mercoledì 14 maggio 2014

Combattimento con spada laser




Nell'universo immaginario di Guerre stellari, il combattimento con spada laser è la forma di combattimento preferita dai Jedi e dai Sith.

Le sette forme di combattimento

Ogni Jedi sceglie lo stile di combattimento che gli si adatta meglio. Per esempio Yoda usa la forma Ataru per compensare la mancanza di altezza, mentre Qui-Gon Jinn ne fa uso per una maggior precisione e maggior potenza nei fendenti; Mace Windu usa il Vaapad per attingere dalla sua rabbia ed impiegarla con efficacia senza passare al Lato Oscuro; Obi-Wan Kenobi era in gioventù un eccezionale utilizzatore della forma Soresu; Dooku usa la forma Makashi per ingaggiare frequentemente dei nemici armati di spada laser con precisione. L'Esule Jedi è un praticante di tutte le sette forme, arrivando alla perfezione in qualcuna di esse, spesso alternandole per confondere i nemici durante il combattimento.
  • Forma I: Shii-Cho
  • Forma II: Makashi
  • Forma III: Soresu
  • Forma IV: Ataru
  • Forma V: Djem-So
  • Forma VI: Niman
  • Forma VII: Juyo

Shii-Cho

Con l'invenzione della spada laser, si vede la necessità di creare uno stile per combattere: nasce lo Shii-Cho. Ogni iniziato Jedi deve imparare la Forma I, prima di diventare un Padawan al servizio di un Cavaliere o di un Maestro. Viene istruita in genere usando dei droidi remoti da addestramento per deflettere i colpi di plasma.
Yoda è uno dei migliori combattenti con spada laser. Nonostante faccia maggior uso dello stile Ataru, è esperto in tutti e sette gli stili. In ogni caso usa molte componenti standard dello stile Shii-Cho a causa della semplicità d'uso, per battere gli stili più complessi, come visto nel duello contro Darth Sidious e Darth Tyranus. Le movenze di Yoda scorrono da una forma ad un'altra con transizioni trasparenti e chiare tipiche di questo stile, come rotazioni a terra, salti e rotazioni in aria e movimenti veloci. Queste mosse compongono insieme ai salti di Forza la maggior parte delle mosse di Yoda. Kit Fisto è un altro Jedi che ha assoluta padronanza dello Shii-Cho, tuttavia non riesce a sconfiggere Sidious con questa tecnica. Lo Shii-Cho funziona contro un numeroso gruppo di nemici e contro nemici armati di blaster, ma è debole contro un solo nemico, contro uno spadaccino laser e contro i poteri della Forza. La sua semplicità è il suo punto di forza, facendone un buono stile se tutto il resto fallisce.
Lo Shi-Cho è conosciuto anche come "La Via del Sarlacc" o "La Forma della Determinazione".

Makashi

Dopo la creazione dello stile Shii-Cho come forma di combattimento, lo stile Makashi viene creato allo scopo di essere efficace nei combattimenti spada laser contro spada laser. È descritto come molto elegante, potente, e richiede molta precisione per permettere a chi lo usa di attaccare e difendersi con poca spesa. È anche necessario mantenere un preciso lavoro con i piedi per mantenere una certa distanza dall'avversario durante la difesa e mentre ci si muove in attacco. Tempismo, precisione, e abilità, piuttosto che forza sono preferibili nell'uso di questo stile e con un utente esperto il risultato è eccezionale. Chi usa il Makashi si muove con eleganza, è preciso, calmo e sicuro di sé.
Quando l'avversario usa armi a distanza come i blaster oppure vi sono più avversari questo stile mostra i propri limiti. Un altro grande difetto dello stile, che a bordo della Invisible Hand costò la vita a Dooku, è che questo stile, fondato sull'eleganza e sulla precisione, semplicemente non è in grado di sviluppare abbastanza forza, a differenza degli stili più violenti come il Djem So. Durante le guerre dei Cloni, e qualche secolo prima, i Jedi praticano poco questo stile perché i Sith sembrano scomparsi. Si pensa che non avendo nemici con spade laser lo stile sia poco pratico, e non viene insegnato molto. Durante questa era, il Niman e l'Ataru sono gli stili più usati e insegnati. Il Makashi, comunque, è molto più comune nei primi anni dell'Ordine, prima dell'arrivo dei blaster. Il Signore dei Sith Exar Kun, per esempio, è un maestro nell'uso di questo stile.
Dooku è un maestro esperto della Forma II, che combatte con precisione grazie alla impugnatura ricurva della spada. Quando Darth Tyranus usa questa forma riesce a devastare i Jedi a causa della mancanza di guerrieri addestrati a contrattaccare questo stile. Altri praticanti della Forma II sono il Generale Grievous (insegnatagli da Dooku), Kyle Katarn, e Jedi Exile.
Il Makashi è noto anche come "La Via dello Ysalamiri" o "La Forma della Contesa".

Soresu

Lo stile Soresu viene sviluppato per contrattaccare la tecnologia dei blaster che si diffonde nella Galassia. A causa dell'aumento di criminali armati di blaster, i Jedi devono trovare un modo per difendersi da ondate di colpi di plasma.
La Forma III usa movimenti molto vicini al corpo, nel tentativo di proteggerlo totalmente e spendere meno energia possibile. Questa tecnica riduce l'esposizione del corpo, rendendo un utente molto esperto di questo stile quasi invincibile. Chi usa il Soresu rimane con sicurezza sulla difensiva finché l'avversario non rivela una debolezza. Viene descritta come una forma passiva di combattimento, usata da persone molto riservate e pazienti. A causa dell'enfasi sulla difesa la Forma III include preparazione per lunghe battaglie così che l'utente possa capire le intenzioni dell'avversario. Essendo capace di resistere a lunghe battaglie un utente del Soresu è in condizione di prendere controllo della situazione e avere diverse opzioni, come uccidere, disarmare, oppure ragionare con il proprio avversario. Molti di quelli che usano il Soresu sopravvivono durante la Battaglia di Geonosis, grazie anche alla capacità di difesa dai colpi di plasma. I maestri di questo stile non lasciano spazi scoperti e attendono che il nemico si scopra per poi colpire. Lo svantaggio del Soresu, è che e necessaria molta esperienza per poterlo utilizzare al meglio, in quanto anche il più piccolo spiraglio può compromettere l'intera difesa; il Soresu è inoltre difficile da usare in caso lo spadaccino sia ferito o affaticato, poiché un assalto portato con colpi forti e martellanti può facilmente spezzare il blocco.
Mace Windu nota che il Soresu non risponde ad alcun tipo di debolezza. Il Juyo rappresenta la risposta all'oscurità interna di Mace, l'Ataru è la risposta alla piccola statura di Yoda e il Djem-So è la risposta alle emozioni ribollenti di Anakin. Verso la fine della Guerra dei Cloni Obi-Wan Kenobi è proclamato come Maestro del Soresu da Mace Windu. A causa di ciò Obi Wan viene scelto per affrontare Grievous.
Il Soresu è detto anche "La Via del Mynock" o "La Forma della Resistenza".


Ataru

Ataru è uno degli stili più popolari tra l'ordine Jedi. Yoda e Qui-Gon Jinn sono maestri in questa forma di combattimento. Altri Jedi noti per questa forma sono Quinlan Vos e la sua vecchia Padawan, Aayla Secura. Obi-Wan Kenobi è uno studente della Forma IV, ma dopo la morte di Qui-Gon decide di studiare lo stile Soresu. Come Padawan, Anakin Skywalker studia lo stile Ataru perché si sposa con la sua personalità aggressiva, per usarla e rifinirla nello stile Djem-So. Anche Palpatine è un maestro esperto di questa forma, usando alcune varianti Sith.
Chi pratica l'Ataru è sempre sulla offensiva, attaccando con veloci e potenti fendenti. Gli utenti della Forma IV richiamano costantemente la Forza per eseguire movimenti precisi. Facendo fluire la Forza nel loro corpo possono superare le eventuali limitazioni fisiche (come l'età avanzata nel caso di Yoda) e permette loro di eseguire straordinarie acrobazie per attacco e per sfuggire ad eventuali attacchi. Un esperto dell'Ataru può apparire appena percepibile alla vista dell'avversario. A causa della sua natura aggressiva questo stile può indurre eccessiva spavalderia e lasciare delle aperture al nemico per contrattacchi.
Questa forma non è efficace per combattimenti prolungati, perché può richiedere un alto tributo energetico. Questo può essere la causa per cui Qui-Gon viene ucciso da Darth Maul e Yoda, dovendo affrontare un lungo e difficile duello con Darth Sidious, viene sconfitto da questi. Questo ha un grande effetto su Kenobi inducendolo a studiare il Soresu. Ataru è davvero potente nelle mani di un maestro. Con questo stile si compiono mosse velocissime appena percettibili all'occhio, usando acrobazie e manovre per attaccare i nemici con potenti colpi e serie offensive, sempre in movimento per evitare i contrattacchi.
L'Ataru è noto anche come "La Via dell'Hawk-Bat" o "La Forma dell'Offensiva".


