domenica 21 luglio 2019

PUGILATO DA UNO SPORT DI NICCHIA A UNA PROPOSTA DI FITNESS ESTREMAMENTE EFFICACE



La noble art, come è stata definita dagli Inglesi. Nel corso dei secoli è stata codificata, modificata e “ingentilita” fino ad arrivare ai giorni nostri come uno sport non praticabile da tutti.
La preparazione fisica del pugile è elevata e completa, infatti il pugilato comporta un lavoro organico per il 50% aerobico e per il 50% anaerobico; permette di sviluppare forza, resistenza, velocità e elasticità. Dal punto di vista psicologico scarica le tensioni e lo stress, accresce l’autostima e la sicurezza in se stessi e, non per ultimo, ci dà uno strumento di difesa personale efficace.
La pecca della boxe, il motivo per cui negli ultimi decenni è stata messa da parte in favore di altre discipline di combattimento, è il suo non volersi modificare in funzione delle richieste di mercato; voler rimanere uno sport duro per pochi duri.
Non ci sono dubbi che il pugilato e la preparazione che lo accompagnano siano fisicamente e mentalmente impegnativi ma, con la giusta programmazione e qualche modifica che comunque non snaturino l’essenza stessa della disciplina, le lezioni di boxe possono diventare accessibili ai più.
Come possiamo proporre una lezione di pugilato a indirizzo fitness?
Proponiamo uno schema di lezione di un ora e mezza da proporre a una classe mista per quel che riguarda la preparazione atletica.
25’ preatletismo
15’ tecnica pugilistica
35’-40’ preparazione specifica
10’-15’ addominali e stretching
I tempi riportati possono variare in base al periodo di lavoro e al livello della classe.
90’ sono la durata ideale per una lezione di questo tipo. Tuttavia se il tempo a nostra disposizione è inferiore possiamo adattare al lezione in base alle nostre esigenze.

Preatletismo
Definiamo in questo modo la fase iniziale che comprende il riscaldamento organico e una parte di potenziamento. Consiste in una serie di esercizi a corpo libero che vadano a far lavorare tutti i gruppi muscolari, con particolare attenzione alla parte superiore del corpo, corsa, saltelli, movimenti di slancio, balistici che preparano le articolazioni alle sollecitazioni successive. Inseriamo infine alcune serie di piegamenti sulle braccia.
Il preatletismo è molto importante, specialmente per chi è nuovo a questo genere di attività; ha il ruolo di mettere in condizioni la persona di sopportare il lavoro pugilistico vero e proprio.

Tecnica pugilistica
Nella boxe esistono tre colpi: diretti, ganci e montanti; sono possibili diverse varianti e moltissime combinazioni. Imparare la tecnica corretta è fondamentale per ricavare il massimo beneficio da questo tipo di allenamento e, soprattutto, evitare futuri infortuni. Per apprendere al meglio i colpi l’ideale è eseguirli davanti a uno specchio, sotto la supervisione di un istruttore che correggerà immediatamente gli eventuali difetti, in modo che non si strutturino vizzi di forma. Soprattutto in fase iniziale dedicheremo all’apprendimento della tecnica tempo e attenzione, come investimento sulla qualità del lavoro futuro. Questo è un momento importante della lezione, infatti consente all’insegnante di accostare novizi e esperti senza sovrastimolare i primi o annoiare i secondi; la tecnica, dopo essere stata appresa, sarà continuamente migliorata e velocizzata, senza richiedere l’inserimento di passi sempre nuovi che metterebbero in difficoltà i neofiti come a volte succede nelle classi di aerobica.

Preparazione specifica
Questa fase sarà la più divertente; le possibilità di allenamento sono molte e, combinate e alternate nel lungo periodo, ci permetteranno di rendere la lezione sempre nuova e stimolante.
I metodi di allenamento tradizionali sono il vuoto, il sacco, la corda e le passate; organizzate in riprese da 2-3 minuti con un minuto di recupero, a rappresentare le riprese di un incontro pugilistico. A questi si sono aggiunti metodologie utilizzate anche in altre discipline come il circuit training e l’interval training.
Il sacco e la corda non hanno bisogno di presentazioni.
Il vuoto, o combattimento figurato, può essere svolto da soli davanti allo specchio, utile per la persona che ha sviluppato una certa esperienza e vuole migliorare tecnica e velocità, o in coppia, uno di fronte all’altro a distanza di sicurezza; in questo caso meglio indossare i guantoni, per evitare traumi alle mani.
Le passate consistono nel portare le combinazioni di colpi sui colpitori appositi tenuti dall’istruttore o da un compagno esperto.

Circuit training
Per organizzare l’allenamento in circuito stabiliremo un certo numero di tappe, variabili a seconda del numero dei partecipanti, che possono spaziare dai classici esercizi di potenziamento, a serie di colpi eseguiti con manubri o bilanciere. Naturalmente nulla ci vieta di inserire il salto della corda e il sacco, libero o con combinazioni obbligate.
Ogni persona eseguirà l’esercizio assegnato per 30”-40”; al segnale dell’insegnante si scalerà di stazione per ripartire immediatamente con un nuovo esercizio.
Si possono fare 3-6 giri, in base al numero di stazioni e al livello della classe.
Un esempio di stazioni per circuito può essere:
- diretti con manubri - jump squat - alzate laterali con manubri
- salto della corda - tricipiti tra la panche - slanci avanti del bilanciere
- vuoto allo specchio - montanti con manubri - montanti al sacco
- affondi alternati - distensioni con manubri alternate
- diretti al sacco - ganci su guanti da passata - panca piana su step
Questa metodologia sviluppa in particolare la capacità di lavoro anaerobico lattacido

Interval training
Questo tipo di allenamento nel pugilato si traduce con le ripetute al sacco. È necessario un sacco ogni due persone che lavoreranno alternativamente. Chi è di turno porterà colpi veloci senza pausa per un tempo decrescente scelto dall’insegnante che scandirà i cambi. Quando un allievo lavora l’altro riprende fiato. Uno schema di lavoro può essere:
45”-45”-40”-40”-30”-30”-35”-35”-25”-25”-20”-20”-15”-15”-10”-10”
I tempi riportati indicano le riprese che dovrà sostenere ogni singolo.
Ogni persona dovrà lavorare al massimo per ogni ripresa.
Riserviamo questo metodo di lavoro a classi già avanzate, in quanto è necessario aver acquisito una buona tecnica, una certa esperienza al sacco e una discreta preparazione di base.
L’interval training sviluppa la capacità di lavoro anaerobico lattacido e allattacido. Possiamo in oltre aumentare o diminuire il tempo delle riprese (l’intensità varierà di conseguenza), se vogliamo stimolare più una capacità o l’altra.
Oltre alle metodologie classiche di allenamento nella fase di preparazione specifica possiamo inserire periodicamente minisedute di body building, pump o di altre discipline di fitness in chiave combat, per rendere la lezione varia e stimolante.

