Lotte Associate, ad Anversa.
Nel corso del XX secolo si sono differenziate numerose nuove discipline sportive lottatorie (sia di tradizione occidentale, che orientale), come anche spettacoli puramente d'intrattenimento confluiti nel pro wrestling.
Attualmente la Federazione Internazionale delle Lotte Associate, sotto la giurisdizione del Comitato Olimpico Internazionale, ha riconosciuto nell'ambito sportivo le seguenti specialità come stili internazionali ufficiali, stabilendone regole uniche e gestendone incontri sportivi a livello mondiale:
  • Lotta greco-romana
  • Lotta stile libero
  • Lotta femminile
  • Beach Wrestling
  • Pancrazio athlima
  • Belt alysh
Esistono comunque numerosi stili folkloristici tradizionali che fanno parte della Lotta popolare, nonché alcune arti marziali e sport da combattimento vari basati sulla lotta.


Tecniche di lotta

Le tecniche di lotta possono essere suddivise in queste categorie:
  • lavoro in piedi: ha luogo quando entrambi i competitori sono in piedi ed utilizzano prese applicate alla parte superiore del corpo dell'avversario, per condizionarne il comportamento o effettuare determinate altre tecniche. Consiste in prese e controlli di polsi, gomiti, e nuca, opposizioni con il petto, cintamenti e così via. Il lavoro in clinch è generalmente usato per preparare o per difendersi da proiezioni, ma in certe specialità anche per poter colpire l'avversario più efficacemente, oppure per cercare poi di afferrare l'avversario in una sottomissione. La lotta greco-romana è la disciplina del clinch per eccellenza.
  • Proiezioni: una proiezione è utilizzata dal lottatore per manipolare l'avversario (sbilanciandolo o sollevandolo) generalmente da una posizione in cui sono entrambi in piedi ad una al suolo, tutte prevedono comunque che l'esecutore mantenga una posizione di vantaggio o relativo controllo rispetto all'avversario. Lo scopo delle proiezioni varia a seconda delle discipline a volte enfatizzando il potenziale di incapacitare direttamente l'avversario con la caduta (in questo caso la schienata viene considerata KO e determina la fine dell'incontro), oppure indirizzando verso la possibilità di ottenere una posizione di controllo, per esempio per applicare una sottomissione. Si considera una proiezione anche quando il lottatore solleva il suo avversario e lo manovra forzatamente in aria verso il suolo, anche lanciandolo; se l'esecutore rimane in piedi e non segue l'avversario a terra, il lancio viene di solito definito slam, altrimenti throw secondo la terminologia inglese ma per la sua pericolosità è vietato in alcune discipline. Esistono anche sollevamenti e proiezioni applicabili da una posizione al suolo.
  • Immobilizzazioni e controlli: con questi termini si definiscono aspetti notevolmente differenti da disciplina a disciplina perché sono influenzate dalle finalità di ciascuna di esse in alcune un'immobilizzazione implica il trattenere un avversario da una posizione in cui non può attaccare, in altre comporta una vittoria immediata se mantenuta per un certo periodo di tempo, in altri invece è considerata inattività e può comportare la ripresa dell'incontro da una posizione libera (con eventuale sanzione per chi manteneva la staticità) ma può anche essere considerata una posizione di dominanza ricompensata con punti. Altre tecniche di controllo sono utilizzate per mettere faccia a terra l'avversario di modo da evitare che possa scappare o attaccare, oppure per mantenere una posizione di guardia da una situazione svantaggiosa come quando si è al di sotto dell'avversario. In questo senso un tipo di controllo viene detto turnover e viene usato per muovere e spostare un avversario che è pancia a terra o chiuso su sé stesso al fine di ottenere punti, preparare una presa o ottenere una posizione di maggior vantaggio.
  • Sottomissione: ne esistono di due tipi, le costrizioni e le manipolazioni. Alle prime appartengono tutte quelle tecniche che possono potenzialmente strangolare o soffocare l'avversario, le compressioni di muscoli o tendini sulle ossa, oppure in generale ogni tecnica che penetra o schaccia punti sensibili (muscoli, organi, ghiandole). Alle seconde appartengono quelle tecniche che possono potenzialmente arrecare danno ad una giuntura o ad un'articolazione come torsioni, chiavi e soprattutto leve. In competizioni sportive, ci si aspetta che chi subisce una sottomissione tramite segnali verbali o gestuali (come il battere con la mano) si arrenda, ammettendo così la sconfitta poiché trattenuto in una presa da cui non può scappare. Chi viene sottomesso e si rifiuta di "battere" rischia la perdita di sensi o un serio infortunio. In ambito di polizia o di difesa personale, si possono applicare prese di sottomissione per bloccare un soggetto pericoloso o impedire la fuga di un criminale; in questo caso, più che di sottomissione, si parla in genere di controllo doloroso o presa da capacitanza dolorosa ("pain compliance hold"). Queste tecniche possono causare dislocamenti, strappi, fratture, perdita di sensi e persino morte.
  • Fughe: in senso generale, una fuga si ottiene muovendosi fuori da una situazione di rischio o da una posizione di inferiorità; per esempio quando un lottatore si trova al di sotto del suo avversario ma riesce ad uscire dalla posizione, oppure quando da terra riesce a rialzarsi, o quando sta per subire una sottomissione ma riesce a prevenirla e ad evitare la presa.
  • Ribaltamenti e spazzate: in genere occorrono quando un lottatore che si trova al suolo al di sotto di un altro riesce ad eseguire una mossa che gli consente di ottenere una posizione di vantaggio sull'avversario.