Djem-So

Il Djem-So è uno stile sviluppato da Jedi che usavano il Soresu ma preferivano una forma più offensiva che difensiva. Djem-So si evolve in uno stile che combina le manovre difensive del Soresu con la filosofia aggressiva del Makashi. Anakin Skywalker e Plo Koon sono praticanti dello stile Djem-So. Dart Fener crea una propria variante della Forma V, dove usa solo una mano per attaccare tenendo l'altra lungo il fianco.
Usando una combinazione di blocchi e parate derivate da Soresu e Makashi, chi usa Djem-So ha una conoscenza buona su come difendersi dagli attacchi ravvicinati e dagli attacchi con blaster. Comunque, mentre chi usa il Soresu rimane sulla difensiva e contrattacca solo quando si verifica una debolezza nella difesa nemica, chi usa il Djem-So non è così paziente e dopo un attacco del nemico parato attacca a sua volta. Mentre il Makashi usa precisi e veloci colpi, il Djem-So usa serie di attacchi a ripetizione con colpi poderosi, per battere la difesa nemica. Chi usa il Djem-So si muove contro il proprio avversario, usando ogni energia possibile traibile dai movimenti del corpo. I problemi di questa forma risiedono nel fatto che chi la usa può diventare impulsivo e avventato, abbassando inavvertitamente la difesa.
La filosofia del Djem-So si basa non solo sulla forza, ma anche sull'azione. Tra i Jedi, questo stile è preferito da chi vuole risolvere velocemente i problemi, e preferisce "combattivi negoziati". Questo stile è identificato come il più aggressivo, insieme alla forma chiamata Juyo, rifinita con il Vaapad da Mace Windu, poiché prende la sua forza dalle emozioni di chi la usa.
Dart Fener usa un Djem-So modificato, infatti tiene la spada con una mano sola, per avere una mano libera così da aiutarsi nel combattimento utilizzando delle tecniche della forza, in particolare la presa della forza per immobilizzare così l'avversario e attaccarlo con colpi terribili. Inoltre fonde il Djem-So al Juyo, combinando le evoluzioni acrobatiche del Djem-So alle violente eruzioni di emozioni del Juyo creando così combinazioni di colpi sia veloci che potenti e devastanti.
Il Djem-So è detto anche "La Via del Drago Krait" o "La Forma della Perseveranza".


Niman

La Forma VI è lo stile standard attorno al periodo della Guerra dei Cloni e della Grande Purga Jedi. Questa disciplina viene spesso associata a persone molto diplomatiche. Tuttavia, molti dei Jedi vengono uccisi durante la Battaglia di Geonosis a causa della loro confidenza eccessiva su questa forma, includendo Coleman Trebor, il cui stile non lo salva da un colpo di blaster ben piazzato di Jango Fett. Molti Jedi considerano questo stile più debole degli altri sei. La Forma VI tenta di bilanciare tutti gli elementi del combattimento con spada laser, combinando gli stili inventati prima in un nuovo stile che richiede meno risorse energetiche. Il risultato è che le abilità in ogni area del combattimento è solo moderato, senza eccellere in nessuna. Questa generalizzazione rende il Niman adatto ai diplomatici, permettendo loro di addestrarsi nella politica invece del combattimento. Questo stile prende il nome da Nimam, il triumvirato degli dei Kashi. Viene sviluppata per la prima volta dai Seguaci di Xendor dopo il Grande Scisma, prendendo elementi dello stile Jar'Kai.
Il Niman è detto anche "La Via del Rancor" o "La Forma della Moderazione".

Juyo

Il Juyo venne considerato come una forma incompleta per molti millenni. Essendo poco sviluppata a causa del poco uso da parte dei Jedi (gli unici conosciuti in antichità a farne uso erano Vrook Lamar e Zez-Kai Ell) e dei Sith, il Juyo non era visto come una delle forme principali. Solo con lo sviluppo avanzato da parte del Maestro Jedi Mace Windu, il Juyo si poté dire completo. Mace chiamò questo stile di Juyo rifinito con il nome Vaapad. Nel 22 BBY, Palpatine notò che aveva solo sentito parlare di sei forme di combattimento dei Jedi, e Mace gli rispose che era così, finché non venne inventato il Vaapad. Il Juyo-Vaapad era la forma più intensa e che richiedeva maggiori risorse energetiche. Solo tre maestri conoscevano il Vaapad nella sua perfezione: Mace Windu, la sua allieva Depa Billaba e il Maestro Sora Bulq, che aveva aiutato Mace nello sviluppare il Vaapad. Sora si rivelò troppo debole per poter sopportare il peso dello stile, e Mace Windu notò come il suo amico venisse lentamente consumato dal Lato Oscuro, fino a finirne preda. Anche Depa, la sua allieva a cui teneva come a una figlia, passò al Lato Oscuro inconsciamente durante una missione su Haruun Kal, a causa della pressione psicologica del Vaapad e della battaglia. Il Generale Grievous usò la sua agile armatura esoscheletrica per copiare le movenze del Vaapad.
Il Juyo-Vaapad non appariva così mobile come lo stile Ataru, perché non c'erano mosse come salti acrobatici o giravolte, ma le richieste tecniche erano molto maggiori. Chi lo usava dava molto spazio agli attacchi avversari per confondere il nemico, e in seguito attaccava a sua volta con mosse imprevedibili e che a volte sembravano casuali. Se praticato correttamente diventava uno stile non prevedibile. La Forma VII chiedeva gli sforzi dello stile Djem-So, con la possibilità di controllare le emozioni in maniera molto più efficace. Inoltre, l'effetto più significativo che caratterizzava il suddetto stile, era la maggiore difficoltà nel sopportare gli attacchi basati sulla forza rivolti contro l'utilizzatore.
Il Vaapad era uno stile che portava il suo praticante molto vicino al Lato Oscuro, perché sfruttava la rabbia per effettuare degli attacchi potenti. Solo la maestria di Windu nel Lato Chiaro riuscì a fare in modo che il Vaapad non lo consumasse, cosa che rendeva questo stile non ben visto tra i Jedi. Difatti gli altri due praticanti del Vaapad Sora Bulq e Depa Billaba passarono al Lato Oscuro. Darth Maul era l'unico Sith conosciuto che praticava lo stile Juyo con maestria.
Palpatine, conoscitore profondo del Lato Oscuro della Forza, sfruttò la pericolosità del Vaapad contro Mace durante il duello nel suo ufficio. Difatti Mace rimase immerso nel potere oscuro del Vaapad, impedendogli di pensare accuratamente a ciò che stava succedendo intorno. A causa di questo, Mace, quando si ritrovò Palpatine ai suoi piedi quasi "inerme" decise di ucciderlo piuttosto che fargli affrontare il processo, cosa che fece da catalizzatore alla conversione al Lato Oscuro di Anakin Skywalker.
Durante il combattimento sull'Invisible Hand fra Anakin Skywalker e Dooku, Anakin adirato risponde alle provocazioni di Dooku usando lo stile Juyo dando così sfogo alle sue emozioni, in particolare alla sua rabbia, uccidendo così il signore oscuro.
Il Juyo/Vaapad è conosciuto anche come "La Via del Vornsk" o "La Forma della Ferocia".

Altre forme di combattimento

Questi stili non sono considerati parte delle sette forme principali, in quanto sono principalmente derivate da esse.
  • Forma VIII: Sokan
  • Forma IX: Shien
  • Forma X: Jar'Kai

Sokan

Viene sviluppato da Cavalieri Jedi antichi durante la Grande Guerra Sith contro Exar Kun. Il Sokan combina tattiche che permettono evasione e mobilità con movimenti cinetici dello stile Djem-So. Sokan comprende colpi duri con la spada, che sono diretti verso le aree vitali del nemico, insieme a veloci spostamenti. Coloro che usano questo stile cercano di sfruttare anche la conformazione del terreno per vedere meglio le debolezze dell'avversario.
Obi-Wan Kenobi usa alcuni elementi dello stile Sokan mentre duella con Anakin Skywalker su Mustafar. Verso la fine del duello, Obi-Wan cerca un appoggio elevato e lo usa come posizione a suo favore per sconfiggere Anakin, attaccando i suoi punti deboli.

Shien

Lo stile Shien è il più semplice ed estremamente poco dinamico comprende solamente il tenere la spada laser in modo orizzontale. Il Jedi punta l'estremità finale della lama verso l'avversario; vengono poi fatti diversi movimenti veloci a forma di arco per cercare di pugnalare l'avversario. Viene utilizzato da Dart Fener e Obi-Wan in Una nuova speranza.

Dart Fener ne fa uso anche nei duelli col figlio Luke Skywalker soprattutto perché l'armatura che è obbligato ad indossare è un grosso ostacolo ai combattimenti acrobatici.

Jar'Kai

Il Jar'Kai è uno stile di lotta caratterizzato dall'utilizzo contemporaneo di due spade, sviluppato dai guerrieri Yovshin. Molti Jedi insegnano lo stile Jar'Kai nella speranza di guadagnare una conoscenza di base dell'uso di due spade laser contemporaneamente, ma davvero pochi Jedi ne hanno una padronanza completa. Aayla Secura, Serra Keto, Sora Bulq, A'Sharad Hett, Asajj Ventress, Komari Vosa, e Joclad Danva sono praticanti della Forma X. Il Jedi Oscuro Boc Aseca conosce il combattimento con due spade, incorporandolo nella sua tecnica poco ortodossa di combattimento. Revan e il Maestro Jedi Kavar conoscono questo stile. È possibile che l'apprendista di Kyle Katarn Jaden Korr sia esperto di questo stile. Il Generale Grievous basa il suo stile di combattimento sulla Forma X, uccidendo molti Jedi contemporaneamente. Usando in parte questa tecnica affronta Obi-Wan Kenobi, ma non riesce a sconfiggerlo a causa della grande conoscenza dello stile Soresu da parte del Maestro Jedi. Questa forma inoltre viene abilmente padroneggiata da Anakin Skywalker nell'episodio II, però questa sua bravura non riesce a sopraffare il signore oscuro Dooku che gli mozza un braccio. Anche Starkiller nel videogioco Star Wars: Il potere della Forza II dimostra una notevole abilità in questo stile, tanto da riuscire a sconfiggere il signore dei Sith Darth Vader.