Addominali e stretching
Il lavoro degli addominali è fondamentale nella preparazione pugilistica, in quanto i colpi tecnicamente corretti sollecitano in modo sistematico l’addome; un corretto potenziamento di questo gruppo muscolare salvaguarderà la salute della colonna vertebrale.
Concludiamo ogni seduta di lavoro con un defaticamento progressivo e una sequenza di esercizi di allungamento per ogni gruppo muscolare che faciliterà il recupero e ridurrà i dolori post-allenamento.
Per quanto riguarda la programmazione a lungo tempo ci baseremo sul principio classico della preparazione atletica, che prevede un iniziale aumento del volume a intensità costante per poi decrescere in favore dell’aumento dell’intensità di lavoro.
Lo spazio ideale per questo tipo di corso è di 2-3 sedute settimanali.
Inserito nel calendario corsi del nostro centro fitness rappresenterà una valida alternativa alle discipline evergreen, oltre a costituire un’attrattiva per il pubblico maschile verso le lezioni di gruppo.





sabato 20 luglio 2019

Le schivate nel Tang Soo Do

L'ideogramma cinese "MOO" : significa "marziale" o "militare" e in realtà è l'unione di due caratteri cinesi:












che significa "prevenire" o "stop" e "non volere".

che significa "spada" o "lancia" e anche "conflitto" o "guerra"


Quindi, in realtà, la parola "militare" significa "non vogliamo la guerra" o "prevenire la guerra". Inoltre, "difesa" si traduce letteralmente in "fermare la lancia", che è lo stesso di "militare". Questo è l'obiettivo principale del Tang Soo Do.

L'obiettivo finale per uno studente esperto di arti marziali è di "non combattere ottenendo comunque la vittoria". Tuttavia, una volta che il combattimento ha avuto inizio, l'artista marziale dovrebbe vincere, anche quando è in una situazione di serio svantaggio" (KEE Hwang KJN nel libro "Tang Soo Do", vol. 1, capitolo 1. Pagina 4).
Se si parla di "ottenere la vittoria ...", ovviamente, vuol dire che esiste già uno scontro o un conflitto che si concluderà in una "vittoria o una sconfitta per me," e "ottenere una vittoria senza combattere," è l'unico modo RAGIONEVOLE DI RISOLVERE IL CONFLITTO CON IL MIO AVVERSARIO.
Quindi, a differenza di quanto molti pensano e che non capiscono delle arti marziali, è che la prima opzione, che un serio praticante di arti marziali di fronte ad un conflitto, avvierà è di "cercare di ragionare e risolvere il conflitto senza violenza." In altre parole, utilizzando la Diplomazia.
Quando questa prima opzione non funziona o non è possibile applicarla (per esempio, quando il mio avversario ha già lanciato il suo colpo contro di me), si passa alla seconda opzione: "Tuttavia, una volta che il combattimento è iniziato, l'artista marziale deve essere in grado di vincere anche quando è in grande svantaggio. "
E voglio sottolineare il punto "... deve vincere, anche quando si è in grande svantaggio."
Per diversi anni per spiegare alcune strategie del combattimento durante le lezioni ho utilizzato il seguente confronto con i miei studenti:
"Se il nemico attacca ed è molto più grande e più forte di me, restare fermo e cercare di fermare il colpo per cercare a mia volta di "colpire l'avversario" è un po' suicida ... soprattutto se l'attaccante è di peso e forza superiore alla mia.
Avete mai visto una corrida, anche una parte?
Tutti di solito dicono "Sì".
"Allora avrete visto un toro del peso approssimativo di 500 o 600 chili e più confrontarsi con un matador di 70 o 80 chili, che schiva le corna affilate del toro, che potrebbero ucciderlo.
Non fa questo per sfuggire al toro, ma muove il corpo quanto basta per uscire dalla linea di attacco. E il toro si stanca di fallire ancora e ancora.
Poi nella fase finale, il matador prende una spada, si trova di fronte al toro, e quando affonda, schiva di nuovo mentre gli immerge la sua spada, per uccidere il toro.
Si possono fare molte obiezioni sulle corride, ma in questo contesto concentriamoci solo sugli aspetti strategici del torero durante lo svolgimento della corrida, vediamo come il torero usa la sua abilità e intelligenza per evitare gli attacchi mortali di un avversario fisicamente molto più potente.
Le schivate agli attacchi del toro sono una dimostrazione della strategia migliore possibile da seguire di fronte ad un avversario più potente ("... anche se il tuo risulta essere uno svantaggio serio"): è necessario "torearlo" farlo fallire ancora e ancora fino a quando è stanco e, magari, decide di smettere di combattere.
In questo caso "viziare il nemico" comprende non "solo schivate" ma anche "blocchi".
La parte di un solo colpo che uccide il toro non è quello che voglio che imitiate, ma se il vostro avversario è colpevole di insistere a tentare di colpirvi, si dovrebbe cercare con un "colpo di neutralizzare le sue possibilità offensive" (o premendo dei gangli nervosi, niente leve o soffocamenti che possono essere mortali ... solo in una lotta per la VITA O LA MORTE sono consentite queste tecniche). Deve essere fatto con "un colpo", perchè potreste non avere più di un'occasione.
Circa l'ultima frase nelle arti marziali coreane c'è il "Il Sung Pil Kyoko", che si traduce come "un colpo, Vittoria sicura" che sottolinea la necessità di sviluppare efficaci colpi con cui neutralizzare subito più di un aggressore.
Questo non significa negarsi l'opportunità di sviluppare e applicare combinazioni di colpi, ma potresti non avere tre o quattro occasioni per colpire un VERO attaccante.
In realtà, qualsiasi attività che non segue i principi sopra esposti, spiega ancora KJN Hwang KEE MOO DO, non seguirà lo spirito del Tang Soo Do (Tang Su Do).
Tuttavia, rimanendo solo sulle proprietà FISICO-IMPEGNO STRATEGICO, gli spostamenti del torero quando affronta il toro che lo carica sono un buon esempio di come si deve spostare un praticante di Tang Soo Do (Tang Su Do) contro un avversario potente.