Tipi di lotta

Presa in vita nella lotta in piedi


Ci sono molti differenti stili regionali di lotta sparsi nel mondo che sono praticati in una ristretta area geografica o nazione, come la malla-yuddha indiana o la s'istrumpa sarda. Altri stili di lotta come lo shoot wrestling, il catch wrestling, il submission grappling, il Brazilian jiu-jitsu, il judo, il sambo, la lotta libera e la lotta greco-romana hanno invece ottenuto popolarità a livello globale. Il judo, la lotta libera e la greco-romana hanno ottenuto lo status di sport olimpici, mentre il jiu-jitsu brasiliano e il sambo hanno i loro campionati mondiali. Altri tipi di lotta conosciuti sono la luta livre, lo shuai jiao, l'aikido, l'hapkido e il beach wrestling. In queste discipline, l'obiettivo è o di portare al suolo l'avversario e bloccarlo, oppure di afferrarlo con una presa specializzata per sottometterlo e costringerlo ad arrendersi mediante un segnale (in genere, battere una mano). Sostanzialmente le tecniche utilizzate sono le stesse (con eventuali varianti nelle prese a seconda dell'indumento usato), poiché il corpo umano rimane lo stesso così come i modi di manipolarlo, a differenziare le varie discipline è più che altro il regolamento nelle competizioni che influisce su quali utilizzare e su come giungere ad esse.
Oltre che per l'eventuale fine (autodifesa o agonismo) gli stili di lotta trovano numerosi distinguo: i combattimenti si possono focalizzare sul controllo diretto e fisico dell'avversario, sul suo atterramento, ma possono essere specializzate in tecniche di sottomissione, o per il fatto che vengono combattute prevalentemente in piedi o a terra. Un'ulteriore differenziazione viene fatta in base all'abbigliamento con cui vengono praticate: la lotta olimpica viene praticata con uno specifico costumino o singlet, mentre le lotte provenienti dall'oriente si catalogano in "gi" o "no-gi" (se si veste o meno il budogi), ma ovviamente ogni altro stile di lotta possiede un abbigliamento proprio, caratteristico del folklore e della società di appartenenza.