Stili non ortodossi

Diversi stili ricadono al di fuori delle tradizionali forme praticate dai Jedi.
Grievous impiega molti movimenti diversi. I suoi attacchi servono a confondere coloro che sono addestrati nelle normali forme di combattimento. Grazie alla sua natura di droide è dotato di capacità motorie eccezionali a causa delle giunzioni metalliche e dei diversi bracci meccanici. Solo i Jedi più esperti possono evitare i suoi attacchi. Per esempio Grievous può tenere una spada in ognuna delle quattro mani, ruotando due di esse molto rapidamente per creare una specie di scudo. Usa questa tecnica quando si trova a combattere contro Obi-Wan Kenobi su Utapau; tuttavia viene sconfitto quando Kenobi riesce a calcolare l'esatto istante in cui lo scudo di spada laser non riesce a coprire il droide.
Un altro stile unico è quello di Adi Gallia, che tiene la spada con una impugnatura invertita. Questa è una personale variazione della Forma IX Anche Starkiller e Ahsoka Tano tengono la spada laser a rovescio. Mace Windu usa una variante della Forma VII, detta Vaapad, che gli permette di canalizzare le emozioni più forti e sfruttarle nei duelli. Lo stile del Jedi Oscuro Boc è una mistura tra la Forma X e diversi attacchi a salto diretti all'avversario. Questa tecnica viene usata contro Kyle Katarn durante il Nuovo Ordine Jedi.


I tre stili del Nuovo Ordine Jedi

In seguito vengono inventati tre nuovi stili, applicabili alle forme di combattimento convenzionali e non, anche se non sempre perfettamente adattabili.
  • Stile veloce
Stile che si rifà alle tecniche dell'Ataru e del Soresu, consiste in colpi rapidi e spesso concatenati, che permettono tanto un saettante attacco, quanto una rapida difesa; è particolarmente utile nei duelli contro avversari lenti e pistoleri. Gli svantaggi sono: la scarsa forza degli attacchi, il corto raggio d'azione e la fragilità della difesa
  • Stile medio
Stile basato sullo Shii Cho e sul Niman, con qualche elemento dell'Ataru, lo stile medio punta a cercare un equilibrio tra lo stile veloce e lo stile forte; è molto efficace quanto tutto il resto non funziona, e ha un rispettabile bilanciamento tra attacco e difesa, ma un esperto tiratore o un abile spadaccino possono facilmente rompere la difesa dello stile medio, e in attacco si può facilmente trovare una debolezza e contrattaccare.
  • Stile forte
Stile derivato dallo Shii Cho e dal Djem-So, si basa principalmente sull'attacco, utilizzando colpi vibrati con grande potenza; la grande potenza dei colpi può facilmente rompere la difesa dell'avversario, e permette di coprire lunghe distanze, ma i colpi sono lenti e possono lasciare grandi aperture nella guardia, rendendosi vulnerabli ad eventuali contrattacchi, per cui è svantaggioso usarlo nei duelli tra spadaccini laser.
Questi nuovi stili vengono insegnati agli studenti nel Tempio Jedi di Luke Skywalker. Due membri del nuovo Ordine che padroneggiano tutti e tre gli stili sono Kyle Katarn e il suo studente Jaden Korr. Katarn infatti aveva subito iniziato a istruire Jaden e il compagno Rosh Penin fin dalla prima lezione.


Tecniche

Indipendentemente dallo stile usato, il combattimento con la spada laser comprende molte mosse e tecniche complesse, che se usate con la giusta maestria possono anche porre fine ad un duello. Le più conosciute sono:
Dun Möch
I Sith miravano al dominio completo dello spirito di un avversario, attraverso qualsiasi mezzo possibile e tramite l'uso della spada laser. Il Dun Möch comunemente faceva uso di provocazioni, gesti e insulti per mezzo delle parole, per esporre la debolezza dell'avversario e per eroderne la volontà.
Questa tecnica era particolarmente pericolosa per chi usava la Forza, in quanto era richiesta una grande concentrazione per il suo uso, e i dubbi potevano rompere facilmente la concentrazione. Altre variazioni del Dun Möch includevano l'uso di oggetti per distrarre appositamente l'avversario ed eventualmente danneggiarlo. Dart Fener usò la tecnica Dun Möch contro Luke Skywalker nel duello su Bespin.
Anche Darth Tyranus e Darth Sidious facevano uso della tecnica, specie contro Yoda nei duelli visti nei film. La potenza del Dun Möch nelle mani di Darth Sidious era particolarmente devastante, essendo in grado di far levitare tre seggi del senato in contemporanea per distrarre Yoda.
In più, Luke Skywalker aveva usato l'esatto opposto del Dun Möch sulla seconda Morte Nera. Il giovane Jedi aveva provato a far ritornare Dart Fener alla luce parlandogli e cercando di infondergli amore nel cuore, attraverso le parole. Luke riuscì a riportarlo indietro dal sentiero oscuro che aveva intrapreso, e Anakin Skywalker riportò l'equilibrio nella Forza.


Cho Mok
Il Cho Mok è una mossa base del combattimento con la spada laser: prevede il taglio di un arto dell'avversario; viene spesso usata da molti Jedi, specialmente durante le Guerre dei Cloni.


Cho Sun
Tecnica più evoluta del Cho Mok, il Cho Sun consiste nel disarmare l'avversario, tagliandogli il braccio armato all'altezza del gomito; un esempio di Cho Sun è quando Dooku taglia il braccio destro di Anakin Skywalker.


Cho Mai
Una delle tecniche di disarmo più raffinate, è simile al Cho Sun, ma in questo caso il bersaglio è esclusivamente la mano; con questa tecnica si può sconfiggere un nemico causandogli il minimo danno, ma è richiesta una grande maestria e precisione nell'esecuzione. Dart Fener usava spesso il Cho mai nei suoi combattimenti: lo utilizzò la prima volta contro Dooku, poi contro Mace Windu e infine contro il figlio, Luke Skywalker.


Sun Djem
Il Sun Djem è una mossa il cui scopo è disarmare l'avversario distruggendo la sua arma. Nella serie viene usata spesso da Dooku, e da Luke contro Boba Fett.


Sai Cha
Il Sai Cha è una mossa letale eseguibile con una spada laser, che consiste nel decapitare l'avversario; è la tecnica con cui Mace Windu uccide Jango Fett.


Sai Tok
Tecnica letale e poco usata dai Jedi, in quanto creduta fortemente legata ai Sith. Consiste nel tagliare l'avversario a metà, con un fendente all'altezza della vita. L'unico esempio visto finora è nel duello tra Obi-Wan Kenobi che la usa su Darth Maul


Shiak
Mossa apparentemente di semplice esecuzione, consiste nel trafiggere l'avversario; i Jedi colpivano di norma gli arti, ma i Sith la usavano spesso per colpire il busto o la gola, come dimostrato da Palpatine.


Shiim
Si tratta di una piccola ferita inferta di norma agli arti; può apparire un attacco disperato, come nel caso di Luke Skywalker a Dart Fener, o può essere sufficiente a sconfiggere un avversario, come dimostra Dooku nello scontro con Obi-Wan Kenobi in L'attacco dei Cloni


Mou Kei
Consiste in un ampio fendente che mira ad amputare più arti contemporaneamente; l'ha usato Obi-Wan kenobi contro Anakin Skywalker nel loro duello su Mustafar, privandolo di entrambe le gambe e di un braccio.


sabato 10 maggio 2014

Sport da combattimento

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Uno sport da combattimento è un incontro per fini competitivi tra due atleti che combattono fra di loro impiegando delle determinate regole d'ingaggio (di solito significativamente diverse da quelle simulate nei combattimenti intesi per pratica o sfida nelle arti marziali), simulando parte di un combattimento corpo a corpo all'interno di un contesto agonistico.

Storia


Sport legati alle abilità nel combattimento hanno sempre fatto parte della cultura umana per migliaia di anni. Forme di lotta esistono in quasi ogni civiltà. I giochi olimpici antichi erano largamente composti da discipline che testavano le caratteristiche legate al combattimento, come la corsa armata, il pugilato, la lotta, il pancrazio, il tiro del giavellotto e le corse di bighe. Questa tradizione di sport da combattimento fu portata anche più in là dai romani con gli scontri fra gladiatori che combattevano in maniera molto cruenta nelle arene con armi, a volte fino alla morte.
La prima testimonianza di sport da combattimento risale ai giochi olimpici del 648 a.C. con il pancrazio, che consentiva agli atleti di usare ogni tecnica pugilistica e di lotta. Le uniche regole alle origini erano di non mordere e di non colpire gli occhi. Il vincitore era decretato per sottomissione, perdita di sensi o addirittura morte. Gli incontri potevano durare anche ore e divennero rapidamente popolari nel periodo ellenistico, dove venivano indetti in piccoli piazzali che incoraggiavano l'ingaggio.
Attraverso il medioevo e il rinascimento erano comuni i tornei, con la giostra cavalleresca vista come evento principale di questi giochi marziali, praticati anche e soprattutto come mezzo di preparazione alla guerra. I tornei erano comuni fra l'aristocrazia, ma forme sportive di combattimento erano praticate in ogni strato della società. La lotta tradizionale, detta spesso folk wrestling, esiste in varie forme in quasi ogni cultura.
Con l'avvento delle armi da fuoco, l'uso di armi bianche o di tecniche a mano nuda divenne obsoleto per i campi di battaglia, così molte abilità sopravvissero solo in misura sportiva, con fini agonistici o come solo mezzo di formazione fisica e mentale dell'individuo.
Alle soglie dell'età contemporanea la pratica sportiva del combattimento divenne sempre più popolare, riconosciuta ufficialmente e regolamentata internazionalmente. Nell'800 in Europa si diffondono il pugilato inglese e nascono discipline come la savate, la lotta olimpica o l'odierna scherma, tutte discipline retaggio di quelle che un tempo erano le abilità richieste dai guerrieri. Anche molte forme di ginnastica sono indirettamente collegate alle pratiche marziali dei periodi antichi, per esempio il cavallo con maniglie nasce in origine come esercizio per i cavalieri che dovevano simulare il cambio di posizione in monta a un cavallo.
In oriente invece antiche arti marziali come il kenjutsu o il ju jitsu vennero aggiornate ai tempi più moderni e tramutate in kendo e judo, come mezzi sportivi di crescita e confronto dei praticanti.