venerdì 19 luglio 2019

Hung kuen: lo shaolìn del Fukkien

Nel monastero Shaolin del Nord venivano praticati diversi sistemi di Kung fu basati sull studio dei cinque animali fondamentali: drago, tigre, leopardo, gru e serpente e di altri set per un totale di dodici animali, ovvero dodici metodi. Inoltre, grazie all'apporto di altre svariate esperienze, gli stili praticati all'interno divennero circa trenta.
Sotto il regno di Su Zhong (756 d.C.) della dinastia Tang, nascerà un altro monastero nella provincia del Fukkien a est della città di Quang Zhu. Nel monastero del Fukkien preponderava la filosofia buddhista, che influenzò le caratteristiche degli stili praticati, accompagnando il monaco sia nell'allenamento marziale che nelle pratiche meditative.
Un monaco chiamato Yi Fa Chin si recava spesso dal Nord in questo monastero, fino a stabilirvisi definitivamente divenendone il padre abate. Il monaco ingrandì il monastero e insegnò il kung fu shaolin appreso al Nord. I giovani monaci divennero presto fieri combattenti, difendendo spesso le coste della loro provincia dagli assalti dei pirati giapponesi (waku).
I monaci furono tenaci sostenitori della dinastia Ming, e in seguito temuti come potenziali dissidenti da parte dei Ching, che saliti al potere, dopo il 1644 ordinarono la distruzione di diversi monasteri, compreso quello dell'Hennan, e successivamente anche quello del Fukkien.
Nel monastero del Fukkien i monaci guerrieri si allenavano a un sistema basato sullo studio dei cinque animali collegato alla filosofia dei cinque elementi e alla filosofia dello yin e dallo yang. Uno studio così complesso tocca in estensione vari campi, attinge alla forza espressiva dell'animale, non copiandone i movimenti ma esprimendone l'essenza stessa, insegnando a padroneggiare il corpo e a plasmarlo in piena armonia. Ogni animale contribuisce a forgiare un aspetto particolare del praticante, sia a livello fisico che psicologico.
Per esempio attraverso lo studio del movimento della tigre si rinforza l'apparato muscolo-scheletrico e ad un livello più sottile e caratteriale - la stabilità ed il coraggio. Questo é reso possibile grazie alla pratica di posizioni basse e statiche che, avvicinando il bacino (sede del principale centro di raccolta dell'energia dell'uomo) al terreno, attingono energia dalla terra; all'impostazione dei piedi "ad artiglio", saldamente aggrappati al terreno, che sviluppano nel praticante il senso di aderenza alla realtà e di stabilità forgiandone il carattere: agli allenamenti singoli e di coppia alti a potenziare e rinforzare il corpo sia nella parte superiore che in quella inferiore: alla pratica delle forme, ossia delle sequenze prestabilite di tecniche che, simulando un combattimento contro avversari immaginari, esprimono i principi tecnici e le essenze filosofiche dell'animale in questione.
Seguendo lo stesso principio di lavoro, il leopardo enfatizza lo scatto muscolare, la velocità del movimento che lo rende efficace e compatto. Le sue posizioni sono più dinamiche e più adatte agli spostamenti rapidi, sia diretti che in uscita, supportati da tecniche di zampa che vengono utilizzate per parare e attaccare in modo sequenziale e fulmineo. Il leopardo esprime e stimola l'immediatezza, la potenza dell'azione e la velocità del pensiero.
Il drago rinforza l'apparato respiratorio attraverso l'impiego dei suoni e smuove una grande massa di energia attraverso movenze simmetriche. Per l'enfasi posta sulla respirazione e per il mito a esso legato, il drago è ritenuto un animale al confine tra la materia e lo spirito, che stimola l'attenzione a sé e al potere della propria forza interiore auto-generatrice.
Il serpente sviluppa movimenti fluidi, sciolti, precisi che spezzano le rigidità del corpo e allenano alla riflessione e alla determinazione caratteriale.
Infine la gru, simbolo dell'equilibrio interiore dell'uomo, a livello fisico utilizza movimenti avvolgenti e traiettorie semicircolari atte a controllare l'avversario e allo stesso tempo a colpirlo, mantenendosi così in un perfetto equilibrio tra offesa e difesa. L'Hung Kuen è un metodo realistico che si esprime attraverso un sistema molto particolare, in quanto si mantiene in equilibrio tra i metodi esterni e quelli interni. Attraverso il principio di contrazione e decontrazione delle tecniche, sfutta l'energia fisica gon e successivamente. attraverso la pratica di alcuni settori basata sul rilassamento muscolare e sul controllo della respirazione, stimola l'energia interna yao. Questo è il punto cardine, il centro del cuore dello stile, dove yin e yang si compenetrano in equilibrio e in armonia. Un'espressione di equilibrio delle due forme di energia è data dalla fu hok seon yin, la forma della tigre e della gru, che vede il continuo alternarsi di tecniche a lungo raggio e a corta distanza, di movenze della tigre che entra potente sul bersaglio attaccando o difendendosi e della gru che evita gli attacchi controllando a stretto contatto per poi colpire in velocità.
Questi sono solo modesti esempi del sistema di lavoro di uno stile così ricco e profondo sia a livello tecnico che filosofico. Erroneamente definito spesso come metodo duro da un punto di vista marziale, in realtà è al tempo stesso duro e morbido per quel che concerne l’espressione dell'energia, ma è certamente duro per la costanza e la forza di volontà che richiede nell'allenamento e nell'impegno che ogni praticante dovrebbe mettere nel lavoro sul proprio carattere, per una crescita psico-fisica armonica e in costante evoluzione. Per questo si rende ugualmente adatto alla pratica sia maschile che femminile.
Per concludere, lo stile di hung nei kung è un metodo coerente è disciplinato che insegna il rispetto di sé stessi e degli altri. Attraverso l'allenamento tenace educa all'umiltà e al riconoscimento dei propri limiti e al rispetto non giudicante dei limiti altrui: tutto questo si può ottenere solo praticando assiduamente con dedizione e passione sincera.

giovedì 18 luglio 2019

Le tecniche fondamentali del Tae Kwon Do


L’approccio al Taekwondo è semplice e diretto e la sua vera forza deriva dalla sua  apparente semplicità.
A differenza di altri stili marziali, coreani e non, che prevedono l’uso di colpi, il Taekwondo stimola nei suoi praticanti reazioni spontanee e istintive e le tecniche stesse sono adatte per applicazioni pratiche estremamente efficaci.
Il Taekwondo evita di insegnare tecniche elaborate e di difficile interpretazione prevedendo, invece, tecniche di generale validità e sempre efficaci, lasciando le applicazioni elaborate all’intuizione del praticante quando se ne presenti l’occasione.                                       
Il Taekwondo viene spesso paragonato con altre discipline di combattimento, in particolare con il Karate (dal quale, comunque, esso deriva); tuttavia il Taekwondo se ne differenzia per la maggiore utilizzazione delle tecniche di calcio e per le sue posizioni di guardia più alte e dinamiche (lo stile di Karate che richiama questa caratteristiche è solo il Kyokushin).
Chi possiede anche solo una infarinatura di arti marziali si renderà conto che il Taekwondo ha in comune molte tecniche con altri stili di combattimento; ma la differenza c’è e si evidenzia soprattutto nel modo con il quale queste tecniche, e, in special modo, quelle di calcio, vengono eseguite.
Nel Taekwondo, infatti, dopo ogni attacco, si enfatizza il veloce richiamo dell’arto che colpisce (gamba o braccio); il vantaggio del rapido richiamo dell’arto in posizione di caricamento è quello di colpire ripetutamente il bersaglio in rapida sequenza e con grande velocità, con lo stesso arto o con l’altro, se non addirittura insieme. Inoltre i colpi frustati sono talmente veloci, che risulta estremamente difficile, se non impossibile, pararli o schivarli. Evitando di calciare in maniera rigida si eviterà, inoltre, un grande pericolo: che il nostro avversario afferri e neutralizzi l’effetto del colpo.
Il Taekwondo è quindi caratteristico, in tutto il panorama delle Arti Marziali, per la sua vasta e originale gamma di tecniche di calcio; la forza che le gambe sprigionano e la distanza a cui possono arrivare ne fanno uno degli strumenti ideali per la difesa personale, così come viene insegnata nel Taekwondo.
Il grande utilizzo di queste tecniche, inoltre, rende i combattimenti nel Taekwondo, altamente spettacolari e dinamici.
Chiusa questa piccola introduzione, arriviamo adesso al cuore dell’argomento:
il Taekwondo ha ereditato dai suoi stili “genitori”, il karate okinawense, giapponese e coreano, una numerosissima serie di tecniche di combattimento.
Esse comprendono tecniche di attacco (kongkyok kisul), le quali includono: tecniche di pugno (jireughi sul), di calcio (chagi sul), tecniche di perforazione (tzireugi sul), come i colpi portati con la punta delle dita (sonkeut tzireugi), svariate tecniche per colpire con le diverse parti del corpo (chigi sul), come, ad esempio le tecniche di gomito (palkup chigi), e tecniche di difesa (makki sul).
Numerose sono anche le posizioni di attacco e di difesa studiate nel Taekwondo (seoghi sul).
Prima di passare allo studio delle singole tecniche ci occuperemo delle armi naturali del corpo umano così come esse vengono studiate nel Taekwondo.
Comunque, per facilitare lo studio di tutte queste tecniche abbiamo ritenuto opportuno suddividerle in diverse categorie, com’è possibile verificare dalla tabella sottostante:

Le armi naturali del corpo umano
Jumeok                  (il pugno)
Son                       (la mano)
Pal                        (braccia)
Bal                        (piedi)
Dari                      (gambe)
      
      
      
      Posizioni (Soghi)
      Neolpyo seogi
      Moa seogi
      Teuksu Poom Seogi
      
      Tecniche di difesaMakki sul
      
      
       Tecniche di attacco (kongkyok kisul)
      Jireugi sul (tecniche di pugno)
      Chigi sul (tecniche nel colpire con parti del corpo diverse dal pugno o dal piede)
      Tzireugi sul (tecniche di perforazione)
      Chagi sul (tecniche di calcio)
      

N.B. :
1) Il termine “sul”, seguente le varie parole (chagi, jireughi, etc.) vuol dire“tecnica”;
2) Segnaliamo che, accanto al termine utilizzato nel Taekwondo per descrivere la tecnica, abbiamo aggiunto in caratteri corsivi quello utilizzato nel karate coreano tradizionale.




mercoledì 17 luglio 2019

Arti Marziali; Lavoro, Passione o Business


Le attività collegate al concetto delle Arti Marziali, hanno registrato un trend di crescita significativo.
Una indagine di settore ha evidenziato che oltre due milioni di persone praticano le Arti Marziali e quasi un milione gli Sports da Combattimento.
Una spinta all'interessamento di questo settore proviene dai vari Film e Telefilm che hanno lanciato la moda sportiva delle Arti Marziali, Sports da Combattimento e Difesa Personale.
I vari Bruce Lee, Chuk Norris, Silvester Stallone, Don Wilson sono stati determinanti per la diffusione di questo fenomeno, non esiste un Film d'Azione che non abbia scene di combattimento con le varie Arti Marziali. Le strutture finalizzate all'attività delle Arti Marziali, cioè le palestre attualmente operanti in Italia sono oltre 10.000. In termini di dislocazione territoriale, il 45% sono ubicate al nord, il 35% al centro e il 20% nel sud e nelle isole.
Ma analizziamo alcune domande per capire meglio come sono organizzate.

Quanti sono gli Operatori di Settore ?
Gli addetti del Settore, Titolari e Dipendenti sono circa 60 mila solo in Italia

Può essere considerato un lavoro redditizio ?
Il fatturato complessivo tra tutti i centri, può essere stimato attualmente intorno ai mille milioni di Euro l'anno.
Per quanto riguarda gli utenti, gli uomini costituiscono la maggioranza con il 55%, rispetto alle donne con il 45%.

A che età si può praticare ?
Non esistono limiti nè in basso nè in alto, comunque, l'età media del cliente della palestra è intorno ai 30 anni per gli adulti e tra i 10 e 12 anni per i ragazzi.

Che mansioni svolgono i praticanti ?
Svolgono attività di Arti Marziali presso le palestre praticamente tutti, Studenti, Professionisti, Lavoratori, Casalinghe, Forze dell'Ordine, Avvocati, Medici, Ingegneri, Architetti, Geometri, ecc...

Quanto costa praticare Arti Marziali ?
Il costo medio per un anno di frequenza da allievo praticante è tra i 300 e 400 Euro.

Ma quanto costa diventare Istruttore ?
A prescindere dal fatto che varia da Arte ad Arte, un corso base si aggira intorno ai 500/1.000 Euro in Italia e di circa 10.000 $ negli Stali Uniti.
In alcune Arti si può spendere anche meno (dipende dallo stile e dalla scuola).
Per Gradi di un certo significato, acquisiti in diversi anni di esperienza si possono raggiungere anche i 4.000 Euro per l'Italia e 30.000 $ negli USA . Studiare in Oriente era indubbiamente il luogo più economico del pianeta, ma da qualche anno si stanno adeguando anche loro, infatti le cifre iniziano ad avvicinarsi e in alcuni casi a superare quelle Italiane.

In quale Nazione è meglio studiare per diventare Istruttore ?
L'Italia va benissimo se si sceglie un'Organizzazione seria, visto che se pur poche, le abbiamo.
Si può scegliere di collaborare con loro per l'ampliamento dell'Organizzazione stessa affinchè si creino sempre più Strutture serie fatte da Professionisti di alto livello, in questo caso ogni Istruttore ne dovrà dare prova.
In Italia infatti c'è l'abitudine di frammentarsi in tante piccole isole, solitamente destinate a scomparire in pochi anni, per mancanza di vera esperienza e professionalità.
L'Estero è riservato a chi vuole diventare un Caposcuola, seguendo un percorso più lungo e costoso fatto di sacrifici enormi e parecchi viaggi (e non è detto che sì trovi di meglio).
Comunque siccome in Europa le scuole serie si equivalgono, provenendo più o meno dagli stessi Capiscuola, per cercare qualcosa di diverso o di esclusivo, bisogna andare oltre Oceano.
Le mete consigliate sono, Stati Uniti, Brasile, Cina, Giappone, Filippine, Hong Kong, Corea, Thailandia, Vietnam, India, Indonesia, Malesia e altri luoghi ancora inesplorati dove esistono origini di Arti Marziali sconosciute, stando attenti al fatto che più i luoghi sono poco frequentati dagli occidentali, più i Maestri saranno chiusi e poco intenzionati ad insegnare.

Può diventare un nuovo lavoro ?
Lo è già. La professione di Istruttore sta aumentando notevolmente, sono infatti molti gli uomini e le donne che decidono di intraprendere come primo lavoro l'attività di insegnante.
Oltre tutto non richiede necessariamente l'investimento di capitali o l'apertura dì una Palestra, basta inserirsi con dei corsi in Centri e Palestre già avviate, come collaboratori o costituire una propria associazione sportiva

Il guadagno ?
Nel caso si fosse ospiti in una Palestra non propria, solitamente la proporzione è del 40/50 % sulle quote mensili che vanno all'Istruttore. In alcuni casi vengono pagate solo le ore di insegnamento.

Quanti Gradi ci sono da Istruttore ?
E' difficile dirlo, ogni Organizzazione ha i suoi Gradi.
Chi 3 chi 5 chi 10 ma più o meno tutte hanno un Grado Base che si può raggiungere in un tempo minimo, un Grado Medio che si raggiunge dopo alcuni anni, e un Grado Avanzato che si conquista con molti anni di preparazione e dedizione all'interno della stessa Organizzazione o dello stesso Stile.

La professionalità di un Insegnante ?
Molti nuovi insegnanti arrivano da un esperienza pratica di pochi mesi.
Alcuni sono spinti dalla pura passione, ma si limitano a formare un paio di allievi, giusto per tenersi in allenamento, praticando in parchi all'aperto, garage o semplici scantinati.
Altri invece si spacciano per Maestri dalla grande esperienza e fingendo di avere anni di pratica alle spalle, si inseriscono nelle palestre, rovinando il settore ai veri professionisti.
Non essendoci una legge che tuteli il praticante dai falsi Maestri, il neo praticante non può accorgersi della validità del suo insegnante se non dopo 2-3 anni di pratica, mentre per i più esperti è sufficiente una lezione o addirittura pochi minuti.
La realtà è che gli Insegnanti Professionisti realmente collegati alle Organizzazioni serie, sono pochi.
A sentire il parere di alcune tra le più importanti scuole italiane, sembrerebbe che molti tra questi giovani Istruttori hanno praticato solo un corso base di formazione come Apprendista Istruttore normalmente chiamato con il termine inglese di "Apprentice Instructor" della durata di pochi mesi, o semplicemente frequentano alcuni stage, dopo di che eccoli aprire la loro Organizzazione indipendente. Pura caccia al Business ?
Esistono però veri professionisti che sono collegati a strutture serie di livello internazionale che diffondono programmi di altissimo livello. Con loro si è in buone mani, purché ci si accerti del loro attuale riconoscimento della scuola madre. In teoria è il Maestro Caposcuola mondiale che tutela e garantisce il suo istruttore di zona (provinciale, regionale o nazionale).
Tramite un certificato o un diploma valido nell' anno corrente, il caposcuola offre la sua garanzia.