Abbigliamento per lottare

Esistono grosso modo due modi per vestirsi nel praticare lotta, che possono influenzare la gamma di tecniche utilizzabili e il modo di esecuzione del confronto: in un caso si pratica con una giacca apposita, come per esempio il keikogi nelle discipline orientali o la kurtka nel sambo, o un pantaloncino in juta con le gambe arrotolate su cui si effettuano le prese nello Schwingen svizzero, un gilèt variopinto nella boxe mongola, un particolare perizoma detto mawashi nel sumo, specifici bermuda in pelle nella lotta all'olio turca Kırkpınar e così via. In alternativa si può non utilizzare tale indumento per consentire prese.
In questi casi l'abbigliamento viene utilizzato per eseguire le prese, mentre nelle discipline olimpiche che si rifanno alle lotte antiche (che venivano praticate nudi), si indossano costumi attillati (troppo leggeri per effettuarci delle tecniche) che quindi enfatizzano il controllo diretto del corpo usando solo le prese e gli agganci naturali; è chiaro che non esiste una regola univoca e in alcune forme di lotta si combatte a petto nudo. Anche le calzature comunque fanno parte delle "divise" dei lottatori si svaria dalla pratica a piede nudo, all'utilizzo di stivali, scarponi o scarpette sportive specifiche.
La forma comprensiva di un giacchetto, spesso detta "gi" per estensione del termine usato nelle discipline di origine orientale, spesso utilizza prese sugli indumenti (in alcuni casi anche sulle cinture) per controllare il corpo dell'avversario, mentre le forme "no-gi", più proprie della tradizione occidentale, enfatizzano il controllo diretto di torso e testa usando solo le prese naturali del proprio corpo. Anche se l'uso di un giacchetto è obbligatorio nelle competizioni di judo, di sambo e gran parte di quelle di BJJ, così come in molte varietà di lotta popolare (o "folk wrestling") nel mondo, molti atleti si allenano anche senza, in genere per affinare la capacità di presa non avendo un indumento da afferrare. Non viene usato invece in discipline come la lotta olimpica o il submission grappling no-gi, dove gli atleti indossano al massimo tute aderenti come la rash guard o il singlet, che non consentano di essere sfruttati per applicare tecniche. In alcune forme di wrestling si compete addirittura a petto nudo, indossando solo dei pantaloncini; nel sumo, si indossa solo un perizoma, detto mawashi.


Lotta in piedi e al suolo

La distinzione più ricorrente per la lotta è relativa al suo essere applicata in piedi o a terra.
Più specificatamente la lotta in piedi, spesso impropriamente indicata con il termine inglese di clinching (che è un'azione che fa parte invece della lotta in piedi), è parte integrante di qualsiasi arte di lotta, considerando che di solito i due combattenti iniziano l'incontro da una posizione in piedi. L'obbiettivo della lotta in piedi varia quindi a seconda dell'arte marziale o dello sport da combattimento di riferimento. Una lotta in piedi difensiva concerne di per sé con l'applicazione di prese dolorose o lo scappare da esse, mentre una lotta in piedi offensiva include trapping, proiezioni, lanci, intesi per infliggere seri danni o per spostare il combattimento al suolo. La lotta in piedi può essere anche impiegata sia offensivamente che difensivamente in combinazione con lo scambio di colpi, o per impedire all'avversario di ottenere una distanza sufficiente per poter lui stesso usare le percussioni.


Nel judo, l'obbiettivo del ne-waza è di immobilizzare l'avversario schiena a terra, in alternativa si può effettuare uno strangolamento o una leva agli arti superiori.


La lotta a terra si riferisce a tutte le tecniche di lotta applicate quando i due lottatori non si trovano più in una posizione in piedi. Gran parte di molte arti marziali e sport da combattimento che includono la lotta al suolo consiste nel posizionamento e nell'ottenere una dominanza sull'avversario. Questa situazione (di solito al di sopra di esso) consente al lottatore in posizione di vantaggio una vasta gamma di opzioni, come: cercare di fuggire rialzandosi, ottenere un'immobilizzazione per controllare e sfiancare l'opponente, eseguire una tecnica di sottomissione come una leva, o colpirlo velocemente. Il lottatore a terra, d'altra parte, si concentra principalmente nell'uscire dalla situazione e migliorare la sua posizione, di solito con un ribaltamento. In alcune discipline, in particolare quelle che utilizzano una posizione cosiddetta di guardia, il lottatore a terra può riuscire ad applicare una sottomissione a chi è situato sopra di lui.
In ambito sportivo, la lotta in piedi di solito riguarda il proiettare efficacemente l'avversario. In alcune specialità come la glima, il combattimento finisce appena l'avversario è caduto. In altre, l'incontro può continuare al suolo finché non vengono incontrate alcune condizioni (come una sottomissione o un'immobilizazione): Per esempio, nella lotta olimpica si cerca di far poggiare l'avversario con la schiena a contatto con la superficie del tappeto o proiettarlo con grande ampiezza per vincere; nel judo lo scontro in piedi detto randori cerca una proiezione perfetta sull'avversario per ottenere la vittoria o ippon, qualora egli finisca a terra ma senza schienata si può passare ad un lavoro a terra detto ne-waza in cui si cerca di immobilizzarlo schiena a terra per un determinato periodo di tempo o sottometterlo. Sportivamente esistono anche discipline di sola lotta a terra, o nelle quali si può ottenere la vittoria solo a terra, è il caso per esempio del Submission Grappling e del Brazilian jiu-jitsu, che si concentrano su tecniche di sottomissione. Per contro, la lotta greco-romana è la disciplina del clinching per eccellenza.