Sport moderno

Al giorno d'oggi gli atleti di solito combattono uno contro uno, ma possono ancora usare solo un determinato campione di tecniche come nella boxe dove sono ammessi solo i pugni, nel taekwondo che si focalizza sui calci, mentre nella muay thai è consentito anche l'uso di gomitate e ginocchiate. Gli sport basati sulla lotta possono concentrarsi sull'ottenere una posizione superiore come nella lotta libera o nel judo oppure sulla sottomissione come nel Jiu jitsu brasiliano. Le odierne arti marziali miste sono un tipo di competizione simile all'antico pancrazio che consente un largo raggio si tecniche sia di lotta che di percussioni.
Gli sport da combattimento possono svolgersi anche con l'uso di armi, in genere usando spade come nelle specialità della scherma occidentale (stocco, sciabola e fioretto) o nel kendo (lo shinai).
Molti sport da combattimento possono anche impiegare delle protezioni più o meno complesse, alcune generali (paradenti o conchiglie), altre più specifiche (come i guantoni nella boxe o le armature del kendo).


Tipi di sport da combattimento

Discipline di scherma

Scherma olimpica

L'odierna scherma è uno sport occidentale, erede delle arti marziali europee di spada, ampiamente mutate nel corso degli anni, sino all'attuale competizione sportiva, originata dalla scherma dell'800-inizio '900 (ancora da duello), con tre spade: il fioretto (in origine arma da allenamento), la sciabola (in origine la lama degli ufficiali a cavallo) e la spada (in origine arma da duello). La sciabola è l'unica a poter colpire con il taglio. Essa e il fioretto rispettano la convenzione, per la quale ha il punto chi attacca per primo. La spada non ne è legata, e prevede quindi il doppio punto, quando è impossibile dire chi ha colpito per primo. Ognuna delle tre armi ha bersagli diversi: il fioretto solo il busto, la sciabola la parte del corpo sopra la cintura, la spada tutto il corpo. Gode dello status olimpico.


Kendō

Il kendo è un tipo di scherma giapponese, evolutasi come versione sportiva delle tecniche di combattimento con la katana anticamente utilizzate dai samurai nel kenjutsu. Kendō significa letteralmente "La via (dō) della spada (ken)". Si pratica indossando un'armatura (bogu) costituita da men (a copertura di testa, viso, spalle, gola), dō (corpetto rigido), tare (intorno ai fianchi), kote (guanti rigidi), tenogui (fazzoletto che viene legato alla testa prima di indossare il men). La classica sciabola (katana) è stata sostituita dal bokutō (detto anche bokken), usato solo per una serie di dieci esercizi, i kata, che racchiudono l'essenza del kendō, e dallo shinai, una spada costituita da quattro listelli di bambù uniti dal manico di pelle (tsuka), che è usata per il combattimento vero e proprio (jigeiko).

Escrima

Escrima o Eskrima è il nome di un antico sistema di combattimento filippino, conosciuto anche come Kali o Arnis de Mano, o ancora come FMA (Filipino Martial Arts), basato in particolare sullo studio delle armi. Ne esistono forme di competizione sportiva, regolamentate e con protezioni, basate sull'uso dei bastoni.

Wushu sportivo

Esistono forme sportive del Wushu, termine generico per indicare le arti marziali cinesi. Quelle relative al combattimento corpo a corpo sono indicate alla voce sanda, ma ne esistono anche alcune che prevedono l'uso di armi come forma di scherma, secondo regolamenti vari. Il wushu è stato sport dimostrativo alle Olimpiadi di Pechino 2008.

Lightsaber Combat

Esistono accademie che hanno codificato una forma di scherma sportiva basata sull'utilizzo della spada laser nella saga immaginaria di guerre stellari. I combattimenti in questa disciplina utilizzano riproduzioni apposite delle spade laser del film, in vario materiale plastico o metallico ed eventualmente dotate di componenti elettroniche (come schede sonore, sensori di movimento nonché una sorgente luminosa per simulare la "lama" di energia e i suoni tipici della rappresentazione cinematografica). La pratica si basa sullo studio di forme nonché su tecniche e movimenti particolari da impiegare nel duello; per ottenere ciò sono stati creati appositamente degli stili, basandosi anche sulle descrizioni contenute nelle varie fonti di guerre stellari (film, romanzi ecc.).



Discipline a contatto limitato

Point Karate

Il Karateè un'antica arte marziale, atta alla difesa delle persone originaria dell'isola di Okinawa. Prevede tecniche di percussione con tutti gli arti del corpo (pugni, gambe, gomiti, ginocchia ecc.) e tecniche complementari di proiezioni, leve articolari, strangolamenti e colpi ai punti vitali. Con l'approdo in Giappone, il maestro Gichin Funakoshi, fondatore dello stile Shotokan, distanziò il karate dalle radici più marziali per impostarlo come una disciplina educativa che fosse filosofia di vita, in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio e come metodo di crescita fisica e mentale. Da queste premesse vennero poi a formarsi stili e federazioni che codificarono il combattimento tradizionale d'allenamento, chiamato kumite, come tipo di incontro sportivo a punti. I colpi non vengono affondati alla ricerca del knockout (KO) dell'avversario, ma vengono arrestati per motivi di incolumità. La maggior parte delle competizioni prevede l'interruzione dell'azione con conseguente ripresa dalla posizione di partenza qualora un atleta riesca a mettere a segno il colpo e quindi ad ottenere il punto, ma ne esistono anche alcune che mantengono il combattimento fluido, senza interruzioni, pur sempre con un contatto leggero. Le competizioni si svolgono indossando il keikogi caratteristico della disciplina e vari livelli di protezione a seconda del torneo.
Esistono stili del karate a contatto pieno, come il kyokushinkai e le scuole da esso derivate, o il full contact karate, dai quali si è sviluppata la kickboxing sia in forme a contatto pieno che limitato. Esistono competizioni di karate con i guantoni (karate gloves) che sono essenzialmente kickboxing con il gi.


Semi contact

Il Semi contact è una specialità della kickboxing, ma il regolamento è simile invece a quello del karate a punti. Si combatte con pantaloncini, guantoni ed eventualmente caschetto, non è permesso affondare i colpi per ottenere il KO, la vittoria si ottiene ai punti.


Discipline a contatto pieno

Pugilato

Il pugilato, conosciuto anche come boxe, oltre ad essere uno sport da difesa personale, è pure uno sport da combattimento che consiste nel confronto, all'interno di uno spazio quadrato chiamato ring, tra due atleti che si affrontano colpendosi con i pugni chiusi (protetti da appositi guantoni), allo scopo di indebolire e atterrare l'avversario. Questo sport, che veniva praticato già dagli antichi greci, è conosciuto, a partire dal XI secolo, anche come la nobile arte, intendendo che richiede dai suoi praticanti le qualità caratteristiche dell'uomo, come il coraggio, la forza, l'intelligenza. Assieme alla lotta olimpica, è lo sport da combattimento per eccellenza ed assieme ad essa è presente nelle Olimpiadi fin dalle prime edizioni, ma vi sono differenze regolamentari fra la boxe olimpica/amatoriale e quella professionistica (in primis l'uso di caschetto protettivo e guantoni più imbottiti).

Taekwondo


Il tae kwon do è un'arte marziale coreana e uno sport da combattimento che si basa principalmente sulle tecniche di piede. Le competizioni si svolgono su un tappeto (tatami), lungo metri 8x8, i combattenti devono indossare diverse protezioni obbligatorie (caschetto, paratibie, conchiglia, guantini e corpetto). I colpi consentiti sono calci al tronco, al viso e alla nuca, sono vietati i colpi ai genitali. Con tutte le tecniche di pugno si può colpire solo il tronco (sul corpetto), poiché a differenza della boxe (o di altri sport da combattimento), gli atleti indossano dei guanti abbastanza rigidi. Inoltre i pugni sono validi solo in caso vengano sensibilmente accusati dall'avversario che indietreggia per il contraccolpo (ovviamente le protezioni tutelano gli atleti). La vittoria viene assegnata in base a punti, che dipendono sia da chi è riuscito a sferrare più colpi sia dalla difficoltà degli stessi. In certi casi è ammesso che si possa giungere al ko, ma date le numerose protezioni per preservare la salute degli atleti e l'attitudine a ricercare il punto, il contatto è in realtà limitato.
Ne esistono di due formati, quella WTF (World Taekwondo Federation) è la specialità olimpica, mentre la ITF (International Taekwon-Do Federation) differisce leggermente nel regolamento. Esiste anche una variante intermedia fra le due detta Taekwondo PRO, simile alla kickboxing ma con più ampia scelta di calci e con la possibilità di sferrare pugni anche in volo o girati.
Le protezioni sono: guanti, paratibie, parapiedi, conchiglia. Sono consigliati ma non obbligatori paradenti e casco protettivo. Il regolamento prevede l'assegnazione di punti per qualsiasi colpo sopra la cintura su tronco e testa, non alle spalle. In particolare: ogni pugno a segno vale 1 punto, mentre ogni calcio a segno vale 2 punti. Colpi eseguiti in volo viene assegnato 1 punto aggiuntivo. Ammonizioni possono essere assegnate per colpi scorretti, comportamenti antisportivi, ed infine per uscite fuori dall'area di combattimento. Ogni tre ammonizioni viene sottratto 1 punto. Le modalità di vittoria sono: punteggio al termine del tempo di combattimento, knock out, knock out tecnico.