Ma perché non esiste un Diploma o un Certificato che tuteli il praticante dai falsi
Maestri e Istruttori ?
In teoria esisterebbe, ma molti Insegnanti, dopo aver preso il 1° Diploma (quasi sempre da Apprendista Istruttore), spariscono dal Centro di appartenenza, in alcuni casi fermandosi completamente nella propria crescita, in quanto continuare gli studi presso una seria Organizzazione, comporta dei costi e degli impegni di allenamento notevoli, oltre che a viaggi costanti di centinaia o migliaia di Km. che pochi hanno saputo mantenere (uno dei requisiti di un vero Professionista), in quanto i Maestri Caposcuola non sempre sono sotto casa.
In ultimo c'è da dire che ci sono in giro alcune Organizzazioni non solo Italiane ma anche Americane e Orientali, che per soldi vendono i loro Diplomi, mettendo in circolazione gente completamente inesperta, come è stato anni fa per le patenti in alcune agenzie.
Questi solitari dal destino segnato, resisteranno attivi per alcuni anni, dopodiché gli allievi, andandosene concluderanno la loro Strada di Istruttore, "Una volta persa la faccia, nun c'è stanient'a'fà!"

La soluzione ?
Oltre a quella di controllare personalmente la validità di un Insegnante (che come abbiamo detto per un principiante è molto difficile) si sta formando un Albo Professionale sul settore; - che regolamenterà e controllerà la serietà dei nuovi insegnanti; prima della grande invasione dovuta a puri interessi economici e soprattutto per tutelare coloro che nell'Arte Marziale e negli Sport da Combattimento ci stanno dedicando anima e corpo e in alcuni casi tutta la vita, un progetto che in altre Nazioni Europee ad esempio sì sta già portando avanti da tempo- prime tra tutte la Francia.

martedì 16 luglio 2019

Lotta svizzera

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La lotta svizzera (in tedesco: Schwingen, in francese: lutte suisse) è una variante della lotta praticata in Svizzera. Assieme allo hornussen e al lancio della pietra di Unspunnen, è uno sport diffuso soprattutto nella Svizzera germanofona.

Storia

Le origini della lotta svizzera non sono chiare. Una rappresentazione risalente al Quattrocento, che si trova nella cattedrale di Losanna, mostra già il particolare modo di afferrare l'avversario. Nella Svizzera centrale, soprattutto nella zona alpina, lo "Hosenlupf" era una tappa obbligata delle festività. In numerose feste di paese si combatteva per un paio di pantaloni, una pecora o altri premi in natura, sebbene ciò che contasse di più era la fama acquisita alla vittoria.
La lotta svizzera fu riportata in auge in occasione della prima festa di tradizioni alpine tenutasi a Unspunnen nel 1805, a un'epoca pertanto in cui la Svizzera si trovava sotto il dominio francese: uno dei motivi all'origine di questa manifestazione fu la volontà di risvegliare il nazionalismo elvetico.
Verso la fine dell'Ottocento memorabili feste di lotta svizzera e la vivace attività di insegnanti di ginnastica portarono questo sport anche nelle città. È così che una lotta inizialmente praticata da pastori e contadini si trasformò in vero e proprio sport nazionale, presente in tutti gli strati della popolazione. L'Associazione federale di lotta svizzera, fondata nel 1895, organizzò le sue attività integrando varianti regionali, contribuendo ad elevare il livello medio con corsi e materiale didattico e sancendo le regole di gioco.
Malgrado questa espansione, la lotta svizzera resta uno sport praticato soprattutto in regioni contadine della Svizzera germanofona.

Svolgimento degli incontri

La lotta si svolge su un'area di forma circolare, dal diametro compreso tra 7 e 14 metri, cosparsa di segatura. I combattenti portano, sopra i loro vestiti abituali, dei pantaloni corti di juta. Dell'avversario possono afferrare esclusivamente questi pantaloni. Vincono quando riescono a sbilanciare l'avversario e a farlo cadere con entrambe le spalle nella segatura (continuando ad afferrare, con una mano almeno, i pantaloni). Esistono diverse tecniche (dai nomi in svizzero tedesco, quali "Kurz", "Übersprung", "Brienzer", "Hüfter", "Buur" o "Wyberhaagge"). È tradizione che, al termine del combattimento, il vincitore pulisca dalla segature le spalle dell'avversario con qualche pacca.
L'incontro è arbitrato da tre persone, una delle quali si trova di volta in volta nell'area di combattimento assieme ai lottatori. Esse valutano l'incontro attribuendo dei punti (fino a un massimo di 10 per un "Plattwurf"). In caso di incontro pari, il lottatore più attivo riceve il numero più elevato di punti.
Durante un incontro di lotta (ted. "Schwingfest"), ogni lottatore combatte sei incontri (in occasione della Festa della lotta svizzera e delle tradizioni alpigiane fino a otto); i due lottatori che, dopo cinque incontri, hanno raccolto il numero maggiore di punti (sette in occasione della Festa precitata) accedono alla fase finale.
Non esistono classi di peso.

Tradizioni

La lotta svizzera è tradizionalmente uno sport maschile. I "re della lotta" (ted. "Schwingerkönige") sono molto conosciuti e diventano delle celebrità a livello locale. Le donne provano da qualche anno a farsi avanti in un mondo loro chiaramente ostile (nel 1992 è stata fondata un'associazione di lotta svizzera femminile).
I lottatori non sono sportivi professionisti, e di norma praticano mestieri che richiedono una certa forza fisica, quali ad es. casaro, macellaio oppure contadino. Secondo gli usi svizzeri, sono sovente chiamati, nell'ordine, per cognome e per nome (ad es. Grab Martin o Abderhalden Jörg).
I Sennenschwinger (membri di un'associazione di sola lotta svizzera) si riconoscono da pantaloni scuri e da una camicia colorata, di solito azzurra e senza collo (tipica dei mestieri dell'alpe), mentre i Turnerschwinger (membri di un'associazione di ginnastica in cui si praticano anche altri sport) portano lunghi pantaloni bianchi e una camicia dello stesso colore.
Durante gli incontri di lotta svizzera, pubblicità e sponsoring non sono usuali, al contrario. I lottatori di successo non ricevono premi in denaro, ma in natura: bestiame, campanacci, mobili e così via. Nel caso di più recenti incontri di grande affluenza sono stati distribuiti per la prima volta anche premi in denaro. La pubblicità si fa evidentemente al momento in cui viene nominata la persona o l'azienda che ha messo a disposizione un determinato premio. Va poi detto che i premi possono poi essere rivenduti, talvolta a somme interessanti (soprattutto nel caso di bestiame di una certa taglia).
I migliori lottatori di un incontro ricevono la corona (ted. Kranz), diventando così "Kranzschwinger". Il trofeo più ambito è la corona della Festa della lotta svizzera e delle tradizioni alpigiane.