Lotta come dominio fisico o come sottomissione

La lotta può essere categorizzata anche in base al suo concentrarsi sul controllo fisico oppure sulla sottomissione. Questa distinzione era già nota nell'antichità, in epoca classica per esempio venivano definite come lotta canonica oppure pancreatoria. Fra le discipline appartenenti al primo ambito ci sono il sumo, la lotta libera o la sua meno nota variante beach wrestling (uno stile basato sulle tecniche della lotta libera ma a differenza di quest'ultima è vietato il combattimento a terra, l'intento delle federazioni che organizzano i tornei di lotta sulla spiaggia è quello di promuovere e diffondere il wrestling anche al di fuori delle palestre, sfruttando un ambiente di gara naturale e molto popolato). Sono competizioni in cui si ottiene la vittoria in genere schienando l'avversario o facendolo uscire fuori da un'area delimitata, incoraggiando in genere proiezioni e lavoro di controllo. Fra le discipline appartenenti al secondo ambito, vi sono il Brazilian jiu-jitsu, la luta livre e il submission grappling, nei quali la vittoria è invece data dalla resa dell'avversario che subisce una sottomissione e incoraggiano un tipo di lavoro (soprattutto a terra, ma non necessariamente) finalizzato a conseguire ciò. Il sambo cerca di esplorare entrambi gli ambiti con diverse gradazioni, a seconda della specialità di sambo.
Questa appena descritta si tratta di una distinzione che nella lingua italiana non viene definita, dato che si utilizza generalmente per tutto il solo termine "lotta" proveniente dal latino lucta. Ma nei paesi anglosassoni (soprattutto Regno Unito e Stati Uniti), dove esiste una florida e datata tradizione di lotta, e dai quali provengono i principali atleti e campionati, si impiegano diversi termini utilizzati anche nei circuiti internazionali e che a volte possono generare confusione.
Due lottatori liberisti in azione.

Nella lingua inglese si utilizza in genere il famoso termine "wrestling" per definire quella parte della lotta consistente in clinching, proiezioni, lanci, prese ed immobilizzazioni, dove due avversari ingaggiano una competizione fisica in cui cercano di ottenere e mantenere una posizione di dominanza. La parola si riferisce soprattutto alla lotta olimpica, che viene definita in genere "amateur wrestling", in Italia il termine viene associato in genere solo agli spettacoli del "professional wrestling" che sono una forma di show che non va confuso con le competizioni lottatorie propriamente dette. Il termine proviene dall'Inglese antico ed è una delle parole inglesi più remote nel tempo per descrivere il combattimento corpo-a-corpo. Il dizionario Merriam-Webster lo definisce come "uno sport o competizione in cui due individui disarmati combattono corpo-a-corpo per soggiogare o sbilanciare l'altro".
Esiste però anche il termine "grappling", che in inglese indica la lotta in generale in ogni suo aspetto, ma che a volte (e soprattutto in Italia) viene inteso riferendosi alla sola parte della lotta consistente in tecniche di sottomissione (strangolamenti, soffocamenti, leve, chiavi e torsioni) e in tecniche operanti per poter applicare le prime (che non sono invece parte delle discipline di wrestling, a parte alcune eccezioni come il catch wrestling che ne ha adottate alcune nelle proprie regole).
A volte si associa impropriamente il termine wrestling alla lotta in piedi e erroneamente grappling a quella a terra, ma in realtà è possibile effettuare un "lavoro di wrestling" anche a terra così come leve o strangolamenti sono applicabili anche in piedi.