Kickboxing

La Kick Boxing o Kickboxing è uno sport da combattimento che combina tecniche di calcio caratteristiche di arti marziali orientali ai colpi di pugno propri dello sport occidentale. Si combatte con i calzoncini corti. I colpi consentiti sono pugni e calci a gambe, si possono colpire tronco e viso ma sono proibiti i colpi alla nuca, alla schiena e ai genitali. Si usano guantoni da boxe, conchiglia, paradenti e protezioni per i piedi. Il numero delle riprese e dei minuti per ognuna di queste dipende dal tipo di disciplina. La disciplina è generalmente a contatto pieno (full-contact, low kick') ma ne esistono anche versioni a contatto leggero (semi-contact, light-contact) che sono molto affini al karate sportivo. Inoltre a volte, per estensione, ci si riferisce con il termine kickboxing a tutta la famiglia di vari tipi di boxe comprensivi anche e almeno di tecniche di calcio oltre a quelle di pugno (come savate o sanda), quindi non solo ai consueti formati regolamentari (come light contact o full contact).
Il formato più diffuso di kickboxing è quello del K-1 Rules Set, talvolta chiamato semplicemente K-1, sviluppatosi dalla formula dell'omonimo torneo in Giappone. È stato ideato pensando ad un tipo di torneo che permettesse il confronto comune di atleti provenienti dalle varie forme di sport pugilistici con calci, in particolare con un regolamento a metà strada fra la kickboxing canonica e la muay thai. A differenza della muay thai, non sono ammesse le gomitate e l'uso del "clinch", ovvero afferrare l'avversario in preso dietro alla nuca, rispetto ad un tradizionale incontro di kickboxing o altre discipline affini è però possibile effettuare ginocchiate senza presa come anche afferrare l'avversario con una sola mano e portare un solo colpo di ginocchio per volta. Non sono permesse proiezioni come nella sanda o l'uso di scarpette come nella savate.

Boxe Cinese

La boxe cinese è conosciuta anche come Sanda o Sanshou. Si combatte in calzoncini corti e con alcune protezioni (a seconda delle federazioni organizzatrici) corporali: le minime consistono nei classici guantoni, fino a paradenti, corpetto, paratibie, conchiglia e caschetto (nella versione "leggera" è opzionale anche l'uso della rete protettiva). Il combattimento si svolge all'interno di un quadrato di circa 10m x 10m, solitamente rialzato dal suolo, a circa 50cm, senza corde perimetrali. L'abito usuale sono i calzoncini corti e una maglietta. Le tecniche che si possono usare sono pugni, calci, proiezioni e tecniche di sacrificio. Le riprese durano solitamente 3 minuti.

Boxe Thailandese

La boxe thailandese, conosciuta anche come Thai Boxing o Muay Thai, è una tecnica da combattimento autonoma, molto antica, nata in Thailandia. Si combatte con i calzoncini corti. Si utilizzano pugni, calci, gomitate, colpi di ginocchia e si lotta in clinch senza che l'arbitro fermi a meno che il combattimento non sia passivo. Si usano guantoni, paradenti, conchiglia e nessuna protezione per i piedi. È proibito colpire ai genitali ed alla nuca ma si può colpire di ginocchio in clinch. I match sono in riprese da 3 minuti, tre per i dilettanti e 5 per i professionisti.

Boxe Birmana

La boxe birmana, o Lethwei, è molto simile alla muay thai, ma consente anche l'uso di testate e non prevede l'utilizzo di guantoni.

Full contact karate

Il nome originale è Full contact karate, sottolineando la comunanza con il karate tradizionale. Si combatte indossando pantaloni lunghi come quelli del kimono tradizionale, del colore preferito dal pugile. È permesso indossare la cintura. I colpi consentiti sono pugni e calci al tronco ed al viso, sono proibiti colpi alla nuca ed ai genitali. Si usano paradenti, conchiglia, guanti da boxe, protezioni per tibie e piedi. Le riprese sono da due minuti cadauno, e la durata del match è in base al livello degli atleti (come nel pugilato) ed il titolo mondiale è di 12 riprese.


Discipline lottatorie

Lotta libera

La lotta libera è una sport da combattimento, nato in Francia, regolamentando le esperienze lottatorie europee (in particolare dal wrestling inglese) e medio-orientali (lotta turca e iraniana) ed ispirandosi alla tradizione della lotta olimpica dell'antica Grecia. Venne quasi immediatamente inserita nelle moderne competizioni olimpiche, riallacciandosi alla tradizione antica. La lotta stile libero è praticata da atleti di sesso sia maschile sia femminile. Il combattimento, della durata di 3 round da 2 minuti l'uno, si svolge su un tappeto (chiamato materassina) delimitato da un cerchio rosso (detto zona) che limita l'area dove si svolge il combattimento. L'obiettivo del combattimento è di "schienare" l'avversario oppure aggiudicarsi due delle tre riprese. La schienata equivale al KO, ed i contendenti per ottenerla tentano di eseguire diverse mosse (es. proiezioni, atterramenti, sbilanciamenti, controlli) alle quali vengono attribuiti dei punteggi che variano da 1 a 5 secondo la difficoltà. In assenza dello schienamento, la vittoria viene assegnata ai punti.

Lotta greco-romana


La lotta greco-romana è una sport da combattimento, analogo alla lotta libera; è differente da quest'ultima in quanto non si possono eseguire tecniche di atterramento o ribaltamento che prevedano azioni sulle gambe. L'obiettivo principale nella lotta greco-romana consiste nel riuscire a portare l'avversario al tappeto, facendogli successivamente poggiare entrambe le spalle (schienamento). In questo caso l'incontro viene interrotto e viene assegnata la vittoria. Se invece l'incontro si protrae per tutta la sua durata, che è di circa 5 o 6 minuti, vince chi ha conquistato più punti. Anch'essa gode dello status olimpico.

Judo


Il judo nasce come arte marziale e pratica educativa-formativa alla fine del XIX secolo in Giappone dalla sistematizzazione delle precedenti scuole di ju jitsu; i praticanti di tale disciplina vengono denominati judoka (柔道家 jūdōka) o judoisti. La disciplina ha sempre avuto una forma di confronto agonistico che ha dato luogo nel tempo ad un vero e proprio ambito sportivo che è stato riconosciuto dal comitato olimpico negli anni '60. L'obiettivo di un incontro di judo è proiettare l'avversario a terra sulla sua schiena o di immobilizzarlo a terra, preferibilmente sulla schiena o forzarlo ad arrendersi per un soffocamento, uno strangolamento o una leva articolare al braccio (sono vietate alle spalle, alla nuca o alle gambe). Ognuno di questi requisiti permette la realizzazione del punto atto a vincere immediatamente l'incontro chiamato ippon. Gli altri due punteggi sono il Waza-ari e lo Yuko.

Luta livre

La luta livre è una disciplina brasiliana (da non confondere con la lotta libera che viene invece chiamata luta estilo livre), creata nella prima metà del XX secolo a Rio de Janeiro, specializzata nella lotta al suolo senza keikogi e nel combattimento libero. Il termine luta livre è stato impiegato anche in riferimento al free fight. Si divide in Luta Livre Esportiva (o Submission) che è uno stile focalizzato esclusivamente sulle prese, concentrandosi in particolar modo nella lotta a terra con sottomissioni, e in Luta Livre Vale Tudo che rappresenta un'estensione della specialità esportiva e diventa a tutti gli effetti una forma di combattimento libero e completo, a cui vengono aggiunte le percussioni, come pugni, calci, gomitate e ginocchiate (l'introduzione dei colpi permette, fra l'altro, di facilitare la sottomissione dell'avversario).

Sambo 

Sambo, acronimo di Samozaščita Bez Oružija ovvero "difesa personale senz'armi", è un sistema da combattimento di origine russa sviluppato a partire dagli anni venti come metodo di lotta destinato all'addestramento dei soldati dell'Armata Rossa. Da esso si sono emanate varie forme di specialità sportiva. Le tecniche del sambo si suddividono fondamentalmente in tre tipi di attacco: alla parte superiore del corpo, alla parte inferiore del corpo, lotta al suolo. Nella competizione sportiva per ciò che riguarda la lotta a terra sono proibite le tecniche di lussazione degli arti e gli strangolamenti, a differenza di quanto avviene nel judo. Ciò è dovuto al fatto che le prese possono includere tecniche di lotta libera e lotta greco-romana, la cui stretta potrebbe essere altamente lesiva. In certi formati i due contendenti sono autorizzati a usare pugni e calci, assieme a colpi di ginocchio e gomito, oltre alle normali prese di strangolamento e sottomissione.


Brazilian Jiu Jitsu

Il Brazilian Jiu Jitsu' o BJJ è una competizione analoga al judo ma con un regolamento differente che prevede la vittoria per sottomissione o ai punti, non per schienata o immobilizzazione. Per questo un incontro di jiujitsu brasiliano si svolge gran parte del tempo al suolo a differenza del cugino judo. Si indossa un keikogi simile a quello del judo, ma più leggero nella parte superiore e più robusto in quella inferiore, proprio perché si passa più tempo facendo lotta a terra. La disciplina si è diffusa in tutto il mondo dopo aver ottenuto successo negli incontri di arti marziali miste.



Submission Grappling

Il Submission Grappling è una disciplina lottatoria che prevede una fase di lotta in piedi analoga a quella della lotta libera ma che termina non con una schienata o un'immobilizzazione ma con la sottomissione di uno dei due contendenti tramite leve o strangolamenti. Se non avviene sottomissione, si vince ai punti. I contendenti indossano semplicemente magliette anti-graffio e pantaloncini, le protezioni consistono nel paradenti ma non nel caschetto. La disciplina è riconosciuta dalla Federazione Internazionale delle Lotte Associate come stile lottatorio ufficiale e sta operando per portarla alle Olimpiadi accanto alla libera, alla greco-romana e al judo.


Ssirûm

La lotta coreana o Ssirûm è uno sport da combattimento coreano, che ha origini antiche, praticata in occasione di festeggiamenti tipici locali, e si svolgeva fra i giovani più robusti dei villaggi, l'ultimo a restare in piedi era proclamato vincitore e coronato col titolo di changsa, uomo forte, ed era premiato con un bue. È un combattimento fra due lottatori all'interno di una buca di sabbia. I due atleti si prendono per il satpa, il pezzo di stoffa che cinge vita e coscie, e con l'uso della forza di braccia, gambe e dorso cercano di rovesciare l'avversario fino a farlo cadere. Tecnica chiamata "capovolgimento" dove l'atleta non usa la propria forza, ma quella dell'avversario contro di lui. Gli incontri possono sembrare lenti ad una visione superficiale, in realtà sono molto dinamici e attraggono un grande numero di spettatori, grazie alla sorprendente rapidità con cui viene capovolto l'avversario ed ottenuta così la vittoria.