Diverse feste della lotta

A livello regionale e cantonale, i tornei di lotta si svolgono all'aperto, dall'inizio dell'estate fino in autunno.
La più importante è la Festa della lotta svizzera e delle tradizioni alpigiane, che si tiene ogni 3 anni. L'ultima ha avuto luogo nell'agosto del 2010 a Frauenfeld. Il vincitore è proclamato re (ted. "Schwingerkönig") e riceve il cosiddetto "muni", ossia un toro.
Occasioni speciali sono anche la festa di Unspunnen, nei pressi di Interlaken, e quella di Kilchberg, presso Zurigo. Entrambe si tengono solo una volta ogni sei anni.
I tornei che si svolgono nelle Alpi, ad esempio quello del Brünig, quello del Rigi, o quello della Schwägalp, sono feste che attirano migliaia di persone.

I migliori lottatori

Tra i migliori lottatori figurano Hans Stucki, re nel 1900, 1902 e 1905, Ruedi Hunsperger (1966, 1969 e 1974) e Jörg Abderhalden (1998, 2004 e 2007), eletto “svizzero dell'anno” nel gennaio del 2008.
Il lottatore attualmente più forte è Jörg Abderhalden. Martin Grab è il suo principale avversario; questi lo ha infatti battuto nel 2006 in occasione dell'attesissima festa di Unspunnen. Un altro lottatore molto forte è il compagno di squadra di Abderhalden, Arnold "Nöldi" Forrer, coronato nel 2001 a Nyon.

lunedì 15 luglio 2019

Gotai

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Gotai è una pratica culturale giapponese riguardo alla conservazione del corpo ed ha le proprie radici nel Confucianesimo. Essa implica che il benessere dell'anima sia possibile solo se il corpo è perfettamente conservato sia in vita che morte e anche la minima alterazione del corpo potrebbe influenzare o danneggiare irrimediabilmente un'essenza.
Questa filosofia ha condizionato molto la mentalità dei Giapponesi, i quali preferirebbero evitare di sottoporsi a chirurgia plastica pur di non alterare l'equilibrio spirituale-carnale.

domenica 14 luglio 2019

Hachikō

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Hachikō (ハチ公) (Ōdate, 10 novembre 1923 – Shibuya, 8 marzo 1935) fu un cane di razza Akita, divenuto famoso per la sua enorme fedeltà nei confronti del suo padrone, il professor Hidesaburō Ueno. Dopo la morte improvvisa di Ueno, il cane si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo, invano, alla stazione di Shibuya, dove l'uomo prendeva abitualmente il treno per recarsi al lavoro.
La vicenda ebbe un enorme riscontro nell'opinione pubblica dell'epoca e ben presto Hachikō divenne, in Giappone, un emblema di affetto e lealtà. Nel 1935, al fedele animale fu dedicata una statua e, negli anni, la sua storia divenne il soggetto di film e di alcuni libri. Conosciuto anche come Chūken Hachikō (忠犬 ハチ公, letteralmente cane fedele Hachikō), il suo vero nome era solo Hachi, che in giapponese significa "otto", numero considerato beneaugurante (il suffisso "kō" è usato come vezzeggiativo).

Storia

Hachikō nacque in una fattoria di Ōdate, nella Prefettura di Akita, il 10 novembre 1923. Era un esemplare maschio di Akita Inu bianco. All'età di due mesi, venne adottato da Hidesaburō Ueno, professore presso il dipartimento agricolo dell'Università Imperiale di Tokyo, che lo portò con sé nella sua abitazione a Shibuya. Il professor Ueno, pendolare per esigenze di lavoro, ogni mattina si dirigeva alla stazione di Shibuya per andare al lavoro prendendo il treno. Il suo fedele cane lo accompagnava sempre e, quando il professore rientrava dalla giornata lavorativa, ritornava alla stazione ad aspettarlo.
Il 21 maggio 1925 Ueno morì improvvisamente, stroncato da un ictus mentre era all'università, durante una lezione. Hachikō, come ogni giorno, si presentò alla stazione alle cinque del pomeriggio (orario in cui il suo padrone solitamente arrivava), ma il professor Ueno non si fece vedere. Il cane attese invano il suo arrivo. Ciononostante, tornò alla stazione il giorno seguente e fece così anche nei giorni successivi. Con il passare del tempo, il capostazione di Shibuya e le persone che prendevano quotidianamente il treno iniziarono ad accorgersi di lui e cercarono di accudirlo, offrendogli cibo e riparo.
Con il passare del tempo, tutto il popolo giapponese venne a conoscenza della storia di Hachikō; molte persone cominciarono ad andare a Shibuya solo per vederlo e poterlo accarezzare, mentre attendeva invano il padrone. Nonostante il passare degli anni e il progressivo invecchiamento, il cane continuò comunque a recarsi alla stazione nel momento in cui il suo defunto padrone sarebbe dovuto arrivare. Nell'aprile 1934, venne realizzata, per opera dello scultore Teru Ando, una statua in bronzo con le sue sembianze, posta alla stazione di Shibuya; un'altra simile venne eretta a Ōdate, la sua città natale; lo stesso cane fu presente all'inaugurazione.
L'8 marzo 1935 Hachikō morì di filariasi, all'età di undici anni, dopo aver atteso ininterrottamente per ben nove anni il ritorno del suo padrone. Ritrovato in una strada di Shibuya, la sua morte impietosì la comunità nipponica; la notizia venne inserita in tutte le prime pagine dei giornali giapponesi e venne dichiarato un giorno di lutto nazionale per ricordare il suo reiterato gesto di fedeltà nei confronti del padrone.
Durante la seconda guerra mondiale il governo giapponese, necessitando di quantità ingenti di metalli per costruire le armi, ordinò di usare anche quello della statua di Hachikō. Nel 1948, tre anni dopo la fine del conflitto, Takeshi Ando, figlio di Teru, ricevette la commissione di scolpire una nuova statua raffigurante il cane, sempre nello stesso posto di quella precedente. Nonostante il corpo di Hachikō sia stato preservato tramite tassidermia ed esposto al Museo Nazionale di Natura e Scienza, situato a nord-ovest della stazione, alcune sue ossa sono sepolte nel cimitero di Aoyama, accanto alla tomba del professor Ueno. L'8 marzo di ogni anno, anniversario della morte del fedele cane, in Giappone, viene organizzata una cerimonia per ricordare Hachikō, alla quale partecipano vari amanti dei cani che portano il loro omaggio alla sua lealtà e alla sua devozione. Inoltre, una delle cinque uscite della stazione di Shibuya è denominata "Hachikō-guchi" ('ingresso Hachikō') in suo onore.