Aspetti fisiologici

Le discriminanti nell’approccio alla lotta è ciò che gli studiosi definiscono “intelligenza cinestetica” e capacità propriocettiva. L’intelligenza cinestetica consiste nella capacità di un individuo di saper gestire il proprio corpo e di controllarne i movimenti, manipolare oggetti trasformarli e riorganizzarli, o nel caso della lotta controllare il corpo di coloro con cui si entra in relazione, osservare situazioni e riprodurle, programmare sequenze di azioni anche a livello astratto. E’ un’intelligenza che permette l’apprendimento attraverso il movimento (toccando oggetti, muovendosi, interagendo con lo spazio). La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La propriocezione assume un'importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento.
La natura stessa impone dei tempi di apprendimento di queste due capacità che rientrano in quei processi fondamentali dell’età evolutiva e che quindi rimangono più ostiche nell’età adulta, ma soprattutto la natura ci impone la metodica di apprendimento che in tutti i mammiferi è la lotta (la principale attività dei cuccioli per lo sviluppo psico-motorio).
E’ quindi sulla base di quanto scritto che in tutte le scuole professionistiche di sport di combattimento comprese quelle di MMA si attribuisce uno spazio molto ampio all’apprendimento delle tecniche lottatorie sia tra i professionisti che soprattutto nell’ambito giovanile ed infantile, come dichiarato poi dallo stesso Alessio Sakara in un suo intervento “consiglio ai giovani” (youtube)
La Lotta intesa come la Lotta Olimpica risulta essere la disciplina più utile all’apprendimento in sicurezza di queste abilità che poi saranno indispensabili nella pratica anche di discipline più cruente. Lungi questo dal voler sostenere che la lotta sia la più efficace tra le discipline di combattimento, ma soltanto che i fondamentali inerenti questa specialità sono oltre che fonfamentali anche più complessi e quindi da apprendere prematuramente.


Lotta "shoot" o "show"

Nei paesi anglosassoni, si distingue in genere fra la lotta praticata a livello agonistico, spesso identificata col collegiate wrestling e l'amateur wrestling (e che ricadono nell'ambito della lotta olimpica), e il "professional wrestling", che consiste in realtà in spettacoli d'intrattenimento, a volte seguenti anche un copione prestabilito. La lotta come "show" si è sviluppata in particolare nelle forme del pro wrestling, del puroresu e della lucha libre.


Uso

Il grado con cui le tecniche di lotta sono utilizzate nei differenti sistemi di combattimento varia. Alcune discipline, come il catch wrestling, il submission wrestling, il judo, il sumo, e il Brazilian jiu-jitsu sono esclusivamente arti di lotta e non contemplano l'esecuzione di colpi.


Matt Larsen, creatore del Modern Army Combatives Program, mostra uno strangolamento ad un avversario in addestramento.


Nel pancrazio antico invece la lotta era un tutt'uno con lo scambio di colpi e l'utilizzo delle mosse più efferate, comprese lo spezzamento delle dita o la possibilità di mordere. L'odierno sport da combattimento delle arti marziali miste è la disciplina che più si avvicina a questa totalità consentendo agli atleti partecipanti di usare sia tecniche di lotta che percussioni, utilizzando l'una per poter applicare meglio le altre o viceversa le altre per giungere facilmente alla prima.
La lotta non è comunque consentita in tutte le arti marziali e gli sport da combattimento; di solito allo scopo di concentrarsi su altri aspetti del combattimento come le tecniche pugilistiche, i calci o l'uso di armi. Gli avversari in questi tipi di incontro, tuttavia, possono ancora entrare brevemente in una fase di lotta o comunque di contatto diretto per fatica fisica o dolore; quando ciò avviene, l'arbitro può intervenire per separarli e far ripartire lo scontro, a volte dando un avvertimento ad uno o entrambi i competitori. Ciò avviene per esempio nella boxe, nella kickboxing, nel taekwondo, nel karate e nella scherma. Una fase di grappling prolungata nella muay Thai comporterà anch'essa la separazione dei combattenti, ma l'arte studia intensamente l'utilizzo di tecniche di clinching attorno al collo.
Le tecniche di lotta e la difesa dalle tecniche di lotta sono anche considerati importanti nella difesa personale e nelle applicazioni di polizia. Le più comuni tecniche insegnate hanno lo scopo di difendersi da prese o applicare prese dolorose.