Sumo

Il sumo è una forma di lotta corpo a corpo, nella quale due lottatori si affrontano con lo scopo di atterrare o estromettere l'avversario dalla zona di combattimento detta dohyo. Il sumo è lo sport nazionale del Giappone. Per tradizione, prima di ogni incontro, i rikishi raccolgono da un apposito contenitore una manciata di sale e la lanciano sul dohyo. Tale gesto è propiziatorio e ben augurante finalizzato a proteggere i rikishi da sfortunati scontri, ferite, infortuni e cadute.


Discipline ibride

Arti marziali miste

Le arti marziali miste, conosciute anche come Mixed martial arts o MMA, sono lo sport da combattimento più completo come numero di tecniche che esiste attualmente. Questo sport comprende una grande gamma di tecniche come pugni, calci, ginocchiate, gomitate, proiezioni, lotta a terra, leve articolari, strangolamenti. Le arti marziali miste possono essere praticate come sport di contatto regolamentato o in tornei con regole minime nei quali gli atleti vincono essenzialmente mandando l'avversario KO o sottomettendolo. Si tratta nello spirito dell'ultima erede dell'antico pancrazio. Lo sport si è sviluppato con tale nome solamente a partire dalla metà degli anni novanta ed in precedenza era noto anche con i nomi Free fight o No holds barred.

Pancrazio

Il pancrazio è uno sport di origine greca, un misto di lotta e pugilato. Il termine significa "intera forza (del corpo)". Lo scopo era vincere l'avversario utilizzando tutte le proprie forze, a mani nude, ed i contendenti avevano la possibilità di usare tutte le tecniche possibili: sgambetti, proiezioni, leve articolari, pugni, calci, ginocchiate, gomitate, unghiate, tecniche di rottura delle dita, morsi, possibilità di strozzare l'avversario. Il pancrazio è diventata una delle più complete discipline da combattimento, poiché comprende tecniche diverse tra loro, ed allena quindi ad un uso generale del proprio corpo. Al giorno d'oggi la Federazione Internazionale delle Lotte Associate ha riconosciuto una forma di competizione chiamata pancrazio amatoriale dal regolamento simile a quello delle arti marziali miste.

Shoot Fighting

Con i termini Shootfighting si intende uno sport da combattimento simile alle arti marziali miste, quindi combinante sia percussioni che lotta, rispetto ad esse però non è ammesso colpire l’avversario a terra ed è proibito colpire mentre si è al suolo. In questa situazione si potranno usare solo tecniche lottatorie. Si considerano al suolo atleti che poggiano anche solo con la mano o con il ginocchio sul tappeto. Solo le classi avanzate inoltre utilizzano guantini a mano aperta, mentre per le categorie inferiori si utilizzano i normali guantoni pugilistici. Per questo motivo la disciplina assomiglia ad un iniziale incontro di Muay thai, Kickboxing o anche Sanda visto che si può proiettare l'avversario e tentare di immobilizzarlo per 5 secondi oppure di sottometterlo, passando così ad una fase di Submission grappling.


Shoot Boxing

Lo Shoot boxing, Shoot boxe o Standing Valetudo è uno sport da combattimento prevalentemente di striking e quindi simile al Kickboxing ma che integra anche tecniche di proiezione a terra e di sottomissione in posizione eretta; può essere paragonato alle MMA ma privo della parte di combattimento a terra.




martedì 6 maggio 2014

Lotta

Giacobbe che lotta con l'angelo, un'illustrazione di Gustave Doré (1855)


La lotta (anticamente "lutta", dal latino lŭcta) consiste nel combattimento corpo a corpo tra due avversari o anche la fase del combattimento in cui i due contendenti finiscono avvinghiati in contatto diretto. Il termine si riferisce in particolare a tecniche, movimenti e contromosse applicate al fine di ottenere un vantaggio fisico, come posizioni di dominanza, uscite e sottomissioni, o per infortunare un avversario. Viene studiata e praticata soprattutto per sport e competizioni agonistiche, ma anche nelle arti marziali, per difesa personale o per addestramento militare. Esistono molti stili di lotta ognuno con regole diverse sia tra gli sport tradizionali (la lotta popolare) che tra le discipline di combattimento moderne; ognuna adotta un vocabolario ed una terminologia diversa anche in occasione delle stesse tecniche ed azioni, questo perché ognuno di essi possiede una propria storia ed ha risentito del condizionamento culturale della società in cui si è evoluto.


Storia della lotta

Dettagli di scene di lotta nella tomba 15 (Baqet III) a Beni Hasan.


La lotta è una delle più antiche forme di combattimento. Le origini della lotta possono essere fatte risalire fino a 15.000 anni fa tramite dipinti sulle pareti di caverne in Francia. Reperti archeologici babilonesi e egizi mostrano lottatori utilizzare gran parte delle tecniche note nelle attuali competizioni sportivi. Nell'antica Grecia, la lotta occupava un posto rilevante nella leggenda e nella letteratura; vi sono riferimenti già nell'Iliade, nella quale Omero racconta di scontri di lotta avvenuti nel contesto della guerra di Troia fra il XIII e il XII secolo a.C. Sotto certi aspetti brutali, la lotta greca era la disciplina principale negli antichi giochi olimpici. L'antica Roma attinse pesantemente dalla lotta greca, ma ne eliminò parte della sua brutalità e del suo carattere "sportivo" a favore di un approccio più orientato alla formazione psicofisica dei cittadini e dei soldati.
Durante il Medioevo, la lotta rimase popolare a livello regionale e venne patrocinata da molte famiglie reali, incluse quelle francesi, giapponesi ed inglesi. Tecniche lottatorie sono descritte nei manuali di arti marziali europee del Rinascimento, come mezzo di difesa personale integrante l'uso di tecniche di scherma. In oriente, invece, l'addestramento militare, come per esempio quello delle guardie imperiali cinesi o dei samurai, comprendeva l'uso di tecniche corpo a corpo in caso si fosse perduta l'arma, come nello shuai jiao o nel jujutsu. Forme di lotta tradizionale si sviluppano in numerose parti del mondo, dalla Scandinavia all'India.
Le prime colonie americane importarono una forte tradizione lottatoria dall'Inghilterra. I coloni trovarono forme di lotta anche fra i nativi americani. La lotta amatoriale fiorì attraverso i primi anni degli Stati Uniti e divenne un'attività popolare in fiere, festività, celebrazioni ed esercitazioni militari. Il primo torneo nazionale organizzato di lotta fu tenuto a New York nel 1888, mentre la prima competizione di lotta nei moderni Giochi Olimpici si tenne nel 1904 a Saint Louis.
Nel 1912 viene fondata la FILA o Federazione Internazionale delle Lotte Associate, ad Anversa.
Nel corso del XX secolo si sono differenziate numerose nuove discipline sportive lottatorie (sia di tradizione occidentale, che orientale), come anche spettacoli puramente d'intrattenimento confluiti nel pro wrestling.
Attualmente la Federazione Internazionale delle Lotte Associate, sotto la giurisdizione del Comitato Olimpico Internazionale, ha riconosciuto nell'ambito sportivo le seguenti specialità come stili internazionali ufficiali, stabilendone regole uniche e gestendone incontri sportivi a livello mondiale:
  • Lotta greco-romana
  • Lotta stile libero
  • Lotta femminile
  • Beach Wrestling
  • Pancrazio athlima
  • Belt alysh
Esistono comunque numerosi stili folkloristici tradizionali che fanno parte della Lotta popolare, nonché alcune arti marziali e sport da combattimento vari basati sulla lotta.


Tecniche di lotta

Le tecniche di lotta possono essere suddivise in queste categorie:
  • lavoro in piedi: ha luogo quando entrambi i competitori sono in piedi ed utilizzano prese applicate alla parte superiore del corpo dell'avversario, per condizionarne il comportamento o effettuare determinate altre tecniche. Consiste in prese e controlli di polsi, gomiti, e nuca, opposizioni con il petto, cintamenti e così via. Il lavoro in clinch è generalmente usato per preparare o per difendersi da proiezioni, ma in certe specialità anche per poter colpire l'avversario più efficacemente, oppure per cercare poi di afferrare l'avversario in una sottomissione. La lotta greco-romana è la disciplina del clinch per eccellenza.
  • Proiezioni: una proiezione è utilizzata dal lottatore per manipolare l'avversario (sbilanciandolo o sollevandolo) generalmente da una posizione in cui sono entrambi in piedi ad una al suolo, tutte prevedono comunque che l'esecutore mantenga una posizione di vantaggio o relativo controllo rispetto all'avversario. Lo scopo delle proiezioni varia a seconda delle discipline a volte enfatizzando il potenziale di incapacitare direttamente l'avversario con la caduta (in questo caso la schienata viene considerata KO e determina la fine dell'incontro), oppure indirizzando verso la possibilità di ottenere una posizione di controllo, per esempio per applicare una sottomissione. Si considera una proiezione anche quando il lottatore solleva il suo avversario e lo manovra forzatamente in aria verso il suolo, anche lanciandolo; se l'esecutore rimane in piedi e non segue l'avversario a terra, il lancio viene di solito definito slam, altrimenti throw secondo la terminologia inglese ma per la sua pericolosità è vietato in alcune discipline. Esistono anche sollevamenti e proiezioni applicabili da una posizione al suolo.
  • Immobilizzazioni e controlli: con questi termini si definiscono aspetti notevolmente differenti da disciplina a disciplina perché sono influenzate dalle finalità di ciascuna di esse in alcune un'immobilizzazione implica il trattenere un avversario da una posizione in cui non può attaccare, in altre comporta una vittoria immediata se mantenuta per un certo periodo di tempo, in altri invece è considerata inattività e può comportare la ripresa dell'incontro da una posizione libera (con eventuale sanzione per chi manteneva la staticità) ma può anche essere considerata una posizione di dominanza ricompensata con punti. Altre tecniche di controllo sono utilizzate per mettere faccia a terra l'avversario di modo da evitare che possa scappare o attaccare, oppure per mantenere una posizione di guardia da una situazione svantaggiosa come quando si è al di sotto dell'avversario. In questo senso un tipo di controllo viene detto turnover e viene usato per muovere e spostare un avversario che è pancia a terra o chiuso su sé stesso al fine di ottenere punti, preparare una presa o ottenere una posizione di maggior vantaggio.
  • Sottomissione: ne esistono di due tipi, le costrizioni e le manipolazioni. Alle prime appartengono tutte quelle tecniche che possono potenzialmente strangolare o soffocare l'avversario, le compressioni di muscoli o tendini sulle ossa, oppure in generale ogni tecnica che penetra o schaccia punti sensibili (muscoli, organi, ghiandole). Alle seconde appartengono quelle tecniche che possono potenzialmente arrecare danno ad una giuntura o ad un'articolazione come torsioni, chiavi e soprattutto leve. In competizioni sportive, ci si aspetta che chi subisce una sottomissione tramite segnali verbali o gestuali (come il battere con la mano) si arrenda, ammettendo così la sconfitta poiché trattenuto in una presa da cui non può scappare. Chi viene sottomesso e si rifiuta di "battere" rischia la perdita di sensi o un serio infortunio. In ambito di polizia o di difesa personale, si possono applicare prese di sottomissione per bloccare un soggetto pericoloso o impedire la fuga di un criminale; in questo caso, più che di sottomissione, si parla in genere di controllo doloroso o presa da capacitanza dolorosa ("pain compliance hold"). Queste tecniche possono causare dislocamenti, strappi, fratture, perdita di sensi e persino morte.
  • Fughe: in senso generale, una fuga si ottiene muovendosi fuori da una situazione di rischio o da una posizione di inferiorità; per esempio quando un lottatore si trova al di sotto del suo avversario ma riesce ad uscire dalla posizione, oppure quando da terra riesce a rialzarsi, o quando sta per subire una sottomissione ma riesce a prevenirla e ad evitare la presa.
  • Ribaltamenti e spazzate: in genere occorrono quando un lottatore che si trova al suolo al di sotto di un altro riesce ad eseguire una mossa che gli consente di ottenere una posizione di vantaggio sull'avversario.