Hachikō nei media

Sulla commovente storia di Hachikō nel 1987 è stato tratto un film, Hachikō Monogatari (ハチ公物語; letteralmente «la storia di Hachiko»), diretto da Seijirō Kōyama, che racconta la storia del cane dalla nascita sino alla morte, immaginando un'ipotetica riunione spirituale con il padrone. Il film ebbe grande successo commerciale, e fu decisivo per la fortuna dello studio cinematografico giapponese Shochiku Kinema Kenkyû-jo.
Nel 2009 è stato prodotto un remake: Hachiko - Il tuo migliore amico, diretto da Lasse Hallström che narra del vincolo di amicizia tra Hachikō ed un professore degli Stati Uniti, praticamente seguendo lo stesso filo narrativo. In questo film, Hachiko è interpretato da due cani di razza Akita Inu: Chico e Forrest. Ma all'inizio del film, è interpretato da un cucciolo di Shiba Inu di nome Leyla.
La storia di Hachikō ha avuto lungamente eco anche nella letteratura, comparendo soprattutto in racconti per bambini: fra questi, si citano Hachikō: The True Story of a Loyal Dog, scritto da Pamela S. Turner e illustrato da Yan Nascimbene, Hachiko Waits di Lesléa Newman e infine Taka-chan and I: A Dog's Journey to Japan.

sabato 13 luglio 2019

Zhang Liao

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Zhang Liao (169 – 222) è stato un ufficiale cinese Wei che prima combatté diverse battaglie sotto Lu Bu e, dopo la sua morte, servì sotto Cao Cao.
Durante la difesa di He Fei riuscì a respingere oltre 10.000 uomini Wu con soli 800 uomini. La leggenda vuole che fosse tanto temuto che i bambini smettevano di piangere al suo apparire. Venne promosso Capo dei Cinque Generali Wei.

venerdì 12 luglio 2019

Xu Zhu

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Xu Zhu (... – ...) è stato un militare cinese, ufficiale Wei all'epoca della dinastia Han e dei Tre Regni nell'antica Cina.
Di stazza enorme, tanto alto quanto grosso, fu la guardia del corpo del potente signore Cao Cao. Temibile in battaglia quanto il grande Dian Wei. Di solito e un uomo normale e distratto, ma si trasforma sul campo di battaglia, dove combatte con la fierezza di una tigre: da ciò il suo soprannome di Tigre Pazza.

giovedì 11 luglio 2019

Jeet Kune Do

Sifu Bruce Lee

"L'arte del Jeet Kune Do è semplicemente l'arte di semplificare, il Jeet Kune Do evita il superficiale, penetra nel complesso, va al cuore del problema e individua i fattori chiave."


Molte affermazioni sono state fatte nel corso degli anni per quanto riguarda la corretta definizione dell'arte di Bruce Lee, il Jeet Kune Do. Per alcuni si tratta di un processo di "cambiamento", altri lo vedono solo come una forma di Wing Chun "modificato". Molti riconoscono al Jeet Kune Do di essere semplicemente una miscela di diversi elementi presi da numerosi stili di combattimento, il tutto combinato nella speranza, che in una fase successiva, qualcosa di significativo possa formare ulteriormente il praticante.
Tuttavia ...
Non c'è che una definizione del Jeet Kune Do (Come dichiarato dal Jun Fan Jeet Kune Do Nucleus) ... Il "Jeet Kune Do è l'intero corpo di conoscenze tecniche (fisiche, scientifiche) e filosofiche (mentale, sociale e spirituale) che furono studiate e insegnate da Bruce Lee durante la sua vita. Interessa solo ed esclusivamente l'evoluzione personale di Bruce Lee e il suo processo alla scoperta di sé stesso attraverso le Arti Marziali, come sostenuto da egli stesso per iscritto (documenti personali e biblioteca) e ricordi orali (da quegli studenti che hanno trascorso del tempo con e / o studiato sotto di lui). "
Viene comunque fatta una distinzione tra questo corpo di lavoro (Jun Fan Jeet Kune Do), e il processo personale del singolo studente alla scoperta di sé attraverso l'arte marziale, ogni studente è lasciato libero di utilizzare tutti, alcuni o nessuno degli insegnamenti di Bruce Lee per evolversi. Il Jeet Kune Do ti accetta come sei e non ti impone restrizioni o "modi" per fare le cose - Deve essere una fonte di ispirazione e di gioia per coloro che possiedono un interesse per il lavoro di Bruce Lee, e il punto di vista marziale che ha creato.
Il Jeet Kune Do dovrebbe essere considerato come la "radice" che è stata fondata da Bruce Lee, e non il fine ultimo di ogni professionista, in quanto gli studenti sono tenuti a modificare, aggiungere ed eliminare tutti gli aspetti del Jeet Kune Do fino a quando non sviluppano qualcosa che sia inequivocabilmente proprio (è l'individuo che diventa, attraverso questo processo di auto-scoperta, il migliore insegnante di sè stesso).
Con questa spiegazione ancora fresca nella vostra mente vi esorto a continuare la lettura di questo post - spero che le mie spiegazioni e le idee che espongo su questa meravigliosa arte e la filosofia possano rivelarsi utili e illuminanti.

L'arte del Jeet Kune Do

Questo è il mio piccolo contributo, una breve introduzione all'arte del Jeet Kune Do. Anche se non ho mai avuto l'opportunità di incontrare Sifu Bruce Lee, io continuo a sentirmi in debito con lui per i cambiamenti che la sua arte e filosofia hanno portato nella mia vita - mi ha cambiato mentalmente, fisicamente e spiritualmente. Spero che questo breve post vi faccia venire voglia di esplorare tutti gli aspetti di quest'arte interessante, e che la usiate come mezzo di scoperta di voi stessi ...
Sviluppando un nuovo modo di vivere!
Per cominciare, il Jeet Kune Do (JKD abbreviato d'ora in poi) significa "La via del pugno che intercetta" si tratta di uno dei più popolari e discussi (per la comprensione che ogni persona ne dà e per le applicazioni che possono essere diverse da istruttore a istruttore) stili di arti marziali praticati oggi.
Ci sono due scuole di pensiero, oggi ... il Jun Fan / JKD e i praticanti del JKD Concepts. Il Jun Fan / JKD si concentra sugli insegnamenti originali di Bruce Lee, metodi di allenamento e combattimento, mentre i praticanti dei Concetti del JKD usano le idee e le teorie di Bruce Lee per esplorare e aggiungere tecniche da altre arti marziali per la loro formazione - Qualunque sia la forma di JKD che si sceglie di seguire, tocca a te trovare la tua verità nell'arte del Jeet Kune Do!
Bene, vi chiederete ....
Quali sono le principali teorie, i principi e le tecniche coinvolte? Qual'è la struttura di questo metodo? Quali metodi di addestramento sono utilizzati? Come posso essere coinvolto nel processo di apprendimento? ....
Mi occuperò in dettaglio a breve di questi argomenti.
Anche se il Wing Chun, è una forma di arte marziale del sud della Cina ben definita e a sé stante, rimane comunque il nucleo del sistema del JKD, la scherma occidentale con i suoi movimenti non telegrafici, il gioco di gambe della boxe così come le teorie sull'attacco e la difesa sono state poi incorporate da altri stili. A Bruce Lee piaceva il modo in cui i pugili combattevano e così i meccanismi del corpo, il gioco di gambe e tutte le tattiche evasive furono prelevate dalla boxe e incorporate nel suo sistema il JKD.
Bruce Lee, fece una sistematica ricerca sui diversi metodi di tirare i calci, fino a quando affinò il suo modo unico di calciare - molto veloce e molto diretto! E' quindi corretto dire che il JKD consiste principalmente di Wing Chun, scherma, boxe e in un certo senso il modo unico di Bruce di tirare i calci.
Imparare l'arte del JKD è come mettere insieme un puzzle di grandi dimensioni. Ogni periodo della vita di Bruce Lee detiene importanti pezzi del puzzle - Quanto più si impara, più completo il vostro puzzle diventa. Sicuramente aiuta imparare tutto quello che è possibile sul Wing Chun in modo che si possa comprendere meglio le radici del sistema - troverete che lo studio del Wing Chun consoliderà la conoscenza e la comprensione del JKD.
Ci sono tre principali aree su cui si concentra il JKD:
  1. Semplicità
  2. Immediatezza e,
  3. Atteggiamento non classico
Semplicità significa fare solo ciò che è necessario per completare un'azione il più rapidamente ed efficacemente possibile - Questo non è affatto facile come può sembrare e richiede un sacco di studio e di pratica continua per possedere e dominare tutte le basi.