Khuresh, stile di lotta tradizionale di Tannu Tuva


D'altra parte, la lotta consente di controllare un avversario senza arrecargli danno. Per questo motivo, molte forze di polizia ricevono un certo grado di addestramento nella lotta. A maggior ragione, gli sport di lotta sono stati regolamentati di modo da permettere ai partecipanti di competere con tutti i loro sforzi fisici senza dover infortunare gli avversari.
La lotta viene chiamata dumog nell'eskrima. Il termine chin na nelle arti marziali cinesi ha a che fare con l'uso della lotta per ottenere una sottomissione o incapacitare l'avversario (ciò può implicare l'uso dei punti di agopuntura). Alcun arti marziali cinesi, l'aikido e diversi sistemi di eskrima, così come molte arti marziali europee medievali e rinascimentali, contemplano la lotta quando uno o entrambi i contendenti sono armati e ne studiano l'applicazione in sinergia con l'uso di armi. Per esempio, un bastone può essere impiegato anche per effettuare uno strangolamento dopo una fase di scambio di colpi. Questa pratica è significativamente più pericolosa della lotta disarmata e richiede generalmente un alto livello di allenamento.
Alcuni artisti marziali, come i Dog Brothers, combinano la lotta con l'uso di armi.

lunedì 5 maggio 2014

Combattimento al suolo


Anche se la guardia è in genere considerata una posizione di vantaggio nel grappling puro, i pugni in altri contesti possono essere molto efficaci da sopra



Il combattimento al suolo (anche lavoro a terra, lotta a terra o ground game) è una parte del combattimento che si svolge quando i due combattenti si trovano al suolo, in genere lottando. Il termine è usato comunemente nel contesto delle arti marziali miste e in altri sport da combattimento, ma anche in alcune arti marziali per indicare il set di tecniche impiegate da un combattente che si trova al suolo, in opposizione a quelle applicate in un combattimento in piedi.
La lotta al suolo è comune nel Brazilian jiu jitsu ed è molto esplorata anche nel Catch wrestling, nel Judo, nel Sambo, nello Shoot wrestling e molti altri stili lottatori.
In maniera simile al clinch, il combattimento al suolo implica che i due che si affrontano siano a stretto contatto, controllando e avvinghiandosi a vicenda tramite prese e posizionamenti. A seconda della posizione, la prossimità può permettere tecniche come morsi, strangolamenti, ganci, colpi agli occhi, chiavi articolari, tecniche con i punti di pressione o vari altri tipi di attacco e presa di sottomissione.

venerdì 2 maggio 2014

Vo Co Truyen

Risultato immagini per vo co truyen vietnam



Con il termine Võ Cổ Truyền Viet Nam ( "Võ Thuat Cổ Truyền Viet Nam") si identifica l'insieme delle arti marziali tradizionali vietnamite. In Vietnam esistono una moltitudine di scuole e stili differenti che spesso vengono chiamate Mon Phai.
Ogni scuola o stile custodisce un patrimonio tecnico, culturale e filosofico attraverso i Bai Thao o Bai Quyen.
I Bai Quyen sono delle sequenze di tecniche per l'allenamento individuale, a mano nuda o con le armi tradizionali, che consistono nel riprodurre un combattimento codificato contro uno o più avversari immaginari, compatibilmente con quanto avviene per i Kata Giapponesi, i poomse coreani o i tao lu cinesi.
Le origini di queste diverse scuole sono molte e varie. Alcuni fanno parte della storia del Vietnam, altri hanno origini cinesi (parleremo di stili sino-vietnamiti, come Thieu-Lam, equivalente vietnamita di Shaolin Kung-fu, o Vinh Xuan, equivalente di Wing. Chun),altri anno origini indonesiane, cambogiane, ecc.
In Vietnam è tradizione accompagnare ogni Bai Thao con un poema (bai thiêu) che illustra le tecniche e ne aiuta la comprensione.


giovedì 1 maggio 2014

Misericordia





La misericordia (anche conosciuta col nome di trafiere) è un pugnale del tipo dello stiletto e del quadrello utilizzato, per dare un colpo mortale ad un avversario già ferito.
Il nome derivererebbe dall'utilizzo: poiché dopo la fine battaglia sul terreno rimanevano molti feriti in modo più o meno grave. Prelati o addirittura vescovi decidevano sul campo quali non erano in grado di sopravvivere e questi ultimi venivano finiti con quest'arma.


Cenni storici

Apparve fin dal XII secolo, ed era usata in tutta Europa, almeno sino al XVII secolo.


Caratteristiche

Essa aveva la lama triangolare o a sezione di losanga. Era considerata uno dei prodotti tipici degli armaioli di Albacete. La struttura, robusta ma sottile permetteva di colpire attraverso gli spazi lasciati scoperti dalle armature.