Tipi di lotta

Presa in vita nella lotta in piedi


Ci sono molti differenti stili regionali di lotta sparsi nel mondo che sono praticati in una ristretta area geografica o nazione, come la malla-yuddha indiana o la s'istrumpa sarda. Altri stili di lotta come lo shoot wrestling, il catch wrestling, il submission grappling, il Brazilian jiu-jitsu, il judo, il sambo, la lotta libera e la lotta greco-romana hanno invece ottenuto popolarità a livello globale. Il judo, la lotta libera e la greco-romana hanno ottenuto lo status di sport olimpici, mentre il jiu-jitsu brasiliano e il sambo hanno i loro campionati mondiali. Altri tipi di lotta conosciuti sono la luta livre, lo shuai jiao, l'aikido, l'hapkido e il beach wrestling. In queste discipline, l'obiettivo è o di portare al suolo l'avversario e bloccarlo, oppure di afferrarlo con una presa specializzata per sottometterlo e costringerlo ad arrendersi mediante un segnale (in genere, battere una mano). Sostanzialmente le tecniche utilizzate sono le stesse (con eventuali varianti nelle prese a seconda dell'indumento usato), poiché il corpo umano rimane lo stesso così come i modi di manipolarlo, a differenziare le varie discipline è più che altro il regolamento nelle competizioni che influisce su quali utilizzare e su come giungere ad esse.
Oltre che per l'eventuale fine (autodifesa o agonismo) gli stili di lotta trovano numerosi distinguo: i combattimenti si possono focalizzare sul controllo diretto e fisico dell'avversario, sul suo atterramento, ma possono essere specializzate in tecniche di sottomissione, o per il fatto che vengono combattute prevalentemente in piedi o a terra. Un'ulteriore differenziazione viene fatta in base all'abbigliamento con cui vengono praticate: la lotta olimpica viene praticata con uno specifico costumino o singlet, mentre le lotte provenienti dall'oriente si catalogano in "gi" o "no-gi" (se si veste o meno il budogi), ma ovviamente ogni altro stile di lotta possiede un abbigliamento proprio, caratteristico del folklore e della società di appartenenza.


Abbigliamento per lottare

Esistono grosso modo due modi per vestirsi nel praticare lotta, che possono influenzare la gamma di tecniche utilizzabili e il modo di esecuzione del confronto: in un caso si pratica con una giacca apposita, come per esempio il keikogi nelle discipline orientali o la kurtka nel sambo, o un pantaloncino in juta con le gambe arrotolate su cui si effettuano le prese nello Schwingen svizzero, un gilèt variopinto nella boxe mongola, un particolare perizoma detto mawashi nel sumo, specifici bermuda in pelle nella lotta all'olio turca Kırkpınar e così via. In alternativa si può non utilizzare tale indumento per consentire prese.
In questi casi l'abbigliamento viene utilizzato per eseguire le prese, mentre nelle discipline olimpiche che si rifanno alle lotte antiche (che venivano praticate nudi), si indossano costumi attillati (troppo leggeri per effettuarci delle tecniche) che quindi enfatizzano il controllo diretto del corpo usando solo le prese e gli agganci naturali; è chiaro che non esiste una regola univoca e in alcune forme di lotta si combatte a petto nudo. Anche le calzature comunque fanno parte delle "divise" dei lottatori si svaria dalla pratica a piede nudo, all'utilizzo di stivali, scarponi o scarpette sportive specifiche.
La forma comprensiva di un giacchetto, spesso detta "gi" per estensione del termine usato nelle discipline di origine orientale, spesso utilizza prese sugli indumenti (in alcuni casi anche sulle cinture) per controllare il corpo dell'avversario, mentre le forme "no-gi", più proprie della tradizione occidentale, enfatizzano il controllo diretto di torso e testa usando solo le prese naturali del proprio corpo. Anche se l'uso di un giacchetto è obbligatorio nelle competizioni di judo, di sambo e gran parte di quelle di BJJ, così come in molte varietà di lotta popolare (o "folk wrestling") nel mondo, molti atleti si allenano anche senza, in genere per affinare la capacità di presa non avendo un indumento da afferrare. Non viene usato invece in discipline come la lotta olimpica o il submission grappling no-gi, dove gli atleti indossano al massimo tute aderenti come la rash guard o il singlet, che non consentano di essere sfruttati per applicare tecniche. In alcune forme di wrestling si compete addirittura a petto nudo, indossando solo dei pantaloncini; nel sumo, si indossa solo un perizoma, detto mawashi.


Lotta in piedi e al suolo

La distinzione più ricorrente per la lotta è relativa al suo essere applicata in piedi o a terra.
Più specificatamente la lotta in piedi, spesso impropriamente indicata con il termine inglese di clinching (che è un'azione che fa parte invece della lotta in piedi), è parte integrante di qualsiasi arte di lotta, considerando che di solito i due combattenti iniziano l'incontro da una posizione in piedi. L'obbiettivo della lotta in piedi varia quindi a seconda dell'arte marziale o dello sport da combattimento di riferimento. Una lotta in piedi difensiva concerne di per sé con l'applicazione di prese dolorose o lo scappare da esse, mentre una lotta in piedi offensiva include trapping, proiezioni, lanci, intesi per infliggere seri danni o per spostare il combattimento al suolo. La lotta in piedi può essere anche impiegata sia offensivamente che difensivamente in combinazione con lo scambio di colpi, o per impedire all'avversario di ottenere una distanza sufficiente per poter lui stesso usare le percussioni.


Nel judo, l'obbiettivo del ne-waza è di immobilizzare l'avversario schiena a terra, in alternativa si può effettuare uno strangolamento o una leva agli arti superiori.


La lotta a terra si riferisce a tutte le tecniche di lotta applicate quando i due lottatori non si trovano più in una posizione in piedi. Gran parte di molte arti marziali e sport da combattimento che includono la lotta al suolo consiste nel posizionamento e nell'ottenere una dominanza sull'avversario. Questa situazione (di solito al di sopra di esso) consente al lottatore in posizione di vantaggio una vasta gamma di opzioni, come: cercare di fuggire rialzandosi, ottenere un'immobilizzazione per controllare e sfiancare l'opponente, eseguire una tecnica di sottomissione come una leva, o colpirlo velocemente. Il lottatore a terra, d'altra parte, si concentra principalmente nell'uscire dalla situazione e migliorare la sua posizione, di solito con un ribaltamento. In alcune discipline, in particolare quelle che utilizzano una posizione cosiddetta di guardia, il lottatore a terra può riuscire ad applicare una sottomissione a chi è situato sopra di lui.
In ambito sportivo, la lotta in piedi di solito riguarda il proiettare efficacemente l'avversario. In alcune specialità come la glima, il combattimento finisce appena l'avversario è caduto. In altre, l'incontro può continuare al suolo finché non vengono incontrate alcune condizioni (come una sottomissione o un'immobilizazione): Per esempio, nella lotta olimpica si cerca di far poggiare l'avversario con la schiena a contatto con la superficie del tappeto o proiettarlo con grande ampiezza per vincere; nel judo lo scontro in piedi detto randori cerca una proiezione perfetta sull'avversario per ottenere la vittoria o ippon, qualora egli finisca a terra ma senza schienata si può passare ad un lavoro a terra detto ne-waza in cui si cerca di immobilizzarlo schiena a terra per un determinato periodo di tempo o sottometterlo. Sportivamente esistono anche discipline di sola lotta a terra, o nelle quali si può ottenere la vittoria solo a terra, è il caso per esempio del Submission Grappling e del Brazilian jiu-jitsu, che si concentrano su tecniche di sottomissione. Per contro, la lotta greco-romana è la disciplina del clinching per eccellenza.