Immediatezza significa seguire il percorso più breve e più sicuro possibile per colpire un avversario (normalmente una linea retta) con movimenti non telegrafati e fare quanti più danni possibile. Il principio dell'immediatezza nel JKD si può trovare nella capacità dell'individuo di usare la sua arma più lunga (di solito la mano avanzata o la gamba) contro il bersaglio più vicino sul corpo del tuo avversario.
Attitudine non classica significa che tutte le tecniche sono sviluppate in modo pratico, a differenza della maggior parte delle tecniche che vengono utilizzate e insegnate nelle arti marziali tradizionali.
La prima cosa che devi considerare è la posizione di guardia (Bai-jong), Bruce Lee riteneva necessario che in questa posizione le armi più potenti fossero le più vicine alla vostra destinazione. Questa posizione deve essere molto mobile con buone capacità offensive e difensive ... E molto, molto di più!
La mobilità, più di ogni altra cosa è molto sottolineata nel JKD, il combattimento è una questione di movimenti ... Il footwork deve essere leggero, veloce ed economico. Un buon gioco di gambe è fondamentale per chiudere (ponte) il divario con il tuo avversario e attaccare con forza, o evadere e contrattaccare un avversario.
Il combattente di JKD utilizza modelli di footwork lineare, laterali, angolari e circolari, in modo da mettersi nel range ottimale.

Ci sono tre campi di combattimento sottolineato nel JKD:
  1. A lungo raggio
  2. Medio raggio e,
  3. Distanza ravvicinata
Ciascuno di questi tre intervalli devono essere allenati. Il combattente deve capire gli strumenti applicati in ogni campo e il come utilizzarli in modo efficace.
A lungo raggio è conosciuta come la misura di lotta con la posizione più favorevole da mantenere quando non si sta attaccando. A questa distanza si è fondamentalmente molto "sicuri" ed è da qui che è possibile testare le reazioni del vostro avversario, senza essere in pericolo di essere colpiti. È possibile verificare le reazioni del vostro avversario utilizzando finte o sondandolo con attacchi che sembrano essere reali!
Calci, pugni, prese e intercettarzione dei movimenti possono essere utilizzati nella media distanza. Come regola generale, per il momento se il tuo avversario si muove nel range medio dovresti averlo già intercettato e contrastato le sue offensive con i tuoi attacchi.
Una volta che entriamo nella distanza ravvicinata, testate, gomitate e ginocchiate possono ora essere utilizzate. Questa è generalmente vicina a quello che può accadere nella realtà ed è una distanza che può diventare mortale a causa della gravità delle armi naturali del corpo che possono essere impiegate.
La parata su di un colpo in entrata viene utilizzata solo come ultima risorsa per il praticante di JKD ... egli predilige utilizzare i quattro angoli della parata per reindirizzare la forza in arrivo.
La miglior difesa del JKD è l'attacco!
Il metodo successivo preferito di difesa è l'attacco e difesa simultaneo in cui si para l'attacco dell'avversario realizzando allo stesso tempo un attacco sulla linea aperta.
Una forma ancora più efficace di difesa è quella di sparare un attacco veloce potente sulla stessa linea d'attacco in ingresso del nostro avversario, in modo da deviare l'attacco in arrivo e colpire con successo il bersaglio - Questa forma di intercettazione viene chiamata colpo d'arresto, quando viene usato il piede per l'intercettazione invece si chiama stoppata di gamba.
Quando avrai affinato le tue abilità di intercettazione, i danni saranno visibili immediatamente sul tuo aggressore, sia mentalmente che fisicamente.
Una delle capacità più importanti nella formazione del JKD è lo sviluppo della sensibilità.
Ogni movimento offensivo e difensivo avrà un certo tipo di energia e flusso di energia.
Queste abilità vengono sviluppate nel JKD tramite il Chi Sao o "Chi Sau" e l'utilizzo di questa metodica di allenamento consentirà allo studente di "sentire" l'energia dell'avversario in modo rapido e di conseguenza di reagire immediatamente.
Chi Gerk o "gambe che attaccano" sviluppa la sensibilità nelle gambe per spazzare, deviare e calciare contro il nostro avversario.
Un altro settore di vitale importanza nel JKD di Bruce Lee sono i cinque modi di attaccare. Bruce Lee si rese conto che ci sono essenzialmente solo cinque modi in cui puoi attaccare un avversario e che ogni attacco a mani nude concepito in un qualsiasi stile o metodo cadrà in una di queste cinque categorie.
Uno degli attrezzi più utili per il proprio allenamento per un praticante di JKD è il Mook Jong o manichino di legno preso dal sistema di Wing Chun Kung Fu cinese e riadattato da Bruce Lee - Questo attrezzo permette comunque di potersi allenare da soli anche quando non sono disponibili partner. Il manichino di legno è costituito da una testa, tronco, due braccia. Tutte le tecniche offensive e difensive possono essere eseguite sul manichino. Colpire il manichino ed eseguire le tue tecniche difensive su di esso ti permette di condizionare le tue braccia e le tue gambe per l'impatto - Questo era uno degli attrezzi preferiti di Bruce per allenarsi!
Come si può vedere il Jeet Kune Do è un'arte molto ben definita ed equilibrata che ha qualcosa di speciale da offrire a tutti sia da un punto di vista mentale, fisico e spirituale. E diventerà - Se lo si lascia ... "UN NUOVO MODO DI VITA".

Jeet Kune Do Fitness

Un intenso allenamento fisico è un must nel JKD!
Mi scuso per la brutalità di ciò che sto per dire, ma l'ultima cosa che penso nessuno voglia che accada è di perdere la vita a causa di una scarsa preparazione o di non essere in una forma abbastanza buona per riuscire a portare a termine un confronto.
Bruce Lee ha sottolineato con i fatti l'importanza del fitness più e più volte con tutti i suoi studenti - cardiovascolare, flessibilità e allenamento della forza.
Un allenamento cardiovascolare ottimale può essere realizzato attraverso la corsa, il ciclismo, salto alla corda, corsa sulle scale, canottaggio, nuoto, shadowboxing e / o gioco di gambe esercizi di mobilità per citarne solo alcuni ... Per darvi un'idea della prestanza fisica di Bruce Lee, correva quattro miglia al giorno in 24 / 25 minuti, poi si concedeva una seduta da 45 ad un'ora sulla cyclette con una velocità stazionaria di 35/40 miglia orarie!
La flessibilità può essere mantenuta mediante l'attuazione di una routine che si estende per almeno due sedute da venti minuti al giorno.
L'allenamento per la forza può essere realizzato attraverso l'utilizzo di esercizi isometrici, esercizi di contrazione statica, pesi liberi, macchine, ecc.
Un elemento importante che tutti i praticanti di JKD devono sperimentare è lo sparring duro con dispositivi di protezione individuale - In questo modo tutti gli aspetti del fitness si integrano, così come il corpo si condiziona agli impatti, si sviluppa la fiducia in se stessi, la mobilità, i tempi, la potenza, i riflessi, la consapevolezza della resistenza necessaria per avere successo in un confronto reale.