Lotta come dominio fisico o come sottomissione

La lotta può essere categorizzata anche in base al suo concentrarsi sul controllo fisico oppure sulla sottomissione. Questa distinzione era già nota nell'antichità, in epoca classica per esempio venivano definite come lotta canonica oppure pancreatoria. Fra le discipline appartenenti al primo ambito ci sono il sumo, la lotta libera o la sua meno nota variante beach wrestling (uno stile basato sulle tecniche della lotta libera ma a differenza di quest'ultima è vietato il combattimento a terra, l'intento delle federazioni che organizzano i tornei di lotta sulla spiaggia è quello di promuovere e diffondere il wrestling anche al di fuori delle palestre, sfruttando un ambiente di gara naturale e molto popolato). Sono competizioni in cui si ottiene la vittoria in genere schienando l'avversario o facendolo uscire fuori da un'area delimitata, incoraggiando in genere proiezioni e lavoro di controllo. Fra le discipline appartenenti al secondo ambito, vi sono il Brazilian jiu-jitsu, la luta livre e il submission grappling, nei quali la vittoria è invece data dalla resa dell'avversario che subisce una sottomissione e incoraggiano un tipo di lavoro (soprattutto a terra, ma non necessariamente) finalizzato a conseguire ciò. Il sambo cerca di esplorare entrambi gli ambiti con diverse gradazioni, a seconda della specialità di sambo.
Questa appena descritta si tratta di una distinzione che nella lingua italiana non viene definita, dato che si utilizza generalmente per tutto il solo termine "lotta" proveniente dal latino lucta. Ma nei paesi anglosassoni (soprattutto Regno Unito e Stati Uniti), dove esiste una florida e datata tradizione di lotta, e dai quali provengono i principali atleti e campionati, si impiegano diversi termini utilizzati anche nei circuiti internazionali e che a volte possono generare confusione.
Due lottatori liberisti in azione.

Nella lingua inglese si utilizza in genere il famoso termine "wrestling" per definire quella parte della lotta consistente in clinching, proiezioni, lanci, prese ed immobilizzazioni, dove due avversari ingaggiano una competizione fisica in cui cercano di ottenere e mantenere una posizione di dominanza. La parola si riferisce soprattutto alla lotta olimpica, che viene definita in genere "amateur wrestling", in Italia il termine viene associato in genere solo agli spettacoli del "professional wrestling" che sono una forma di show che non va confuso con le competizioni lottatorie propriamente dette. Il termine proviene dall'Inglese antico ed è una delle parole inglesi più remote nel tempo per descrivere il combattimento corpo-a-corpo. Il dizionario Merriam-Webster lo definisce come "uno sport o competizione in cui due individui disarmati combattono corpo-a-corpo per soggiogare o sbilanciare l'altro".
Esiste però anche il termine "grappling", che in inglese indica la lotta in generale in ogni suo aspetto, ma che a volte (e soprattutto in Italia) viene inteso riferendosi alla sola parte della lotta consistente in tecniche di sottomissione (strangolamenti, soffocamenti, leve, chiavi e torsioni) e in tecniche operanti per poter applicare le prime (che non sono invece parte delle discipline di wrestling, a parte alcune eccezioni come il catch wrestling che ne ha adottate alcune nelle proprie regole).
A volte si associa impropriamente il termine wrestling alla lotta in piedi e erroneamente grappling a quella a terra, ma in realtà è possibile effettuare un "lavoro di wrestling" anche a terra così come leve o strangolamenti sono applicabili anche in piedi.


Aspetti fisiologici

Le discriminanti nell’approccio alla lotta è ciò che gli studiosi definiscono “intelligenza cinestetica” e capacità propriocettiva. L’intelligenza cinestetica consiste nella capacità di un individuo di saper gestire il proprio corpo e di controllarne i movimenti, manipolare oggetti trasformarli e riorganizzarli, o nel caso della lotta controllare il corpo di coloro con cui si entra in relazione, osservare situazioni e riprodurle, programmare sequenze di azioni anche a livello astratto. E’ un’intelligenza che permette l’apprendimento attraverso il movimento (toccando oggetti, muovendosi, interagendo con lo spazio). La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La propriocezione assume un'importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento.
La natura stessa impone dei tempi di apprendimento di queste due capacità che rientrano in quei processi fondamentali dell’età evolutiva e che quindi rimangono più ostiche nell’età adulta, ma soprattutto la natura ci impone la metodica di apprendimento che in tutti i mammiferi è la lotta (la principale attività dei cuccioli per lo sviluppo psico-motorio).
E’ quindi sulla base di quanto scritto che in tutte le scuole professionistiche di sport di combattimento comprese quelle di MMA si attribuisce uno spazio molto ampio all’apprendimento delle tecniche lottatorie sia tra i professionisti che soprattutto nell’ambito giovanile ed infantile, come dichiarato poi dallo stesso Alessio Sakara in un suo intervento “consiglio ai giovani” (youtube)
La Lotta intesa come la Lotta Olimpica risulta essere la disciplina più utile all’apprendimento in sicurezza di queste abilità che poi saranno indispensabili nella pratica anche di discipline più cruente. Lungi questo dal voler sostenere che la lotta sia la più efficace tra le discipline di combattimento, ma soltanto che i fondamentali inerenti questa specialità sono oltre che fonfamentali anche più complessi e quindi da apprendere prematuramente.


Lotta "shoot" o "show"

Nei paesi anglosassoni, si distingue in genere fra la lotta praticata a livello agonistico, spesso identificata col collegiate wrestling e l'amateur wrestling (e che ricadono nell'ambito della lotta olimpica), e il "professional wrestling", che consiste in realtà in spettacoli d'intrattenimento, a volte seguenti anche un copione prestabilito. La lotta come "show" si è sviluppata in particolare nelle forme del pro wrestling, del puroresu e della lucha libre.


Uso

Il grado con cui le tecniche di lotta sono utilizzate nei differenti sistemi di combattimento varia. Alcune discipline, come il catch wrestling, il submission wrestling, il judo, il sumo, e il Brazilian jiu-jitsu sono esclusivamente arti di lotta e non contemplano l'esecuzione di colpi.


Matt Larsen, creatore del Modern Army Combatives Program, mostra uno strangolamento ad un avversario in addestramento.


Nel pancrazio antico invece la lotta era un tutt'uno con lo scambio di colpi e l'utilizzo delle mosse più efferate, comprese lo spezzamento delle dita o la possibilità di mordere. L'odierno sport da combattimento delle arti marziali miste è la disciplina che più si avvicina a questa totalità consentendo agli atleti partecipanti di usare sia tecniche di lotta che percussioni, utilizzando l'una per poter applicare meglio le altre o viceversa le altre per giungere facilmente alla prima.
La lotta non è comunque consentita in tutte le arti marziali e gli sport da combattimento; di solito allo scopo di concentrarsi su altri aspetti del combattimento come le tecniche pugilistiche, i calci o l'uso di armi. Gli avversari in questi tipi di incontro, tuttavia, possono ancora entrare brevemente in una fase di lotta o comunque di contatto diretto per fatica fisica o dolore; quando ciò avviene, l'arbitro può intervenire per separarli e far ripartire lo scontro, a volte dando un avvertimento ad uno o entrambi i competitori. Ciò avviene per esempio nella boxe, nella kickboxing, nel taekwondo, nel karate e nella scherma. Una fase di grappling prolungata nella muay Thai comporterà anch'essa la separazione dei combattenti, ma l'arte studia intensamente l'utilizzo di tecniche di clinching attorno al collo.
Le tecniche di lotta e la difesa dalle tecniche di lotta sono anche considerati importanti nella difesa personale e nelle applicazioni di polizia. Le più comuni tecniche insegnate hanno lo scopo di difendersi da prese o applicare prese dolorose.


Khuresh, stile di lotta tradizionale di Tannu Tuva


D'altra parte, la lotta consente di controllare un avversario senza arrecargli danno. Per questo motivo, molte forze di polizia ricevono un certo grado di addestramento nella lotta. A maggior ragione, gli sport di lotta sono stati regolamentati di modo da permettere ai partecipanti di competere con tutti i loro sforzi fisici senza dover infortunare gli avversari.
La lotta viene chiamata dumog nell'eskrima. Il termine chin na nelle arti marziali cinesi ha a che fare con l'uso della lotta per ottenere una sottomissione o incapacitare l'avversario (ciò può implicare l'uso dei punti di agopuntura). Alcun arti marziali cinesi, l'aikido e diversi sistemi di eskrima, così come molte arti marziali europee medievali e rinascimentali, contemplano la lotta quando uno o entrambi i contendenti sono armati e ne studiano l'applicazione in sinergia con l'uso di armi. Per esempio, un bastone può essere impiegato anche per effettuare uno strangolamento dopo una fase di scambio di colpi. Questa pratica è significativamente più pericolosa della lotta disarmata e richiede generalmente un alto livello di allenamento.
Alcuni artisti marziali, come i Dog Brothers, combinano la lotta con l'uso di armi.

lunedì 5 maggio 2014

Combattimento al suolo


Anche se la guardia è in genere considerata una posizione di vantaggio nel grappling puro, i pugni in altri contesti possono essere molto efficaci da sopra



Il combattimento al suolo (anche lavoro a terra, lotta a terra o ground game) è una parte del combattimento che si svolge quando i due combattenti si trovano al suolo, in genere lottando. Il termine è usato comunemente nel contesto delle arti marziali miste e in altri sport da combattimento, ma anche in alcune arti marziali per indicare il set di tecniche impiegate da un combattente che si trova al suolo, in opposizione a quelle applicate in un combattimento in piedi.
La lotta al suolo è comune nel Brazilian jiu jitsu ed è molto esplorata anche nel Catch wrestling, nel Judo, nel Sambo, nello Shoot wrestling e molti altri stili lottatori.
In maniera simile al clinch, il combattimento al suolo implica che i due che si affrontano siano a stretto contatto, controllando e avvinghiandosi a vicenda tramite prese e posizionamenti. A seconda della posizione, la prossimità può permettere tecniche come morsi, strangolamenti, ganci, colpi agli occhi, chiavi articolari, tecniche con i punti di pressione o vari altri tipi di attacco e presa di sottomissione.